Nel finesettimana il britannico Sunday Times è uscito con un pezzo in cui si affermava che la giornalista russa "Marija Ivanovna" nei prossimi giorni fuggirà negli Stati Uniti, dove le è stato garantito asilo politico.
Di Marija Ivanovna si dice che è una giornalista pluripremiata, che è un'esperta di Caucaso e che è abituata a essere perseguitata, tormentata, perfino picchiata. Ma gli eventi presero una piega davvero sinistra lo scorso ottobre, scrive il Times, quando degli estranei le entrarono in casa mentre era via. Lei fece cambiare le serrature, si bevve un caffè e andò a dormire. La mattina dopo si svegliò in preda a dolori atroci, gonfiori, bocca escoriata, pelle che le si staccava di dosso. Finì in terapia intensiva. Per tornarci un mese dopo, sempre secondo il Times, quando si sentì nuovamente male dopo aver bevuto una tazza di tè.
L'articolo prosegue con un classico doppio carpiato con avvitamento e ciao con la manina del Times, e cioè:
"La lunga mano dei Servizi di Sicurezza Federali russi (FSB), da quando il Parlamento ha dato loro licenza di uccidere all'estero, si estende ormai oltre i confini della Russia.
Difficile dire quale paese sia sicuro dopo la morte a Londra per avvelenamento da Polonio 210 dell'ex agente del KGB Aleksandr Litvinenko. In America Paul Joyal, esperto di spionaggio russo e critico del presidente Vladimir Putin, è in gravi condizioni dopo essere stato vittima di una sparatoria vicino a casa sua a Washington. Potrebbe anche essersi trattato di una rapina, ma nessuno lo sa con certezza".
(Ritorneremo sul caso Joyal, per il momento volevo segnalarvi questo grande momento di giornalismo)
E poi via mettendo insieme Politkovskaja, Litvinenko, il giornalista del Kommersant Safronov: Putin ammazza la gente, sapevatelo? E se non sta attento, dice il Times, corre il rischio di essere arrestato quando si trova all'estero.
Ma torniamo alla misteriosa Marija Ivanovna, chiaramente un nome finto. Domenica la notizia si è diffusa in Russia, soprattutto in rete, dando origine a una serie di ipotesi (a proposito, c'è un'interessante e utilissima comunità di livejournal chiamata "paparazzi", luogo di discussione e di scambio di informazioni tra giornalisti): secondo alcuni l'Ivanovna sarebbe la Julia Latinina di Echo Moskvy e Novaja Gazeta, secondo altri Marina Litvinovič, corrispondente del giornale Čečenskoe Obščestvo, per altri ancora potrebbe trattarsi della vedova di Basaev, Elina Ersenoeva.
La versione più accreditata era che dietro lo pseudonimo si celasse Fatima Tlisova, corrispondente dell'Associated Press e redattore capo dell'agenzia di informazione Regnum. Commentando l'articolo del Sunday Times su un blog, Marina Litvinovič ha ricordato che lo scorso anno Fatima Tlisova fu avvelenata, e la notizia fu commentata dalla stampa internazionale (in particolare, ne scrisse lo spagnolo La Vanguardia) ma sfuggì all'attenzione di quella russa. Dell'avvelenamento della Tlisova parlava anche il Kommersant di lunedì. Il sito internet Stringer è andato oltre, scrivendo che "la giornalista Fatima Tlisova ha chiesto asilo politico in occidente, perché stufa delle minacce e preoccupata per la propria vita". Niente fonte, però.
Che dice la Tlisova? Nega: "Non ho parlato con i giornalisti del Sunday Times. Certo, intendo recarmi prossimamente in un'università americana con un permesso di studio concessomi dall'agenzia Regnum. Però ho intenzione di continuare a lavorare sul Caucaso. Non so cosa né chi stia dietro l'articolo del Sunday Times né dietro questa insistenza sul mio nome". Anche il suo direttore responsabile, Konstantin Kazenin, ritiene che non si tratti di lei.
Un bel round-up di notizie, qui (in russo). Qui l'articolo del Sunday Times.
Oggi il Marijometro, soprattutto per un articolo di Izvestija, è fermo su Elina Ersenoeva, la vedova di Basaev.
[Tanto per chiarire le cose. Attenzione a questi nomi:
Artëm Borovik, Igor Domnikov, Sergej Novikov, Iskandar Chatloni, Sergej Ivanov, Adam Tepsurgajev, Eduard Markevič, Natalja Skryl, Valeryj Ivanov, Dmitrij Švets, Jurij Šcekočichin, Aleksej Sidorov, Paul Klebnikov, Pavel Makeev, Magomedzagid Varisov, Aleksandr Piterskij, Evgenij Gerasimenko, Vjačeslav Plotnikov, Anna Politkovskaja, Ivan Safronov.
Sono i venti giornalisti uccisi o morti in circostanze poco chiare da quando Putin è presidente, e ci aggiungo anche Antonio Russo.
Non sottolineerò che è altamente improbabile che Putin ne abbia commissionato l'uccisione o abbia qualcosa a che fare con la loro morte; la sua già grave responsabilità consiste nel governare un paese in cui questi omicidi sembrano restare impuniti. Detto questo, credo che la stampa britannica degli ultimi mesi - con articoli come quello che ho citato, che nel caso migliore sono sciatta propaganda antirussa e nel peggiore mettono in pericolo una persona rendendola riconoscibile ed esponendola - stia dando il peggio di sé sull'argomento: lunga mano dell'FSB, caccia a Putin, licenza d'uccidere ovunque, nomi messi insieme a caso e le solite tazze di tè assassine].
martedì, marzo 13, 2007
Will the real Marija please stand up?
Etichette:
Russia
lunedì, marzo 12, 2007
Bracci Destri: l'Altro Emiro e il Macellaio
"We captured a figure who was a senior al-Qaeda member and we suspected that he was Abu Omar al-Baghdadi, but after initial investigations it was proven it was not Abu Omar al-Baghdadi. But he was a senior al-Qaeda leader".
Nome: sconosciuto.
Detto: l'Emiro.
Cosa: catturato con sette altre persone.
Dove: a nordovest di Karmah, 80 km a ovest di Baghdad.
Pensavano che fosse: Abu Omar al-Baghdadi, il vero emiro dello Stato Islamico iracheno.
Invece era: un altro emiro, poi definito anche "media emir"; forse (notizia di agenzia italiana) Mohammed Younis al Haiyali, se questo nome ci dicesse qualcosa.
Del resto al-Baghdadi: non si sa chi sia.
Nome: sconosciuto.
Detto: il Macellaio.
Specializzazione: rapimenti, decapitazioni, operazioni suicide.
Cosa: preso.
Dove: a Mosul.
Un link a caso.
Benzinai, macellai, organizzatori di eventi, prestatori di servizi: così si fa. Gli si smantella il commercio e il terziario, ad alcàida.
Nome: sconosciuto.
Detto: l'Emiro.
Cosa: catturato con sette altre persone.
Dove: a nordovest di Karmah, 80 km a ovest di Baghdad.
Pensavano che fosse: Abu Omar al-Baghdadi, il vero emiro dello Stato Islamico iracheno.
Invece era: un altro emiro, poi definito anche "media emir"; forse (notizia di agenzia italiana) Mohammed Younis al Haiyali, se questo nome ci dicesse qualcosa.
Del resto al-Baghdadi: non si sa chi sia.
Nome: sconosciuto.
Detto: il Macellaio.
Specializzazione: rapimenti, decapitazioni, operazioni suicide.
Cosa: preso.
Dove: a Mosul.
Un link a caso.
Benzinai, macellai, organizzatori di eventi, prestatori di servizi: così si fa. Gli si smantella il commercio e il terziario, ad alcàida.
Etichette:
alcaida,
braccidestri
domenica, marzo 11, 2007
VVP e il Libro Nero
[Per la comprensione di questo VVP vi sarà utile il post precedente. Ve l'avevo detto, che serviva, n.d.T.]
"Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino accanto a un tavolino rotondo. Al suo fianco si trovava il vice capo dell'Amministrazione Vladislav Jurevič Surkov. Sul tavolino davanti ai due uomini c'era una grande scatola di legno con aquile dorate a due teste incise sui lucchetti di platino.
Vladimir Vladimirovič™ tese le presidenziali mani verso la scatola, fece scattare i lucchetti e sollevò con cura il coperchio. Vladislav Jurevič trasse un profondo sospiro.
Nella scatola, adagiato su un cuscino di velluto rosso, c'era un piccolo libro antico con la copertina di legno.
Sul margine superiore della copertina era intagliato un grosso gufo.
- Si narra, - sussurrò Vladislav Jurevič, - Che l'ultima settimana del secondo mese dell'anno che precede le elezioni il Libro Nero sia in grado si svelare il nome dell'erede del trono degli zar per volere divino.
- Non è tanto per me, ma... - borbottò Vladimir Vladimirovič™, - Se poi ci sta scritto il nome di uno sconosciuto? Di un estraneo?
- D'accordo, - rispose Vladislav Jurevič, - E cosa si fa se c'è scritto il tuo nome? Non lo so proprio...
- Cosa si fa, cosa si fa, - brontolò Vladimir Vladimirovič™, - Si cambia la costituzione, cosa si fa...
E Vladimir Vladimirovič™ aprì con cura l'antico volume.
Il libro cominciò a ronzare ed emise un anello di fumo. Le pagine presero a sfogliarsi da sole con un fruscio inquietante.
Vladimir Vladimirovič™ e Vladislav Jurevič spalancarono gli occhi per lo stupore.
Il libro si sfogliò, poi tornò indietro di qualche pagina, e infine sotto gli occhi dei due uomini allibiti si aprì su due pagine attigue: sulla prima c'era scritta una parola, e sulla seconda un'altra parola.
- Alksnis e Tarlit, - lesse Vladimir Vladimirovič™, e guardò perplesso Vladislav Jurevič, - Chi?!
- Alksnis e Tarlit... - pronunciò pensosamente Vladisilav Jurevič, lo sguardo perso nelle profondità dello studio presidenziale, - Beh, allora, Alksnis e Tarlit siano... Ma adesso chi cazzarola appoggiamo, dei due?
Vladislav Jurevič si voltò, si strinse nelle spalle e uscì in fretta dallo studio di Vladimir Vladimirovič™".
Fonte: vladimir.vladimirovich.ru
"Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino accanto a un tavolino rotondo. Al suo fianco si trovava il vice capo dell'Amministrazione Vladislav Jurevič Surkov. Sul tavolino davanti ai due uomini c'era una grande scatola di legno con aquile dorate a due teste incise sui lucchetti di platino.
Vladimir Vladimirovič™ tese le presidenziali mani verso la scatola, fece scattare i lucchetti e sollevò con cura il coperchio. Vladislav Jurevič trasse un profondo sospiro.
Nella scatola, adagiato su un cuscino di velluto rosso, c'era un piccolo libro antico con la copertina di legno.
Sul margine superiore della copertina era intagliato un grosso gufo.
- Si narra, - sussurrò Vladislav Jurevič, - Che l'ultima settimana del secondo mese dell'anno che precede le elezioni il Libro Nero sia in grado si svelare il nome dell'erede del trono degli zar per volere divino.
- Non è tanto per me, ma... - borbottò Vladimir Vladimirovič™, - Se poi ci sta scritto il nome di uno sconosciuto? Di un estraneo?
- D'accordo, - rispose Vladislav Jurevič, - E cosa si fa se c'è scritto il tuo nome? Non lo so proprio...
- Cosa si fa, cosa si fa, - brontolò Vladimir Vladimirovič™, - Si cambia la costituzione, cosa si fa...
E Vladimir Vladimirovič™ aprì con cura l'antico volume.
Il libro cominciò a ronzare ed emise un anello di fumo. Le pagine presero a sfogliarsi da sole con un fruscio inquietante.
Vladimir Vladimirovič™ e Vladislav Jurevič spalancarono gli occhi per lo stupore.
Il libro si sfogliò, poi tornò indietro di qualche pagina, e infine sotto gli occhi dei due uomini allibiti si aprì su due pagine attigue: sulla prima c'era scritta una parola, e sulla seconda un'altra parola.
- Alksnis e Tarlit, - lesse Vladimir Vladimirovič™, e guardò perplesso Vladislav Jurevič, - Chi?!
- Alksnis e Tarlit... - pronunciò pensosamente Vladisilav Jurevič, lo sguardo perso nelle profondità dello studio presidenziale, - Beh, allora, Alksnis e Tarlit siano... Ma adesso chi cazzarola appoggiamo, dei due?
Vladislav Jurevič si voltò, si strinse nelle spalle e uscì in fretta dallo studio di Vladimir Vladimirovič™".
Fonte: vladimir.vladimirovich.ru
venerdì, marzo 09, 2007
La blogonovela russa: Alksnis e Tarlit
Ora vi racconto qualcosa dell'appassionante blogonovela russa degli ultimi tempi.
Viktor Alksnis, anche noto come il "Colonnello nero" (allusione al termine sovietico usato per il Regime dei Colonnelli in Grecia), recentemente aveva deciso di diventare pure lui un žežeista, cioè di farsi il blog su LiveJournal.
Ma chi è, Alksnis?
Viktor Imantovič Alksnis è un nazionalista russo di origine lettone nonché ex colonnello dell'aviazione sovietica: nel 1990 si oppose tenacemente alla disgregazione dell'Unione Sovietica, contribuì a fondare la fazione Sojuz (cioè Unione) e andava in giro a dire che c'era un complotto della CIA per smembrare l'URSS. Inoltre proponeva la liquidazione di Gorbačëv, lo scioglimento del parlamento, l'instaurazione della legge marziale e il potere ai militari. Toh. La Sojuz si sciolse quando Žirinovskij, altro membro fondatore, decise di candidarsi alla presidenza (con il motto "vodka a ogni angolo, ventiquattr'ore al giorno"). In ogni caso pare che Alksnis abbia avuto una parte nel golpe del 1991.
Adesso il Colonnello nero fa parte dell'ala nazionalista di Rodina (Patria), è un membro della Duma e afferma tra le altre cose che la ricostruzione dell'URSS partirà dalla Transnistria. Rodina fa parte dello schieramento Russia Giusta (Spravedlivaja Rossija), che si contrappone al filopresidenziale Russia Unita (Edinaja Rossija).
Insomma, il 3 febbraio scorso Alksnis ha aperto il suo blog (il nuovo indirizzo è questo, perché il vecchio blog è stato preso di mira dagli hacker) con l'intento di "mostrare la vita di un membro dell'opposizione". Non si sa se fosse consapevole di cosa sia la blogosfera russa, spesso agitata da polemiche e scontri politici violentissimi (e molto divertenti, via): la runet è l'istituzionalizzazione del flame, e io ne ho ricavato l'impressione che lì siano tutti troll decimo dan. Quello che voi conoscete come geniale creatore di Vladimir Vladimirovič, per esempio, è uno dei personaggi più discussi della rete: giornalista, politico, ex-cantante in un gruppo rock, è ora sceso in campo nello schieramento filopresidenziale ed è riuscito a farsi chiudere uno dei blog (Mr. Parker), c'è chi dice a causa di dichiarazioni provocatorie sulla pedofilia (si era fatto prendere la mano: "perché no, la pedofilia; ma a questo punto anche la zoofilia; a questo punto anche il cannibalismo, sempre carne è"), ma c'è chi propende per un'abile mossa pubblicitaria.
Insomma, questa è la rete russofona. Lo sapeva, il Colonnello nero? Non è chiaro. Ovviamente è stato subito preso di mira, in particolare da Tarlit e cioè Timofej Sevjakov, notissimo blogger, storico e membro del Fondo per una Politica Efficiente. E così succede l'inevitabile: Tarlit dà dell'idiota ad Alksnis e usa (pare) espressioni come "feccia lettone".
Alksnis cosa fa? Lo denuncia, ovviamente: per calunnia, diffamazione e insulto a pubblico ufficiale. Soprattutto quest'ultima motivazione può avere implicazioni serie e conseguenze negative per la libertà delle discussioni politiche nella blogosfera russa. Cosa significa, che d'ora in poi si dovrà riservare un trattamento di favore ai politici che aprono un blog (pur sapendo a cosa andranno incontro)? Ma poi, riuscirà Alksnis a portare in tribunale Tarlit? I due si sono anche incontrati in un confronto televisivo, ma non si sono piaciuti. Gli esperti pensano che i post di Tarlith non offrano basi sufficienti. Però il Colonnello nero potrebbe cercare di rivalersi sulla SUP, cioè la società che gestisce il LiveJournal locale, o sulla società madre Six Apart. Ah, e naturalmente adesso denuncerà anche gli hackers che hanno attaccato il suo blog (in base agli Articoli 272, 274 e 282). Nel frattempo sono nati altri finti Alksnis-blog, così il colonnello per autenticarsi ha ben pensato di usare come juserpik (userpic) una sua foto in divisa militare.
Viktor Alksnis, anche noto come il "Colonnello nero" (allusione al termine sovietico usato per il Regime dei Colonnelli in Grecia), recentemente aveva deciso di diventare pure lui un žežeista, cioè di farsi il blog su LiveJournal.
Ma chi è, Alksnis?
Viktor Imantovič Alksnis è un nazionalista russo di origine lettone nonché ex colonnello dell'aviazione sovietica: nel 1990 si oppose tenacemente alla disgregazione dell'Unione Sovietica, contribuì a fondare la fazione Sojuz (cioè Unione) e andava in giro a dire che c'era un complotto della CIA per smembrare l'URSS. Inoltre proponeva la liquidazione di Gorbačëv, lo scioglimento del parlamento, l'instaurazione della legge marziale e il potere ai militari. Toh. La Sojuz si sciolse quando Žirinovskij, altro membro fondatore, decise di candidarsi alla presidenza (con il motto "vodka a ogni angolo, ventiquattr'ore al giorno"). In ogni caso pare che Alksnis abbia avuto una parte nel golpe del 1991.
Adesso il Colonnello nero fa parte dell'ala nazionalista di Rodina (Patria), è un membro della Duma e afferma tra le altre cose che la ricostruzione dell'URSS partirà dalla Transnistria. Rodina fa parte dello schieramento Russia Giusta (Spravedlivaja Rossija), che si contrappone al filopresidenziale Russia Unita (Edinaja Rossija).
Insomma, il 3 febbraio scorso Alksnis ha aperto il suo blog (il nuovo indirizzo è questo, perché il vecchio blog è stato preso di mira dagli hacker) con l'intento di "mostrare la vita di un membro dell'opposizione". Non si sa se fosse consapevole di cosa sia la blogosfera russa, spesso agitata da polemiche e scontri politici violentissimi (e molto divertenti, via): la runet è l'istituzionalizzazione del flame, e io ne ho ricavato l'impressione che lì siano tutti troll decimo dan. Quello che voi conoscete come geniale creatore di Vladimir Vladimirovič, per esempio, è uno dei personaggi più discussi della rete: giornalista, politico, ex-cantante in un gruppo rock, è ora sceso in campo nello schieramento filopresidenziale ed è riuscito a farsi chiudere uno dei blog (Mr. Parker), c'è chi dice a causa di dichiarazioni provocatorie sulla pedofilia (si era fatto prendere la mano: "perché no, la pedofilia; ma a questo punto anche la zoofilia; a questo punto anche il cannibalismo, sempre carne è"), ma c'è chi propende per un'abile mossa pubblicitaria.
