domenica, aprile 29, 2007

Falso Allarme per Messaggero degli Ufi

Un individuo che si definisce un "messaggero dallo Spazio" ha minacciato di far esplodere l'Ambasciata degli Stati Uniti in Kyrgyzstan.
Ecco la dinamica, secondo un comunicato del Ministero degli interni del Kyrgyzstan:
- due poliziotti di guardia all'ambasciata sentono delle urla;
- si accorgono che gli uomini del checkpoint stanno cercando di calmare un tizio assolutamente nudo [sic] che tiene in mano un oggetto pesante minacciando di far esplodere l'ambasciata;
- l'uomo assolutamente nudo lancia l'oggetto pesante nel gabbiotto del checkpoint;
- i poliziotti sparano in aria;
- l'uomo assolutamente nudo tenta di impadronirsi di una pistola degli uomini della security e poi di strappare un mitra a uno dei poliziotti;
- il poliziotto insidiato spara due volte a terra;
- un proiettile colpisce la gamba destra dell'uomo assolutamente nudo;
- arrivo dell'ambulanza;
- fine del falsallarme.

Il messaggero dallo Spazio si chiama Muhit Abilbaev, è nato nel 1974 ed è un kazako di Astana.
Considerazioni:
- se gli Ufi devono mandare un kazako nudo a distruggere l'ambasciata USA di Biškek, avranno le loro buone ragioni;
- non voglio pensare cosa succede quando i poliziotti kyrgyzi mirano alle gambe.

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venerdì, aprile 27, 2007

Solo in Russia

"L'altro giorno parlavo con un mio amico che lavora a uno dei maggiori progetti di estrazione di gas e petrolio dell'isola. Diceva che hanno dovuto portare di corsa all'ospedale uno dei suoi dipendenti russi per fargli la lavanda gastrica perché aveva bevuto una quantità di diesel. La spiegazione?

'Pensavo fosse petrolio'.

Solo in Russia".

Link: White Sun of the Desert.

Scheda verde



No, grazie, credo che tirerò avanti ancora per un po' con la mia vecchia scheda.

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giovedì, aprile 26, 2007

Bracciodestro numero "chiapilu": the security emir

Nome: Muhammed Abdullah Abbas al-Issawi.
Anche noto come: Abu Abd Al Sattar.
Mansione: bracciodestro.
In particolare: emiro che si occupava di sicurezza per conto di Al Qaeda in Iraq nella provincia occidentale di Anbar.
Il problema: ha avuto un problema di sicurezza relativo alla sua persona.
Dunque: è morto.
Dove: a nordovest di Baghdad.
Curriculum: attacchi alla varechina con congegni esplosivi improvvisati collocati su veicoli (VBIED) o semplici attentati con camion e autobomba.
Dicheno: faceva guidare i veicoli a ragazzini di 12-13 anni.
Fonte: l'esercito americano.
Nome: Generale Michael Barbero.
Sono stati trovati: giubbotti esplosivi e armi, comprese granate.
Computer, dischetti, videofonini? Niente.
Neanche un ologramma di bin Laden mentre piazza una bomba accanto a Dick Cheney, mancandolo? No.
Un goccino di varechina? No!
Ossa di adolescente? Ma zero.
Cinture esplosive leopardate? Vergognati.
Si usa! A casa tua, si usa.

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Make-up:
Fondotinta Rules of Engagement #3 "Sables of Anbar", mascara Insurgent Eyes #1 Black Out, terra abbronzante Sunni Shades, Bin&Dick Velvet Rejuvenating Lipstick "Ravish Sin", allover Hollywood Glo Body Boom. Se volete stupirlo e tenere lontane le zanzare, due gocce di Chlorine Diversion (e il vostro gatto vi amerà).


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Creativitât

Ieri gli abitanti di Torviscosa, in provincia di Udine, sono scesi in piazza per protestare contro la costruzione di un cementificio.
Il premio alla creatività "Ci ho pensato prima io" va all'Associazione "Urbis et Torvis".

martedì, aprile 24, 2007

Almeno

Gli studenti dell'Università di Baghdad hanno appeso uno striscione di solidarietà per gli studenti del Virginia Tech.
Negli ultimi anni sono stati uccisi decine di studenti e più di 200 professori universitari iracheni, molti dei quali hanno lasciato il paese per andare a lavorare all'estero.
Sì.
A dire il vero (non si può star seri cinque mintuti) il Guardian – ma si tratta di un pezzo dell'Associated Press – la mette giù in modo notevolmente più confuso:



Traduco (anche a voi sembra strano quell'abrodes home o io e Google siamo stanchini?):
"Negli ultimi anni sono stati uccisi più di 200 docenti universitari, e a migliaia sono fuggiti dal paese per andare a insegnare all'estero, uccidendo almeno 70 persone e ferendone almeno 133".
Professori iracheni killer, uh? Messa così, sembra una variante da campus di "Fight them there, so we don't have to fight them here". Maledetto copia-incolla, vero?

