[Contesto: domenica si sono svolte in Russia le elezioni regionali per rinnovare le assemblee legislative di 14 soggetti della Federazione Russa. Affluenza molto bassa (a Kurgan si sono presentati a votare in due, il candidato e il suo amico: il candidato è stato eletto), risultati ottimi per il partito di Putin Russia Unita, e onesti per il nuovo partito Russia Giusta creato da Sergej Mironov (presidente del Consiglio della Federazione), che ha superato ovunque lo sbarramento e a Stavropol ha vinto. Russia Unita ha dichiarato di essere pronta ad appoggiare l'elezione di Mironov a senatore. Va detto che Russia Giusta - soprannominata Partito del Potere n. 2 - è considerata un clone di Russia Unita, utile a quest'ultima per contrastare l'influenza dei Comunisti.
Ieri, poi, Aleksandr Vešnjakov è stato escluso con decreto presidenziale dalla Commissione Elettorale Centrale, anche se aveva espresso il desiderio di ricoprire quella carica per altri quattro anni. Aveva un po' criticato la nuova legge elettorale (che ha abolito il quorum minimo di partecipazione, ha alzato al 7% la soglia di ingresso in parlamento per i partiti e reso più complessa la loro registrazione), questo sì. Questo proprio sì].
"Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino a inventarsi degli auguri per il trentaseiesimo compleanno del babbeo che scriveva su Internet quelle storielle villane sul suo conto.
All'improvviso le imponenti porte dello studio si aprirono per lasciar entrare il vice capo dell'Amministrazione Vladislav Jurevič Surkov. Vladislav Jurevič aveva un'espressione malinconica dipinta sul volto.
- Salve, - lo salutò Vladimir Vladimirovič™. - Su, non fare quella faccia triste! Pensa! Mironov si è rimesso in riga. Adesso lo fate senatore, no?
- Ma no, non è per Mironov... - disse mestamente Vladislav Jurevič. - Mi si è rotto Vešnjakov.
- Cos'è 'sta storia? Come, rotto? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- Ma sì, sono quelle pilette atomiche, - Vladislav Jurevič allargò le braccia, - Dicevano che sarebbe andato avanti cent'anni. E invece, otto anni e si è rotto. E adesso a chi presenteremo tutti i ricorsi?
- Falli ricadere su Zubarov [il ministro della sanità e dello sviluppo sociale, n.d.T.], - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Tanto, quello, peggio di così. Invece... questo significa che non abbiamo più un presidente della Commissione Centrale Elettorale. Che ci tocca fare?
- Eh, io non ne ho più, di androidi liberi, - sospirò Vladislav Jurevič.
- Non ho capito... - e qui Vladimir Vladimirovič™ spalancò i presidenziali occhi. - Con questo vuoi dirmi che dovremo nominare un umano?
- Non lo so mica, - rispose Vladislav Jurevič. - E perché non un umano?
- Certo che anche tu... - Vladimir Vladimirovič™, - Hai letto Omon Ra*?
Vladislav Jurevič emise un altro profondo sospiro".
*Il romanzo di Pelevin si incentra su una missione suicida sulla luna, concepita per non far capire agli occidentali che l'URSS non ha i soldi per inviare mezzi automatizzati: dentro il modulo lunare apparentemente automatizzato in realtà c'è un omino che suda, soffre, sogna e sa che non esiste la tecnologia che gli permetterà di rientrare sulla Terra.
da: vladimir.vladimirovich.ru
mercoledì, marzo 14, 2007
martedì, marzo 13, 2007
Will the real Marija please stand up?
Nel finesettimana il britannico Sunday Times è uscito con un pezzo in cui si affermava che la giornalista russa "Marija Ivanovna" nei prossimi giorni fuggirà negli Stati Uniti, dove le è stato garantito asilo politico.
Di Marija Ivanovna si dice che è una giornalista pluripremiata, che è un'esperta di Caucaso e che è abituata a essere perseguitata, tormentata, perfino picchiata. Ma gli eventi presero una piega davvero sinistra lo scorso ottobre, scrive il Times, quando degli estranei le entrarono in casa mentre era via. Lei fece cambiare le serrature, si bevve un caffè e andò a dormire. La mattina dopo si svegliò in preda a dolori atroci, gonfiori, bocca escoriata, pelle che le si staccava di dosso. Finì in terapia intensiva. Per tornarci un mese dopo, sempre secondo il Times, quando si sentì nuovamente male dopo aver bevuto una tazza di tè.
L'articolo prosegue con un classico doppio carpiato con avvitamento e ciao con la manina del Times, e cioè:
"La lunga mano dei Servizi di Sicurezza Federali russi (FSB), da quando il Parlamento ha dato loro licenza di uccidere all'estero, si estende ormai oltre i confini della Russia.
Difficile dire quale paese sia sicuro dopo la morte a Londra per avvelenamento da Polonio 210 dell'ex agente del KGB Aleksandr Litvinenko. In America Paul Joyal, esperto di spionaggio russo e critico del presidente Vladimir Putin, è in gravi condizioni dopo essere stato vittima di una sparatoria vicino a casa sua a Washington. Potrebbe anche essersi trattato di una rapina, ma nessuno lo sa con certezza".
(Ritorneremo sul caso Joyal, per il momento volevo segnalarvi questo grande momento di giornalismo)
E poi via mettendo insieme Politkovskaja, Litvinenko, il giornalista del Kommersant Safronov: Putin ammazza la gente, sapevatelo? E se non sta attento, dice il Times, corre il rischio di essere arrestato quando si trova all'estero.
Ma torniamo alla misteriosa Marija Ivanovna, chiaramente un nome finto. Domenica la notizia si è diffusa in Russia, soprattutto in rete, dando origine a una serie di ipotesi (a proposito, c'è un'interessante e utilissima comunità di livejournal chiamata "paparazzi", luogo di discussione e di scambio di informazioni tra giornalisti): secondo alcuni l'Ivanovna sarebbe la Julia Latinina di Echo Moskvy e Novaja Gazeta, secondo altri Marina Litvinovič, corrispondente del giornale Čečenskoe Obščestvo, per altri ancora potrebbe trattarsi della vedova di Basaev, Elina Ersenoeva.
La versione più accreditata era che dietro lo pseudonimo si celasse Fatima Tlisova, corrispondente dell'Associated Press e redattore capo dell'agenzia di informazione Regnum. Commentando l'articolo del Sunday Times su un blog, Marina Litvinovič ha ricordato che lo scorso anno Fatima Tlisova fu avvelenata, e la notizia fu commentata dalla stampa internazionale (in particolare, ne scrisse lo spagnolo La Vanguardia) ma sfuggì all'attenzione di quella russa. Dell'avvelenamento della Tlisova parlava anche il Kommersant di lunedì. Il sito internet Stringer è andato oltre, scrivendo che "la giornalista Fatima Tlisova ha chiesto asilo politico in occidente, perché stufa delle minacce e preoccupata per la propria vita". Niente fonte, però.
Che dice la Tlisova? Nega: "Non ho parlato con i giornalisti del Sunday Times. Certo, intendo recarmi prossimamente in un'università americana con un permesso di studio concessomi dall'agenzia Regnum. Però ho intenzione di continuare a lavorare sul Caucaso. Non so cosa né chi stia dietro l'articolo del Sunday Times né dietro questa insistenza sul mio nome". Anche il suo direttore responsabile, Konstantin Kazenin, ritiene che non si tratti di lei.
Un bel round-up di notizie, qui (in russo). Qui l'articolo del Sunday Times.
Oggi il Marijometro, soprattutto per un articolo di Izvestija, è fermo su Elina Ersenoeva, la vedova di Basaev.
[Tanto per chiarire le cose. Attenzione a questi nomi:
Artëm Borovik, Igor Domnikov, Sergej Novikov, Iskandar Chatloni, Sergej Ivanov, Adam Tepsurgajev, Eduard Markevič, Natalja Skryl, Valeryj Ivanov, Dmitrij Švets, Jurij Šcekočichin, Aleksej Sidorov, Paul Klebnikov, Pavel Makeev, Magomedzagid Varisov, Aleksandr Piterskij, Evgenij Gerasimenko, Vjačeslav Plotnikov, Anna Politkovskaja, Ivan Safronov.
Sono i venti giornalisti uccisi o morti in circostanze poco chiare da quando Putin è presidente, e ci aggiungo anche Antonio Russo.
Non sottolineerò che è altamente improbabile che Putin ne abbia commissionato l'uccisione o abbia qualcosa a che fare con la loro morte; la sua già grave responsabilità consiste nel governare un paese in cui questi omicidi sembrano restare impuniti. Detto questo, credo che la stampa britannica degli ultimi mesi - con articoli come quello che ho citato, che nel caso migliore sono sciatta propaganda antirussa e nel peggiore mettono in pericolo una persona rendendola riconoscibile ed esponendola - stia dando il peggio di sé sull'argomento: lunga mano dell'FSB, caccia a Putin, licenza d'uccidere ovunque, nomi messi insieme a caso e le solite tazze di tè assassine].
Di Marija Ivanovna si dice che è una giornalista pluripremiata, che è un'esperta di Caucaso e che è abituata a essere perseguitata, tormentata, perfino picchiata. Ma gli eventi presero una piega davvero sinistra lo scorso ottobre, scrive il Times, quando degli estranei le entrarono in casa mentre era via. Lei fece cambiare le serrature, si bevve un caffè e andò a dormire. La mattina dopo si svegliò in preda a dolori atroci, gonfiori, bocca escoriata, pelle che le si staccava di dosso. Finì in terapia intensiva. Per tornarci un mese dopo, sempre secondo il Times, quando si sentì nuovamente male dopo aver bevuto una tazza di tè.
L'articolo prosegue con un classico doppio carpiato con avvitamento e ciao con la manina del Times, e cioè:
"La lunga mano dei Servizi di Sicurezza Federali russi (FSB), da quando il Parlamento ha dato loro licenza di uccidere all'estero, si estende ormai oltre i confini della Russia.
Difficile dire quale paese sia sicuro dopo la morte a Londra per avvelenamento da Polonio 210 dell'ex agente del KGB Aleksandr Litvinenko. In America Paul Joyal, esperto di spionaggio russo e critico del presidente Vladimir Putin, è in gravi condizioni dopo essere stato vittima di una sparatoria vicino a casa sua a Washington. Potrebbe anche essersi trattato di una rapina, ma nessuno lo sa con certezza".