Insomma, questa è la rete russofona. Lo sapeva, il Colonnello nero? Non è chiaro. Ovviamente è stato subito preso di mira, in particolare da Tarlit e cioè Timofej Sevjakov, notissimo blogger, storico e membro del Fondo per una Politica Efficiente. E così succede l'inevitabile: Tarlit dà dell'idiota ad Alksnis e usa (pare) espressioni come "feccia lettone".
Alksnis cosa fa? Lo denuncia, ovviamente: per calunnia, diffamazione e insulto a pubblico ufficiale. Soprattutto quest'ultima motivazione può avere implicazioni serie e conseguenze negative per la libertà delle discussioni politiche nella blogosfera russa. Cosa significa, che d'ora in poi si dovrà riservare un trattamento di favore ai politici che aprono un blog (pur sapendo a cosa andranno incontro)? Ma poi, riuscirà Alksnis a portare in tribunale Tarlit? I due si sono anche incontrati in un confronto televisivo, ma non si sono piaciuti. Gli esperti pensano che i post di Tarlith non offrano basi sufficienti. Però il Colonnello nero potrebbe cercare di rivalersi sulla SUP, cioè la società che gestisce il LiveJournal locale, o sulla società madre Six Apart. Ah, e naturalmente adesso denuncerà anche gli hackers che hanno attaccato il suo blog (in base agli Articoli 272, 274 e 282). Nel frattempo sono nati altri finti Alksnis-blog, così il colonnello per autenticarsi ha ben pensato di usare come juserpik (userpic) una sua foto in divisa militare.
Etichette:
Russia
Photoshop sovietico
Ecco Ežov che sorride all'obiettivo, e poi non c'è più; un innocente passante che indicava la strada al compagno Stalin, cancellato; Ežov e Bojarskij eliminati da una foto di gruppo, perché già fucilati; adunate trasformate in folle oceaniche; gli adulti attorno a Lenin e alla Krupskaja cancellati, per lasciar spazio solo ai bambini e a un sinistro sfondo grigio; bandiere riscritte; volti sostituiti.
Retùš' sovietico: enjoy.
Retùš' sovietico: enjoy.
Etichette:
Vaghe stelle dell'URSS
mercoledì, marzo 07, 2007
Le parole degli amici
"Gentile sig.ra Mirumir
Siamo lieti di informarla che i 2.000 grandi elettori appartenenti alle diverse associazioni e comunità musulmane in Italia l'hanno eletta Blogger donna dell'Anno, per l'ironia struggente e stringente nel descrivere i fatti internazionali e per la capacità di coinvolgere il lettore facendolo sentire parte di un mondo particolare dove le 'cose' sono possibili.
Saremo molto onorati di consegnarle il premio 'Mezzaluna d'Oro' il 21 di marzo 2007, nella suggestiva cornice della Chiesa dell'Incoronata di Napoli, in via Medina. L'evento inizierà alle ore 16.00 e si protrarrà fino alle ore 18.30.
Abbiamo scelto questa data in quanto si tratta della Giornata Mondiale contro il Razzismo. Infatti il 21 marzo del 1960 la polizia sudafricana aprì il fuoco su pacifici dimostranti neri che protestavano contro l'apartheid, e le Nazioni Unite hanno inteso istituire la giornata contro il razzismo proprio nel giorno in cui ricorre l’anniversario di quella strage".
1. Lo sappiamo, che non me lo merito;
2. Appena ho ricevuto la mail mi è partito in automatico il rito di sepoltura sotto il piumone, dal quale sono stata estratta a forza da Poligraf ("Signora Miru, su, ci manca solo la Mezza Lunatica di Piombo");
3. Insomma, cataclismi e scioperi permettendo io ci vado; tanto secondo me lo sanno, che sono timida. Per forza.
4. Citando alla lontana Martin Luther King, quello che poi si ricorda non sono le parole dei nemici ma il silenzio degli amici; e io colgo l'occasione qui, al punto quattro di questo post confuso, per rigraziarvi di non esservene mai stati zitti.
5. Nei commenti, spumante e bagigi per tutti. Qualcuno ogni tanto si ricordi di tenere la manina al Capo.
Siamo lieti di informarla che i 2.000 grandi elettori appartenenti alle diverse associazioni e comunità musulmane in Italia l'hanno eletta Blogger donna dell'Anno, per l'ironia struggente e stringente nel descrivere i fatti internazionali e per la capacità di coinvolgere il lettore facendolo sentire parte di un mondo particolare dove le 'cose' sono possibili.
Saremo molto onorati di consegnarle il premio 'Mezzaluna d'Oro' il 21 di marzo 2007, nella suggestiva cornice della Chiesa dell'Incoronata di Napoli, in via Medina. L'evento inizierà alle ore 16.00 e si protrarrà fino alle ore 18.30.
Abbiamo scelto questa data in quanto si tratta della Giornata Mondiale contro il Razzismo. Infatti il 21 marzo del 1960 la polizia sudafricana aprì il fuoco su pacifici dimostranti neri che protestavano contro l'apartheid, e le Nazioni Unite hanno inteso istituire la giornata contro il razzismo proprio nel giorno in cui ricorre l’anniversario di quella strage".
1. Lo sappiamo, che non me lo merito;
2. Appena ho ricevuto la mail mi è partito in automatico il rito di sepoltura sotto il piumone, dal quale sono stata estratta a forza da Poligraf ("Signora Miru, su, ci manca solo la Mezza Lunatica di Piombo");
3. Insomma, cataclismi e scioperi permettendo io ci vado; tanto secondo me lo sanno, che sono timida. Per forza.
4. Citando alla lontana Martin Luther King, quello che poi si ricorda non sono le parole dei nemici ma il silenzio degli amici; e io colgo l'occasione qui, al punto quattro di questo post confuso, per rigraziarvi di non esservene mai stati zitti.
5. Nei commenti, spumante e bagigi per tutti. Qualcuno ogni tanto si ricordi di tenere la manina al Capo.
Etichette:
The Real Thing
martedì, marzo 06, 2007
Massa diacritica
Cara casa editrice La Tartaruga,
ho appena finito di leggere la biografia di Anna Achmatova, Anna di tutte le Russie, di Elaine Feinstein.
Vieni qua un momento.
Achmatova grande poetessa. Ma Cvetaeva, come sai, anche lei grande poetessa. La 'C' di Cvetaeva è la z sorda di piazza, corrispondente alla Ц dell'alfabeto russo (gli anglosassoni la traslitterano con "ts", de gustibus). Perché, mi chiedo, trasformare l'infelice Marina Ivanovna in Čvetaeva, sempre e ovunque? Ci sta antipatica forte? È colpa di una sciagurata correzione ortografica automatica? Di un "cambia e trova" andato male? Di un serial proofer che ha sempre detto Čvetaeva, con la c palatale di ciao, come lo pronuncerebbe una persona anziana, sdentata e con le labbra un po' gonfie tipo nonno Simpson?
Il problema è che Cvetaeva viene citata spessissimo, anche nella prefazione e perfino in quarta di copertina (proprio sua è l'espressione "Anna di tutte le Russie"), nelle note, in bibliografia e nell'indice analitico. A nulla vale il suo suicidio a pagina 240, il tettuccio le tiene caldo per tutto il libro.
A pagina 238 fa le spese del malevolo gancetto anche Zoščenko (Зощенко: la Z qui si pronuncia come la s sonora di rosa), che assiste impotente alla trasformazione del proprio cognome in Žoščenko, con la j francese di jabot. Un incubo etilico: si vede che ci stava antipatico anche lui.
Taccio sulle altre traslitterazioni sospette e i frequenti abbaglianti refusi. Per fortuna l'autrice decide di tralasciare i patronimici per rendere la lettura più agevole, altrimenti adesso avrei secchiate di gancetti, pipe, cappellini, caron, háček, gaček, ptički e strešici (sto andando un po' a caso).
Per quanto riguarda l'autrice, invece, si è portata a casa il Premio per la Nota Più Inutile Di Tutti I Tempi. Pagina 213-214, cito (si parla di Requiem):
"Ancora oggi, ascoltando una registrazione presa da Peter Norman a Londra, dove l'Achmatova si fermò nel 1965 dopo essere stata a Oxford, o visitando un sito internet [16], si può ascoltare la poetessa che lo recita".
Requiem letto dalla Achmatova, su internet. Il Miro molla tutto, parcheggia il dito indice a pagina 214 e si precipita alla nota 16, in fondo al volume.
E cosa c'è scritto, alla nota 16?
"Come mi ha dimostrato Jana Howlett".
Punto.
Tanto valeva scrivere "Per quanto ne so", "Si dice in giro" "It's blowing in the wind" o semplicemente "Il coniglio nano mi ha rosicchiato gli appunti".
Cara Tartaruga, questo è quanto. La pratica passa al Ministro delle Note Zelanti e delle Vibranti Mail di Protesta: a lui, dopo tutto, rispondono sempre.
Con tanti cari saluti,
Miru
p.s. 19 euro per tutti quei cappellini fuori posto sono tanti.
Etichette:
lettere,
Russia,
traduzioni,
Vaghe stelle dell'URSS
lunedì, marzo 05, 2007
Tu torna, poi ne parliamo
Etichette:
The Real Thing,
Vaghe stelle dell'URSS
Betullata del lunedì: la Soviet Cover Pacifista
L'anno era il 1969, loro si chiamavano Поющие гитары (Pojuščie Gitary, Le Chitarre Cantanti), erano stati il primo gruppo pop sovietico e avrebbero avuto un futuro di tutto rispetto: ma sentite qua che cover (titolo, "Byl odin paren'", letterale come la traduzione del testo). Ispirata regia minimalista, tocchi brežnevianamente beatlesiani, sguardi eloquenti, playback intenso, ottimo stato di conservazione.
Etichette:
musica,
Vaghe stelle dell'URSS,
video
sabato, marzo 03, 2007
Tutti pazzi per la Moldavia/Moldova
Ma uit in ochi la americani
Ma uit in ochi la englezi
Ma uit in ochi la frantuji si nemti
Ma uit si la japonezi.
Ma vad in suflet
Numai una vad
Ma vad in suflet
Numai una aud
Ma vad in suflet
Numai una sunt
Invidia ca nu-s moldoveni.
De-atata ma mandresc
De-atata ma mandresc
De-atata ma mandresc
Si va spun:
Ca cate ganduri am
Decat american
Mai bine ca mine moldovan.
---
Guardo negli occhi gli americani
Guardo negli occhi gli inglesi
Guardo negli occhi i francesi e i tedeschi
E guardo anche i giapponesi
Loro guardano nella mia anima
E vedono una cosa sola
Guardano nella mia anima
E sentono una sola cosa
Guardano nella mia anima
E c'è una sola cosa
Sono invidiosi perché non sono moldavi.
C'è una cosa di cui sono fiero
C'è una cosa di cui sono fiero
C'è una cosa di cui sono fiero
E ora ve la dico:
Con così tanti pensieri
Per me è meglio essere moldavo
che americano.
Umorismo moldavo: Invidia! (via Dacia Felix)
Ma uit in ochi la englezi
Ma uit in ochi la frantuji si nemti
Ma uit si la japonezi.
Ma vad in suflet
Numai una vad
Ma vad in suflet
Numai una aud
Ma vad in suflet
Numai una sunt
Invidia ca nu-s moldoveni.
De-atata ma mandresc
De-atata ma mandresc
De-atata ma mandresc
Si va spun:
Ca cate ganduri am
Decat american
Mai bine ca mine moldovan.
---
Guardo negli occhi gli americani
Guardo negli occhi gli inglesi
Guardo negli occhi i francesi e i tedeschi
E guardo anche i giapponesi
Loro guardano nella mia anima
E vedono una cosa sola
Guardano nella mia anima
E sentono una sola cosa
Guardano nella mia anima
E c'è una sola cosa
Sono invidiosi perché non sono moldavi.
C'è una cosa di cui sono fiero
C'è una cosa di cui sono fiero
C'è una cosa di cui sono fiero
E ora ve la dico:
Con così tanti pensieri
Per me è meglio essere moldavo
che americano.
Umorismo moldavo: Invidia! (via Dacia Felix)
venerdì, marzo 02, 2007
Il Sushi per l'Uomo Sovietico
"Negli ultimi anni è diventato di moda consumare diverse pietanze chiamate per qualche motivo 'esotiche'. Nonostante nei loro paesi d'origine questi cibi siano considerati ordinari, normali e perfino noiosi, in Russia ci si spende attorno un sacco di soldi e li si trasforma in veri e propri status symbol. Gli esempi più diffusi sono la pizza e il sushi.
La pizza è un piatto così semplice che qui non lo tratteremo nemmeno. Basta pensare al nostro amore per il rasstegàj [pasticcio ripieno di carne o pesce, n.d.T.] e per le frittelle farcite per capire come mai la loro controparte italiana sia da noi così popolare. In ogni caso, i rituali associati alla pizza non sono molto interessanti.
Ben altra cosa è il sushi. L'umile cibo dei pescatori e dei contadini giapponesi è da noi diventato un vero oggetto di culto. La gente spende parecchio nei sushi bar e si porta a casa tutti questi piatti per capire come si fa a prepararli, imparando come si dice in giapponese tappetino di bambù, alghe secche e così via. Arrivano perfino a mangiare con i bastoncini! E perché, poi? Qual è l'ingrediente principale del sushi e degli involtini? Il comune riso bollito. Al secondo posto ci sono le alghe secche, che possono essere sostituite con un'omelette. E poi, naturalmente, il pesce, che normalmente noi bolliremmo, saleremmo e tratteremmo in vari modi per evitare le intossicazioni.
Ed ecco che avendo deciso di preparare a casa il sushi (non chiedetemi perché!) con il salmone e altre delizie, ci siamo preoccupati di tutte queste cose. Ci siamo ricordati che viviamo in un paese che un tempo era chiamato Unione Sovietica. Ci siamo ricordati che le tradizioni culinarie del popolo che abita in questo paese sono non solo più ricche ma anche a noi più congeniali delle 'novità' importate dal Giappone e dall'Estremo Oriente. E così abbiamo formulato questi principî:
1. L'uomo sovietico non avrebbe usato il riso come ingrediente principale per il ripieno. Quando non aveva abbastanza da mangiare l'uomo sovietico si nutriva di pane e kaša, ma di certo non avrebbe mai avvolto del cibo attorno alla kaša.
2. Per l'uomo sovietico non avrebbe avuto molto senso arrotolare delle alghe secche attorno ai cibi. Il cibo può essere riempito con dell'altro cibo anche senza usare alimenti impropri.
3. L'uomo sovietico non era abituato a gusti forti come quello della salatissima salsa di soia o di quella radice assurdamente speziata chiamata 'wasabi'. È possibile e necessario trovare gustose alternative usando ingredienti tradizionali.
4. L'uomo sovietico non avrebbe mai usato i bastoncini. I bastoncini sono scomodi. I bastoncini non possono competere con le forchette, i cucchiai e anche solo con le mani.
5. L'uomo sovietico era gentile, ospitale e affettuoso. Il sushi sovietico dovrà essere gustoso, appagante, vario e bello".
Potete ammirare tanta rustica e sovietica grazia sul blog di Egor Trubnikov. Uova, maionese, barbabietole, cetriolini, aringhe, frankfurter, petto di pollo, sardine, salamino, tabacco di sigarette 'Belomor' e formaggio 'Amicizia': per cogliere l'intenso gusto di queste composizioni e immergersi completamente nell'atmosfera sovietica "è consigliabile utilizzare le stoviglie usate all'epoca nella ristorazione collettiva (anche quelle polacche o cecoslovacche faranno al caso nostro)". Quest'uomo è un genio.
Agente Betulla traduce ricette di sushi sovietico ad amanti URSS postlitteram, purché seriamente interessati. Astenersi perditempo.
(via the hungry isolato)
La pizza è un piatto così semplice che qui non lo tratteremo nemmeno. Basta pensare al nostro amore per il rasstegàj [pasticcio ripieno di carne o pesce, n.d.T.] e per le frittelle farcite per capire come mai la loro controparte italiana sia da noi così popolare. In ogni caso, i rituali associati alla pizza non sono molto interessanti.
Ben altra cosa è il sushi. L'umile cibo dei pescatori e dei contadini giapponesi è da noi diventato un vero oggetto di culto. La gente spende parecchio nei sushi bar e si porta a casa tutti questi piatti per capire come si fa a prepararli, imparando come si dice in giapponese tappetino di bambù, alghe secche e così via. Arrivano perfino a mangiare con i bastoncini! E perché, poi? Qual è l'ingrediente principale del sushi e degli involtini? Il comune riso bollito. Al secondo posto ci sono le alghe secche, che possono essere sostituite con un'omelette. E poi, naturalmente, il pesce, che normalmente noi bolliremmo, saleremmo e tratteremmo in vari modi per evitare le intossicazioni.
Ed ecco che avendo deciso di preparare a casa il sushi (non chiedetemi perché!) con il salmone e altre delizie, ci siamo preoccupati di tutte queste cose. Ci siamo ricordati che viviamo in un paese che un tempo era chiamato Unione Sovietica. Ci siamo ricordati che le tradizioni culinarie del popolo che abita in questo paese sono non solo più ricche ma anche a noi più congeniali delle 'novità' importate dal Giappone e dall'Estremo Oriente. E così abbiamo formulato questi principî:
1. L'uomo sovietico non avrebbe usato il riso come ingrediente principale per il ripieno. Quando non aveva abbastanza da mangiare l'uomo sovietico si nutriva di pane e kaša, ma di certo non avrebbe mai avvolto del cibo attorno alla kaša.
2. Per l'uomo sovietico non avrebbe avuto molto senso arrotolare delle alghe secche attorno ai cibi. Il cibo può essere riempito con dell'altro cibo anche senza usare alimenti impropri.
3. L'uomo sovietico non era abituato a gusti forti come quello della salatissima salsa di soia o di quella radice assurdamente speziata chiamata 'wasabi'. È possibile e necessario trovare gustose alternative usando ingredienti tradizionali.
4. L'uomo sovietico non avrebbe mai usato i bastoncini. I bastoncini sono scomodi. I bastoncini non possono competere con le forchette, i cucchiai e anche solo con le mani.
5. L'uomo sovietico era gentile, ospitale e affettuoso. Il sushi sovietico dovrà essere gustoso, appagante, vario e bello".
