giovedì, novembre 22, 2007

Impara il russo con il Lipson!/21

Dopo la Donna Anormale, la Povera Katja!



Bednaja Katja

La povera Katia

Restoràn "Drùžba" - sàmyj šikàrnyj restoràn v nàšem gòrode. V ètom šikàrnom restoràne sidjàt ljùdi. Kto èti ljùdi? Ja vìžu, čto onì sàmye obrazòvannye ljùdi nàšego gòroda. Ved' onì sidjàt i govorjàt o sociològii, o topològii e ob etnològii. Kakàja kultùra!
Il ristorante "Amicizia" è il ristorante più elegante della nostra città. In questo elegante ristorante sono sedute delle persone. Chi sono queste persone? Vedo che sono le persone più istruite della nostra città. Infatti stanno sedute a parlare di sociologia, di topologia e di etnologia. Che cultura!

Počemù onì sidjàt v restoràne, v kotòrom ja rabòtaju? Kak izvèstno kàždomy ljubìtelju choròševo supa, sup, kotòryj ja gotòvlju, lùčšij sup v gòrode.
Perché stanno sedute nel ristorante in cui lavoro? Com'è noto a tutti gli amanti della buona zuppa, la zuppa che io preparo è la zuppa migliore della città.

Ves' den' ja stojù v kùchne restoràna e rubljù kapùstu. I kogdà ja ne rubljù kapùstu, ja čìšču gribỳ. Ves' den' ja rubljù i čìšču, čìšču i rubljù. Vse govorjàt s entuziàzmom o kapùste, kotòruju ja rubljù. Vse govorjàt s bol'šìm entuziàzmom o gribàch, kotòrye ja čìšču. No ich entuziàzm ne interesùet menjà. Ich aplodismènty ne interesùjut menjà. Kapùsta ne interesùet menjà, [c grùst'ju] ne govorjà užè o gribàch.
Tutto il giorno sto nella cucina del ristorante ad affettare il cavolo. E quando non affetto il cavolo, pulisco i funghi. Tutto il giorno affetto e pulisco, pulisco e affetto. Tutti parlano con entusiasmo del cavolo che affetto. Tutti parlano con grande entusiasmo dei funghi che pulisco. Ma non mi interessa il loro entusiasmo. Non mi interessano i loro applausi. Non mi interessa il cavolo, [con mestizia] per non parlare dei funghi.

Ja ne chočù čìstit'. Ja ne chočù rubìt'. Ja chočù sidèt v restoràne i kak vse obrazòvannye ljùdi govorìt' o sociològii, o topològii i ob etnològii. No ja neobrazòvannaja dèvuška, kotòraja ničegò ne znàet. Ja bèdnaja dèvuška, kotòraja rùbit kapùstu i čìstit gribỳ ves' den'.
Non voglio pulire. Non voglio affettare. Voglio sedermi al ristorante e come tutte le persone istruite parlare di sociologia, di topologia e di etnologia. Ma io sono una ragazza ignorante che non sa nulla. Sono una povera ragazza che affetta il cavolo e pulisce i funghi tutto il giorno.

File audio.

Misera Katja! È già un destino crudele restare chiusa in cucina mentre il resto del mondo civile discetta di sociologia, topologia ed etnologia.
Può accaderle di peggio?
Sì.
E cosa?
Sorelle sceme.
Bòže moj.



V restoràne tàkže sidjàt moì nedòbrye sëstry. Onì ničegò ne rùbjat. Onì ničegò ne čìstjat. Ves' den' moì nedòbrye sëstry šùtjat i chichìkajut.
Nel ristorante siedono anche le mie sorelle cattive. Non affettano niente. Non puliscono niente. Le mie sorelle cattive scherzano e ridacchiano tutto il giorno.

Odnà sestrà p'ët alkogòl'nye napìtki. Drugàja sestrà ležìt pod stolòm i chrapìt. Obrazòvannye ljùdi smòtrjat na neë s otvraščèniem. Vse znàjut, čto chrapèt v šikàrnom restoràne òčen' nekul'tùrno.
Una sorella beve bevande alcoliche. L'altra sorella sta stesa sotto il tavolo e russa. Le persone a modo la guardano con disgusto. Tutti sanno che russare in un ristorante elegante è molto maleducato.

[Sì, così dicono. Ma ecco che Katja si allontana dai fornelli e...]

O, ja vìžu knìgu, kotòraja ležìt na stolè. Niktò ne smòtrit na menjà. Mòžet byt', ja bùdu čitàt' nemnògo o sociològii, o topològii i ob etnològii. Bòže moj, kak ja chočù čitàt' o sociològii, o topològii i ob etnològii!
Oh, vedo un libro appoggiato sopra un tavolo. Nessuno mi sta guardando. Forse potrò leggere un po' di sociologia, di topologia e di etnologia. Mio Dio, desidero così tanto leggere di sociologia, di topologia e di etnologia!

[Vana illusione!]

Sestrà Sònja kričìt: "Kàtja! Čto ty čitàeš'?"
I drugàja sestrà tože kričìt: "Kàtja! Počemù ty ne rùbiš'?
Ja drožù ot stràcha.
Sorella Sonja urla: "Katja! Cosa stai leggendo?"
E anche l'altra sorella urla: "Katja! Perché non stai affettando?"
Io tremo per la paura.

[Scatto di orgoglio di Katja]

Dorogìe sëstry, ves' den' vy šùtite i chichìkaete. Ja ne šučù i ne chichìkaju. Ves' den' vy p'ëte, a ja nikogdà ne p'jù. Ves' den' vy kričìte na menjà. Ja nikogdà ne kričù na vas. Dorogìe sëstri, ja òčen' ràda rubìt' vàšu kapùstu i čìstit' vaši gribỳ. No kogdà ja rubljù, ja chočù čitàt' o sociològii, o topològii i ob etnològii. Vse drugìe ljùdi čitàiut o sociològii, o topològii i ob etnològii. Vse, krome menjà.
Care sorelle, voi scherzate e ridacchiate tutto il giorno. Io non scherzo e non ridacchio. Voi bevete tutto il giorno, e io non bevo mai. Voi mi sgridate tutto il giorno. Io non vi sgrido mai. Care sorelle, io sono molto felice di affettare il vostro cavolo e di pulire i vostri funghi. Ma quando affetto, voglio leggere di sociologia, di topologia e di etnologia. Tutte le altre persone leggono di sociologia, di topologia e di etnologia. Tutte, tranne me.

[Era un falso allarme. Abbiamo un nuovo calo di autostima]

Onì ne slùšajut menjà. Niktò ne slùšaet menjà. Niktò ne ljùbit menjà. Ja zabỳta. Ja odnà.
Non mi ascoltano. Nessuno mi ascolta. Nessuno mi ama. Sono stata dimenticata. Sono sola.

[Bastonata finale]

Ne tòčno, Kàtja. Mòžet byt', ty odnà, no ne zabỳta. Kàždyj ljubìtel' choròšego sùpa pòmnit o tebè.
Non è esatto, Katja. Forse sei sola, ma non dimenticata. Ogni amante della buona zuppa si ricorda di te.

File audio.

1. L'autore della riflessione finale dev'essere il professor Schulz.
2. Comunque la topologia è un casino.
3. Magari le sorelle Hilton sono le sommelier del ristorante e la loro è una malattia professionale.
4. O magari no.
5. Ma è lo stesso posto frequentato dalla donna anormale?
6. Altrimenti, come si spiegherebbe tutta questa gente scalza?
8. E questo fumo di sigaro?
9. Io comunque nella zuppa ci metterei qualche carota, per il colore.
10. Anche se un'amanita phalloides in mezzo a tanti finferli resta sempre un'opzione valida.
11. E chi volete che se ne accorga.
12. Ma tutto questo non ha importanza.
13. Perché Katja sta per scoprire il minestrone surgelato.
14. Che è una bella comodità.
15. Perché comunque la si veda.
16. Quello trascorso a pulire e affettare è tutto tempo rubato alla topologia.

martedì, novembre 20, 2007

Il satanista e la bionda

Igruša: – Guarda: lui è un satanista, io sono una bionda alla moda! E STIAMO INSIEME! Cosa dimostra, questo? Che gli opposti si attraggono!
MiNja: – No, dimostra che presto ci sarà un sacrificio umano.

Fonte: Bash.org.ru.

lunedì, novembre 19, 2007

Tanzing!

Questi, credetemi, si chiamano ДжаниРадари, cioè GianniRodari (o meglio, Radari: la o non accentata si pronuncia a). Li ho notati la scorsa notte su Ru.tv* e li ho trovati perfetti per una giornata di auguri. Il testo non è importante e può essere comodamente riprodotto con il sistema Fjodor, è però fondamentale dimenarsi come le signorine nel video.
С днём рождения, Маршалл!




*chiamiamolo aggiornamento professionale; le cose che si imparano grazie agli sms in sovrimpressione.


venerdì, novembre 16, 2007

Impara il russo con il Lipson!/20

Oggi abbiamo un caso delicato: La Donna Anormale. Cliccate per ingrandire il testo.



Nenormal'naja ženščinaLa donna anormale

Ja nenormàl'naja žènščina. Moj dorogòj muž ljùbit svojù ženù. Èsli by on znal, čto by on skazàl?! Moì dorogìe dèti ljùbjat svojù màmu. Èsli by onì znali, čto by onì podùmali?!
Io sono una donna anormale. Il mio caro marito ama sua moglie. Se sapesse, cosa direbbe?! I miei cari bambini amano la loro mamma, Se sapessero, cosa penserebbero?!

