mercoledì, dicembre 06, 2006

VVP e la Verticale del Potere

Un po' di surrealismo da Vladimir Vladimirovič™.ru
[il riferimento è a Gazprom City, la progettata sede pietroburghese della più grande corporazione russa: si parla di un milione di metri quadrati (dieci ettari), compreso un grattacielo di 300 metri di altezza, da realizzare entro il 2010. A questo riguardo, ecco un articolo di Nicola Caporaso, scritto in esclusiva per Petrolio qualche mese fa]:

"Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin era seduto nel suo studio all'interno del Cremlino e cercava di concentrarsi su qualcosa di nuovo. A un tratto la grande porta del presidenziale studio si spalancò e nell'appartamento fece quietamente il suo ingresso il deputato della Duma Aleksandr Evgenevič Lebedev.
- Mi ha fatto chiamare, Vladimir Vladimirovič™? - domandò Aleksandr Evgenevič, accostandosi alla grande scrivania presidenziale.
- Sei tu che scriverai un'interrogazione su Gazprom City? - Vladimir Vladimirovič™ gli rispose con una domanda.
- Sì, - confermò Aleksandr Evgenevič, - perché è impossibile costruire a Pietroburgo un grattacielo alto trecento metri! Guasterebbe completamente il panorama della città! San Pietroburgo rischierebbe di essere esclusa dalla lista dei patrimoni dell'umanità dell'Unesco!
- L'Unesco... - brontolò Vladimir Vladimirovič™, - Ma allora non avete capito un... va bene, andiamo.
Vladimir Vladimirovič™ si alzò dalla poltrona, girò intorno alla scrivania e uscì dallo studio. Il deputato, sorpreso, lo seguì.
I due uomini attraversarono l'edificio, scesero una scala che li portò al primo piano e si avvicinarono a un grande vaso situato accanto a una parete. Vladimir Vladimirovič™ infilò una mano nel vaso e schiacciò qualcosa. Il vaso sprofondò dolcemente nel pavimento e dietro di esso si aprì un passaggio. Vladimir Vladimirovič™ lo indicò con gli occhi ad Aleksandr Evgenevič. Aleksandr Evgenevič si strinse nelle spalle e scivolò nell'apertura. Vladimir Vladimirovič™ entrò dopo di lui, il passaggio si chiuse immediatamente alle loro spalle e il vaso tornò al suo posto.
Vladimir Vladimirovič™ e Aleksandr Evgenevič si infilarono in un ascensore che scese veloce e silenzioso.
Pochi minuti dopo l'ascensore si fermò e le sue porte si aprirono. Davanti ai due uomini apparve un corridoio lungo e stretto illuminato dalla luce fioca e smorta di tante lampadine impolverate. Vladimir Vladimirovič™ precedette Aleksandr Evgenevič lungo il corridoio. Camminarono a lungo, il corridoio ogni tanto svoltava e scendeva impercettibilmente sottoterra. Alla fine apparve una piccola porta d'acciao con un'enorme ruota al centro. Vladimir Vladimirovič™ afferrò la ruota con entrambe le mani e cominciò a farla girare in senso antiorario. La ruota cedette stridendo leggermente. Mentre faceva girare la ruota Vladimir Vladimirovič™ tirava la porta verso di sé. La porta si aprì lentamente, emettendo un suono prolungato. Ne uscì una luce accecante.
Vladimir Vladimirovič™ varcò la soglia risolutamente. Aleksandr Evgenevič lo seguì guardingo. Gli uomini si ritrovarono in una sala spaziosa inondata da una luce bianca e accecante. La sala era vuota. Al centro, dal pavimento di terra, si ergeva emettendo bagliori azzurrognoli una colonna d'acciaio dal diametro enorme.
- Cos'è? - sussurrò vacillando Aleksandr Evgenevič.
Vladimir Vladimirovič™ si avvicinò lentamente alla colonna, allungò le presidenziali mani e toccò con i palmi il gelido metallo.
- È la verticale del potere, - disse quietamente Vladimir Vladimirovič™.
- E così, - disse con voce soffocata Aleksandr Evgenevič, - Eccola qui!
Il deputato si avvicinò alla colonna e anch'egli vi appoggiò le mani. La liscia superficie vibrò leggermente, come sotto un peso enorme.
- Capisci, - Vladimir Vladimirovič™ disse tranquillamente, - Ci trasferiamo.
- Chi? Noi? - Aleksandr Evgenevič non capiva, - Dove, ci trasferiamo?
- Ci trasferiamo tutti a Piter, - disse Vladimir Vladimirovič™, accarezzando affettuosamente la superficie della verticale, - Lei obbedisce solo a me.
- Allora quel grattacielo... - il deputato azzardò.
- Esatto, - disse Vladimir Vladimirovič™, annuendo, - Ci piazzeranno dentro la verticale. Non c'è un altro posto dove metterla. E così, caro bratello, mi sa che ti toccherà ritirare la tua interrogazione...
Aleksandr Evgenevič guardò Vladimir Vladimirovič™ con gli occhi sbarrati.
- Beh, - borbottò Vladimir Vladimirovič™, allontanandosi dalla verticale, - Andiamo, va'.
I due uomini uscirono dalla sala, Vladimir Vladimirovič™ si appoggiò alla porta, poi la richiuse e fece girare nuovamente la ruota.
- Ma... come... - cominciò a dire Aleksandr Evgenevič, perplesso.
- Cosa? - Vladimir Vladimirovič™ si girò verso di lui.
- Beh, è tanto alta, - disse esitante il deputato. - E dal Cremlino non sporge nulla. Dov'è?
- Ecco perché ci trasferiamo, - disse Vladimir Vladimirovič™, percorrendo il lungo corridoio, - Perché qui la verticale è costretta ad andare verso il basso.
- Verso il basso?! - Esclamò attonito Aleksandr Evgenevič.
- Verso il basso, sì, - Vladimir Vladimirovič™ annuì, si fermò, di girò verso il deputato e disse tranquillamente: - Ecco perché non funziona. Col piffero che funziona...
Vladimir Vladimirovič™ si voltò e riprese a camminare lungo il corridoio.
Aleksandr Evgenevič rimase fermo a fissare con orrore la schiena di Vladimir Vladimirovič™."

Da Vladimir Vladimirovič™.ru.