Potete ammirare tanta rustica e sovietica grazia sul blog di Egor Trubnikov. Uova, maionese, barbabietole, cetriolini, aringhe, frankfurter, petto di pollo, sardine, salamino, tabacco di sigarette 'Belomor' e formaggio 'Amicizia': per cogliere l'intenso gusto di queste composizioni e immergersi completamente nell'atmosfera sovietica "è consigliabile utilizzare le stoviglie usate all'epoca nella ristorazione collettiva (anche quelle polacche o cecoslovacche faranno al caso nostro)". Quest'uomo è un genio.
Agente Betulla traduce ricette di sushi sovietico ad amanti URSS postlitteram, purché seriamente interessati. Astenersi perditempo.
(via the hungry isolato)
giovedì, marzo 01, 2007
Catapulting the Propaganda
Etichette:
Cabaret Bisanzio
mercoledì, febbraio 28, 2007
Assumi polonio, vedi gente, giri il mondo
Di questi tempi sai di essere diventato davvero famoso quando:
1. gira dello spam su di te, con uno che finge di essere il tuo avvocato e di dover sbloccare i soldi della tua eredità:
Car* Signora/Signore,
Sono l'avvocato James Smith, curatore del signor Alexander Litvinenko, la defunta ex-spia russa. Prima di morire il mio cliente mi ha confessato di possedere 10.500.000,00 dollari in una società di sicurezza il cui nome non può essere ora rivelato.
È necessario il suo aiuto per esigere il denaro; le saranno spediti tutti i documenti legali necessari. Per il suo disturbo sarà ricompensato con la percentuale del 30%.
Se interessato, risponda al mio indirizzo email personale: barr.james_legalpractioner@yahoo.co.uk
N.B: Questa email è altamente confidenziale.
2. ispiri almeno una puntata di Law&Order (anche se il massimo sarebbe CSI):
Stagione 6 - Episodio 06016 trasmesso il 27 febbraio 2007
Quando il gionalista Josh Lemle (guest star Lee Tergesen) apprende di essere stato avvelenato con il Polonio-210 si affretta a dirlo al suo vecchio amico, il Detective Logan (Chris Noth). Lemle è convinto che ci sia dietro una storia alla quale sta lavorando, ma le ricerche non danno esiti. Si viene a sapere che ha avuto luogo una cena segreta e gli investigatori cominciano a pensare che si sia trattato di un errore. Logan prega Lemle, ormai morente, di aiutarlo ad andare a fondo del caso. Ormai è una lotta contro il tempo.
C'è solo un problema: per diventare così famoso devi anche essere morto. Però bisogna sapersi accontentare.
Polonium. Making people successful in a changing world.
1. gira dello spam su di te, con uno che finge di essere il tuo avvocato e di dover sbloccare i soldi della tua eredità:
Car* Signora/Signore,
Sono l'avvocato James Smith, curatore del signor Alexander Litvinenko, la defunta ex-spia russa. Prima di morire il mio cliente mi ha confessato di possedere 10.500.000,00 dollari in una società di sicurezza il cui nome non può essere ora rivelato.
È necessario il suo aiuto per esigere il denaro; le saranno spediti tutti i documenti legali necessari. Per il suo disturbo sarà ricompensato con la percentuale del 30%.
Se interessato, risponda al mio indirizzo email personale: barr.james_legalpractioner@yahoo.co.uk
N.B: Questa email è altamente confidenziale.
2. ispiri almeno una puntata di Law&Order (anche se il massimo sarebbe CSI):
Stagione 6 - Episodio 06016 trasmesso il 27 febbraio 2007
Quando il gionalista Josh Lemle (guest star Lee Tergesen) apprende di essere stato avvelenato con il Polonio-210 si affretta a dirlo al suo vecchio amico, il Detective Logan (Chris Noth). Lemle è convinto che ci sia dietro una storia alla quale sta lavorando, ma le ricerche non danno esiti. Si viene a sapere che ha avuto luogo una cena segreta e gli investigatori cominciano a pensare che si sia trattato di un errore. Logan prega Lemle, ormai morente, di aiutarlo ad andare a fondo del caso. Ormai è una lotta contro il tempo.
C'è solo un problema: per diventare così famoso devi anche essere morto. Però bisogna sapersi accontentare.
Polonium. Making people successful in a changing world.
Etichette:
Litvinenko,
polonio,
Russia
VVP e gli Oscar
"Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin, mentre dormiva, fece un sogno. In questo sogno Vladimir Vladimirovič™ sedeva nella sala del Kodak Theatre nella città californiana di Los Angeles. Sul palcoscenico c'erano delle persone in smoking e in abito da sera che consegnavano ad altre persone in smoking e in abito da sera il premio 'Oscar' dell'accademia cinematografica americana.
- E ora, - disse dal palcoscenico un uomo ridente dalla pelle scura che assomigliava a un giornalista kazako, - Le nomination per il miglior documentario. Concorrono le seguenti opere dedicate alla vita e alla morte di Aleksandr Litvinenko: 'Omicidio alla russa', 'Ucciso con il polonio', 'La scia insanguinata di Putin' e 'Per non dimenticare niente e nessuno'.
Vladimir Vladimirovič™ sollevò con stupore le sue presidenziali sopracciglia. Sulla scena apparvero persone in smoking e in abito da sera e altre persone in smoking e in abito da sera consegnarono loro delle statuette dorate raffiguranti un uomo con una spada che ricordavano i monumenti degli eroi di guerra sovietici.
- E ora! - disse nuovamente l'uomo ridente dalla pelle scura che assomigliava a un giornalista kazako, - Le nomination per il miglior film! Concorrono le seguenti pellicole sulla vita e la morte di Aleksandr Litvinenko: 'Storia di Saša. Vita e morte di una spia russa' della Warner Brothers, 'Morte di un dissidente' della Columbia Pictures, 'Polonio' della Miramax e 'L'FSB fa esplodere la Russia' della Disney!
Vladimir Vladimirovič™ si guardò ansiosamente attorno. La sala rimbombava di applausi. Sulla scena apparvero persone in smoking e in abito da sera e altre persone in smoking e in abito da sera consegnarono loro delle statuette dorate raffiguranti un uomo con una spada che ricordavano i monumenti degli eroi di guerra sovietici.
- E ora! - strillò dal palcoscenico l'uomo ridente dalla pelle scura che assomigliava a un giornalista kazako, - Le nomination per il miglior attore protagonista! In concorso ci sono i seguenti attori, nel ruolo di Aleksandr Litvinenko: Johnny Depp! Daniel Craig! Quentin Tarantino! Takeshi Kitano! E... Woopy Goldberg!
Tutti i presenti in sala si alzarono in piedi e applaudirono. Vladimir Vladimirovič™ si guardò attorno con aria smarrita e si rese conto che l'unico a essere ancora seduto era lui.
Vladimir Vladimirovič™ arrossì e si alzò in piedi.
- Evviva Aleksandr Litvinenko! - gridò dal palcoscenico l'uomo ridente dalla pelle scura che assomigliava a un giornalista kazako, - Evviva l'uomo che con la sua morte ha salvato Hollywood!
- Evviva! - gridò la gente in smoking e in abito da sera che circondava Vladimir Vladimirovič™, - Evviva, evviva!
- Evviva! - gridò ancora dal palcoscenico l'uomo, - Alleluja! Alleluja per colui che ha avvelenato Aleksandr Litvinenko e ha salvato Hollywood!
- Alleluja! - ripeté la gente in smoking e in abito da sera, - Alleluja!
Vladimir Vladimirovič™ prese a ondeggiare insieme agli altri.
- Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to! - cominciò a scandire il pubblico, - Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to! Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to!
VV impallidì.
- Ascolta, bratello, - VV si sentì dare una gomitata dal suo vicino, nel quale riconobbe subito Jack Nicholson - Che, te ne stai zitto? Dài che è la nostra festa. Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to! Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to!
- P-pputin... Patrušev... Terzo mandato... - borbottò Vladimir Vladimirovič™, e gli parve all'improvviso che i polmoni gli si riempissero d'aria e tutto il suo organismo prendesse forza.
- Putin. Patrušev. Terzo mandato, - ripeté Vladimir Vladimirovič™ a voce un po' più alta. Si sentì molto meglio. Gli sembrava quasi di amare tutti quegli sconosciuti in smoking e in abito da sera. Gli piaceva molto esser lì accanto a loro a pronunciare, ripetere, e infine gridare queste parole semplici e dense di significato.
- Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to! - gridò Vladimir Vladimirovič™, e all'improvviso tutte le sue preoccupazioni per il governo lo abbandonarono e finirono in secondo piano, da qualche parte oltre le pareti della sala, là sulle vie di Hollywood brulicanti di neri con il cappellino da baseball che portavano in spalla stereo enormi dai quali usciva musica rap.
- Putin! Patrušev! Terzo mandato! - gridò Vladimir Vladimirovič™ con tutta la forza dei suoi presidenziali polmoni. - Putin! Patrušev! Terzo mandato!
Tutto divenno chiaro e comprensibile. Tutto divenne semplice e familiare.
Tutto divenne bellissimo".
Da: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
- E ora, - disse dal palcoscenico un uomo ridente dalla pelle scura che assomigliava a un giornalista kazako, - Le nomination per il miglior documentario. Concorrono le seguenti opere dedicate alla vita e alla morte di Aleksandr Litvinenko: 'Omicidio alla russa', 'Ucciso con il polonio', 'La scia insanguinata di Putin' e 'Per non dimenticare niente e nessuno'.
Vladimir Vladimirovič™ sollevò con stupore le sue presidenziali sopracciglia. Sulla scena apparvero persone in smoking e in abito da sera e altre persone in smoking e in abito da sera consegnarono loro delle statuette dorate raffiguranti un uomo con una spada che ricordavano i monumenti degli eroi di guerra sovietici.
- E ora! - disse nuovamente l'uomo ridente dalla pelle scura che assomigliava a un giornalista kazako, - Le nomination per il miglior film! Concorrono le seguenti pellicole sulla vita e la morte di Aleksandr Litvinenko: 'Storia di Saša. Vita e morte di una spia russa' della Warner Brothers, 'Morte di un dissidente' della Columbia Pictures, 'Polonio' della Miramax e 'L'FSB fa esplodere la Russia' della Disney!
Vladimir Vladimirovič™ si guardò ansiosamente attorno. La sala rimbombava di applausi. Sulla scena apparvero persone in smoking e in abito da sera e altre persone in smoking e in abito da sera consegnarono loro delle statuette dorate raffiguranti un uomo con una spada che ricordavano i monumenti degli eroi di guerra sovietici.
- E ora! - strillò dal palcoscenico l'uomo ridente dalla pelle scura che assomigliava a un giornalista kazako, - Le nomination per il miglior attore protagonista! In concorso ci sono i seguenti attori, nel ruolo di Aleksandr Litvinenko: Johnny Depp! Daniel Craig! Quentin Tarantino! Takeshi Kitano! E... Woopy Goldberg!
Tutti i presenti in sala si alzarono in piedi e applaudirono. Vladimir Vladimirovič™ si guardò attorno con aria smarrita e si rese conto che l'unico a essere ancora seduto era lui.
Vladimir Vladimirovič™ arrossì e si alzò in piedi.
- Evviva Aleksandr Litvinenko! - gridò dal palcoscenico l'uomo ridente dalla pelle scura che assomigliava a un giornalista kazako, - Evviva l'uomo che con la sua morte ha salvato Hollywood!
- Evviva! - gridò la gente in smoking e in abito da sera che circondava Vladimir Vladimirovič™, - Evviva, evviva!
- Evviva! - gridò ancora dal palcoscenico l'uomo, - Alleluja! Alleluja per colui che ha avvelenato Aleksandr Litvinenko e ha salvato Hollywood!
- Alleluja! - ripeté la gente in smoking e in abito da sera, - Alleluja!
Vladimir Vladimirovič™ prese a ondeggiare insieme agli altri.
- Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to! - cominciò a scandire il pubblico, - Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to! Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to!
VV impallidì.
- Ascolta, bratello, - VV si sentì dare una gomitata dal suo vicino, nel quale riconobbe subito Jack Nicholson - Che, te ne stai zitto? Dài che è la nostra festa. Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to! Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to!
- P-pputin... Patrušev... Terzo mandato... - borbottò Vladimir Vladimirovič™, e gli parve all'improvviso che i polmoni gli si riempissero d'aria e tutto il suo organismo prendesse forza.
- Putin. Patrušev. Terzo mandato, - ripeté Vladimir Vladimirovič™ a voce un po' più alta. Si sentì molto meglio. Gli sembrava quasi di amare tutti quegli sconosciuti in smoking e in abito da sera. Gli piaceva molto esser lì accanto a loro a pronunciare, ripetere, e infine gridare queste parole semplici e dense di significato.
- Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to! - gridò Vladimir Vladimirovič™, e all'improvviso tutte le sue preoccupazioni per il governo lo abbandonarono e finirono in secondo piano, da qualche parte oltre le pareti della sala, là sulle vie di Hollywood brulicanti di neri con il cappellino da baseball che portavano in spalla stereo enormi dai quali usciva musica rap.
- Putin! Patrušev! Terzo mandato! - gridò Vladimir Vladimirovič™ con tutta la forza dei suoi presidenziali polmoni. - Putin! Patrušev! Terzo mandato!
Tutto divenno chiaro e comprensibile. Tutto divenne semplice e familiare.
Tutto divenne bellissimo".
Da: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
lunedì, febbraio 26, 2007
Stanza numero 7
Io: Come va, papà?
Papà: Bene, dopodomani torno a casa.
Mamma: Speriamo, perché stava già progettando un nuovo modello di catetere.
Papà: Chiaro. Non capisco perché non abbiano pensato a una parte comodamente staccabile.
Io: Mh.
Papà: Innesto. Zic, zic. Fatto.
Mamma: Dev'essere l'effetto degli antidolorifici.
Papà: Lo vedi com'è sistemato quest'ago?
Io: Sì.
Papà: Fatto io. Ho chiesto al Frankenstein di procurarmi del nastro adesivo.
Io: Chi è Frankenstein?
Papà: L'infermiere quello alto. Ci ha messo un po', è caduto, ha anche rovesciato un bidone di disinfettante, ma me l'ha procurato. Un po' lento, ma bravo.
Mamma: Un po' lento.
Papà: Ma bravo. Mi sa tanto che è il figlio del Gigi.
Mamma: Figurati.
Papà: Cammina uguale. Anche i capelli, uguali.
Mamma: Un po'.
Papà (intercettando il mio sguardo): Maniglia.
Io: Sì.
Papà: Alta tecnologia. Entro martedì gliela smonto.
Papà: Come fa Beppe Grillo a rispondere a tutta quella gente?
Mamma: Che gente?
Io: Sul blog.
Papà: Duemila persone al giorno.
Io: Pensavo anche di più.
Mamma: Elio, tu come lo sai?
Io: Lo sa.
Papà: Lo so. Tu quante ce n'hai?
Io: Due-trecento, dipende.
Papà: Trecento!
Mamma: Non capisco di cosa parlate.
Papà: Lina?
Mamma: Cosa.
Papà: Noi quante ne abbiamo, tu che sai?
Mamma: Scemo.
Papà: Quello vicino stanotte parlava nel sonno.
Io: Quello lì?
Mamma: Parlate piano.
Papà: E sua moglie oggi mi ha chiesto "Cosa diceva, mio marito?"
Io: E tu?
Papà: E io ho risposto "Dipende. Lei come ha detto che si chiama?"
Papà: Quando torno a casa ho deciso di adottare una pecora.
Io: Papà.
Mamma: Ma sì, non lo sai? Si usa.
Papà: 250 euro e ti mandano la foto, il certificato, i latticini...
Io: Ma ti prego, dai.
Mamma: Ma sì!
Papà: È per dare un sostegno alla pastorizia.
Mamma: Sai che a tuo padre piacciono queste cose.
Papà: Puoi anche andarla a trovare.
Mamma: Non fa che guardare documentari sugli animali. Pecore...
Papà: Oppure magari puoi chiedere che lei venga a trovare te.
Mamma: ... orsi...
Papà: Quello magari è già più difficile. Una pecora in appartamento.
Mamma: ... puzzole...
Papà: Cerca su internet "adottare pecora". Vedrai.
Mamma: ... anche le repliche.
Papà: E allora ho pensato.
Io: Cosa.
Papà: Ci mettiamo tutti insieme e adottiamo un gregge.
Mamma: Miracolo, tuo padre stamattina mi ha mandato un sms.
Io: Ma va'.
Mamma: Sì sì. Un messaggio d'amore.
Io: D'amore.
Mamma: D'amore, mi ha fatto piangere. Chissà quanto ci ha messo, per scriverlo.
Papà: Il tempo che ci voleva. Il problema è che stavo per mandarlo al numero del meccanico.
Papà: Fermati ancora un po', che alle cinque e mezza vedi arrivare le gazze.
Io: Dove.
Papà: Quegli alberi laggiù. Arrivano tutte qui, seguite dai corvi.
Io: Qui, da tutta la città?
Papà: Qui, e sugli alberi dell'ex-sanatorio, qua vicino. Strano, no?
Io: Sì.
Papà: Penseresti, con tutti gli alberi che ci sono. Sul Calvario, per esempio. Invece tutte qui.
Io: Allora ci siamo quasi.
Mamma: Discovery Channel.
Papà: Zitte. Arrivano.
[Si ringraziano l'infermiere detto Frankenstein, Gigi, Beppe Grillo, il vicino che sogna ad alta voce, la tecnologia sms, l'iniziativa "adotta una pecora" e le gazze che si posano sugli alberi nella luce calante del pomeriggio, ben visibili dalla finestra d'angolo del secondo piano, stanza numero 7.].
Papà: Bene, dopodomani torno a casa.
Mamma: Speriamo, perché stava già progettando un nuovo modello di catetere.
Papà: Chiaro. Non capisco perché non abbiano pensato a una parte comodamente staccabile.
Io: Mh.
Papà: Innesto. Zic, zic. Fatto.
Mamma: Dev'essere l'effetto degli antidolorifici.
Papà: Lo vedi com'è sistemato quest'ago?
Io: Sì.
Papà: Fatto io. Ho chiesto al Frankenstein di procurarmi del nastro adesivo.
Io: Chi è Frankenstein?
Papà: L'infermiere quello alto. Ci ha messo un po', è caduto, ha anche rovesciato un bidone di disinfettante, ma me l'ha procurato. Un po' lento, ma bravo.
Mamma: Un po' lento.
Papà: Ma bravo. Mi sa tanto che è il figlio del Gigi.
Mamma: Figurati.
Papà: Cammina uguale. Anche i capelli, uguali.
Mamma: Un po'.
Papà (intercettando il mio sguardo): Maniglia.
Io: Sì.
Papà: Alta tecnologia. Entro martedì gliela smonto.
Papà: Come fa Beppe Grillo a rispondere a tutta quella gente?
Mamma: Che gente?
Io: Sul blog.
Papà: Duemila persone al giorno.
Io: Pensavo anche di più.
Mamma: Elio, tu come lo sai?
