venerdì, settembre 06, 2013

Uomini nudi con le mani in tasca

Spano faceva il professore di disegno nella mia classe. Portava un completo beige che lo faceva sembrare un informatore in un poliziesco degli anni Settanta, o forse un poliziotto infiltrato, sempre che negli anni Settanta potesse esistere un informatore o un infiltrato con lo sguardo di Joe Pesci. A lui piaceva sparare essenzialmente una domanda: "Avete mai visto...", e si guardava intorno. "Avete mai visto il film..." E infine, urlando: "'L'UOMO NUDO CON LE MANI IN TASCA'?". Questo accadeva preferibilmente durante l'ora di disegno tecnico. Lui lavorava sui nervi, dandosi da fare per produrre sobbalzi, rette storte e cancellature. Doveva avere un accordo sottobanco con una ditta di gomme. Era sposato con la professoressa di inglese, una bella mora che si pitturava gli occhi come Nefertiti. Magari glieli pitturava lui prima di uscire di casa, con il goniometro e l'eyeliner. Io mi facevo i cavoli miei. Lui se ne accorgeva, si avvicinava a passi lenti e misurati, si fermava accanto al mio banco e diceva: "Vittorelli". "Sì professore." "Disegnami una saliera di Archimede." Oppure "Fammi una pelecoide". E si guardava attorno soddisfatto. Altre volte invece era di buon umore. In quei casi diceva "Vittorelli. Disegnami un uomo nudo. Con le mani in tasca." Io allora gli facevo una piramide esagonale. "Ti devo dare sette", diceva. Mi dava sette. Spano, completo beige e basette, una moglie bella come Nefertiti, i miei quattordici anni.

mercoledì, agosto 07, 2013

Aiutaci ad aiutarti (We Read Spazio Azzurro So You Don't Have To)

Reality
“La rai hain programma un reality girato In africa nei campi profughi poss partecipanti al bano barale emanuele fileberto barale ecc signori e signore buonasera ma va”

Leve
“i clandestini sono invitati in italia dai comunisti con la collaborazione di don-chisciotte perchè entrambi, consapevoli della propria fine, guardano alle nuove leve.”

Vaia
“La Meloni e la banda con la banda brancaleon perdono tante occasioni x tacere F.LLI( DI CHì)MA VAIA.VAIA.CON LE PRIMARIE DIVENTA LEI PRES.DEL CONS.?”

Sai
“SB sai la causa di tutto questo livore contro di te non capiscono e non accettano che TU sei AMATO da tutti noi malgrado e comunque AIUTACI AD AIUTARTI SIAMO CON TE ”

Va
“Andatevi prendere i due maro 'ma va va”

Nerd
“Marina vi lessa a tutti tanto è grande la vostra incapacità di intercettare i consensi, perchè siete antipatici e supponenti come nerd di merd.”

Solo
“saro' tranquillo solo quando sara' santificato.”

Ergo
“sembrate quelli che fanno i gentlemen con gli scaricatori di porto. bravi continuate pure così: meglio arrendersi subito.(vulgus vult decipit ergo decièiatur)”

Chi
“Epifani chi sei? o' traghettatore dello dell'ade disquisisci del nulla... ”

Anzi
“Poichè Silvio Berlusconi non molla lo vogliono cacciare subito dal Senato, ma Silvio Berlusconi non molla lo stesso, anzi... in questi giorni è diventato planetario.”

Abituati
“Questi loschi sinistri abituati dal 1917 ad annientare governi e vite umane Le stanno facendo fare giorno dopo giorno la fine di Craxi inesoranilmente.”

Idea
“Mai letto" il processo di di franz kafka "mi e' tornato in mente dopo anni visto alcune anologie non sono colta ma qualcosa l 'ho letta e una idea me la sono fat

Vedrà
“caro silvio,il 1/08 puo'essere l'inizio della rivoluzione liberale,candidi marina e vedra'che diventera'la ns.margaret thacter,infiniti auguri”

Non
“SILVIO,TI STANNO INCARTANDO UN'ALTRA VOLTA. SEI BRAVO, TI VOGLIAMO TUTTI BERNE, LA LA STRATEGIA POLITICA NON E' IL TUO FORTE DI FRONTE A PROFESSIONISTI DELLA PLOLITI”

Vuota
“Se non vi scrivo mi sento vuota. Forte l'idea Hammamet, Silvio nostro, goditi salute e soldi e guida sapientemente Marina. Così gli facciamo molto, ma molto male!”

