venerdì, dicembre 22, 2006

Vigilia 1.0, -2 giorni



Allora è deciso. Ho trovato il pesce che fa per me, il più Ikea che esista, che mi è stato venduto in comodi tranci con istruzioni per il montaggio: il salmone. Lo faccio al forno, con le erbette. A parte, salsina alla panna e capperi.
Come primo, mi produrrò in un pasticcio vegetariano alla goriziana, per le verdurine di antipasto e di contorno mi affido ai consigli di rob e per i biscotti salati alla ricetta di anna. Più una torta salata alle bietoline e al salmone (non sempre lui, un altro).
Al dolce ci penso, magari della frutta flambée (facile).
Il pane, lo faccio.
Naturalmente al momento non c'è ancora nulla, eccetto il Salmö ibernato (perché comprato martedì. Alla domanda "non potevi semplicemente prenotarlo?" non ho saputo rispondere) e una lunga lista della spesa da fare alla Coop tonda, secondo i precetti del Food Master. [Fuori lista, due (2) confezioni di Gocciole Extradark per eventuali carenze affettive].

Avevo sottovalutato il piacere perverso di tenere sulla corda gli invitati, che consiste nel replicare a qualsiasi riferimento alla "cena di domenica sera" con un "cena? quale cena?" abbinato alla mia espressione preferita (quella "non ti voltare, fai finta di nulla, alle tue spalle c'è un coniglio di peluche rosa alto due metri"; occhi, naturalmente, a palla).
Albero di Natale: assente.
Decorazioni festive: assenti.
Babbi Natale che si arrampicano sulle finestre: per l'amor di dio.
Mi sono limitata a una stella rossa sulla porta, riuscendo a impressionare anche mia madre (che pure è abituata). Le falci e i martelli, a quanto pare, li avevano finiti.

E adesso fuori lo spiritoso che ha cercato questo:



Nota: io resterò qua incatenata ai fornelli per i prossimi giorni, se volete cominciamo a darci i bacetti di auguri oggi e finiamo - diciamo - tra una settimana circa. Manina.

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