– Elio, sei in ritardo di mezz'ora.
– Lo so ciccina, mi scuso.
– Cos'hai combinato.
– Ho fatto un esperimento.
– Che sarebbe?
– Come dimenticare a casa il portafogli e la patente.
– Ha funzionato?
– Benissimo.
sabato, giugno 22, 2013
mercoledì, giugno 19, 2013
L'arrotino
Mi ha appena citofonato l'arrotino. Arrotino, sono l'arrotino!, ha urlato.
Finché dal portone della casa di fronte non vedo uscire un carro trainato da un cavallo con il defunto signor Toni alle redini, o alla tv non passano le repliche della Cittadella, ho deciso che non mi preoccupo.
Finché dal portone della casa di fronte non vedo uscire un carro trainato da un cavallo con il defunto signor Toni alle redini, o alla tv non passano le repliche della Cittadella, ho deciso che non mi preoccupo.
giovedì, aprile 04, 2013
Va bene
Nadia Comaneci
di Carmine Vitale
Alla "Flacăra" arrivasti che avevi solo tre anni
Ti avevano vista giocare nel cortile della scuola
poi un lungo volo sulle acque
calme dell'oceano ti portò in luoghi che non avevi visto mai.
I computer dell'epoca erano stati programmati fino al 9,99:
il dieci non era assolutamente previsto.
Una farfalla ha toccato la tua bocca muta
e la speranza del tuo nome cerca ancora la felicità,
come se a 14 anni si potesse essere tutto meno che felici.
Tu bambina dei sogni li sognavi quei giorni,
come quadri di Brueghel
– limpidi minuziosi lontani –
a portata di mano.
"Ma non ce ne furono
e dubito che ne spunterà qualcuno:
il tempo passa, l'età vaneggia con sospetto
di un lirismo delicato,
sulle foto di Montreal, come una macchia di colore, appare
il bubbone della malattia del secolo: la giovinezza"
Un bambino che bagna il letto nel sonno, l'infanzia
vista da qui e di seguito: una risonanza magnetica,
le foglie andate, l'ultimo volteggio, le parole su carta,
strappate da una poesia da dedicarti,
che sembrano dire: va bene, forse torneremo a vivere ancora
Da Il Leviatano di Melville e altre poesie, L'arcolaio, Forlì 2012.
Carmine Vitale è nato a Salerno nel 1965. Nel 1999 ha vinto il premio internazionale Emily Dickinson. Una volta ha incontrato Hrabal alla Tigre d'oro, a Praga. E, dopo vent'anni di inseguimento, Wisława Szymborska a Bologna. Vive con la sua famiglia in un piccolo paese sul mare.
[Grazie a Sten per Vigo.]
Etichette:
carmine vitale,
Est,
poesia,
Sten,
Vigo
giovedì, febbraio 21, 2013
Come Voi ben sapete
Ecco è arrivata! Dobbiamo scegliere come incassare. Tu sei gentile Manuela, papà caro Elio a me ancora niente. Noi bene freddo siamo all'erta per la neve vedremo baci.
Etichette:
Elio,
famigliamir,
Lina,
non l'ho inventata io,
scusa tanto se la vita è così,
sms,
The Real Thing
sabato, gennaio 26, 2013
Per uomini coraggiosi eccetera
Canzone del pugile sentimentale (1966)
di Vladimir Vysockij
Un colpo, un colpo, un altro colpo
Ancora un colpo ed ecco che
Boris Butkeev (Krasnodar)
Tira un montante.
Mi stringe nell’angolo,
Io quasi gli sfuggo
Ma il suo pugno mi stende
E non mi sento tanto bene.
E Butkeev pensa, mentre mi spacca la mascella:
"Che bello vivere, che bella la vita!"
"Dieci, nove, otto" e al sette sono ancora steso,
Piangono a dirotto le mie compaesane.
Mi rialzo, mi tuffo, schivo
Guadagno qualche punto.
Non è vero che risparmio
Le forze per la fine,
È che fin da piccolo non mi riesce
Di colpire un uomo in faccia.
E Butkeev pensa, mentre mi spacca le costole:
"Che bello vivere, che bella la vita!"
Dalle tribune, fischi e urla:
"Attaccalo, quel vigliacco!"
Butkeev cerca il corpo a corpo
E io mi aggrappo alle corde.
Ma lui mi si butta addosso, è un siberiano
Testone come tutti i siberiani,
E io gli dico "Piantala, scemo,
Non vedi che sei stanco, riposati un po’".
Ma lui non ascolta e pensa, col fiato corto,
"Che bello vivere, che bella la vita!"
E continua a picchiare, porco diavolo,
Questo dovrebbe stare nella polizia.
Che poi la boxe non è solo menarsi, è uno sport
Per gente coraggiosa eccetera.
Ma quello non si ferma: uno, due, tre pugni.
Fa tutto da solo e perde le forze.
L’arbitro mi alza il braccio
Che non ha tirato neanche un colpo.
Se ne sta al tappeto, Butkeev, e pensa che la vita è bella.
Sarà bella per qualcuno; per altri, neanche un po'.
Etichette:
dobraroba,
Russia,
traduzioni,
Vaghe stelle dell'URSS,
Vladimir Vysockij
martedì, gennaio 22, 2013
Forse
Ciao, come stai? Abbiamo sentito di quella fuga di gas a 130 km, non uscire (forse esagero). Tutto bene, piovuto tutta la notte, finito puzzle ma manca un pezzetto, baci.