Base
“Presidente, dimenticavo che non ha passaporto (!), scusi tanto. Gli azzurri rispettano legalità, anche se pesante da accettare. Ma il concetto di base rimane lo stesso”

lunedì, agosto 05, 2013

Epifani è un uccello terrestre (We Read Spazio Azzurro So You Don't Have To)

Purtroppo
“mi trovo a FIANO ROMANO purtroppo per le 18.00 non c' e' la faccio davanti a me una carovana di circa 800 pulman.. tutti per SILVIO vedro' il ”

Lei
“Coraggio Presidente ce la farai e noi insieme a Lei !!!”

Quanti
“PER I COMUNISTI IN ITALIA I DELINGUENTI SONO SOLO I MODERATI,DA MANI PULITE AD OGGI QUANTI COMUNISTI SONO STATI CONDANNATI?(LI PROPONIAMO TUTTI SANTI).”

Effetto
 “Sono decenni che non ho tessera di partito,ma il continuo denigrare e osteggiarein modo poco sportivo della sinistra produrra in me effetto di aderire a forza italia”

Pienamente
 “Mi rispecchio pienamente nelle parole del nostro Prersidente. Noi siamo persone perbene, senza invidia ed abituate a lavorare a testa bassa. Onore a Silvio”

Ventagli
 “Epifani mi ricorda un uccello terrestre che per sembrare più grande apre due ventagli laterali.Quando termina la buffonata,ridiventa quello che è:un inutile essere.”

Lo stesso
 “Presidente, a partire dal dopoguerra, eri tra i pochi in grado di cambiare l'Italia. Questo Paese di felloni Te lo ha impedito. Grazie lo stesso.”

Testi
“Discorso breve ma di grande LEADER.L'essenziale è stato detto da uno STATISTA che la storia d'Italia non dimenticherà nei secoli.Sarà ricordato nei testi.”

Parallele
 “Grande ieri Berlusconi.Gli italiani onesti e amanti della libertà non possono non stare con Berlusconi.La sx non cambia,creiamo delle società parallele!”

Come
“SILVIO BERLUSCONI BUONO COME PAPA FRANCESCO”

Muro
“Non mollare non lasciare il paese in mano a questi magistrati e a questa sinistra te lo dice una che ha vissuto il muro di Berlino”

Anche
“SILVIO NON TI MOLLIAMO NEANCHE SOTTO TORTURA!Sei Grande grazie per esserti affacciato anche alla finestra per noi:Sei nei nostri cuori più che mai!Forza Silvio!!! ”

Una cosa
“Caro Silvio io sono di Olbia e abito a Sassari per lavoro una cosa volevo dirti vai avanti cosi' hai tutta la mia stima ed affetto sei grande.”

Colui
“Coloro che oggi godono di una ingiustizia tra poco piangeranno davanti a Colui che conosce la Veritâ di tutte le cose e al Quale nulla si puó nascondere”

A dosso
“Presidente ti credevo un uomo,con più dignita e non uno che si piance a dosso.Si proclama innocente e da innocente si demette da senatore e non farsi cacciare.ABBI DIG”

Centimetro
“PRESIDENTE NON MOLLI UN CENTIMETRO , IO MI RIMETTO IN GIOCO E GLI APRO LA SEZIONE DI FORZA ITALIA A ROSETO DEGLI ABRUZZI.”

Miniera
“Per la miniera mettiamo insieme le idee. Grande Presidente, grandi Azzurri. Ad maiora! E scusate se è poco.”

Domani
“domani corro a iscrivermi a Forza Italia sarò sempre al suo fianco,piccola piccola, lavorerò per Lui e per il partito risponderò così a quelli che non lo amano,gioiosa”

Troppo
“sto piangendo di commozzione ho visto il nostro presidente come sempre e troppo grande meraviglioso un bacio al presidente lei e con noi e noi siamo con lei grazie ”

Uguale
“Berlusconi come Dante, Silvio Pellico, Guareschi. La mia battaglia per la libertà degli italiani. ”

Necessariamente
“E' necessariamente URGENTE organizzare GAZZEBI per raccolte firme per REFERENTI giustizia. Niente paura son solo dei SBRUFFONI”

