Esempio di traduttore automatico politicamente corretto:
In russo la frase "La nostra gatta ha partorito tre gattini: due bianchi e uno nero" diventa (lasciando perdere le altre piccole imprecisioni): "La nostra gatta ha partorito tre gattini: due bianchi e uno afroamericano".
I traduttori automatici non sono stupidi, sono solo diversamente intelligenti.
(via learn russian)
lunedì, novembre 12, 2007
Black and proud
Etichette:
correzioni,
lingua,
Russia
domenica, novembre 11, 2007
Diventa più intelligente con Google/14
Abbiamo un'emergenza nelle query:
Ты выйдешь за меня?
Ty vyjdešč za menja?
(scrittura fonetica viva là e po' bon: Ti vìdiesc za mignjà? la z come la s di rosa)
oppure perché non un più suicida "Sposiamoci", già che ci siamo?
Давай поженимся
Davaj poženimsja
(sfvlepb: Davài paženìmsia, la ž è come la j frònscèse)
[Warning: kids, don't try this at home]
Ты выйдешь за меня?
Ty vyjdešč za menja?
(scrittura fonetica viva là e po' bon: Ti vìdiesc za mignjà? la z come la s di rosa)
oppure perché non un più suicida "Sposiamoci", già che ci siamo?
Давай поженимся
Davaj poženimsja
(sfvlepb: Davài paženìmsia, la ž è come la j frònscèse)
[Warning: kids, don't try this at home]
Etichette:
metablog
venerdì, novembre 09, 2007
L'esercitazione
– Papà, e allora. Il marsupio?
– Chi te l'ha detto?
– Fonti che preferiscono restare anonime.
– Beh, il marsupio è stato dimenticato sul pontile ma poi recuperato.
– Dopo due ore, Elio.
– Recuperato, tutto a posto.
– Manu che giornata... Prima il marsupio con tutti i documenti dentro.
– Poi mi sono dimenticato i finestrini dell'auto abbassati, càpita.
– A novembre, papà.
– Un novembre caldo.
– Ci ha citofonato il De Luca.
– Ma mentre io andavo a riprendere il marsupio, tua madre ha ben pensato di rovesciare un chilo di zucchero sul pavimento della cucina.
– Poi, esausti, ci siamo fatti un caffè.
– Ma al posto dello zucchero aveva messo il sale.
– E così...
– Ci siamo detti non raccontiamolo alla Manu che si preoccupa.
– Non capirebbe mai, penserebbe che è Alzheimer. Insieme, che sfiga.
– E invece?
– Tutto sotto controllo, no, Elio?
– Era un'esercitazione congiunta.
– Ne facciamo, a volte.
– Perfettamente riuscita.
– Tranquilla, adesso? Cocchina?
– Chi te l'ha detto?
– Fonti che preferiscono restare anonime.
– Beh, il marsupio è stato dimenticato sul pontile ma poi recuperato.
– Dopo due ore, Elio.
– Recuperato, tutto a posto.
– Manu che giornata... Prima il marsupio con tutti i documenti dentro.
– Poi mi sono dimenticato i finestrini dell'auto abbassati, càpita.
– A novembre, papà.
– Un novembre caldo.
– Ci ha citofonato il De Luca.
– Ma mentre io andavo a riprendere il marsupio, tua madre ha ben pensato di rovesciare un chilo di zucchero sul pavimento della cucina.
– Poi, esausti, ci siamo fatti un caffè.
– Ma al posto dello zucchero aveva messo il sale.
– E così...
– Ci siamo detti non raccontiamolo alla Manu che si preoccupa.
– Non capirebbe mai, penserebbe che è Alzheimer. Insieme, che sfiga.
– E invece?
– Tutto sotto controllo, no, Elio?
– Era un'esercitazione congiunta.
– Ne facciamo, a volte.
– Perfettamente riuscita.
– Tranquilla, adesso? Cocchina?
Etichette:
famigliamir,
The Real Thing
giovedì, novembre 08, 2007
Diventa più intelligente con Google/13
Etichette:
metablog
mercoledì, novembre 07, 2007
VVP e i Quaderni
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin si avvicinò a una parete del suo studio all'interno del Cremlino e aprì una porticina dall'aspetto poco vistoso. Vladimir Vladimirovič™ fece scorrere la presidenziale mano sulla superficie grezza del muro, premette un interruttore e lo stanzino presidenziale si illuminò di una luce fioca. Vladimir Vladimirovič™ entrò, superò un'antica vetrinetta dov'erano custoditi il piede di Šamil Basaev, la mano di Ruslan Gelaev e un cofanetto con l'occhio di Aslan Maschadov. Vladimir Vladimirovič™ passò oltre una cassaforte nella quale era conservata la pistola con cui era stato ucciso il cantante Igor' Vladimirovič Tal'kov.
Vladimir Vladimirovič™ si accostò a una cassa che conteneva la terra santa donata a Lenin dai mahatma himalayani, spostò gli sci con su scritto "Putin" e si chinò. Vladimir Vladimirovič™ afferrò con le presidenziali mani la cassa piena di terra e la scostò faticosamente dalla parete. Dietro alla scatola si trovava una porticina simile a quella di una stufa, una porticina di platino con falce e martello dorati sulla superficie opaca. Vladimir Vladimirovič™ girò la maniglia, aprì la porticina, infilò il palmo della mano nell'apertura ed estrasse due grossi quaderni ingialliti dal tempo. Vladimir Vladimirovič™ appoggiò i quaderni per terra, chiuse la porticina, rimise a posto la cassa piena di terra e gli sci. Poi Vladimir Vladimirovič™ prese i quaderni, uscì dallo stanzino, spense la luce e chiuse la porta.
Vladimir Vladimirovič™ si avvicinò alla scrivania presidenziale e vi appoggiò sopra i quaderni. Sulla copertina del quaderno di sinistra era scritto con il latte: "Piano di Lenin". Sulla copertina del quaderno di destra era scritto con la matita chimica: "Piano di Stalin".
Vladimir Vladimirovič™ sedette sulla sua poltrona presidenziale, aprì un cassetto della scrivania e ne estrasse un grosso quaderno. Sulla copertina di quel quaderno Vladimir Vladimirovič™ scrisse con la presidenziale stilografica "Parker": "Piano di Putin".
Poi Vladimir Vladimirovič™ aprì i tre quaderni e si mise a copiare.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
Vladimir Vladimirovič™ si accostò a una cassa che conteneva la terra santa donata a Lenin dai mahatma himalayani, spostò gli sci con su scritto "Putin" e si chinò. Vladimir Vladimirovič™ afferrò con le presidenziali mani la cassa piena di terra e la scostò faticosamente dalla parete. Dietro alla scatola si trovava una porticina simile a quella di una stufa, una porticina di platino con falce e martello dorati sulla superficie opaca. Vladimir Vladimirovič™ girò la maniglia, aprì la porticina, infilò il palmo della mano nell'apertura ed estrasse due grossi quaderni ingialliti dal tempo. Vladimir Vladimirovič™ appoggiò i quaderni per terra, chiuse la porticina, rimise a posto la cassa piena di terra e gli sci. Poi Vladimir Vladimirovič™ prese i quaderni, uscì dallo stanzino, spense la luce e chiuse la porta.
Vladimir Vladimirovič™ si avvicinò alla scrivania presidenziale e vi appoggiò sopra i quaderni. Sulla copertina del quaderno di sinistra era scritto con il latte: "Piano di Lenin". Sulla copertina del quaderno di destra era scritto con la matita chimica: "Piano di Stalin".
Vladimir Vladimirovič™ sedette sulla sua poltrona presidenziale, aprì un cassetto della scrivania e ne estrasse un grosso quaderno. Sulla copertina di quel quaderno Vladimir Vladimirovič™ scrisse con la presidenziale stilografica "Parker": "Piano di Putin".
Poi Vladimir Vladimirovič™ aprì i tre quaderni e si mise a copiare.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
martedì, novembre 06, 2007
Il mostro della razza tamarra*
Il magazine del Kommersant' dedica un lungo articolo al nostro eroe, "il primo fenomeno canoro russo della rete", Pëtr Nalič. Riassumo: record di accessi al video di YouTube, gente che nei blog scrive "Questa canzone mi sta mangiando il cervello", successo in gran misura dovuto all'inglese boratizzato, alla simpatia del personaggio e alla sua aria padonka, al fatto che il ruolo della "Yaguar" sia affidato a una vecchia "Žiguli" ferma nel cortile di una dača.
Pëtr Nalič è un moscovita di 26 anni con un quarto di sangue bosniaco (il nonno bosniaco era cantante d'opera). Gli pacciono i Mumij Troll e non gli piacciono i White Stripes, da piccolo è andato alla scuola di musica Majakovskij, da ragazzino faceva il cantante in un gruppo hard-rock. Poi si è iscritto all'Istituto moscovita di architettura (il МАрхИ). Infine, dopo un paio di progetti non memorabili, ha lasciato il tecnigrafo per dedicarsi nuovamente alla musica: un'amica gli ha detto che ha una bella voce da tenore e lui ha cominciato a prendere lezioni di canto.
"Gitar" risale a ben quattro anni fa. Canzone e video passano inosservati per un bel po'. Sbarcano su YouTube la scorsa primavera, ma gli accessi cominciano ad aumentare solo un mese fa. Grazie ai blog russi [e non solo russi, ci sentiamo di affermare, n.d.C.C.] alla fine di ottobre "Gitar" aveva fatto 80.000 accessi, "più dell'ultimo video di Zemfira" (la rockstar russa per eccellenza).
Ma ci sembra possibile che Nalič abbia un suo gruppo e che abbia mai inciso qualcosa? Dice di aver fatto un concerto, sì, ma un anno fa: "C'erano i compagni di università, ragazzine che urlavano, e quando ci sono ragazzine che urlano sembra sempre che ci sia più gente", minimizza.
Adesso, vittima dell'involontario successo e della straordinaria richiesta, gli toccherà (ommioddio) formare un gruppo ed esibirsi. Si prevede che "Gitar" sarà il successone delle feste di fine anno e delle serate aziendali: la cantano già in tutti gli uffici di Mosca.
È dunque ormai chiaro che "Gitar" è la protagonista dell'anno musicale e lo schivo signor Nalič uno dei suoi principali eroi.
Ma il nostro non ha mica tutta questa voglia di fare lo tzigano a vita.
"È una storia perfetta per una commedia," - dice, - "Una canzone da tamarri che improvvisamente diventa un bisogno primario per tutti".
Intanto sul suo sito è apparsa in questi giorni la scritta: "Compagni, il sito è costruzione perché adesso sto scrivendo tante tante canzoni".
Never bin cleverrr bicos nid it neverrr.
Se non ci inventiamo qualcosa "Ghitarr ghitarr ghitarr" si mangerà quel che resta del nostro cervello di qui alla fine dell'anno.
Però, kakìe večerinki!
Ghitarr ghitarr ghitarr
Update: intervista su Izvestija, con esecuzione "seria" (in borghese accanto a mappamondo e su sfondo di austere foto d'epoca sovietica):
Link
*il titolo è Copyleft Fjodor: dunque potete riprendere quest'espressione e diffonderla senza fini di lucro, a patto che ne citiate l'autore e la fonte e aggiungiate un bel "Viva il Playmobilio" (che mette allegria).
Pëtr Nalič è un moscovita di 26 anni con un quarto di sangue bosniaco (il nonno bosniaco era cantante d'opera). Gli pacciono i Mumij Troll e non gli piacciono i White Stripes, da piccolo è andato alla scuola di musica Majakovskij, da ragazzino faceva il cantante in un gruppo hard-rock. Poi si è iscritto all'Istituto moscovita di architettura (il МАрхИ). Infine, dopo un paio di progetti non memorabili, ha lasciato il tecnigrafo per dedicarsi nuovamente alla musica: un'amica gli ha detto che ha una bella voce da tenore e lui ha cominciato a prendere lezioni di canto.
"Gitar" risale a ben quattro anni fa. Canzone e video passano inosservati per un bel po'. Sbarcano su YouTube la scorsa primavera, ma gli accessi cominciano ad aumentare solo un mese fa. Grazie ai blog russi [e non solo russi, ci sentiamo di affermare, n.d.C.C.] alla fine di ottobre "Gitar" aveva fatto 80.000 accessi, "più dell'ultimo video di Zemfira" (la rockstar russa per eccellenza).
Ma ci sembra possibile che Nalič abbia un suo gruppo e che abbia mai inciso qualcosa? Dice di aver fatto un concerto, sì, ma un anno fa: "C'erano i compagni di università, ragazzine che urlavano, e quando ci sono ragazzine che urlano sembra sempre che ci sia più gente", minimizza.
Adesso, vittima dell'involontario successo e della straordinaria richiesta, gli toccherà (ommioddio) formare un gruppo ed esibirsi. Si prevede che "Gitar" sarà il successone delle feste di fine anno e delle serate aziendali: la cantano già in tutti gli uffici di Mosca.
È dunque ormai chiaro che "Gitar" è la protagonista dell'anno musicale e lo schivo signor Nalič uno dei suoi principali eroi.
Ma il nostro non ha mica tutta questa voglia di fare lo tzigano a vita.
"È una storia perfetta per una commedia," - dice, - "Una canzone da tamarri che improvvisamente diventa un bisogno primario per tutti".
Intanto sul suo sito è apparsa in questi giorni la scritta: "Compagni, il sito è costruzione perché adesso sto scrivendo tante tante canzoni".
Never bin cleverrr bicos nid it neverrr.
Se non ci inventiamo qualcosa "Ghitarr ghitarr ghitarr" si mangerà quel che resta del nostro cervello di qui alla fine dell'anno.
Però, kakìe večerinki!
Ghitarr ghitarr ghitarr
Update: intervista su Izvestija, con esecuzione "seria" (in borghese accanto a mappamondo e su sfondo di austere foto d'epoca sovietica):
Link
*il titolo è Copyleft Fjodor: dunque potete riprendere quest'espressione e diffonderla senza fini di lucro, a patto che ne citiate l'autore e la fonte e aggiungiate un bel "Viva il Playmobilio" (che mette allegria).
lunedì, novembre 05, 2007
Anch'io! sono un mostro della razza umana
Etichette:
Lipson
Il paese è piccolo il Piave mormora
– Pronto!
– Ciao mamma, come va?
– Bene, come mai non rispondevi?
– Telefono in borsa. Che fate?
– Niente eravamo al mercatino di Piazzutta...
– Ah, c'era il mercatino?
– Si, be', poche cose. Un mucchio di fotografie.
– Bello.
– Nelle foto c'era anche una che mi somigliava, i panorami erano quelli...
– Ma va'?
– Sì sì, tipo il Piave, eccetera...
– Il Piave.
– ... e allora ho pensato: sta' a vedere che la Manu ha venduto le mie foto.
– Mamma!
– Capace. E così ho detto: Elio, meglio che andiamo, va'.
– Ma ti prego.
– Mica ho detto che venderesti tua madre.
– ...
– Solo le foto.
– Ciao mamma, come va?
– Bene, come mai non rispondevi?
– Telefono in borsa. Che fate?
– Niente eravamo al mercatino di Piazzutta...
– Ah, c'era il mercatino?
– Si, be', poche cose. Un mucchio di fotografie.
– Bello.
– Nelle foto c'era anche una che mi somigliava, i panorami erano quelli...
– Ma va'?
– Sì sì, tipo il Piave, eccetera...
– Il Piave.
– ... e allora ho pensato: sta' a vedere che la Manu ha venduto le mie foto.
– Mamma!
– Capace. E così ho detto: Elio, meglio che andiamo, va'.
– Ma ti prego.
– Mica ho detto che venderesti tua madre.
– ...
– Solo le foto.
Etichette:
famigliamir,
The Real Thing
venerdì, novembre 02, 2007
Per scelta
– No è che io non c'ho la tv per scelta.
– Va bene, ma io cosa c'entro.
– Avevo voglia di guardare Annozero.
– Sono preoccupanti, queste voglie.
– Senti, ma da quando in qua Tremonti parla come il subcomandante Marcos?
– Sè.
– Chi è quello lì davanti alla Tour Eiffel?
– Rampini.
– Mii, Funari è vivo!
– Scolta, bratello, comprarsi una tv?
– Ma no, ce l'hai già tu. Non fare caso alla mia faccia. È che non sono abituato.
– Chiudi la bocca, almeno. Mi sbavi sul divano.
– Ci facciamo una piada?
– Nnnnh.
– Come quando eravamo giovani?
– ...
– Come quando eravamo giovani e belli e c'era l'URSS?
– Vuoi diventare una sagoma di gesso sul pavimento? A Porta a Porta?
– Zitta zitta zitta che c'è la pubblicità!
– Va bene, ma io cosa c'entro.
– Avevo voglia di guardare Annozero.
– Sono preoccupanti, queste voglie.
– Senti, ma da quando in qua Tremonti parla come il subcomandante Marcos?
– Sè.
– Chi è quello lì davanti alla Tour Eiffel?
– Rampini.
– Mii, Funari è vivo!
– Scolta, bratello, comprarsi una tv?
– Ma no, ce l'hai già tu. Non fare caso alla mia faccia. È che non sono abituato.
– Chiudi la bocca, almeno. Mi sbavi sul divano.
– Ci facciamo una piada?
– Nnnnh.
– Come quando eravamo giovani?
– ...