Znàete li vy, gde ja segòdnja bylà? I znàete, čto dèlala? V gòrode est' odìn šikàrnyj restoràn. Ja bylà tam zèlyj den'. Tam bỳli i drugìe žènščini. Onì pìli čaj i voobščè velì sebjà chorošò. A ja pilà vòdku i voobščè velà sebjà òčen' nechorošò. Onì slùšali klassìčeskuju mùzyku, pokà ja sidèla pod stolòm i kurìla bol'šìe čërnye sigàry. Pokà onì govorìli o kul'tùre i žìzni, ja ukràla vse ich tùfli. I pokà ja ukràla ich tùfli, ja plàkala.
Sapete dove sono stata oggi? E sapete cos'ho fatto? In città c'è un ristorante elegante. Sono stata là tutto il giorno. C'erano anche altre donne. Bevevano il tè e in generale si comportavano bene. Invece io bevevo vodka e in generale mi comportavo molto male. Loro ascoltavano musica classica, e intanto io stavo seduta sotto il tavolo e fumavo grossi sigari neri. Mentre parlavano di cultura e di vita, io ho rubato loro tutte le scarpe. E mentre rubavo le loro scarpe piangevo.

Počemù? Počemù ja vsë èto sdelala?
Ja ne chotèla vestì sebjà plòcho.
Ja ne chotèla kurìt' bol'šìe čërnye sigàry.
Ja ne chotèla kràst' vse ich tùfli.
Perché? Perché ho fatto tutto questo?
Io non volevo comportarmi male.
Io non volevo fumare grossi sigari neri.
Io non volevo rubare tutte le loro scarpe.

Bože moj, dòktor Šul'c! Počemù? Počemù že?
Mio dio, dottor Schulz! Perché? Perché?

File audio.

1. Messaggio educativo: finire sotto il tavolo, ubriacarsi di vodka, rubare scarpe e fumare grossi sigari è male.
2. Però è divertente, oh se lo è.
4. E con le scarpe si può organizzare un interessante mercatino.
5. Con i ricavi, comprarsi vodka, sigari e un buon analista.
6. E poi fuggire a Blinsk Ovest e pubblicare in inglese un libro sugli orrori del socialismo, Vodka, shoes, and cigars. Memories of a concrete-worker's wife.
7. Fidanzarsi con un oligarca contumace.
8. O con il suo conto svizzero.
9. Sono cose che aiutano, in caso di balla triste.
10. Insomma, direi.
11. Tutto, tranne chiedere consiglio al dottor Schulz, noto esperto di betoniere.

mercoledì, novembre 14, 2007

Rica

Sabato ho dato il mio primo passaggio a un autostoppista.
Rica, 89 anni, di ritorno a Straccis dopo il viaggio quotidiano al cimitero. L'ho trovata in via Trieste, vestita troppo poco e a strati, con le borse della spesa appoggiate sul marciapiede, i capelli spettinati dal vento e il regolamentare pollice esposto in direzione nord.
Si è seduta, si è lasciata agganciare la cintura, ha sistemato sulle ginocchia la borsetta da cui spuntavano rose e narcisi di plastica e ha sospirato. Odorava di nylon, caramelle tipo Pinovis e 4711.
"Come xe, signora, la sta comoda?"
"Come un papa, ninina. Come un papa".

martedì, novembre 13, 2007

AAA tramacce-Playmobilio cercansi

Il miglior pakette giunge inatteso e vichingo...
Atti del Demiurgo, novembre 2007

Compagni, abbiamo bisogno di tramacce per il Playmobilio-Welt: siete tutti invitati a collaborare proponendo svolte, rivelazioni e complicazioni. Sono ammessi colpi bassi, licenze geopoetiche, sorprendenti agnizioni, afflati omerici, profezie, la solita propaganda delfica e un senso fjodoriano della storia.

Intanto, grosse novità in casa Demiurgo. Tra parentesi, la traduzione in scrittura fonetica Fjodor, un po' perché è la lingua franca del PW, un po' perché non vogliamo che si creino equivoci sul nostro livello di maturità (finisce sempre che ci idealizzano).



Salve, sono un pacchettino.
[Ai, ai em e lidl peket].


Sono il prezioso dono della signora Fjodor al suo caro marito.
[Ai em Missis Fjodor's prescios ghift tu er bilovd asband].


Perché la signora Fjodor è una moglie molto paziente e affettuosa.
[Bicos Missis Fjodor is e veri pescient end lovin uaif].

Molto molto paziente con voi tutti.
[Veri veri pescient uid iu oll].


Ricordatevelo, questo.
[Ochei, ochei].




Incredibile sorpresa!
[Anbilivabol surprais!]
Del Playmobilio!
[Sam Pleimobilio!]
Nuovi combattenti per la libertà!
[Mai god, niu trups. A seerg!]

Vediamoli.
[Lets teic e luk].


Come passare, con i passi dei Pirenei controllati dagli Iberici del Barone Rosso?
Niente paura, mano ai remi!
[Tri desperit pipol on a smoll bout wid a fleg, unzovaiter].
Chi sono?
[U ar dei?]


Giungono dalla lontana e isolata Lusitania, con soldoni nel baule e alcolizzata al seguito.
[Dei cam from the rimout province of Lusitania, uid a nais end tipsi iang uom'n and a coffer full ov trezurs].
Idee?
[Eni aidias?]

Forse la povera alcolizzata al penultimo stadio ("Non beve dalla bottiglia", Atti della signora Dichtung, novembre 2007) è... ?
[Meibi di nais end tipsi iang uom'n is... ?]

[continua... ]

VVP e l'arma strategica - 2

[per la prima parte, scalate di un post]

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e osservava pensosamente le fotografie delle conseguenze dell'imposizione delle mani di quel tizio misterioso, Petrovič, sul suo presidenziale mappamondo.
- E adesso che fare? - brontolò Vladimir Vladimirovič™ esaminando le immagini delle petroliere naufragate.
A un tratto le imponenti porte si spalancarono e nello studio presidenziale entrò con passo veloce il ministro della difesa Anatolij Eduardovič Serdjukov.
- Bratello! - esclamò tutto contento Anatolij Eduardovič.
- Di nuovo tu?! - strillò Vladimir Vladimirovič™.
- E allora? - si stupì il ministro, - Non sei contento? Ho avuto un'altra idea. Geniale!
- Con le tue idee ci hai distrutto mezza flotta, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Non occorre far di meglio.
- Occorre, occorre, - disse Anatolij Eduardovič, avvicinandosi alla scrivania presidenziale e mettendosi a sedere, - Ho preparato un piano di azionariato per il ministero della difesa.
- Cosa?! - Vladimir Vladimirovič™ non capiva, - In che senso, azionariato?! Ma mi siete andati tutti fuori di testa, in quel ministero?!
- Tu non capisci, - il sorriso di Anatolij Eduardovič si allargò, - Quando commerciavo in mobili ho avuto a che fare con dei banditi. E sai cosa ho fatto per impedire che non dessero fuoco al nostro magazzino e lo risparmiassero?
- Hai pagato i banditi? - azzardò Vladimir Vladimirovič™.
- Esatto! - esclamò il ministro della difesa.
- Ma cosa c'entra il ministero della difesa? - Vladimir Vladimirovič™ continuava a non capire.
- Che differenza c'è tra il ministero della difesa e il magazzino di un mobilificio? - Anatolij Eduardovič allargò le braccia, - Il mio piano è semplice semplice. Trasformiamo il ministero della difesa in una società per azioni, poi andiamo in borsa e gli altri comprano!
- Comprano. E cosa, comprano? - domandò Vladimir Vladimirovič™.
- Comprano che a nessuno venga mai l'idea di farci la guerra! - spiegò solennemente il ministro della difesa, - E il sistema anti-missile nella Repubblica Ceca e in Polonia ci difenderà! E anche tutta la NATO ci difenderà!
- Hm... - bofonchiò Vladimir Vladimirovič™, - Piano pericoloso. Non so neanche se...
- Cosa c'è da sapere?! - Anatolij Eduardovič si alzò di scatto dalla sedia, - Quegli altri riuniranno la NATO e ci proteggeranno! E noi manderemo a casa l'esercito, chiuderemo le basi militari, risparmieremo un fracco di soldi! E poi...
- E poi, cosa? - domandò terrorizzato Vladimir Vladimirovič™.
- E poi... - il ministro della difesa fece una breve pausa a effetto, - E poi scateniamo Petrovič!
Vladimir Vladimirovič™ sbiancò.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