Etichette:
Elio,
famigliamir,
Lina,
scusa tanto se la vita è così,
sms,
The Real Thing
martedì, gennaio 15, 2013
Tutto bene
Ciao tutto bene freddo temporale neve ghiacciata di tutto. Da stamattina le reti Rai e La7 sono sparite insomma un caos. Abbiamo le cibarie non ti preoccupare. Tu stai bene? Tuo padre è in cantina: da un armadio grande ne sta facendo uno piccolo. Baci baci.
Etichette:
Elio,
famigliamir,
Lina,
non l'ho inventata io,
scusa tanto se la vita è così,
sms,
The Real Thing
giovedì, dicembre 20, 2012
Per un qualche motivo
Le astronavi viaggeranno regolarmente
e le teste di Babbo Natale saranno tutte in strada
come sempre.
Le renne invece sentiranno qualcosa
e resteranno tappate al tappeto,
come tutti gli animali vivi o morti del resto.
Quindi presumo che anch'io tapperò.
Nel dubbio, stai lontana dalla Senna e regala candele per Natale.
E fai il pieno e ricordati
che siamo cresciuti a Simmenthal
per un qualche motivo.
D.M., mail.
sabato, dicembre 15, 2012
Paolo narra del suo incontro con Cristo durante la missione in Cina
di Sergej Kruglov
Al tempo della predicazione ai pagani, mentre vagavo solitario
per le strade della capitale d'Oriente,
alla fine della stagione fredda, quando il gelo ancora imbianca le tegole dei tetti,
lo incontrai
vestito da funzionario di ventiduesima classe;
andava ad ascoltare il canto di Li Dodicesimo,
invitato da qualcuno di rango più elevato,
e quando mi vide
portò due dita alle labbra.
Signore e Dio mio!
Due dei suoi figli possedevano terre in campagna
(c'era stato un terzo figlio, come seppi in seguito,
condannato a morte dall'imperatore per calunnia o per un deplorevole errore
che il signore dell'Impero Celeste
si era affrettato a correggere: la testa
era stata resa ai famigliari in montatura di diaspro
con scuse allegate e un lingotto d'argento da 200 tael).
L'anno prima era stato incaricato
di sovrintendere alla costruzione di una diga.
Aveva consumato centoquarantadue pennelli
e per la mancanza di sonno i suoi occhi erano arrossati
come quelli di un drago,
e le larghe narici erano simili a quelle del rosso Qilin
e segno di coraggio e di eccellenza
del regno a venire.
Dedicava il tempo libero, secondo la moda,
alla preparazione del tè, e in quell'arte dello zafferano
poteva tenergli testa, si diceva,
forse soltanto Cao del monte Hua.
Le lacrime!
Però restò in silenzio
e mi rispose timidamente e a monosillabi, con un sorriso assente.
Ma il giorno della mia partenza,
mentre sedevamo nel padiglione accanto al molo,
compose un'ottava,
elegante e dalle rime perfette,
scritta su un pezzo di seta
in bello stile.
"Una pagina rosa dalle tarme."
Probabilmente le sue vite
erano ormai esaurite. Ricordava un battaglio di legno
sopravvissuto all'incendio del tempio.
Partii. Sulla barca aleggiava la nebbia. Nella nebbia,
languido, volava basso un airone.
Ma l'inverno era finito. I pruni quell'anno
promisero di fiorire per sempre.
Originale: Павел рассказывает о своей встрече с Христом во время миссии в Китае, Снятие Змия со креста, 2003.
Traduzione: Manuela Vittorelli
[Grazie a Sten per l'immagine.]
Al tempo della predicazione ai pagani, mentre vagavo solitario
per le strade della capitale d'Oriente,
alla fine della stagione fredda, quando il gelo ancora imbianca le tegole dei tetti,
lo incontrai
vestito da funzionario di ventiduesima classe;
andava ad ascoltare il canto di Li Dodicesimo,
invitato da qualcuno di rango più elevato,
e quando mi vide
portò due dita alle labbra.
Signore e Dio mio!
Due dei suoi figli possedevano terre in campagna
(c'era stato un terzo figlio, come seppi in seguito,
condannato a morte dall'imperatore per calunnia o per un deplorevole errore
che il signore dell'Impero Celeste
si era affrettato a correggere: la testa
era stata resa ai famigliari in montatura di diaspro
con scuse allegate e un lingotto d'argento da 200 tael).
L'anno prima era stato incaricato
di sovrintendere alla costruzione di una diga.
Aveva consumato centoquarantadue pennelli
e per la mancanza di sonno i suoi occhi erano arrossati
come quelli di un drago,
e le larghe narici erano simili a quelle del rosso Qilin
e segno di coraggio e di eccellenza
del regno a venire.
Dedicava il tempo libero, secondo la moda,
alla preparazione del tè, e in quell'arte dello zafferano
poteva tenergli testa, si diceva,
forse soltanto Cao del monte Hua.
Le lacrime!
Però restò in silenzio
e mi rispose timidamente e a monosillabi, con un sorriso assente.
Ma il giorno della mia partenza,
mentre sedevamo nel padiglione accanto al molo,
compose un'ottava,
elegante e dalle rime perfette,
scritta su un pezzo di seta
in bello stile.
"Una pagina rosa dalle tarme."
Probabilmente le sue vite
erano ormai esaurite. Ricordava un battaglio di legno
sopravvissuto all'incendio del tempio.
Partii. Sulla barca aleggiava la nebbia. Nella nebbia,
languido, volava basso un airone.
Ma l'inverno era finito. I pruni quell'anno
promisero di fiorire per sempre.
Originale: Павел рассказывает о своей встрече с Христом во время миссии в Китае, Снятие Змия со креста, 2003.
Traduzione: Manuela Vittorelli
[Grazie a Sten per l'immagine.]