– Come quando eravamo giovani e belli e c'era l'URSS?
– Vuoi diventare una sagoma di gesso sul pavimento? A Porta a Porta?
– Zitta zitta zitta che c'è la pubblicità!
Etichette:
The Real Thing
mercoledì, ottobre 31, 2007
La prima tastiera blondinka-friendly del mondo
Gli argomenti più discussi oggi nei blog russi:
1. l'attentato a Tol'jatti;
2. Halloween;
3. la tastiera per bionde.
Che sarebbe poi questa (cliccare per ingrandire):
Ha tutta l'aria di un lavoretto in Photoshop, ma ne parlano anche i siti di informazione come lenta.ru, e sarebbe in vendita da OLDI.
Osserviamola meglio.
Il tasto esc è ribattezzato "NO!", la barra spaziatrice è il "Tasto più lungo che serve per distanziare le lettere", il maiuscolo "Per fare una lettera grande", il blocca-maiuscole "Per fare tante lettere grandi" e shift "Se voglio scrivere il mio nome devo cominciare con questo tasto". "Invio" è "Il mio tasto preferito OK e anche il più grande". Tutta la fila superiore compone la scritta "Tasti inutili". "Altro tasto inutile" contrassegna i vari ctrl e alt. Segnalo anche un paio di deliziosi "bandierina boh" (libera traduzione mia) e "=" chiamato "trattino e ancora trattino".
1. l'attentato a Tol'jatti;
2. Halloween;
3. la tastiera per bionde.
Che sarebbe poi questa (cliccare per ingrandire):
Ha tutta l'aria di un lavoretto in Photoshop, ma ne parlano anche i siti di informazione come lenta.ru, e sarebbe in vendita da OLDI.
Osserviamola meglio.
Il tasto esc è ribattezzato "NO!", la barra spaziatrice è il "Tasto più lungo che serve per distanziare le lettere", il maiuscolo "Per fare una lettera grande", il blocca-maiuscole "Per fare tante lettere grandi" e shift "Se voglio scrivere il mio nome devo cominciare con questo tasto". "Invio" è "Il mio tasto preferito OK e anche il più grande". Tutta la fila superiore compone la scritta "Tasti inutili". "Altro tasto inutile" contrassegna i vari ctrl e alt. Segnalo anche un paio di deliziosi "bandierina boh" (libera traduzione mia) e "=" chiamato "trattino e ancora trattino".
Etichette:
Russia
Impara il russo con il Lipson!/19
Oggi vi insegno a dire una cosa utilissima, fate attenzione a questo piccolo battibecco (cliccate per ingrandire):
- Na slèdujuščij raz prigotòv'te ves' uròk! Jàsno?
- Èto slìškom mnògo.
- Ne dlja menjà.
- Ja ne takòj gènij, kak vy.
- Tem chùže dlja vas.
- [drožà] Ìzverg ròda čelovèčeskogo!
- Per la prossima volta preparate tutta la lezione! Chiaro?
- È troppo.
- Non per me.
- Io non sono un genio come lei.
- Allora peggio per lei.
- [tremando] Mostro della razza umana!
File audio.
Adesso lo sapete. Izverg roda čelovèčeskogo (sì, sentito bene: è uno di quei casi in cui la g si pronuncia v: cielavieceskava): ìzvierkròdacielavièceskava.
Mostro della razza umana. Chi non ne conosce almeno uno.
- Na slèdujuščij raz prigotòv'te ves' uròk! Jàsno?
- Èto slìškom mnògo.
- Ne dlja menjà.
- Ja ne takòj gènij, kak vy.
- Tem chùže dlja vas.
- [drožà] Ìzverg ròda čelovèčeskogo!
- Per la prossima volta preparate tutta la lezione! Chiaro?
- È troppo.
- Non per me.
- Io non sono un genio come lei.
- Allora peggio per lei.
- [tremando] Mostro della razza umana!
File audio.
Adesso lo sapete. Izverg roda čelovèčeskogo (sì, sentito bene: è uno di quei casi in cui la g si pronuncia v: cielavieceskava): ìzvierkròdacielavièceskava.
Mostro della razza umana. Chi non ne conosce almeno uno.
VVP e il poligono
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e si preparava ai dibattiti pre-elettorali di "Russia Unita". Sulla scrivania di Vladimir Vladimirovič™ squillò il telefono. Vladimir Vladimirovič™ sollevò il ricevitore senza indugio.
- Ascolta, bratello, - nel ricevitore risuonò una voce bassa e insinuante, - Come ti va?
- Come, come mi va - Vladimir Vladimirovič™ non capiva, - Chi è? Da dove chiama?
- Che differenza fa, sapere chi sono, - disse quietamente la voce, - Sei andato alla cerimonia al poligono di Butovo?
- Sì che ci sono andato, - annuì Vladimir Vladimirovič™.
- E allora, come ti è sembrato? - domandò piano la voce.
- Che enorme tragedia, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Dobbiamo ricordarla e... e insomma, cose così.
- Sì, tu ricorda, ricorda, - disse piano la voce, - Noi intanto abbiamo tenuto tutto in ordine, sai. Possiamo riaprire anche domani e lavorare, lavorare, lavorare. Cioè, se serve di nuovo il poligono, basta che ce lo dici.
- Perché dovrebbe servire? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva, ma lo sconosciuto aveva già riagganciato.
Vladimir Vladimirovič™ si strinse nelle presidenziali spalle e ritornò ai suoi dibattiti pre-elettorali.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
- Ascolta, bratello, - nel ricevitore risuonò una voce bassa e insinuante, - Come ti va?
- Come, come mi va - Vladimir Vladimirovič™ non capiva, - Chi è? Da dove chiama?
- Che differenza fa, sapere chi sono, - disse quietamente la voce, - Sei andato alla cerimonia al poligono di Butovo?
- Sì che ci sono andato, - annuì Vladimir Vladimirovič™.
- E allora, come ti è sembrato? - domandò piano la voce.
- Che enorme tragedia, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Dobbiamo ricordarla e... e insomma, cose così.
- Sì, tu ricorda, ricorda, - disse piano la voce, - Noi intanto abbiamo tenuto tutto in ordine, sai. Possiamo riaprire anche domani e lavorare, lavorare, lavorare. Cioè, se serve di nuovo il poligono, basta che ce lo dici.
- Perché dovrebbe servire? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva, ma lo sconosciuto aveva già riagganciato.
Vladimir Vladimirovič™ si strinse nelle presidenziali spalle e ritornò ai suoi dibattiti pre-elettorali.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
martedì, ottobre 30, 2007
I bambi fanno "da"
Etichette:
correzioni,
The Real Thing
giovedì, ottobre 25, 2007
VVP e la lista
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e scriveva gli auguri di compleanno al governatore della Čukotka Roman Arkad'evič Abramovič.
- Roma caro! - scrisse Vladimir Vladimirovič™ sul suo foglio di carta intestata, - Bratello!
A un tratto le imponenti porte dello studio presidenziale si aprirono e nella stanza entrò muovendosi sui suoi piccoli cingoli il presidente della Duma, l'androide Boris Gryzlov.
- Che guaio! - urlò dalla soglia il presidente.
- Che accade?! - domandò Vladimir Vladimirovič™ sobbalzando sulla poltrona presidenziale, - Va a fuoco qualcosa?
- Adesso sei il primo della nostra lista elettorale, - cigolò l'androide, - Fai un po' tu.
- E allora? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- Da quando sei capolista, - spiegò il presidente, - Fanno tutti a gara per entrare nel partito! Di corsa!
- E questo è bene! - Vladimir Vladimirovič™ sorrise.
- Ma quale bene? - gli occhi dell'androide lampeggiarono, - Il carburante non basterà per tutti! Aumenterà il prezzo della benzina!
- A questo non avevo pensato, - borbottò Vladimir Vladimirovič™, - Boh, allora... bisogna chiudere le iscrizioni al partito?
- Non l'ho proposto io, sia chiaro! - il presidente sferragliò, si voltò e uscì dallo studio lasciandosi dietro una nuvoletta di fumo grigio-azzurro.
Vladimir Vladimirovič™ restò in ascolto del presidenziale se stesso. Ronzava sommessamente.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
- Roma caro! - scrisse Vladimir Vladimirovič™ sul suo foglio di carta intestata, - Bratello!
A un tratto le imponenti porte dello studio presidenziale si aprirono e nella stanza entrò muovendosi sui suoi piccoli cingoli il presidente della Duma, l'androide Boris Gryzlov.
- Che guaio! - urlò dalla soglia il presidente.
- Che accade?! - domandò Vladimir Vladimirovič™ sobbalzando sulla poltrona presidenziale, - Va a fuoco qualcosa?
- Adesso sei il primo della nostra lista elettorale, - cigolò l'androide, - Fai un po' tu.
- E allora? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- Da quando sei capolista, - spiegò il presidente, - Fanno tutti a gara per entrare nel partito! Di corsa!
- E questo è bene! - Vladimir Vladimirovič™ sorrise.
- Ma quale bene? - gli occhi dell'androide lampeggiarono, - Il carburante non basterà per tutti! Aumenterà il prezzo della benzina!
- A questo non avevo pensato, - borbottò Vladimir Vladimirovič™, - Boh, allora... bisogna chiudere le iscrizioni al partito?
- Non l'ho proposto io, sia chiaro! - il presidente sferragliò, si voltò e uscì dallo studio lasciandosi dietro una nuvoletta di fumo grigio-azzurro.
Vladimir Vladimirovič™ restò in ascolto del presidenziale se stesso. Ronzava sommessamente.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
mercoledì, ottobre 24, 2007
VVP e la Žiguli
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e si studiava il programma del partito "Russia Unita". Sulla scrivania di Vladimir Vladimirovič™ prese a squillare il telefono. Vladimir Vladimirovič™ afferrò subito il ricevitore.
- Ascolta, bratello, - nel ricevitore risuonò la voce del vice capo dell'Amministrazione Vladislav Jur'evič Surkov, - Accendi la tv.
Vladimir Vladimirovič™ premette un pulsante del suo pannello presidenziale e sulla parete di fronte si accese uno schermo enorme. Apparve un tizio con i capelli lunghi e la giacca di pelle seduto in riva a un lago.
- Che è sta roba? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- 'Speta, adesso canta - rispose Jur'evič.
- Ghitarr ghitarr ghitarr, - si mise a cantare il tizio, saltellando con la chitarra in mano, - Cam tu mai buduàr...
- Che delirio... - borbottò Vladimir Vladimirovič™.
- Ghitarr ghitarr ghitarr, - cantava il tizio, adesso a bordo di una "Žiguli" ferma, - Giamp tu mai yaguar...
- Chi è, uno di Saranno Famosi? - domandò Vladimir Vladimirovič™.
- Ma no, - spiegò Vladislav Jur'evič, - Non so chi sia. Però ho pensato: perché non ti compri una "Žiguli"? Fa una gran bella figura. La "Volga" è un po' antidemocratica. E la "ZAZ", beh, è ridicola.
- Una "Žiguli"? - rifletté Vladimir Vladimirovič™, - Mh, forse...
- Ghitarr ghitarr ghitarr, - cantava il tizio sullo schermo, saltellando tra le betulline, - Cam tu mai buduarrr...
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
- Ascolta, bratello, - nel ricevitore risuonò la voce del vice capo dell'Amministrazione Vladislav Jur'evič Surkov, - Accendi la tv.
Vladimir Vladimirovič™ premette un pulsante del suo pannello presidenziale e sulla parete di fronte si accese uno schermo enorme. Apparve un tizio con i capelli lunghi e la giacca di pelle seduto in riva a un lago.
- Che è sta roba? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- 'Speta, adesso canta - rispose Jur'evič.
- Ghitarr ghitarr ghitarr, - si mise a cantare il tizio, saltellando con la chitarra in mano, - Cam tu mai buduàr...
- Che delirio... - borbottò Vladimir Vladimirovič™.
- Ghitarr ghitarr ghitarr, - cantava il tizio, adesso a bordo di una "Žiguli" ferma, - Giamp tu mai yaguar...
- Chi è, uno di Saranno Famosi? - domandò Vladimir Vladimirovič™.
- Ma no, - spiegò Vladislav Jur'evič, - Non so chi sia. Però ho pensato: perché non ti compri una "Žiguli"? Fa una gran bella figura. La "Volga" è un po' antidemocratica. E la "ZAZ", beh, è ridicola.
- Una "Žiguli"? - rifletté Vladimir Vladimirovič™, - Mh, forse...
- Ghitarr ghitarr ghitarr, - cantava il tizio sullo schermo, saltellando tra le betulline, - Cam tu mai buduarrr...
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
martedì, ottobre 23, 2007
Gitar Gitar Gitar
Vi avverto: tunnel pesante.
Peter Nalič, "Gitar Gitar Gitar":
Ritornello (scrittura fonetica Fjodor):
Gitar gitar gitar gitar
cam tu ma buduàr
beibe
iu ev a possabiliti
ple id uid mi.
Gitar gitar gitar gitar
giamp tu ma yaguar
beibe
iu ev a possabiliti
plei id uid mi
[Il tutto, a bordo di una Žiguli ferma. Non pretendo neanche che mi ringraziate.]
Peter Nalič, "Gitar Gitar Gitar":
Ritornello (scrittura fonetica Fjodor):
Gitar gitar gitar gitar
cam tu ma buduàr
beibe
iu ev a possabiliti
ple id uid mi.
Gitar gitar gitar gitar
giamp tu ma yaguar
beibe
iu ev a possabiliti
plei id uid mi
[Il tutto, a bordo di una Žiguli ferma. Non pretendo neanche che mi ringraziate.]
Sindrome Austeniana
[una sera dopo cena, D. ed F.]
– Avrei voglia di qualcosa di caldo...
– Caffè?
– Hm, no...
– Tè? Tisana? Camomilla?
– N-noooo....
– Ovomaltina, Nesquik, Orzobimbo bim bum bam?
– No, no, grazie.
– Ma allora?
– Mah, fondamentalmente la mia è solo voglia di tenere una tazza tra le mani.
[poi, lei a me: "Devono essere tutte quelle repliche dell'Ispettore Barnaby"]
– Avrei voglia di qualcosa di caldo...
– Caffè?
– Hm, no...
– Tè? Tisana? Camomilla?
– N-noooo....
– Ovomaltina, Nesquik, Orzobimbo bim bum bam?
– No, no, grazie.
– Ma allora?
– Mah, fondamentalmente la mia è solo voglia di tenere una tazza tra le mani.
[poi, lei a me: "Devono essere tutte quelle repliche dell'Ispettore Barnaby"]
Etichette:
The Real Thing
lunedì, ottobre 22, 2007
Un Terrestre in Casa
– Mi cercheresti il film Doppia immagine nello spazio, 1969?
– Certo.
– Perché mi manca. Vuoi sapere la storia?
– Anche no.
– Guarda che è molto bella. Un uomo viene mandato nello spazio, poi fa ritorno sulla Terra ma non è davvero la Terra, è un altro pianeta del tutto uguale.
– Ma va'.
– Come fa ad accorgersi che non è la Terra, visto che è tutto uguale, dirai tu.
– Dirò io.
– Le scritte sono al contrario!
– Apperò.
– Eh?
– Eh.
– E perché quelli del pianeta uguale alla Terra non fanno una piega quando questo gli arriva lì?
– Perché?
– Perché anche loro avevano mandato un uomo nello Spazio!
– Contemporaneamente?
– Specularmente.
– Tutto doppio.
– Ammetto che la trama è un po' da seguire.
– Certo.
– Perché mi manca. Vuoi sapere la storia?
– Anche no.
– Guarda che è molto bella. Un uomo viene mandato nello spazio, poi fa ritorno sulla Terra ma non è davvero la Terra, è un altro pianeta del tutto uguale.
– Ma va'.
– Come fa ad accorgersi che non è la Terra, visto che è tutto uguale, dirai tu.
– Dirò io.
– Le scritte sono al contrario!
– Apperò.
– Eh?
– Eh.
– E perché quelli del pianeta uguale alla Terra non fanno una piega quando questo gli arriva lì?
– Perché?
– Perché anche loro avevano mandato un uomo nello Spazio!
– Contemporaneamente?
– Specularmente.
– Tutto doppio.
– Ammetto che la trama è un po' da seguire.
Etichette:
The Real Thing
venerdì, ottobre 19, 2007
Parlo solo con il presidente
Andrej Kolesnikov del Kommersant' a proposito della linea diretta di Putin con i cittadini:
"Le sorprese sono continuate. L'apoteosi è arrivata grazie a una signora che ha fatto così irruzione nella diretta telefonica, evidentemente reduce da una lunga discussione con gli operatori:
'Non voglio parlare con lei. Io parlo solo con il presidente!'
'La ascolto,' - ha detto il presidente.
'È lei?'
'Io'.
'Davvero è lei?'
'Davvero'.
'E anche prima era lei??!'
(A questo punto la sua voce tradiva un notevole dose di diffidenza).
'Anche prima ero io, sì'.
(Il signor Putin, a quanto pare, rispondendo d'impulso si era preso anche la responsabilità del colloquio della donna con gli operatori).
'Oi, Signore, grazie di tutto! Davvero grazie di tutto!'
C'è stata, a quel punto, la netta impressione che la signora parlasse davvero con il Signore (e non solo con il suo)".