(Ritorneremo sul caso Joyal, per il momento volevo segnalarvi questo grande momento di giornalismo)
E poi via mettendo insieme Politkovskaja, Litvinenko, il giornalista del Kommersant Safronov: Putin ammazza la gente, sapevatelo? E se non sta attento, dice il Times, corre il rischio di essere arrestato quando si trova all'estero.
Ma torniamo alla misteriosa Marija Ivanovna, chiaramente un nome finto. Domenica la notizia si è diffusa in Russia, soprattutto in rete, dando origine a una serie di ipotesi (a proposito, c'è un'interessante e utilissima comunità di livejournal chiamata "paparazzi", luogo di discussione e di scambio di informazioni tra giornalisti): secondo alcuni l'Ivanovna sarebbe la Julia Latinina di Echo Moskvy e Novaja Gazeta, secondo altri Marina Litvinovič, corrispondente del giornale Čečenskoe Obščestvo, per altri ancora potrebbe trattarsi della vedova di Basaev, Elina Ersenoeva.
La versione più accreditata era che dietro lo pseudonimo si celasse Fatima Tlisova, corrispondente dell'Associated Press e redattore capo dell'agenzia di informazione Regnum. Commentando l'articolo del Sunday Times su un blog, Marina Litvinovič ha ricordato che lo scorso anno Fatima Tlisova fu avvelenata, e la notizia fu commentata dalla stampa internazionale (in particolare, ne scrisse lo spagnolo La Vanguardia) ma sfuggì all'attenzione di quella russa. Dell'avvelenamento della Tlisova parlava anche il Kommersant di lunedì. Il sito internet Stringer è andato oltre, scrivendo che "la giornalista Fatima Tlisova ha chiesto asilo politico in occidente, perché stufa delle minacce e preoccupata per la propria vita". Niente fonte, però.
Che dice la Tlisova? Nega: "Non ho parlato con i giornalisti del Sunday Times. Certo, intendo recarmi prossimamente in un'università americana con un permesso di studio concessomi dall'agenzia Regnum. Però ho intenzione di continuare a lavorare sul Caucaso. Non so cosa né chi stia dietro l'articolo del Sunday Times né dietro questa insistenza sul mio nome". Anche il suo direttore responsabile, Konstantin Kazenin, ritiene che non si tratti di lei.
Un bel round-up di notizie, qui (in russo). Qui l'articolo del Sunday Times.
Oggi il Marijometro, soprattutto per un articolo di Izvestija, è fermo su Elina Ersenoeva, la vedova di Basaev.
[Tanto per chiarire le cose. Attenzione a questi nomi:
Artëm Borovik, Igor Domnikov, Sergej Novikov, Iskandar Chatloni, Sergej Ivanov, Adam Tepsurgajev, Eduard Markevič, Natalja Skryl, Valeryj Ivanov, Dmitrij Švets, Jurij Šcekočichin, Aleksej Sidorov, Paul Klebnikov, Pavel Makeev, Magomedzagid Varisov, Aleksandr Piterskij, Evgenij Gerasimenko, Vjačeslav Plotnikov, Anna Politkovskaja, Ivan Safronov.
Sono i venti giornalisti uccisi o morti in circostanze poco chiare da quando Putin è presidente, e ci aggiungo anche Antonio Russo.
Non sottolineerò che è altamente improbabile che Putin ne abbia commissionato l'uccisione o abbia qualcosa a che fare con la loro morte; la sua già grave responsabilità consiste nel governare un paese in cui questi omicidi sembrano restare impuniti. Detto questo, credo che la stampa britannica degli ultimi mesi - con articoli come quello che ho citato, che nel caso migliore sono sciatta propaganda antirussa e nel peggiore mettono in pericolo una persona rendendola riconoscibile ed esponendola - stia dando il peggio di sé sull'argomento: lunga mano dell'FSB, caccia a Putin, licenza d'uccidere ovunque, nomi messi insieme a caso e le solite tazze di tè assassine].
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lunedì, marzo 12, 2007
Bracci Destri: l'Altro Emiro e il Macellaio
"We captured a figure who was a senior al-Qaeda member and we suspected that he was Abu Omar al-Baghdadi, but after initial investigations it was proven it was not Abu Omar al-Baghdadi. But he was a senior al-Qaeda leader".
Nome: sconosciuto.
Detto: l'Emiro.
Cosa: catturato con sette altre persone.
Dove: a nordovest di Karmah, 80 km a ovest di Baghdad.
Pensavano che fosse: Abu Omar al-Baghdadi, il vero emiro dello Stato Islamico iracheno.
Invece era: un altro emiro, poi definito anche "media emir"; forse (notizia di agenzia italiana) Mohammed Younis al Haiyali, se questo nome ci dicesse qualcosa.
Del resto al-Baghdadi: non si sa chi sia.
Nome: sconosciuto.
Detto: il Macellaio.
Specializzazione: rapimenti, decapitazioni, operazioni suicide.
Cosa: preso.
Dove: a Mosul.
Un link a caso.
Benzinai, macellai, organizzatori di eventi, prestatori di servizi: così si fa. Gli si smantella il commercio e il terziario, ad alcàida.
Nome: sconosciuto.
Detto: l'Emiro.
Cosa: catturato con sette altre persone.
Dove: a nordovest di Karmah, 80 km a ovest di Baghdad.
Pensavano che fosse: Abu Omar al-Baghdadi, il vero emiro dello Stato Islamico iracheno.
Invece era: un altro emiro, poi definito anche "media emir"; forse (notizia di agenzia italiana) Mohammed Younis al Haiyali, se questo nome ci dicesse qualcosa.
Del resto al-Baghdadi: non si sa chi sia.
Nome: sconosciuto.
Detto: il Macellaio.
Specializzazione: rapimenti, decapitazioni, operazioni suicide.
Cosa: preso.
Dove: a Mosul.
Un link a caso.
Benzinai, macellai, organizzatori di eventi, prestatori di servizi: così si fa. Gli si smantella il commercio e il terziario, ad alcàida.
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domenica, marzo 11, 2007
VVP e il Libro Nero
[Per la comprensione di questo VVP vi sarà utile il post precedente. Ve l'avevo detto, che serviva, n.d.T.]
"Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino accanto a un tavolino rotondo. Al suo fianco si trovava il vice capo dell'Amministrazione Vladislav Jurevič Surkov. Sul tavolino davanti ai due uomini c'era una grande scatola di legno con aquile dorate a due teste incise sui lucchetti di platino.
Vladimir Vladimirovič™ tese le presidenziali mani verso la scatola, fece scattare i lucchetti e sollevò con cura il coperchio. Vladislav Jurevič trasse un profondo sospiro.
Nella scatola, adagiato su un cuscino di velluto rosso, c'era un piccolo libro antico con la copertina di legno.
Sul margine superiore della copertina era intagliato un grosso gufo.
- Si narra, - sussurrò Vladislav Jurevič, - Che l'ultima settimana del secondo mese dell'anno che precede le elezioni il Libro Nero sia in grado si svelare il nome dell'erede del trono degli zar per volere divino.
- Non è tanto per me, ma... - borbottò Vladimir Vladimirovič™, - Se poi ci sta scritto il nome di uno sconosciuto? Di un estraneo?
- D'accordo, - rispose Vladislav Jurevič, - E cosa si fa se c'è scritto il tuo nome? Non lo so proprio...
- Cosa si fa, cosa si fa, - brontolò Vladimir Vladimirovič™, - Si cambia la costituzione, cosa si fa...
E Vladimir Vladimirovič™ aprì con cura l'antico volume.
Il libro cominciò a ronzare ed emise un anello di fumo. Le pagine presero a sfogliarsi da sole con un fruscio inquietante.
Vladimir Vladimirovič™ e Vladislav Jurevič spalancarono gli occhi per lo stupore.
Il libro si sfogliò, poi tornò indietro di qualche pagina, e infine sotto gli occhi dei due uomini allibiti si aprì su due pagine attigue: sulla prima c'era scritta una parola, e sulla seconda un'altra parola.
- Alksnis e Tarlit, - lesse Vladimir Vladimirovič™, e guardò perplesso Vladislav Jurevič, - Chi?!
- Alksnis e Tarlit... - pronunciò pensosamente Vladisilav Jurevič, lo sguardo perso nelle profondità dello studio presidenziale, - Beh, allora, Alksnis e Tarlit siano... Ma adesso chi cazzarola appoggiamo, dei due?
Vladislav Jurevič si voltò, si strinse nelle spalle e uscì in fretta dallo studio di Vladimir Vladimirovič™".
Fonte: vladimir.vladimirovich.ru
"Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino accanto a un tavolino rotondo. Al suo fianco si trovava il vice capo dell'Amministrazione Vladislav Jurevič Surkov. Sul tavolino davanti ai due uomini c'era una grande scatola di legno con aquile dorate a due teste incise sui lucchetti di platino.
Vladimir Vladimirovič™ tese le presidenziali mani verso la scatola, fece scattare i lucchetti e sollevò con cura il coperchio. Vladislav Jurevič trasse un profondo sospiro.
Nella scatola, adagiato su un cuscino di velluto rosso, c'era un piccolo libro antico con la copertina di legno.
Sul margine superiore della copertina era intagliato un grosso gufo.
- Si narra, - sussurrò Vladislav Jurevič, - Che l'ultima settimana del secondo mese dell'anno che precede le elezioni il Libro Nero sia in grado si svelare il nome dell'erede del trono degli zar per volere divino.
- Non è tanto per me, ma... - borbottò Vladimir Vladimirovič™, - Se poi ci sta scritto il nome di uno sconosciuto? Di un estraneo?
- D'accordo, - rispose Vladislav Jurevič, - E cosa si fa se c'è scritto il tuo nome? Non lo so proprio...
- Cosa si fa, cosa si fa, - brontolò Vladimir Vladimirovič™, - Si cambia la costituzione, cosa si fa...
E Vladimir Vladimirovič™ aprì con cura l'antico volume.