Io
“Io sono berlinese, disse J.F.Kennedy. Io sono Silvio Berlusconi, dico io.”

lunedì, luglio 15, 2013

Ovvio

– Ha visto qualcosa che le interessa?
– Quanto ci fai i Geronimo Stilton?
– Sei euro. Ho anche il dvd di Spiderman.
– E ma Spiderman ce l'ho già.
– Ci sono le scene tagliate.
– Magari senza scene tagliate è meglio, no?
– Dipende. Una faceva ridere.
– Ma se ti piace perché lo vendi?
– Non guardo più Spiderman.
– E cosa guardi?
– Altro.
– Tipo?
– Il wrestling.
– Il wrestling?
– Ovvio.

venerdì, luglio 12, 2013

Il bagno

– Facciamo il bagno?
– Sì. Che però non vale come un vero bagno. No?
– Se per bagno intendi riempire la vasca e aspettare e blabla, no, non è un vero bagno.
– Tu ce l'hai la vasca?
– Io sì.
– Anch'io.

sabato, giugno 22, 2013

L'esperimento

– Elio, sei in ritardo di mezz'ora.
– Lo so ciccina, mi scuso.
– Cos'hai combinato.
– Ho fatto un esperimento.
– Che sarebbe?
– Come dimenticare a casa il portafogli e la patente.
– Ha funzionato?
– Benissimo.

mercoledì, giugno 19, 2013

L'arrotino

Mi ha appena citofonato l'arrotino. Arrotino, sono l'arrotino!, ha urlato.
Finché dal portone della casa di fronte non vedo uscire un carro trainato da un cavallo con il defunto signor Toni alle redini, o alla tv non passano le repliche della Cittadella, ho deciso che non mi preoccupo.

giovedì, aprile 04, 2013

Va bene



Nadia Comaneci

di Carmine Vitale

Alla "Flacăra" arrivasti che avevi solo tre anni
Ti avevano vista giocare nel cortile della scuola
poi un lungo volo sulle acque
calme dell'oceano ti portò in luoghi che non avevi visto mai.
I computer dell'epoca erano stati programmati fino al 9,99:
il dieci non era assolutamente previsto.

Una farfalla ha toccato la tua bocca muta
e la speranza del tuo nome cerca ancora la felicità,
come se a 14 anni si potesse essere tutto meno che felici.
Tu bambina dei sogni li sognavi quei giorni,
come quadri di Brueghel
– limpidi minuziosi lontani –
a portata di mano.

"Ma non ce ne furono 
e dubito che ne spunterà qualcuno:
il tempo passa, l'età vaneggia con sospetto
di un lirismo delicato,
sulle foto di Montreal, come una macchia di colore, appare
il bubbone della malattia del secolo: la giovinezza"

Un bambino che bagna il letto nel sonno, l'infanzia
vista da qui e di seguito: una risonanza magnetica,
le foglie andate, l'ultimo volteggio, le parole su carta,
strappate da una poesia da dedicarti,
che sembrano dire: va bene, forse torneremo a vivere ancora

Da Il Leviatano di Melville e altre poesie, L'arcolaio, Forlì 2012.

Carmine Vitale è nato a Salerno nel 1965. Nel 1999 ha vinto il premio internazionale Emily Dickinson. Una volta ha incontrato Hrabal alla Tigre d'oro, a Praga. E, dopo vent'anni di inseguimento, Wisława Szymborska a Bologna. Vive con la sua famiglia in un piccolo paese sul mare.

[Grazie a Sten per Vigo.]

giovedì, febbraio 21, 2013

Come Voi ben sapete


Ecco è arrivata! Dobbiamo scegliere come incassare. Tu sei gentile Manuela, papà caro Elio a me ancora niente. Noi bene freddo siamo all'erta per la neve vedremo baci.

sabato, gennaio 26, 2013

Per uomini coraggiosi eccetera


Canzone del pugile sentimentale (1966)

di Vladimir Vysockij

Un colpo, un colpo, un altro colpo
Ancora un colpo ed ecco che
Boris Butkeev (Krasnodar)
Tira un montante.

Mi stringe nell’angolo,
Io quasi gli sfuggo
Ma il suo pugno mi stende
E non mi sento tanto bene.