Link
"Le sorprese sono continuate. L'apoteosi è arrivata grazie a una signora che ha fatto così irruzione nella diretta telefonica, evidentemente reduce da una lunga discussione con gli operatori:
'Non voglio parlare con lei. Io parlo solo con il presidente!'
'La ascolto,' - ha detto il presidente.
'È lei?'
'Io'.
'Davvero è lei?'
'Davvero'.
'E anche prima era lei??!'
(A questo punto la sua voce tradiva un notevole dose di diffidenza).
'Anche prima ero io, sì'.
(Il signor Putin, a quanto pare, rispondendo d'impulso si era preso anche la responsabilità del colloquio della donna con gli operatori).
'Oi, Signore, grazie di tutto! Davvero grazie di tutto!'
C'è stata, a quel punto, la netta impressione che la signora parlasse davvero con il Signore (e non solo con il suo)".
Link
Etichette:
Putin,
Russia,
The Real Thing
giovedì, ottobre 18, 2007
VVP risponde
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Vladimir Vladimirovič™, - domandò a Vladimir Vladimirovič™ il conduttore Brilev, - Come ricorderà l'anno passato?
- Come prima cosa voglio fare a tutti le mie congratulazioni per il calcio, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Comunque la cosa che mi è piaciuta di più dell'anno passato è stata tutta questa storia sui miei successori. Riuscita bene, vero? Che risate. Meglio di quanto mi aspettassi.
---
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Ho proprio qui delle cifre... - bofonchiò Vladimir Vladimirovič™, senza staccare gli occhi dal suo bloc notes, - Tre, sedici, ottantaquattro. Sei e due, sette e otto. Quindici. Sessantasette. Due. Quattordici e tre. Tredici e quattro. Percentuale del cinque virgola dieci. Percentuale del venti virgola uno. Un anno e mezzo-due anni fa. Sei e cinquanta. Cinque e trenta. Seicentomila persone. Otto e cinque. Due mesi e mezzo. Fino a mille rubli. Cinquecento e anche più.
- Apperò, - rispose il conduttore Brilev, - Passiamo ora al collegamento con le città.
---
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, Vladimir Vladimirovič™, - disse il conduttore Ernest Mackjavičus, che chissà come era finito a Vladivostok, - Proprio in questo momento è arrivato un gruppo di abitanti dell'isola Russkij. Cominciamo con loro.
- Egregio Vladimir Vladimirovič™, - disse una donna dai capelli rossi, fissando la telecamera, - È molto caro prendere l'aereo! Cosa dobbiamo fare? Siamo tagliati fuori dalla Russia.
- È caro? - si stupì Vladimir Vladimirovič™, - Ma è comodo. Io lo prendo tutti i giorni, e niente da dire.
- Ma noi viviamo su un'isola! - disse la donna, - Riponiamo tante speranze nel summit e in lei! Che ne sarà di noi quando lascerà la presidenza?!
- Questa è una grande questione per tutto il paese, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Che ne sarà di voi quando lascerò la presidenza... prego, un'altra domanda.
---
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, Vladimir Vladimirovič™, - disse uno studente, - Mi chiamo Vladislav. Qua stanno arrivando i cinesi. Cosa dobbiamo fare? Io non voglio andarmene!
- Vladik, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Neanch'io voglio che ve ne andiate. Mosca non è mica fatta di gomma. Sa che ingorghi si sono, qui da noi? Non si passa neanche con i lampeggiatori! Meglio se ve ne restate a Vladivostok. Posto ne avete. I soldi li tireremo fuori. 'Sti soldi... prego, la prossima domanda.
---
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, - disse un tizio calvo con i baffi, - Da quest'anno i miei figli vanno all'asilo. Ma lì ci chiedono le bustarelle. Sarà cambiato qualcosa quando i miei bambini andranno a scuola?
- Ne dubito, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Abbiamo la corruzione, noi, sa. Stiamo al centoottantatreesimo posto. Sa cosa può fare? Mandi direttamente i suoi figli a scuola, così non deve sganciare soldi per l'asilo. Prego, la prossima domanda.
---
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Vladimir Vladimirovič™! - disse al telefono un uomo in collegamento da Samara, - Sono un tenente colonnello in pensione. Saranno ripristinati i sussidi per i veterani?
- La questione è ben nota! - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Noi abbiamo delle cartucce. Le volete le cartucce? Poi decidete voi se venderle e ricavarci del denaro. Possiamo distribuire circa quaranta miliardi di cartucce. Basteranno per tutti. Vi prometto che prestissimo uscirà un decreto. Prossima domanda, prego.
---
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, - disse un uomo in collegamento telefonico, - Regione di Krasnodar.
- Piacere, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Vladimir Vladimirovič™.
- C'è questo condono edilizio... - disse il tizio della regione di Krasnodar.
- Sa, pensavo a quelle cartucce... - bofonchiò Vladimir Vladimirovič™, senza lasciarlo finire, - Ho deciso che oltre alle cartucce distribuiremo anche le granate. Così tutti potranno compensare le entrate insufficienti. Il condono edilizio... è una questione complessa. È stata posta più volte. Prossima domanda.
---
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, Vladimir Vladimirovič™, - disse un tizio in collegamento telefonico, - Sono un invalido privo di entrambe gambe. Perché ogni volta che c'è qualche cambiamento ci costringono a subire ulteriori controlli? Non è che le gambe ci ricrescono...
- Noi pensavamo che ricrescessero, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Per quello volevamo verificare. È risultato che effettivamente non ricrescono. Non saranno fatte altre verifiche.
---
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Vladimir Vladimirovič™, - disse un uomo, - Sono un tornitore. Dica un po', cos'è questo piano di Putin?
- Chi ha dato il permesso di fare questa domanda? - domandò Vladimir Vladimirovič™ ai conduttori, - Ma siete matti?! Quello è un piano segreto! Così segreto che non lo conosco neanch'io! Così segreto che non lo conosce nessuno! E non si può. Perché se si sapesse in giro me lo ruberebbbero, me lo rovinerebbero. Ecco perché il piano di Putin, scusate tanto, è segreto. Prossima domanda, e mandate un agente a prelevare quell'uomo.
---
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Vladimir Vladimirovič™, - domandarono dal villaggio di Podkolodnovka, - Ho otto figli. Lavora solo mio marito. Com'è possibile tirare avanti?
- Le servono ancora sette mariti, - rispose prontamente Vladimir Vladimirovič™, - La questione è semplicissima. Se vuole glieli mando. Ho qualche colonnello, sotto mano. Aspetti, eh.
---
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, - disse un uomo, - Sono un piccolo allevatore. Io vendo il latte a otto rubli il litro, ma nei negozi ne costa trenta.
- Passi al grano, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Ne ho già parlato. Si immagini, ben presto chi coltiva il grano sarà come chi si occupa di gas e petrolio. Guardi, sto già pensando di lasciar perdere quella Gazprom e di fondare una nuova corporazione, Bioprom. Produrremo biocombustibile. Mi piace molto, questa cosa. E il latte, agli adulti fa male bere latte. Prossima domanda, prego.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
- Vladimir Vladimirovič™, - domandò a Vladimir Vladimirovič™ il conduttore Brilev, - Come ricorderà l'anno passato?
- Come prima cosa voglio fare a tutti le mie congratulazioni per il calcio, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Comunque la cosa che mi è piaciuta di più dell'anno passato è stata tutta questa storia sui miei successori. Riuscita bene, vero? Che risate. Meglio di quanto mi aspettassi.
---
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Ho proprio qui delle cifre... - bofonchiò Vladimir Vladimirovič™, senza staccare gli occhi dal suo bloc notes, - Tre, sedici, ottantaquattro. Sei e due, sette e otto. Quindici. Sessantasette. Due. Quattordici e tre. Tredici e quattro. Percentuale del cinque virgola dieci. Percentuale del venti virgola uno. Un anno e mezzo-due anni fa. Sei e cinquanta. Cinque e trenta. Seicentomila persone. Otto e cinque. Due mesi e mezzo. Fino a mille rubli. Cinquecento e anche più.
- Apperò, - rispose il conduttore Brilev, - Passiamo ora al collegamento con le città.
---
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, Vladimir Vladimirovič™, - disse il conduttore Ernest Mackjavičus, che chissà come era finito a Vladivostok, - Proprio in questo momento è arrivato un gruppo di abitanti dell'isola Russkij. Cominciamo con loro.
- Egregio Vladimir Vladimirovič™, - disse una donna dai capelli rossi, fissando la telecamera, - È molto caro prendere l'aereo! Cosa dobbiamo fare? Siamo tagliati fuori dalla Russia.
- È caro? - si stupì Vladimir Vladimirovič™, - Ma è comodo. Io lo prendo tutti i giorni, e niente da dire.
- Ma noi viviamo su un'isola! - disse la donna, - Riponiamo tante speranze nel summit e in lei! Che ne sarà di noi quando lascerà la presidenza?!
- Questa è una grande questione per tutto il paese, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Che ne sarà di voi quando lascerò la presidenza... prego, un'altra domanda.
---
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, Vladimir Vladimirovič™, - disse uno studente, - Mi chiamo Vladislav. Qua stanno arrivando i cinesi. Cosa dobbiamo fare? Io non voglio andarmene!
- Vladik, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Neanch'io voglio che ve ne andiate. Mosca non è mica fatta di gomma. Sa che ingorghi si sono, qui da noi? Non si passa neanche con i lampeggiatori! Meglio se ve ne restate a Vladivostok. Posto ne avete. I soldi li tireremo fuori. 'Sti soldi... prego, la prossima domanda.
---
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, - disse un tizio calvo con i baffi, - Da quest'anno i miei figli vanno all'asilo. Ma lì ci chiedono le bustarelle. Sarà cambiato qualcosa quando i miei bambini andranno a scuola?
- Ne dubito, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Abbiamo la corruzione, noi, sa. Stiamo al centoottantatreesimo posto. Sa cosa può fare? Mandi direttamente i suoi figli a scuola, così non deve sganciare soldi per l'asilo. Prego, la prossima domanda.
---
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Vladimir Vladimirovič™! - disse al telefono un uomo in collegamento da Samara, - Sono un tenente colonnello in pensione. Saranno ripristinati i sussidi per i veterani?
- La questione è ben nota! - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Noi abbiamo delle cartucce. Le volete le cartucce? Poi decidete voi se venderle e ricavarci del denaro. Possiamo distribuire circa quaranta miliardi di cartucce. Basteranno per tutti. Vi prometto che prestissimo uscirà un decreto. Prossima domanda, prego.
---
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, - disse un uomo in collegamento telefonico, - Regione di Krasnodar.
- Piacere, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Vladimir Vladimirovič™.
- C'è questo condono edilizio... - disse il tizio della regione di Krasnodar.
- Sa, pensavo a quelle cartucce... - bofonchiò Vladimir Vladimirovič™, senza lasciarlo finire, - Ho deciso che oltre alle cartucce distribuiremo anche le granate. Così tutti potranno compensare le entrate insufficienti. Il condono edilizio... è una questione complessa. È stata posta più volte. Prossima domanda.
---
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, Vladimir Vladimirovič™, - disse un tizio in collegamento telefonico, - Sono un invalido privo di entrambe gambe. Perché ogni volta che c'è qualche cambiamento ci costringono a subire ulteriori controlli? Non è che le gambe ci ricrescono...
- Noi pensavamo che ricrescessero, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Per quello volevamo verificare. È risultato che effettivamente non ricrescono. Non saranno fatte altre verifiche.
---
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Vladimir Vladimirovič™, - disse un uomo, - Sono un tornitore. Dica un po', cos'è questo piano di Putin?
- Chi ha dato il permesso di fare questa domanda? - domandò Vladimir Vladimirovič™ ai conduttori, - Ma siete matti?! Quello è un piano segreto! Così segreto che non lo conosco neanch'io! Così segreto che non lo conosce nessuno! E non si può. Perché se si sapesse in giro me lo ruberebbbero, me lo rovinerebbero. Ecco perché il piano di Putin, scusate tanto, è segreto. Prossima domanda, e mandate un agente a prelevare quell'uomo.
---
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Vladimir Vladimirovič™, - domandarono dal villaggio di Podkolodnovka, - Ho otto figli. Lavora solo mio marito. Com'è possibile tirare avanti?
- Le servono ancora sette mariti, - rispose prontamente Vladimir Vladimirovič™, - La questione è semplicissima. Se vuole glieli mando. Ho qualche colonnello, sotto mano. Aspetti, eh.
---
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, - disse un uomo, - Sono un piccolo allevatore. Io vendo il latte a otto rubli il litro, ma nei negozi ne costa trenta.
- Passi al grano, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Ne ho già parlato. Si immagini, ben presto chi coltiva il grano sarà come chi si occupa di gas e petrolio. Guardi, sto già pensando di lasciar perdere quella Gazprom e di fondare una nuova corporazione, Bioprom. Produrremo biocombustibile. Mi piace molto, questa cosa. E il latte, agli adulti fa male bere latte. Prossima domanda, prego.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
martedì, ottobre 16, 2007
Make disco, not war
Quale miglior modo per convincere i separatisti filorussi dell'Ossezia del Sud a deporre le armi, a rinunciare una volta per tutte alla secessione e a ricongiungersi pacificamente con i georgiani?
Si prende un villaggio di frontiera, proprio nel mezzo del conflitto, non lontano dalla capitale ribelle Tskhinvali: Tamarašeni, rimasto fedele alla Georgia.
E lì si organizza un concerto dei Boney M*.
Sì.
"Speriamo di riuscire a convincere le persone a uscire dalle trincee, a deporre i Kalašnikov, a venire qui a ballare con gli altri e a capire che niente è più bello della pace, niente è più bello della riconciliazione", ha dichiarato il presidente georgiano Saakašvili. Insomma, Ossezia del Sud: più soldi, più pace, più disco con la Georgia!
Pensavo che l'accoppiata Yanukovič-Verka Serdjučka nella recente campagna elettorale ucraina fosse il Grande Momento Postsovietico del 2007, ma non avevo fatto i conti con la Georgia.
Come scrive Mark McKinnon nel suo blog, "non so decidere se sia paradiso o inferno, ma vorrei esserci comunque".
Per sicurezza, possiamo ibernarmi ancora per qualche anno?
*In realtà si trattava del gruppo della sola Marcia Barrett, perché in circolazione ci sono almeno due band che si fanno chiamare Boney M. L'ex cantante della formazione originale, Liz Mitchell, fa sapere di non aver niente a che fare con il concerto organizzato nell'Ossezia del Sud. C'è anche una controversia legale in corso.
Si fa fatica a far riconciliare i Boney M., rendiamoci conto.
Link
Si prende un villaggio di frontiera, proprio nel mezzo del conflitto, non lontano dalla capitale ribelle Tskhinvali: Tamarašeni, rimasto fedele alla Georgia.
E lì si organizza un concerto dei Boney M*.
Sì.
"Speriamo di riuscire a convincere le persone a uscire dalle trincee, a deporre i Kalašnikov, a venire qui a ballare con gli altri e a capire che niente è più bello della pace, niente è più bello della riconciliazione", ha dichiarato il presidente georgiano Saakašvili. Insomma, Ossezia del Sud: più soldi, più pace, più disco con la Georgia!
Pensavo che l'accoppiata Yanukovič-Verka Serdjučka nella recente campagna elettorale ucraina fosse il Grande Momento Postsovietico del 2007, ma non avevo fatto i conti con la Georgia.
Come scrive Mark McKinnon nel suo blog, "non so decidere se sia paradiso o inferno, ma vorrei esserci comunque".
Per sicurezza, possiamo ibernarmi ancora per qualche anno?
*In realtà si trattava del gruppo della sola Marcia Barrett, perché in circolazione ci sono almeno due band che si fanno chiamare Boney M. L'ex cantante della formazione originale, Liz Mitchell, fa sapere di non aver niente a che fare con il concerto organizzato nell'Ossezia del Sud. C'è anche una controversia legale in corso.
Si fa fatica a far riconciliare i Boney M., rendiamoci conto.
Link
Etichette:
Georgia,
musica,
Russia,
Vaghe stelle dell'URSS
lunedì, ottobre 15, 2007
Putin, l'Iran, il Fascino Andropoviano e il Neonato Enorme
Allora, secondo voi chi voleva ammazzare Putin in Iran scagliandogli contro diversi gruppi di attentatori suicidi?
1) la CIA!
2) il Tizio (yawn) Nuovo di Alcaida per darsi lustro e prestigio e fare un dispetto all'Iran;
3) i separatisti ceceni;
4) una cricca di siloviki avversari;
5) una banda di georgiani amareggiati;
6) un oligarca esiliato;
7) l'Iran, così, giusto per confermare la propria diabolica imprevedibilità e farsi cancellare dalle carte geografiche (non prima di aver lanciato un missile su Washington, uno di quei missili iscritti al programma MilleMiglia che passano per Turchia, Polonia, Repubblica Ceca, poi giù per le Alpi, su verso Francia, Gran Bretagna, tappa su Fiordi Norvegesi e magiche Capitali del Nord, Groenlandia ecc. ecc.; avercelo, uno scudo antimissile nella pampa polacca);
8) il neonato gigante siberiano;
9) nessuno, è losca propaganda anti-iraniana;
10) nessuno, è losca propaganda brežneviana;
11) nessuno, si è inventato tutto lui perché vuole tenerci in tirella per mesi (non si sa mai che Zubkov gli diventi troppo carismatico, con quel malaticcio fascino andropoviano).