Etichette:
At Close Range,
poesia,
Russia,
Sergej Kruglov,
Sten,
traduzioni
martedì, dicembre 11, 2012
A costo zero
Mio padre ha la filosofia del costo zero. Nella mia cucina si rompe la cerniera di un'anta? Aspetta che ci penso io, dice. Due giorni dopo l'anta si chiude perfettamente. Elio, cos'è successo all'armadietto del bagno?, dice mia madre. Ho preso una cosina, dice lui. È la filosofia del costo zero. Guarnizioni, viti, cardini, cerniere non si generano dal nulla. Si spostano, migrano, passano da un'orbita casalinga a un'altra.
Perde un po' la guarnizione del rubinetto della vasca, dico al telefono. Ce l'ho io, dice, costo zero. Papà, siamo a Parigi: idraulico polacco, costo cinquanta euro. Peccato, dice lui.
Quando non è occupato ad aggiustare, mio padre progetta, elabora, costruisce. Ama soprattutto il ferro. Cosa non si può fare, con il ferro.
Ma non sempre i pezzi di ferro possono viaggiare da una casa all'altra, smaterializzarsi in una cantina per apparire in un garage. Ed è così che il padre mio decolla per una magica spedizione nel suo regno, la discarica. Si trovano cose molto interessanti, dice, ti vengono le idee. Le idee di mio padre sono la preoccupazione di mia madre. Elio, parla, dice lei. Parla e non pensare, sennò ti vengono le idee.
Alla discarica non si entra così, quando e come si vuole, non si prende il primo pezzo di ferro interessante e firulì firulà. Ci vogliono i sotterfugi, serve il metodo. Mio padre ce l'ha.
– Lei, dove sta andando?
– Buongiorno, sto dando un'occhiata.
– Ma guardi che non si può mica.
– Mi hanno detto che posso.
– Chi gliel'ha detto?
– Il Giulio.
– Quale Giulio?
– Sta qua il pomeriggio.
– Va bene, mi informo.
– Intanto mi interesserebbe questo pezzo qui.
– Va bene, lo prenda.
– Grazie arrivederci.
Dopo un po', diciamo un paio di settimane, mio padre riprende a pensare e a sognare pezzi di ferro. S'impone un altro viaggio. Serve il metodo.
– Lei.
– Buongiorno.
– Guardi che qui non c'è nessun Giulio, sa.
– Mi scusi?
– Ma sì, quello che le ha dato il permesso l'altra volta.
– Io non ho detto Giulio, ho detto Tullio.
– Non mi sta prendendo per mona, vero?
– Come potrei permettermi? Vedrà che il Tullio le conferma tutto. È quello non tanto alto.
– Mi informo.
– Prendo intanto questo pezzettino.
Giulio e Tullio mutano in Fulvio, all'occorrenza. Poi sono bruciati. Ma il progetto a costo zero è ormai realizzato. La prossima volta bisognerà cambiare orario, scomodare Mario e Manlio dal mondo delle idee.
E quando il ferro si riposa c'è pur sempre il legno, materiale duttile e facilmente reperibile. Con esso si costruiscono mensole, cornici, tavolini, poggiapiedi, eleganti fermagli per capelli spesso laccati di rosso, laccati di rosso a costo zero.
Elio, non riesco a trovare la boccetta dello smalto, dice mia madre.
Fammi pensare, dice lui.
sabato, dicembre 01, 2012
La bestia
– Sai la famiglia serba che abita nel nostro condominio?
– No.
– Ma sì, padre, madre, due figli. Hanno una vecchia Opel Corsa. Lui forse fa il camionista, ma non lo so.
– L'hai visto girare con un camion?
– No, lo vengono a prendere. Magari il camion ce l'ha verso Padova.
– Perché verso Padova?
– Perché così immagino io. Lo vengono a prendere ora con la Mercedes, ora con la BMW, insomma con macchine diverse.
– E lo portano a Padova.
– Io penso.
– Va bene.
– Allora poco fa lo incontro in garage. Sta lì con un metro in mano che misura il suo posto auto. Mi dice "scusi, sa". E si vede benissimo che vuole parlare.
– Si vede.
– "Mi dica", dico io. "Prendo le misure" fa lui "Perché sa, signora, io ho un sogno".
– Sentiamo.
– "Ho deciso di comprarmi una bestia" dice. Una bestia, penso io, non vorrà mica parcheggiare un cavallo nel posto auto? Però non voglio mettergli delle idee in testa, e allora dico "Prende un pastore tedesco?".
– E lui?
– Lui mette via il metro tutto contento e fa "Mi compro una Jaguar".
– Una Jaguar!
– Usata, però. Quarantamila euro, dalla Germania. "Perché nuova non me la posso permettere" dice.
– Usata, invece?
– Usata si vede di sì, anche se a dirla tutta è indietro con le rate del condominio.
– Mette via i soldi.
– Dice che lui ha un sogno, e che senza sogni tanto vale morire. Mi ha anche scritto l'indirizzo del sito tedesco.
– Il sito di Jaguar usate.
– "Vero, signora, che senza sogni tanto vale morire?".
– E tu?
– E io: "Certamente".
– Hai fatto bene.
– Adesso ho capito chi legge tutte quelle riviste di donne e motori che trovo accanto ai bidoni della spazzatura.
– Il serbo della Jaguar.
– A volte vedo anche robe pornografiche, secondo me è sempre lui.
– Perché lui sogna.
– Cosa siamo, senza sogni?
– Camionisti a Padova, quello siamo.
– ...
– ...
– Però il suo sogno sporge di trenta centimetri.
– No.
– Ma sì, padre, madre, due figli. Hanno una vecchia Opel Corsa. Lui forse fa il camionista, ma non lo so.