VVP e l'arma strategica

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e pensava dove avrebbe potuto spedire il primo ministro Viktor Alekseevič Zubkov per impedirgli di diventare troppo potente.
A un tratto le imponenti porte dello studio presidenziale si spalancarono per lasciar entrare il ministro della difesa Anatolij Eduardovič Serdjukov e uno sconosciuto che indossava un giubbotto imbottito.
- Ascolta, bratello, - disse tutto allegro Anatolij Eduardovič, - Va' chi ho trovato.
E Anatolij Eduardovič diede una piccola pacca sulla schiena dello sconosciuto, che fece un passo avanti.
- Chi è 'sto qua? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- Arma strategica, - il ministro della difesa abbassò la voce, - Petrovič, il nome è segreto. Lavorava da noi nel reparto spedizioni.
- E cosa sa fare? - domandò Vladimir Vladimirovič™.
- Sa provocare tempeste, - rispose in un sussurro Anatolij Eduardovič.
- Tutto qua? - si stupì Vladimir Vladimirovič™, - Ma guarda che tanti lo sanno fare. Li ho visti al cinema. Si chiamano X-Men.
- Tu non capisci, - sorrise il ministro, - Lui sa farlo a distanza. Hai una cartina?
- Quale cartina? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- Una cartina qualsiasi, - rispose Anatolij Eduardovič, - Su, per esempio quel mappamondo...
Vladimir Vladimirovič™ fece un cenno col capo in direzione dell'enorme mappamondo situato in un angolo del suo studio. Anatolij Eduardovič diede un'altra piccola pacca sulla schiena dell'uomo. Questi si avvicinò al mappamondo e vi appoggiò sopra il palmo ruvido.
- Eh, ma vacci piano! - esclamò preoccupato il ministro della difesa, - Guarda dove hai messo le mani! Questa è la Russia! Mettile sull'Africa, mettile!
Petrovič staccò la mano dal mappamondo e osservò pensosamente la superficie colorata.
- L'Africa, e dov'è? - domandò con voce rauca al ministro.
- Ma sì, ma sì, al diavolo l'Africa, va', - borbottò Anatolij Eduardovič, - Basta, per ora.
- Come? - domandò Vladimir Vladimirovič™ senza capire, - E adesso cosa succede?
- Accendi la radio, - disse Anatolij Eduardovič, - Dovrebbe essere... cos'è che abbiamo da quelle parti... Kerč? Mar Nero? Beh, vorrà dire che lì ci sarà una tempesta. Noi comunque adesso andiamo, sì? Lo chiudo da qualche parte ché non si sa mai. Tipo. E poi torno, eh.
Il ministro e Petrovič uscirono.
- Ma facessero qualcosa di utile, - brontolò Vladimir Vladimirovič™, stringendosi nelle presidenziali spalle, - No, invece trascinano qua un povero diavolo... ma che casino.
E Vladimir Vladimirovič™ tornò a pensare dove avrebbe potuto spedire il primo ministro Viktor Alekseevič Zubkov per impedirgli di diventare troppo potente.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

[Nota: Zubkov è stato spedito a Kerč]

lunedì, novembre 12, 2007

Black and proud

Esempio di traduttore automatico politicamente corretto:



In russo la frase "La nostra gatta ha partorito tre gattini: due bianchi e uno nero" diventa (lasciando perdere le altre piccole imprecisioni): "La nostra gatta ha partorito tre gattini: due bianchi e uno afroamericano".

I traduttori automatici non sono stupidi, sono solo diversamente intelligenti.

(via learn russian)

domenica, novembre 11, 2007

Diventa più intelligente con Google/14

Abbiamo un'emergenza nelle query:



Ты выйдешь за меня?
Ty vyjdešč za menja?
(scrittura fonetica viva là e po' bon: Ti vìdiesc za mignjà? la z come la s di rosa)

oppure perché non un più suicida "Sposiamoci", già che ci siamo?
Давай поженимся
Davaj poženimsja
(sfvlepb: Davài paženìmsia, la ž è come la j frònscèse)

[Warning: kids, don't try this at home]

venerdì, novembre 09, 2007

L'esercitazione

– Papà, e allora. Il marsupio?
– Chi te l'ha detto?
– Fonti che preferiscono restare anonime.
– Beh, il marsupio è stato dimenticato sul pontile ma poi recuperato.
– Dopo due ore, Elio.
– Recuperato, tutto a posto.
– Manu che giornata... Prima il marsupio con tutti i documenti dentro.
– Poi mi sono dimenticato i finestrini dell'auto abbassati, càpita.
– A novembre, papà.
– Un novembre caldo.
– Ci ha citofonato il De Luca.
– Ma mentre io andavo a riprendere il marsupio, tua madre ha ben pensato di rovesciare un chilo di zucchero sul pavimento della cucina.
– Poi, esausti, ci siamo fatti un caffè.
– Ma al posto dello zucchero aveva messo il sale.
– E così...
– Ci siamo detti non raccontiamolo alla Manu che si preoccupa.
– Non capirebbe mai, penserebbe che è Alzheimer. Insieme, che sfiga.
– E invece?
– Tutto sotto controllo, no, Elio?
– Era un'esercitazione congiunta.
– Ne facciamo, a volte.
– Perfettamente riuscita.
– Tranquilla, adesso? Cocchina?

mercoledì, novembre 07, 2007

VVP e i Quaderni

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin si avvicinò a una parete del suo studio all'interno del Cremlino e aprì una porticina dall'aspetto poco vistoso. Vladimir Vladimirovič™ fece scorrere la presidenziale mano sulla superficie grezza del muro, premette un interruttore e lo stanzino presidenziale si illuminò di una luce fioca. Vladimir Vladimirovič™ entrò, superò un'antica vetrinetta dov'erano custoditi il piede di Šamil Basaev, la mano di Ruslan Gelaev e un cofanetto con l'occhio di Aslan Maschadov. Vladimir Vladimirovič™ passò oltre una cassaforte nella quale era conservata la pistola con cui era stato ucciso il cantante Igor' Vladimirovič Tal'kov.
Vladimir Vladimirovič™ si accostò a una cassa che conteneva la terra santa donata a Lenin dai mahatma himalayani, spostò gli sci con su scritto "Putin" e si chinò. Vladimir Vladimirovič™ afferrò con le presidenziali mani la cassa piena di terra e la scostò faticosamente dalla parete. Dietro alla scatola si trovava una porticina simile a quella di una stufa, una porticina di platino con falce e martello dorati sulla superficie opaca. Vladimir Vladimirovič™ girò la maniglia, aprì la porticina, infilò il palmo della mano nell'apertura ed estrasse due grossi quaderni ingialliti dal tempo. Vladimir Vladimirovič™ appoggiò i quaderni per terra, chiuse la porticina, rimise a posto la cassa piena di terra e gli sci. Poi Vladimir Vladimirovič™ prese i quaderni, uscì dallo stanzino, spense la luce e chiuse la porta.
Vladimir Vladimirovič™ si avvicinò alla scrivania presidenziale e vi appoggiò sopra i quaderni. Sulla copertina del quaderno di sinistra era scritto con il latte: "Piano di Lenin". Sulla copertina del quaderno di destra era scritto con la matita chimica: "Piano di Stalin".
Vladimir Vladimirovič™ sedette sulla sua poltrona presidenziale, aprì un cassetto della scrivania e ne estrasse un grosso quaderno. Sulla copertina di quel quaderno Vladimir Vladimirovič™ scrisse con la presidenziale stilografica "Parker": "Piano di Putin".
Poi Vladimir Vladimirovič™ aprì i tre quaderni e si mise a copiare.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

martedì, novembre 06, 2007

Il mostro della razza tamarra*

Il magazine del Kommersant' dedica un lungo articolo al nostro eroe, "il primo fenomeno canoro russo della rete", Pëtr Nalič. Riassumo: record di accessi al video di YouTube, gente che nei blog scrive "Questa canzone mi sta mangiando il cervello", successo in gran misura dovuto all'inglese boratizzato, alla simpatia del personaggio e alla sua aria padonka, al fatto che il ruolo della "Yaguar" sia affidato a una vecchia "Žiguli" ferma nel cortile di una dača.

Pëtr Nalič è un moscovita di 26 anni con un quarto di sangue bosniaco (il nonno bosniaco era cantante d'opera). Gli pacciono i Mumij Troll e non gli piacciono i White Stripes, da piccolo è andato alla scuola di musica Majakovskij, da ragazzino faceva il cantante in un gruppo hard-rock. Poi si è iscritto all'Istituto moscovita di architettura (il МАрхИ). Infine, dopo un paio di progetti non memorabili, ha lasciato il tecnigrafo per dedicarsi nuovamente alla musica: un'amica gli ha detto che ha una bella voce da tenore e lui ha cominciato a prendere lezioni di canto.

"Gitar" risale a ben quattro anni fa. Canzone e video passano inosservati per un bel po'. Sbarcano su YouTube la scorsa primavera, ma gli accessi cominciano ad aumentare solo un mese fa. Grazie ai blog russi [e non solo russi, ci sentiamo di affermare, n.d.C.C.] alla fine di ottobre "Gitar" aveva fatto 80.000 accessi, "più dell'ultimo video di Zemfira" (la rockstar russa per eccellenza).

Ma ci sembra possibile che Nalič abbia un suo gruppo e che abbia mai inciso qualcosa? Dice di aver fatto un concerto, sì, ma un anno fa: "C'erano i compagni di università, ragazzine che urlavano, e quando ci sono ragazzine che urlano sembra sempre che ci sia più gente", minimizza.

Adesso, vittima dell'involontario successo e della straordinaria richiesta, gli toccherà (ommioddio) formare un gruppo ed esibirsi. Si prevede che "Gitar" sarà il successone delle feste di fine anno e delle serate aziendali: la cantano già in tutti gli uffici di Mosca.
È dunque ormai chiaro che "Gitar" è la protagonista dell'anno musicale e lo schivo signor Nalič uno dei suoi principali eroi.

Ma il nostro non ha mica tutta questa voglia di fare lo tzigano a vita.
"È una storia perfetta per una commedia," - dice, - "Una canzone da tamarri che improvvisamente diventa un bisogno primario per tutti".

Intanto sul suo sito è apparsa in questi giorni la scritta: "Compagni, il sito è costruzione perché adesso sto scrivendo tante tante canzoni".

Never bin cleverrr bicos nid it neverrr.