E Butkeev pensa, mentre mi spacca la mascella:
"Che bello vivere, che bella la vita!"

"Dieci, nove, otto" e al sette sono ancora steso,
Piangono a dirotto le mie compaesane.
Mi rialzo, mi tuffo, schivo
Guadagno qualche punto.

Non è vero che risparmio
Le forze per la fine,
È che fin da piccolo non mi riesce
Di colpire un uomo in faccia.

E Butkeev pensa, mentre mi spacca le costole:
"Che bello vivere, che bella la vita!"

Dalle tribune, fischi e urla:
"Attaccalo, quel vigliacco!"
Butkeev cerca il corpo a corpo
E io mi aggrappo alle corde.

Ma lui mi si butta addosso, è un siberiano
Testone come tutti i siberiani,
E io gli dico "Piantala, scemo,
Non vedi che sei stanco, riposati un po’".

Ma lui non ascolta e pensa, col fiato corto,
"Che bello vivere, che bella la vita!"

E continua a picchiare, porco diavolo,
Questo dovrebbe stare nella polizia.
Che poi la boxe non è solo menarsi, è uno sport
Per gente coraggiosa eccetera.

Ma quello non si ferma: uno, due, tre pugni.
Fa tutto da solo e perde le forze.
L’arbitro mi alza il braccio
Che non ha tirato neanche un colpo.

Se ne sta al tappeto, Butkeev, e pensa che la vita è bella.
Sarà bella per qualcuno; per altri, neanche un po'.

martedì, gennaio 22, 2013

Forse

Ciao, come stai? Abbiamo sentito di quella fuga di gas a 130 km, non uscire (forse esagero). Tutto bene, piovuto tutta la notte, finito puzzle ma manca un pezzetto, baci.

martedì, gennaio 15, 2013

Tutto bene

Ciao tutto bene freddo temporale neve ghiacciata di tutto. Da stamattina le reti Rai e La7 sono sparite insomma un caos. Abbiamo le cibarie non ti preoccupare. Tu stai bene? Tuo padre è in cantina: da un armadio grande ne sta facendo uno piccolo. Baci baci.

giovedì, dicembre 20, 2012

Per un qualche motivo


Le astronavi viaggeranno regolarmente 
e le teste di Babbo Natale saranno tutte in strada 
come sempre. 
Le renne invece sentiranno qualcosa 
e resteranno tappate al tappeto, 
come tutti gli animali vivi o morti del resto. 
Quindi presumo che anch'io tapperò.
Nel dubbio, stai lontana dalla Senna 
e regala candele per Natale. 
E fai il pieno e ricordati 
che siamo cresciuti a Simmenthal 
per un qualche motivo.

                                D.M., mail.

sabato, dicembre 15, 2012

Paolo narra del suo incontro con Cristo durante la missione in Cina

di Sergej Kruglov


Al tempo della predicazione ai pagani, mentre vagavo solitario
per le strade della capitale d'Oriente,
alla fine della stagione fredda, quando il gelo ancora imbianca le tegole dei tetti,
lo incontrai
vestito da funzionario di ventiduesima classe;
andava ad ascoltare il canto di Li Dodicesimo,
invitato da qualcuno di rango più elevato,
e quando mi vide
portò due dita alle labbra.
Signore e Dio mio!
Due dei suoi figli possedevano terre in campagna
(c'era stato un terzo figlio, come seppi in seguito,
condannato a morte dall'imperatore per calunnia o per un deplorevole errore
che il signore dell'Impero Celeste
si era affrettato a correggere: la testa
era stata resa ai famigliari in montatura di diaspro
con scuse allegate e un lingotto d'argento da 200 tael).
L'anno prima era stato incaricato
di sovrintendere alla costruzione di una diga.
Aveva consumato centoquarantadue pennelli
e per la mancanza di sonno i suoi occhi erano arrossati
come quelli di un drago,
e le larghe narici erano simili a quelle del rosso Qilin
e segno di coraggio e di eccellenza
del regno a venire.
Dedicava il tempo libero, secondo la moda,
alla preparazione del tè, e in quell'arte dello zafferano
poteva tenergli testa, si diceva,
forse soltanto Cao del monte Hua.
Le lacrime!
Però restò in silenzio
e mi rispose timidamente e a monosillabi, con un sorriso assente.
Ma il giorno della mia partenza,
mentre sedevamo nel padiglione accanto al molo,
compose un'ottava,
elegante e dalle rime perfette,
scritta su un pezzo di seta
in bello stile.
"Una pagina rosa dalle tarme."
Probabilmente le sue vite
erano ormai esaurite. Ricordava un battaglio di legno
sopravvissuto all'incendio del tempio.
Partii. Sulla barca aleggiava la nebbia. Nella nebbia,
languido, volava basso un airone.
Ma l'inverno era finito. I pruni quell'anno
promisero di fiorire per sempre.

