(Bene. Molto bene.)
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lunedì, ottobre 07, 2013
venerdì, settembre 06, 2013
Uomini nudi con le mani in tasca
Spano faceva il professore di disegno nella mia classe. Portava un completo beige che lo faceva sembrare un informatore in un poliziesco degli anni Settanta, o forse un poliziotto infiltrato, sempre che negli anni Settanta potesse esistere un informatore o un infiltrato con lo sguardo di Joe Pesci. A lui piaceva sparare essenzialmente una domanda: "Avete mai visto...", e si guardava intorno. "Avete mai visto il film..." E infine, urlando: "'L'UOMO NUDO CON LE MANI IN TASCA'?". Questo accadeva preferibilmente durante l'ora di disegno tecnico. Lui lavorava sui nervi, dandosi da fare per produrre sobbalzi, rette storte e cancellature. Doveva avere un accordo sottobanco con una ditta di gomme. Era sposato con la professoressa di inglese, una bella mora che si pitturava gli occhi come Nefertiti. Magari glieli pitturava lui prima di uscire di casa, con il goniometro e l'eyeliner. Io mi facevo i cavoli miei. Lui se ne accorgeva, si avvicinava a passi lenti e misurati, si fermava accanto al mio banco e diceva: "Vittorelli". "Sì professore." "Disegnami una saliera di Archimede." Oppure "Fammi una pelecoide". E si guardava attorno soddisfatto. Altre volte invece era di buon umore. In quei casi diceva "Vittorelli. Disegnami un uomo nudo. Con le mani in tasca." Io allora gli facevo una piramide esagonale. "Ti devo dare sette", diceva. Mi dava sette. Spano, completo beige e basette, una moglie bella come Nefertiti, i miei quattordici anni.
giovedì, dicembre 20, 2012
Per un qualche motivo
Le astronavi viaggeranno regolarmente
e le teste di Babbo Natale saranno tutte in strada
come sempre.
Le renne invece sentiranno qualcosa
e resteranno tappate al tappeto,
come tutti gli animali vivi o morti del resto.
Quindi presumo che anch'io tapperò.
Nel dubbio, stai lontana dalla Senna e regala candele per Natale.
E fai il pieno e ricordati
che siamo cresciuti a Simmenthal
per un qualche motivo.
D.M., mail.
venerdì, novembre 02, 2012
I beati anni di Mondale
"L'hai fatto il compito per casa?"
mi chiese la Macùz mentre ancora ci dimenavamo per toglierci dalle
spalle le cartelle.
"Sì", risposi saltellando.
"E chi è il tuo personaggio
vivente preferito?"
"Dimmi prima tu."
Beato chi, come me, ha avuto la fortuna di conoscere una Macùz Cristina negli anni dell'infanzia.
La Macùz poteva sembrare scontrosa: ma
la bocca incline al broncio, la fronte sempre un po' aggrottata e un presagio
di peluria sopra il labbro superiore suggerivano una tendenza al
rigore più che all'ostilità e promettevano una grazia olivastra e selvatica. Grazie ai miei genitori,
amici dei suoi, sapevo che aveva un fratello molto più grande,
cestista promettente, per il quale stravedeva e che la viziava alla
follia. Stentavo a immaginare una versione domestica e affabile della
Macùz intenta a costruire i giardini pensili di Babilonia attingendo
a una fonte inesauribile di mattoncini Lego mentre il cestista savio
le diceva "Questo mettilo qui" o semplicemente "Qui".
Stentavo persino a immaginarla in pigiama. Perché la Macùz vestiva
sobriamente, tono su tono, nello stile che mia nonna definiva "Nilde
Iotti". Era però informatissima sulle ultime tendenze della
moda secondo Burda, che sfogliava golosamente seguendo poi con l'indice i tracciati dei cartamodelli.
La Macùz squadrava il mio
cappotto nuovo e poi mormorava con approvazione: "Hai il maxi".
Per poi aggiungere, soddisfatta: "Fantasia avio. Il massimo".
Mi aspettava davanti all'ingresso della scuola il giorno del mio
compleanno ed esclamava, inarcando le sopracciglia e sgranando gli
occhi: "Ti hanno regalato il Taimex!". Era una fortuna avere accanto una Macùz
Cristina: perché io lo avevo sempre pronunciato "Tìmex",
e i miei lo chiamavano orologio.