Se non ci inventiamo qualcosa "Ghitarr ghitarr ghitarr" si mangerà quel che resta del nostro cervello di qui alla fine dell'anno.
Però, kakìe večerinki!

Ghitarr ghitarr ghitarr

Update: intervista su Izvestija, con esecuzione "seria" (in borghese accanto a mappamondo e su sfondo di austere foto d'epoca sovietica):

Link

*il titolo è Copyleft Fjodor: dunque potete riprendere quest'espressione e diffonderla senza fini di lucro, a patto che ne citiate l'autore e la fonte e aggiungiate un bel "Viva il Playmobilio" (che mette allegria).

lunedì, novembre 05, 2007

Anch'io! sono un mostro della razza umana

A questo punto si rendono necessari i badge.



Copia e incolla questo codice:






Oppure questo:



Il paese è piccolo il Piave mormora

– Pronto!
– Ciao mamma, come va?
– Bene, come mai non rispondevi?
– Telefono in borsa. Che fate?
– Niente eravamo al mercatino di Piazzutta...
– Ah, c'era il mercatino?
– Si, be', poche cose. Un mucchio di fotografie.
– Bello.
– Nelle foto c'era anche una che mi somigliava, i panorami erano quelli...
– Ma va'?
– Sì sì, tipo il Piave, eccetera...
– Il Piave.
– ... e allora ho pensato: sta' a vedere che la Manu ha venduto le mie foto.
– Mamma!
– Capace. E così ho detto: Elio, meglio che andiamo, va'.
– Ma ti prego.
– Mica ho detto che venderesti tua madre.
– ...
– Solo le foto.

venerdì, novembre 02, 2007

Per scelta

– No è che io non c'ho la tv per scelta.
– Va bene, ma io cosa c'entro.
– Avevo voglia di guardare Annozero.
– Sono preoccupanti, queste voglie.
– Senti, ma da quando in qua Tremonti parla come il subcomandante Marcos?
– Sè.
– Chi è quello lì davanti alla Tour Eiffel?
– Rampini.
– Mii, Funari è vivo!
– Scolta, bratello, comprarsi una tv?
– Ma no, ce l'hai già tu. Non fare caso alla mia faccia. È che non sono abituato.
– Chiudi la bocca, almeno. Mi sbavi sul divano.
– Ci facciamo una piada?
– Nnnnh.
– Come quando eravamo giovani?
– ...
– Come quando eravamo giovani e belli e c'era l'URSS?
– Vuoi diventare una sagoma di gesso sul pavimento? A Porta a Porta?
– Zitta zitta zitta che c'è la pubblicità!

mercoledì, ottobre 31, 2007

La prima tastiera blondinka-friendly del mondo

Gli argomenti più discussi oggi nei blog russi:


1. l'attentato a Tol'jatti;
2. Halloween;
3. la tastiera per bionde.

Che sarebbe poi questa (cliccare per ingrandire):



Ha tutta l'aria di un lavoretto in Photoshop, ma ne parlano anche i siti di informazione come lenta.ru, e sarebbe in vendita da OLDI.

Osserviamola meglio.

Il tasto esc è ribattezzato "NO!", la barra spaziatrice è il "Tasto più lungo che serve per distanziare le lettere", il maiuscolo "Per fare una lettera grande", il blocca-maiuscole "Per fare tante lettere grandi" e shift "Se voglio scrivere il mio nome devo cominciare con questo tasto". "Invio" è "Il mio tasto preferito OK e anche il più grande". Tutta la fila superiore compone la scritta "Tasti inutili". "Altro tasto inutile" contrassegna i vari ctrl e alt. Segnalo anche un paio di deliziosi "bandierina boh" (libera traduzione mia) e "=" chiamato "trattino e ancora trattino".

Impara il russo con il Lipson!/19

Oggi vi insegno a dire una cosa utilissima, fate attenzione a questo piccolo battibecco (cliccate per ingrandire):



- Na slèdujuščij raz prigotòv'te ves' uròk! Jàsno?
- Èto slìškom mnògo.
- Ne dlja menjà.
- Ja ne takòj gènij, kak vy.
- Tem chùže dlja vas.
- [drožà] Ìzverg ròda čelovèčeskogo!

- Per la prossima volta preparate tutta la lezione! Chiaro?
- È troppo.
- Non per me.
- Io non sono un genio come lei.
- Allora peggio per lei.
- [tremando] Mostro della razza umana!

File audio.

Adesso lo sapete. Izverg roda čelovèčeskogo (sì, sentito bene: è uno di quei casi in cui la g si pronuncia v: cielavieceskava): ìzvierkròdacielavièceskava.

Mostro della razza umana. Chi non ne conosce almeno uno.

VVP e il poligono

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e si preparava ai dibattiti pre-elettorali di "Russia Unita". Sulla scrivania di Vladimir Vladimirovič™ squillò il telefono. Vladimir Vladimirovič™ sollevò il ricevitore senza indugio.
- Ascolta, bratello, - nel ricevitore risuonò una voce bassa e insinuante, - Come ti va?
- Come, come mi va - Vladimir Vladimirovič™ non capiva, - Chi è? Da dove chiama?
- Che differenza fa, sapere chi sono, - disse quietamente la voce, - Sei andato alla cerimonia al poligono di Butovo?
- Sì che ci sono andato, - annuì Vladimir Vladimirovič™.
- E allora, come ti è sembrato? - domandò piano la voce.
- Che enorme tragedia, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Dobbiamo ricordarla e... e insomma, cose così.
- Sì, tu ricorda, ricorda, - disse piano la voce, - Noi intanto abbiamo tenuto tutto in ordine, sai. Possiamo riaprire anche domani e lavorare, lavorare, lavorare. Cioè, se serve di nuovo il poligono, basta che ce lo dici.
- Perché dovrebbe servire? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva, ma lo sconosciuto aveva già riagganciato.
Vladimir Vladimirovič™ si strinse nelle presidenziali spalle e ritornò ai suoi dibattiti pre-elettorali.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

giovedì, ottobre 25, 2007

VVP e la lista

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e scriveva gli auguri di compleanno al governatore della Čukotka Roman Arkad'evič Abramovič.
- Roma caro! - scrisse Vladimir Vladimirovič™ sul suo foglio di carta intestata, - Bratello!
A un tratto le imponenti porte dello studio presidenziale si aprirono e nella stanza entrò muovendosi sui suoi piccoli cingoli il presidente della Duma, l'androide Boris Gryzlov.
- Che guaio! - urlò dalla soglia il presidente.
- Che accade?! - domandò Vladimir Vladimirovič™ sobbalzando sulla poltrona presidenziale, - Va a fuoco qualcosa?
- Adesso sei il primo della nostra lista elettorale, - cigolò l'androide, - Fai un po' tu.
- E allora? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- Da quando sei capolista, - spiegò il presidente, - Fanno tutti a gara per entrare nel partito! Di corsa!
- E questo è bene! - Vladimir Vladimirovič™ sorrise.
- Ma quale bene? - gli occhi dell'androide lampeggiarono, - Il carburante non basterà per tutti! Aumenterà il prezzo della benzina!
- A questo non avevo pensato, - borbottò Vladimir Vladimirovič™, - Boh, allora... bisogna chiudere le iscrizioni al partito?
- Non l'ho proposto io, sia chiaro! - il presidente sferragliò, si voltò e uscì dallo studio lasciandosi dietro una nuvoletta di fumo grigio-azzurro.
Vladimir Vladimirovič™ restò in ascolto del presidenziale se stesso. Ronzava sommessamente.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

mercoledì, ottobre 24, 2007

VVP e la Žiguli

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e si studiava il programma del partito "Russia Unita". Sulla scrivania di Vladimir Vladimirovič™ prese a squillare il telefono. Vladimir Vladimirovič™ afferrò subito il ricevitore.
- Ascolta, bratello, - nel ricevitore risuonò la voce del vice capo dell'Amministrazione Vladislav Jur'evič Surkov, - Accendi la tv.
Vladimir Vladimirovič™ premette un pulsante del suo pannello presidenziale e sulla parete di fronte si accese uno schermo enorme. Apparve un tizio con i capelli lunghi e la giacca di pelle seduto in riva a un lago.
- Che è sta roba? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- 'Speta, adesso canta - rispose Jur'evič.
- Ghitarr ghitarr ghitarr, - si mise a cantare il tizio, saltellando con la chitarra in mano, - Cam tu mai buduàr...
- Che delirio... - borbottò Vladimir Vladimirovič™.
- Ghitarr ghitarr ghitarr, - cantava il tizio, adesso a bordo di una "Žiguli" ferma, - Giamp tu mai yaguar...
- Chi è, uno di Saranno Famosi? - domandò Vladimir Vladimirovič™.
- Ma no, - spiegò Vladislav Jur'evič, - Non so chi sia. Però ho pensato: perché non ti compri una "Žiguli"? Fa una gran bella figura. La "Volga" è un po' antidemocratica. E la "ZAZ", beh, è ridicola.
- Una "Žiguli"? - rifletté Vladimir Vladimirovič™, - Mh, forse...
- Ghitarr ghitarr ghitarr, - cantava il tizio sullo schermo, saltellando tra le betulline, - Cam tu mai buduarrr...

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

martedì, ottobre 23, 2007

Gitar Gitar Gitar

Vi avverto: tunnel pesante.

Peter Nalič, "Gitar Gitar Gitar":



Ritornello (scrittura fonetica Fjodor):
Gitar gitar gitar gitar
cam tu ma buduàr
beibe
iu ev a possabiliti
ple id uid mi.