Io: Lo sa.
Papà: Lo so. Tu quante ce n'hai?
Io: Due-trecento, dipende.
Papà: Trecento!
Mamma: Non capisco di cosa parlate.
Papà: Lina?
Mamma: Cosa.
Papà: Noi quante ne abbiamo, tu che sai?
Mamma: Scemo.
Papà: Quello vicino stanotte parlava nel sonno.
Io: Quello lì?
Mamma: Parlate piano.
Papà: E sua moglie oggi mi ha chiesto "Cosa diceva, mio marito?"
Io: E tu?
Papà: E io ho risposto "Dipende. Lei come ha detto che si chiama?"
Papà: Quando torno a casa ho deciso di adottare una pecora.
Io: Papà.
Mamma: Ma sì, non lo sai? Si usa.
Papà: 250 euro e ti mandano la foto, il certificato, i latticini...
Io: Ma ti prego, dai.
Mamma: Ma sì!
Papà: È per dare un sostegno alla pastorizia.
Mamma: Sai che a tuo padre piacciono queste cose.
Papà: Puoi anche andarla a trovare.
Mamma: Non fa che guardare documentari sugli animali. Pecore...
Papà: Oppure magari puoi chiedere che lei venga a trovare te.
Mamma: ... orsi...
Papà: Quello magari è già più difficile. Una pecora in appartamento.
Mamma: ... puzzole...
Papà: Cerca su internet "adottare pecora". Vedrai.
Mamma: ... anche le repliche.
Papà: E allora ho pensato.
Io: Cosa.
Papà: Ci mettiamo tutti insieme e adottiamo un gregge.
Mamma: Miracolo, tuo padre stamattina mi ha mandato un sms.
Io: Ma va'.
Mamma: Sì sì. Un messaggio d'amore.
Io: D'amore.
Mamma: D'amore, mi ha fatto piangere. Chissà quanto ci ha messo, per scriverlo.
Papà: Il tempo che ci voleva. Il problema è che stavo per mandarlo al numero del meccanico.
Papà: Fermati ancora un po', che alle cinque e mezza vedi arrivare le gazze.
Io: Dove.
Papà: Quegli alberi laggiù. Arrivano tutte qui, seguite dai corvi.
Io: Qui, da tutta la città?
Papà: Qui, e sugli alberi dell'ex-sanatorio, qua vicino. Strano, no?
Io: Sì.
Papà: Penseresti, con tutti gli alberi che ci sono. Sul Calvario, per esempio. Invece tutte qui.
Io: Allora ci siamo quasi.
Mamma: Discovery Channel.
Papà: Zitte. Arrivano.
[Si ringraziano l'infermiere detto Frankenstein, Gigi, Beppe Grillo, il vicino che sogna ad alta voce, la tecnologia sms, l'iniziativa "adotta una pecora" e le gazze che si posano sugli alberi nella luce calante del pomeriggio, ben visibili dalla finestra d'angolo del secondo piano, stanza numero 7.].
Etichette:
famigliamir,
The Real Thing
domenica, febbraio 25, 2007
VVP e le Nuove Nomine/3
[Nell'ultima parte della 'trilogia' di VVP sulle recenti nomine si parla del nuovo ministro della difesa Serdjukov, che in passato aveva lavorato per un'azienda di importazione di mobili ed è stato poi capo del servizio fiscale federale].
"Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino aspettando trepidante che venisse pubblicata una nuova storia sul suo sito preferito, vladimir.vladimirovich.ru.
A un tratto le imponenti porte dello studio si spalancarono, ed entrò con fare circospetto un uomo dalla faccia larga vestito di un completo costoso.
- Ascolta, bratello, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Chi sei?
- Sono Serdjukov, - rispose l'uomo, - Anatolij Eduardovič. Il nuovo ministro della difesa.
- Davvero? - si meravigliò Vladimir Vladimirovič™, - E dov'è Ivanov?
- Questo non posso saperlo, - rispose l'uomo, - Comunque mi ha nominato lei.
- Non ci capisco niente... - mormorò confuso Vladimir Vladimirovič™, - Comunque, già che c'è si avvicini. Si sieda. Come si...
- Anatolij Eduardovič, - suggerì il ministro.
- Anatolij, - annuì Vladimir Vladimirovič™, - Eduardovič. Si sieda, si sieda. Mi racconti quali sono i suoi piani per l'esercito.
Il ministro della difesa si accomodò di fronte alla scrivania di Vladimir Vladimirovič™ e appoggiò sulle ginocchia un'elegante cartella di cuoio dall'aria costosa.
- Ho un programma, - disse Anatolij Eduardovič, - Un programma in due punti.
- Due punti? - chiese Vladimir Vladimirovič™ leggermente deluso, - E come mai così pochi?
- I punti sono pochi, - concesse il ministro della difesa, - Ma ottimi. Per esempio, punto primo.
- Prego, - annuì Vladimir Vladimirovič™.
- Propongo di introdurre una tassa sul servizio militare obbligatorio, - disse il ministro.
- Non capisco... - disse Vladimir Vladimirovič™, - Il servizio militare è un dovere per tutti i cittadini. Come possiamo tassare un dovere?
- Un dovere onorevole! - sorrise Anatolij Eduardovič, - E sull'onore dovrebbe esserci una tassa!
- Be, d'accordo... - borbottò Vladimir Vladimirovič™, - E il secondo punto?
- Propongo di cominciare immediatamente a riequipaggiare il nostro esercito, - disse il ministro.
- Ah, ecco! - si entusiasmò Vladimir Vladimirovič™, - Questa è tutta un'altra faccenda! Sono pronto da subito a concedere un finanziamento. Con cosa cominciamo il riequipaggiamento?
- Pensavo con i comodini, - rispose il ministro.
- Con cosa?! - chiese stupito Vladimir Vladimirovič™.
- Con i comodini, - ripeté il ministro, - Se va bene con i comodini, poi possiamo pensare ai letti.
Vladimir Vladimirovič™ fissò allibito il suo nuovo ministro della difesa. Il ministro della difesa rispose al suo sguardo con un sorriso".
da: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
"Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino aspettando trepidante che venisse pubblicata una nuova storia sul suo sito preferito, vladimir.vladimirovich.ru.
A un tratto le imponenti porte dello studio si spalancarono, ed entrò con fare circospetto un uomo dalla faccia larga vestito di un completo costoso.
- Ascolta, bratello, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Chi sei?
- Sono Serdjukov, - rispose l'uomo, - Anatolij Eduardovič. Il nuovo ministro della difesa.
- Davvero? - si meravigliò Vladimir Vladimirovič™, - E dov'è Ivanov?
- Questo non posso saperlo, - rispose l'uomo, - Comunque mi ha nominato lei.
- Non ci capisco niente... - mormorò confuso Vladimir Vladimirovič™, - Comunque, già che c'è si avvicini. Si sieda. Come si...
- Anatolij Eduardovič, - suggerì il ministro.
- Anatolij, - annuì Vladimir Vladimirovič™, - Eduardovič. Si sieda, si sieda. Mi racconti quali sono i suoi piani per l'esercito.
Il ministro della difesa si accomodò di fronte alla scrivania di Vladimir Vladimirovič™ e appoggiò sulle ginocchia un'elegante cartella di cuoio dall'aria costosa.
- Ho un programma, - disse Anatolij Eduardovič, - Un programma in due punti.
- Due punti? - chiese Vladimir Vladimirovič™ leggermente deluso, - E come mai così pochi?
- I punti sono pochi, - concesse il ministro della difesa, - Ma ottimi. Per esempio, punto primo.
- Prego, - annuì Vladimir Vladimirovič™.
- Propongo di introdurre una tassa sul servizio militare obbligatorio, - disse il ministro.
- Non capisco... - disse Vladimir Vladimirovič™, - Il servizio militare è un dovere per tutti i cittadini. Come possiamo tassare un dovere?
- Un dovere onorevole! - sorrise Anatolij Eduardovič, - E sull'onore dovrebbe esserci una tassa!
- Be, d'accordo... - borbottò Vladimir Vladimirovič™, - E il secondo punto?
- Propongo di cominciare immediatamente a riequipaggiare il nostro esercito, - disse il ministro.
- Ah, ecco! - si entusiasmò Vladimir Vladimirovič™, - Questa è tutta un'altra faccenda! Sono pronto da subito a concedere un finanziamento. Con cosa cominciamo il riequipaggiamento?
- Pensavo con i comodini, - rispose il ministro.
- Con cosa?! - chiese stupito Vladimir Vladimirovič™.
- Con i comodini, - ripeté il ministro, - Se va bene con i comodini, poi possiamo pensare ai letti.
Vladimir Vladimirovič™ fissò allibito il suo nuovo ministro della difesa. Il ministro della difesa rispose al suo sguardo con un sorriso".
da: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
sabato, febbraio 24, 2007
I Sensitivi contro Osama bin Laden
Ma sì, perché non ricorrere a un team di sensitivi per trovare Osama bin Laden, l'uomo morto più ricercato del mondo? Il Ministero della Difesa britannico avrebbe speso 18.000 sterline per avviare il progetto, nel 2002. Nick Pope, che per 21 anni ha guidato il programma di ricerca sugli UFO del Ministero della Difesa, ha dichiarato: "È solo un'ipotesi, ma non si impiegano tempo e risorse per cercare gli spiccioli caduti nel divano. Probabilmente il programma riguardava bin Laden e le armi di distruzione di massa".
Così si cercarono dei volontari, li si portò in luoghi sicuri e li si mise alla prova chiedendo loro di indovinare il contenuto di buste chiuse. E cosa c'era, in quelle buste? Le immagini di un coltello, di Madre Teresa e di un "individuo asiatico". Sì. Ha ragione il signor Pope della ricerca sugli ufi: se si spendono 18.000 sterline in foto di Madre Teresa dev'esserci sotto almeno la lotta contro il Male.
La maggioranza dei volontari sbagliò.
Uno si addormentò nel disperato tentativo di concentrarsi.
Il progetto fu abbandonato.
In fondo, perché lavorare sui poteri psichici per trovare le armi di distruzione di massa quando bastava falsificare un dossier?
Link
Così si cercarono dei volontari, li si portò in luoghi sicuri e li si mise alla prova chiedendo loro di indovinare il contenuto di buste chiuse. E cosa c'era, in quelle buste? Le immagini di un coltello, di Madre Teresa e di un "individuo asiatico". Sì. Ha ragione il signor Pope della ricerca sugli ufi: se si spendono 18.000 sterline in foto di Madre Teresa dev'esserci sotto almeno la lotta contro il Male.
La maggioranza dei volontari sbagliò.
Uno si addormentò nel disperato tentativo di concentrarsi.
Il progetto fu abbandonato.
In fondo, perché lavorare sui poteri psichici per trovare le armi di distruzione di massa quando bastava falsificare un dossier?
Link
venerdì, febbraio 23, 2007
Un giorno
"Un giorno potrete salire in macchina, soprattutto se vivete in una grande città, e fare 60 chilometri con una pila. E tra l'altro la macchina non dovrà per forza avere l'aspetto di un golf cart. Potrebbe anche essere un pickup".
George W. Bush, ieri, parlando in mezzo ai campi di grano del North Carolina.
Pensate che un giorno potrete salire in macchina, accendere la radio, e scoprire che George. W. Bush non è più presidente degli Stati Uniti.
George W. Bush, ieri, parlando in mezzo ai campi di grano del North Carolina.
Pensate che un giorno potrete salire in macchina, accendere la radio, e scoprire che George. W. Bush non è più presidente degli Stati Uniti.
giovedì, febbraio 22, 2007
VVP e le Nuove Nomine/2
"Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo ufficio all'interno del Cremlino e cliccava furiosamente sul pulsante 'Aggiorna' del browser del suo computer presidenziale. La finestra del browser era aperta sul sito vladimir.vladimirovich.ru. L'ultima storia era datata 2 febbraio 2007.
- Due settimane! - esclamò infuriato Vladimir Vladimirovič™ continuando a cliccare su "Aggiorna". - Due settimane e neanche una storia! È diventato proprio sfacciato!
Vladimir Vladimirovič™ premette un bottone per chiamare il vice capo della sua amministrazione, Vladislav Iur'evič Surkov.
- Ascolta, bratello, - disse in fretta Vladimir Vladimirovič™, - Che gli è preso, a quel tuo cretino? Ma è proprio senza vergogna?
- E che è? - si meravigliò Vladislav Iur'evič.
- Due settimane e neanche una storia nuova! - esclamò Vladimir Vladimirovič™. - Di' un po', come ci si aspetta che io governi il paese, così? Eh?
- È che... - bofonchiò Vladislav Iur'evič, - Dice tipo che non ha più niente di cui scrivere. Tipo che nel paese va tutto bene, che ha perfino nevicato. Certo che è proprio una vergogna...
- Ah, non ha niente di cui scrivere! - farfugliò con voce soffocata Vladimir Vladimirovič™, - E il mio discorso di Monaco?! Per chi crede che abbia tenuto quel discorso a Monaco?!
- Sì, capisco, - rispose Vladislav Iur'evič con aria colpevole, - Ma agli artisti non si comanda, sono come bambini...
- Glieli do io, i bambini! - ruggì Vladimir Vladimirovič™, - Bambini, sì... due cognomi!
- Cosa? - Vladislav Iur'evič non capiva.
- Tira fuori due cognomi, subito! - ripeté Vladimir Vladimirovič™.
- Be'... uhm... - Vladislav Iur'evič ci pensò su qualche secondo. - Diciamo... ehr... Kadyrov. E Ivanov.
- Allora, Kadyrov e Ivanov, - borbottò Vladimir Vladimirovič™, e con uno scatto avvicinò a sé una risma della carta speciale usata per scrivere i decreti presidenziali. - Non ha niente di cui scrivere... Adesso avrà qualcosa di cui scrivere.
E Vladimir Vladimirovič™ sfilò dal taschino della giacca la sua presidenziale 'Parker'".
da: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
- Due settimane! - esclamò infuriato Vladimir Vladimirovič™ continuando a cliccare su "Aggiorna". - Due settimane e neanche una storia! È diventato proprio sfacciato!
Vladimir Vladimirovič™ premette un bottone per chiamare il vice capo della sua amministrazione, Vladislav Iur'evič Surkov.
- Ascolta, bratello, - disse in fretta Vladimir Vladimirovič™, - Che gli è preso, a quel tuo cretino? Ma è proprio senza vergogna?
- E che è? - si meravigliò Vladislav Iur'evič.
- Due settimane e neanche una storia nuova! - esclamò Vladimir Vladimirovič™. - Di' un po', come ci si aspetta che io governi il paese, così? Eh?
- È che... - bofonchiò Vladislav Iur'evič, - Dice tipo che non ha più niente di cui scrivere. Tipo che nel paese va tutto bene, che ha perfino nevicato. Certo che è proprio una vergogna...
- Ah, non ha niente di cui scrivere! - farfugliò con voce soffocata Vladimir Vladimirovič™, - E il mio discorso di Monaco?! Per chi crede che abbia tenuto quel discorso a Monaco?!
- Sì, capisco, - rispose Vladislav Iur'evič con aria colpevole, - Ma agli artisti non si comanda, sono come bambini...
- Glieli do io, i bambini! - ruggì Vladimir Vladimirovič™, - Bambini, sì... due cognomi!
- Cosa? - Vladislav Iur'evič non capiva.
- Tira fuori due cognomi, subito! - ripeté Vladimir Vladimirovič™.
- Be'... uhm... - Vladislav Iur'evič ci pensò su qualche secondo. - Diciamo... ehr... Kadyrov. E Ivanov.
- Allora, Kadyrov e Ivanov, - borbottò Vladimir Vladimirovič™, e con uno scatto avvicinò a sé una risma della carta speciale usata per scrivere i decreti presidenziali. - Non ha niente di cui scrivere... Adesso avrà qualcosa di cui scrivere.
E Vladimir Vladimirovič™ sfilò dal taschino della giacca la sua presidenziale 'Parker'".
da: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
mercoledì, febbraio 21, 2007
Vialetti, Bugie e Videotape
"In un articolo, 'How private is your back garden?', p. 3, G2, 26 maggio 2006, abbiamo incorrettamente accusato Morien Jones di aver ripreso con una videocamera la sua vicina mentre prendeva il sole nuda nel proprio giardino sul retro, per poi denunciarla alla polizia. In realtà la vicina fu filmata su consiglio della polizia, nel contesto di una possibile denuncia, mentre camminava nuda sul vialetto del signor Jones. Ci scusiamo con il signor Jones per l'errore".
The Guardian, Corrections di oggi.
The Guardian, Corrections di oggi.
Etichette:
corrections,
correzioni,
Guardian
martedì, febbraio 20, 2007
VVP e le Nuove Nomine
"Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e guardava la presidenziale televisione che trasmetteva in diretta dalle stanze del Palazzo del Governo della Federazione Russa.
Un canale mostrava il Presidente del Governo Michail Efimovič Fradkov. Michail Efimovič Fradkov era seduto alla sua scrivania. Di fronte a Michail Efimovič c'era una scatola di ovetti di cioccolato Kinder Sorpresa. Michail Efimovič prese un uovo dalla scatola, lo scartò, lo aprì e ne estrasse un contenitore di plastica. Michail Efimovič mangiò il cioccolato, aprì il contenitore e, ridendo gioiosamente, contemplò il giochino. Poi si apprestò a scegliere un altro ovetto.
Sul canale successivo c'era il Ministro delle finanze Aleksej Leonidovič Kudrin. Aleksej Leonidovič sedeva sul pavimento al centro del suo ufficio. Davanti a lui si trovava un forziere colmo fino all'orlo di monete d'oro e di pietre preziose. Aleksej Leonidovič muoveva sopra il forziere i palmi delle mani e bisbigliava qualcosa.
Sul terzo canale c'era il Ministro per le situazioni d'emergenza e le calamità naturali Sergej Kužugetovič Šoigu. Sergej Kužugetovič era intento a spegnere con l'aiuto di un grande estintore rosso un fuoco divampato al centro del suo ufficio.
Vladimir Vladimirovič™ schiacciò ancora un tasto e sullo schermo apparve un altro canale. In una stanza erano seduti a tavola il primo vice-presidente del Governo Sergej Borisovič Ivanov e il nuovo presidente della Repubblica Cecena Ramzan Achmadovič Kadyrov. Sulla tavola erano disposti un vassoio pieno di bliny, una caraffa appannata piena di vodka e un bicchierino, una ciotola di platino con del caviale nero, una coscia di montone disposta su un grande vassoio di legno, un kurdjuk pieno di chissà cosa e un grande corno dai bordi d'argento.
Vladimir Vladimirovič™ alzò il volume.
- Beh, bratello, - disse Ramzan Akhmadovič, versando nel corno il contenuto del kurdyuk e alzandosi da tavola - Alle nostre nuove nomine!
Sergej Borisovič riempì di vodka il suo bicchierino e si alzò in piedi.