Il libro cominciò a ronzare ed emise un anello di fumo. Le pagine presero a sfogliarsi da sole con un fruscio inquietante.
Vladimir Vladimirovič™ e Vladislav Jurevič spalancarono gli occhi per lo stupore.
Il libro si sfogliò, poi tornò indietro di qualche pagina, e infine sotto gli occhi dei due uomini allibiti si aprì su due pagine attigue: sulla prima c'era scritta una parola, e sulla seconda un'altra parola.
- Alksnis e Tarlit, - lesse Vladimir Vladimirovič™, e guardò perplesso Vladislav Jurevič, - Chi?!
- Alksnis e Tarlit... - pronunciò pensosamente Vladisilav Jurevič, lo sguardo perso nelle profondità dello studio presidenziale, - Beh, allora, Alksnis e Tarlit siano... Ma adesso chi cazzarola appoggiamo, dei due?
Vladislav Jurevič si voltò, si strinse nelle spalle e uscì in fretta dallo studio di Vladimir Vladimirovič™".
Fonte: vladimir.vladimirovich.ru
venerdì, marzo 09, 2007
La blogonovela russa: Alksnis e Tarlit
Ora vi racconto qualcosa dell'appassionante blogonovela russa degli ultimi tempi.
Viktor Alksnis, anche noto come il "Colonnello nero" (allusione al termine sovietico usato per il Regime dei Colonnelli in Grecia), recentemente aveva deciso di diventare pure lui un žežeista, cioè di farsi il blog su LiveJournal.
Ma chi è, Alksnis?
Viktor Imantovič Alksnis è un nazionalista russo di origine lettone nonché ex colonnello dell'aviazione sovietica: nel 1990 si oppose tenacemente alla disgregazione dell'Unione Sovietica, contribuì a fondare la fazione Sojuz (cioè Unione) e andava in giro a dire che c'era un complotto della CIA per smembrare l'URSS. Inoltre proponeva la liquidazione di Gorbačëv, lo scioglimento del parlamento, l'instaurazione della legge marziale e il potere ai militari. Toh. La Sojuz si sciolse quando Žirinovskij, altro membro fondatore, decise di candidarsi alla presidenza (con il motto "vodka a ogni angolo, ventiquattr'ore al giorno"). In ogni caso pare che Alksnis abbia avuto una parte nel golpe del 1991.
Adesso il Colonnello nero fa parte dell'ala nazionalista di Rodina (Patria), è un membro della Duma e afferma tra le altre cose che la ricostruzione dell'URSS partirà dalla Transnistria. Rodina fa parte dello schieramento Russia Giusta (Spravedlivaja Rossija), che si contrappone al filopresidenziale Russia Unita (Edinaja Rossija).
Insomma, il 3 febbraio scorso Alksnis ha aperto il suo blog (il nuovo indirizzo è questo, perché il vecchio blog è stato preso di mira dagli hacker) con l'intento di "mostrare la vita di un membro dell'opposizione". Non si sa se fosse consapevole di cosa sia la blogosfera russa, spesso agitata da polemiche e scontri politici violentissimi (e molto divertenti, via): la runet è l'istituzionalizzazione del flame, e io ne ho ricavato l'impressione che lì siano tutti troll decimo dan. Quello che voi conoscete come geniale creatore di Vladimir Vladimirovič, per esempio, è uno dei personaggi più discussi della rete: giornalista, politico, ex-cantante in un gruppo rock, è ora sceso in campo nello schieramento filopresidenziale ed è riuscito a farsi chiudere uno dei blog (Mr. Parker), c'è chi dice a causa di dichiarazioni provocatorie sulla pedofilia (si era fatto prendere la mano: "perché no, la pedofilia; ma a questo punto anche la zoofilia; a questo punto anche il cannibalismo, sempre carne è"), ma c'è chi propende per un'abile mossa pubblicitaria.
Insomma, questa è la rete russofona. Lo sapeva, il Colonnello nero? Non è chiaro. Ovviamente è stato subito preso di mira, in particolare da Tarlit e cioè Timofej Sevjakov, notissimo blogger, storico e membro del Fondo per una Politica Efficiente. E così succede l'inevitabile: Tarlit dà dell'idiota ad Alksnis e usa (pare) espressioni come "feccia lettone".
Alksnis cosa fa? Lo denuncia, ovviamente: per calunnia, diffamazione e insulto a pubblico ufficiale. Soprattutto quest'ultima motivazione può avere implicazioni serie e conseguenze negative per la libertà delle discussioni politiche nella blogosfera russa. Cosa significa, che d'ora in poi si dovrà riservare un trattamento di favore ai politici che aprono un blog (pur sapendo a cosa andranno incontro)? Ma poi, riuscirà Alksnis a portare in tribunale Tarlit? I due si sono anche incontrati in un confronto televisivo, ma non si sono piaciuti. Gli esperti pensano che i post di Tarlith non offrano basi sufficienti. Però il Colonnello nero potrebbe cercare di rivalersi sulla SUP, cioè la società che gestisce il LiveJournal locale, o sulla società madre Six Apart. Ah, e naturalmente adesso denuncerà anche gli hackers che hanno attaccato il suo blog (in base agli Articoli 272, 274 e 282). Nel frattempo sono nati altri finti Alksnis-blog, così il colonnello per autenticarsi ha ben pensato di usare come juserpik (userpic) una sua foto in divisa militare.
Viktor Alksnis, anche noto come il "Colonnello nero" (allusione al termine sovietico usato per il Regime dei Colonnelli in Grecia), recentemente aveva deciso di diventare pure lui un žežeista, cioè di farsi il blog su LiveJournal.
Ma chi è, Alksnis?
Viktor Imantovič Alksnis è un nazionalista russo di origine lettone nonché ex colonnello dell'aviazione sovietica: nel 1990 si oppose tenacemente alla disgregazione dell'Unione Sovietica, contribuì a fondare la fazione Sojuz (cioè Unione) e andava in giro a dire che c'era un complotto della CIA per smembrare l'URSS. Inoltre proponeva la liquidazione di Gorbačëv, lo scioglimento del parlamento, l'instaurazione della legge marziale e il potere ai militari. Toh. La Sojuz si sciolse quando Žirinovskij, altro membro fondatore, decise di candidarsi alla presidenza (con il motto "vodka a ogni angolo, ventiquattr'ore al giorno"). In ogni caso pare che Alksnis abbia avuto una parte nel golpe del 1991.
Adesso il Colonnello nero fa parte dell'ala nazionalista di Rodina (Patria), è un membro della Duma e afferma tra le altre cose che la ricostruzione dell'URSS partirà dalla Transnistria. Rodina fa parte dello schieramento Russia Giusta (Spravedlivaja Rossija), che si contrappone al filopresidenziale Russia Unita (Edinaja Rossija).
Insomma, il 3 febbraio scorso Alksnis ha aperto il suo blog (il nuovo indirizzo è questo, perché il vecchio blog è stato preso di mira dagli hacker) con l'intento di "mostrare la vita di un membro dell'opposizione". Non si sa se fosse consapevole di cosa sia la blogosfera russa, spesso agitata da polemiche e scontri politici violentissimi (e molto divertenti, via): la runet è l'istituzionalizzazione del flame, e io ne ho ricavato l'impressione che lì siano tutti troll decimo dan. Quello che voi conoscete come geniale creatore di Vladimir Vladimirovič, per esempio, è uno dei personaggi più discussi della rete: giornalista, politico, ex-cantante in un gruppo rock, è ora sceso in campo nello schieramento filopresidenziale ed è riuscito a farsi chiudere uno dei blog (Mr. Parker), c'è chi dice a causa di dichiarazioni provocatorie sulla pedofilia (si era fatto prendere la mano: "perché no, la pedofilia; ma a questo punto anche la zoofilia; a questo punto anche il cannibalismo, sempre carne è"), ma c'è chi propende per un'abile mossa pubblicitaria.
Insomma, questa è la rete russofona. Lo sapeva, il Colonnello nero? Non è chiaro. Ovviamente è stato subito preso di mira, in particolare da Tarlit e cioè Timofej Sevjakov, notissimo blogger, storico e membro del Fondo per una Politica Efficiente. E così succede l'inevitabile: Tarlit dà dell'idiota ad Alksnis e usa (pare) espressioni come "feccia lettone".
Alksnis cosa fa? Lo denuncia, ovviamente: per calunnia, diffamazione e insulto a pubblico ufficiale. Soprattutto quest'ultima motivazione può avere implicazioni serie e conseguenze negative per la libertà delle discussioni politiche nella blogosfera russa. Cosa significa, che d'ora in poi si dovrà riservare un trattamento di favore ai politici che aprono un blog (pur sapendo a cosa andranno incontro)? Ma poi, riuscirà Alksnis a portare in tribunale Tarlit? I due si sono anche incontrati in un confronto televisivo, ma non si sono piaciuti. Gli esperti pensano che i post di Tarlith non offrano basi sufficienti. Però il Colonnello nero potrebbe cercare di rivalersi sulla SUP, cioè la società che gestisce il LiveJournal locale, o sulla società madre Six Apart. Ah, e naturalmente adesso denuncerà anche gli hackers che hanno attaccato il suo blog (in base agli Articoli 272, 274 e 282). Nel frattempo sono nati altri finti Alksnis-blog, così il colonnello per autenticarsi ha ben pensato di usare come juserpik (userpic) una sua foto in divisa militare.
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Photoshop sovietico
Ecco Ežov che sorride all'obiettivo, e poi non c'è più; un innocente passante che indicava la strada al compagno Stalin, cancellato; Ežov e Bojarskij eliminati da una foto di gruppo, perché già fucilati; adunate trasformate in folle oceaniche; gli adulti attorno a Lenin e alla Krupskaja cancellati, per lasciar spazio solo ai bambini e a un sinistro sfondo grigio; bandiere riscritte; volti sostituiti.
Retùš' sovietico: enjoy.
Retùš' sovietico: enjoy.
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mercoledì, marzo 07, 2007
Le parole degli amici
"Gentile sig.ra Mirumir
Siamo lieti di informarla che i 2.000 grandi elettori appartenenti alle diverse associazioni e comunità musulmane in Italia l'hanno eletta Blogger donna dell'Anno, per l'ironia struggente e stringente nel descrivere i fatti internazionali e per la capacità di coinvolgere il lettore facendolo sentire parte di un mondo particolare dove le 'cose' sono possibili.