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I, Bacon

"Are we safe from robots that can think for themselves?", "Siamo al sicuro da robot in grado di pensare per conto proprio?" si chiede una giornalista del Daily Mail riprendendo la notizia di ieri su una nuova generazione di robot super-intelligenti in grado di lavorare autonomamente e senza ricevere istruzioni dall'uomo.
Lo sentivo, mesi fa, che non era una buona idea far assaggiare a un robot la carne umana, identificata come "pancetta" e "prosciutto".

[OT: mi sbagliavo, oggi il Corriere è riuscito a mettere nella sezione Esteri la Marcia della Bionde Dissenzienti, e di conseguenza le statistiche degli accessi mostrano un certo interesse per le manifestazioni di bionditudine. Sono tentata di postare un ipnocommento dettagliatissimo sul voto nella regione di Krasnojarsk e di titolarlo "Bionde russe sauna quarta misura". Dopo tutto è la Settimana del Disimpegno Biondo. E chi lo sa, tra due mesi potremmo finire tutti mangiati da una squadra di robot super-intelligenti che vedono in noi tanti panini de porzina].

Mondo vampiro

– Sì pronto ciao, gli stiamo comprando il regalo.
– ...
– Ma no, un libro!
– ...
– Allora, qua c'è un thriller dove la gente muore ma non muore veramente perché poi resuscita... e poi un libro che parla di una persona che vive due volte, metà oscure, capito... In questo invece ti regalano dieci horror adesivi... Poi c'è una che la sorella viene rapita dal Signore delle Fate... tipo cacciatori erranti. Sì dimmi...
– ...
– Ah, lui solo licantropi e vampiri. Capito. Ciao ciao.

[I vampiri non esistono per motivi matematici, dicono questi due signori. Si prenda un anno a caso - il 1600, quando la popolazione umana era di 536.870.911 persone. Fatto? Si metta in circolazione un vampiro. Ora, questo povero vampiro si nutrirà almeno una volta al mese, trasformando in un vampiro la sua vittima. E il totale di due vampiri dovrà nutrirsi anche nel secondo mese, totalizzando quattro vampiri. Il tutto, direi, ipotizzando una fame moderata e l'assenza di un bloodspammer ("Sei pallida. Come stiamo a globuli rossi altrui?"). Risultato, la popolazione di vampiri aumenta secondo una progressione geometrica, la popolazione umana diminuisce: dunque, tutta la popolazione umana si trasforma in vampiri in soli 30 mesi. Certo, gli umani possono riprodursi. Però i vampiri possono avere più appetito.
Dunque, i vampiri non esistono.
A meno che non comincino a uccidersi a vicenda.
Ma qui non ci troviamo più nel campo dell'ipotesi e della matematica, ma in quello dei telefilm: i vampiri di Buffy l'Ammazzavampiri, in effetti, si accoppano tra loro a ritmo abbastanza sostenuto. A tale proposito, Clive Thompson ha calcolato che nell'universo di Buffy possono esistere non più di 512 esemplari, garantendo così la sopravvivenza dell'umanità, dei libri sui vampiri e dei regali di compleanno ai dodicenni].

lunedì, aprile 23, 2007

VVP e i rettangoli

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva al grande tavolo presidenziale nel suo studio all'interno del Cremlino. Davanti a Vladimir Vladimirovič™ c'era un foglio di carta intestata. Vladimir Vladimirovič™ ci disegnò sopra con la sua presidenziale "Parker".
Vladimir Vladimirovič™ tracciò una serie di linee orizzontali e verticali. Ne risultò un rettangolo orizzontale. Vladimir Vladimirovič™ ci disegnò sopra un altro rettangolo, più piccolo, e su questo ne disegnò uno ancora più piccolo. Su questo rettangolo Vladimir Vladimirovič™ posizionò alcune colonne, sulle quali appoggiò un tetto solido e affidabile. Su ciascun lato del secondo rettangolo Vladimir Vladimirovič™ aggiunse due scale, e al centro del rettangolo inferiore una porta con alcuni gradini.
Pensosamente, Vladimir Vladimirovič™ disegnò sul lato destro del rettangolo inferiore una piccola fessura. Poi sospirò e scrisse con attenzione al centro del secondo rettangolo, in stampatello:
EL'CIN.

da: vladimir.vladimirovich.ru

domenica, aprile 22, 2007

La Marcia delle Bionde: - saune + cinema

Altro grande momento di dissenso in Russia, il paese dove neanche le bionde sono d'accordo: ieri pomeriggio a Nižnij Novgorod si è tenuta la "Marcia delle Bionde Dissenzienti", per protestare contro gli atteggiamenti negativi della società nei confronti delle donne dai capelli chiari. La notizia d'agenzia (Rian-Novosti) assicura che non hanno manifestato solo le bionde, ma per solidarietà anche le brune. Gli slogan: "Le bionde - Idee chiare!" "Bionda: non stereotipo, ma differenza!" "I capelli chiari sono un onore!" e "Le bionde non si lasciano offendere!".
"La nostra azione è diretta contro ogni discriminazione e serve a difendere i nostri diritti. Quando conosciamo un uomo non vogliamo essere invitate in una sauna, ma al cinema o a teatro", ha dichiarato alla conferenza stampa Anna Zajceva, bionda da soli 14 anni ma blondinka dentro. Sua la frase del giorno: "vogliamo che le bionde abbiano gli stessi diritti delle altre persone".
I poliziotti hanno tenuto le mani a posto, le partecipanti erano poche (200 secondo le organizzatrici, molte di meno secondo i testimoni) e tutto si è svolto pacificamente. Ma tanto, direbbe Glucksmann, l'Europa guardava altrove.

venerdì, aprile 20, 2007

La Russia di Putin e la Cremlino S.p.a.