– L'hai visto girare con un camion?
– No, lo vengono a prendere. Magari il camion ce l'ha verso Padova.
– Perché verso Padova?
– Perché così immagino io. Lo vengono a prendere ora con la Mercedes, ora con la BMW, insomma con macchine diverse.
– E lo portano a Padova.
– Io penso.
– Va bene.
– Allora poco fa lo incontro in garage. Sta lì con un metro in mano che misura il suo posto auto. Mi dice "scusi, sa". E si vede benissimo che vuole parlare.
– Si vede.
– "Mi dica", dico io. "Prendo le misure" fa lui "Perché sa, signora, io ho un sogno".
– Sentiamo.
– "Ho deciso di comprarmi una bestia" dice. Una bestia, penso io, non vorrà mica parcheggiare un cavallo nel posto auto? Però non voglio mettergli delle idee in testa, e allora dico "Prende un pastore tedesco?".
– E lui?
– Lui mette via il metro tutto contento e fa "Mi compro una Jaguar".
– Una Jaguar!
– Usata, però. Quarantamila euro, dalla Germania. "Perché nuova non me la posso permettere" dice.
– Usata, invece?
– Usata si vede di sì, anche se a dirla tutta è indietro con le rate del condominio.
– Mette via i soldi.
– Dice che lui ha un sogno, e che senza sogni tanto vale morire. Mi ha anche scritto l'indirizzo del sito tedesco.
– Il sito di Jaguar usate.
– "Vero, signora, che senza sogni tanto vale morire?".
– E tu?
– E io: "Certamente".
– Hai fatto bene.
– Adesso ho capito chi legge tutte quelle riviste di donne e motori che trovo accanto ai bidoni della spazzatura.
– Il serbo della Jaguar.
– A volte vedo anche robe pornografiche, secondo me è sempre lui.
– Perché lui sogna.
– Cosa siamo, senza sogni?
– Camionisti a Padova, quello siamo.
– ...
– ...
– Però il suo sogno sporge di trenta centimetri.
Etichette:
famigliamir,
sogni,
The Real Thing
mercoledì, novembre 28, 2012
A quasi gonfie vele. Al 40%
Bersani ha sempre l'aria di quello che sta per farti un bellissimo regalo.
Poi ti incarta le posate.
Poi ti incarta le posate.
sabato, novembre 24, 2012
E poi d'un tratto a notte fonda
di Sergej Kruglov
E poi d'un tratto a notte fonda ti svegli e piangi: fruscio dell'anima, oscurità d'autunno, senso d'inutilità. Qualcuno – indigeno, persistente, mai esorcizzato – sta là, accanto alla palizzata, e gratta sul vetro... È la Rus': vuole entrare, porta una verbosa novella? Tace, non ha voce: scendono gocce d'acqua dai suoi capelli, odora di lontananza e di fango autunnale.
Chi è là? Silenzio: il nostro vampiro russo, ortodosso, non è come i vostri. Non è questione di nobiltà, non c'entra il sangue. Il nostro vampiro odora di terra e di coscienza morale; è grezzo, divino.
Sciò, sciò, bisogna dormire... O forze della luce, com'è ancora lontano il mattino, quanto è umido e inesorabile il mondo là fuori. O patria, patria, dove sei tu, patria, e quanto ancora devo aspettare qui, al buio.
Originale: "Так вот вдруг среди ночи очнешься...", Снятие Змия со креста, 2003.
Traduzione: Manuela Vittorelli
[Grazie a Sten per l'immagine.]
E poi d'un tratto a notte fonda ti svegli e piangi: fruscio dell'anima, oscurità d'autunno, senso d'inutilità. Qualcuno – indigeno, persistente, mai esorcizzato – sta là, accanto alla palizzata, e gratta sul vetro... È la Rus': vuole entrare, porta una verbosa novella? Tace, non ha voce: scendono gocce d'acqua dai suoi capelli, odora di lontananza e di fango autunnale.
Sciò, sciò, bisogna dormire... O forze della luce, com'è ancora lontano il mattino, quanto è umido e inesorabile il mondo là fuori. O patria, patria, dove sei tu, patria, e quanto ancora devo aspettare qui, al buio.
[Grazie a Sten per l'immagine.]
Etichette:
Russia,
Sergej Kruglov,
Sten,
traduzioni
lunedì, novembre 19, 2012
Ritorno
"Se n'è andato. È partito per una vita ignota e fondamentalmente estranea, sotto un cielo immenso, nel verde di immensi giardini. In un mondo dove autostrade di vetro si lanciano forse come frecce oltre l'orizzonte, dove edifici flessuosi gettano sulle piazze un ricamo d'ombre. Dove saettano macchine senza persone a bordo e con persone a bordo vestite d'abiti stravaganti: gente quieta, intelligente, cordiale, sempre molto indaffarata e molto contenta d'esserlo. Se n'è andato, e continuerà a vagare per un pianeta simile e dissimile alla Terra che abbiamo lasciato tanto tempo fa, che abbiamo lasciato così di recente."
Arkadij e Boris Strugackij, Polden'. Dvadcat' vtoroj vek: Vozvraščenije (1962).
Arkadij e Boris Strugackij, Polden'. Dvadcat' vtoroj vek: Vozvraščenije (1962).
Etichette:
dobraroba,
nera schiena del tempo,
traduzioni,
Vaghe stelle dell'URSS
giovedì, novembre 15, 2012
Notte
di Sergej Kruglov
Brividi di bella scrittura, ispirata imitazione dei modelli! O lieve, promettente, spietatamente attento fiore d'autunno inodore, bagliore di vetro in un caleidoscopio, stile delle libere associazioni! E voi, mele al forno lasciate a raffreddare, massime metafisiche. Ma in questa città sull'oceano, quanto ti svegli all'alba in una corrente d'aria fredda, puoi solo raccontare storie: così, se il vento spegne la candela, il mattino dopo puoi ricominciare da una frase lasciata a metà.