Saremo molto onorati di consegnarle il premio 'Mezzaluna d'Oro' il 21 di marzo 2007, nella suggestiva cornice della Chiesa dell'Incoronata di Napoli, in via Medina. L'evento inizierà alle ore 16.00 e si protrarrà fino alle ore 18.30.
Abbiamo scelto questa data in quanto si tratta della Giornata Mondiale contro il Razzismo. Infatti il 21 marzo del 1960 la polizia sudafricana aprì il fuoco su pacifici dimostranti neri che protestavano contro l'apartheid, e le Nazioni Unite hanno inteso istituire la giornata contro il razzismo proprio nel giorno in cui ricorre l’anniversario di quella strage".
1. Lo sappiamo, che non me lo merito;
2. Appena ho ricevuto la mail mi è partito in automatico il rito di sepoltura sotto il piumone, dal quale sono stata estratta a forza da Poligraf ("Signora Miru, su, ci manca solo la Mezza Lunatica di Piombo");
3. Insomma, cataclismi e scioperi permettendo io ci vado; tanto secondo me lo sanno, che sono timida. Per forza.
4. Citando alla lontana Martin Luther King, quello che poi si ricorda non sono le parole dei nemici ma il silenzio degli amici; e io colgo l'occasione qui, al punto quattro di questo post confuso, per rigraziarvi di non esservene mai stati zitti.
5. Nei commenti, spumante e bagigi per tutti. Qualcuno ogni tanto si ricordi di tenere la manina al Capo.
Siamo lieti di informarla che i 2.000 grandi elettori appartenenti alle diverse associazioni e comunità musulmane in Italia l'hanno eletta Blogger donna dell'Anno, per l'ironia struggente e stringente nel descrivere i fatti internazionali e per la capacità di coinvolgere il lettore facendolo sentire parte di un mondo particolare dove le 'cose' sono possibili.
Saremo molto onorati di consegnarle il premio 'Mezzaluna d'Oro' il 21 di marzo 2007, nella suggestiva cornice della Chiesa dell'Incoronata di Napoli, in via Medina. L'evento inizierà alle ore 16.00 e si protrarrà fino alle ore 18.30.
Abbiamo scelto questa data in quanto si tratta della Giornata Mondiale contro il Razzismo. Infatti il 21 marzo del 1960 la polizia sudafricana aprì il fuoco su pacifici dimostranti neri che protestavano contro l'apartheid, e le Nazioni Unite hanno inteso istituire la giornata contro il razzismo proprio nel giorno in cui ricorre l’anniversario di quella strage".
1. Lo sappiamo, che non me lo merito;
2. Appena ho ricevuto la mail mi è partito in automatico il rito di sepoltura sotto il piumone, dal quale sono stata estratta a forza da Poligraf ("Signora Miru, su, ci manca solo la Mezza Lunatica di Piombo");
3. Insomma, cataclismi e scioperi permettendo io ci vado; tanto secondo me lo sanno, che sono timida. Per forza.
4. Citando alla lontana Martin Luther King, quello che poi si ricorda non sono le parole dei nemici ma il silenzio degli amici; e io colgo l'occasione qui, al punto quattro di questo post confuso, per rigraziarvi di non esservene mai stati zitti.
5. Nei commenti, spumante e bagigi per tutti. Qualcuno ogni tanto si ricordi di tenere la manina al Capo.
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martedì, marzo 06, 2007
Massa diacritica
Cara casa editrice La Tartaruga,
ho appena finito di leggere la biografia di Anna Achmatova, Anna di tutte le Russie, di Elaine Feinstein.
Vieni qua un momento.
Achmatova grande poetessa. Ma Cvetaeva, come sai, anche lei grande poetessa. La 'C' di Cvetaeva è la z sorda di piazza, corrispondente alla Ц dell'alfabeto russo (gli anglosassoni la traslitterano con "ts", de gustibus). Perché, mi chiedo, trasformare l'infelice Marina Ivanovna in Čvetaeva, sempre e ovunque? Ci sta antipatica forte? È colpa di una sciagurata correzione ortografica automatica? Di un "cambia e trova" andato male? Di un serial proofer che ha sempre detto Čvetaeva, con la c palatale di ciao, come lo pronuncerebbe una persona anziana, sdentata e con le labbra un po' gonfie tipo nonno Simpson?
Il problema è che Cvetaeva viene citata spessissimo, anche nella prefazione e perfino in quarta di copertina (proprio sua è l'espressione "Anna di tutte le Russie"), nelle note, in bibliografia e nell'indice analitico. A nulla vale il suo suicidio a pagina 240, il tettuccio le tiene caldo per tutto il libro.
A pagina 238 fa le spese del malevolo gancetto anche Zoščenko (Зощенко: la Z qui si pronuncia come la s sonora di rosa), che assiste impotente alla trasformazione del proprio cognome in Žoščenko, con la j francese di jabot. Un incubo etilico: si vede che ci stava antipatico anche lui.
Taccio sulle altre traslitterazioni sospette e i frequenti abbaglianti refusi. Per fortuna l'autrice decide di tralasciare i patronimici per rendere la lettura più agevole, altrimenti adesso avrei secchiate di gancetti, pipe, cappellini, caron, háček, gaček, ptički e strešici (sto andando un po' a caso).
Per quanto riguarda l'autrice, invece, si è portata a casa il Premio per la Nota Più Inutile Di Tutti I Tempi. Pagina 213-214, cito (si parla di Requiem):
"Ancora oggi, ascoltando una registrazione presa da Peter Norman a Londra, dove l'Achmatova si fermò nel 1965 dopo essere stata a Oxford, o visitando un sito internet [16], si può ascoltare la poetessa che lo recita".
Requiem letto dalla Achmatova, su internet. Il Miro molla tutto, parcheggia il dito indice a pagina 214 e si precipita alla nota 16, in fondo al volume.
E cosa c'è scritto, alla nota 16?
"Come mi ha dimostrato Jana Howlett".
Punto.
Tanto valeva scrivere "Per quanto ne so", "Si dice in giro" "It's blowing in the wind" o semplicemente "Il coniglio nano mi ha rosicchiato gli appunti".
Cara Tartaruga, questo è quanto. La pratica passa al Ministro delle Note Zelanti e delle Vibranti Mail di Protesta: a lui, dopo tutto, rispondono sempre.
Con tanti cari saluti,
Miru
p.s. 19 euro per tutti quei cappellini fuori posto sono tanti.
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Vaghe stelle dell'URSS
lunedì, marzo 05, 2007
Tu torna, poi ne parliamo
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Betullata del lunedì: la Soviet Cover Pacifista
L'anno era il 1969, loro si chiamavano Поющие гитары (Pojuščie Gitary, Le Chitarre Cantanti), erano stati il primo gruppo pop sovietico e avrebbero avuto un futuro di tutto rispetto: ma sentite qua che cover (titolo, "Byl odin paren'", letterale come la traduzione del testo). Ispirata regia minimalista, tocchi brežnevianamente beatlesiani, sguardi eloquenti, playback intenso, ottimo stato di conservazione.
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sabato, marzo 03, 2007
Tutti pazzi per la Moldavia/Moldova
Ma uit in ochi la americani
Ma uit in ochi la englezi
Ma uit in ochi la frantuji si nemti
Ma uit si la japonezi.
Ma vad in suflet
Numai una vad
Ma vad in suflet
Numai una aud
Ma vad in suflet
Numai una sunt
Invidia ca nu-s moldoveni.
De-atata ma mandresc
De-atata ma mandresc
De-atata ma mandresc
Si va spun:
Ca cate ganduri am
Decat american
Mai bine ca mine moldovan.
---
Guardo negli occhi gli americani
Guardo negli occhi gli inglesi
Guardo negli occhi i francesi e i tedeschi
E guardo anche i giapponesi
Loro guardano nella mia anima
E vedono una cosa sola
Guardano nella mia anima
E sentono una sola cosa
Guardano nella mia anima
E c'è una sola cosa
Sono invidiosi perché non sono moldavi.
C'è una cosa di cui sono fiero
C'è una cosa di cui sono fiero
C'è una cosa di cui sono fiero
E ora ve la dico:
Con così tanti pensieri
Per me è meglio essere moldavo
che americano.
Umorismo moldavo: Invidia! (via Dacia Felix)
Ma uit in ochi la englezi
Ma uit in ochi la frantuji si nemti
Ma uit si la japonezi.
Ma vad in suflet
Numai una vad
Ma vad in suflet
Numai una aud
Ma vad in suflet
Numai una sunt
Invidia ca nu-s moldoveni.
De-atata ma mandresc
De-atata ma mandresc
De-atata ma mandresc
Si va spun:
Ca cate ganduri am
Decat american
Mai bine ca mine moldovan.
---
Guardo negli occhi gli americani
Guardo negli occhi gli inglesi
Guardo negli occhi i francesi e i tedeschi
E guardo anche i giapponesi
Loro guardano nella mia anima
E vedono una cosa sola
Guardano nella mia anima
E sentono una sola cosa
Guardano nella mia anima
E c'è una sola cosa
Sono invidiosi perché non sono moldavi.
C'è una cosa di cui sono fiero
C'è una cosa di cui sono fiero
C'è una cosa di cui sono fiero
E ora ve la dico:
Con così tanti pensieri
Per me è meglio essere moldavo
che americano.
Umorismo moldavo: Invidia! (via Dacia Felix)
venerdì, marzo 02, 2007
Il Sushi per l'Uomo Sovietico
"Negli ultimi anni è diventato di moda consumare diverse pietanze chiamate per qualche motivo 'esotiche'. Nonostante nei loro paesi d'origine questi cibi siano considerati ordinari, normali e perfino noiosi, in Russia ci si spende attorno un sacco di soldi e li si trasforma in veri e propri status symbol. Gli esempi più diffusi sono la pizza e il sushi.
La pizza è un piatto così semplice che qui non lo tratteremo nemmeno. Basta pensare al nostro amore per il rasstegàj [pasticcio ripieno di carne o pesce, n.d.T.] e per le frittelle farcite per capire come mai la loro controparte italiana sia da noi così popolare. In ogni caso, i rituali associati alla pizza non sono molto interessanti.