Di recente su alcuni blog (in russo e in inglese) che si occupano di Russia si è discusso di una conferenza tenuta a febbraio dal professor Kotkin, docente di Storia all'Università di Princeton. L'ho letta e tradotta per curiosità, con le riserve del caso (l'autore collabora anche con L'Open Society Institute di George Soros). Ci sono delle parti molto interessanti, altre decisamente controverse. Il testo va contestualizzato, tenendo conto del fatto che da mesi i media americani non fanno che chiedersi quando pericolosa sia questa Russia e quanto brutale il suo Presidente. L'intervento di Kotkin è tranquillizzante, ma suggerirei che forse lo è per i motivi sbagliati.
Detto questo, riassumo.
La Russia, secondo Kotkin, non sarebbe né una democrazia né una dittatura, ma un regime autocratico traballante con elementi democratici.
I media occidentali sono ossessionati da Putin, e spesso non hanno una visione obiettiva della realtà russa, il che produce letture erronee e pregiudizi controproducenti.
Tre sono gli equivoci principali, secondo Kotkin:
Equivoco 1: si crede che esista una cosiddetta Cremlino S.p.a., cioè un gruppo di potere unitario e privo di fratture interne. Secondo Kotkin non è così.
Equivoco 2: si ritiene che la società Russia sia instabile. Non è vero, dice Kotkin: la Russia è il secondo paese al mondo per numero di immigranti dopo gli Stati Uniti, un buon 20-25% della società russa si qualifica come solida classe media, prevalentemente apolitica ed estremamente dinamica. Questo fattore contribuisce alla stabilità della Russia.
Equivoco 3: si interpreta la politica estera assertiva della Russia come una minaccia. Secondo Kotkin la Russia sarebbe troppo goffa nel perseguimento dei propri obiettivi di politica estera, troppo priva di amici, e troppo autolesionista per costituire una vera minaccia.
Per quanto controverso e discutibile, il testo offre comunque spunti interessantissimi (proprio per la formazione e l'appartenenza dell'autore), soprattutto quando parla della percezione americana della Russia e analizza la classe media come fattore di stabilità. Anche la parte sulla Cremlino S.p.a. vale una lettura.
Il saggio è qui.
[Al momento, la goffaggine non sembra il tratto distintivo della politica estera russa. Per i bravini della classe, approfondimento qui].

mercoledì, aprile 18, 2007

Facciamo i conti in tasca all'Altra Russia

Ma allora, questa "Altra Russia"? Che ci fanno insieme un ex-campione mondiale di scacchi, un ex-primo ministro soprannominato Miša 2% (perché quella era la percentuale che chiedeva per chiudere un occhio sugli illeciti quand'era alle finanze) e uno scrittore che Solženicyn aveva a suo tempo descritto come "un insettino che scrive pornografia" e che propone una "trasformazione del paese in un conglomerato di comuni armate, libere e orgiastiche"?
Ho tradotto e postato su 2.0 un pezzo di Uwe Klussmann per Spiegel Online; risale al mese scorso (è quindi precedente alla marcia di sabato 14 aprile), l'ho scelto perché non si può certo accusare l'autore di simpatizzare per Putin e il suo entourage, e dunque è abbastanza credibile nel mettere il luce i limiti del bizzarro triumvirato.