Originale: Павел рассказывает о своей встрече с Христом во время миссии в Китае, Снятие Змия со креста, 2003.

Traduzione: Manuela Vittorelli

[Grazie a Sten per l'immagine.]

martedì, dicembre 11, 2012

A costo zero


Mio padre ha la filosofia del costo zero. Nella mia cucina si rompe la cerniera di un'anta? Aspetta che ci penso io, dice. Due giorni dopo l'anta si chiude perfettamente. Elio, cos'è successo all'armadietto del bagno?, dice mia madre. Ho preso una cosina, dice lui. È la filosofia del costo zero. Guarnizioni, viti, cardini, cerniere non si generano dal nulla. Si spostano, migrano, passano da un'orbita casalinga a un'altra.
Perde un po' la guarnizione del rubinetto della vasca, dico al telefono. Ce l'ho io, dice, costo zero. Papà, siamo a Parigi: idraulico polacco, costo cinquanta euro. Peccato, dice lui.

Quando non è occupato ad aggiustare, mio padre progetta, elabora, costruisce. Ama soprattutto il ferro. Cosa non si può fare, con il ferro.

Ma non sempre i pezzi di ferro possono viaggiare da una casa all'altra, smaterializzarsi in una cantina per apparire in un garage. Ed è così che il padre mio decolla per una magica spedizione nel suo regno, la discarica. Si trovano cose molto interessanti, dice, ti vengono le idee. Le idee di mio padre sono la preoccupazione di mia madre. Elio, parla, dice lei. Parla e non pensare, sennò ti vengono le idee.

Alla discarica non si entra così, quando e come si vuole, non si prende il primo pezzo di ferro interessante e firulì firulà. Ci vogliono i sotterfugi, serve il metodo. Mio padre ce l'ha.
– Lei, dove sta andando?
– Buongiorno, sto dando un'occhiata.
– Ma guardi che non si può mica.
– Mi hanno detto che posso.
– Chi gliel'ha detto?
– Il Giulio.
– Quale Giulio?
– Sta qua il pomeriggio.
– Va bene, mi informo.
– Intanto mi interesserebbe questo pezzo qui.
– Va bene, lo prenda.
– Grazie arrivederci.

Dopo un po', diciamo un paio di settimane, mio padre riprende a pensare e a sognare pezzi di ferro. S'impone un altro viaggio. Serve il metodo.
– Lei.
– Buongiorno.
– Guardi che qui non c'è nessun Giulio, sa.
– Mi scusi?
– Ma sì, quello che le ha dato il permesso l'altra volta.
– Io non ho detto Giulio, ho detto Tullio.
– Non mi sta prendendo per mona, vero?
– Come potrei permettermi? Vedrà che il Tullio le conferma tutto. È quello non tanto alto.
– Mi informo.
– Prendo intanto questo pezzettino.

Giulio e Tullio mutano in Fulvio, all'occorrenza. Poi sono bruciati. Ma il progetto a costo zero è ormai realizzato. La prossima volta bisognerà cambiare orario, scomodare Mario e Manlio dal mondo delle idee.
E quando il ferro si riposa c'è pur sempre il legno, materiale duttile e facilmente reperibile. Con esso si costruiscono mensole, cornici, tavolini, poggiapiedi, eleganti fermagli per capelli spesso laccati di rosso, laccati di rosso a costo zero.