Brividi di bella scrittura, ispirata imitazione dei modelli! O lieve, promettente, spietatamente attento fiore d'autunno inodore, bagliore di vetro in un caleidoscopio, stile delle libere associazioni! E voi, mele al forno lasciate a raffreddare, massime metafisiche. Ma in questa città sull'oceano, quanto ti svegli all'alba in una corrente d'aria fredda, puoi solo raccontare storie: così, se il vento spegne la candela, il mattino dopo puoi ricominciare da una frase lasciata a metà.
È stata una serata densa, pungente; ma
adesso sono le due di notte, è quasi mattina; sulla città si
stendono la garza e il soffice sale del coprifuoco, le vie sono
tranquille. Arcieri nubiani, ombre di lontane steppe silenziose si
curvano sui muri, occhi felini d'ottone osservano i passi
nell'oscurità – tu, vittima antelucana che turbi la pace! – una
pallottola, come una vedova, geme, si allontana nell'abisso dei vicoli,
un grido e poi ancora il silenzio. Il morto punta gli occhi sulla
luna oceanica che si erge traballante sopra la città, gli occhi
ricordano vagamente uno sguardo; il comandante della pattuglia fa
scattare l'accendino, si china – così quell'ufficiale dimostra
ventidue anni, è uno del posto, pallido e tremante come una ninfa
delle fognature; il fioco scintillio degli stivali, gli anni dorati
della vita studentesca, la lontana Uppsala, l'umanesimo, le
discussioni, Platone, Fichte, – l'adolescenza e la giovinezza,
nemici! L'ufficiale si raddrizza e con un gesto ordina il dietrofront
alla pattuglia – il serpente di fidanzamento al dito, l'elastico
gemito del cinturone, il gemito dell'innocenza nei letti caldi e
merlettati dell'oceano, patria, sposa, selciato notturno.
Mezz'ora prima che questo accadesse ero
stato svegliato da uno spiffero gelido nella mia stanza, al mio
piano; l'amico che si era fermato a dormire si mosse nel sonno, la
coperta scivolò sul pavimento; l'anima, tiepida, giovane, goffa, lo
avvolgeva, come ripetendo l'acquerello delle fragili membra, il
ventre, il triangolo dell'abbronzatura dove c'era lo scollo
della camicia; lo svegliai: "È ora". In silenzio, come
tutti gli animali notturni, uscì – e sbrigativo e silenzioso fu il
congedo sulla soglia – la porta d'ingresso sbatté; e lì, dove i
volantini fremevano sui muri con le ali di sofismi predatori, dove la
luna lasciava cadere giù nei vicoli perpendicolari raggi invisibili,
là nel buio lo accolse anche la pallottola felina della pattuglia.
Lo spiffero che scorrazzava nella stanza trovò infine una via
d'uscita e si tuffò fuori, nell'oceano, nel cielo basso, e le tende
si gettarono al suo inseguimento lanciando un disperato allarme.
Ascoltammo la musica, preparammo il tè
in bicchieri di vetro; quasi alla cieca, a luce spenta, dialogammo
sulle carte, gli assi logori e il castello di carte, carcasse di
simboli, – tutto quel che è rimasto di lui sul tavolo, tra le
tazze e i petali di primula; beata mancanza di costrizioni! L'arte di
costruire con sovrano distacco un castello di carte quando
tutt'attorno scintillano i pugnali del poker, si intrecciano come
serpi i neri cappi della divinazione! L'arte di esser fuori
dell'arte: questo lo fu sempre, il mio amico che se ne andò senza
aspettare il mattino. Io mi addormentai e sognai che con un rasoio
tagliavo a grosse fette pergamene pesanti
e oleose di Couperin, e intanto rigiravo distrattamente tra le
dita scatole musicali di Rameau piene di spilli, e all'improvviso mi
svegliai urlando e piangendo lacrime disperate. Le scatole caddero
sul pavimento accanto al letto, andando in mille pezzi. Rimasi a
lungo a guardarle, a osservare con il capo chino il collo piegato
dell'uccellino meccanico.
Anima, anima che ti sei ritrovata d'un
tratto liberata sui Troni di Luce, anima dolce e sciocca! A chi
potrai insegnare i tuoi aforismi febbrili? A chi serviranno le tue
libere associazioni, quel mucchio di illusioni avvizzite che avevi
preso a noleggio chissà quando? Non piangere, non sperare. Racconta
la tua storia, anima in fuga; solo racconta la tua storia.
Originale: "Озноб изящного писательства...", Снятие Змия со креста, 2003.
Etichette:
poesia,
Russia,
Sergej Kruglov,
Sten,
The Third Man,
traduzioni
martedì, novembre 13, 2012
Silenzio
di Sergej Kruglov
Spaventoso e caro,
Come spaventoso è tutto ciò che è caro,
Telaio per i fruscii.
E tu, che giaci in bozzoli
Di carne, cervello, solitudine,
Biancheria intima,
Coperta chiomata,
Camera da letto,
Casa (Casa!) di sbuffi, ombre, camini, finestre –
Cos'hai tenuto in serbo per il silenzio? Un fruscio.
Originale: "Тишина... всегда и везде, всю ночь...", Снятие Змия со креста, 2003.