Gitar gitar gitar gitar
giamp tu ma yaguar
beibe
iu ev a possabiliti
plei id uid mi

[Il tutto, a bordo di una Žiguli ferma. Non pretendo neanche che mi ringraziate.]

Sindrome Austeniana

[una sera dopo cena, D. ed F.]

– Avrei voglia di qualcosa di caldo...
– Caffè?
– Hm, no...
– Tè? Tisana? Camomilla?
– N-noooo....
– Ovomaltina, Nesquik, Orzobimbo bim bum bam?
– No, no, grazie.
– Ma allora?
– Mah, fondamentalmente la mia è solo voglia di tenere una tazza tra le mani.

[poi, lei a me: "Devono essere tutte quelle repliche dell'Ispettore Barnaby"]

lunedì, ottobre 22, 2007

Un Terrestre in Casa

– Mi cercheresti il film Doppia immagine nello spazio, 1969?
– Certo.
– Perché mi manca. Vuoi sapere la storia?
– Anche no.
– Guarda che è molto bella. Un uomo viene mandato nello spazio, poi fa ritorno sulla Terra ma non è davvero la Terra, è un altro pianeta del tutto uguale.
– Ma va'.
– Come fa ad accorgersi che non è la Terra, visto che è tutto uguale, dirai tu.
– Dirò io.
– Le scritte sono al contrario!
– Apperò.
– Eh?
– Eh.
– E perché quelli del pianeta uguale alla Terra non fanno una piega quando questo gli arriva lì?
– Perché?
– Perché anche loro avevano mandato un uomo nello Spazio!
– Contemporaneamente?
– Specularmente.
– Tutto doppio.
– Ammetto che la trama è un po' da seguire.

venerdì, ottobre 19, 2007

Parlo solo con il presidente

Andrej Kolesnikov del Kommersant' a proposito della linea diretta di Putin con i cittadini:

"Le sorprese sono continuate. L'apoteosi è arrivata grazie a una signora che ha fatto così irruzione nella diretta telefonica, evidentemente reduce da una lunga discussione con gli operatori:
'Non voglio parlare con lei. Io parlo solo con il presidente!'
'La ascolto,' - ha detto il presidente.
'È lei?'
'Io'.
'Davvero è lei?'
'Davvero'.
'E anche prima era lei??!'
(A questo punto la sua voce tradiva un notevole dose di diffidenza).
'Anche prima ero io, sì'.
(Il signor Putin, a quanto pare, rispondendo d'impulso si era preso anche la responsabilità del colloquio della donna con gli operatori).
'Oi, Signore, grazie di tutto! Davvero grazie di tutto!'

C'è stata, a quel punto, la netta impressione che la signora parlasse davvero con il Signore (e non solo con il suo)".

Link


giovedì, ottobre 18, 2007

VVP risponde

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Vladimir Vladimirovič™, - domandò a Vladimir Vladimirovič™ il conduttore Brilev, - Come ricorderà l'anno passato?
- Come prima cosa voglio fare a tutti le mie congratulazioni per il calcio, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Comunque la cosa che mi è piaciuta di più dell'anno passato è stata tutta questa storia sui miei successori. Riuscita bene, vero? Che risate. Meglio di quanto mi aspettassi.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Ho proprio qui delle cifre... - bofonchiò Vladimir Vladimirovič™, senza staccare gli occhi dal suo bloc notes, - Tre, sedici, ottantaquattro. Sei e due, sette e otto. Quindici. Sessantasette. Due. Quattordici e tre. Tredici e quattro. Percentuale del cinque virgola dieci. Percentuale del venti virgola uno. Un anno e mezzo-due anni fa. Sei e cinquanta. Cinque e trenta. Seicentomila persone. Otto e cinque. Due mesi e mezzo. Fino a mille rubli. Cinquecento e anche più.
- Apperò, - rispose il conduttore Brilev, - Passiamo ora al collegamento con le città.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, Vladimir Vladimirovič™, - disse il conduttore Ernest Mackjavičus, che chissà come era finito a Vladivostok, - Proprio in questo momento è arrivato un gruppo di abitanti dell'isola Russkij. Cominciamo con loro.
- Egregio Vladimir Vladimirovič™, - disse una donna dai capelli rossi, fissando la telecamera, - È molto caro prendere l'aereo! Cosa dobbiamo fare? Siamo tagliati fuori dalla Russia.
- È caro? - si stupì Vladimir Vladimirovič™, - Ma è comodo. Io lo prendo tutti i giorni, e niente da dire.
- Ma noi viviamo su un'isola! - disse la donna, - Riponiamo tante speranze nel summit e in lei! Che ne sarà di noi quando lascerà la presidenza?!
- Questa è una grande questione per tutto il paese, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Che ne sarà di voi quando lascerò la presidenza... prego, un'altra domanda.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, Vladimir Vladimirovič™, - disse uno studente, - Mi chiamo Vladislav. Qua stanno arrivando i cinesi. Cosa dobbiamo fare? Io non voglio andarmene!
- Vladik, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Neanch'io voglio che ve ne andiate. Mosca non è mica fatta di gomma. Sa che ingorghi si sono, qui da noi? Non si passa neanche con i lampeggiatori! Meglio se ve ne restate a Vladivostok. Posto ne avete. I soldi li tireremo fuori. 'Sti soldi... prego, la prossima domanda.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, - disse un tizio calvo con i baffi, - Da quest'anno i miei figli vanno all'asilo. Ma lì ci chiedono le bustarelle. Sarà cambiato qualcosa quando i miei bambini andranno a scuola?
- Ne dubito, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Abbiamo la corruzione, noi, sa. Stiamo al centoottantatreesimo posto. Sa cosa può fare? Mandi direttamente i suoi figli a scuola, così non deve sganciare soldi per l'asilo. Prego, la prossima domanda.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Vladimir Vladimirovič™! - disse al telefono un uomo in collegamento da Samara, - Sono un tenente colonnello in pensione. Saranno ripristinati i sussidi per i veterani?
- La questione è ben nota! - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Noi abbiamo delle cartucce. Le volete le cartucce? Poi decidete voi se venderle e ricavarci del denaro. Possiamo distribuire circa quaranta miliardi di cartucce. Basteranno per tutti. Vi prometto che prestissimo uscirà un decreto. Prossima domanda, prego.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, - disse un uomo in collegamento telefonico, - Regione di Krasnodar.
- Piacere, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Vladimir Vladimirovič™.
- C'è questo condono edilizio... - disse il tizio della regione di Krasnodar.
- Sa, pensavo a quelle cartucce... - bofonchiò Vladimir Vladimirovič™, senza lasciarlo finire, - Ho deciso che oltre alle cartucce distribuiremo anche le granate. Così tutti potranno compensare le entrate insufficienti. Il condono edilizio... è una questione complessa. È stata posta più volte. Prossima domanda.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, Vladimir Vladimirovič™, - disse un tizio in collegamento telefonico, - Sono un invalido privo di entrambe gambe. Perché ogni volta che c'è qualche cambiamento ci costringono a subire ulteriori controlli? Non è che le gambe ci ricrescono...
- Noi pensavamo che ricrescessero, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Per quello volevamo verificare. È risultato che effettivamente non ricrescono. Non saranno fatte altre verifiche.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Vladimir Vladimirovič™, - disse un uomo, - Sono un tornitore. Dica un po', cos'è questo piano di Putin?
- Chi ha dato il permesso di fare questa domanda? - domandò Vladimir Vladimirovič™ ai conduttori, - Ma siete matti?! Quello è un piano segreto! Così segreto che non lo conosco neanch'io! Così segreto che non lo conosce nessuno! E non si può. Perché se si sapesse in giro me lo ruberebbbero, me lo rovinerebbero. Ecco perché il piano di Putin, scusate tanto, è segreto. Prossima domanda, e mandate un agente a prelevare quell'uomo.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Vladimir Vladimirovič™, - domandarono dal villaggio di Podkolodnovka, - Ho otto figli. Lavora solo mio marito. Com'è possibile tirare avanti?
- Le servono ancora sette mariti, - rispose prontamente Vladimir Vladimirovič™, - La questione è semplicissima. Se vuole glieli mando. Ho qualche colonnello, sotto mano. Aspetti, eh.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, - disse un uomo, - Sono un piccolo allevatore. Io vendo il latte a otto rubli il litro, ma nei negozi ne costa trenta.
- Passi al grano, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Ne ho già parlato. Si immagini, ben presto chi coltiva il grano sarà come chi si occupa di gas e petrolio. Guardi, sto già pensando di lasciar perdere quella Gazprom e di fondare una nuova corporazione, Bioprom. Produrremo biocombustibile. Mi piace molto, questa cosa. E il latte, agli adulti fa male bere latte. Prossima domanda, prego.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

Diventa più intelligente con Google/12



martedì, ottobre 16, 2007

Make disco, not war

Quale miglior modo per convincere i separatisti filorussi dell'Ossezia del Sud a deporre le armi, a rinunciare una volta per tutte alla secessione e a ricongiungersi pacificamente con i georgiani?
Si prende un villaggio di frontiera, proprio nel mezzo del conflitto, non lontano dalla capitale ribelle Tskhinvali: Tamarašeni, rimasto fedele alla Georgia.
E lì si organizza un concerto dei Boney M*.
Sì.
"Speriamo di riuscire a convincere le persone a uscire dalle trincee, a deporre i Kalašnikov, a venire qui a ballare con gli altri e a capire che niente è più bello della pace, niente è più bello della riconciliazione", ha dichiarato il presidente georgiano Saakašvili. Insomma, Ossezia del Sud: più soldi, più pace, più disco con la Georgia!
Pensavo che l'accoppiata Yanukovič-Verka Serdjučka nella recente campagna elettorale ucraina fosse il Grande Momento Postsovietico del 2007, ma non avevo fatto i conti con la Georgia.
Come scrive Mark McKinnon nel suo blog, "non so decidere se sia paradiso o inferno, ma vorrei esserci comunque".
Per sicurezza, possiamo ibernarmi ancora per qualche anno?