Ma soprattutto: lo sapevate che le Marce dei Dissenzienti costano, e non poco? (Per citare Toni_i, non tutti si fanno caricare aggratis).
Ho trovato qui un po' di calcoli interessanti, tanto per sollevare un po' di dubbi sul prezzo della democrazia.
Comunque siamo tutti adulti e vaccinati, dunque consapevoli che da entrambe le parti si fa un discreto uso della propaganda e del kompromat. Sì?
Bene, allora riassumo l'articolo.
Agli inizi d'aprile i compagni di Limonov (Partito Nazional-Bolscevico) hanno preso l'equivalente di 40.000 dollari dal Fronte Civile Unito di Kasparov. Gran parte di questi soldi era destinata alla produzione e distribuzione di materiale propagandistico di alta qualità: volantini, adesivi, manifesti. Se prima il Partito Nazional-Bolscevico era in grado di stampare solo volantini da quattro soldi usando una stampante a getto d'inchiostro e carta economica, adesso il livello di stampa è professionale e la carta è di buona qualità. Nel Partito Nazional-Bolscevico è stata creata una brigata costituita da 45 affiliati, 10 attivisti del semisconosciuto "Smena" ("Cambiamento", "Nuova generazione") e 5 appartenenti al movimento arancione "Oborona" ("Difesa"). Ogni membro della brigata doveva distribuire ogni giorno 600 copie del giornale "Marcia dei dissenzienti", in cambio di un bonus di 600 rubli. Il giornale è uscito in tre numeri speciali con una tiratura di 100.000 copie ciascuno. La rivista è stampata su carta economica e costa 2-3 rubli a copia. Di questo passo si arriva comunque a una spesa totale di 600-900 mila rubli. Dato che ci lavorano giornalisti come Gol'c, Ryklin e Marina Litvinovič, solo lo stipendio della redazione deve aggirarsi attorno ai 50.000 dollari al mese.
Si spende anche in altre forme propagandistiche, oltre al giornale: ci sono cinque varianti di adesivi, prodotte ciascuna in 100.000 esemplari. Ogni adesivo costa 3 rubli, quindi la spesa totale è di 1.500.000 rubli, cioè quasi 60.000 dollari.
Poi gli organizzatori della marcia spendono un bel po' di soldi per convincere i giovani a partecipare: agli studenti dell'Università Statale di Mosca (MGU), della Baumanka (Università Tecnica Statale) e dell'Università Russa dell’Amicizia tra i Popoli (RUDN) sono stati offerti 500 rubli. Nei dormitori della RUDN sono particolarmente ricercati gli studenti ceceni, ai quali vengono offerti - pare - addirittura 800 rubli. L'arruolamento procede poi nelle palestre, dove vengono proposti 600 rubli per prendere parte all'azione.
Il leader dei nazional-bolscevichi ha speso 100.000 dollari per garantire la presenza a Mosca di 800 membri (una specie di servizio d'ordine del partito) dalle regioni, e altri 200, per una cifra inferiore, ne ha forniti Udal'cov con la sua Avanguardia della Gioventù Rossa (AKM). Questi nazional-bolscevichi viaggiano in autobus di lusso e per ospitarli sono stati affittati decine di appartamenti a Mosca e in periferia.
"Altra Russia" e il Fronte Civile Unito hanno mascherato l'afflusso degli attivisti da tutto il paese organizzando delle cosiddette conferenze che si sono svolte il 12 e il 13 aprile al centro "Gamma-Delta" e nel complesso alberghiero "Izmajlovo". Dunque c'è stata una spesa per gli spostamenti e anche per il pernottamento. E poi l'affitto delle sale, il materiale da distribuire tra i partecipanti, ecc. Gli ospiti dell'"Izmajlovo" saranno costati qualcosa come 4,5 milioni di rubli, cioè 175.000 dollari.
Corre voce (e qui siamo davvero in pieno kompromat) che Kasparov abbia fatto un patto con Potkin, leader del DPNI*, cioè il Movimento contro l'Immigrazione Illegale. Potkin avrebbe preso 100.000 dollari in cambio della partecipazione dei suoi attivisti alla Marcia del 14 aprile e ad altre iniziative di "Altra Russia". Il DPNI avrebbe posticipato di due ore il proprio meeting per permettere ai suoi membri di andare alla Marcia. C'era già stata un'azione congiunta di DPNI e arancioni, il 5 aprile scorso sul Novij Arbat.
Per rafforzare la posizione mediatica del DNIP sarebbe stato chiamato Askar Turganbaev, di origine kazaka, creatore di RuTube (lo YouTube russo) e noto giornalista liberale: sarà lui a promuovere la cosiddetta DPNI-TV.
L'effetto dei soldi affluiti al DPNI, secondo l'autore dell'articolo, è già ben visibile: il giornale del movimento, "Dozor" (Pattuglia), è uscito il 31 marzo con una tiratura di 100.000 copie e carta di buona qualità. Il costo di una copia è di circa 20 rubli: in tutto fanno due milioni di rubli, senza contare le spese per gli stipendi della redazione.
Ho sintetizzato le voci principali (per esempio, sono stati calcolati anche i costi delle camere d'albergo in cui sono stati ospitati i partecipanti alle convention), e vi ricordo che naturalmente l'articolo è tutto da verificare, anche se appare abbastanza documentato: insomma, secondo l'autore il costo complessivo della Marcia ammonterebbe a 18 milioni di rubli, o, nella valuta del paese amato da Kasparov e Kas'janov (e molto meno da Limonov), 700.000 dollari.

*il DPNI, cioè il Movimento contro l'immigrazione illegale, è un'organizzazione di estrema destra guidata da Aleksandr Belov (Potkin), già membro del movimento ultranazionalista e fortemente antisemita Pamjat'. Il DPNI è stato fondato nel 2002, in reazione alle violenze etniche tra gli abitanti di un quartiere periferico di Mosca e gli immigrati delle repubbliche del Caucaso Meridionale, e organizza manifestazioni in tutta la Russia (compresa la famigerata Marcia Russa, un concentrato di xenofobia e fascismo mascherato da "orgoglio etnico"). Nonostante il suo nome, il Movimento contro l'immigrazione illegale prende di mira anche cittadini russi di origine cecena e nordcaucasica. Conta 5000 membri in 30 regioni.