Update:
12) gli ufi.
13) il sushi.
1) la CIA!
2) il Tizio (yawn) Nuovo di Alcaida per darsi lustro e prestigio e fare un dispetto all'Iran;
3) i separatisti ceceni;
4) una cricca di siloviki avversari;
5) una banda di georgiani amareggiati;
6) un oligarca esiliato;
7) l'Iran, così, giusto per confermare la propria diabolica imprevedibilità e farsi cancellare dalle carte geografiche (non prima di aver lanciato un missile su Washington, uno di quei missili iscritti al programma MilleMiglia che passano per Turchia, Polonia, Repubblica Ceca, poi giù per le Alpi, su verso Francia, Gran Bretagna, tappa su Fiordi Norvegesi e magiche Capitali del Nord, Groenlandia ecc. ecc.; avercelo, uno scudo antimissile nella pampa polacca);
8) il neonato gigante siberiano;
9) nessuno, è losca propaganda anti-iraniana;
10) nessuno, è losca propaganda brežneviana;
11) nessuno, si è inventato tutto lui perché vuole tenerci in tirella per mesi (non si sa mai che Zubkov gli diventi troppo carismatico, con quel malaticcio fascino andropoviano).
Update:
12) gli ufi.
13) il sushi.
Etichette:
falsiallarmi,
Russia
sabato, ottobre 13, 2007
Troppo vicino
sms
"Non ci crederai mai, sono a cinque metri da Storace."
"Sputagli l'occhiale da parte mia."
"Non posso, sono troppo vicino."
"Non ci crederai mai, sono a cinque metri da Storace."
"Sputagli l'occhiale da parte mia."
"Non posso, sono troppo vicino."
Etichette:
The Real Thing
Diventa più intelligente con Google/11
Etichette:
metablog
giovedì, ottobre 11, 2007
La vera rivoluzione arancione
– Ho deciso che mi dipingo i capelli di rosso.
– Guarda che bisogna accettare l'età che avanza!
– Qui c'è scritto che va via dopo 28 shampoo.
– Perché, guarda caso, corrisponde al ciclo lunare?
– Non ci provare.
– Mumble mumble...
– Smettila!
– Loro sanno che li lavi ogni giorno?
– Mmmmmh.
– Bizzarra coincidenza.
– Ma mi starà bene, non è proprio rosso rosso. Qui c'è scritto ambra.
– Quindi arancione.
– Vai a vedere qui.
– A te non starà mai così.
– Meglio, a me così non piace.
– E comunque non è ambra, è... è...
– Ma no, certo che no.
– Non so cosa sia.
– È brutto?
– È arancione.
– Scusami, il color pigna non c'era.
– Hai la pelle troppo scura.
– Non è più scura, sto tornando normale!
– Più scura della tizia lì. Non hai l'aria irlandese, sai.
– Ma sono diversa, ho anche gli occhi castani.
– Certo, la gente dirà: guarda quella rossa! Se non avesse gli occhi castani sarebbe un disastro!
– Piantala.
– Perché farsi dire dai goriziani, gente semplice, guarda come si è conciata la matta.
– ...
– Ora è arancio-mattone. Sgomma e tira la prima per chilometri.
– Guarda che bisogna accettare l'età che avanza!
– Qui c'è scritto che va via dopo 28 shampoo.
– Perché, guarda caso, corrisponde al ciclo lunare?
– Non ci provare.
– Mumble mumble...
– Smettila!
– Loro sanno che li lavi ogni giorno?
– Mmmmmh.
– Bizzarra coincidenza.
– Ma mi starà bene, non è proprio rosso rosso. Qui c'è scritto ambra.
– Quindi arancione.
– Vai a vedere qui.
– A te non starà mai così.
– Meglio, a me così non piace.
– E comunque non è ambra, è... è...
– Ma no, certo che no.
– Non so cosa sia.
– È brutto?
– È arancione.
– Scusami, il color pigna non c'era.
– Hai la pelle troppo scura.
– Non è più scura, sto tornando normale!
– Più scura della tizia lì. Non hai l'aria irlandese, sai.
– Ma sono diversa, ho anche gli occhi castani.
– Certo, la gente dirà: guarda quella rossa! Se non avesse gli occhi castani sarebbe un disastro!
– Piantala.
– Perché farsi dire dai goriziani, gente semplice, guarda come si è conciata la matta.
– ...
– Ora è arancio-mattone. Sgomma e tira la prima per chilometri.
Etichette:
The Real Thing
mercoledì, ottobre 10, 2007
VVP e le Rotelline
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e ricordava i festeggiamenti per il suo cinquantacinquesimo compleanno in compagnia dei membri del Consiglio di Sicurezza e delle più alte cariche dello stato.
- Ma lo sai, - nella testa di Vladimir Vladimirovič™ risuonò a un tratto la nota voce gorgogliante del suo marziano personale, - Che qua dentro ci sono delle rotelline? Appaiono e scompaiono. Non va mica bene. È impossibile concentrarsi.
- Dove? - pensò con orrore Vladimir Vladimirovič™, - Quali rotelline?!
- Dove, nella testa, - gorgogliò il marziano, - A proposito, guarda che ti stai trasformando in un robot. Certo, la trasformazione non è ancora definitiva. Ma meglio se mi cerco con calma un'altra testa...
- Cosa... come? - pensò indignato Vladimir Vladimirovič™, - Come, un'altra testa? E io?
- Eh, tu... - gorgogliò il marziano, - I marziani non vivono nei robot. Nei robot vivono solo, come si chiamano... i virus dei computer.
A Vladimir Vladimirovič™ cominciò a girare la testa.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
- Ma lo sai, - nella testa di Vladimir Vladimirovič™ risuonò a un tratto la nota voce gorgogliante del suo marziano personale, - Che qua dentro ci sono delle rotelline? Appaiono e scompaiono. Non va mica bene. È impossibile concentrarsi.
- Dove? - pensò con orrore Vladimir Vladimirovič™, - Quali rotelline?!
- Dove, nella testa, - gorgogliò il marziano, - A proposito, guarda che ti stai trasformando in un robot. Certo, la trasformazione non è ancora definitiva. Ma meglio se mi cerco con calma un'altra testa...
- Cosa... come? - pensò indignato Vladimir Vladimirovič™, - Come, un'altra testa? E io?
- Eh, tu... - gorgogliò il marziano, - I marziani non vivono nei robot. Nei robot vivono solo, come si chiamano... i virus dei computer.
A Vladimir Vladimirovič™ cominciò a girare la testa.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
martedì, ottobre 09, 2007
Piccola Imperatrice
– C'è qualcuno?
– Te me gà portà i bagigi?
È seduta sul letto, come sempre, davanti al televisore acceso.
– No, zero bagigi.
– Carame'e morbide?
– No. Ciao Antonia.
– Ciao, nevòde.
– Pensavo, oggi.
– Te pensavi.
– Ti ricordi quando sono arrivata nel mezzo di una puntata di Sentieri per dirti che mi avevano invitata a parlare alla radio...
– Sì, entanto quea sporcaciona dea Riva... ben, assèmo pèrdar.
– ... insieme a una professoressa, a una vigilessa e a una poliziotta.
– Come na barze'etta.
– E tu mi hai chiesto: "E ti, cossa situ?" E io ho risposto "Piccola imprenditrice".
– Vero, vero. Parole sante.
– Ma quali parole sante. Ti ricordi come hai commentato?
– Al momento non me o ricordo.
– Hai detto "Lo gò sempre savùo, che te geri una piccola imperatrice".
– La mia stelassa.
– Bòn, vado.
– Imperatrice!
– Dime.
– La prossima storia sarà quea dei austriaci e dei gnocchi.
– Va ben.
– Qua i manda sempre 'e repliche.
– Ciao, Antonia.
– Ciao, nevòde.
– Te me gà portà i bagigi?
È seduta sul letto, come sempre, davanti al televisore acceso.
– No, zero bagigi.
– Carame'e morbide?
– No. Ciao Antonia.
– Ciao, nevòde.
– Pensavo, oggi.
– Te pensavi.
– Ti ricordi quando sono arrivata nel mezzo di una puntata di Sentieri per dirti che mi avevano invitata a parlare alla radio...
– Sì, entanto quea sporcaciona dea Riva... ben, assèmo pèrdar.
– ... insieme a una professoressa, a una vigilessa e a una poliziotta.
– Come na barze'etta.
– E tu mi hai chiesto: "E ti, cossa situ?" E io ho risposto "Piccola imprenditrice".
– Vero, vero. Parole sante.
– Ma quali parole sante. Ti ricordi come hai commentato?
– Al momento non me o ricordo.
– Hai detto "Lo gò sempre savùo, che te geri una piccola imperatrice".
– La mia stelassa.
– Bòn, vado.
– Imperatrice!
– Dime.
– La prossima storia sarà quea dei austriaci e dei gnocchi.
– Va ben.
– Qua i manda sempre 'e repliche.
– Ciao, Antonia.
– Ciao, nevòde.
Etichette:
Antonia,
famigliamir
lunedì, ottobre 08, 2007
La Dianificazione di Anna Politkovskaja
"The appropriate word for all this might become, or might even be, 'Dianafication'".
("La parola giusta per tutto questo potrebbe diventare, o forse lo è già, 'Dianificazione'").
Tim Newman a proposito dell'appropriazione-santificazione-distorsione della figura di Anna Politkovskaja a un anno dalla morte, nei commenti a questo post di Sean Guillory.
("La parola giusta per tutto questo potrebbe diventare, o forse lo è già, 'Dianificazione'").
Tim Newman a proposito dell'appropriazione-santificazione-distorsione della figura di Anna Politkovskaja a un anno dalla morte, nei commenti a questo post di Sean Guillory.
Etichette:
Politkovskaja,
Russia
Diventa più intelligente con Google/10
Etichette:
metablog
venerdì, ottobre 05, 2007
VVP e gli Androidi
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e si preparava a diventare deputato della Duma.
A un tratto le imponenti porte dell'ufficio presidenziale si spalancarono e fece il suo ingresso con passo deciso il presidente del Consiglio della Federazione Sergej Michajlovič Mironov. Sergej Michajlovič aveva la barba lunga, calzava degli stivaloni di similpelle e portava sulle spalle un voluminoso zaino di tela catramata. Il presidente teneva nella mano destra una grande piccozza.
- Che accade, bratello? - domandò sconcertato Vladimir Vladimirovič™.
- Canaglia, ecco cosa c'è, - gli rispose Sergej Michajlovič agitando la piccozza verso Vladimir Vladimirovič™.
- Ehi, ehi! - Vladimir Vladimirovič™ scattò su dalla poltrona presidenziale, - Chiamo subito le guardie del corpo!
- Me ne frego delle tue guardie del corpo, - rispose Sergej Michajlovič abbassando la piccozza, - Di te, del tuo Consiglio della Federazione, del tuo Cremlino e di tutte queste tue elezioni. Vado nei campi. Sono un geologo, non un androide!
Sergej Michajlovič si voltò e uscì con passo deciso dallo studio.
Vladimir Vladimirovič™ telefonò subito al capo della sua Amministrazione Vladislav Jur'evič Surkov.
- Ascolta, bratello, - disse preoccupato Vladimir Vladimirovič™, - Io te l'avevo detto che il piano "Russia Unita" era pericoloso!
- Cos'è successo? - domandò Vladislav Jur'evič.
- Gli androidi si stanno trasformando in esseri umani! - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Mironov è andato nei campi! A fare il geologo!
- Ah, ma non c'è niente di terribile, - spiegò Vladislav Jur'evič, - Vedi, esistono le cosiddette leggi della robotica.
- Questo lo so, - annuì Vladimir Vladimirovič™, - Un androide non può nuocere a un essere umano. E via dicendo.
- Tipo, sì, - rispose Vladislav Jur'evič, - Ma c'è un'altra legge poco conosciuta.
- Quale? - domandò Vladimir Vladimirovič™.
- Questa legge afferma, - disse Vladislav Jur'evič, - Che la quantità di androidi in natura deve restare costante. In altre parole, non devono diventare più numerosi. Altrimenti le macchine si ribellano e l'umanità è kaputt.
- Beh? - domandò con impazienza Vladimir Vladimirovič™, - E allora?
- E allora, - spiegò Vladislav Jur'evič, - Quando un umano si trasforma in androide, un androide si trasforma in umano, e...
- Ma allora chi, chi è diventato un androide al posto di Mironov? - Vladimir Vladimirovič™ interruppe Vladislav Jur'evič.
- Beh... - Vladislav Jur'evič esitò, - Ehn…
Vladimir Vladimirovič™ udì un quieto ronzio e si guardò attorno. Nello studio non c'era nessun altro, oltre a lui.
Vladimir Vladimirovič™ si sentì impallidire.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
A un tratto le imponenti porte dell'ufficio presidenziale si spalancarono e fece il suo ingresso con passo deciso il presidente del Consiglio della Federazione Sergej Michajlovič Mironov. Sergej Michajlovič aveva la barba lunga, calzava degli stivaloni di similpelle e portava sulle spalle un voluminoso zaino di tela catramata. Il presidente teneva nella mano destra una grande piccozza.
- Che accade, bratello? - domandò sconcertato Vladimir Vladimirovič™.
- Canaglia, ecco cosa c'è, - gli rispose Sergej Michajlovič agitando la piccozza verso Vladimir Vladimirovič™.
- Ehi, ehi! - Vladimir Vladimirovič™ scattò su dalla poltrona presidenziale, - Chiamo subito le guardie del corpo!
- Me ne frego delle tue guardie del corpo, - rispose Sergej Michajlovič abbassando la piccozza, - Di te, del tuo Consiglio della Federazione, del tuo Cremlino e di tutte queste tue elezioni. Vado nei campi. Sono un geologo, non un androide!
Sergej Michajlovič si voltò e uscì con passo deciso dallo studio.
Vladimir Vladimirovič™ telefonò subito al capo della sua Amministrazione Vladislav Jur'evič Surkov.
- Ascolta, bratello, - disse preoccupato Vladimir Vladimirovič™, - Io te l'avevo detto che il piano "Russia Unita" era pericoloso!
- Cos'è successo? - domandò Vladislav Jur'evič.
- Gli androidi si stanno trasformando in esseri umani! - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Mironov è andato nei campi! A fare il geologo!
- Ah, ma non c'è niente di terribile, - spiegò Vladislav Jur'evič, - Vedi, esistono le cosiddette leggi della robotica.
- Questo lo so, - annuì Vladimir Vladimirovič™, - Un androide non può nuocere a un essere umano. E via dicendo.
- Tipo, sì, - rispose Vladislav Jur'evič, - Ma c'è un'altra legge poco conosciuta.
- Quale? - domandò Vladimir Vladimirovič™.
- Questa legge afferma, - disse Vladislav Jur'evič, - Che la quantità di androidi in natura deve restare costante. In altre parole, non devono diventare più numerosi. Altrimenti le macchine si ribellano e l'umanità è kaputt.
- Beh? - domandò con impazienza Vladimir Vladimirovič™, - E allora?
- E allora, - spiegò Vladislav Jur'evič, - Quando un umano si trasforma in androide, un androide si trasforma in umano, e...
- Ma allora chi, chi è diventato un androide al posto di Mironov? - Vladimir Vladimirovič™ interruppe Vladislav Jur'evič.
- Beh... - Vladislav Jur'evič esitò, - Ehn…
Vladimir Vladimirovič™ udì un quieto ronzio e si guardò attorno. Nello studio non c'era nessun altro, oltre a lui.
Vladimir Vladimirovič™ si sentì impallidire.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
giovedì, ottobre 04, 2007
Бип-бип-бип...
1. scaricare questo minuscolo file audio.
2. metterlo in loop.
3. ascoltare.
Un po' di link fotografici sui programmi spaziali sovietici, per festeggiare:
I quadri cosmici di Leonov e Sokolov La Terra vista dai satelliti sovietici
Zvezdnyj Gorodok, la Città delle Stelle
Cosmonauti
Jurij
Belka e Strelka, che tornarono vive.
"Un uomo è per metà quello che è e per l'altra metà quello che vorrebbe essere, disse Oscar Wilde. Se è davvero così, allora i bambini sovietici degli anni sessanta e settanta erano tutti per metà cosmonauti. Lo so per certo, dato che anch'io all'età di sette-otto anni ero per metà cosmonauta. È strano, ma già allora sospettavo che fosse un delirio infantile destinato a passare con gli anni. Eppure mi dicevo: 'Lo so, tutti vogliono fare i cosmonauti. Ma io sono diverso! Io voglio diventarlo davvero, sul serio! E se agli altri passerà, allora - per favore! - non a me!'
Penso che molti dei miei coetanei, sognando di volare nello spazio, fossero altrettanto sprofondati in una simile consapevolezza di sé. Alcuni mantennero perfino la promessa. Ci furono, dopo tutto, alcuni cosmonauti. Comunque così stavano le cose: allora tutti noi, dai più piccoli ai più grandi, vivevamo con un piede nel cosmo. Il cosmo era ovunque. Nei libri di scuola, sulle pareti di casa e nei mosaici della metropolitana di Mosca: un cosmonauta dal naso camuso, dietro al vetro del suo casco-acquario, compiva una qualche azione simbolica, piantando un piccolo germoglio verde in una fossetta di Marte o porgendo un satellite alle stelle. Nel fumo delle città era presente sempre e ovunque, divenendo così in un certo senso un testimone costante di ciò che accadeva, un costante 'terzo', una sorta di ipostasi come il Lenin che trascinava quel tronco durante un subbotnik e che gli adulti consideravano verosimilmente un inevitabile compagno di bevute: uno che non contribuiva all'acquisto della bottiglia, ma che neanche beveva molto. Tanto che forse le poche gocce che per tradizione gli alcolizzati spargono a terra, prima che la bottiglia faccia il primo giro, sono dedicate a lui".