*In realtà si trattava del gruppo della sola Marcia Barrett, perché in circolazione ci sono almeno due band che si fanno chiamare Boney M. L'ex cantante della formazione originale, Liz Mitchell, fa sapere di non aver niente a che fare con il concerto organizzato nell'Ossezia del Sud. C'è anche una controversia legale in corso.
Si fa fatica a far riconciliare i Boney M., rendiamoci conto.

Link

lunedì, ottobre 15, 2007

Putin, l'Iran, il Fascino Andropoviano e il Neonato Enorme

Allora, secondo voi chi voleva ammazzare Putin in Iran scagliandogli contro diversi gruppi di attentatori suicidi?

1) la CIA!
2) il Tizio (yawn) Nuovo di Alcaida per darsi lustro e prestigio e fare un dispetto all'Iran;
3) i separatisti ceceni;
4) una cricca di siloviki avversari;
5) una banda di georgiani amareggiati;
6) un oligarca esiliato;
7) l'Iran, così, giusto per confermare la propria diabolica imprevedibilità e farsi cancellare dalle carte geografiche (non prima di aver lanciato un missile su Washington, uno di quei missili iscritti al programma MilleMiglia che passano per Turchia, Polonia, Repubblica Ceca, poi giù per le Alpi, su verso Francia, Gran Bretagna, tappa su Fiordi Norvegesi e magiche Capitali del Nord, Groenlandia ecc. ecc.; avercelo, uno scudo antimissile nella pampa polacca);
8) il neonato gigante siberiano;
9) nessuno, è losca propaganda anti-iraniana;
10) nessuno, è losca propaganda brežneviana;
11) nessuno, si è inventato tutto lui perché vuole tenerci in tirella per mesi (non si sa mai che Zubkov gli diventi troppo carismatico, con quel malaticcio fascino andropoviano).

Update:
12) gli ufi.
13) il sushi.

sabato, ottobre 13, 2007

Troppo vicino

sms

"Non ci crederai mai, sono a cinque metri da Storace."
"Sputagli l'occhiale da parte mia."
"Non posso, sono troppo vicino."

Diventa più intelligente con Google/11



Con gli effetti speciali è meglio prendersi per tempo, eh?

giovedì, ottobre 11, 2007

La vera rivoluzione arancione

– Ho deciso che mi dipingo i capelli di rosso.
– Guarda che bisogna accettare l'età che avanza!
– Qui c'è scritto che va via dopo 28 shampoo.
– Perché, guarda caso, corrisponde al ciclo lunare?
– Non ci provare.
– Mumble mumble...
– Smettila!
– Loro sanno che li lavi ogni giorno?
– Mmmmmh.
– Bizzarra coincidenza.
– Ma mi starà bene, non è proprio rosso rosso. Qui c'è scritto ambra.
– Quindi arancione.
– Vai a vedere qui.
– A te non starà mai così.
– Meglio, a me così non piace.
– E comunque non è ambra, è... è...
– Ma no, certo che no.
– Non so cosa sia.
– È brutto?
– È arancione.
– Scusami, il color pigna non c'era.
– Hai la pelle troppo scura.
– Non è più scura, sto tornando normale!
– Più scura della tizia lì. Non hai l'aria irlandese, sai.
– Ma sono diversa, ho anche gli occhi castani.
– Certo, la gente dirà: guarda quella rossa! Se non avesse gli occhi castani sarebbe un disastro!
– Piantala.
– Perché farsi dire dai goriziani, gente semplice, guarda come si è conciata la matta.
– ...
– Ora è arancio-mattone. Sgomma e tira la prima per chilometri.

mercoledì, ottobre 10, 2007

VVP e le Rotelline

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e ricordava i festeggiamenti per il suo cinquantacinquesimo compleanno in compagnia dei membri del Consiglio di Sicurezza e delle più alte cariche dello stato.
- Ma lo sai, - nella testa di Vladimir Vladimirovič™ risuonò a un tratto la nota voce gorgogliante del suo marziano personale, - Che qua dentro ci sono delle rotelline? Appaiono e scompaiono. Non va mica bene. È impossibile concentrarsi.
- Dove? - pensò con orrore Vladimir Vladimirovič™, - Quali rotelline?!
- Dove, nella testa, - gorgogliò il marziano, - A proposito, guarda che ti stai trasformando in un robot. Certo, la trasformazione non è ancora definitiva. Ma meglio se mi cerco con calma un'altra testa...
- Cosa... come? - pensò indignato Vladimir Vladimirovič™, - Come, un'altra testa? E io?
- Eh, tu... - gorgogliò il marziano, - I marziani non vivono nei robot. Nei robot vivono solo, come si chiamano... i virus dei computer.
A Vladimir Vladimirovič™ cominciò a girare la testa.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

martedì, ottobre 09, 2007

Piccola Imperatrice

– C'è qualcuno?
– Te me gà portà i bagigi?
È seduta sul letto, come sempre, davanti al televisore acceso.
– No, zero bagigi.
– Carame'e morbide?
– No. Ciao Antonia.
– Ciao, nevòde.
– Pensavo, oggi.
– Te pensavi.
– Ti ricordi quando sono arrivata nel mezzo di una puntata di Sentieri per dirti che mi avevano invitata a parlare alla radio...
– Sì, entanto quea sporcaciona dea Riva... ben, assèmo pèrdar.
– ... insieme a una professoressa, a una vigilessa e a una poliziotta.
– Come na barze'etta.
– E tu mi hai chiesto: "E ti, cossa situ?" E io ho risposto "Piccola imprenditrice".
– Vero, vero. Parole sante.
– Ma quali parole sante. Ti ricordi come hai commentato?
– Al momento non me o ricordo.
– Hai detto "Lo gò sempre savùo, che te geri una piccola imperatrice".
– La mia stelassa.
– Bòn, vado.
– Imperatrice!
– Dime.
– La prossima storia sarà quea dei austriaci e dei gnocchi.
– Va ben.
– Qua i manda sempre 'e repliche.
– Ciao, Antonia.
– Ciao, nevòde.

lunedì, ottobre 08, 2007

La Dianificazione di Anna Politkovskaja

"The appropriate word for all this might become, or might even be, 'Dianafication'".

("La parola giusta per tutto questo potrebbe diventare, o forse lo è già, 'Dianificazione'").

Tim Newman a proposito dell'appropriazione-santificazione-distorsione della figura di Anna Politkovskaja a un anno dalla morte, nei commenti a questo post di Sean Guillory.

Diventa più intelligente con Google/10



C'è tutta una storia, lì dentro.
Sapere quale.

venerdì, ottobre 05, 2007

VVP e gli Androidi

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e si preparava a diventare deputato della Duma.
A un tratto le imponenti porte dell'ufficio presidenziale si spalancarono e fece il suo ingresso con passo deciso il presidente del Consiglio della Federazione Sergej Michajlovič Mironov. Sergej Michajlovič aveva la barba lunga, calzava degli stivaloni di similpelle e portava sulle spalle un voluminoso zaino di tela catramata. Il presidente teneva nella mano destra una grande piccozza.
- Che accade, bratello? - domandò sconcertato Vladimir Vladimirovič™.
- Canaglia, ecco cosa c'è, - gli rispose Sergej Michajlovič agitando la piccozza verso Vladimir Vladimirovič™.
- Ehi, ehi! - Vladimir Vladimirovič™ scattò su dalla poltrona presidenziale, - Chiamo subito le guardie del corpo!
- Me ne frego delle tue guardie del corpo, - rispose Sergej Michajlovič abbassando la piccozza, - Di te, del tuo Consiglio della Federazione, del tuo Cremlino e di tutte queste tue elezioni. Vado nei campi. Sono un geologo, non un androide!
Sergej Michajlovič si voltò e uscì con passo deciso dallo studio.
Vladimir Vladimirovič™ telefonò subito al capo della sua Amministrazione Vladislav Jur'evič Surkov.
- Ascolta, bratello, - disse preoccupato Vladimir Vladimirovič™, - Io te l'avevo detto che il piano "Russia Unita" era pericoloso!
- Cos'è successo? - domandò Vladislav Jur'evič.
- Gli androidi si stanno trasformando in esseri umani! - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Mironov è andato nei campi! A fare il geologo!
- Ah, ma non c'è niente di terribile, - spiegò Vladislav Jur'evič, - Vedi, esistono le cosiddette leggi della robotica.
- Questo lo so, - annuì Vladimir Vladimirovič™, - Un androide non può nuocere a un essere umano. E via dicendo.
- Tipo, sì, - rispose Vladislav Jur'evič, - Ma c'è un'altra legge poco conosciuta.
- Quale? - domandò Vladimir Vladimirovič™.
- Questa legge afferma, - disse Vladislav Jur'evič, - Che la quantità di androidi in natura deve restare costante. In altre parole, non devono diventare più numerosi. Altrimenti le macchine si ribellano e l'umanità è kaputt.
- Beh? - domandò con impazienza Vladimir Vladimirovič™, - E allora?
- E allora, - spiegò Vladislav Jur'evič, - Quando un umano si trasforma in androide, un androide si trasforma in umano, e...
- Ma allora chi, chi è diventato un androide al posto di Mironov? - Vladimir Vladimirovič™ interruppe Vladislav Jur'evič.
- Beh... - Vladislav Jur'evič esitò, - Ehn…
Vladimir Vladimirovič™ udì un quieto ronzio e si guardò attorno. Nello studio non c'era nessun altro, oltre a lui.
Vladimir Vladimirovič™ si sentì impallidire.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

giovedì, ottobre 04, 2007

Бип-бип-бип...