Traduzione: Manuela Vittorelli
Sergej Gennad'evič Kruglov, nato nel 1966 a Minusinsk, nella regione di Krasnojarsk, ha studiato giornalismo a Krasnojarsk e ha poi lavorato come cronista nel giornale locale Vlast' Trudu. Scrive poesie dal 1993. Nel 1999 è stato ordinato sacerdote della Chiesa ortodossa russa. Vive in Siberia. È sposato e ha tre figli. Nel 2008 ha ricevuto il premio Andrej Belyj. Ha un blog: http://kruglov-s-g.livejournal.com/ (rus).
[Grazie a Sten per l'immagine.]
Etichette:
poesia,
Russia,
Sergej Kruglov,
Sten,
traduzioni
venerdì, novembre 02, 2012
I beati anni di Mondale
"L'hai fatto il compito per casa?"
mi chiese la Macùz mentre ancora ci dimenavamo per toglierci dalle
spalle le cartelle.
"Sì", risposi saltellando.
"E chi è il tuo personaggio
vivente preferito?"
"Dimmi prima tu."
Beato chi, come me, ha avuto la fortuna di conoscere una Macùz Cristina negli anni dell'infanzia.
La Macùz poteva sembrare scontrosa: ma
la bocca incline al broncio, la fronte sempre un po' aggrottata e un presagio
di peluria sopra il labbro superiore suggerivano una tendenza al
rigore più che all'ostilità e promettevano una grazia olivastra e selvatica. Grazie ai miei genitori,
amici dei suoi, sapevo che aveva un fratello molto più grande,
cestista promettente, per il quale stravedeva e che la viziava alla
follia. Stentavo a immaginare una versione domestica e affabile della
Macùz intenta a costruire i giardini pensili di Babilonia attingendo
a una fonte inesauribile di mattoncini Lego mentre il cestista savio
le diceva "Questo mettilo qui" o semplicemente "Qui".
Stentavo persino a immaginarla in pigiama. Perché la Macùz vestiva
sobriamente, tono su tono, nello stile che mia nonna definiva "Nilde
Iotti". Era però informatissima sulle ultime tendenze della
moda secondo Burda, che sfogliava golosamente seguendo poi con l'indice i tracciati dei cartamodelli.
La Macùz squadrava il mio
cappotto nuovo e poi mormorava con approvazione: "Hai il maxi".
Per poi aggiungere, soddisfatta: "Fantasia avio. Il massimo".
Mi aspettava davanti all'ingresso della scuola il giorno del mio
compleanno ed esclamava, inarcando le sopracciglia e sgranando gli
occhi: "Ti hanno regalato il Taimex!". Era una fortuna avere accanto una Macùz
Cristina: perché io lo avevo sempre pronunciato "Tìmex",
e i miei lo chiamavano orologio.
"Dimmi prima tu" esitai.
La Macùz piegò all'insù gli angoli
della bocca in un sorriso saggio.
"Mondale" disse. "Fritz
Mondale."
E annuì in silenzio.
La fissai a bocca aperta. Quella
bambina aveva accesso a un tipo di informazioni a me precluso. Quella
bambina guardava i dibattiti. Magari guardava persino i programmi
dell'accesso.
"E tu?"
E io?
A me piacevano i rapinatori di banche,
i Fedayyìn, Alain Delon, Dino Zoff, il comandante Carlos, Bjorn Borg,
Nadia Comaneci, l'inventore del maxicappotto. Ma soprattutto i
rapinatori di banche e Dino Zoff.
E infatti dissi:
"Mondale. Mondale anch'io."
Ne ottenni un impagabile sguardo di complicità: avremmo fatto strada.
lunedì, ottobre 29, 2012
L'imputo della risposta (WRSASYDHT)
Leggersi
FORSE L'UNICA NOSTRA POSSIBILITA CON LE PROSSIME ELEZIONI LEGGERSI IL PROGRAMMA RICORDA FORZA ITALIA CON LA SPERANZA CHE POI VENGA APPLICATO
Ricorri
SILVIO USA LA SENTENZA COME BANDIERA E RIUNISCI 5 MILIONI DI ITALIANI A MILANO, HANNO FATTO IL TUO GIOCO, E RICORRI AL TRIBUNALE INTERNAZIONALE.
Ricorri
SILVIO USA LA SENTENZA COME BANDIERA E RIUNISCI 5 MILIONI DI ITALIANI A MILANO, HANNO FATTO IL TUO GIOCO, E RICORRI AL TRIBUNALE INTERNAZIONALE.
Come
Mi chiamano berluschino. Come chiamare, coloro che non hanno, quindi odiano per insegnamento?
Pseuda
L'abnormità, la illogicità e la contraddittorietà di questa pseuda-sentenza colpisce non solo il ns. presidente ma tutti gli italiani onesti che credono nella vera Gi
Sguaiatamente
Sento qualcuno qui che incensa oscar giannino.Informo che ai tempi della crisi ha ripetutamente insultato Berlusconi,su radio 24,ridendo sguaiatamente.
Cha cha cha
BRAVO PRESIDENTE LEI RIMARRA SEMPRE R COMUNQUE IL NOSTRO PRESIDENTEEEE PRESIDENTEEEE SILVIO SILVIO CHA CHA CHA SILVIO SILVIO CHA CHA CHA
Strega
LEI GENTILCAVALIERE LE DIEDE ANCHE LA MANO A QUELLA STREGA MEGERA CHE VEDENDOSI ALLO SPECCHIO DISSE CHI è LA PIU BELLA DEL REAME NON CERTO LA BELLA STRANIERA AFRICANA.