Viktor Pelevin, "Kod Mira"
Etichette:
traduzioni,
Vaghe stelle dell'URSS
mercoledì, ottobre 03, 2007
Il Compagno Stalin, la Compagna Sentareckaja e la Roba Marrone
Ecco a voi un irresistibile falsallarme d'epoca sovietica, dagli Archivi della Federazione Russa:
"Al Compagno STALIN
copia al Compagno KAGANOVIČ
Il 16 di ottobre l'impiegata del Dipartimento speciale Compagna Sentareckaja stava aprendo le lettere e le comunicazioni giunte quella mattina e indirizzate al Compagno Stalin.
In una delle buste invece di una lettera risultò esserci una piccola massa di colore marrone, all'apparenza escrementi. Secondo la Compagna Sentareckaja e altri impiegati, l'apertura della busta fu accompagnata dal diffondersi di un forte odore.
Agitata e turbata, la Compagna Sentareckaja prese la massa, la portò nel gabinetto e la gettò nel water. Uscendo dal gabinetto la Compagna Sentareckaja sostenne che le girava la testa. Appena entrata nella stanza svenne sbattendo la nuca sul pavimento. Dopo pochi minuti riprese conoscenza e affermò di non vedere nulla.
Fu chiamato un medico che visitò la Sentareckaja e, non trovando alcun segno di ferite, dichiarò che era necessario ricoverare la Sentareckaja all'ospedale per ulteriori esami e analisi.
La Compagna Sentareckaja fu ricoverata all'ospedale del Cremlino, mentre la busta con i resti della massa fu mandata ad analizzare nel laboratorio dell'NKVD.
In base ai dati delle analisi e degli esami medici (allegati), la cecità della Compagna Sentareckaja sarebbe stata provocata da isteria e non dall'effetto di sostanze chimiche.
Attualmente, a partire dal 22 ottobre, ella sta gradualmente recuperando la vista.
Per quanto riguarda le precauzioni di sicurezza per gli impiegati che lavorano all'apertura della corrispondenza, sono state prese le seguenti misure:
1. Agli impiegati addetti all'apertura della corrispondenza sono stati forniti guanti di gomma da indossare prima dell'apertura delle lettere.
2. È stata acquistata una scorta di vari tipi di disinfettante.
26.Х.35
Il Capo del Dipartimento speciale del Comitato Centrale del Partito Comunista (Poskrebyšev)".
Link: Sean's Russia Blog
Ho trovato il testo originale, è qui.
"Al Compagno STALIN
copia al Compagno KAGANOVIČ
Il 16 di ottobre l'impiegata del Dipartimento speciale Compagna Sentareckaja stava aprendo le lettere e le comunicazioni giunte quella mattina e indirizzate al Compagno Stalin.
In una delle buste invece di una lettera risultò esserci una piccola massa di colore marrone, all'apparenza escrementi. Secondo la Compagna Sentareckaja e altri impiegati, l'apertura della busta fu accompagnata dal diffondersi di un forte odore.
Agitata e turbata, la Compagna Sentareckaja prese la massa, la portò nel gabinetto e la gettò nel water. Uscendo dal gabinetto la Compagna Sentareckaja sostenne che le girava la testa. Appena entrata nella stanza svenne sbattendo la nuca sul pavimento. Dopo pochi minuti riprese conoscenza e affermò di non vedere nulla.
Fu chiamato un medico che visitò la Sentareckaja e, non trovando alcun segno di ferite, dichiarò che era necessario ricoverare la Sentareckaja all'ospedale per ulteriori esami e analisi.
La Compagna Sentareckaja fu ricoverata all'ospedale del Cremlino, mentre la busta con i resti della massa fu mandata ad analizzare nel laboratorio dell'NKVD.
In base ai dati delle analisi e degli esami medici (allegati), la cecità della Compagna Sentareckaja sarebbe stata provocata da isteria e non dall'effetto di sostanze chimiche.
Attualmente, a partire dal 22 ottobre, ella sta gradualmente recuperando la vista.
Per quanto riguarda le precauzioni di sicurezza per gli impiegati che lavorano all'apertura della corrispondenza, sono state prese le seguenti misure:
1. Agli impiegati addetti all'apertura della corrispondenza sono stati forniti guanti di gomma da indossare prima dell'apertura delle lettere.
2. È stata acquistata una scorta di vari tipi di disinfettante.
26.Х.35
Il Capo del Dipartimento speciale del Comitato Centrale del Partito Comunista (Poskrebyšev)".
Link: Sean's Russia Blog
Ho trovato il testo originale, è qui.
Etichette:
falsiallarmi,
Vaghe stelle dell'URSS
martedì, ottobre 02, 2007
Le Voci e i Mondi, là fuori: il terzo numero di Buràn
"Dietro ogni numero della rivista c’è una trama di relazioni, ci sono rapporti che si consolidano, occasioni nuove che aprono la conoscenza di mondi vasti e nuovi.
Se è interessante e - così si confida, senza pudore - bello per chi lo legge, Buràn è in verità un’esperienza davvero straordinaria per chi lo costruisce scrittura dopo scrittura.
Ci sono Voci e Mondi, là fuori.
Buràn è in ascolto".
Il Signor Effe
Buràn, terzo numero: Il Conflitto.
Con tutta l'attenzione, la cura e la grazia che servono a rendere visibili quei Mondi e quelle Voci.
[Grazie]
Se è interessante e - così si confida, senza pudore - bello per chi lo legge, Buràn è in verità un’esperienza davvero straordinaria per chi lo costruisce scrittura dopo scrittura.
Ci sono Voci e Mondi, là fuori.
Buràn è in ascolto".
Il Signor Effe
Buràn, terzo numero: Il Conflitto.
Con tutta l'attenzione, la cura e la grazia che servono a rendere visibili quei Mondi e quelle Voci.
[Grazie]
Etichette:
Buràn
lunedì, ottobre 01, 2007
Il Pacchetto-Playmobilio, Lipson-mode on
[Ovvero, come mettere insieme Lipson, Playmobilio e Novissimo Sistema Fonetico Fjodor in un unico post].
Come tutti sanno, il Compagno Fjodor è un vero lavoratore modello.
[Es evribadi nous, Comreid Fjodor is e rial sciok-uorker].
A cosa pensa costantemente il Compagno Fjodor?
[Uot is Comreid Fjodor dinkin ebaut all de taim?]
Il Compagno Fjodor pensa a un pacchetto-Playmobilio.
[Comreid Fjodor is dinkin ebaut a lidl Pleimobilio-peket]
È così, compagni: egli non fa che pensare al pacchettino.
[Dets tru, Comreids: i is dinking ebaut de Pleimobilio-peket oll de taim].
Quando si riposa nel parco il Compagno Fjodor si comporta forse poco culturalmente?
[Das Comreid Fjodor bi-eiv ancalchurelli in de park?]No, Compagni!
[No, Comreids, i dasnt!]
Nel parco il Compagno Fjodor pensa. Pensa forse al lavoro?
[In de park Comreid Fjodor dinks. Das i dink ebaut uork?]No, di solito egli pensa al lavoro, ma ultimamente non fa che pensare al pacchettino-Playmobilio!
[No, es e riul i dinks ebaut uork, bat leitli i is olueis dinkin about di Plaimobilio-peket!]
Pensa al pacchettino-Playmobilio quando lavora...
[I dinks ebaut di Pleimobilio-peket uen i uorks...]
... e pensa al pacchettino-Playmobilio anche sul filobus.
[... and dinks ebaut di Pleimobilio-peket on the trollibas tuu].
Così è, Compagni. Quando il Compagno Fjodor rincasa, trova finalmente il suo pacchettino ad attenderlo.
[Dets tru, Comreids. Uen Comreid Fjodor cams om, he fainds is Pleimobilio peket ueitin for im].
Il Compagno Fjodor adesso è molto felice e vuole bene al suo pacchetto-Playmobilio]
[Nau Comreid Fjodor is veri eppi end lavs is Pleimobilio-peket].
Sfortunatamente gli hanno rubato tutte le matite e due betoniere, e la sua bella moglie è molto arrabbiata.
[Anforchunetli dei ev stolen oll is pensils end tu conrit-micsers, end is biutiful uaif is e lidl engri].
Molto arrabbiata.
[Olrait, veri engri].
Ma non fa niente!
[Nevermaind!]
Guardate, Compagni!
[Luk, Comreids!]
Il pacchettino-Playmobilio.
[Di Pleimobilio-peket].
Emozione!
[Icsaitment!]
Finalmente liberi!
[Fri et last!]
I Buoni (bei baffi).
[Di Gud Uans (nice mstash!]
I Cattivi (bella spada!)
[Di Bed Uans (nais soord!)]
Come tutti sappiamo, felicità è tornare a casa e trovare un piccolo pacchetto-Playmobilio che ti aspetta.[Es ui oll nou, eppiness is camin ome end faindin e lidl Pleimobilio-peket ueitin for iu].
[Disclaimer: nessun neurone del Capo capone è stato maltrattato o sottoposto a stress durante la stesura di questo post. Questo per tranquillizzarvi.
Avviso: chi avesse visto in giro il re dei franchi detto "Libera e Bella" è pregato di riportarlo al Demiurgo. Indossa pantacollant bianchi, stivaletti di gomma rossi, mantellina rossa, casacca alabardata rossa e oro e la coroncina d'ordinanza. Dovrebbe avere con sé una spada e uno scudo raffigurante la fiera testa di un leone. Naturalmente è biondo. In caso di dubbio, buttate lì a bruciapelo un "Mamma mia!". Se risponde "Here I go again..." è lui].
Come tutti sanno, il Compagno Fjodor è un vero lavoratore modello.
[Es evribadi nous, Comreid Fjodor is e rial sciok-uorker].
A cosa pensa costantemente il Compagno Fjodor?
[Uot is Comreid Fjodor dinkin ebaut all de taim?]
Il Compagno Fjodor pensa a un pacchetto-Playmobilio.
[Comreid Fjodor is dinkin ebaut a lidl Pleimobilio-peket]
È così, compagni: egli non fa che pensare al pacchettino.
[Dets tru, Comreids: i is dinking ebaut de Pleimobilio-peket oll de taim].
Quando si riposa nel parco il Compagno Fjodor si comporta forse poco culturalmente?
[Das Comreid Fjodor bi-eiv ancalchurelli in de park?]No, Compagni!
[No, Comreids, i dasnt!]
Nel parco il Compagno Fjodor pensa. Pensa forse al lavoro?
[In de park Comreid Fjodor dinks. Das i dink ebaut uork?]No, di solito egli pensa al lavoro, ma ultimamente non fa che pensare al pacchettino-Playmobilio!
[No, es e riul i dinks ebaut uork, bat leitli i is olueis dinkin about di Plaimobilio-peket!]
Pensa al pacchettino-Playmobilio quando lavora...
[I dinks ebaut di Pleimobilio-peket uen i uorks...]
... e pensa al pacchettino-Playmobilio anche sul filobus.
[... and dinks ebaut di Pleimobilio-peket on the trollibas tuu].
Così è, Compagni. Quando il Compagno Fjodor rincasa, trova finalmente il suo pacchettino ad attenderlo.
[Dets tru, Comreids. Uen Comreid Fjodor cams om, he fainds is Pleimobilio peket ueitin for im].
Il Compagno Fjodor adesso è molto felice e vuole bene al suo pacchetto-Playmobilio]
[Nau Comreid Fjodor is veri eppi end lavs is Pleimobilio-peket].
Sfortunatamente gli hanno rubato tutte le matite e due betoniere, e la sua bella moglie è molto arrabbiata.
[Anforchunetli dei ev stolen oll is pensils end tu conrit-micsers, end is biutiful uaif is e lidl engri].
Molto arrabbiata.
[Olrait, veri engri].
Ma non fa niente!
[Nevermaind!]
Guardate, Compagni!
[Luk, Comreids!]
Il pacchettino-Playmobilio.
[Di Pleimobilio-peket].
Emozione!
[Icsaitment!]
Finalmente liberi!
[Fri et last!]
I Buoni (bei baffi).
[Di Gud Uans (nice mstash!]
I Cattivi (bella spada!)
[Di Bed Uans (nais soord!)]
Come tutti sappiamo, felicità è tornare a casa e trovare un piccolo pacchetto-Playmobilio che ti aspetta.[Es ui oll nou, eppiness is camin ome end faindin e lidl Pleimobilio-peket ueitin for iu].
[Disclaimer: nessun neurone del Capo capone è stato maltrattato o sottoposto a stress durante la stesura di questo post. Questo per tranquillizzarvi.
Avviso: chi avesse visto in giro il re dei franchi detto "Libera e Bella" è pregato di riportarlo al Demiurgo. Indossa pantacollant bianchi, stivaletti di gomma rossi, mantellina rossa, casacca alabardata rossa e oro e la coroncina d'ordinanza. Dovrebbe avere con sé una spada e uno scudo raffigurante la fiera testa di un leone. Naturalmente è biondo. In caso di dubbio, buttate lì a bruciapelo un "Mamma mia!". Se risponde "Here I go again..." è lui].
Etichette:
Playmobilio
So many bishops, so little time
Un articolo sull'incontro tra l'Arcivescovo di Canterbury e alcuni vescovi della Chiesa Episcopale americana conteneva la frase "attualmente i vescovi americani appartenenti alla chiesa ruandese sono quasi tanti quanti i ruandesi", invece di "attualmente i vescovi americani appartenenti alla chiesa ruandese sono quasi tanti quanti i vescovi ruandesi". (Williams in showdown with US church over gay bishops, p. 3, 19 settembre).
The Guardian, corrections, 1° ottobre 2007.
The Guardian, corrections, 1° ottobre 2007.
Etichette:
corrections,
correzioni,
Guardian
venerdì, settembre 28, 2007
Impara il russo con il Lipson!/18
Ricordate Blinsk, la cittadina sul Grande Mare Frittellatico dove i lavoratori e le lavoratrici di Betonograd vanno a riposarsi culturalmente? Oggi scopriamo che esiste una wild side di Blinsk: Blinsk Ovest, fangoso luogo di decadenza e nullafacenza, chiassosi uomini in smoking e selvaggio jazz.
Zàpadnyj i Vostòčnyj Blinsk
Blinsk Ovest ed Est
Čto takòe dekadèntstvo? Dekadèntstvo - èto ležàt' na pljàže y Velìkogo Blìnskogo bolòta i smotrèt' televìzor. V smòkingach.
Cos'è la decadenza? La decadenza è stare stesi sulla spiaggia accanto alla Grande Palude di Blinsk a guardare la televisione. In smoking.
Zàpadnyj Blinsk ležìt òkolo bolòta. Òkolo kakògo bolòta? Kak izvèstno kàždomy škòl'niku, Zàpadnyj Blinsk ležìt òkolo Velìkogo Blìnskogo bolòta. A Vostòčnyj Blinsk? Gde ležìt Vostòčnyj Blinsk? Vostòčnyj Blinsk ležìt ne òkolo bolòta, a òkolo mòrja - òkolo Velìkogo Blìnskogo mòrja.
Blinsk Ovest è situata accanto a una palude. Accanto a quale palude? Com'è noto a ogni scolaro, Blinsk Ovest è situata accanto alla Grande Palude di Blinsk. E Blinsk Est? Dove è situata Blinsk Est? Blinsk Est è situata non accanto a una palude, ma accanto al mare, accanto il Grande Mare di Blinsk.
Ora toglietevi quello smoking e ascoltate il primo di questi file audio.
U bolòta pljàž. Čto dèlajut žìteli Zàpadnogo Blìnska na pljàže? Onì stròjat zavòdy? Onì stròjat turbàzy? Net. Onì ničegò ne stròjat na pljàže. [c otvraščèniem] Ves' den' onì ležàt na pljàže i smòtrjat televìzor. Kakòe dekadèntstvo!
Accanto alla palude c'è una spiaggia. Cosa fanno gli abitanti di Blinsk Ovest sulla spiaggia? Costruiscono fabbriche? Costruiscono stazioni turistiche? No. Non costruiscono niente sulla spiaggia. [con indignazione] Stanno stesi tutto il giorno sulla spiaggia e guardano la televisione. Che decadenza!
A žìteli Vostòčnogo Blìnska! Ves' den' onì sidjàt u mòrja. Na betonomešàlkach. [làskovo] Onì stròjat gidrostàncii. Kakòe sčàst'e!
Gli abitanti di Blinsk Est, invece! Stanno seduti tutto il giorno accanto al mare. Sulle betoniere. [con tenerezza] Costruiscono centrali idroelettriche. Che felicità!
Passate al secondo file audio. Kakòe sčàst'e!