Ben altra cosa è il sushi. L'umile cibo dei pescatori e dei contadini giapponesi è da noi diventato un vero oggetto di culto. La gente spende parecchio nei sushi bar e si porta a casa tutti questi piatti per capire come si fa a prepararli, imparando come si dice in giapponese tappetino di bambù, alghe secche e così via. Arrivano perfino a mangiare con i bastoncini! E perché, poi? Qual è l'ingrediente principale del sushi e degli involtini? Il comune riso bollito. Al secondo posto ci sono le alghe secche, che possono essere sostituite con un'omelette. E poi, naturalmente, il pesce, che normalmente noi bolliremmo, saleremmo e tratteremmo in vari modi per evitare le intossicazioni.
Ed ecco che avendo deciso di preparare a casa il sushi (non chiedetemi perché!) con il salmone e altre delizie, ci siamo preoccupati di tutte queste cose. Ci siamo ricordati che viviamo in un paese che un tempo era chiamato Unione Sovietica. Ci siamo ricordati che le tradizioni culinarie del popolo che abita in questo paese sono non solo più ricche ma anche a noi più congeniali delle 'novità' importate dal Giappone e dall'Estremo Oriente. E così abbiamo formulato questi principî:
1. L'uomo sovietico non avrebbe usato il riso come ingrediente principale per il ripieno. Quando non aveva abbastanza da mangiare l'uomo sovietico si nutriva di pane e kaša, ma di certo non avrebbe mai avvolto del cibo attorno alla kaša.
2. Per l'uomo sovietico non avrebbe avuto molto senso arrotolare delle alghe secche attorno ai cibi. Il cibo può essere riempito con dell'altro cibo anche senza usare alimenti impropri.
3. L'uomo sovietico non era abituato a gusti forti come quello della salatissima salsa di soia o di quella radice assurdamente speziata chiamata 'wasabi'. È possibile e necessario trovare gustose alternative usando ingredienti tradizionali.
4. L'uomo sovietico non avrebbe mai usato i bastoncini. I bastoncini sono scomodi. I bastoncini non possono competere con le forchette, i cucchiai e anche solo con le mani.
5. L'uomo sovietico era gentile, ospitale e affettuoso. Il sushi sovietico dovrà essere gustoso, appagante, vario e bello".
Potete ammirare tanta rustica e sovietica grazia sul blog di Egor Trubnikov. Uova, maionese, barbabietole, cetriolini, aringhe, frankfurter, petto di pollo, sardine, salamino, tabacco di sigarette 'Belomor' e formaggio 'Amicizia': per cogliere l'intenso gusto di queste composizioni e immergersi completamente nell'atmosfera sovietica "è consigliabile utilizzare le stoviglie usate all'epoca nella ristorazione collettiva (anche quelle polacche o cecoslovacche faranno al caso nostro)". Quest'uomo è un genio.
Agente Betulla traduce ricette di sushi sovietico ad amanti URSS postlitteram, purché seriamente interessati. Astenersi perditempo.
(via the hungry isolato)
La pizza è un piatto così semplice che qui non lo tratteremo nemmeno. Basta pensare al nostro amore per il rasstegàj [pasticcio ripieno di carne o pesce, n.d.T.] e per le frittelle farcite per capire come mai la loro controparte italiana sia da noi così popolare. In ogni caso, i rituali associati alla pizza non sono molto interessanti.
Ben altra cosa è il sushi. L'umile cibo dei pescatori e dei contadini giapponesi è da noi diventato un vero oggetto di culto. La gente spende parecchio nei sushi bar e si porta a casa tutti questi piatti per capire come si fa a prepararli, imparando come si dice in giapponese tappetino di bambù, alghe secche e così via. Arrivano perfino a mangiare con i bastoncini! E perché, poi? Qual è l'ingrediente principale del sushi e degli involtini? Il comune riso bollito. Al secondo posto ci sono le alghe secche, che possono essere sostituite con un'omelette. E poi, naturalmente, il pesce, che normalmente noi bolliremmo, saleremmo e tratteremmo in vari modi per evitare le intossicazioni.
Ed ecco che avendo deciso di preparare a casa il sushi (non chiedetemi perché!) con il salmone e altre delizie, ci siamo preoccupati di tutte queste cose. Ci siamo ricordati che viviamo in un paese che un tempo era chiamato Unione Sovietica. Ci siamo ricordati che le tradizioni culinarie del popolo che abita in questo paese sono non solo più ricche ma anche a noi più congeniali delle 'novità' importate dal Giappone e dall'Estremo Oriente. E così abbiamo formulato questi principî:
1. L'uomo sovietico non avrebbe usato il riso come ingrediente principale per il ripieno. Quando non aveva abbastanza da mangiare l'uomo sovietico si nutriva di pane e kaša, ma di certo non avrebbe mai avvolto del cibo attorno alla kaša.
2. Per l'uomo sovietico non avrebbe avuto molto senso arrotolare delle alghe secche attorno ai cibi. Il cibo può essere riempito con dell'altro cibo anche senza usare alimenti impropri.
3. L'uomo sovietico non era abituato a gusti forti come quello della salatissima salsa di soia o di quella radice assurdamente speziata chiamata 'wasabi'. È possibile e necessario trovare gustose alternative usando ingredienti tradizionali.
4. L'uomo sovietico non avrebbe mai usato i bastoncini. I bastoncini sono scomodi. I bastoncini non possono competere con le forchette, i cucchiai e anche solo con le mani.
5. L'uomo sovietico era gentile, ospitale e affettuoso. Il sushi sovietico dovrà essere gustoso, appagante, vario e bello".
Potete ammirare tanta rustica e sovietica grazia sul blog di Egor Trubnikov. Uova, maionese, barbabietole, cetriolini, aringhe, frankfurter, petto di pollo, sardine, salamino, tabacco di sigarette 'Belomor' e formaggio 'Amicizia': per cogliere l'intenso gusto di queste composizioni e immergersi completamente nell'atmosfera sovietica "è consigliabile utilizzare le stoviglie usate all'epoca nella ristorazione collettiva (anche quelle polacche o cecoslovacche faranno al caso nostro)". Quest'uomo è un genio.
Agente Betulla traduce ricette di sushi sovietico ad amanti URSS postlitteram, purché seriamente interessati. Astenersi perditempo.
(via the hungry isolato)
giovedì, marzo 01, 2007
Catapulting the Propaganda
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Cabaret Bisanzio
mercoledì, febbraio 28, 2007
Assumi polonio, vedi gente, giri il mondo
Di questi tempi sai di essere diventato davvero famoso quando:
1. gira dello spam su di te, con uno che finge di essere il tuo avvocato e di dover sbloccare i soldi della tua eredità:
Car* Signora/Signore,
Sono l'avvocato James Smith, curatore del signor Alexander Litvinenko, la defunta ex-spia russa. Prima di morire il mio cliente mi ha confessato di possedere 10.500.000,00 dollari in una società di sicurezza il cui nome non può essere ora rivelato.
È necessario il suo aiuto per esigere il denaro; le saranno spediti tutti i documenti legali necessari. Per il suo disturbo sarà ricompensato con la percentuale del 30%.
Se interessato, risponda al mio indirizzo email personale: barr.james_legalpractioner@yahoo.co.uk
N.B: Questa email è altamente confidenziale.
2. ispiri almeno una puntata di Law&Order (anche se il massimo sarebbe CSI):
Stagione 6 - Episodio 06016 trasmesso il 27 febbraio 2007
Quando il gionalista Josh Lemle (guest star Lee Tergesen) apprende di essere stato avvelenato con il Polonio-210 si affretta a dirlo al suo vecchio amico, il Detective Logan (Chris Noth). Lemle è convinto che ci sia dietro una storia alla quale sta lavorando, ma le ricerche non danno esiti. Si viene a sapere che ha avuto luogo una cena segreta e gli investigatori cominciano a pensare che si sia trattato di un errore. Logan prega Lemle, ormai morente, di aiutarlo ad andare a fondo del caso. Ormai è una lotta contro il tempo.
C'è solo un problema: per diventare così famoso devi anche essere morto. Però bisogna sapersi accontentare.
Polonium. Making people successful in a changing world.
1. gira dello spam su di te, con uno che finge di essere il tuo avvocato e di dover sbloccare i soldi della tua eredità:
Car* Signora/Signore,
Sono l'avvocato James Smith, curatore del signor Alexander Litvinenko, la defunta ex-spia russa. Prima di morire il mio cliente mi ha confessato di possedere 10.500.000,00 dollari in una società di sicurezza il cui nome non può essere ora rivelato.
È necessario il suo aiuto per esigere il denaro; le saranno spediti tutti i documenti legali necessari. Per il suo disturbo sarà ricompensato con la percentuale del 30%.
Se interessato, risponda al mio indirizzo email personale: barr.james_legalpractioner@yahoo.co.uk
N.B: Questa email è altamente confidenziale.
2. ispiri almeno una puntata di Law&Order (anche se il massimo sarebbe CSI):
Stagione 6 - Episodio 06016 trasmesso il 27 febbraio 2007
Quando il gionalista Josh Lemle (guest star Lee Tergesen) apprende di essere stato avvelenato con il Polonio-210 si affretta a dirlo al suo vecchio amico, il Detective Logan (Chris Noth). Lemle è convinto che ci sia dietro una storia alla quale sta lavorando, ma le ricerche non danno esiti. Si viene a sapere che ha avuto luogo una cena segreta e gli investigatori cominciano a pensare che si sia trattato di un errore. Logan prega Lemle, ormai morente, di aiutarlo ad andare a fondo del caso. Ormai è una lotta contro il tempo.
C'è solo un problema: per diventare così famoso devi anche essere morto. Però bisogna sapersi accontentare.
Polonium. Making people successful in a changing world.
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VVP e gli Oscar
"Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin, mentre dormiva, fece un sogno. In questo sogno Vladimir Vladimirovič™ sedeva nella sala del Kodak Theatre nella città californiana di Los Angeles. Sul palcoscenico c'erano delle persone in smoking e in abito da sera che consegnavano ad altre persone in smoking e in abito da sera il premio 'Oscar' dell'accademia cinematografica americana.