Update: che per andare alle marce oggi vada di moda farsi pagare è anche accennato in questo articolo dell'ex-capo della Direzione territoriale di Mosca, apparso sul Kommersant: commento interessante perché distingue tra le reazioni delle autorità alle manifestazioni di protesta di Mosca, Kiev e Biškek, e per la considerazione finale.

martedì, aprile 17, 2007

VVP e il babbeo

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin telefonò al babbeo che scriveva su di lui tutte quelle scemenze su internet.
- Ascolta, bratello, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Ma perché non hai scritto niente della Marcia dei Dissenzienti?
- E perché avrei dovuto scriverne? - grugnì il babbeo per tutta risposta.
- Come, come? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva, - E la scorretta condotta del potere? E gli abusi dei pulotti? Non si sono forse messi a picchiare persone senza alcuna colpa, semplici passanti!
- Beh, picchiare hanno picchiato, - borbottò il babbeo. - Era la prima volta, forse? Cosa c'è di interessante?
- Allora dimmelo tu, cos'è interessante! - esclamò Vladimir Vladimirovič™, - Di cosa hai bisogno, per rendere il tutto più interessante?
- Io, devo rendere sempre tutto interessante? - si inalberò il babbeo, - Perché non lo fate voi, qualcosa di interessante? Perché non si può più fare come prima - androidi, qualche tizio della Jukos, comandanti ceceni? Dove li avete messi i comandanti?! Mi mancano tanto le storie di comandanti ceceni!
- Senti un po', bratello... - disse tutto confuso Vladimir Vladimirovič™, - Tu sei un gran...
- Io? - il babbeo alzò la voce, - Io non sono nessuno. Voi, invece, cosa mi avete combinato? Non succede nulla! La gente non fa che chiedersi quale macchina comprare e dove andare in vacanza. Niente attentati, niente processi clamorosi, niente bancarotte... neanche una stupida sparatoria in un'università - n-i-e-n-t-e! Oh, pensa un po', i pulotti hanno picchiato qualche passante. Sei stato di recente a una partita di calcio?
- Cosa c'entra adesso il calcio? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva, - Cosa c'entra il calcio?
- Perché ogni settimana agli stadi c'è una marcia dei dissenzienti di migliaia di persone, - il babbeo ormai stava praticamente urlando, - E ogni settimana le prendono dalla polizia! Vuoi che mi metta a scrivere di questo? Di questo? Dove sono gli attentati? Dove sono gli attentati, mi domando! Dove sono il terrore e la confusione? Dov'è Chodorkovskij?!
- Quieto, su, quieto, - brontolò Vladimir Vladimirovič™, - Arriva, dai. Arriva, il tuo Chodorkovskij. Lo fanno venire appositamente per...
Vladimir Vladimirovič™ riagganciò e guardò pensoso dalla finestra del suo studio presidenziale.
- Non ci capisco un cavolo, - disse sommessamente Vladimir Vladimirovič™, - Piaci all'uno, non piaci all'altro... Soddisfi l'altro, scontenti l'uno... Mi sa che passo con i dissenzienti.

da: vladimir.vladimirovich.ru

lunedì, aprile 16, 2007

La mamma, la telecamera e la suocera: The Nanny State Strikes Again

Ricordate il progetto di installare in 20 città del Regno Unito telecamere provviste di altoparlanti (le cosiddette "Talking CCTV cameras") per richiamare all'ordine i vandali e i cittadini che si stanno comportando male? Il sistema era già stato sperimentato a Middlesbrough e citato come success case dalle autorità.
Ora risulta che il progetto debba delle scuse a una giovane mamma di Middlesbrough, ripresa per una cosa che non aveva fatto.
La signora Brewster si trova in centro con la figlioletta; entra in un McDonald's a comprare delle patatine per la piccola, ma visto che sono bollenti accartoccia il pacchetto e lo infila nella tasca posteriore del passeggino, per portarlo a casa. In quel momento si ode la voce: "È pregata di mettere le immondizie nell'apposito cestino".
E non basta: l'atto di vandalismo della signora Brewster è finito alla tv locale, per illustrare quanto siano utili le telecamere urlanti. Lei però non lo sapeva, e ovviamente non aveva dato il consenso. Ci ha pensato sua suocera, a telefonarle e a dirle "Cara, sei alla tv!" (la mia avrebbe aggiunto anche, perfida, "Stavi un amore; un po' sciupatina, forse"). Mettiamoci nei panni della giovane signora Brewster: mentre ti stai facendo i fatti tuoi ti telefona tua suocera. Per dirti che sei alla tv. Perché hai insudiciato il centro cittadino. Con un pacchetto di patatine di McDonald's. E te le sei sentite da una telecamera. E adesso tutti lo sanno. Buu.
Ora si scuseranno con lei. Per farlo cercheranno nome e indirizzo, e probabilmente li inseriranno in una lista di persone che hanno presentato dei reclami o delle lamentele. E sul rispetto della privacy dei cittadini britannici anche per oggi abbiamo detto tutto.
Il progetto di Middlesbrough ha così impressionato il Ministero degli interni che John Reid ha deciso di investire 500.000 sterline per estenderlo ad altri centri abitati.