Vèčerom žìteli Zàpadnogo Blìnska sidjàt v klùbe "Chènki-Pènki". Onì slùšajut dìkij džaz Zàpadnogo Blìnska i kričàt: "Kul, men, kul!" Kakòe bezobràzie! Žìteli Vostòčnogo Blìnska sidjàt ne v klùbe "Chènki-Pènki", a v klùbe "Molodòj Stroìtel'"! Onì slùšajut ne dìkij džaz, a interèsnye lekcii professora Šùl'ca. Kakàja kultùra!
La sera gli abitanti di Blinsk Ovest siedono nel club "Hanky-Panky". Ascoltano il selvaggio jazz e gridano: "Cool, man, cool!" Che comportamento indecoroso! Gli abitanti di Blinsk Est non siedono nel club "Hanky-Panky" ma nel circolo "Giovane Costruttore"! Non ascoltano il selvaggio jazz, ma le interessanti conferenze del professor Schulz. Che cultura!
Žìteli Vostòčnogo Blìnska smòtriat na dekadèntstvo Zàpadnogo Blìnska s otvraščèniem. Žìteli Zàpadnogo Blìnska smòtriat na sčàst'e Vostòčnogo Blìnska bez bol'šògo entuziàzma.
Gli abitanti di Blinsk Est osservano la decadenza di Blinsk Ovest con indignazione. Gli abitanti di Blinsk Ovest osservano la felicità di Blinsk Est senza grande entusiasmo.
Čto takòe sčàst'e? Sčàst'e - èto sidèt' u Velikogo Blinskogo morja i stròit' gidrostàncii.
Cos'è la felicità? La felicità è stare seduti accanto al Grande Mare di Blinsk e costruire centrali idroelettriche.
Ora ascoltate il terzo file audio. Kakàja kultura!
Alcune considerazioni:
1. A Blinsk Ovest hanno una spiaggia che si affaccia su un pantano non balneabile: una specie di Marina Julia, per chi conosce le bellezze di Monfalcone. Quindi della decadenza mi stupirei fino a un certo punto.
2. Qual è l'utilità pratica dello smoking? Per la vita da spiaggia non sarebbero più pratico indossare dei moderni parigamba, riservando l'abito elegante alle folli serate all'Hanky-Panky?
3. Il televisore in spiaggia: i blinskiani occidentali saranno anche corrotti ma scommetto che hanno già inventato il telecomando universale.
4. I posteri ringrazieranno i blinskiani orientali che si sono messi ad abbellire la splendida costa frittellatica con svettanti centrali idroelettriche. No?
5. Star seduti tutto il giorno davanti al mare su una betoniera darà anche la felicità, però non è comodissimo.
6. La sera, quando a Blinsk Ovest si ascolta il selvaggio jazz, da Blinsk Est si alzano colorite proteste ("È ora di finirla che qua la gente si alza presto per andare a cementificare!")? E la mattina ci si vendica facendo andare le betoniere e intonando inni di categoria?
7. A Blinsk Est non amano il jazz ma vedrete se tra un po' non ci inventano la musica industriale.
8. Adesso "piace fumare sui filobus" e "rubo matite tanto per" mi appaiono come fenomeni di decadenza tutto sommato marginali (purché queste cose non vengano fatte in smoking sporchi di sabbia). Però non so se è normale.
Zàpadnyj i Vostòčnyj Blinsk
Blinsk Ovest ed Est
Čto takòe dekadèntstvo? Dekadèntstvo - èto ležàt' na pljàže y Velìkogo Blìnskogo bolòta i smotrèt' televìzor. V smòkingach.
Cos'è la decadenza? La decadenza è stare stesi sulla spiaggia accanto alla Grande Palude di Blinsk a guardare la televisione. In smoking.
Zàpadnyj Blinsk ležìt òkolo bolòta. Òkolo kakògo bolòta? Kak izvèstno kàždomy škòl'niku, Zàpadnyj Blinsk ležìt òkolo Velìkogo Blìnskogo bolòta. A Vostòčnyj Blinsk? Gde ležìt Vostòčnyj Blinsk? Vostòčnyj Blinsk ležìt ne òkolo bolòta, a òkolo mòrja - òkolo Velìkogo Blìnskogo mòrja.
Blinsk Ovest è situata accanto a una palude. Accanto a quale palude? Com'è noto a ogni scolaro, Blinsk Ovest è situata accanto alla Grande Palude di Blinsk. E Blinsk Est? Dove è situata Blinsk Est? Blinsk Est è situata non accanto a una palude, ma accanto al mare, accanto il Grande Mare di Blinsk.
Ora toglietevi quello smoking e ascoltate il primo di questi file audio.
U bolòta pljàž. Čto dèlajut žìteli Zàpadnogo Blìnska na pljàže? Onì stròjat zavòdy? Onì stròjat turbàzy? Net. Onì ničegò ne stròjat na pljàže. [c otvraščèniem] Ves' den' onì ležàt na pljàže i smòtrjat televìzor. Kakòe dekadèntstvo!
Accanto alla palude c'è una spiaggia. Cosa fanno gli abitanti di Blinsk Ovest sulla spiaggia? Costruiscono fabbriche? Costruiscono stazioni turistiche? No. Non costruiscono niente sulla spiaggia. [con indignazione] Stanno stesi tutto il giorno sulla spiaggia e guardano la televisione. Che decadenza!
A žìteli Vostòčnogo Blìnska! Ves' den' onì sidjàt u mòrja. Na betonomešàlkach. [làskovo] Onì stròjat gidrostàncii. Kakòe sčàst'e!
Gli abitanti di Blinsk Est, invece! Stanno seduti tutto il giorno accanto al mare. Sulle betoniere. [con tenerezza] Costruiscono centrali idroelettriche. Che felicità!
Passate al secondo file audio. Kakòe sčàst'e!
Vèčerom žìteli Zàpadnogo Blìnska sidjàt v klùbe "Chènki-Pènki". Onì slùšajut dìkij džaz Zàpadnogo Blìnska i kričàt: "Kul, men, kul!" Kakòe bezobràzie! Žìteli Vostòčnogo Blìnska sidjàt ne v klùbe "Chènki-Pènki", a v klùbe "Molodòj Stroìtel'"! Onì slùšajut ne dìkij džaz, a interèsnye lekcii professora Šùl'ca. Kakàja kultùra!
La sera gli abitanti di Blinsk Ovest siedono nel club "Hanky-Panky". Ascoltano il selvaggio jazz e gridano: "Cool, man, cool!" Che comportamento indecoroso! Gli abitanti di Blinsk Est non siedono nel club "Hanky-Panky" ma nel circolo "Giovane Costruttore"! Non ascoltano il selvaggio jazz, ma le interessanti conferenze del professor Schulz. Che cultura!
Žìteli Vostòčnogo Blìnska smòtriat na dekadèntstvo Zàpadnogo Blìnska s otvraščèniem. Žìteli Zàpadnogo Blìnska smòtriat na sčàst'e Vostòčnogo Blìnska bez bol'šògo entuziàzma.
Gli abitanti di Blinsk Est osservano la decadenza di Blinsk Ovest con indignazione. Gli abitanti di Blinsk Ovest osservano la felicità di Blinsk Est senza grande entusiasmo.
Čto takòe sčàst'e? Sčàst'e - èto sidèt' u Velikogo Blinskogo morja i stròit' gidrostàncii.
Cos'è la felicità? La felicità è stare seduti accanto al Grande Mare di Blinsk e costruire centrali idroelettriche.
Ora ascoltate il terzo file audio. Kakàja kultura!
Alcune considerazioni:
1. A Blinsk Ovest hanno una spiaggia che si affaccia su un pantano non balneabile: una specie di Marina Julia, per chi conosce le bellezze di Monfalcone. Quindi della decadenza mi stupirei fino a un certo punto.
2. Qual è l'utilità pratica dello smoking? Per la vita da spiaggia non sarebbero più pratico indossare dei moderni parigamba, riservando l'abito elegante alle folli serate all'Hanky-Panky?
3. Il televisore in spiaggia: i blinskiani occidentali saranno anche corrotti ma scommetto che hanno già inventato il telecomando universale.
4. I posteri ringrazieranno i blinskiani orientali che si sono messi ad abbellire la splendida costa frittellatica con svettanti centrali idroelettriche. No?
5. Star seduti tutto il giorno davanti al mare su una betoniera darà anche la felicità, però non è comodissimo.
6. La sera, quando a Blinsk Ovest si ascolta il selvaggio jazz, da Blinsk Est si alzano colorite proteste ("È ora di finirla che qua la gente si alza presto per andare a cementificare!")? E la mattina ci si vendica facendo andare le betoniere e intonando inni di categoria?
7. A Blinsk Est non amano il jazz ma vedrete se tra un po' non ci inventano la musica industriale.
8. Adesso "piace fumare sui filobus" e "rubo matite tanto per" mi appaiono come fenomeni di decadenza tutto sommato marginali (purché queste cose non vengano fatte in smoking sporchi di sabbia). Però non so se è normale.
mercoledì, settembre 26, 2007
I Dolori del Giovane Stinnicchiatore/2
– Ciao Stinni, come va?
– Sento freddo.
– Io ho appena riposto a malincuore la mia collezione di zeppe estive.
– Freddo dentro.
– ...
– Ieri sera sono andato al cinema da solo.
– Eh.
– 7 euro per una dormita.
– ...
– Ero giù.
– Questo non si chiama "ero giù", si chiama "sonno arretrato".
– Oggi è pure il suo compleanno.
– E noi ci si fa una pizza.
– Sì! In un luogo caldo?
– Perché avete tutti paura che vi porti in Siberia, io non lo capisco.
– Alle otto?
– Ti passo a prendere io, davanti al bar Principe, quello con il biliardo.
– Porto anche Jack e Frankie?
– Ok, ma niente pupe.
– E vaffanculo A.
– All'incirca.
– Posso portare il maglioncino?
– Puoi portare anche la coperta di pile.
– Va bene.
– Resta inteso che se all'ultimo ti chiama A., tu prima fai il prezioso e poi ci esci.
– Eh se succedesse! Sai il regalo che ti farei, tessorro!
– Regalino?
– Eh!
– Sentiamo un po'.
– Ti regalerei...
– Sì?
[con autentico entusiasmo] - Le catene da neve per la Panda!
– Stinni.
– Che?
– Ma vavattenne, va'!
– Sento freddo.
– Io ho appena riposto a malincuore la mia collezione di zeppe estive.
– Freddo dentro.
– ...
– Ieri sera sono andato al cinema da solo.
– Eh.
– 7 euro per una dormita.
– ...
– Ero giù.
– Questo non si chiama "ero giù", si chiama "sonno arretrato".
– Oggi è pure il suo compleanno.
– E noi ci si fa una pizza.
– Sì! In un luogo caldo?
– Perché avete tutti paura che vi porti in Siberia, io non lo capisco.
– Alle otto?
– Ti passo a prendere io, davanti al bar Principe, quello con il biliardo.
– Porto anche Jack e Frankie?
– Ok, ma niente pupe.
– E vaffanculo A.
– All'incirca.
– Posso portare il maglioncino?
– Puoi portare anche la coperta di pile.
– Va bene.
– Resta inteso che se all'ultimo ti chiama A., tu prima fai il prezioso e poi ci esci.
– Eh se succedesse! Sai il regalo che ti farei, tessorro!
– Regalino?
– Eh!
– Sentiamo un po'.
– Ti regalerei...
– Sì?
[con autentico entusiasmo] - Le catene da neve per la Panda!
– Stinni.
– Che?
– Ma vavattenne, va'!
Etichette:
The Real Thing
Falso Allarme per Circuito Stampato su Felpa
Brillante studentessa del MIT indossa per sbaglio una felpa con sopra appiccicato un circuito stampato collegato con una batteria a 9 volt e va a prendere il moroso all'aeroporto di Boston.
Nome: Star Simpson.
Anni: 19.
Appassionata di: robotica.
Cosa: arrestata e accusata di aver costruito una "finta bomba".
Dichiarazione della polizia: la signorina è fortunata a trovarsi in una cella e non all'obitorio.
E ancora: ci spaventa che qualcuno abbia pensato di indossare questo dispositivo in un aeroporto dopo l'11 settembre.
Versione finale: non era una "finta bomba", ma un gadget tecnologico indossabile.
Ma poi: davvero una bomba avrebbe l'aspetto di una scheda da cui spuntano dei fili ingarbugliati e una duracell? Incollata sul davanti di una felpa con il cappuccio? Voglio dire, neanche un candelotto di dinamite con su scritto "ACME"?
Precedenti illustri: il Falso Allarme per Robottino che Sbarluccica.
Link
Nome: Star Simpson.
Anni: 19.
Appassionata di: robotica.
Cosa: arrestata e accusata di aver costruito una "finta bomba".
Dichiarazione della polizia: la signorina è fortunata a trovarsi in una cella e non all'obitorio.
E ancora: ci spaventa che qualcuno abbia pensato di indossare questo dispositivo in un aeroporto dopo l'11 settembre.
Versione finale: non era una "finta bomba", ma un gadget tecnologico indossabile.
Ma poi: davvero una bomba avrebbe l'aspetto di una scheda da cui spuntano dei fili ingarbugliati e una duracell? Incollata sul davanti di una felpa con il cappuccio? Voglio dire, neanche un candelotto di dinamite con su scritto "ACME"?
Precedenti illustri: il Falso Allarme per Robottino che Sbarluccica.
Link
Etichette:
falsiallarmi
martedì, settembre 25, 2007
Il cemento è un obiettivo culturale
Chi altri potrebbe pensare (certo, in un momento di stanchezza, di regressione infantile e di entusiasmo cirillico dopo anni di ibernazione) di crearsi un newsalert "бетономешалка" ("betoniera") su Jandex, trovare il coraggio di leggersi questo interessantissimo articolo su expert.ru - sezione "business russo sconosciuto" - e infine decidere di confessarlo qui?
Comunque, se interessa, oggi tirano le betoniere marca Tigarbo, belle e colorate, costruite dalla KOMZ-Eksport di Kamensk-Šachtinskij, Rostvoskaja Oblast'. La KOMZ-Eksport progetta di occuparsi di tutti i settori della produzione di cemento, e alla domanda se siano interessati all'ingresso di un investitore strategico, il direttore generale risponde caparbiamente: "No. Questo è il nostro progetto. Il nostro programma. Il nostro interesse".
Velìkoe dèlo - betòn, betòn;
Velìkoe dèlo - betòn!
Comunque, se interessa, oggi tirano le betoniere marca Tigarbo, belle e colorate, costruite dalla KOMZ-Eksport di Kamensk-Šachtinskij, Rostvoskaja Oblast'. La KOMZ-Eksport progetta di occuparsi di tutti i settori della produzione di cemento, e alla domanda se siano interessati all'ingresso di un investitore strategico, il direttore generale risponde caparbiamente: "No. Questo è il nostro progetto. Il nostro programma. Il nostro interesse".
Velìkoe dèlo - betòn, betòn;
Velìkoe dèlo - betòn!
Despised but not depressed
"The listings for Radio 3 in the Guide, page 79, September 8, said that Andreas Scholl was to sing the aria He Was Depressed from Handel's Messiah. The aria is called He Was Despised".
The Guardian, corrections, 24 settembre 2007.
Link
The Guardian, corrections, 24 settembre 2007.
Link
Etichette:
corrections,
correzioni,
Guardian
lunedì, settembre 24, 2007
Impara il russo con il Lipson!/17
Oggi abbiamo un momento di introspezione e di pessimismo cosmico: un uomo seduto sul tetto del garage osserva l'inutilità dell'umano affacendarsi, si pone una serie di pedanti domande e giunge a una conclusione che non lascia vie di scampo. È l'occasione per apprendere che in russo si usano due diversi verbi di moto per esprimere il movimento a piedi e il movimento su un mezzo di trasporto (sono rispettivamente идти/idtì e ехать/èchat'), e di conseguenza il trasporto di oggetti a piedi e su un mezzo (носить/nosit' e везти/veztì). Entusiasmo, lo so.
Čto takòe žìzn'?
Cos'è la vita?
Čto takòe žìzn'? Kto takìe ljùdi? Ja chočù znàt', čto takòe žizn'.
Ja sižù na krỳše garažà. Počemù ja sižù na krỳše garažà? Čtòby lùčše vìdet'. Čtòby lùčše vìdet' čto? Čtòby lùčše vìdet', čto dèlajut ljudi.
Cos'è la vita? Cosa sono le persone? Voglio sapere cos'è la vita.
Siedo sul tetto del garage. Perché siedo sul tetto del garage? Per meglio vedere. Per meglio vedere cosa? Per meglio vedere cosa fanno le persone.
Vnizù ljùdi. Odnì kudà-to idùt, drugìe kudà-to èdut. Ljùdi, kotòrye
kudà-to idùt, nesùt portfèli. Kudà onì idùt? Kudà onì nesùt èti
portfèli? Na rabòtu. Kàždyj čelovèk nesët portfèl' na rabòtu.
Počemù onì nesùt portfèli? Počemù onì idùt na rabòtu? Onì ne znàjut počemù.
In basso ci sono delle persone. Alcune vanno da qualche parte a piedi, altre vanno da qualche parte su un mezzo di trasporto. Le persone che vanno da qualche parte a piedi portano in mano delle borse. Dove vanno? Dove portano queste borse? Al lavoro. Ciascuno porta la borsa al lavoro. Perché portano delle borse? Perché vanno al lavoro? Non sanno perché.