- E ce le meritiamo, - disse Sergej Borisovič, mandando giù la vodka in un solo sorso.
Ramzan Achmadovič vuotò il corno.
- I musulmani non bevono, - disse Sergej Borisovič indicando il corno.
- È petrolio ceceno, - rispose Ramzan Achmadovič, - Limpido come una lacrima. È questo che dà forza ai ceceni. Vuoi provare?
- No no, - borbottò Sergej Borisovič, addentando un blin spalmato di caviale. - Io sono un tradizionalista.
- Sai, - disse Ramzan Achmadovič, tagliando con la sua spada cecena un grosso pezzo di carne di montone. - Io avrei deciso di cambiar nome. D'ora in poi mi chiamerò Šamil.
Sergej Borisovič fu lì lì per soffocare.
- Šamil?! - Esclamò con orrore, - Sei impazzito? Avevo ragione, non bisognava farti presidente. Ci sarà la terza guerra.
- Sei proprio uno scemo, - rispose Ramzan Achmadovič, sorridendo con indulgenza. - Šamil non è il nome dello sciacallo Basaev. Io cambierò nome in onore dell'imam Šamil, che mise pace tra la Cecenia e la Russia!
- Allora sarai Šamil Secondo, - disse Sergej Borisovič versandosi dell'altra vodka.
- Šamil può essere solo uno, - disse Ramzan Achmadovič versandosi dell'altro petrolio dal kurdyuk, - Solo che può vivere in persone diverse.
- Allora anch'io mi cambierò il nome, - disse Sergej Borisovič, e vuotò nuovamente il bicchierino.
Anche Ramzan Achmadovič vuotò il suo corno.
- In Vladimir Vladimirovič™? - chiese Ramzan Achmadovič?
- Che c'entra Vladimir Vladimirovič™? - Sergej Borisovič fece un gesto sbrigativo con la mano, - Mi chiamerò Pëtr.
Ramzan Achmadovic fu lì lì per soffocare.
- Pëtr?! - allibì Ramzan Achmadovič, - Perché?!
- Prima cosa, - rispose Sergej Borisovič, - Pëtr era il grande zar russo. Seconda cosa, a me sembra che Presidente Pëtr Ivanov suoni benissimo.
- Pëtr Quarto, - disse Ramzan Achmadovič. - Non ti rompe un po' essere il quarto?
- Ivan Groznyj, cioè il Terribile, era quarto, - rispose Sergej Borisovič. - Quindi io potrei essere il Presidente Pëtr Groznyj. Che ne dici?
- Groznyj è una città della Repubblica Cecena. Cosa sei, ceceno?
- E poi, - Sergej Borisovič continuò senza far caso alle parole di Ramzan Achmadovič, - Perché, poi, gli zar? Gli zar non contano. Quindi sarò il primo. Pëtr Primo. Come suona?
- Avevo ragione, - borbottò Ramzan Achmadovič, versandosi dell'altro petrolio. - Non bisognava farti primo vice-presidente. Ecco che ricominciamo con le ambizioni imperiali.
Sergej Borisovič si versò dell'altra vodka in silenzio.
Vladimir Vladimirovič™ fissava lo schermo del presidenziale televisore con gli occhi sgranati".
Da: vladimir.vladimirovich.ru
Un canale mostrava il Presidente del Governo Michail Efimovič Fradkov. Michail Efimovič Fradkov era seduto alla sua scrivania. Di fronte a Michail Efimovič c'era una scatola di ovetti di cioccolato Kinder Sorpresa. Michail Efimovič prese un uovo dalla scatola, lo scartò, lo aprì e ne estrasse un contenitore di plastica. Michail Efimovič mangiò il cioccolato, aprì il contenitore e, ridendo gioiosamente, contemplò il giochino. Poi si apprestò a scegliere un altro ovetto.
Sul canale successivo c'era il Ministro delle finanze Aleksej Leonidovič Kudrin. Aleksej Leonidovič sedeva sul pavimento al centro del suo ufficio. Davanti a lui si trovava un forziere colmo fino all'orlo di monete d'oro e di pietre preziose. Aleksej Leonidovič muoveva sopra il forziere i palmi delle mani e bisbigliava qualcosa.
Sul terzo canale c'era il Ministro per le situazioni d'emergenza e le calamità naturali Sergej Kužugetovič Šoigu. Sergej Kužugetovič era intento a spegnere con l'aiuto di un grande estintore rosso un fuoco divampato al centro del suo ufficio.
Vladimir Vladimirovič™ schiacciò ancora un tasto e sullo schermo apparve un altro canale. In una stanza erano seduti a tavola il primo vice-presidente del Governo Sergej Borisovič Ivanov e il nuovo presidente della Repubblica Cecena Ramzan Achmadovič Kadyrov. Sulla tavola erano disposti un vassoio pieno di bliny, una caraffa appannata piena di vodka e un bicchierino, una ciotola di platino con del caviale nero, una coscia di montone disposta su un grande vassoio di legno, un kurdjuk pieno di chissà cosa e un grande corno dai bordi d'argento.
Vladimir Vladimirovič™ alzò il volume.
- Beh, bratello, - disse Ramzan Akhmadovič, versando nel corno il contenuto del kurdyuk e alzandosi da tavola - Alle nostre nuove nomine!
Sergej Borisovič riempì di vodka il suo bicchierino e si alzò in piedi.
- E ce le meritiamo, - disse Sergej Borisovič, mandando giù la vodka in un solo sorso.
Ramzan Achmadovič vuotò il corno.
- I musulmani non bevono, - disse Sergej Borisovič indicando il corno.
- È petrolio ceceno, - rispose Ramzan Achmadovič, - Limpido come una lacrima. È questo che dà forza ai ceceni. Vuoi provare?
- No no, - borbottò Sergej Borisovič, addentando un blin spalmato di caviale. - Io sono un tradizionalista.
- Sai, - disse Ramzan Achmadovič, tagliando con la sua spada cecena un grosso pezzo di carne di montone. - Io avrei deciso di cambiar nome. D'ora in poi mi chiamerò Šamil.
Sergej Borisovič fu lì lì per soffocare.
- Šamil?! - Esclamò con orrore, - Sei impazzito? Avevo ragione, non bisognava farti presidente. Ci sarà la terza guerra.
- Sei proprio uno scemo, - rispose Ramzan Achmadovič, sorridendo con indulgenza. - Šamil non è il nome dello sciacallo Basaev. Io cambierò nome in onore dell'imam Šamil, che mise pace tra la Cecenia e la Russia!
- Allora sarai Šamil Secondo, - disse Sergej Borisovič versandosi dell'altra vodka.
- Šamil può essere solo uno, - disse Ramzan Achmadovič versandosi dell'altro petrolio dal kurdyuk, - Solo che può vivere in persone diverse.
- Allora anch'io mi cambierò il nome, - disse Sergej Borisovič, e vuotò nuovamente il bicchierino.
Anche Ramzan Achmadovič vuotò il suo corno.
- In Vladimir Vladimirovič™? - chiese Ramzan Achmadovič?
- Che c'entra Vladimir Vladimirovič™? - Sergej Borisovič fece un gesto sbrigativo con la mano, - Mi chiamerò Pëtr.
Ramzan Achmadovic fu lì lì per soffocare.
- Pëtr?! - allibì Ramzan Achmadovič, - Perché?!
- Prima cosa, - rispose Sergej Borisovič, - Pëtr era il grande zar russo. Seconda cosa, a me sembra che Presidente Pëtr Ivanov suoni benissimo.
- Pëtr Quarto, - disse Ramzan Achmadovič. - Non ti rompe un po' essere il quarto?
- Ivan Groznyj, cioè il Terribile, era quarto, - rispose Sergej Borisovič. - Quindi io potrei essere il Presidente Pëtr Groznyj. Che ne dici?
- Groznyj è una città della Repubblica Cecena. Cosa sei, ceceno?
- E poi, - Sergej Borisovič continuò senza far caso alle parole di Ramzan Achmadovič, - Perché, poi, gli zar? Gli zar non contano. Quindi sarò il primo. Pëtr Primo. Come suona?
- Avevo ragione, - borbottò Ramzan Achmadovič, versandosi dell'altro petrolio. - Non bisognava farti primo vice-presidente. Ecco che ricominciamo con le ambizioni imperiali.
Sergej Borisovič si versò dell'altra vodka in silenzio.
Vladimir Vladimirovič™ fissava lo schermo del presidenziale televisore con gli occhi sgranati".
Da: vladimir.vladimirovich.ru
lunedì, febbraio 19, 2007
Il giorno delle olad'i
Dicevamo: i bliny sono sottilissimi, hanno tempi di preparazione piuttosto lunghi e sono adatti ad abbinamenti dolci e salati. Le olad'i (singolare: olad'ja) sono un'altra storia: sono piccole, cicciottelle, si mangiano per lo più come dolce (anche a colazione) e io ora ve le proporrò in una ricetta veloce e semplicissima. Insomma: le olad'i sono i pancake, ma non vale.
Prepariamo gli ingredienti:
4 tazze di kefir o di buttermilch (latticello)
20 cucchiai colmi di farina
3-4 cucchiai di zucchero
3 uova
2 cucchiaini da tè di lievito istantaneo per dolci
1 cucchiaino di sale.
Se volete provare anche le olad'i alle mele, vi consiglio di tagliare una mela a tocchetti, di zuccherarla un po' e di unirla a metà del composto. In alternativa, potete aggiungere uvetta sultanina, frutti di bosco, perfino della zucca. Sperimentate, la ricetta-base si presta a tutto.
La preparazione è semplicissima. Sbattete le uova insieme al kefir, aggiungete lo zucchero, il sale e la farina con il lievito. Il composto dev'essere piuttosto denso ma omogeneo, in caso di grumi filtratelo. Per la cottura imburrate una padellina di piccolo diametro oppure un'unica padella dove cuocerete due o tre olad'i alla volta. È fondamentale che il composto sia abbastanza denso da non disperdersi nella padella, quindi non esitate ad aggiungere farina. Fate dorare le frittelle, poi giratele, infine impilatele come avete fatto con i bliny (non serve il burro, stavolta). Tenete al caldo.
Le olad'i (sia quelle semplici, sia quelle farcite) si consumano con una spolverata di zucchero a velo o con la solita cucchiaiata di panna acida (più o meno zuccherata), marmellata, miele, frutta. Anche qui, sbizzarritevi.
E poi ditemi se non sono buone.
E belle. Simpatiche, anche.
Prepariamo gli ingredienti:
4 tazze di kefir o di buttermilch (latticello)
20 cucchiai colmi di farina
3-4 cucchiai di zucchero
3 uova
2 cucchiaini da tè di lievito istantaneo per dolci
1 cucchiaino di sale.
Se volete provare anche le olad'i alle mele, vi consiglio di tagliare una mela a tocchetti, di zuccherarla un po' e di unirla a metà del composto. In alternativa, potete aggiungere uvetta sultanina, frutti di bosco, perfino della zucca. Sperimentate, la ricetta-base si presta a tutto.
La preparazione è semplicissima. Sbattete le uova insieme al kefir, aggiungete lo zucchero, il sale e la farina con il lievito. Il composto dev'essere piuttosto denso ma omogeneo, in caso di grumi filtratelo. Per la cottura imburrate una padellina di piccolo diametro oppure un'unica padella dove cuocerete due o tre olad'i alla volta. È fondamentale che il composto sia abbastanza denso da non disperdersi nella padella, quindi non esitate ad aggiungere farina. Fate dorare le frittelle, poi giratele, infine impilatele come avete fatto con i bliny (non serve il burro, stavolta). Tenete al caldo.
Le olad'i (sia quelle semplici, sia quelle farcite) si consumano con una spolverata di zucchero a velo o con la solita cucchiaiata di panna acida (più o meno zuccherata), marmellata, miele, frutta. Anche qui, sbizzarritevi.
E poi ditemi se non sono buone.
E belle. Simpatiche, anche.
Braccio Destro Numero Forse e Aridatece er Baffino
Notizia di venerdì pomeriggio: ferito o ucciso in uno scontro a nord di Baghdad Abu Ayyub al-Masri, anche noto come Abu Hamza al-Muhajer, anche noto come Tizio Nuovo di Al Qaeda Iraq, anche noto su questo blog come Baffino, e ucciso il suo braccio destro, tale Abu Abdullah al-Majemaai.
Ridimensionamento di venerdì sera: Tizio Nuovo incolume, braccio destro semplicemente ferito. Al Masri si sarebbe vilmente dato alla fuga ("fled in fright"), e oh, comunque qualcuno ha cominciato a dire che lui è assai più potente di Al Zarqawi, quindi la sua cattura o uccisione sarebbe un colpo ben maggiore alla guerriglia. L'unico problema è che non si sa esattamente chi sia, "lui".
Il Ministero degli Interni iracheno dice che sì.
Lo Stato Islamico Iracheno dice che neanche per sogno.
Gli Stati Uniti stanno zitti.
Un link a caso.
Intanto ci si è accorti che il dottor Zawahiri non parla più di Osama bin Laden e fa gli occhi dolci al Mullah Omar. Licenziatelo, quello sceneggiatore.
------------
Make-up:
Sensual Clone Foundation, Triple Identity Pressed Powder, Holographic eyeliner, Eyescape Mascara, rossetto Infrarouge #11 Samarra, allover Voile Universel nella tonalità Olive Drab.
Ridimensionamento di venerdì sera: Tizio Nuovo incolume, braccio destro semplicemente ferito. Al Masri si sarebbe vilmente dato alla fuga ("fled in fright"), e oh, comunque qualcuno ha cominciato a dire che lui è assai più potente di Al Zarqawi, quindi la sua cattura o uccisione sarebbe un colpo ben maggiore alla guerriglia. L'unico problema è che non si sa esattamente chi sia, "lui".
Il Ministero degli Interni iracheno dice che sì.
Lo Stato Islamico Iracheno dice che neanche per sogno.
Gli Stati Uniti stanno zitti.
Un link a caso.
Intanto ci si è accorti che il dottor Zawahiri non parla più di Osama bin Laden e fa gli occhi dolci al Mullah Omar. Licenziatelo, quello sceneggiatore.
------------
Make-up:
Sensual Clone Foundation, Triple Identity Pressed Powder, Holographic eyeliner, Eyescape Mascara, rossetto Infrarouge #11 Samarra, allover Voile Universel nella tonalità Olive Drab.
Etichette:
alcaida,
braccidestri
venerdì, febbraio 16, 2007
Falso Allarme per Batman
Tre scuole chiuse per 45 minuti a Cave Creek (Phoenix, Arizona) perché un ragazzino sosteneva di aver visto una persona vestita da Batman correre sul campus, saltare una recizione e infine scomparire. Lo ha riferito il sergente Mark Clark di Scottsdale. Lo studente ha detto la persona era alta quasi due metri e forse di sesso maschile. "Ipotizziamo che fosse un uomo, anche se aveva la maschera", ha dichiarato il sergente.
Batman trovati nell'area, ovviamente: zero.
Che poi, a ragion di logica, un Batman non mi dovrebbe combattere il male? Vedono un tipo alto, hermoso, vestito di nero, svolazzone, mascherato, noto difensore delle giustizia e magari alla disperata ricerca del suo piccolo compagno di vita e chiudono le scuole.
Link
Batman trovati nell'area, ovviamente: zero.
Che poi, a ragion di logica, un Batman non mi dovrebbe combattere il male? Vedono un tipo alto, hermoso, vestito di nero, svolazzone, mascherato, noto difensore delle giustizia e magari alla disperata ricerca del suo piccolo compagno di vita e chiudono le scuole.
Link
Etichette:
falsiallarmi
giovedì, febbraio 15, 2007
Falso Allarme per Vedo e Prevedo
Ce l'avevamo, forse, il Falso Allarme per Chiaroveggente? E no che non ce l'avevamo.
Aeroporto internazionale di Praga, ieri: una veggente telefona e dice che l'aeroporto sarà preso di mira dai terroristi. La donna si qualifica come veggente professionista specializzata in psicotronica, e dice di aver sognato una strage all'aeroporto, ma di non sapere quando avverrà.
Lì decidono di alzare il livello d'allerta, ché non si sa mai: squadre speciali munite di mitragliatrici, un carro armato, artificieri, numero dei poliziotti triplicato. "Meglio farsi ridere dietro che finire al cimitero", ha commentato il portavoce del controspionaggio ceco. Allora meglio prevedere che combattere, grazie tante.
Sento che ormai manca poco a un falso allarme per ufi in avvicinamento.
Link
[La psicotronica, la "scienza delle reali energie umane"! Karl Nikolaev, Jurij Kamenskij! La guerra psichica del KGB, i sensitivi in grado di uccidere a distanza! I telefilm parapsicologici degli anni Settanta! Gamma, ESP, Il segno del comando! Tutto a posto, tutto a posto.]
Aeroporto internazionale di Praga, ieri: una veggente telefona e dice che l'aeroporto sarà preso di mira dai terroristi. La donna si qualifica come veggente professionista specializzata in psicotronica, e dice di aver sognato una strage all'aeroporto, ma di non sapere quando avverrà.
Lì decidono di alzare il livello d'allerta, ché non si sa mai: squadre speciali munite di mitragliatrici, un carro armato, artificieri, numero dei poliziotti triplicato. "Meglio farsi ridere dietro che finire al cimitero", ha commentato il portavoce del controspionaggio ceco. Allora meglio prevedere che combattere, grazie tante.
Sento che ormai manca poco a un falso allarme per ufi in avvicinamento.
Link
[La psicotronica, la "scienza delle reali energie umane"! Karl Nikolaev, Jurij Kamenskij! La guerra psichica del KGB, i sensitivi in grado di uccidere a distanza! I telefilm parapsicologici degli anni Settanta! Gamma, ESP, Il segno del comando! Tutto a posto, tutto a posto.]
Etichette:
falsiallarmi
Pervij blin komom/La Ricetta Definitiva dei Bliny
Questa sarà una ricetta in progress: il nostro motto sarà "provare e fallire insieme", magari nel frattempo parlando d'altro.
Prepariamo gli ingredienti.
2 tazze e 3/4 di latte tiepido
1 bustina di lievito di birra liofilizzato
4 tazze di farina (tre di frumento e una di grano saraceno, se l'avete)
3 uova (separate i tuorli, gli albumi andranno montati a neve verso la fine)
2 cucchiai di burro fuso
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaino scarso di sale
Olio vegetale o burro per ungere la padella
Per i condimenti fate voi: per quelli salati vanno benissimo l'erba cipollina, uova sode a fettine, salmone, caviale, ecc., con accompagnamento di panna acida. Per il dolce, la vostra marmellata preferita o del miele, ma sono deliziose anche con del semplice zucchero di canna.
Andrà bene la padella che usate di solito per fare le crêpes, se ne avete una più piccola meglio ancora.