1. scaricare questo minuscolo file audio.
2. metterlo in loop.
3. ascoltare.

Un po' di link fotografici sui programmi spaziali sovietici, per festeggiare:
I quadri cosmici di Leonov e Sokolov La Terra vista dai satelliti sovietici
Zvezdnyj Gorodok, la Città delle Stelle
Cosmonauti
Jurij
Belka e Strelka, che tornarono vive.

"Un uomo è per metà quello che è e per l'altra metà quello che vorrebbe essere, disse Oscar Wilde. Se è davvero così, allora i bambini sovietici degli anni sessanta e settanta erano tutti per metà cosmonauti. Lo so per certo, dato che anch'io all'età di sette-otto anni ero per metà cosmonauta. È strano, ma già allora sospettavo che fosse un delirio infantile destinato a passare con gli anni. Eppure mi dicevo: 'Lo so, tutti vogliono fare i cosmonauti. Ma io sono diverso! Io voglio diventarlo davvero, sul serio! E se agli altri passerà, allora - per favore! - non a me!'
Penso che molti dei miei coetanei, sognando di volare nello spazio, fossero altrettanto sprofondati in una simile consapevolezza di sé. Alcuni mantennero perfino la promessa. Ci furono, dopo tutto, alcuni cosmonauti. Comunque così stavano le cose: allora tutti noi, dai più piccoli ai più grandi, vivevamo con un piede nel cosmo. Il cosmo era ovunque. Nei libri di scuola, sulle pareti di casa e nei mosaici della metropolitana di Mosca: un cosmonauta dal naso camuso, dietro al vetro del suo casco-acquario, compiva una qualche azione simbolica, piantando un piccolo germoglio verde in una fossetta di Marte o porgendo un satellite alle stelle. Nel fumo delle città era presente sempre e ovunque, divenendo così in un certo senso un testimone costante di ciò che accadeva, un costante 'terzo', una sorta di ipostasi come il Lenin che trascinava quel tronco durante un subbotnik e che gli adulti consideravano verosimilmente un inevitabile compagno di bevute: uno che non contribuiva all'acquisto della bottiglia, ma che neanche beveva molto. Tanto che forse le poche gocce che per tradizione gli alcolizzati spargono a terra, prima che la bottiglia faccia il primo giro, sono dedicate a lui".
Viktor Pelevin, "Kod Mira"

mercoledì, ottobre 03, 2007

Il Compagno Stalin, la Compagna Sentareckaja e la Roba Marrone

Ecco a voi un irresistibile falsallarme d'epoca sovietica, dagli Archivi della Federazione Russa:

"Al Compagno STALIN
copia al Compagno KAGANOVIČ

Il 16 di ottobre l'impiegata del Dipartimento speciale Compagna Sentareckaja stava aprendo le lettere e le comunicazioni giunte quella mattina e indirizzate al Compagno Stalin.

In una delle buste invece di una lettera risultò esserci una piccola massa di colore marrone, all'apparenza escrementi. Secondo la Compagna Sentareckaja e altri impiegati, l'apertura della busta fu accompagnata dal diffondersi di un forte odore.

Agitata e turbata, la Compagna Sentareckaja prese la massa, la portò nel gabinetto e la gettò nel water. Uscendo dal gabinetto la Compagna Sentareckaja sostenne che le girava la testa. Appena entrata nella stanza svenne sbattendo la nuca sul pavimento. Dopo pochi minuti riprese conoscenza e affermò di non vedere nulla.

Fu chiamato un medico che visitò la Sentareckaja e, non trovando alcun segno di ferite, dichiarò che era necessario ricoverare la Sentareckaja all'ospedale per ulteriori esami e analisi.

La Compagna Sentareckaja fu ricoverata all'ospedale del Cremlino, mentre la busta con i resti della massa fu mandata ad analizzare nel laboratorio dell'NKVD.

In base ai dati delle analisi e degli esami medici (allegati), la cecità della Compagna Sentareckaja sarebbe stata provocata da isteria e non dall'effetto di sostanze chimiche.

Attualmente, a partire dal 22 ottobre, ella sta gradualmente recuperando la vista.

Per quanto riguarda le precauzioni di sicurezza per gli impiegati che lavorano all'apertura della corrispondenza, sono state prese le seguenti misure:

1. Agli impiegati addetti all'apertura della corrispondenza sono stati forniti guanti di gomma da indossare prima dell'apertura delle lettere.
2. È stata acquistata una scorta di vari tipi di disinfettante.

26.Х.35
Il Capo del Dipartimento speciale del Comitato Centrale del Partito Comunista (Poskrebyšev)".

Link: Sean's Russia Blog
Ho trovato il testo originale, è qui.

martedì, ottobre 02, 2007

Le Voci e i Mondi, là fuori: il terzo numero di Buràn

"Dietro ogni numero della rivista c’è una trama di relazioni, ci sono rapporti che si consolidano, occasioni nuove che aprono la conoscenza di mondi vasti e nuovi.
Se è interessante e - così si confida, senza pudore - bello per chi lo legge, Buràn è in verità un’esperienza davvero straordinaria per chi lo costruisce scrittura dopo scrittura.
Ci sono Voci e Mondi, là fuori.
Buràn è in ascolto".
Il Signor Effe

Buràn, terzo numero: Il Conflitto.
Con tutta l'attenzione, la cura e la grazia che servono a rendere visibili quei Mondi e quelle Voci.
[Grazie]

lunedì, ottobre 01, 2007

Il Pacchetto-Playmobilio, Lipson-mode on

[Ovvero, come mettere insieme Lipson, Playmobilio e Novissimo Sistema Fonetico Fjodor in un unico post].



Come tutti sanno, il Compagno Fjodor è un vero lavoratore modello.
[Es evribadi nous, Comreid Fjodor is e rial sciok-uorker].


A cosa pensa costantemente il Compagno Fjodor?
[Uot is Comreid Fjodor dinkin ebaut all de taim?]


Il Compagno Fjodor pensa a un pacchetto-Playmobilio.
[Comreid Fjodor is dinkin ebaut a lidl Pleimobilio-peket]
È così, compagni: egli non fa che pensare al pacchettino.
[Dets tru, Comreids: i is dinking ebaut de Pleimobilio-peket oll de taim].



Quando si riposa nel parco il Compagno Fjodor si comporta forse poco culturalmente?
[Das Comreid Fjodor bi-eiv ancalchurelli in de park?]No, Compagni!
[No, Comreids, i dasnt!]



Nel parco il Compagno Fjodor pensa. Pensa forse al lavoro?
[In de park Comreid Fjodor dinks. Das i dink ebaut uork?]No, di solito egli pensa al lavoro, ma ultimamente non fa che pensare al pacchettino-Playmobilio!
[No, es e riul i dinks ebaut uork, bat leitli i is olueis dinkin about di Plaimobilio-peket!]


Pensa al pacchettino-Playmobilio quando lavora...
[I dinks ebaut di Pleimobilio-peket uen i uorks...]



... e pensa al pacchettino-Playmobilio anche sul filobus.
[... and dinks ebaut di Pleimobilio-peket on the trollibas tuu].
Così è, Compagni. Quando il Compagno Fjodor rincasa, trova finalmente il suo pacchettino ad attenderlo.
[Dets tru, Comreids. Uen Comreid Fjodor cams om, he fainds is Pleimobilio peket ueitin for im].


Il Compagno Fjodor adesso è molto felice e vuole bene al suo pacchetto-Playmobilio]
[Nau Comreid Fjodor is veri eppi end lavs is Pleimobilio-peket].

Sfortunatamente gli hanno rubato tutte le matite e due betoniere, e la sua bella moglie è molto arrabbiata.
[Anforchunetli dei ev stolen oll is pensils end tu conrit-micsers, end is biutiful uaif is e lidl engri].
Molto arrabbiata.
[Olrait, veri engri].

Ma non fa niente!
[Nevermaind!]
Guardate, Compagni!
[Luk, Comreids!]



Il pacchettino-Playmobilio.
[Di Pleimobilio-peket].



Emozione!
[Icsaitment!]


Finalmente liberi!
[Fri et last!]


I Buoni (bei baffi).
[Di Gud Uans (nice mstash!]



I Cattivi (bella spada!)
[Di Bed Uans (nais soord!)]
Come tutti sappiamo, felicità è tornare a casa e trovare un piccolo pacchetto-Playmobilio che ti aspetta.[Es ui oll nou, eppiness is camin ome end faindin e lidl Pleimobilio-peket ueitin for iu].

[Disclaimer: nessun neurone del Capo capone è stato maltrattato o sottoposto a stress durante la stesura di questo post. Questo per tranquillizzarvi.
Avviso: chi avesse visto in giro il re dei franchi detto "Libera e Bella" è pregato di riportarlo al Demiurgo. Indossa pantacollant bianchi, stivaletti di gomma rossi, mantellina rossa, casacca alabardata rossa e oro e la coroncina d'ordinanza. Dovrebbe avere con sé una spada e uno scudo raffigurante la fiera testa di un leone. Naturalmente è biondo. In caso di dubbio, buttate lì a bruciapelo un "Mamma mia!". Se risponde "Here I go again..." è lui].