- E ora, - disse dal palcoscenico un uomo ridente dalla pelle scura che assomigliava a un giornalista kazako, - Le nomination per il miglior documentario. Concorrono le seguenti opere dedicate alla vita e alla morte di Aleksandr Litvinenko: 'Omicidio alla russa', 'Ucciso con il polonio', 'La scia insanguinata di Putin' e 'Per non dimenticare niente e nessuno'.
Vladimir Vladimirovič™ sollevò con stupore le sue presidenziali sopracciglia. Sulla scena apparvero persone in smoking e in abito da sera e altre persone in smoking e in abito da sera consegnarono loro delle statuette dorate raffiguranti un uomo con una spada che ricordavano i monumenti degli eroi di guerra sovietici.
- E ora! - disse nuovamente l'uomo ridente dalla pelle scura che assomigliava a un giornalista kazako, - Le nomination per il miglior film! Concorrono le seguenti pellicole sulla vita e la morte di Aleksandr Litvinenko: 'Storia di Saša. Vita e morte di una spia russa' della Warner Brothers, 'Morte di un dissidente' della Columbia Pictures, 'Polonio' della Miramax e 'L'FSB fa esplodere la Russia' della Disney!
Vladimir Vladimirovič™ si guardò ansiosamente attorno. La sala rimbombava di applausi. Sulla scena apparvero persone in smoking e in abito da sera e altre persone in smoking e in abito da sera consegnarono loro delle statuette dorate raffiguranti un uomo con una spada che ricordavano i monumenti degli eroi di guerra sovietici.
- E ora! - strillò dal palcoscenico l'uomo ridente dalla pelle scura che assomigliava a un giornalista kazako, - Le nomination per il miglior attore protagonista! In concorso ci sono i seguenti attori, nel ruolo di Aleksandr Litvinenko: Johnny Depp! Daniel Craig! Quentin Tarantino! Takeshi Kitano! E... Woopy Goldberg!
Tutti i presenti in sala si alzarono in piedi e applaudirono. Vladimir Vladimirovič™ si guardò attorno con aria smarrita e si rese conto che l'unico a essere ancora seduto era lui.
Vladimir Vladimirovič™ arrossì e si alzò in piedi.
- Evviva Aleksandr Litvinenko! - gridò dal palcoscenico l'uomo ridente dalla pelle scura che assomigliava a un giornalista kazako, - Evviva l'uomo che con la sua morte ha salvato Hollywood!
- Evviva! - gridò la gente in smoking e in abito da sera che circondava Vladimir Vladimirovič™, - Evviva, evviva!
- Evviva! - gridò ancora dal palcoscenico l'uomo, - Alleluja! Alleluja per colui che ha avvelenato Aleksandr Litvinenko e ha salvato Hollywood!
- Alleluja! - ripeté la gente in smoking e in abito da sera, - Alleluja!
Vladimir Vladimirovič™ prese a ondeggiare insieme agli altri.
- Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to! - cominciò a scandire il pubblico, - Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to! Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to!
VV impallidì.
- Ascolta, bratello, - VV si sentì dare una gomitata dal suo vicino, nel quale riconobbe subito Jack Nicholson - Che, te ne stai zitto? Dài che è la nostra festa. Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to! Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to!
- P-pputin... Patrušev... Terzo mandato... - borbottò Vladimir Vladimirovič™, e gli parve all'improvviso che i polmoni gli si riempissero d'aria e tutto il suo organismo prendesse forza.
- Putin. Patrušev. Terzo mandato, - ripeté Vladimir Vladimirovič™ a voce un po' più alta. Si sentì molto meglio. Gli sembrava quasi di amare tutti quegli sconosciuti in smoking e in abito da sera. Gli piaceva molto esser lì accanto a loro a pronunciare, ripetere, e infine gridare queste parole semplici e dense di significato.
- Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to! - gridò Vladimir Vladimirovič™, e all'improvviso tutte le sue preoccupazioni per il governo lo abbandonarono e finirono in secondo piano, da qualche parte oltre le pareti della sala, là sulle vie di Hollywood brulicanti di neri con il cappellino da baseball che portavano in spalla stereo enormi dai quali usciva musica rap.
- Putin! Patrušev! Terzo mandato! - gridò Vladimir Vladimirovič™ con tutta la forza dei suoi presidenziali polmoni. - Putin! Patrušev! Terzo mandato!
Tutto divenno chiaro e comprensibile. Tutto divenne semplice e familiare.
Tutto divenne bellissimo".
Da: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
- E ora, - disse dal palcoscenico un uomo ridente dalla pelle scura che assomigliava a un giornalista kazako, - Le nomination per il miglior documentario. Concorrono le seguenti opere dedicate alla vita e alla morte di Aleksandr Litvinenko: 'Omicidio alla russa', 'Ucciso con il polonio', 'La scia insanguinata di Putin' e 'Per non dimenticare niente e nessuno'.
Vladimir Vladimirovič™ sollevò con stupore le sue presidenziali sopracciglia. Sulla scena apparvero persone in smoking e in abito da sera e altre persone in smoking e in abito da sera consegnarono loro delle statuette dorate raffiguranti un uomo con una spada che ricordavano i monumenti degli eroi di guerra sovietici.
- E ora! - disse nuovamente l'uomo ridente dalla pelle scura che assomigliava a un giornalista kazako, - Le nomination per il miglior film! Concorrono le seguenti pellicole sulla vita e la morte di Aleksandr Litvinenko: 'Storia di Saša. Vita e morte di una spia russa' della Warner Brothers, 'Morte di un dissidente' della Columbia Pictures, 'Polonio' della Miramax e 'L'FSB fa esplodere la Russia' della Disney!
Vladimir Vladimirovič™ si guardò ansiosamente attorno. La sala rimbombava di applausi. Sulla scena apparvero persone in smoking e in abito da sera e altre persone in smoking e in abito da sera consegnarono loro delle statuette dorate raffiguranti un uomo con una spada che ricordavano i monumenti degli eroi di guerra sovietici.
- E ora! - strillò dal palcoscenico l'uomo ridente dalla pelle scura che assomigliava a un giornalista kazako, - Le nomination per il miglior attore protagonista! In concorso ci sono i seguenti attori, nel ruolo di Aleksandr Litvinenko: Johnny Depp! Daniel Craig! Quentin Tarantino! Takeshi Kitano! E... Woopy Goldberg!
Tutti i presenti in sala si alzarono in piedi e applaudirono. Vladimir Vladimirovič™ si guardò attorno con aria smarrita e si rese conto che l'unico a essere ancora seduto era lui.
Vladimir Vladimirovič™ arrossì e si alzò in piedi.
- Evviva Aleksandr Litvinenko! - gridò dal palcoscenico l'uomo ridente dalla pelle scura che assomigliava a un giornalista kazako, - Evviva l'uomo che con la sua morte ha salvato Hollywood!
- Evviva! - gridò la gente in smoking e in abito da sera che circondava Vladimir Vladimirovič™, - Evviva, evviva!
- Evviva! - gridò ancora dal palcoscenico l'uomo, - Alleluja! Alleluja per colui che ha avvelenato Aleksandr Litvinenko e ha salvato Hollywood!
- Alleluja! - ripeté la gente in smoking e in abito da sera, - Alleluja!
Vladimir Vladimirovič™ prese a ondeggiare insieme agli altri.
- Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to! - cominciò a scandire il pubblico, - Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to! Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to!
VV impallidì.
- Ascolta, bratello, - VV si sentì dare una gomitata dal suo vicino, nel quale riconobbe subito Jack Nicholson - Che, te ne stai zitto? Dài che è la nostra festa. Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to! Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to!
- P-pputin... Patrušev... Terzo mandato... - borbottò Vladimir Vladimirovič™, e gli parve all'improvviso che i polmoni gli si riempissero d'aria e tutto il suo organismo prendesse forza.
- Putin. Patrušev. Terzo mandato, - ripeté Vladimir Vladimirovič™ a voce un po' più alta. Si sentì molto meglio. Gli sembrava quasi di amare tutti quegli sconosciuti in smoking e in abito da sera. Gli piaceva molto esser lì accanto a loro a pronunciare, ripetere, e infine gridare queste parole semplici e dense di significato.
- Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to! - gridò Vladimir Vladimirovič™, e all'improvviso tutte le sue preoccupazioni per il governo lo abbandonarono e finirono in secondo piano, da qualche parte oltre le pareti della sala, là sulle vie di Hollywood brulicanti di neri con il cappellino da baseball che portavano in spalla stereo enormi dai quali usciva musica rap.
- Putin! Patrušev! Terzo mandato! - gridò Vladimir Vladimirovič™ con tutta la forza dei suoi presidenziali polmoni. - Putin! Patrušev! Terzo mandato!
Tutto divenno chiaro e comprensibile. Tutto divenne semplice e familiare.
Tutto divenne bellissimo".
Da: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
lunedì, febbraio 26, 2007
Stanza numero 7
Io: Come va, papà?
Papà: Bene, dopodomani torno a casa.
Mamma: Speriamo, perché stava già progettando un nuovo modello di catetere.
Papà: Chiaro. Non capisco perché non abbiano pensato a una parte comodamente staccabile.
Io: Mh.
Papà: Innesto. Zic, zic. Fatto.
Mamma: Dev'essere l'effetto degli antidolorifici.
Papà: Lo vedi com'è sistemato quest'ago?
Io: Sì.
Papà: Fatto io. Ho chiesto al Frankenstein di procurarmi del nastro adesivo.
Io: Chi è Frankenstein?
Papà: L'infermiere quello alto. Ci ha messo un po', è caduto, ha anche rovesciato un bidone di disinfettante, ma me l'ha procurato. Un po' lento, ma bravo.
Mamma: Un po' lento.
Papà: Ma bravo. Mi sa tanto che è il figlio del Gigi.
Mamma: Figurati.
Papà: Cammina uguale. Anche i capelli, uguali.
Mamma: Un po'.
Papà (intercettando il mio sguardo): Maniglia.
Io: Sì.
Papà: Alta tecnologia. Entro martedì gliela smonto.
Papà: Come fa Beppe Grillo a rispondere a tutta quella gente?
Mamma: Che gente?
Io: Sul blog.
Papà: Duemila persone al giorno.
Io: Pensavo anche di più.