Drugìe kudà-to èdut. Ljùdi, kotòrye kudà-to èdut, vezùt bol'šìe
pakèty. Kudà onì èdut? Kudà onì vezùt èti bol'šìe pakèty? Tòže
na rabòtu. Počemù onì èdut na rabòtu? Onì ne znàjut počemù.
Altri vanno da qualche parte su un mezzo di trasporto. Le persone che vanno da qualche parte su un mezzo di trasporto portano grossi pacchi. Dove vanno? Dove portano questi grossi pacchi?
Anche loro al lavoro. Perché vanno al lavoro? Non sanno perché.
Nedalekò ot menjà murav'ì. Onì kudà-to polzùt. Kudà onì polzùt?
Onì polzùt v garàž. Počemù v garàž? V garažè nachòditsja muravèjnik.
Murav'ì nesùt jàjca v muravèjnik. Počemù onì nesùt
jàjca v muravèjnik? Onì ne znàjut počemù.
Qui accanto ci sono delle formiche. Brulicano da qualche parte. Dove brulicano?
Brulicano verso il garage. Perché nel garage? Nel garage si trova un formicaio.
Le formiche portano le uova nel formicaio. Perché portano
le uova nel formicaio? Non sanno perché.
Čto takòe žìzn'? Kto takìe ljùdi? Ljùdi - murav'ì, i žizn' - muravèjnik.
Cos'è la vita? Cosa sono le persone? Le persone sono formiche e la vita è un formicaio.
Čem končàetsja žìzn'?
Žìzn' končàetsja nulëm.
Come finisce la vita?
La vita finisce in uno zero.
Eccovi il solito file audio. (Ci vuole coraggio, ci).
1. Quanto influisce sul pessimismo del filosofo da garage il fatto che borse, pacchi e uova siano di cemento?
2. Per tutte quelle formiche che brulicano là sotto prima o poi bisognerà fare qualcosa, prima che scoprano dove teniamo i biscotti.
Ma soprattutto.
3. Se la vita alla fine equivale a zero, perché abbiamo appena sdoganato millecinquecento betoniere KAMAZ SB 92V1 dell'88?
Čto takòe žìzn'?
Cos'è la vita?
Čto takòe žìzn'? Kto takìe ljùdi? Ja chočù znàt', čto takòe žizn'.
Ja sižù na krỳše garažà. Počemù ja sižù na krỳše garažà? Čtòby lùčše vìdet'. Čtòby lùčše vìdet' čto? Čtòby lùčše vìdet', čto dèlajut ljudi.
Cos'è la vita? Cosa sono le persone? Voglio sapere cos'è la vita.
Siedo sul tetto del garage. Perché siedo sul tetto del garage? Per meglio vedere. Per meglio vedere cosa? Per meglio vedere cosa fanno le persone.
Vnizù ljùdi. Odnì kudà-to idùt, drugìe kudà-to èdut. Ljùdi, kotòrye
kudà-to idùt, nesùt portfèli. Kudà onì idùt? Kudà onì nesùt èti
portfèli? Na rabòtu. Kàždyj čelovèk nesët portfèl' na rabòtu.
Počemù onì nesùt portfèli? Počemù onì idùt na rabòtu? Onì ne znàjut počemù.
In basso ci sono delle persone. Alcune vanno da qualche parte a piedi, altre vanno da qualche parte su un mezzo di trasporto. Le persone che vanno da qualche parte a piedi portano in mano delle borse. Dove vanno? Dove portano queste borse? Al lavoro. Ciascuno porta la borsa al lavoro. Perché portano delle borse? Perché vanno al lavoro? Non sanno perché.
Drugìe kudà-to èdut. Ljùdi, kotòrye kudà-to èdut, vezùt bol'šìe
pakèty. Kudà onì èdut? Kudà onì vezùt èti bol'šìe pakèty? Tòže
na rabòtu. Počemù onì èdut na rabòtu? Onì ne znàjut počemù.
Altri vanno da qualche parte su un mezzo di trasporto. Le persone che vanno da qualche parte su un mezzo di trasporto portano grossi pacchi. Dove vanno? Dove portano questi grossi pacchi?
Anche loro al lavoro. Perché vanno al lavoro? Non sanno perché.
Nedalekò ot menjà murav'ì. Onì kudà-to polzùt. Kudà onì polzùt?
Onì polzùt v garàž. Počemù v garàž? V garažè nachòditsja muravèjnik.
Murav'ì nesùt jàjca v muravèjnik. Počemù onì nesùt
jàjca v muravèjnik? Onì ne znàjut počemù.
Qui accanto ci sono delle formiche. Brulicano da qualche parte. Dove brulicano?
Brulicano verso il garage. Perché nel garage? Nel garage si trova un formicaio.
Le formiche portano le uova nel formicaio. Perché portano
le uova nel formicaio? Non sanno perché.
Čto takòe žìzn'? Kto takìe ljùdi? Ljùdi - murav'ì, i žizn' - muravèjnik.
Cos'è la vita? Cosa sono le persone? Le persone sono formiche e la vita è un formicaio.
Čem končàetsja žìzn'?
Žìzn' končàetsja nulëm.
Come finisce la vita?
La vita finisce in uno zero.
Eccovi il solito file audio. (Ci vuole coraggio, ci).
1. Quanto influisce sul pessimismo del filosofo da garage il fatto che borse, pacchi e uova siano di cemento?
2. Per tutte quelle formiche che brulicano là sotto prima o poi bisognerà fare qualcosa, prima che scoprano dove teniamo i biscotti.
Ma soprattutto.
3. Se la vita alla fine equivale a zero, perché abbiamo appena sdoganato millecinquecento betoniere KAMAZ SB 92V1 dell'88?
sabato, settembre 22, 2007
La verità vi fa male lo so
Di corsa perché sono tutta concentrata sulla preparazione degli gnocchi con le susine per F. (la ricerca delle susine giuste è stata laboriosa; mio padre mi ha messo in contatto con una vendirìgola locale, praticamente una pusher); in questi minuti dunque si stanno decidendo le sorti del pranzo e l'eventuale deviazione dell'ospite verso la Trattoria La Luna.
Stamane, mentre le mani angosciate impastavano, gli occhi sono finiti su un articolo del Corriere della Sera: "I dubbi sul meteorite caduto in Perù - La Pravda sostiene che si è trattato di un satellite spia Usa KH 13, abbattutto dagli stessi americani".
Copio e incollo: "La 'Pravda' – sì, proprio la celebre voce dei comunisti sovietici – è convinta di possedere la verità anche se ai tempi gloriosi del Pcus di balle ne ha raccontate tante. Citando fonti dei servizi segreti, il giornale sostiene che in realtà il 'buco' non è stato causato dal meteorite bensì da un satellite spia americano". O kak.
Avrete già capito dove sta puntando l'Agentin Betulla.
Però ve lo dico stasera, dopo un pranzo incerto, un pomeriggio in mirulandia e una conferenza in serata nella città di G.
[continua]
Rieccomi (questo brutto vizio di sequestrare gli ospiti).
Dicevo, la fonte Pravda. Ma davvero l'Olimpio del Corriere pensa che Pravda.ru sia "la celebre voce dei comunisti sovietici"? Non gli è venuto neanche un dubbio, vedendo il sito?
Andiamo a dare un'occhiata a quel famoso articolo nella versione inglese. È lui, non c'è dubbio. Ora facciamo un salto sull'home page. A voi sembra normale che tra le notizie principali ci sia "madre mummificata uccide figlia ingorda" e "le cinque ragioni dei governi per mantenere il segreto sugli UFO"?
Questi russi sono proprio strani strani, o non sarà che - come sanno ormai anche i bambini, soprattutto quelli che leggono questo blog - la pubblicazione della Pravda cartacea è stata sospesa nel 1992 per poi riprendere le pubblicazioni a singhiozzo, con sorti alterne e pesanti modifiche, mentre nel 1999 qualcuno ha semplicemente pensato di registrare un dominio internet con quel nome? Tra la nuova Pravda e la Pravda Online non c'è alcun rapporto, tanto che il sito della prima è questo (beh).
Certo, magari il meteorite è davvero un satellite spia degli Stati Uniti, ma data la fonte non mi meraviglierei neanche se fosse un grande bagigio venuto dallo spazio (si spiegherebbero i malori tra la popolazione locale): non sfigurerebbe accanto alla notizia di un mostro antennuto uscito dal mare, a "muscoloso stallone di bronzo con bizzarri genitali umani pubblicizza hotel di provincia", "bionda nuda visita stazione di servizio causando scompiglio" e "tra quattro anni il Sole attaccherà il nostro pianeta". (Avevo detto protezione 20? Facciamo 30)
Stamane, mentre le mani angosciate impastavano, gli occhi sono finiti su un articolo del Corriere della Sera: "I dubbi sul meteorite caduto in Perù - La Pravda sostiene che si è trattato di un satellite spia Usa KH 13, abbattutto dagli stessi americani".
Copio e incollo: "La 'Pravda' – sì, proprio la celebre voce dei comunisti sovietici – è convinta di possedere la verità anche se ai tempi gloriosi del Pcus di balle ne ha raccontate tante. Citando fonti dei servizi segreti, il giornale sostiene che in realtà il 'buco' non è stato causato dal meteorite bensì da un satellite spia americano". O kak.
Avrete già capito dove sta puntando l'Agentin Betulla.
Però ve lo dico stasera, dopo un pranzo incerto, un pomeriggio in mirulandia e una conferenza in serata nella città di G.
[continua]
Rieccomi (questo brutto vizio di sequestrare gli ospiti).
Dicevo, la fonte Pravda. Ma davvero l'Olimpio del Corriere pensa che Pravda.ru sia "la celebre voce dei comunisti sovietici"? Non gli è venuto neanche un dubbio, vedendo il sito?
Andiamo a dare un'occhiata a quel famoso articolo nella versione inglese. È lui, non c'è dubbio. Ora facciamo un salto sull'home page. A voi sembra normale che tra le notizie principali ci sia "madre mummificata uccide figlia ingorda" e "le cinque ragioni dei governi per mantenere il segreto sugli UFO"?
Questi russi sono proprio strani strani, o non sarà che - come sanno ormai anche i bambini, soprattutto quelli che leggono questo blog - la pubblicazione della Pravda cartacea è stata sospesa nel 1992 per poi riprendere le pubblicazioni a singhiozzo, con sorti alterne e pesanti modifiche, mentre nel 1999 qualcuno ha semplicemente pensato di registrare un dominio internet con quel nome? Tra la nuova Pravda e la Pravda Online non c'è alcun rapporto, tanto che il sito della prima è questo (beh).
Certo, magari il meteorite è davvero un satellite spia degli Stati Uniti, ma data la fonte non mi meraviglierei neanche se fosse un grande bagigio venuto dallo spazio (si spiegherebbero i malori tra la popolazione locale): non sfigurerebbe accanto alla notizia di un mostro antennuto uscito dal mare, a "muscoloso stallone di bronzo con bizzarri genitali umani pubblicizza hotel di provincia", "bionda nuda visita stazione di servizio causando scompiglio" e "tra quattro anni il Sole attaccherà il nostro pianeta". (Avevo detto protezione 20? Facciamo 30)
Etichette:
Agenzia Walrus,
Russia
venerdì, settembre 21, 2007
Impara il russo con il Lipson!/16
Oggi tutti i lavoratori e le lavoratrici di Cementopoli parlano dell'attesissima conferenza del professor Schulz che si terrà nel circolo della fabbrica. Di cosa parlerà il professor Schulz? Parlerà forse egli di matite? Parlerà forse egli di filobus?
Ma no, compagni.
Il professor Schulz parlerà di cemento ("ooooooh!")
Betòn včerà, segòdnja i zàvtra
Il cemento ieri, oggi e domani
Tovàrišč dirèktor!
Tovàrišči inženèry!
Tovàrišči betònščiki i betònščici!
Compagno direttore!
Compagni ingegneri!
Compagni lavoratori e lavoratrici del cemento!
Betòn! Tovàrišči, čto znàčit slòvo betòn?
Slòvo betòn - ne nòvoe slòvo.
Onò òčen' stàroe.
Da, slòvo betòn ne nòvoe, a stàroe slovo.
Cemento! Compagni, cosa significa la parola cemento?
La parola cemento non è una parola nuova.
È assai antica.
Sì, la parola cemento è una parola non nuova, ma antica.
Betòn - stàroe albànskoe slovo.
Ràn'še tòl'ko albàncy i estòncy znàli slòvo betòn.
Albàncy dùmali, čto slòvo betòn znàčit "karandàš", a estòncy dùmali,
čto slòvo betòn značit "trollèjbus".
Nu, tovàrišči, vot kak včerà ponimàli slòvo betòn.
Cemento è un'antica parola albanese.
In precedenza solo gli albanesi e gli estoni conoscevano la parola cemento.
Gli albanesi pensavano che la parola cemento significasse "matita", mentre gli estoni pensavano che la parola cemento significasse "filobus".
Be', compagni, ecco cosa si intendeva ieri con la parola cemento.
[aplodismènty]
[applausi]
Siete devastati dal mostruoso, imperdonabile abbaglio di albanesi ed estoni, vero?
Mentre vi riprendete, questo è il file audio.
Fatto?
Continuiamo con l'oggi e il domani del cemento.
Segòdnja. Kto znàet betòn segòdnja?
Segòdnja ne tòl'ko albàncy i estòncy, no vsja Evròpa, Àzija, Àfrika i dàže Amèrika znàjut betòn.
Oggi. Cosa significa oggi cemento?
Oggi non solo gli albanesi e gli estoni, ma tutta l'Europa, l'Asia, l'Africa e perfino l'America conoscono il cemento. [corsivo mio, non sono riuscita a resistere, n.d.C.]
[aplodismènty]
[applausi]
A zàvtra? Čto bùdet zàvtra?
Zàvtra, ne tòl'ko Evròpa, Àzija, Àfrika i Amèrika, no i ves' mir bùdet znàt' betòn.
E domani? Cosa sarà domani?
Domani non solo l'Europa, l'Asia, l'Africa e l'America ma anche tutto il mondo conoscerà il cemento. [qui Lipson aggiunge una nota: "tutto il mondo corrisponde a Europa, Asia, Africa, America, Artico e Antartico". L'Oceania non la contiamo, n.d.C.]
[bùrnye aplodismènty][applausi scroscianti]
Tovàrišči betònščiki i betònščici!
V zoopàrkach bùdut žit' betònnye tìgry.
V trollèjbusach bùdut rabotat' betonnye konduktorà.
Compagni lavoratori e lavoratrici del cemento!
Negli zoo vivranno tigri di cemento.
Sui filobus lavoreranno controllori di cemento.
[v vostòrge]
[in estasi]
Betònnye ljùdi bùdut čitat' betònnye knìgi.
Nàši betònnye dèti bùdut znat' velìkij, nòvyj mir.
Mir betòna... betònnyj mir.
Persone di cemento leggeranno libri di cemento.
I nostri bambini di cemento conosceranno un mondo grande e nuovo.
Il mondo del cemento... un mondo di cemento.
[plàčet]
[piange]
[pàuza]
[pausa]
Betòn. Čto takòe betòn?
Cemento. Cos'è il cemento?
[làskovo]
[teneramente]
Betòn... èto vy... èto onì... èto ja... èto my...
Betòn, tovàrišči, - èto istòrija čelovèka!
Il cemento... siete voi... sono loro... sono io... siamo noi...
Il cemento, compagni, è la storia dell'uomo.
[ovacija][ovazione]
Vi avverto che nel file audio sono riuscita a dominare l'estasi e la commozione e a trattenere le lacrime.
Compagni, finora avevamo il cemento, tante betoniere, bravi lavoratori e un ottimo piano quinquennale. Quello che ci mancava era un filologo, ideologo e profeta del cemento che ci regalasse una visione e ci facesse esercitare sulla costruzione del tempo futuro.
Quello che ci mancava era la Dottrina Schulz.
Noi siamo il cemento.
Aplodismènty.
Ma no, compagni.
Il professor Schulz parlerà di cemento ("ooooooh!")
Betòn včerà, segòdnja i zàvtra
Il cemento ieri, oggi e domani
Tovàrišč dirèktor!
Tovàrišči inženèry!
Tovàrišči betònščiki i betònščici!
Compagno direttore!
Compagni ingegneri!
Compagni lavoratori e lavoratrici del cemento!
Betòn! Tovàrišči, čto znàčit slòvo betòn?
Slòvo betòn - ne nòvoe slòvo.
Onò òčen' stàroe.
Da, slòvo betòn ne nòvoe, a stàroe slovo.
Cemento! Compagni, cosa significa la parola cemento?
La parola cemento non è una parola nuova.
È assai antica.
Sì, la parola cemento è una parola non nuova, ma antica.
Betòn - stàroe albànskoe slovo.
Ràn'še tòl'ko albàncy i estòncy znàli slòvo betòn.
Albàncy dùmali, čto slòvo betòn znàčit "karandàš", a estòncy dùmali,
čto slòvo betòn značit "trollèjbus".
Nu, tovàrišči, vot kak včerà ponimàli slòvo betòn.
Cemento è un'antica parola albanese.
In precedenza solo gli albanesi e gli estoni conoscevano la parola cemento.
Gli albanesi pensavano che la parola cemento significasse "matita", mentre gli estoni pensavano che la parola cemento significasse "filobus".
Be', compagni, ecco cosa si intendeva ieri con la parola cemento.