Capito
LE ELEZIONI SICILIANE HANNO DATO L'IMPUTO DELLA RISPOSTA DEL FORTE CALO DEI VOTANTI SOLO IL GRILLO PARLANTE HA PORTATO VOTI. AVETE CAPITO SIGNORI POLITICI!!!!!!!!!!!!
Fi
HA TORTO BERLUSCONI ? DIRENI DI NO E SE IN SICILIA LE ELEZIONI VANNO COME SI PROFILA MEGLIO STARE TRANQUILLI, CAMBIARE NOME PDL E PENSARE A PSACCHETTAMENTI O E' LA FI
Pisapiani
PRESIDENTE MANDI A PAESE FORMIGONI E I SUOI SEGUACI VOGLIONO CONSEGNARE LA NS LOMBARDIA AI BECERI PISAPIANI COMUNISTI FILOISLAMICI A FAVORE DI UN PAESE NEL CAOS SPACCIATORI DELINQUENTI S
Profusurai
ENPICHMENT DEL PRESIDENTE COMUNISTA UNICO ARTEFICE DEL GOVERNO DEI PROFUSURAI GOVDRACULAMM CON IL CONTRIBUTO DEL GIUDATRADITORE FINI CASINI BERSANI AZZERIAMO QUESTI DI
Etichette:
Spazio Azzurro,
Spingitori di cavalieri,
WRSASYDHT
giovedì, ottobre 25, 2012
Qui una volta era tutto Giurassypark (WRSASYDHT)
Allocation
ritengo utile un incontro al teatro manzoni o altra allocation prima del 16 dicembre grazie
3
Caro Silvio, scordatelo che noi andremo a votare Monti. FORZA TREMONTI !!!! Sei superiore a Monti di 3 volte.
Ciao
meno male che Silvio ciao
Sicuri
Ma siete sicuri che coloro che dicono di effettuare sondaggi lo facciano veramnente? Sono una imprenditrice di 53 anni e non mi è mai capitato di essere intervistata.
Famelico
Adesso che B. ha fatto il "passo indietro" Casini, più famelico che mai, conta di bersi una parte del PDL. Che ne venda assolutamente impedito!
Sincero
Gentile Presidente Silvio, nel momento della Sua esemplare decisione,che gli storici registreranno come evento oltremodo significativo di sincero
Ove
L'ITA GLIA DI MARI MORTIS PEGGIO DELLA COLOMBIA DELLE PIU PERICOLOSE ZONE DEL MONDO X CLANDESTINITà OVE REGNA SPACCIO DI OGNI SORTE DI DROGHE ZONE DELLE NS CITTA X NOI DIVENTATE PERICOLO
A volte
NEL TRIVENETO OGNI CI SONO AGGRESSIONI A VOLTE CHE PORTANO A MORTE X RAPINE NELLE VIE BANCHE NEGOZI FAMIGLIE PERSINO LUOGHI SACRI CHIESE GRAZIE A L'INVASIONE DI CLANDESTINI CHE DELINQUO
NEL TRIVENETO OGNI CI SONO AGGRESSIONI A VOLTE CHE PORTANO A MORTE X RAPINE NELLE VIE BANCHE NEGOZI FAMIGLIE PERSINO LUOGHI SACRI CHIESE GRAZIE A L'INVASIONE DI CLANDESTINI CHE DELINQUO
Via
non abbiamo bisogno di nuove carceri abbiamo bisogno che entrino meno delinquenti via mare via monti via aeroporti” - mirumir/miroslava (modifica | elimina)
Quota marò
le navi usatele per andar prendere e riportare a casa i nostri maro',invece che per salvare gli invasori clandestini musulmani che sbarcano sempre piu' numerosi.
Eccellenti
CARI SIGNORI DEL POPOLO DELLA LIBERTA VI CONSIGLIO DI LEGGERE IN INTERNET I PENSIERI DI ECCELLENTI UOMINI CLICCANDO: ZONA DI FRONTIERA.org. LEGGETE E APRITE LA MENTE
Amazzonia
In Amazzonia per impadronirsi delle terre e legno stanno distruggendola foresta e uccidendo gli indios, patrimonio mondiale per il legno e l'ossigeno. L'0NU dov'è?
Poi
RENZI NON è CREDIBI PRIMA DICHIARA DI VOLER ROTTAMARE TUTTO IL GIURASSYPARK DEL PARTITO DIPARTITO DA BERSANI ALLA PASIONARIA BINDI POI RITRAE E FA CAPIRE CHE LI LASCIA LI ANCORA A VEGETAR
Etichette:
Spazio Azzurro,
Spingitori di cavalieri,
WRSASYDHT
lunedì, ottobre 22, 2012
Il Paese delle finction (WRSASYDHT)
Quota marò
H e l p!!!!!!!!!!!! Per i MARO' chiediamo aiuto agli USA e poi vedremo se questi ns connazionali torneranno a casa oppure no!
Bottiglie
assenza controllo: questa mattina cassa veloce bennet lecco 5 ragazzini di 15 anni hanno pagato ed acquistato 2 bottiglie di vino bianco e 4 birre
Ah
vedo solo persone menefreghiste unite dal comune interesse del comando e di arricchirsi a dismisura sulle spalle di chi lavora.Questa è la nostra "crisi". Ah,Silvio.