Ricordatevi che ci vorrà tempo, che il bravo cuoco di bliny dovrebbe mettersi all'opera anche sei ore prima e che alcuni fanno riposare il composto tutta la notte. Noi ci metteremo di meno, ma comunque c'è di mezzo il lievito. Ah, e naturalmente niente scherzetti: alla fine non vi chiederò di cuocere il tutto su una vecchia stufa al fuoco di ceppi asciutti di betulla.
Fase uno
Sciogliete il lievito in un bicchiere di latte tiepido e mescolatelo a due tazze di farina e un cucchiaino di zucchero. Mescolate molto bene, impastate, coprite la ciotola con una salvietta e mettete a riposare in luogo tiepido e riparato per 30-40 minuti. L'impasto deve raddoppiare. Il mio luogo tiepido e riparato è il forno con la luce accesa, magari riscaldato poco poco e poi spento.
Fase due
Adesso aggiungete all'impasto lievitato lo zucchero, il sale, i tuorli d'uovo un po' sbattuti e il burro fuso (tiepido). Mescolate bene e versate il resto della farina, poi mescolate fino a quando l'impasto assume una bella consistenza elastica e omogenea e versate il latte rimanente. Se vedete che l'impasto è troppo secco aggiungeteci ancora un po' di latte a filo. Mescolate e rimettere il tutto a riposo finché non raddoppia (sempre quei 30-40 minuti).
Poi rilavorate l'impasto lievitato e rimetterlo a riposare.
Fase tre
Ok, momento topico: montate a neve gli albumi, mescolateli all'impasto e lasciatelo riposare ancora 15-20 minuti. È l'ultimo riposino della giornata. Non appena ricomincia a crescere è ora di cuocere i bliny. Sì.
Fase quattro
Ungete una padella non molto grande (quella che usate per le crepes). Di solito un buon modo per ungerla bene è usare un pezzo di patata infilzata in una forchetta e imburrata. Fate scaldare molto bene la padella e poi procedete. Ricordatevi il detto secondo il quale pervij blin komom, cioè il primo blin riesce sempre male, una specie di grumo, cioè una schifezza. Perché la pentola non è abbastanza calda, perché c'è troppo burro, perché il donnino è nervoso, o chi lo sa. Succede anche con i palačinki, ho notato. Vedrete che dal secondo in poi le cose cambiano e la produzione entra e regime per toccare picchi di sublime verso il blin numero 6. Ricordatevi che i bliny migliori sono sottilissimi, quasi trasparenti. Naturalmente se l'impasto fosse troppo denso potete aggiungere a filo del latte tiepido. Il primo orrido blin serve proprio a questo. Ricordatevi di passare un po' di burro sulla superficie di ogni frittella prima di appoggiarvi sopra la successiva. Tenete al caldo, mi raccomando, tenete al caldo.
Troubleshooting
Dunque, a questo punto dovreste avere la vostra bella pila di bliny tenuti al caldo, da consumare con condimenti salati o dolci o entrambi.
Ora, mettiamo che abbiate la sensazione che le cose non siano andate come dovevano.
Miru, non lievita!Se hai fatto come ho detto io, lievita. Può essere che il lievito non sia buono (io uso quello tipo Mastro Fornaio), o magari non facevi altro che aprire il forno tiepido (o alzare la coperta, metodo Silviu') per controllare, e gli hai fatto prender freddo. Ma lievita, fidati. Tu usa ingredienti tiepidi, nel primo impasto non metterci il sale, e vedrai che lievita.
Miru, non so montare gli albumi a neve!Ricorda: freddissimi e con un pizzico di sale. Come ricorda Silviu', la frusta elettrica modello bondage spinto, assolutamente no. Puoi farcela.
Miru, il composto è colloso!
Se è troppo denso aggiungici del latte. La consistenza dipende anche dalla grandezza delle uova e dalla farina usata (quella di grano saraceno a me fa effetto vinavil). Meglio dover aggiungere latte che ritrovarsi con un composto troppo liquido.
Miru, ma come dev'essere?
La pastella deve potersi stendere bene e fare delle bollicine in superficie. A me piacciono di media consistenza, ma i veri bliny devono essere sottilissimi (quasi trasparenti, effetto "pizzo").
Miru, che nervi!
Ci vuole pazienza: pensa blin, sii blin. Bisogna saper essere lentissimi, nel proprio genere.
Prepariamo gli ingredienti.
2 tazze e 3/4 di latte tiepido
1 bustina di lievito di birra liofilizzato
4 tazze di farina (tre di frumento e una di grano saraceno, se l'avete)
3 uova (separate i tuorli, gli albumi andranno montati a neve verso la fine)
2 cucchiai di burro fuso
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaino scarso di sale
Olio vegetale o burro per ungere la padella
Per i condimenti fate voi: per quelli salati vanno benissimo l'erba cipollina, uova sode a fettine, salmone, caviale, ecc., con accompagnamento di panna acida. Per il dolce, la vostra marmellata preferita o del miele, ma sono deliziose anche con del semplice zucchero di canna.
Andrà bene la padella che usate di solito per fare le crêpes, se ne avete una più piccola meglio ancora.
Ricordatevi che ci vorrà tempo, che il bravo cuoco di bliny dovrebbe mettersi all'opera anche sei ore prima e che alcuni fanno riposare il composto tutta la notte. Noi ci metteremo di meno, ma comunque c'è di mezzo il lievito. Ah, e naturalmente niente scherzetti: alla fine non vi chiederò di cuocere il tutto su una vecchia stufa al fuoco di ceppi asciutti di betulla.
Fase uno
Sciogliete il lievito in un bicchiere di latte tiepido e mescolatelo a due tazze di farina e un cucchiaino di zucchero. Mescolate molto bene, impastate, coprite la ciotola con una salvietta e mettete a riposare in luogo tiepido e riparato per 30-40 minuti. L'impasto deve raddoppiare. Il mio luogo tiepido e riparato è il forno con la luce accesa, magari riscaldato poco poco e poi spento.
Fase due
Adesso aggiungete all'impasto lievitato lo zucchero, il sale, i tuorli d'uovo un po' sbattuti e il burro fuso (tiepido). Mescolate bene e versate il resto della farina, poi mescolate fino a quando l'impasto assume una bella consistenza elastica e omogenea e versate il latte rimanente. Se vedete che l'impasto è troppo secco aggiungeteci ancora un po' di latte a filo. Mescolate e rimettere il tutto a riposo finché non raddoppia (sempre quei 30-40 minuti).
Poi rilavorate l'impasto lievitato e rimetterlo a riposare.
Fase tre
Ok, momento topico: montate a neve gli albumi, mescolateli all'impasto e lasciatelo riposare ancora 15-20 minuti. È l'ultimo riposino della giornata. Non appena ricomincia a crescere è ora di cuocere i bliny. Sì.
Fase quattro
Ungete una padella non molto grande (quella che usate per le crepes). Di solito un buon modo per ungerla bene è usare un pezzo di patata infilzata in una forchetta e imburrata. Fate scaldare molto bene la padella e poi procedete. Ricordatevi il detto secondo il quale pervij blin komom, cioè il primo blin riesce sempre male, una specie di grumo, cioè una schifezza. Perché la pentola non è abbastanza calda, perché c'è troppo burro, perché il donnino è nervoso, o chi lo sa. Succede anche con i palačinki, ho notato. Vedrete che dal secondo in poi le cose cambiano e la produzione entra e regime per toccare picchi di sublime verso il blin numero 6. Ricordatevi che i bliny migliori sono sottilissimi, quasi trasparenti. Naturalmente se l'impasto fosse troppo denso potete aggiungere a filo del latte tiepido. Il primo orrido blin serve proprio a questo. Ricordatevi di passare un po' di burro sulla superficie di ogni frittella prima di appoggiarvi sopra la successiva. Tenete al caldo, mi raccomando, tenete al caldo.
Troubleshooting
Dunque, a questo punto dovreste avere la vostra bella pila di bliny tenuti al caldo, da consumare con condimenti salati o dolci o entrambi.
Ora, mettiamo che abbiate la sensazione che le cose non siano andate come dovevano.
Miru, non lievita!Se hai fatto come ho detto io, lievita. Può essere che il lievito non sia buono (io uso quello tipo Mastro Fornaio), o magari non facevi altro che aprire il forno tiepido (o alzare la coperta, metodo Silviu') per controllare, e gli hai fatto prender freddo. Ma lievita, fidati. Tu usa ingredienti tiepidi, nel primo impasto non metterci il sale, e vedrai che lievita.
Miru, non so montare gli albumi a neve!Ricorda: freddissimi e con un pizzico di sale. Come ricorda Silviu', la frusta elettrica modello bondage spinto, assolutamente no. Puoi farcela.
Miru, il composto è colloso!
Se è troppo denso aggiungici del latte. La consistenza dipende anche dalla grandezza delle uova e dalla farina usata (quella di grano saraceno a me fa effetto vinavil). Meglio dover aggiungere latte che ritrovarsi con un composto troppo liquido.
Miru, ma come dev'essere?
La pastella deve potersi stendere bene e fare delle bollicine in superficie. A me piacciono di media consistenza, ma i veri bliny devono essere sottilissimi (quasi trasparenti, effetto "pizzo").
Miru, che nervi!
Ci vuole pazienza: pensa blin, sii blin. Bisogna saper essere lentissimi, nel proprio genere.
Etichette:
bliny,
karmafood,
Russia,
The Real Thing
mercoledì, febbraio 14, 2007
Allerta per San Valentino e Fiori Recisi
Delia: It's funny. I was given one of your roses today. I wasn't sure you were the terrorist until I saw it. What a strange coincidence that I should be given one today.
V: There are no coincidences, Delia. Only the illusion of coincidence. I have another rose, and this one is for you.
Delia: Are you going to kill me now?
V: I killed you 10 minutes ago, while you slept.
Delia: Is there any pain?
V: No.
Delia: Thank you... Is it meaningless to apologize?
V: Never.
Delia: I'm so sorry. (dies)
da V for Vendetta.
A Eddie avevo promesso un Falso Allarme per San Valentino, ed ecco le direttive del Congresso degli Stati Uniti per il giorno degli innamorati:
"Per il Giorno di San Valentino vi informiamo che le consegne con corriere espresso verranno sottoposte a uno screening dal personale delle Operazioni Postali. Il processo di controllo aggiunge due giorni ai tempi di consegna perché i pacchi devono essere tenuti in quarantena in attesa dei risultati dei test. Sono compresi: fiori, cartoline, dolci e doni di ogni tipo. Il personale delle Operazioni Postali farà il possibile perché i beni deperibili siano conservati in frigorifero fino alla fine della quarantena.
La politica di consegne della Camera dei Rappresentanti proibisce ai corrieri commerciali di accedere direttamente agli edifici. Se venite contattati da un corriere che deve consegnarvi dei fiori recisi, istruitelo di aspettarvi all'esterno. Dovrete incontrare l'addetto alle consegne, ispezionare i fiori e portare voi stessi i fiori all'interno dell'edificio.
In nessuna circostanza dovrete accettare una composizione di fiori o altri doni se non conoscete il mittente.
La polizia del Campidoglio applicherà le seguenti regole ai fiori preparati commercialmente e ai doni per mercoledì 14 febbraio 2007:
- All'interno degli edifici potranno essere portati solo fiori in acqua o disposti in una scatola non sigillata o in un cartone;
- Solo il personale munito di validi distintivi di identificazione può portare fiori recisi negli edifici".
Link
Secondo la Polizia del Campidoglio, il modo migliore per far chiudere l'intero complesso, oggi, è mandare a tutti una rosa.
V: There are no coincidences, Delia. Only the illusion of coincidence. I have another rose, and this one is for you.
Delia: Are you going to kill me now?
V: I killed you 10 minutes ago, while you slept.
Delia: Is there any pain?
V: No.
Delia: Thank you... Is it meaningless to apologize?
V: Never.
Delia: I'm so sorry. (dies)
da V for Vendetta.
A Eddie avevo promesso un Falso Allarme per San Valentino, ed ecco le direttive del Congresso degli Stati Uniti per il giorno degli innamorati:
"Per il Giorno di San Valentino vi informiamo che le consegne con corriere espresso verranno sottoposte a uno screening dal personale delle Operazioni Postali. Il processo di controllo aggiunge due giorni ai tempi di consegna perché i pacchi devono essere tenuti in quarantena in attesa dei risultati dei test. Sono compresi: fiori, cartoline, dolci e doni di ogni tipo. Il personale delle Operazioni Postali farà il possibile perché i beni deperibili siano conservati in frigorifero fino alla fine della quarantena.
La politica di consegne della Camera dei Rappresentanti proibisce ai corrieri commerciali di accedere direttamente agli edifici. Se venite contattati da un corriere che deve consegnarvi dei fiori recisi, istruitelo di aspettarvi all'esterno. Dovrete incontrare l'addetto alle consegne, ispezionare i fiori e portare voi stessi i fiori all'interno dell'edificio.
In nessuna circostanza dovrete accettare una composizione di fiori o altri doni se non conoscete il mittente.
La polizia del Campidoglio applicherà le seguenti regole ai fiori preparati commercialmente e ai doni per mercoledì 14 febbraio 2007:
- All'interno degli edifici potranno essere portati solo fiori in acqua o disposti in una scatola non sigillata o in un cartone;
- Solo il personale munito di validi distintivi di identificazione può portare fiori recisi negli edifici".
Link
Secondo la Polizia del Campidoglio, il modo migliore per far chiudere l'intero complesso, oggi, è mandare a tutti una rosa.
Etichette:
falsiallarmi
martedì, febbraio 13, 2007
Vse idet po planu: Putin e il Discorso di Monaco
Cos'ha detto realmente Putin alla Conferenza di Monaco sulla Sicurezza? E, soprattutto, come l'ha detto?
Agente Betulla ha tradotto dal russo il discorso integrale, e la traduzione ora sta qui su 2.0. Ne consiglio la lettura, non solo per apprezzarne i toni (che ho cercato di mantenere il più possibile vicini all'originale), ma per capire se davvero si tratti di segnali di Guerra Fredda e non invece di qualcosa di più complesso e interessante, e cioè di una rinnovata (lo dico a voce bassissima) fiducia della Russia in se stessa.
In realtà Putin dice forte e chiaro e senza inutili giri di parole che la politica estera della Russia si basa sul realismo. Che la Russia non crede nell'unipolarismo, che la decisione di ricorrere all'uso delle armi come ultima soluzione dovrebbe essere facoltà esclusiva delle Nazioni Unite, che l'estensione del sistema di difesa missilistica all'Europa innervosisce la Russia, che nessuno può pensare che la Corea del Nord abbia voglia di lanciare un missile sul territorio americano passando per l'Europa, perché andrebbe ben contro le leggi della balistica. Che ci sono paesi nei quali non è prevista la pena di morte, ma che partecipano a operazioni militari illegittime provocando centinaia, migliaia di vittime civili. Che la Russia crede fermamente nel rafforzamento del regime di non-proliferazione delle armi nucleari, e che in questo intende collaborare con gli "amici americani".
E poi si parla di mercato globale, di cooperazione economica, di investimenti, di lotta alla povertà e delle sue contraddizioni. Si parla, soprattutto, di una Russia che non accetterà lezioni e che difenderà i propri interessi, che ha tenuto fede al Trattato Adattato sulle Forze Armate Convenzionali del 1999 e ora deve assistere al dispiegamento di basi avanzate della NATO in Romania e Bulgaria, in aperta contraddizione con le promesse fatte all'Unione Sovietica dopo la dissoluzione del Patto di Varsavia.
Più che segnali di Guerra Fredda ci sono i sintomi di una Russia in ripresa, e di una rinnovata fiducia nelle sue potenzialità:
"Noi spesso - e io personalmente molto spesso - ci sentiamo dire dai nostri interlocutori, compresi quelli europei, che la Russia dovrebbe avere un ruolo sempre più attivo negli affari mondiali.
A tale proposito mi permetto di fare una piccola osservazione. Non c'è bisogno di spingerci e stimolarci a farlo. La Russia ha alle spalle una storia di più di mille anni e ha praticamente sempre goduto del privilegio di condurre una politica estera indipendente.
Non intendiamo venir meno a questa tradizione nemmeno oggi. Al contempo siamo tutti consapevoli di come il mondo sia cambiato e abbiamo una percezione realistica delle nostre possibilità e potenzialità. E, naturalmente, vorremmo interagire con interlocutori responsabili e indipendenti con cui collaborare alla costruzione di un ordine mondiale giusto e democratico che possa garantire sicurezza e prosperità non solo a pochi eletti, ma a tutti".
Da leggere, comunque, perché magari non l'avevate capita esattamente così.
Per chi se lo stesse chiedendo e non fosse abbastanza in confidenza per domandarmelo: sì, negli anni Novanta sono stata ibernata e ora riprendo da dove mi ero fermata, più bella e riposata di prima. È il Ritorno del Grande Rimosso: dura più delle iniezioni di collagene, rende abbastanza felici e con i gap generazionali fa miracoli.
Muzyka: Baba Yaga, Back in the USSR.
[Con calma procuratevi la farina di grano saraceno, le uova, il lievito, il latte e la farcitura desiderata, che siamo in piena maslenica ed è quasi giunta l'ora dei bliny].
Agente Betulla ha tradotto dal russo il discorso integrale, e la traduzione ora sta qui su 2.0. Ne consiglio la lettura, non solo per apprezzarne i toni (che ho cercato di mantenere il più possibile vicini all'originale), ma per capire se davvero si tratti di segnali di Guerra Fredda e non invece di qualcosa di più complesso e interessante, e cioè di una rinnovata (lo dico a voce bassissima) fiducia della Russia in se stessa.
In realtà Putin dice forte e chiaro e senza inutili giri di parole che la politica estera della Russia si basa sul realismo. Che la Russia non crede nell'unipolarismo, che la decisione di ricorrere all'uso delle armi come ultima soluzione dovrebbe essere facoltà esclusiva delle Nazioni Unite, che l'estensione del sistema di difesa missilistica all'Europa innervosisce la Russia, che nessuno può pensare che la Corea del Nord abbia voglia di lanciare un missile sul territorio americano passando per l'Europa, perché andrebbe ben contro le leggi della balistica. Che ci sono paesi nei quali non è prevista la pena di morte, ma che partecipano a operazioni militari illegittime provocando centinaia, migliaia di vittime civili. Che la Russia crede fermamente nel rafforzamento del regime di non-proliferazione delle armi nucleari, e che in questo intende collaborare con gli "amici americani".
E poi si parla di mercato globale, di cooperazione economica, di investimenti, di lotta alla povertà e delle sue contraddizioni. Si parla, soprattutto, di una Russia che non accetterà lezioni e che difenderà i propri interessi, che ha tenuto fede al Trattato Adattato sulle Forze Armate Convenzionali del 1999 e ora deve assistere al dispiegamento di basi avanzate della NATO in Romania e Bulgaria, in aperta contraddizione con le promesse fatte all'Unione Sovietica dopo la dissoluzione del Patto di Varsavia.