"Dimmi prima tu" esitai.
La Macùz piegò all'insù gli angoli
della bocca in un sorriso saggio.
"Mondale" disse. "Fritz
Mondale."
E annuì in silenzio.
La fissai a bocca aperta. Quella
bambina aveva accesso a un tipo di informazioni a me precluso. Quella
bambina guardava i dibattiti. Magari guardava persino i programmi
dell'accesso.
"E tu?"
E io?
A me piacevano i rapinatori di banche,
i Fedayyìn, Alain Delon, Dino Zoff, il comandante Carlos, Bjorn Borg,
Nadia Comaneci, l'inventore del maxicappotto. Ma soprattutto i
rapinatori di banche e Dino Zoff.
E infatti dissi:
"Mondale. Mondale anch'io."
Ne ottenni un impagabile sguardo di complicità: avremmo fatto strada.
giovedì, febbraio 23, 2012
Qualità
"Lei dice che quando si sta in piedi sulle barche bisogna tenere le gambe elastiche, ma guardi che io non ho quella qualità. Io non ho nessuna qualità. In compenso non ho tutti i difetti. In molte cose sono semplicemente neutro."
Stenelo, febbraio 2012.
Stenelo, febbraio 2012.
sabato, maggio 12, 2007
Comunicazione di servizio
Il branco di Haloniomi che gestisce i commenti è oggi assente per partecipare all'Haloniomo Day e a Coraggio Haloniomo. I commenti verranno pertanto registrati ma non visualizzati. Portate pazienza ancora per un po'.
Operazione nostalgia: e quella volta che gli Haloniomi hanno fatto esperimenti spaziotemporali?
Era il 13 giugno; non eravamo ancora quattro volte campioni del mondo.
Che botta di tenerezza.
Baci,
Operazione nostalgia: e quella volta che gli Haloniomi hanno fatto esperimenti spaziotemporali?
Era il 13 giugno; non eravamo ancora quattro volte campioni del mondo.
Che botta di tenerezza.
Baci,
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giovedì, gennaio 25, 2007
Il Giorno del Bradipo
– Ehi, Mats? Giù, dai.
– Lo vedi cosa abbiamo qui?
– Spaghetti per te!
– E dai.
– I cetrioli che ti piacciono tanto.
– Scendi, fallo per noi.
– Fallo almeno per la scienza.
– Ti porteremmo una bradipa, se riuscissimo a farla scendere dall'altro palo.
– Bene, come vuoi. Magari domani, no?
A quanto pare gli scienziati dell'Università tedesca di Jena hanno passato tre anni a cercare di far scendere un bradipo da un palo (cosa non facile, come è ben noto a chi sa di bradipi).
Il tentativo di smuovere l'animaletto a metabolismo ridotto faceva parte di un "esperimento sul movimento umano". Esperimento fallito: dopo aver tentato tutte le lusinghe si sono arresi e l'hanno rispedito allo zoo.
"È evidente che Mats non voleva avere niente a che fare con il progresso scientifico", ha detto la portavoce dell'università.
Ora Mats e il suo palo vivono felici allo zoo di Duisburg.
Link, via collision detection.
– Lo vedi cosa abbiamo qui?
– Spaghetti per te!
– E dai.
– I cetrioli che ti piacciono tanto.
– Scendi, fallo per noi.
– Fallo almeno per la scienza.
– Ti porteremmo una bradipa, se riuscissimo a farla scendere dall'altro palo.
– Bene, come vuoi. Magari domani, no?
A quanto pare gli scienziati dell'Università tedesca di Jena hanno passato tre anni a cercare di far scendere un bradipo da un palo (cosa non facile, come è ben noto a chi sa di bradipi).
Il tentativo di smuovere l'animaletto a metabolismo ridotto faceva parte di un "esperimento sul movimento umano". Esperimento fallito: dopo aver tentato tutte le lusinghe si sono arresi e l'hanno rispedito allo zoo.
"È evidente che Mats non voleva avere niente a che fare con il progresso scientifico", ha detto la portavoce dell'università.
Ora Mats e il suo palo vivono felici allo zoo di Duisburg.