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venerdì, aprile 13, 2007

VVP e l'asfissiato

[Contesto: oggi su Vedomosti è uscito un pezzo del giornalista liberale di Kommersant Valerij Panjuškin. Panjuškin si rivolge in tono un po' retorico a coloro che considera qualunquisti e pavidi, dicendo loro di starsene a casa, domani, e di non partecipare alla Marcia dei Dissenzienti organizzata dallo schieramento antiputiniano "Altra Russia" guidato da Kasparov, Kas'janov e Limonov: "Non ci andate. Ci andranno le persone che si sentono soffocare. Io lo so. Io mi sento soffocare. Ho tutto, tranne la libertà. Ma spiegare perché mi sia così necessaria è difficile come spiegare a un pesce perché abbiamo bisogno dell'aria"].

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin uscì in incognito a farsi una passeggiata sul Čistoprudnyj Bulvar di Mosca. Era circondato da splendide ragazze con la primavera negli occhi, da bambini che correvano allegri nelle loro giacchine variopinte e da innamorati seduti sulle panchine.
Vladimir Vladimirovič™ sorrideva contento.
A un tratto Vladimir Vladimirovič™ scorse su una panchina un giovane calvo con gli occhiali e delle scarpe costose. L'uomo aveva la faccia arrossata e gli occhi fuori dalla testa; dalla bocca gli usciva un gorgoglio indistinto.
- Cosa le succede? - domandò Vladimir Vladimirovič™ all'uomo calvo.
- Soffoco! - rispose l'uomo, guardando impavido Vladimir Vladimirovič™, - Soffoco per la mancanza di libertà! Ho tutto, tranne la libertà!
- Dove la vede, la mancanza di libertà? - Vladimir Vladimirovič™ si guardò attorno sorpreso. Splendide ragazze con la primavera negli occhi, bambini in giacchette variopinte, innamorati che si baciavano sulle panchine.
- Che me ne frega di tutti i tuoi ragionamenti, - disse con voce roca l'asfissiato, che non vedeva né ragazze, né bambini, né innamorati, - Io soffoco.
- Chiamo un'ambulanza, - propose Vladimir Vladimirovič™, sfilando dalla tasca il governativo apparato di comunicazione mobile, - Come fa di cognome, lei?
- Panjuškin, - ansimò l'uomo calvo, - Pan... ju... škin... Va... le..
L'uomo scivolò a terra e dalla bocca gli uscì la lingua ingrossata.
All'improvviso Vladimir Vladimirovič™ ebbe paura.

da: vladimir.vladimirovich.ru

giovedì, aprile 12, 2007

Non toccare

"Sì, era proprio così: quelle tane in cui passavamo tutta la vita in effetti erano buie e sporche e forse noi stessi eravamo l'esatto corrispettivo di quelle tane. Ma nel cielo blu sopra le nostre teste, in mezzo alle stelle rade e fioche, esistevano dei piccoli punti speciali, brillanti, artificiali, che scivolavano lenti fra le costellazioni e che erano stati creati qui, in terra sovietica, in mezzo al vomito, alle bottiglie vuote e al fumo puzzolente di tabacco, che erano fatti d'acciaio, di semiconduttori e di energia elettrica e che in quel momento volavano per il cosmo. E ognuno di noi, perfino quell'ubriacone cianotico che poco prima avevamo visto per strada, accovacciato come un rospo in mezzo a un cumulo di neve, perfino il fratello di Mitjak, e certo anche Mitjak e io, ognuno di noi aveva lassù, nel blu freddo e pulito, la sua piccola ambasciata.
Corsi fuori, in cortile, e piangendo a dirotto me ne restai a fissare il limpido cielo invernale e il globo giallo-azzurro della Luna, incredibilmente vicino".
Viktor Pelevin, Omon Ra.

[Nella foto, il cartello che segna il punto in cui atterrò Jurij Alekseevič Gagarin: "Non toccare - 12.04.61 - 10 e 55 ora di Mosca"].