Più che segnali di Guerra Fredda ci sono i sintomi di una Russia in ripresa, e di una rinnovata fiducia nelle sue potenzialità:
"Noi spesso - e io personalmente molto spesso - ci sentiamo dire dai nostri interlocutori, compresi quelli europei, che la Russia dovrebbe avere un ruolo sempre più attivo negli affari mondiali.
A tale proposito mi permetto di fare una piccola osservazione. Non c'è bisogno di spingerci e stimolarci a farlo. La Russia ha alle spalle una storia di più di mille anni e ha praticamente sempre goduto del privilegio di condurre una politica estera indipendente.
Non intendiamo venir meno a questa tradizione nemmeno oggi. Al contempo siamo tutti consapevoli di come il mondo sia cambiato e abbiamo una percezione realistica delle nostre possibilità e potenzialità. E, naturalmente, vorremmo interagire con interlocutori responsabili e indipendenti con cui collaborare alla costruzione di un ordine mondiale giusto e democratico che possa garantire sicurezza e prosperità non solo a pochi eletti, ma a tutti".
Da leggere, comunque, perché magari non l'avevate capita esattamente così.
Per chi se lo stesse chiedendo e non fosse abbastanza in confidenza per domandarmelo: sì, negli anni Novanta sono stata ibernata e ora riprendo da dove mi ero fermata, più bella e riposata di prima. È il Ritorno del Grande Rimosso: dura più delle iniezioni di collagene, rende abbastanza felici e con i gap generazionali fa miracoli.
Muzyka: Baba Yaga, Back in the USSR.
[Con calma procuratevi la farina di grano saraceno, le uova, il lievito, il latte e la farcitura desiderata, che siamo in piena maslenica ed è quasi giunta l'ora dei bliny].
Etichette:
Putin,
Russia,
traduzioni
Menare il can per l'aeroporto
L'eroe del giorno è: il cane Snowy, un Jack Russell bianco e marrone.
Aveva viaggiato: nella stiva di un aereo.
Era atterrato a: Barajas, Madrid, terminal 4.
Era, prevedibilmente: scappato.
Padroni: due, inglesi, disperati.
Vacanza: rovinata.
Avevano offerto una ricompensa di: 10.000 euro.
È stato inseguito da: Iberia, Guardia Civile, personale della sicurezza dell'aeroporto, volontari di un rifugio per animali.
Ha scorrazzato nella cosiddetta "area sensibile" per: 11 giorni; usava i sottopassi per muoversi qua e là.
Lo hanno trovato: i volontari.
Dove: nei pressi della pista 33-L.
Spaventato: un po'.
Sta: bene.
Se si fosse trattato del signor G., lui avrebbe anche trovato il modo di sbullonare un po' di aerei fermi sulla pista, nottetempo.
Link
Aveva viaggiato: nella stiva di un aereo.
Era atterrato a: Barajas, Madrid, terminal 4.
Era, prevedibilmente: scappato.
Padroni: due, inglesi, disperati.
Vacanza: rovinata.
Avevano offerto una ricompensa di: 10.000 euro.
È stato inseguito da: Iberia, Guardia Civile, personale della sicurezza dell'aeroporto, volontari di un rifugio per animali.
Ha scorrazzato nella cosiddetta "area sensibile" per: 11 giorni; usava i sottopassi per muoversi qua e là.
Lo hanno trovato: i volontari.
Dove: nei pressi della pista 33-L.
Spaventato: un po'.
Sta: bene.
Se si fosse trattato del signor G., lui avrebbe anche trovato il modo di sbullonare un po' di aerei fermi sulla pista, nottetempo.
Link
Etichette:
falsiallarmi
lunedì, febbraio 12, 2007
Vita tragica, dentista sbagliato
"William Morton divenne effettivamente famoso per aver usato l'etere come anestetico, come suggeriva una nostra recensione televisiva, 'Last night's TV', G2, p. 31, 8 febbraio. Ma fu un altro dentista americano, Horace Wells, che, dopo una dimostrazione pubblica del gas esilarante andata male, sviluppò una dipendenza dal cloroformio e finì per uccidersi".
The Guardian, Corrections.
The Guardian, Corrections.
Etichette:
corrections,
correzioni,
Guardian
Come maltrattare Google e vivere felici/28
Ecco dov'erano finiti tutti i pitbull.
Etichette:
metablog
Liquids on Board!
Cosa c'è di meglio di un round-up di falsi allarmi? Una collezione di espedienti con cui alcuni passeggeri hanno cercato di aggirare le nuove norme sul trasporto di liquidi a bordo (che limitano i fluidi a un massimo di 100 ml, da esibire ai controlli in una busta di plastica trasparente sigillabile).
L'aeroporto di Manchester ha pubblicato un elenco di patetici tentativi:
– Un passeggero, quando gli hanno detto che non poteva portare a bordo una bottiglia di vodka da 750 ml, se l'è scolata tutta davanti al personale della sicurezza. "È stato poi fatto sbarcare per ubriachezza", specifica l'aeroporto.
– Un altro si è presentato ai controlli con quattro bottiglie di acqua congelata, sostenendo che non si trattava di liquidi, ma di solidi.
– Una signora si rifiutava di abbandonare le sue due bottiglie di vino dicendo "questi non sono liquidi, sono vini pregiati".
– Un'altra ha riempito la busta trasparente con 200 ml di zuppa.
E poi ci sono le reazioni scomposte.
– Un passeggero, di fronte alla proibizione di portare con sé la bomboletta di schiuma da barba ha deciso di spruzzarne il contenuto sulle macchine a raggi x e sul metal detector.
– Un altro ha reagito male alla confisca del deodorante. La sua reazione è stata descritta usando una terminologia familiare a chi ricorda le tattiche dei membri dell'IRA nel carcere di Maze: "dirty protest". In breve, ha orinato nella busta trasparente davanti al personale allibito. Più di 100 ml, oltretutto.
Tutta gente pericolosa e instabile, sicuramente in grado di preparare cocktail esplosivi nella toilette. Mi riferisco soprattutto alla signora che non riusciva a separarsi dalla minestrina.
Link
Etichette:
falsiallarmi
domenica, febbraio 11, 2007
Il Grande Ratto delle Galapagos
"In un servizio intitolato 'Un ratto, insetti e spazzatura: le delizie del turismo di massa raggiungono le Galapagos', p. 1, 10 gennaio, citavamo fonti ambientaliste che accusavano la nave da crociera britannica Discovery di essere responsabile della comparsa di un ratto, spazzatura e scritte trovati alle Galapagos dopo il primo passaggio della nave, lo scorso aprile. Alcune lettere inviateci in seguito dal Parco Nazionale delle Galapagos e dalla Fondazione Darwin hanno chiarito che queste informazioni erano errate. Prendiamo atto che il ratto era stato osservato prima dell'arrivo della Discovery e che un rapporto del Servizio del Parco Nazionale delle Galapagos non metteva in collegamento le scritte e la spazzatura con la Discovery. La compagnia che organizza i viaggi della Discovery gradirebbe inoltre specificare che i passeggeri hanno in realtà contribuito alla raccolta della spazzatura trovata sull'isola. Le nostre scuse alla Discovery e ai suoi passeggeri".
The Guardian, Corrections.
Anche perché. Lo sanno tutti che le pantegane le ha portate il Beagle.
The Guardian, Corrections.
Anche perché. Lo sanno tutti che le pantegane le ha portate il Beagle.
Etichette:
corrections,
correzioni,
Guardian
venerdì, febbraio 09, 2007
Braccio Destro del Tizio Nuovo: Er Benzinaro
Nome: non si sa.
Qualifica: assistente di Abu Hamza al-Muhajir (anche noto come Abu Ayyub al-Masri, anche noto come Tizio Nuovo di Al Qaeda-Iraq), nonché benzinaio per conto di Al Qaeda.
Spiegare meglio: gestiva una stazione di servizio e usava i guadagni per finanziare le operazioni delle cellule irachene di Al Qaeda.
Cosa: arrestato.
Dove: nella sua stazione di servizio a Mahmoudiya, a sud di Baghdad.
Ha confessato che: il giorno prima aveva visto il Tizio Nuovo.
Però: non sa dov'è, perché quel Masri si muove sempre.
Sapevatelo: Mahmoudiya è una roccaforte degli insorti sunniti; anche se la città è dominata dagli sciiti, le campagne circostanti pullulano di cellule di alcaida, responsabili di attentati suicidi e di attacchi contro le forze irachene e statunitensi. Dicheno.
Link
Qualifica: assistente di Abu Hamza al-Muhajir (anche noto come Abu Ayyub al-Masri, anche noto come Tizio Nuovo di Al Qaeda-Iraq), nonché benzinaio per conto di Al Qaeda.
Spiegare meglio: gestiva una stazione di servizio e usava i guadagni per finanziare le operazioni delle cellule irachene di Al Qaeda.
Cosa: arrestato.
Dove: nella sua stazione di servizio a Mahmoudiya, a sud di Baghdad.
Ha confessato che: il giorno prima aveva visto il Tizio Nuovo.
Però: non sa dov'è, perché quel Masri si muove sempre.
Sapevatelo: Mahmoudiya è una roccaforte degli insorti sunniti; anche se la città è dominata dagli sciiti, le campagne circostanti pullulano di cellule di alcaida, responsabili di attentati suicidi e di attacchi contro le forze irachene e statunitensi. Dicheno.
Link
Etichette:
alcaida,
braccidestri
giovedì, febbraio 08, 2007
Falso Allarme per Ahi Che Male
Ringrazio Petrolio per la segnalazione in mail di questo falso allarme un po' da incubo. Dovendo combattere con un'ipocondria livello Alpha e un'impressionabilità che mi fanno scansare accuratamente tutti i serial di argomento ospedaliero, sarò delicatissima.
Signore di 48 anni cerca di entrare negli Stati Uniti, dove vuole trascorrere una breve vacanza, ma a quanto pare gli Stati Uniti sono interessati a entrare nel suo ano. Il signore in questione soffre di una fistola il cui trattamento comporta l'impiego di un setone, cioè del filo di sutura (i dettagli sono in questo articolo di Lancet - se vi annoia l'iscrizione gratuita potete ricorrere al solito bugmenot). I funzionari dell'ufficio immigrazione lo interrogano, lo perquisiscono, si insospettiscono, procedono a un esame più approfondito. Al turista viene detto che se non si fa rimuovere il setone - evidentemente parte di un complicato meccanismo esplosivo - non può entrare negli Stati Uniti; il pover'uomo accetta. Il piccolo intervento viene eseguito all'aeroporto da un medico per la prima volta alle prese con una situazione di questo tipo; il paziente dovrà ora essere sottoposto ad anestesia generale per la riapplicazione del filo di sutura.
Viviamo, a quanto pare, in un mondo sicuro. Libero, anche. Sicuro e libero.
Oggi non mi sembra giornata da ricetta di bliny, vero?
[Warning: non provateci nemmeno, a riempirmi i commenti di casi clinici. Vi banno, vi.]
[Avvertenza: nei commenti a questo post è inaspettatamente nato l'appassionante thread "Le migliori serie televisive della vostra vita". La spiegazione sembra essere: in certi giorni ci prende così :-). Partecipate.]
Signore di 48 anni cerca di entrare negli Stati Uniti, dove vuole trascorrere una breve vacanza, ma a quanto pare gli Stati Uniti sono interessati a entrare nel suo ano. Il signore in questione soffre di una fistola il cui trattamento comporta l'impiego di un setone, cioè del filo di sutura (i dettagli sono in questo articolo di Lancet - se vi annoia l'iscrizione gratuita potete ricorrere al solito bugmenot). I funzionari dell'ufficio immigrazione lo interrogano, lo perquisiscono, si insospettiscono, procedono a un esame più approfondito. Al turista viene detto che se non si fa rimuovere il setone - evidentemente parte di un complicato meccanismo esplosivo - non può entrare negli Stati Uniti; il pover'uomo accetta. Il piccolo intervento viene eseguito all'aeroporto da un medico per la prima volta alle prese con una situazione di questo tipo; il paziente dovrà ora essere sottoposto ad anestesia generale per la riapplicazione del filo di sutura.
Viviamo, a quanto pare, in un mondo sicuro. Libero, anche. Sicuro e libero.
Oggi non mi sembra giornata da ricetta di bliny, vero?
[Warning: non provateci nemmeno, a riempirmi i commenti di casi clinici. Vi banno, vi.]
[Avvertenza: nei commenti a questo post è inaspettatamente nato l'appassionante thread "Le migliori serie televisive della vostra vita". La spiegazione sembra essere: in certi giorni ci prende così :-). Partecipate.]
Etichette:
falsiallarmi
martedì, febbraio 06, 2007
VVP e l'arancione
"Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino intento a sciolinare i presidenziali sci. All'improvviso la grande porta dello studio presidenziale si spalancò per far entrare con passo veloce il vicepresidente dell'amministrazione Vladislav Jur'evič Surkov.
- Ascolta, bratello, - disse Vladislav Jur'evič. - Ma cosa stai facendo?
- Metto la sciolina sugli sci, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Vado a sciare. Tanta neve, bello.
- Aspetta ad andare a sciare, - disse Vladislav Jur'evič, - Abbiamo una cosa un po' strana.
- Che altro c'è ancora? - domandò ansiosamente Vladimir Vladimirovič™.
- Nelle regioni di Tomsk, Tjumensk e Omsk è caduta neve arancione, - disse piano Vladislav Jur'evič.
- Arancione?!! - urlò terrorizzato Vladimir Vladimirovič™.
- Sembra proprio, - annuì Vladislav Jur'evič.
- Che fare? - si preoccupò Vladimir Vladimirovič™, - Avevi promesso, niente più minacce! Niente più arancione!
- Ci stiamo lavorando, - disse quietamente Vladislav Jur'evič, - Abbiamo proibito i mandarini su tutto il territorio. Chi poteva immaginare che sarebbero tornati sotto forma di neve... Adesso però la sciogliamo.
- Scioglietela! - esclamò febbrilmente Vladimir Vladimirovič™, - Scioglietela al più presto!
- La faremo sparire, - disse con sicurezza Vladislav Jur'evič uscendo dal presidenziale studio con passo veloce".
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
- Ascolta, bratello, - disse Vladislav Jur'evič. - Ma cosa stai facendo?
- Metto la sciolina sugli sci, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Vado a sciare. Tanta neve, bello.
- Aspetta ad andare a sciare, - disse Vladislav Jur'evič, - Abbiamo una cosa un po' strana.
- Che altro c'è ancora? - domandò ansiosamente Vladimir Vladimirovič™.
- Nelle regioni di Tomsk, Tjumensk e Omsk è caduta neve arancione, - disse piano Vladislav Jur'evič.
- Arancione?!! - urlò terrorizzato Vladimir Vladimirovič™.
- Sembra proprio, - annuì Vladislav Jur'evič.
- Che fare? - si preoccupò Vladimir Vladimirovič™, - Avevi promesso, niente più minacce! Niente più arancione!
- Ci stiamo lavorando, - disse quietamente Vladislav Jur'evič, - Abbiamo proibito i mandarini su tutto il territorio. Chi poteva immaginare che sarebbero tornati sotto forma di neve... Adesso però la sciogliamo.
- Scioglietela! - esclamò febbrilmente Vladimir Vladimirovič™, - Scioglietela al più presto!
- La faremo sparire, - disse con sicurezza Vladislav Jur'evič uscendo dal presidenziale studio con passo veloce".
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
lunedì, febbraio 05, 2007
Costruire un Uomo/Weekend Edition
"Son, a woman is a lot like a... a refrigerator! They're about six feet tall, 300 pounds. They make ice, and... um... Oh, wait a minute. Actually, a woman is more like a beer. They smell good, they look good, and you'd step over your own mother just to get one! But you can't stop at one. You wanna drink another woman!"
Homer Simpson
Vi ho raccontato di aver trascorso un quieto finesettimana da innocente vittima della Grande Emicrania, dedicandomi ad attività come l'arricchimento a fini pacifici dello yogurt con le fragole. In realtà ho lavorato in segreto a un progetto che mi sta a cuore dai tempi della flessione dell'Unione Sovietica. Allero avevo già tutto: l'idea grandiosa, l'entusiasmo sperimentale, la cassettina degli attrezzi. Mi mancava soltanto un manuale adeguato.
Adesso quel manuale c'è.
Costruire un uomo, di Mario La Stella, volume uno dell'Enciclopedia delle Meraviglie. 5 lire, sta scritto in copertina, ma io l'ho pagato un euro. Mi è stato di grande aiuto nello "stringere un'affettuosa e serena amicizia con l'anatomia" (op. cit., pagina 6) senza passare per l'autopsia.
Che dire dell'analogia uomo-vettura antiquata?
E se non fosse stato per questo schema adesso starei ancora lavorando alla grande circolazione:
Ma il vero gioco da ragazze è stato costruire il cervello: compito notevolmente semplificato dal fatto che l'uomo, com'è noto, non è incline al multitasking e tende naturalmente a fare e a pensare una sola cosa alla volta.
Occhio di uomo vede donna, la fissa, la proietta al cervello, cervello riconosce e ordina a organi del suono di chiamarla. Per rendergli il lavoro più facile e gradevole, mi sono limitata a sostituire "donna" con Miru. I modelli meno evoluti sostituiscono "birra" a donna; i più sofisticati, invece, riescono a elaborare il concetto di "Champions League". Noi, nel presente esperimento, non ne avevamo bisogno.
Ora, per l'istruzione del soggetto, devo solo procurarmi gli altri volumi dell'Enciclopedia delle Meraviglie: I prodigi degli insetti, Quando le cifre stupiscono e il fondamentale Questo è l'esaurimento nervoso. Ma c'è tempo, la mia meravigliosa scatola senza spigoli deve ancora imparare a infilare le cinquecento lire nel carrello, a rispondere agli sms e ad articolare semplici frasi come "Amore, ti sta benissimo; nel dubbio, però, prendili entrambi", "Lascia pure a me, tu vai a farti bella" e "Parliamo, vuoi?".
Homer Simpson
Vi ho raccontato di aver trascorso un quieto finesettimana da innocente vittima della Grande Emicrania, dedicandomi ad attività come l'arricchimento a fini pacifici dello yogurt con le fragole. In realtà ho lavorato in segreto a un progetto che mi sta a cuore dai tempi della flessione dell'Unione Sovietica. Allero avevo già tutto: l'idea grandiosa, l'entusiasmo sperimentale, la cassettina degli attrezzi. Mi mancava soltanto un manuale adeguato.
Adesso quel manuale c'è.
Costruire un uomo, di Mario La Stella, volume uno dell'Enciclopedia delle Meraviglie. 5 lire, sta scritto in copertina, ma io l'ho pagato un euro. Mi è stato di grande aiuto nello "stringere un'affettuosa e serena amicizia con l'anatomia" (op. cit., pagina 6) senza passare per l'autopsia.
Che dire dell'analogia uomo-vettura antiquata?