Link, via collision detection.
sabato, settembre 24, 2005
La vita è una cipolla OGM
L. ha una vecchia zia che alla domanda "Come va?" ha l'abitudine di rispondere "La vita è come una cipolla, più la sbucci e più ti fa piangere". In dialetto, lo dice: "La vita xe una zevolla...". Da sempre, con fare rassegnato: "Come va, zia?" "La vita xe una zevolla..."
Poi, un giorno.
L. dà un passaggio in auto alla zia, e mentre sono fermi a un semaforo, le dice:
– Eh, zia? Come va?
– Bene.
– ...
– Bene.
– Zia, la vita è come la cipolla, più la sbucci... Eh, zia?
– Sì.
– Vero?
– Sì – Lunga pausa. – Ultimamente però hanno inventato le cipolle che non fanno piangere.
Poi, un giorno.
L. dà un passaggio in auto alla zia, e mentre sono fermi a un semaforo, le dice:
– Eh, zia? Come va?
– Bene.
– ...
– Bene.
– Zia, la vita è come la cipolla, più la sbucci... Eh, zia?
– Sì.
– Vero?
– Sì – Lunga pausa. – Ultimamente però hanno inventato le cipolle che non fanno piangere.
domenica, giugno 13, 2004
Cronache della città di G./elezioni europee
In un seggio di Gorizia, un signore si è presentato con la prepustnica, pensando che il lasciapassare rientrasse nella categoria "validi documenti di riconoscimento".
Un altro voleva votare con il certificato elettorale della moglie (perché no?).
Diversi elettori hanno chiesto agli scrutatori un consiglio sul voto.
Uno ha domandato cosa fosse la Lega Lombarda.
Una signora pensava di dover firmare la scheda prima di inserirla nell'urna.
Ieri mattina al supermercato, complice l'afa, un goriziano doc ce la metteva tutta per convincere un suo amico che i seggi sarebbero stati aperti alle 18.00 (l'inizio degli Europei di Calcio?!). Alla faccia della Presidenza del Consiglio e dei suoi graditi sms.
Qualche volta, e che non si dica in giro, io amo questa città.
Un altro voleva votare con il certificato elettorale della moglie (perché no?).
Diversi elettori hanno chiesto agli scrutatori un consiglio sul voto.
Uno ha domandato cosa fosse la Lega Lombarda.
Una signora pensava di dover firmare la scheda prima di inserirla nell'urna.
Ieri mattina al supermercato, complice l'afa, un goriziano doc ce la metteva tutta per convincere un suo amico che i seggi sarebbero stati aperti alle 18.00 (l'inizio degli Europei di Calcio?!). Alla faccia della Presidenza del Consiglio e dei suoi graditi sms.
Qualche volta, e che non si dica in giro, io amo questa città.
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venerdì, aprile 30, 2004
Fortunoso all'eccesso
"Detto di colui che svolge attività fissa per lo Stato, routine che non lo impiega nel corpo e non lo impegna nello Spirito.
Stanco e sovraccarico per chissà quali attività salariali, lascia il posto a 55 primavere con pensione-baby, non facendosi più vedere da nessuna parte, se non, per i meno discreti, a Grado, o al Lido del Carabiniere".
Alla voce "fortuna" da Dizionario delle virtù, anche se solo sognate, dei goriziani, Gorian Ediz., Loqua 1949.
Stanco e sovraccarico per chissà quali attività salariali, lascia il posto a 55 primavere con pensione-baby, non facendosi più vedere da nessuna parte, se non, per i meno discreti, a Grado, o al Lido del Carabiniere".
Alla voce "fortuna" da Dizionario delle virtù, anche se solo sognate, dei goriziani, Gorian Ediz., Loqua 1949.
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L'ora è giunta
Draga: "Finalmente, lo desideravano così tanto!"
Mirko: "Sì, perchè chiudersi quando il mondo vuole qualcosa da te".
Draga: "Tutta la città è in festa, mio caro".
Mirko: "E il mondo dopo di loro".
Da Per un Grande Isonzo, di Gigi Molinar e Blanco Kusterle
Mirko: "Sì, perchè chiudersi quando il mondo vuole qualcosa da te".
Draga: "Tutta la città è in festa, mio caro".
Mirko: "E il mondo dopo di loro".
Da Per un Grande Isonzo, di Gigi Molinar e Blanco Kusterle
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