So many bishops, so little time

Un articolo sull'incontro tra l'Arcivescovo di Canterbury e alcuni vescovi della Chiesa Episcopale americana conteneva la frase "attualmente i vescovi americani appartenenti alla chiesa ruandese sono quasi tanti quanti i ruandesi", invece di "attualmente i vescovi americani appartenenti alla chiesa ruandese sono quasi tanti quanti i vescovi ruandesi". (Williams in showdown with US church over gay bishops, p. 3, 19 settembre).

The Guardian, corrections, 1° ottobre 2007.

venerdì, settembre 28, 2007

Impara il russo con il Lipson!/18

Ricordate Blinsk, la cittadina sul Grande Mare Frittellatico dove i lavoratori e le lavoratrici di Betonograd vanno a riposarsi culturalmente? Oggi scopriamo che esiste una wild side di Blinsk: Blinsk Ovest, fangoso luogo di decadenza e nullafacenza, chiassosi uomini in smoking e selvaggio jazz.



Zàpadnyj i Vostòčnyj Blinsk
Blinsk Ovest ed Est

Čto takòe dekadèntstvo? Dekadèntstvo - èto ležàt' na pljàže y Velìkogo Blìnskogo bolòta i smotrèt' televìzor. V smòkingach.
Cos'è la decadenza? La decadenza è stare stesi sulla spiaggia accanto alla Grande Palude di Blinsk a guardare la televisione. In smoking.

Zàpadnyj Blinsk ležìt òkolo bolòta. Òkolo kakògo bolòta? Kak izvèstno kàždomy škòl'niku, Zàpadnyj Blinsk ležìt òkolo Velìkogo Blìnskogo bolòta. A Vostòčnyj Blinsk? Gde ležìt Vostòčnyj Blinsk? Vostòčnyj Blinsk ležìt ne òkolo bolòta, a òkolo mòrja - òkolo Velìkogo Blìnskogo mòrja.
Blinsk Ovest è situata accanto a una palude. Accanto a quale palude? Com'è noto a ogni scolaro, Blinsk Ovest è situata accanto alla Grande Palude di Blinsk. E Blinsk Est? Dove è situata Blinsk Est? Blinsk Est è situata non accanto a una palude, ma accanto al mare, accanto il Grande Mare di Blinsk.

Ora toglietevi quello smoking e ascoltate il primo di questi file audio.

U bolòta pljàž. Čto dèlajut žìteli Zàpadnogo Blìnska na pljàže? Onì stròjat zavòdy? Onì stròjat turbàzy? Net. Onì ničegò ne stròjat na pljàže. [c otvraščèniem] Ves' den' onì ležàt na pljàže i smòtrjat televìzor. Kakòe dekadèntstvo!
Accanto alla palude c'è una spiaggia. Cosa fanno gli abitanti di Blinsk Ovest sulla spiaggia? Costruiscono fabbriche? Costruiscono stazioni turistiche? No. Non costruiscono niente sulla spiaggia. [con indignazione] Stanno stesi tutto il giorno sulla spiaggia e guardano la televisione. Che decadenza!

A žìteli Vostòčnogo Blìnska! Ves' den' onì sidjàt u mòrja. Na betonomešàlkach. [làskovo] Onì stròjat gidrostàncii. Kakòe sčàst'e!
Gli abitanti di Blinsk Est, invece! Stanno seduti tutto il giorno accanto al mare. Sulle betoniere. [con tenerezza] Costruiscono centrali idroelettriche. Che felicità!

Passate al secondo file audio. Kakòe sčàst'e!

Vèčerom žìteli Zàpadnogo Blìnska sidjàt v klùbe "Chènki-Pènki". Onì slùšajut dìkij džaz Zàpadnogo Blìnska i kričàt: "Kul, men, kul!" Kakòe bezobràzie! Žìteli Vostòčnogo Blìnska sidjàt ne v klùbe "Chènki-Pènki", a v klùbe "Molodòj Stroìtel'"! Onì slùšajut ne dìkij džaz, a interèsnye lekcii professora Šùl'ca. Kakàja kultùra!
La sera gli abitanti di Blinsk Ovest siedono nel club "Hanky-Panky". Ascoltano il selvaggio jazz e gridano: "Cool, man, cool!" Che comportamento indecoroso! Gli abitanti di Blinsk Est non siedono nel club "Hanky-Panky" ma nel circolo "Giovane Costruttore"! Non ascoltano il selvaggio jazz, ma le interessanti conferenze del professor Schulz. Che cultura!

Žìteli Vostòčnogo Blìnska smòtriat na dekadèntstvo Zàpadnogo Blìnska s otvraščèniem. Žìteli Zàpadnogo Blìnska smòtriat na sčàst'e Vostòčnogo Blìnska bez bol'šògo entuziàzma.
Gli abitanti di Blinsk Est osservano la decadenza di Blinsk Ovest con indignazione. Gli abitanti di Blinsk Ovest osservano la felicità di Blinsk Est senza grande entusiasmo.

Čto takòe sčàst'e? Sčàst'e - èto sidèt' u Velikogo Blinskogo morja i stròit' gidrostàncii.
Cos'è la felicità? La felicità è stare seduti accanto al Grande Mare di Blinsk e costruire centrali idroelettriche.

Ora ascoltate il terzo file audio. Kakàja kultura!

Alcune considerazioni:
1. A Blinsk Ovest hanno una spiaggia che si affaccia su un pantano non balneabile: una specie di Marina Julia, per chi conosce le bellezze di Monfalcone. Quindi della decadenza mi stupirei fino a un certo punto.
2. Qual è l'utilità pratica dello smoking? Per la vita da spiaggia non sarebbero più pratico indossare dei moderni parigamba, riservando l'abito elegante alle folli serate all'Hanky-Panky?
3. Il televisore in spiaggia: i blinskiani occidentali saranno anche corrotti ma scommetto che hanno già inventato il telecomando universale.
4. I posteri ringrazieranno i blinskiani orientali che si sono messi ad abbellire la splendida costa frittellatica con svettanti centrali idroelettriche. No?
5. Star seduti tutto il giorno davanti al mare su una betoniera darà anche la felicità, però non è comodissimo.
6. La sera, quando a Blinsk Ovest si ascolta il selvaggio jazz, da Blinsk Est si alzano colorite proteste ("È ora di finirla che qua la gente si alza presto per andare a cementificare!")? E la mattina ci si vendica facendo andare le betoniere e intonando inni di categoria?
7. A Blinsk Est non amano il jazz ma vedrete se tra un po' non ci inventano la musica industriale.
8. Adesso "piace fumare sui filobus" e "rubo matite tanto per" mi appaiono come fenomeni di decadenza tutto sommato marginali (purché queste cose non vengano fatte in smoking sporchi di sabbia). Però non so se è normale.

mercoledì, settembre 26, 2007

I Dolori del Giovane Stinnicchiatore/2

– Ciao Stinni, come va?
– Sento freddo.
– Io ho appena riposto a malincuore la mia collezione di zeppe estive.
– Freddo dentro.
– ...
– Ieri sera sono andato al cinema da solo.
– Eh.
– 7 euro per una dormita.
– ...
– Ero giù.
– Questo non si chiama "ero giù", si chiama "sonno arretrato".
– Oggi è pure il suo compleanno.
– E noi ci si fa una pizza.
– Sì! In un luogo caldo?
– Perché avete tutti paura che vi porti in Siberia, io non lo capisco.
– Alle otto?
– Ti passo a prendere io, davanti al bar Principe, quello con il biliardo.
– Porto anche Jack e Frankie?
– Ok, ma niente pupe.
– E vaffanculo A.
– All'incirca.
– Posso portare il maglioncino?
– Puoi portare anche la coperta di pile.
– Va bene.
– Resta inteso che se all'ultimo ti chiama A., tu prima fai il prezioso e poi ci esci.
– Eh se succedesse! Sai il regalo che ti farei, tessorro!
– Regalino?
– Eh!
– Sentiamo un po'.
– Ti regalerei...
– Sì?
[con autentico entusiasmo] - Le catene da neve per la Panda!
– Stinni.
– Che?
– Ma vavattenne, va'!

Falso Allarme per Circuito Stampato su Felpa

Brillante studentessa del MIT indossa per sbaglio una felpa con sopra appiccicato un circuito stampato collegato con una batteria a 9 volt e va a prendere il moroso all'aeroporto di Boston.
Nome: Star Simpson.
Anni: 19.
Appassionata di: robotica.
Cosa: arrestata e accusata di aver costruito una "finta bomba".
Dichiarazione della polizia: la signorina è fortunata a trovarsi in una cella e non all'obitorio.
E ancora: ci spaventa che qualcuno abbia pensato di indossare questo dispositivo in un aeroporto dopo l'11 settembre.
Versione finale: non era una "finta bomba", ma un gadget tecnologico indossabile.
Ma poi: davvero una bomba avrebbe l'aspetto di una scheda da cui spuntano dei fili ingarbugliati e una duracell? Incollata sul davanti di una felpa con il cappuccio? Voglio dire, neanche un candelotto di dinamite con su scritto "ACME"?
Precedenti illustri: il Falso Allarme per Robottino che Sbarluccica.

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