Elio, non riesco a trovare la boccetta dello smalto, dice mia madre.
Fammi pensare, dice lui.

sabato, dicembre 01, 2012

La bestia

– Sai la famiglia serba che abita nel nostro condominio?
– No.
– Ma sì, padre, madre, due figli. Hanno una vecchia Opel Corsa. Lui forse fa il camionista, ma non lo so.
– L'hai visto girare con un camion?
– No, lo vengono a prendere. Magari il camion ce l'ha verso Padova.
– Perché verso Padova?
– Perché così immagino io. Lo vengono a prendere ora con la Mercedes, ora con la BMW, insomma con macchine diverse.
– E lo portano a Padova.
– Io penso.
– Va bene.
– Allora poco fa lo incontro in garage. Sta lì con un metro in mano che misura il suo posto auto. Mi dice "scusi, sa". E si vede benissimo che vuole parlare.
– Si vede.
– "Mi dica", dico io. "Prendo le misure" fa lui "Perché sa, signora, io ho un sogno".
– Sentiamo.
– "Ho deciso di comprarmi una bestia" dice. Una bestia, penso io, non vorrà mica parcheggiare un cavallo nel posto auto? Però non voglio mettergli delle idee in testa, e allora dico "Prende un pastore tedesco?".
– E lui?
– Lui mette via il metro tutto contento e fa "Mi compro una Jaguar".
– Una Jaguar!
– Usata, però. Quarantamila euro, dalla Germania. "Perché nuova non me la posso permettere" dice.
– Usata, invece?
– Usata si vede di sì, anche se a dirla tutta è indietro con le rate del condominio.
– Mette via i soldi.
– Dice che lui ha un sogno, e che senza sogni tanto vale morire. Mi ha anche scritto l'indirizzo del sito tedesco.
– Il sito di Jaguar usate.
– "Vero, signora, che senza sogni tanto vale morire?".
– E tu?
– E io: "Certamente".
– Hai fatto bene.
– Adesso ho capito chi legge tutte quelle riviste di donne e motori che trovo accanto ai bidoni della spazzatura.
– Il serbo della Jaguar.
– A volte vedo anche robe pornografiche, secondo me è sempre lui.
– Perché lui sogna.
– Cosa siamo, senza sogni?
– Camionisti a Padova, quello siamo.
– ...
– ...
– Però il suo sogno sporge di trenta centimetri.

mercoledì, novembre 28, 2012

sabato, novembre 24, 2012

E poi d'un tratto a notte fonda

di Sergej Kruglov


E poi d'un tratto a notte fonda ti svegli e piangi: fruscio dell'anima, oscurità d'autunno, senso d'inutilità. Qualcuno – indigeno, persistente, mai esorcizzato – sta là, accanto alla palizzata, e gratta sul vetro... È la Rus': vuole entrare, porta una verbosa novella? Tace, non ha voce: scendono gocce d'acqua dai suoi capelli, odora di lontananza e di fango autunnale.
Chi è là? Silenzio: il nostro vampiro russo, ortodosso, non è come i vostri. Non è questione di nobiltà, non c'entra il sangue. Il nostro vampiro odora di terra e di coscienza morale; è grezzo, divino.

Sciò, sciò, bisogna dormire... O forze della luce, com'è ancora lontano il mattino, quanto è umido e inesorabile il mondo là fuori. O patria, patria, dove sei tu, patria, e quanto ancora devo aspettare qui, al buio.

Originale: "Так вот вдруг среди ночи очнешься...",  Снятие Змия со креста, 2003.

Traduzione: Manuela Vittorelli

[Grazie a Sten per l'immagine.]

lunedì, novembre 19, 2012

Ritorno

"Se n'è andato. È partito per una vita ignota e fondamentalmente estranea, sotto un cielo immenso, nel verde di immensi giardini. In un mondo dove autostrade di vetro si lanciano forse come frecce oltre l'orizzonte, dove edifici flessuosi gettano sulle piazze un ricamo d'ombre. Dove saettano macchine senza persone a bordo e con persone a bordo vestite d'abiti stravaganti: gente quieta, intelligente, cordiale, sempre molto indaffarata e molto contenta d'esserlo. Se n'è andato, e continuerà a vagare per un pianeta simile e dissimile alla Terra che abbiamo lasciato tanto tempo fa, che abbiamo lasciato così di recente."

Arkadij e Boris Strugackij, Polden'. Dvadcat' vtoroj vek: Vozvraščenije (1962).

giovedì, novembre 15, 2012

Notte

di Sergej Kruglov



Brividi di bella scrittura, ispirata imitazione dei modelli! O lieve, promettente, spietatamente attento fiore d'autunno inodore, bagliore di vetro in un caleidoscopio, stile delle libere associazioni! E voi, mele al forno lasciate a raffreddare, massime metafisiche. Ma in questa città sull'oceano, quanto ti svegli all'alba in una corrente d'aria fredda, puoi solo raccontare storie: così, se il vento spegne la candela, il mattino dopo puoi ricominciare da una frase lasciata a metà.

