Canzone del pugile sentimentale (1966)
di Vladimir Vysockij
Un colpo, un colpo, un altro colpo
Ancora un colpo ed ecco che
Boris Butkeev (Krasnodar)
Piazza il suo uppercut.
Mi stringe nell’angolo,
Io quasi gli sfuggo
Ma il suo uppercut mi stende
E non mi sento tanto bene.
E Butkeev pensava, mentre mi spaccava la mascella:
"Vivere è bello, la vita è bella!"
"Dieci, nove, otto" e al sette sono ancora steso,
Piangono a dirotto le mie compaesane.
Mi rialzo, mi butto, lo schivo
E segno perfino dei punti.
Non è vero che sto risparmiando
Le forze per la fine,
È che dall’infanzia non mi riesce
Di colpire un uomo in faccia.
E Butkeev pensava, mentre mi spaccava le costole:
"Vivere è bello, la vita è bella!"
Dalle tribune, fischi e urla:
"Attaccalo! È un vigliacco!"
Butkeev cerca il corpo a corpo
E io mi stringo alle corde.
Ma mi si butta addosso, è un siberiano
Cocciuto come tutti i suoi,
E io gli dico: "Sei uno scemo!
Sei stanco, eh? Riposati un po’".
Ma lui non ascolta e pensa, ansimando,
Che vivere è bello e che la vita è bella!
E continua a picchiare, porco d'un diavolo,
Questo dovrebbe stare nella polizia.
Che poi la boxe non è soltanto rissa, è uno sport
Per uomini coraggiosi eccetera.
Ma ecco che colpisce: una, due, tre volte,
Fino a perdere le forze.
L’arbitro mi alza il braccio
Che non ha tirato neanche un colpo.
Lui se ne stava a terra e pensava che la vita è bella.
Sarà bella per qualcuno; per altri, neanche un po'.