mercoledì, aprile 11, 2007

La Mezzaluna di Marzapane

La signora Miru è tornata incolume da Napoli. Incolume non è un’esagerazione, quando si vola con un aereo Canadair costruito dalla Bombardier Aerospace. Dall’aeroporto è partita con un ritardo di un’ora e mezza perché è stato necessario ripulire la fusoliera dell’aereo, incrostata di cozze e parangali dopo il rifornimento d’acqua nel golfo triestino. Mi ha raccontato che il viaggio è stato piacevole, se si esclude la deviazione per spegnere un incendio in Sardegna. La cerimonia di premiazione si è svolta nella Chiesa dell’Incoronata in via Medina. Gli organizzatori hanno avuto qualche difficoltà con la signora Miru: l’hanno portata di peso sul palco, dopo averla scovata dietro il coro, dove si era nascosta finendo per addormentarsi, nell’attesa che la gente andasse via. Tra gli invitati c’era anche Fabrizio Gatti, che ha rivelato la propria identità solo al momento del suo intervento, dopo essersi aggirato a lungo tra i convenuti, travestito da perpetua petulante.
Io non comprendo perché non abbiano ancora premiato Totò Cuffaro. Eppure pochi italiani si dedicano con altrettanto vigore all'integrazione dei musulmani nel tessuto sociale ed economico italiano, senza pregiudizi o discriminazioni. Si impegna in prima persona da anni, portando alla causa risorse, energie e buon senso. Merita la gratitudine eterna della comunità islamica, come pure il suo visionario coraggio è degno di un riconoscimento come la mezzaluna d'oro. Che cosa ha valenza simbolica maggiore di un ponte, di un tunnel tra il mondo occidentale e il mondo arabo? È con grandi onori che è già stato ricevuto dal Presidente della Repubblica Tunisina: durante una sfarzosa e commovente cerimonia gli è stato conferito il nome di Al-tot Cuffah, Cannolo di Mare.
L’idea è nata pochi anni fa, nell’ambito delle discussioni in materia di interventi sociali e in particolare del reinserimento di manodopera mafiosa, tradizionalmente dedita all’imbalsamazione dei defunti in caratteristici sarcofagi cementizi. Proprio in occasione del congresso “The Role of the Mafia in the New Millennium: Perspectives, Opportunities, and New Markets” Totò Cuffaro ha esposto il suo brillante progetto: unire la Sicilia e la Tunisia, un legame fraterno foriero di benessere e sviluppo. Non si tratta soltanto di finalità turistiche ed opportunità di lavoro, in terre eternamente afflitte dalla povertà e dalla disoccupazione (si calcola un indotto, escludendo le infiltrazioni mafiose, pari a migliaia di addetti). Si prevede, infatti, un esplosivo sviluppo economico delle due regioni, trainato dai potenziali scambi commerciali sulla nuova e rapida rotta: arance, datteri, olio, fichi d’india e carrube verso l’Italia (merce rara), salsicce, nero d’Avola e know-how imprenditorial-edilizio in direzione magrebina. L’idea di sviluppare, potenziando e razionalizzando, i trasporti navali è inconcepibile. Il mare è tabù, solcare le acque irriterebbe Nettuno e Cola Pesce.
L’Enea (Ente Nazionale per l’Energia e l’Ambiente), su commissione della regione siciliana, ha dedicato una serie di studi serissimi ed approfonditi al tunnel sottomarino tra Pizzolato (borgata di poveri pescatori e disoccupati a nord di Mazara del Vallo) e Capo Bon in Tunisia. Si sottolinea come «il flusso di viaggiatori tra Italia e Tunisia risulta sempre piuttosto esiguo e di tipo turistico», perché «sia i turisti sia gli uomini d’affari hanno sempre poco tempo e privilegiano il trasporto aereo. Se però si focalizza l’attenzione sul solo trasporto merci, allora il risultato di punto in bianco diventa certamente molto più interessante e stimolante». Mi sembra una stima prudente: a me risulta che il Canale di Sicilia sia attraversato ogni anno da migliaia di persone su mezzi inadatti, lenti e pericolosi. Tuttavia «se per il variare delle condizioni socio-economiche dell’area interessata il trasporto passeggeri diventerà significativo, è auspicabile prevedere l’incremento e l’adeguamento dell’impiantistica in modo da rendere l’opera idonea al passaggio di convogli ferroviari passeggeri».
La soluzione proposta è l’uso di treni ad elevata remotizzazione, navette comandate a distanza che limiterebbero al minimo il rischio di vite umane, all’interno di un tunnel (lungo 150 km, profondo 45 m sotto il fondo del mare e con 4 isole artificiali di snodo) aperto dopo soli sette anni di lavori, con l’asporto di 25 milioni di metri cubi di terreno e la posa di 600 km di fibre ottiche per le comunicazioni. Sarà così possibile trasportare circa 30 milioni di tonnellate di merci l’anno con viaggi di soli 90 minuti tra la Tunisia e la Sicilia, terra di ferrovie borboniche a binario unico, dove i containers si areneranno come balene spiaggiate. L’Enea mette le mani avanti: per captare il traffico di oltre 500 milioni di tonnellate l’anno di merci scambiate nei porti mediterranei (la metà attraverso i porti nord africani) è indispensabile il prolungamento del tunnel con l’asse Berlino-Palermo tramite il ponte di Messina o, in alternativa, un convoglio di astronavi cargo.
Questo è quanto riportato nelle due relazioni depositate al dipartimento Trasporti della Regione, un progetto di fattibilità e le successive analisi. Per l’ing. Pietro La Mendola (di origini siciliane), che ha curato gli studi, non si tratta di fantascienza: fa notare che la stessa incredulità accolse l’idea dei canali di Suez e di Panama o l’ipotesi del Catania in serie A. Guardando a progetti recenti come la galleria ferroviaria del Gottardo, che cosa sarà mai un tunnel sotto il Mediterraneo? Da un punto di vista squisitamente tecnico, “l’acqua pesa molto meno della roccia” dichiara il meticoloso ingegnere. A pag. 22 del progetto di fattibilità, un’analisi scrupolosa del concorrente progetto (in fase molto avanzata) di collegamento tra Spagna e Marocco attraverso lo stretto di Gibilterra si conclude in pratica con un competente “noi siamo messi meglio e siamo pure più fighi”.
Il costo dell’opera si aggira sui venti miliardi di euro: il tunnel costerebbe solo una manciata di euro, ma purtroppo non sono ancora stati inventati gli operai ad elevata remotizzazione ed è necessaria un’apposita galleria con standard di sicurezza elevatissimi per cose e persone. I finanziamenti dovrebbero essere stanziati da una cordata di misteriosi imprenditori coreani e dalla “Buscemi Salvatore e Figli”, secondo le modalità del project finance. Totò Cuffaro guiderà (o forse ha già guidato) una delegazione in Estremo Oriente per studiare i tunnel sottomarini già realizzati o progettati in Corea e Giappone, i paesi più esperti in questo campo. I rapporti dell’Enea sono stati pubblicati nel 2003. Potrebbe essersi trattato solo di una trovata a fini elettorali o di uno dei molti e fantasiosi sperperi di denaro pubblico. E invece, un nuovo colpo di scena nel 2005. Allego la briosa presentazione (una minestra riscaldata delle vecchie relazioni cose), una serie di slides con corredino di disegni ed effetti di transizione patetici, elaborata per le conferenze al Rotary di Al-Tot Cuffah. Vi prego di notare, tra i progetti citati, la nuova highway americana (Transearth Russia-America 101): chi ne sarà il cantore, il novello Bob Dylan? Justin Timberlake o le t.A.T.u.?