E se non fosse stato per questo schema adesso starei ancora lavorando alla grande circolazione:
Ma il vero gioco da ragazze è stato costruire il cervello: compito notevolmente semplificato dal fatto che l'uomo, com'è noto, non è incline al multitasking e tende naturalmente a fare e a pensare una sola cosa alla volta.
Occhio di uomo vede donna, la fissa, la proietta al cervello, cervello riconosce e ordina a organi del suono di chiamarla. Per rendergli il lavoro più facile e gradevole, mi sono limitata a sostituire "donna" con Miru. I modelli meno evoluti sostituiscono "birra" a donna; i più sofisticati, invece, riescono a elaborare il concetto di "Champions League". Noi, nel presente esperimento, non ne avevamo bisogno.
Ora, per l'istruzione del soggetto, devo solo procurarmi gli altri volumi dell'Enciclopedia delle Meraviglie: I prodigi degli insetti, Quando le cifre stupiscono e il fondamentale Questo è l'esaurimento nervoso. Ma c'è tempo, la mia meravigliosa scatola senza spigoli deve ancora imparare a infilare le cinquecento lire nel carrello, a rispondere agli sms e ad articolare semplici frasi come "Amore, ti sta benissimo; nel dubbio, però, prendili entrambi", "Lascia pure a me, tu vai a farti bella" e "Parliamo, vuoi?".
sabato, febbraio 03, 2007
Grafici
Pareggio Usa-Cina
"Una rappresentazione grafica delle forze militari internazionali, Changing world order, p. 23, ieri, dava le stesse cifre per i mezzi corazzati e gli aerei da combattimento dei marine di Stati Uniti e Cina. Le cifre si riferivano solo agli Stati Uniti e sono state copiate per sbaglio nella colonna della Cina, per la quale non era disponibile alcun dato".
Un editoriale da buttar via
"Un editoriale di ieri, The demagogic cliches of right and left can only make things worse, p. 31, si basava su un sondaggio Populus secondo il quale la maggioranza dei musulmani britanici avrebbe dichiarato di avere più cose in comune con i musulmani di altri paesi che con i non-musulmani britannici. In realtà era stata data una lettura erronea di un grafico del sondaggio, secondo il quale la maggioranza era in disaccordo con tale affermazione".
The Guardian, Corrections.
"Una rappresentazione grafica delle forze militari internazionali, Changing world order, p. 23, ieri, dava le stesse cifre per i mezzi corazzati e gli aerei da combattimento dei marine di Stati Uniti e Cina. Le cifre si riferivano solo agli Stati Uniti e sono state copiate per sbaglio nella colonna della Cina, per la quale non era disponibile alcun dato".
Un editoriale da buttar via
"Un editoriale di ieri, The demagogic cliches of right and left can only make things worse, p. 31, si basava su un sondaggio Populus secondo il quale la maggioranza dei musulmani britanici avrebbe dichiarato di avere più cose in comune con i musulmani di altri paesi che con i non-musulmani britannici. In realtà era stata data una lettura erronea di un grafico del sondaggio, secondo il quale la maggioranza era in disaccordo con tale affermazione".
The Guardian, Corrections.
Etichette:
corrections,
correzioni,
Guardian
venerdì, febbraio 02, 2007
A grande richiesta
Con riferimento al post Salumi e baci, comunico che:
1. La bottiglia è questa. E lo so. Ma stava nel frigo, era lì, agitarla non sembrava davvero il caso.
2. Mi sono accorta che sul sito dei Baci Perugina c'è gente che si scambia i cartigli. Picia86 offre il cartiglio 76, tenebroso71 cerca il numero 1, amarone74 scambia i numeri pari con quelli dispari (astenersi perditempo). Non ho parole. Io l'altro giorno stavo per mangiarmelo, il cartiglio.
3. La filzetta è praticamente un salame, neanche male. Il signor G. si è avvicinato, ha annusato, ha fatto una faccia come per dire: "Un salame?" ed è andato a riprendere il lavoro interrotto (oggi tra un pisolino e l'altro mi sta smontando un battiscopa).
1. La bottiglia è questa. E lo so. Ma stava nel frigo, era lì, agitarla non sembrava davvero il caso.
2. Mi sono accorta che sul sito dei Baci Perugina c'è gente che si scambia i cartigli. Picia86 offre il cartiglio 76, tenebroso71 cerca il numero 1, amarone74 scambia i numeri pari con quelli dispari (astenersi perditempo). Non ho parole. Io l'altro giorno stavo per mangiarmelo, il cartiglio.
3. La filzetta è praticamente un salame, neanche male. Il signor G. si è avvicinato, ha annusato, ha fatto una faccia come per dire: "Un salame?" ed è andato a riprendere il lavoro interrotto (oggi tra un pisolino e l'altro mi sta smontando un battiscopa).
Etichette:
karmafood,
The Real Thing
Diventa più intelligente con Google/2
Solitamente, con raccomandata a/r.
Etichette:
metablog
A(r)mericani
"Il problema del possesso di armi in America è molto dibattuto. Si discute perfino sul loro numero effettivo. La National Rifle Association (NRA) si basa sulla stima del BATFE (Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives) secondo la quale nel 1999 c'erano negli Stati Uniti 215.000.000 armi da fuoco (il 50% della popolazione). Secondo la Brady Campaign (coalizione contraria alle armi da fuoco) ce ne sono 192.000.000 (il 39% della popolazione).
Questo non è un libro sulle armi da fuoco. È un libro sulle persone.
Che si tratti del 39% o del 50% degli americani, è comunque moltissimo. Ho cominciato a chiedermi chi è questa gente, com'è, come vive".
Armed America: ritratti di possessori d'armi da fuoco nelle loro case, di Kyle Cassidy.
Questo non è un libro sulle armi da fuoco. È un libro sulle persone.
Che si tratti del 39% o del 50% degli americani, è comunque moltissimo. Ho cominciato a chiedermi chi è questa gente, com'è, come vive".
Armed America: ritratti di possessori d'armi da fuoco nelle loro case, di Kyle Cassidy.
Etichette:
The Real Thing,
Usa
Salumi e baci
Dopo le feste nel mio frigo sono comparsi due oggetti inquietanti (sospetto che siano sopravvissuti allo sterminio sistematico di qualche cesto natalizio).
Il primo assomiglia in tutto e per tutto a un Bacio Perugina, solo che ha la forma e le dimensioni di una bottiglia di spumante da un litro. È blu e argento e reca il consueto stucchevole motivo stellato e la scritta "Riserva Speciale di Dolci Messaggi". Sai quell'aria disperata da avanzo, "sono dolcissimo, scadente, faccio tante bollicine, ho un retrogusto di solvente per smalto e probabilmente anche il tappo di plastica"? Ecco.
E ora chiedo scusa ai vegetariani per quello che sto per scrivere.
Il secondo mesto rappresentante della diaspora postnatalizia è un insaccato a me sconosciuto. Si chiama filzetta. Per fortuna ho il Food spammer, che di queste cose ne sa. Gli dico "Ascolta, da un mese ho una cosa in frigo che si chiama filzetta e c'è scritto suino 100%". E lui, il sublime intenditore, "Ma tu sei matta, è buonissima, aprila immediatamente". Immediatamente: erano le cinque del pomeriggio. High tea, proprio, altro che cucumber sandwiches.
– Guarda che non è tanto bella da vedere.
– Sei una dilettante.
– Sembra una pastetta sovietica.
– Mica si spalma.
– È morbida.
– È praticamente filetto.
– Mah.
– Cosa volevi che fosse, grana misto porcini?
– Qualche altro animale.
– Il maiale non ha il filetto, forse?
– Lo so, io?
– Il filetto è il vitello di 8 mesi, per lei.
– Ma tu lo sai che metto il sale fino nell'acqua della pasta?
Così vado in cucina, apro il frigo e comincio a fare tup tup tup sulla superficie del salume. Guardiamo in faccia la realtà: la filzetta che ho cercato su Google Images non assomiglia per niente alla mia. Al Food spammer però non dico nulla, magari se ne dimentica.
E invece, giorni dopo:
– Scommetto che stai ancora tastando la filzetta.
– Sì.
– Cosa aspetti ad assaggiarla?
Cosa aspetto. Magari esistono anche filzette infelici, dal colorito indeciso, con i nodini di grasso, come la mia.
Ormai il pellegrinaggio nel frigo è diventato un rito serale. Si fa tup tup tup, si annusa, si scuote il capo rassegnate e ci si versa un bicchiere di latte.
Ieri mentre prendevo il latte sono riuscita a far cadere la bottiglia Perugina. E sapete una cosa?
1. Era di plastica, con fondo svitabile.
2. Non conteneva spumante per alcolisti.
Da un mese e mezzo convivevo con una quantità di Baci in grado di risolvere qualsiasi emergenza emotiva di livello Alfa-Bravo, e la tenevo nel frigo accanto all'Idrolitina.
Padroni del Cioccolato, fate confezioni meno ambigue: scatole rosse a forma di cuore, diciamo, o quelle rettangolari con i due tizi che si baciano appassionatamente. I tubi già no, con i tubi tendo a pensare "Guarda, un caleidoscopio" oppure "Conterrà forse un piccolo poster?"
Ma la bottiglia. Quella bottiglia è la vittoria dell'equazione nonserveauncazzo=forsesimangia sull'utile=bello. Inutile che ci scriviate sopra "Riserva Speciale di Dolci Messaggi" (blink blink blink), io penserò comunque che si tratti di spumante scadente con tappo di plastica e perlage orizzontale.
Il primo assomiglia in tutto e per tutto a un Bacio Perugina, solo che ha la forma e le dimensioni di una bottiglia di spumante da un litro. È blu e argento e reca il consueto stucchevole motivo stellato e la scritta "Riserva Speciale di Dolci Messaggi". Sai quell'aria disperata da avanzo, "sono dolcissimo, scadente, faccio tante bollicine, ho un retrogusto di solvente per smalto e probabilmente anche il tappo di plastica"? Ecco.
E ora chiedo scusa ai vegetariani per quello che sto per scrivere.
Il secondo mesto rappresentante della diaspora postnatalizia è un insaccato a me sconosciuto. Si chiama filzetta. Per fortuna ho il Food spammer, che di queste cose ne sa. Gli dico "Ascolta, da un mese ho una cosa in frigo che si chiama filzetta e c'è scritto suino 100%". E lui, il sublime intenditore, "Ma tu sei matta, è buonissima, aprila immediatamente". Immediatamente: erano le cinque del pomeriggio. High tea, proprio, altro che cucumber sandwiches.
– Guarda che non è tanto bella da vedere.
– Sei una dilettante.
– Sembra una pastetta sovietica.
– Mica si spalma.
– È morbida.
– È praticamente filetto.
– Mah.
– Cosa volevi che fosse, grana misto porcini?
– Qualche altro animale.
– Il maiale non ha il filetto, forse?
– Lo so, io?
– Il filetto è il vitello di 8 mesi, per lei.
– Ma tu lo sai che metto il sale fino nell'acqua della pasta?
Così vado in cucina, apro il frigo e comincio a fare tup tup tup sulla superficie del salume. Guardiamo in faccia la realtà: la filzetta che ho cercato su Google Images non assomiglia per niente alla mia. Al Food spammer però non dico nulla, magari se ne dimentica.
E invece, giorni dopo:
– Scommetto che stai ancora tastando la filzetta.
– Sì.
– Cosa aspetti ad assaggiarla?
Cosa aspetto. Magari esistono anche filzette infelici, dal colorito indeciso, con i nodini di grasso, come la mia.
Ormai il pellegrinaggio nel frigo è diventato un rito serale. Si fa tup tup tup, si annusa, si scuote il capo rassegnate e ci si versa un bicchiere di latte.
Ieri mentre prendevo il latte sono riuscita a far cadere la bottiglia Perugina. E sapete una cosa?
1. Era di plastica, con fondo svitabile.
2. Non conteneva spumante per alcolisti.
Da un mese e mezzo convivevo con una quantità di Baci in grado di risolvere qualsiasi emergenza emotiva di livello Alfa-Bravo, e la tenevo nel frigo accanto all'Idrolitina.
Padroni del Cioccolato, fate confezioni meno ambigue: scatole rosse a forma di cuore, diciamo, o quelle rettangolari con i due tizi che si baciano appassionatamente. I tubi già no, con i tubi tendo a pensare "Guarda, un caleidoscopio" oppure "Conterrà forse un piccolo poster?"
Ma la bottiglia. Quella bottiglia è la vittoria dell'equazione nonserveauncazzo=forsesimangia sull'utile=bello. Inutile che ci scriviate sopra "Riserva Speciale di Dolci Messaggi" (blink blink blink), io penserò comunque che si tratti di spumante scadente con tappo di plastica e perlage orizzontale.
Etichette:
karmafood,
The Real Thing
giovedì, febbraio 01, 2007
Falso Allarme per Robottino che Sbarluccica
Dove: Boston.
Cosa: una serie di falsi allarmi che hanno paralizzato la città.
La causa: dei pannelli elettronici luminosi disposti qua e là.
Sono stati scambiati per: bombe.
Invece servivano a: promuovere un cartone animato per adulti della Turner Broadcasting System.
E funzionavano a: pile.
Questo si chiama: guerrilla marketing.
Creativi arrestati: due.
Un po' stronzi, però: e certo.
Il sindaco di Boston si è: molto ma molto incattivito.
I pericolosi dispositivi raffiguravano: un robottino con la faccia scema e il dito medio alzato.
Erano stati disseminati in: dieci città. Boston, Los Angeles, Chicago, Atlanta, Seattle, Portland, Austin, San Francisco e Philadelphia.
Questo dimostra che: gli americani sono nervosi, ma quelli di Boston di più.
[Pling plong! Questo falso allarme ci è stato gentilmente offerto da: Sgrigna. Ce ne sono stati altri, oggi, ma questo era imbattibile.]
Cosa: una serie di falsi allarmi che hanno paralizzato la città.
La causa: dei pannelli elettronici luminosi disposti qua e là.
Sono stati scambiati per: bombe.
Invece servivano a: promuovere un cartone animato per adulti della Turner Broadcasting System.
E funzionavano a: pile.
Questo si chiama: guerrilla marketing.
Creativi arrestati: due.
Un po' stronzi, però: e certo.
Il sindaco di Boston si è: molto ma molto incattivito.
I pericolosi dispositivi raffiguravano: un robottino con la faccia scema e il dito medio alzato.
Erano stati disseminati in: dieci città. Boston, Los Angeles, Chicago, Atlanta, Seattle, Portland, Austin, San Francisco e Philadelphia.
Questo dimostra che: gli americani sono nervosi, ma quelli di Boston di più.
[Pling plong! Questo falso allarme ci è stato gentilmente offerto da: Sgrigna. Ce ne sono stati altri, oggi, ma questo era imbattibile.]
Etichette:
falsiallarmi
mercoledì, gennaio 31, 2007
Polonio a colazione
"- La Fata Turchina è un mercenario che agisce sempre da solo, un outsider internazionale della professione. Si pensa che possa essere una donna, ma neanche questo è sicuro al cento per cento. La Fata è invisibile, un fantasma. Spunta all'improvviso e scompare altrettanto misteriosamente. Riceve gli ordini in modo molto complicato, chiede cifre esorbitanti, è infallibile e riesce a stare a galla almeno da dieci anni. In questa professione è quasi un record.
- Un killer? - domandò Pavel.
- Non solo... Non si occupa semplicemente di liquidare le persone, ma anche di spionaggio industriale e di altre cose, purché ben pagate.
- Come fai a sapere che c'entra con l'omicidio Litovčenko?
- Ad agire è stata una sola persona, legata al giro criminoso di un uomo d'affari... Alcuni uomini molto ricchi interessati a sistemare la questione avrebbero potuto contattare la Fata per togliere di mezzo Litovčenko e i suoi documenti compromettenti...
- Allora è stata la Fata?
- No... - Vlad sospirò prima di continuare, - Come ho detto la Fata è una persona solitaria, non si fida di nessuno, usa metodi semplici e tradizionali... pallottole, lame, veleni. E i veleni che usa sono classici, come il cianuro e gli alcaloidi. Il Polonio-210 usato in questo caso è l'esatto opposto: per chi non sia legato a un'organizzazione potentissima è praticamente impossibile da trovare, e non è difficile rintracciarne la fonte. Quindi non è opera sua. E poi la Fata Turchina ha un alibi: quando Litovčenko è stato avvelenato, secondo informazioni affidabili stava lavorando negli Stati Uniti per il cartello dei narcotrafficanti colombiani".
Ebbene sì, nel giallo Colazione al polonio, buttato giù in tutta fretta dai prolifici Aleksandr e Natal'ja Tankov (autori di 85 polizieschi scritti con lo pseudonimo "Natal'ja Aleksandrovna"), Litvinenko diventa Litovčenko, Boris Berezovskij diventa Il'ja Borzovskij, il suo nuovo nome da Platon Elenin muta in Anton Milenin (e la moglie da Elena a Milena, per sicurezza).
Il Polonio-210 invece è proprio il Polonio-210, ma non vale.
Link
- Un killer? - domandò Pavel.
- Non solo... Non si occupa semplicemente di liquidare le persone, ma anche di spionaggio industriale e di altre cose, purché ben pagate.
- Come fai a sapere che c'entra con l'omicidio Litovčenko?
- Ad agire è stata una sola persona, legata al giro criminoso di un uomo d'affari... Alcuni uomini molto ricchi interessati a sistemare la questione avrebbero potuto contattare la Fata per togliere di mezzo Litovčenko e i suoi documenti compromettenti...
- Allora è stata la Fata?
- No... - Vlad sospirò prima di continuare, - Come ho detto la Fata è una persona solitaria, non si fida di nessuno, usa metodi semplici e tradizionali... pallottole, lame, veleni. E i veleni che usa sono classici, come il cianuro e gli alcaloidi. Il Polonio-210 usato in questo caso è l'esatto opposto: per chi non sia legato a un'organizzazione potentissima è praticamente impossibile da trovare, e non è difficile rintracciarne la fonte. Quindi non è opera sua. E poi la Fata Turchina ha un alibi: quando Litovčenko è stato avvelenato, secondo informazioni affidabili stava lavorando negli Stati Uniti per il cartello dei narcotrafficanti colombiani".
Ebbene sì, nel giallo Colazione al polonio, buttato giù in tutta fretta dai prolifici Aleksandr e Natal'ja Tankov (autori di 85 polizieschi scritti con lo pseudonimo "Natal'ja Aleksandrovna"), Litvinenko diventa Litovčenko, Boris Berezovskij diventa Il'ja Borzovskij, il suo nuovo nome da Platon Elenin muta in Anton Milenin (e la moglie da Elena a Milena, per sicurezza).
Il Polonio-210 invece è proprio il Polonio-210, ma non vale.
Link
Etichette:
Litvinenko,
polonio,
Russia
Iscriviti a:
Post (Atom)