È stata una serata densa, pungente; ma adesso sono le due di notte, è quasi mattina; sulla città si stendono la garza e il soffice sale del coprifuoco, le vie sono tranquille. Arcieri nubiani, ombre di lontane steppe silenziose si curvano sui muri, occhi felini d'ottone osservano i passi nell'oscurità – tu, vittima antelucana che turbi la pace! – una pallottola, come una vedova, geme, si allontana nell'abisso dei vicoli, un grido e poi ancora il silenzio. Il morto punta gli occhi sulla luna oceanica che si erge traballante sopra la città, gli occhi ricordano vagamente uno sguardo; il comandante della pattuglia fa scattare l'accendino, si china – così quell'ufficiale dimostra ventidue anni, è uno del posto, pallido e tremante come una ninfa delle fognature; il fioco scintillio degli stivali, gli anni dorati della vita studentesca, la lontana Uppsala, l'umanesimo, le discussioni, Platone, Fichte, – l'adolescenza e la giovinezza, nemici! L'ufficiale si raddrizza e con un gesto ordina il dietrofront alla pattuglia – il serpente di fidanzamento al dito, l'elastico gemito del cinturone, il gemito dell'innocenza nei letti caldi e merlettati dell'oceano, patria, sposa, selciato notturno.

Mezz'ora prima che questo accadesse ero stato svegliato da uno spiffero gelido nella mia stanza, al mio piano; l'amico che si era fermato a dormire si mosse nel sonno, la coperta scivolò sul pavimento; l'anima, tiepida, giovane, goffa, lo avvolgeva, come ripetendo l'acquerello delle fragili membra, il ventre, il triangolo dell'abbronzatura dove c'era lo scollo della camicia; lo svegliai: "È ora". In silenzio, come tutti gli animali notturni, uscì – e sbrigativo e silenzioso fu il congedo sulla soglia – la porta d'ingresso sbatté; e lì, dove i volantini fremevano sui muri con le ali di sofismi predatori, dove la luna lasciava cadere giù nei vicoli perpendicolari raggi invisibili, là nel buio lo accolse anche la pallottola felina della pattuglia. Lo spiffero che scorrazzava nella stanza trovò infine una via d'uscita e si tuffò fuori, nell'oceano, nel cielo basso, e le tende si gettarono al suo inseguimento lanciando un disperato allarme.

Ascoltammo la musica, preparammo il tè in bicchieri di vetro; quasi alla cieca, a luce spenta, dialogammo sulle carte, gli assi logori e il castello di carte, carcasse di simboli, – tutto quel che è rimasto di lui sul tavolo, tra le tazze e i petali di primula; beata mancanza di costrizioni! L'arte di costruire con sovrano distacco un castello di carte quando tutt'attorno scintillano i pugnali del poker, si intrecciano come serpi i neri cappi della divinazione! L'arte di esser fuori dell'arte: questo lo fu sempre, il mio amico che se ne andò senza aspettare il mattino. Io mi addormentai e sognai che con un rasoio tagliavo a grosse fette pergamene pesanti e oleose di Couperin, e intanto rigiravo distrattamente tra le dita scatole musicali di Rameau piene di spilli, e all'improvviso mi svegliai urlando e piangendo lacrime disperate. Le scatole caddero sul pavimento accanto al letto, andando in mille pezzi. Rimasi a lungo a guardarle, a osservare con il capo chino il collo piegato dell'uccellino meccanico.

Anima, anima che ti sei ritrovata d'un tratto liberata sui Troni di Luce, anima dolce e sciocca! A chi potrai insegnare i tuoi aforismi febbrili? A chi serviranno le tue libere associazioni, quel mucchio di illusioni avvizzite che avevi preso a noleggio chissà quando? Non piangere, non sperare. Racconta la tua storia, anima in fuga; solo racconta la tua storia.

Originale: "Озноб изящного писательства...", Снятие Змия со креста, 2003.

Traduzione: Manuela Vittorelli

[Grazie a Sten per l'immagine.]