Specie
i visti turistici,andrebbero concessi solo a chi arriva tramite agenzia di viaggio.i singoli invece(specie i magrebini)diventano over stayer o si fanno curare gratis
Ns
MA DELLO STATO COMP MAFIA DOVE CERANO DELLE FRASI ALQUANTO SIGNIFICATIVE INTERCETTATE DA MAGISTRATI DEL NS RE GIORGIO CON UNA PARTE DELLA SINISTRA CHE MAI VIENE RIPORTATA SULLA STAMPA ROS
MA DELLO STATO COMP MAFIA DOVE CERANO DELLE FRASI ALQUANTO SIGNIFICATIVE INTERCETTATE DA MAGISTRATI DEL NS RE GIORGIO CON UNA PARTE DELLA SINISTRA CHE MAI VIENE RIPORTATA SULLA STAMPA ROS
Atafc
PARLA DI RIPRESA ECONOMICA SA QUELLO CHE DICE ??? SIAMO STANCHI DI LUI E TUTTI GLI INCAPACI CHE COME LUI SONO AL GOVERNO VADANO VIA!!!!! SUBITO ATAFC
Demon
PADRE AMORTH AVVERT MM CAPO MASSONE CHE PENSA DI RISOLVERE TUTTO SENZA DIO PRESUNTUOSO VUOLE AFFAMARE IL POPOLO E SOTTOMETTERLO CON LA COMPLICITà DI UNA PARTE DELLA CHIESA STRUMENTO DEMON
PADRE AMORTH AVVERT MM CAPO MASSONE CHE PENSA DI RISOLVERE TUTTO SENZA DIO PRESUNTUOSO VUOLE AFFAMARE IL POPOLO E SOTTOMETTERLO CON LA COMPLICITà DI UNA PARTE DELLA CHIESA STRUMENTO DEMON
Pacc
SANTACHè UNICA PARL CHE HA CAPITO CHE ELETTORI DI CENTRDS NON VOGLIONO MAI PIù IL DRACULAVAMPIRO DI MM E DEL SUO GOVFALLIMONTI HA CAPITO CHE IL PDL è GIUNTO AL CAPOLINEA CON TUTTO IL PACC
SANTACHè UNICA PARL CHE HA CAPITO CHE ELETTORI DI CENTRDS NON VOGLIONO MAI PIù IL DRACULAVAMPIRO DI MM E DEL SUO GOVFALLIMONTI HA CAPITO CHE IL PDL è GIUNTO AL CAPOLINEA CON TUTTO IL PACC
Dato
AVANTI COL CAMBIAMENTO MA CON PROGETTI E FATTI NUOVI E PRENDERE INIZIATIVE CHE RICHIAMINO I CITTADINI DATO CHE SENTIRANNO CHE SODDISFANO LE LORO ESIGENZA
Mentre
QUEL DRACULAVAMPIRO DI MM STA SALVANDO QUESTO PAESE DI M CHE HA RIDOTTO I NS PENSIONATI A MENDICARE PER I SUPERMERCATI A RACCATTARE GLI AVANZI FUORI MENTRE I CLANDESTI
Cervello
CARO FORMIGONI FAI RIENTRARE IL TUO CERVELLO CON TUTTI QUEI TUOI COLLEGHI INDAGATI RINVIATI A GIUDIZIO CONDANNATI ULTIMO CON LA MALAVITA ZITTISCITI E ASCOLTA I CONSIGLI DI MARONI APRILE!
No
CARO MONTI CERTO CO LA SUA BORIA NON AMMETTRERà MAI I SUOI ERRORI E HA RAGIONE NON DEVE PENTIRSI NO, DEVE SOLO GUARDARSI ALLO SPECCHIO E SPUTARSI IN FACCIA ANCHE SOLO X LA SUA INIQUITà
Forse
MONTI NON E'LA PERSONA GIUSTA PER GUIDARE L'ITALIA. NON CONOSCE LA FAME, IL DOLORE, LA DISPERAZIONE. CI VUOLE UN UOMO VICINO AL POPOLO. FORSE IL PAPA O UN SAN FRANCE
Marò
QUALCUNO DEL GOVERNO DICE CHE I MARO' TORNERANNO A CASA.SI VERGOGNI.FORSE SPERA CHE RITORNINO IN UNA BARA,COSI'NON POTRANNO DIRE COME LE ISTITUZIONI LI HANNO ABBANDO
Umile
BERLUSCONI ECCO UN NOME PER UN NUOVO MOVIMENTO "UMILE ITALIA". FATTO di gente comune, capace, onesta e soprattutto con la voglia di lavorare.Sono tanti ma non politi
Leggo
Leggo si candidano in tanti, hanno gia avuto tutto e aggiungono confusione. Se veramente volessero aiutare, che confluissero.
Etc
LE FINCTION IN ITAIA ABBONDANO:PORTA A PORTA...ETC.ETC...” - mirumir/miroslava (modifica |elimina)
Vfc
Severino disse "non stiamo con le mani ferme faremo subito altre riforme"se il risultato e'IL NULLA come hanno dimostrato E' MEGLIO VADANO VIA SUBITO e VFC
Vfc
Severino disse "non stiamo con le mani ferme faremo subito altre riforme"se il risultato e'IL NULLA come hanno dimostrato E' MEGLIO VADANO VIA SUBITO e VFC
Zoom
CI SONO DEI DINOSAURI IN PARLAMENTO CHE OSANO RIPROPORSI ANCORA ALTRI DECENNI COME CIRINIPOMICINI GIURASSICI DEMITA PALEONTOLIGICI DALEMA UOMODINENDERTAL BERSANI ZOOM
Qualunque
80% PROPRIETARI DI CASE DI QUALUNQUE PARTITO SIETE DISERTATE LE URNE. ABOLIRE L’IMU SULLA PRIMA CASA
Ke
I moderati sono rimasti soliti litigiosi,non fogliono capire,ke ogniuno deve lasciare qualcosa X il bene del paese,Casini non fare il difficile e avrai dei vantaggi.
Etichette:
Spazio Azzurro,
Spingitori di cavalieri,
WRSASYDHT
Iscriviti a:
Post (Atom)