Mamma: Elio, tu come lo sai?
Io: Lo sa.
Papà: Lo so. Tu quante ce n'hai?
Io: Due-trecento, dipende.
Papà: Trecento!
Mamma: Non capisco di cosa parlate.
Papà: Lina?
Mamma: Cosa.
Papà: Noi quante ne abbiamo, tu che sai?
Mamma: Scemo.
Papà: Quello vicino stanotte parlava nel sonno.
Io: Quello lì?
Mamma: Parlate piano.
Papà: E sua moglie oggi mi ha chiesto "Cosa diceva, mio marito?"
Io: E tu?
Papà: E io ho risposto "Dipende. Lei come ha detto che si chiama?"
Papà: Quando torno a casa ho deciso di adottare una pecora.
Io: Papà.
Mamma: Ma sì, non lo sai? Si usa.
Papà: 250 euro e ti mandano la foto, il certificato, i latticini...
Io: Ma ti prego, dai.
Mamma: Ma sì!
Papà: È per dare un sostegno alla pastorizia.
Mamma: Sai che a tuo padre piacciono queste cose.
Papà: Puoi anche andarla a trovare.
Mamma: Non fa che guardare documentari sugli animali. Pecore...
Papà: Oppure magari puoi chiedere che lei venga a trovare te.
Mamma: ... orsi...
Papà: Quello magari è già più difficile. Una pecora in appartamento.
Mamma: ... puzzole...
Papà: Cerca su internet "adottare pecora". Vedrai.
Mamma: ... anche le repliche.
Papà: E allora ho pensato.
Io: Cosa.
Papà: Ci mettiamo tutti insieme e adottiamo un gregge.
Mamma: Miracolo, tuo padre stamattina mi ha mandato un sms.
Io: Ma va'.
Mamma: Sì sì. Un messaggio d'amore.
Io: D'amore.
Mamma: D'amore, mi ha fatto piangere. Chissà quanto ci ha messo, per scriverlo.
Papà: Il tempo che ci voleva. Il problema è che stavo per mandarlo al numero del meccanico.
Papà: Fermati ancora un po', che alle cinque e mezza vedi arrivare le gazze.
Io: Dove.
Papà: Quegli alberi laggiù. Arrivano tutte qui, seguite dai corvi.
Io: Qui, da tutta la città?
Papà: Qui, e sugli alberi dell'ex-sanatorio, qua vicino. Strano, no?
Io: Sì.
Papà: Penseresti, con tutti gli alberi che ci sono. Sul Calvario, per esempio. Invece tutte qui.
Io: Allora ci siamo quasi.
Mamma: Discovery Channel.
Papà: Zitte. Arrivano.
[Si ringraziano l'infermiere detto Frankenstein, Gigi, Beppe Grillo, il vicino che sogna ad alta voce, la tecnologia sms, l'iniziativa "adotta una pecora" e le gazze che si posano sugli alberi nella luce calante del pomeriggio, ben visibili dalla finestra d'angolo del secondo piano, stanza numero 7.].
Papà: Bene, dopodomani torno a casa.
Mamma: Speriamo, perché stava già progettando un nuovo modello di catetere.
Papà: Chiaro. Non capisco perché non abbiano pensato a una parte comodamente staccabile.
Io: Mh.
Papà: Innesto. Zic, zic. Fatto.
Mamma: Dev'essere l'effetto degli antidolorifici.
Papà: Lo vedi com'è sistemato quest'ago?
Io: Sì.
Papà: Fatto io. Ho chiesto al Frankenstein di procurarmi del nastro adesivo.
Io: Chi è Frankenstein?
Papà: L'infermiere quello alto. Ci ha messo un po', è caduto, ha anche rovesciato un bidone di disinfettante, ma me l'ha procurato. Un po' lento, ma bravo.
Mamma: Un po' lento.
Papà: Ma bravo. Mi sa tanto che è il figlio del Gigi.
Mamma: Figurati.
Papà: Cammina uguale. Anche i capelli, uguali.
Mamma: Un po'.
Papà (intercettando il mio sguardo): Maniglia.
Io: Sì.
Papà: Alta tecnologia. Entro martedì gliela smonto.
Papà: Come fa Beppe Grillo a rispondere a tutta quella gente?
Mamma: Che gente?
Io: Sul blog.
Papà: Duemila persone al giorno.
Io: Pensavo anche di più.
Mamma: Elio, tu come lo sai?
Io: Lo sa.
Papà: Lo so. Tu quante ce n'hai?
Io: Due-trecento, dipende.
Papà: Trecento!
Mamma: Non capisco di cosa parlate.
Papà: Lina?
Mamma: Cosa.
Papà: Noi quante ne abbiamo, tu che sai?
Mamma: Scemo.
Papà: Quello vicino stanotte parlava nel sonno.
Io: Quello lì?
Mamma: Parlate piano.
Papà: E sua moglie oggi mi ha chiesto "Cosa diceva, mio marito?"
Io: E tu?
Papà: E io ho risposto "Dipende. Lei come ha detto che si chiama?"
Papà: Quando torno a casa ho deciso di adottare una pecora.
Io: Papà.
Mamma: Ma sì, non lo sai? Si usa.
Papà: 250 euro e ti mandano la foto, il certificato, i latticini...
Io: Ma ti prego, dai.
Mamma: Ma sì!
Papà: È per dare un sostegno alla pastorizia.
Mamma: Sai che a tuo padre piacciono queste cose.
Papà: Puoi anche andarla a trovare.
Mamma: Non fa che guardare documentari sugli animali. Pecore...
Papà: Oppure magari puoi chiedere che lei venga a trovare te.
Mamma: ... orsi...
Papà: Quello magari è già più difficile. Una pecora in appartamento.
Mamma: ... puzzole...
Papà: Cerca su internet "adottare pecora". Vedrai.
Mamma: ... anche le repliche.
Papà: E allora ho pensato.
Io: Cosa.
Papà: Ci mettiamo tutti insieme e adottiamo un gregge.
Mamma: Miracolo, tuo padre stamattina mi ha mandato un sms.
Io: Ma va'.
Mamma: Sì sì. Un messaggio d'amore.
Io: D'amore.
Mamma: D'amore, mi ha fatto piangere. Chissà quanto ci ha messo, per scriverlo.
Papà: Il tempo che ci voleva. Il problema è che stavo per mandarlo al numero del meccanico.
Papà: Fermati ancora un po', che alle cinque e mezza vedi arrivare le gazze.
Io: Dove.
Papà: Quegli alberi laggiù. Arrivano tutte qui, seguite dai corvi.
Io: Qui, da tutta la città?
Papà: Qui, e sugli alberi dell'ex-sanatorio, qua vicino. Strano, no?
Io: Sì.
Papà: Penseresti, con tutti gli alberi che ci sono. Sul Calvario, per esempio. Invece tutte qui.
Io: Allora ci siamo quasi.
Mamma: Discovery Channel.
Papà: Zitte. Arrivano.
[Si ringraziano l'infermiere detto Frankenstein, Gigi, Beppe Grillo, il vicino che sogna ad alta voce, la tecnologia sms, l'iniziativa "adotta una pecora" e le gazze che si posano sugli alberi nella luce calante del pomeriggio, ben visibili dalla finestra d'angolo del secondo piano, stanza numero 7.].
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domenica, febbraio 25, 2007
VVP e le Nuove Nomine/3
[Nell'ultima parte della 'trilogia' di VVP sulle recenti nomine si parla del nuovo ministro della difesa Serdjukov, che in passato aveva lavorato per un'azienda di importazione di mobili ed è stato poi capo del servizio fiscale federale].
"Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino aspettando trepidante che venisse pubblicata una nuova storia sul suo sito preferito, vladimir.vladimirovich.ru.
A un tratto le imponenti porte dello studio si spalancarono, ed entrò con fare circospetto un uomo dalla faccia larga vestito di un completo costoso.
- Ascolta, bratello, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Chi sei?
- Sono Serdjukov, - rispose l'uomo, - Anatolij Eduardovič. Il nuovo ministro della difesa.
- Davvero? - si meravigliò Vladimir Vladimirovič™, - E dov'è Ivanov?
- Questo non posso saperlo, - rispose l'uomo, - Comunque mi ha nominato lei.
- Non ci capisco niente... - mormorò confuso Vladimir Vladimirovič™, - Comunque, già che c'è si avvicini. Si sieda. Come si...
- Anatolij Eduardovič, - suggerì il ministro.
- Anatolij, - annuì Vladimir Vladimirovič™, - Eduardovič. Si sieda, si sieda. Mi racconti quali sono i suoi piani per l'esercito.
Il ministro della difesa si accomodò di fronte alla scrivania di Vladimir Vladimirovič™ e appoggiò sulle ginocchia un'elegante cartella di cuoio dall'aria costosa.
- Ho un programma, - disse Anatolij Eduardovič, - Un programma in due punti.
- Due punti? - chiese Vladimir Vladimirovič™ leggermente deluso, - E come mai così pochi?
- I punti sono pochi, - concesse il ministro della difesa, - Ma ottimi. Per esempio, punto primo.
- Prego, - annuì Vladimir Vladimirovič™.
- Propongo di introdurre una tassa sul servizio militare obbligatorio, - disse il ministro.
- Non capisco... - disse Vladimir Vladimirovič™, - Il servizio militare è un dovere per tutti i cittadini. Come possiamo tassare un dovere?
- Un dovere onorevole! - sorrise Anatolij Eduardovič, - E sull'onore dovrebbe esserci una tassa!
- Be, d'accordo... - borbottò Vladimir Vladimirovič™, - E il secondo punto?
- Propongo di cominciare immediatamente a riequipaggiare il nostro esercito, - disse il ministro.
- Ah, ecco! - si entusiasmò Vladimir Vladimirovič™, - Questa è tutta un'altra faccenda! Sono pronto da subito a concedere un finanziamento. Con cosa cominciamo il riequipaggiamento?
- Pensavo con i comodini, - rispose il ministro.
- Con cosa?! - chiese stupito Vladimir Vladimirovič™.
- Con i comodini, - ripeté il ministro, - Se va bene con i comodini, poi possiamo pensare ai letti.