[aplodismènty]
[applausi]
Siete devastati dal mostruoso, imperdonabile abbaglio di albanesi ed estoni, vero?
Mentre vi riprendete, questo è il file audio.
Fatto?
Continuiamo con l'oggi e il domani del cemento.
Segòdnja. Kto znàet betòn segòdnja?
Segòdnja ne tòl'ko albàncy i estòncy, no vsja Evròpa, Àzija, Àfrika i dàže Amèrika znàjut betòn.
Oggi. Cosa significa oggi cemento?
Oggi non solo gli albanesi e gli estoni, ma tutta l'Europa, l'Asia, l'Africa e perfino l'America conoscono il cemento. [corsivo mio, non sono riuscita a resistere, n.d.C.]
[aplodismènty]
[applausi]
A zàvtra? Čto bùdet zàvtra?
Zàvtra, ne tòl'ko Evròpa, Àzija, Àfrika i Amèrika, no i ves' mir bùdet znàt' betòn.
E domani? Cosa sarà domani?
Domani non solo l'Europa, l'Asia, l'Africa e l'America ma anche tutto il mondo conoscerà il cemento. [qui Lipson aggiunge una nota: "tutto il mondo corrisponde a Europa, Asia, Africa, America, Artico e Antartico". L'Oceania non la contiamo, n.d.C.]
[bùrnye aplodismènty][applausi scroscianti]
Tovàrišči betònščiki i betònščici!
V zoopàrkach bùdut žit' betònnye tìgry.
V trollèjbusach bùdut rabotat' betonnye konduktorà.
Compagni lavoratori e lavoratrici del cemento!
Negli zoo vivranno tigri di cemento.
Sui filobus lavoreranno controllori di cemento.
[v vostòrge]
[in estasi]
Betònnye ljùdi bùdut čitat' betònnye knìgi.
Nàši betònnye dèti bùdut znat' velìkij, nòvyj mir.
Mir betòna... betònnyj mir.
Persone di cemento leggeranno libri di cemento.
I nostri bambini di cemento conosceranno un mondo grande e nuovo.
Il mondo del cemento... un mondo di cemento.
[plàčet]
[piange]
[pàuza]
[pausa]
Betòn. Čto takòe betòn?
Cemento. Cos'è il cemento?
[làskovo]
[teneramente]
Betòn... èto vy... èto onì... èto ja... èto my...
Betòn, tovàrišči, - èto istòrija čelovèka!
Il cemento... siete voi... sono loro... sono io... siamo noi...
Il cemento, compagni, è la storia dell'uomo.
[ovacija][ovazione]
Vi avverto che nel file audio sono riuscita a dominare l'estasi e la commozione e a trattenere le lacrime.
Compagni, finora avevamo il cemento, tante betoniere, bravi lavoratori e un ottimo piano quinquennale. Quello che ci mancava era un filologo, ideologo e profeta del cemento che ci regalasse una visione e ci facesse esercitare sulla costruzione del tempo futuro.
Quello che ci mancava era la Dottrina Schulz.
Noi siamo il cemento.
Aplodismènty.
mercoledì, settembre 19, 2007
Che ci sia sempre il sole
Dal Kommersant' di qualche tempo fa: "Nel 1964, sei anni prima della fondazione degli ABBA e due anni prima dell'incontro con Benny Andersson, Björn Ulvaeus scrisse per il suo gruppo di allora, gli 'Hootenanny Singers', la canzone 'Gabrielle'. Tutti i russi che abbiano più di trent'anni riconoscerenno in 'Gabrielle' il famoso inno dell'infanzia sovietica 'Pust' vsegda budet solnce', di Arkadij Ostrovskij e Lev Ošanin. Ufficialmente questa canzone è datata 1962, e dunque i melomani russi considerano 'Gabrielle' una cover di 'Solnečnyj krug' (dal primo verso della canzone)".
Portatevi in un luogo sicuro e possibilmente insonorizzato e verificate con le vostre orecchie su YouTube:
"Gabrielle", degli Ur-ABBA.
E "Solnečnyj krug", featuring la grande, indistruttibile e pittoresca infanzia sovietica.
Il compito di oggi è: imparare la canzoncina e lasciarvi disperatamente andare nel tunnel.
Per gli addicted: questa (se volete andate a rubare un po' di banda a Miroslava) è una versione da studio interpretata da Boton-Mjansarova-Kobzon + coro. Vale, ve lo dice il Capo capone.
Segue cirillico, traslittero e traduzione.
Пусть всегда будет солнце
Солнечный круг,
Небо вокруг -
Это рисунок мальчишки.
Нарисовал он на листке
И подписал в уголке:
Пусть всегда будет солнце,
Пусть всегда будет небо,
Пусть всегда будет мама,
Пусть всегда буду я.
Милый мой друг,
Добрый мой друг,
Людям так хочется мира.
И в тридцать пять
Сердце опять
Не устает повторять:
Пусть всегда будет солнце...
Тише, солдат,
Слышишь, солдат,-
Люди пугаются взрывов.
Тысячи глаз
В небо глядят,
Губы упрямо твердят:
Пусть всегда будет солнце...
Против беды,
Против войны
Встанем за наших мальчишек.
Солнце - навек! Счастье - навек!-
Так повелел человек.
Пусть всегда будет солнце,
Пусть всегда будет небо,
Пусть всегда будет мама,
Пусть всегда буду я.
Pust' vsegda budet solnce
Sòlnečnyj krùg,
Nèbo vokrùg -
Èto risùnok mal'čìški.
Narisovàl on na listkè
I podpisàl v ugolkè:
Pust' vsegdà bùdet sòlnce
Pust' vsegdà bùdet nèbo
Pust' vsegdà bùdet màma
Pust' vsegdà bùdu ja.
Mìlyj moj drug,
Dòbryj moj drug,
Ljùdjam tak chòčetsja mìra.
I v trìdcat' pjàt'
Sèrdce opjàt'
Ne ustaët povtorjàt':
Pust' vsegdà bùdet sòlnce...
Tìše, soldàt,
Slyšiš', soldàt, -
Ljùdi pugàjutsja vzryvov
Tysjači glàs
V nèbo gljadjàt,
Gùby uprjàmo tverdjàt:
Pust' vsegdà bùdet sòlnce...
Pròtiv bedy,
Pròtiv vojny
Vstànem za nàšich mal'čìšek.
Sòlnce - navèk! Sčàst'e - navèk!-
Tak povelèl čelovèk.
Pust' vsegdà bùdet sòlnce
Pust' vsegdà bùdet nèbo
Pust' vsegdà bùdet màma
Pust' vsegdà bùdu ja.
(traduzione creativa: 1. non rigorosamente letterale; 2. nel rispetto della ritmica originale, cosicché voi possiate canticchiare anche in italiano...
Che ci sia sempre il sole
Splendente sol
Brilla nel ciel
È il disegnino di un bimbo
Lo disegnò su un fogliettin
Scrivendo in un angolin:
Che ci sia sempre il sole
Che ci sia sempre il cielo
Che ci sia sempre la mamma
E che ci sia sempre anch'io.
Amico mio,
Amico mio
La gente ha voglia di pace.
E anche con la
Maggiore età
Il cuor mai si stanca di dir:
Che ci sia sempre il sole
Che ci sia sempre il cielo
Che ci sia sempre la mamma
E che ci sia sempre anch'io.
Soldato, taci
Ascolta, soldato
La gente teme gli spari.
Occhi a migliaia
Guardano il ciel
Le labbra dicon così:
Che ci sia sempre il sole
Che ci sia sempre il cielo
Che ci sia sempre la mamma
E che ci sia sempre anch'io.
Niente più guerra
Niente dolor
I bimbi difenderemo
Sole per sempre! Sempre felici!
Pace per l'umanità.
Che ci sia sempre il sole
Che ci sia sempre il cielo
Che ci sia sempre la mamma
E che ci sia sempre anch'io.
---
Che ci sia pure sempre il sole, ci metteremo la protezione 20 e l'antirughe.
Portatevi in un luogo sicuro e possibilmente insonorizzato e verificate con le vostre orecchie su YouTube:
"Gabrielle", degli Ur-ABBA.
E "Solnečnyj krug", featuring la grande, indistruttibile e pittoresca infanzia sovietica.
Il compito di oggi è: imparare la canzoncina e lasciarvi disperatamente andare nel tunnel.
Per gli addicted: questa (se volete andate a rubare un po' di banda a Miroslava) è una versione da studio interpretata da Boton-Mjansarova-Kobzon + coro. Vale, ve lo dice il Capo capone.
Segue cirillico, traslittero e traduzione.
Пусть всегда будет солнце
Солнечный круг,
Небо вокруг -
Это рисунок мальчишки.
Нарисовал он на листке
И подписал в уголке:
Пусть всегда будет солнце,
Пусть всегда будет небо,
Пусть всегда будет мама,
Пусть всегда буду я.
Милый мой друг,
Добрый мой друг,
Людям так хочется мира.
И в тридцать пять
Сердце опять
Не устает повторять:
Пусть всегда будет солнце...
Тише, солдат,
Слышишь, солдат,-
Люди пугаются взрывов.
Тысячи глаз
В небо глядят,
Губы упрямо твердят:
Пусть всегда будет солнце...
Против беды,
Против войны
Встанем за наших мальчишек.
Солнце - навек! Счастье - навек!-
Так повелел человек.
Пусть всегда будет солнце,
Пусть всегда будет небо,
Пусть всегда будет мама,
Пусть всегда буду я.
Pust' vsegda budet solnce
Sòlnečnyj krùg,
Nèbo vokrùg -
Èto risùnok mal'čìški.
Narisovàl on na listkè
I podpisàl v ugolkè:
Pust' vsegdà bùdet sòlnce
Pust' vsegdà bùdet nèbo
Pust' vsegdà bùdet màma
Pust' vsegdà bùdu ja.
Mìlyj moj drug,
Dòbryj moj drug,
Ljùdjam tak chòčetsja mìra.
I v trìdcat' pjàt'
Sèrdce opjàt'
Ne ustaët povtorjàt':
Pust' vsegdà bùdet sòlnce...
Tìše, soldàt,
Slyšiš', soldàt, -
Ljùdi pugàjutsja vzryvov
Tysjači glàs
V nèbo gljadjàt,
Gùby uprjàmo tverdjàt:
Pust' vsegdà bùdet sòlnce...
Pròtiv bedy,
Pròtiv vojny
Vstànem za nàšich mal'čìšek.
Sòlnce - navèk! Sčàst'e - navèk!-
Tak povelèl čelovèk.
Pust' vsegdà bùdet sòlnce
Pust' vsegdà bùdet nèbo
Pust' vsegdà bùdet màma
Pust' vsegdà bùdu ja.
(traduzione creativa: 1. non rigorosamente letterale; 2. nel rispetto della ritmica originale, cosicché voi possiate canticchiare anche in italiano...
Che ci sia sempre il sole
Splendente sol
Brilla nel ciel
È il disegnino di un bimbo
Lo disegnò su un fogliettin
Scrivendo in un angolin:
Che ci sia sempre il sole
Che ci sia sempre il cielo
Che ci sia sempre la mamma
E che ci sia sempre anch'io.
Amico mio,
Amico mio
La gente ha voglia di pace.
E anche con la
Maggiore età
Il cuor mai si stanca di dir:
Che ci sia sempre il sole
Che ci sia sempre il cielo
Che ci sia sempre la mamma
E che ci sia sempre anch'io.
Soldato, taci
Ascolta, soldato
La gente teme gli spari.
Occhi a migliaia
Guardano il ciel
Le labbra dicon così:
Che ci sia sempre il sole
Che ci sia sempre il cielo
Che ci sia sempre la mamma
E che ci sia sempre anch'io.
Niente più guerra
Niente dolor
I bimbi difenderemo
Sole per sempre! Sempre felici!
Pace per l'umanità.
Che ci sia sempre il sole
Che ci sia sempre il cielo
Che ci sia sempre la mamma
E che ci sia sempre anch'io.
---
Che ci sia pure sempre il sole, ci metteremo la protezione 20 e l'antirughe.
Etichette:
musica,
Vaghe stelle dell'URSS
martedì, settembre 18, 2007
Piccoli suicidi tra amiche
– Guarda, non dire mai più che ho una guida sicura.
– Perché.
– Ho combinato un casino sulla rotatoria dell'Anconetta. Rotatorie maledette, le odio.
– Quanto, casino?
– Ho tagliato la strada a uno e un motociclista è finito a terra.
– Fatto male?
- No, fatto niente. Io che insistevo per dargli dei soldi, un altro che si metteva in mezzo... Lui continuava a dire che aveva fretta e che non c'era problema, che si era rotto solo un robo della moto. Era anche grazioso, tra l'altro.
– E tu?
– Io sconvolta, fuori di me. Non ha neanche voluto il mio numero di telefono.
– Ahahah.
– E lui che voleva andarsene e io che continuavo a ripetergli il mio cognome e "Sull'elenco di Monfalcone sono l'unica con quel cognome!" E niente, è andato via. Mia madre che assisteva in disparte mi ha fatto notare che ha tenuto sempre su il casco.
– Come facevi a sapere che era grazioso?
– Si capiva. Secondo lei la faccenda del casco è poco chiara.
– A casa si sarà tolto il casco e...
– Cosa?!
– Ma sì, sai...
– No, non lo so, cosa!
– La testa che si apre a metà.
– Non guiderò mai più. Voglio uccidermi.
– Ok.
– Voglio buttarmi giù dal Rilke.
– Va bene.
– Solo che come ci vado sul Rilke, se non guido?
– Ti porto io?
– Davvero mi porteresti?
– Se serve.
– Grazie.
– Il gelato con la panna al Bar Bianco lo prendiamo prima o dopo?
– Ma dopo, va'.
– Perché.
– Ho combinato un casino sulla rotatoria dell'Anconetta. Rotatorie maledette, le odio.
– Quanto, casino?
– Ho tagliato la strada a uno e un motociclista è finito a terra.
– Fatto male?
- No, fatto niente. Io che insistevo per dargli dei soldi, un altro che si metteva in mezzo... Lui continuava a dire che aveva fretta e che non c'era problema, che si era rotto solo un robo della moto. Era anche grazioso, tra l'altro.
– E tu?
– Io sconvolta, fuori di me. Non ha neanche voluto il mio numero di telefono.
– Ahahah.
– E lui che voleva andarsene e io che continuavo a ripetergli il mio cognome e "Sull'elenco di Monfalcone sono l'unica con quel cognome!" E niente, è andato via. Mia madre che assisteva in disparte mi ha fatto notare che ha tenuto sempre su il casco.
– Come facevi a sapere che era grazioso?
– Si capiva. Secondo lei la faccenda del casco è poco chiara.
– A casa si sarà tolto il casco e...
– Cosa?!
– Ma sì, sai...
– No, non lo so, cosa!
– La testa che si apre a metà.
– Non guiderò mai più. Voglio uccidermi.
– Ok.
– Voglio buttarmi giù dal Rilke.
– Va bene.
– Solo che come ci vado sul Rilke, se non guido?
– Ti porto io?
– Davvero mi porteresti?
– Se serve.
– Grazie.
– Il gelato con la panna al Bar Bianco lo prendiamo prima o dopo?
– Ma dopo, va'.
Etichette:
The Real Thing
lunedì, settembre 17, 2007
I velocissimi nel loro genere
Cinque lunghissimi psicosecondi di raccoglimento per l'uomo che mi ha insegnato a guidare e a derapare (ma non a parcheggiare*). Ieri, mentre cesellavo la mia curva preferita - quella che lui e il suo navigatore avrebbero chiamato "una due a sinistra - pietre - non tagliare" - poco dopo l'ameno abitato di Doberdò del Lago, pensavo che questo è forse il destino dei velocissimi nel loro genere: campione del mondo di rally, vincitore di 25 gare mondiali e cadi pilotando un elicottero (il primo uomo nello spazio e finisci i tuoi giorni su un MiG durante un volo di collaudo).
Per esempio voi state pensando che prima o poi mi sfuggirà un segno debole o inciamperò in un verbo di moto, e invece andrà a finire che cadrò ingloriosamente sulle doppie di efferato, una strada che avevo imboccato mille volte e conoscevo a memoria.
*a quello ci pensano gli avventori del bar da Teo con poche sintetiche istruzioni:
– Gira gira gira gira! Adesso sinistra! Gira gira gira gira!
– Ok, grazie, basta, stop.
– Vàra che te son fòra.
– No son fòra, il marciapiede xe storto.
[Se ne va barcollando fieramente sulle ultime zeppe della stagione.]
– Cio'.
– Cossa?
– Finestrìn.
Per esempio voi state pensando che prima o poi mi sfuggirà un segno debole o inciamperò in un verbo di moto, e invece andrà a finire che cadrò ingloriosamente sulle doppie di efferato, una strada che avevo imboccato mille volte e conoscevo a memoria.
*a quello ci pensano gli avventori del bar da Teo con poche sintetiche istruzioni:
– Gira gira gira gira! Adesso sinistra! Gira gira gira gira!
– Ok, grazie, basta, stop.
– Vàra che te son fòra.
– No son fòra, il marciapiede xe storto.
[Se ne va barcollando fieramente sulle ultime zeppe della stagione.]
– Cio'.
– Cossa?
– Finestrìn.
Etichette:
The Real Thing
Iscriviti a:
Post (Atom)