Vladimir Vladimirovič™ fissò allibito il suo nuovo ministro della difesa. Il ministro della difesa rispose al suo sguardo con un sorriso".
da: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
"Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino aspettando trepidante che venisse pubblicata una nuova storia sul suo sito preferito, vladimir.vladimirovich.ru.
A un tratto le imponenti porte dello studio si spalancarono, ed entrò con fare circospetto un uomo dalla faccia larga vestito di un completo costoso.
- Ascolta, bratello, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Chi sei?
- Sono Serdjukov, - rispose l'uomo, - Anatolij Eduardovič. Il nuovo ministro della difesa.
- Davvero? - si meravigliò Vladimir Vladimirovič™, - E dov'è Ivanov?
- Questo non posso saperlo, - rispose l'uomo, - Comunque mi ha nominato lei.
- Non ci capisco niente... - mormorò confuso Vladimir Vladimirovič™, - Comunque, già che c'è si avvicini. Si sieda. Come si...
- Anatolij Eduardovič, - suggerì il ministro.
- Anatolij, - annuì Vladimir Vladimirovič™, - Eduardovič. Si sieda, si sieda. Mi racconti quali sono i suoi piani per l'esercito.
Il ministro della difesa si accomodò di fronte alla scrivania di Vladimir Vladimirovič™ e appoggiò sulle ginocchia un'elegante cartella di cuoio dall'aria costosa.
- Ho un programma, - disse Anatolij Eduardovič, - Un programma in due punti.
- Due punti? - chiese Vladimir Vladimirovič™ leggermente deluso, - E come mai così pochi?
- I punti sono pochi, - concesse il ministro della difesa, - Ma ottimi. Per esempio, punto primo.
- Prego, - annuì Vladimir Vladimirovič™.
- Propongo di introdurre una tassa sul servizio militare obbligatorio, - disse il ministro.
- Non capisco... - disse Vladimir Vladimirovič™, - Il servizio militare è un dovere per tutti i cittadini. Come possiamo tassare un dovere?
- Un dovere onorevole! - sorrise Anatolij Eduardovič, - E sull'onore dovrebbe esserci una tassa!
- Be, d'accordo... - borbottò Vladimir Vladimirovič™, - E il secondo punto?
- Propongo di cominciare immediatamente a riequipaggiare il nostro esercito, - disse il ministro.
- Ah, ecco! - si entusiasmò Vladimir Vladimirovič™, - Questa è tutta un'altra faccenda! Sono pronto da subito a concedere un finanziamento. Con cosa cominciamo il riequipaggiamento?
- Pensavo con i comodini, - rispose il ministro.
- Con cosa?! - chiese stupito Vladimir Vladimirovič™.
- Con i comodini, - ripeté il ministro, - Se va bene con i comodini, poi possiamo pensare ai letti.
Vladimir Vladimirovič™ fissò allibito il suo nuovo ministro della difesa. Il ministro della difesa rispose al suo sguardo con un sorriso".
da: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
sabato, febbraio 24, 2007
I Sensitivi contro Osama bin Laden
Ma sì, perché non ricorrere a un team di sensitivi per trovare Osama bin Laden, l'uomo morto più ricercato del mondo? Il Ministero della Difesa britannico avrebbe speso 18.000 sterline per avviare il progetto, nel 2002. Nick Pope, che per 21 anni ha guidato il programma di ricerca sugli UFO del Ministero della Difesa, ha dichiarato: "È solo un'ipotesi, ma non si impiegano tempo e risorse per cercare gli spiccioli caduti nel divano. Probabilmente il programma riguardava bin Laden e le armi di distruzione di massa".
Così si cercarono dei volontari, li si portò in luoghi sicuri e li si mise alla prova chiedendo loro di indovinare il contenuto di buste chiuse. E cosa c'era, in quelle buste? Le immagini di un coltello, di Madre Teresa e di un "individuo asiatico". Sì. Ha ragione il signor Pope della ricerca sugli ufi: se si spendono 18.000 sterline in foto di Madre Teresa dev'esserci sotto almeno la lotta contro il Male.
La maggioranza dei volontari sbagliò.
Uno si addormentò nel disperato tentativo di concentrarsi.
Il progetto fu abbandonato.
In fondo, perché lavorare sui poteri psichici per trovare le armi di distruzione di massa quando bastava falsificare un dossier?
Link
Così si cercarono dei volontari, li si portò in luoghi sicuri e li si mise alla prova chiedendo loro di indovinare il contenuto di buste chiuse. E cosa c'era, in quelle buste? Le immagini di un coltello, di Madre Teresa e di un "individuo asiatico". Sì. Ha ragione il signor Pope della ricerca sugli ufi: se si spendono 18.000 sterline in foto di Madre Teresa dev'esserci sotto almeno la lotta contro il Male.
La maggioranza dei volontari sbagliò.
Uno si addormentò nel disperato tentativo di concentrarsi.
Il progetto fu abbandonato.
In fondo, perché lavorare sui poteri psichici per trovare le armi di distruzione di massa quando bastava falsificare un dossier?
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venerdì, febbraio 23, 2007
Un giorno
"Un giorno potrete salire in macchina, soprattutto se vivete in una grande città, e fare 60 chilometri con una pila. E tra l'altro la macchina non dovrà per forza avere l'aspetto di un golf cart. Potrebbe anche essere un pickup".
George W. Bush, ieri, parlando in mezzo ai campi di grano del North Carolina.
Pensate che un giorno potrete salire in macchina, accendere la radio, e scoprire che George. W. Bush non è più presidente degli Stati Uniti.
George W. Bush, ieri, parlando in mezzo ai campi di grano del North Carolina.
Pensate che un giorno potrete salire in macchina, accendere la radio, e scoprire che George. W. Bush non è più presidente degli Stati Uniti.
giovedì, febbraio 22, 2007
VVP e le Nuove Nomine/2
"Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo ufficio all'interno del Cremlino e cliccava furiosamente sul pulsante 'Aggiorna' del browser del suo computer presidenziale. La finestra del browser era aperta sul sito vladimir.vladimirovich.ru. L'ultima storia era datata 2 febbraio 2007.
- Due settimane! - esclamò infuriato Vladimir Vladimirovič™ continuando a cliccare su "Aggiorna". - Due settimane e neanche una storia! È diventato proprio sfacciato!
Vladimir Vladimirovič™ premette un bottone per chiamare il vice capo della sua amministrazione, Vladislav Iur'evič Surkov.
- Ascolta, bratello, - disse in fretta Vladimir Vladimirovič™, - Che gli è preso, a quel tuo cretino? Ma è proprio senza vergogna?
- E che è? - si meravigliò Vladislav Iur'evič.
- Due settimane e neanche una storia nuova! - esclamò Vladimir Vladimirovič™. - Di' un po', come ci si aspetta che io governi il paese, così? Eh?
- È che... - bofonchiò Vladislav Iur'evič, - Dice tipo che non ha più niente di cui scrivere. Tipo che nel paese va tutto bene, che ha perfino nevicato. Certo che è proprio una vergogna...
- Ah, non ha niente di cui scrivere! - farfugliò con voce soffocata Vladimir Vladimirovič™, - E il mio discorso di Monaco?! Per chi crede che abbia tenuto quel discorso a Monaco?!
- Sì, capisco, - rispose Vladislav Iur'evič con aria colpevole, - Ma agli artisti non si comanda, sono come bambini...
- Glieli do io, i bambini! - ruggì Vladimir Vladimirovič™, - Bambini, sì... due cognomi!
- Cosa? - Vladislav Iur'evič non capiva.
- Tira fuori due cognomi, subito! - ripeté Vladimir Vladimirovič™.
- Be'... uhm... - Vladislav Iur'evič ci pensò su qualche secondo. - Diciamo... ehr... Kadyrov. E Ivanov.
- Allora, Kadyrov e Ivanov, - borbottò Vladimir Vladimirovič™, e con uno scatto avvicinò a sé una risma della carta speciale usata per scrivere i decreti presidenziali. - Non ha niente di cui scrivere... Adesso avrà qualcosa di cui scrivere.
E Vladimir Vladimirovič™ sfilò dal taschino della giacca la sua presidenziale 'Parker'".
da: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
- Due settimane! - esclamò infuriato Vladimir Vladimirovič™ continuando a cliccare su "Aggiorna". - Due settimane e neanche una storia! È diventato proprio sfacciato!
Vladimir Vladimirovič™ premette un bottone per chiamare il vice capo della sua amministrazione, Vladislav Iur'evič Surkov.
- Ascolta, bratello, - disse in fretta Vladimir Vladimirovič™, - Che gli è preso, a quel tuo cretino? Ma è proprio senza vergogna?
- E che è? - si meravigliò Vladislav Iur'evič.
- Due settimane e neanche una storia nuova! - esclamò Vladimir Vladimirovič™. - Di' un po', come ci si aspetta che io governi il paese, così? Eh?
- È che... - bofonchiò Vladislav Iur'evič, - Dice tipo che non ha più niente di cui scrivere. Tipo che nel paese va tutto bene, che ha perfino nevicato. Certo che è proprio una vergogna...
- Ah, non ha niente di cui scrivere! - farfugliò con voce soffocata Vladimir Vladimirovič™, - E il mio discorso di Monaco?! Per chi crede che abbia tenuto quel discorso a Monaco?!
- Sì, capisco, - rispose Vladislav Iur'evič con aria colpevole, - Ma agli artisti non si comanda, sono come bambini...
- Glieli do io, i bambini! - ruggì Vladimir Vladimirovič™, - Bambini, sì... due cognomi!
- Cosa? - Vladislav Iur'evič non capiva.
- Tira fuori due cognomi, subito! - ripeté Vladimir Vladimirovič™.
- Be'... uhm... - Vladislav Iur'evič ci pensò su qualche secondo. - Diciamo... ehr... Kadyrov. E Ivanov.
- Allora, Kadyrov e Ivanov, - borbottò Vladimir Vladimirovič™, e con uno scatto avvicinò a sé una risma della carta speciale usata per scrivere i decreti presidenziali. - Non ha niente di cui scrivere... Adesso avrà qualcosa di cui scrivere.
E Vladimir Vladimirovič™ sfilò dal taschino della giacca la sua presidenziale 'Parker'".
da: vladimir.vladimirovich.ru
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