VVP e la lista dei successori

[Contesto: il quotidiano Gazeta è stato attaccato dai politici vicini al Cremlino per aver pubblicato un'intervista allo scrittore Eduard Limonov, leader del partito nazional-bolscevico NBP (dichiarato fuorilegge dalla Procura Generale russa perché ritenuto un'organizzazione estremista). Nell'intervista Limonov, che con Kasparov e Kas'janov forma lo schieramento anti-putiniano "Altra Russia", si era dichiarato a favore della secessione cecena e delle dimissioni di Putin].

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e leggeva sul quotidiano Gazeta l'intervista allo scrittore Eduard Veniaminovič Limonov.
- Dice che secondo lui, - scosse il presidenziale capo Vladimir Vladimirovič™, - Bisogna lasciar andare la Cecenia... Ci abbiamo combattuto duecento anni, e adesso bisogna lasciarla andare. Eppure ci contavo ancora...
Vladimir Vladimirovič™ aprì un cassetto del presidenziale tavolo e ne estrasse un foglio di carta bollata con un lungo elenco di cognomi.
- Kas'janov, Kasparov... eccolo, - Vladimir Vladimirovič™ trovò la riga che cercava, - Limonov.
Vladimir Vladimirovič™ sfilò dal taschino della giacca la presidenziale "Parker" e cancellò risolutamente il cognome.
- È anche colpa mia, - mormorò Vladimir Vladimirovič™, - Bisogna ciarlare meno...
E Vladimir Vladimirovič™ schiacciò immediatamente il pulsante per chiamare il vice-capo della sua amministrazione, Vladislav Jur'evič Surkov.
- Ascolta, bratello, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Ho cancellato quel Limonov dalla lista dei successori. Aveva cominciato a farsi notare. Bisogna essere discreti...
- Finirai per cancellarli tutti, - disse Vladislav Jurevič.
- E cosa c'è di terribile? - si stupì Vladimir Vladimirovič™, - Certo che li cancelliamo tutti. Tutti meno uno. La Russia non può avere cinque presidenti. Non siamo mica l'Ucraina. Sì, e poi questo giornale che ha pubblicato l'intervista a Limonov: chiudiamolo. Altrimenti vanno avanti e tirano fuori tutta la lista dei successori.
- Cioè, in che senso chiudere il giornale? - Vladislav Jurevič non capiva, - Bratello, guarda che abbiamo la libertà d'espressione e robe così! Noi non chiudiamo i giornali! Forse però questo possiamo comprarlo.
- Comprarlo? - domandò Vladimir Vladimirovič™, - E a che diavolo ci serve? Ma come, non c'è proprio modo di chiuderlo? Tu mi deludi.
- Beh, vuoi... - propose Vladislav Jurevič, - Vuoi che chiudiamo una trasmissione televisiva, magari?
- Ma non se ne accorge nessuno, - disse Vladimir Vladimirovič™.
- Se ne accorgono sì, - assicurò Vladislav Jurevič, - Di quella che chiudiamo noi si accorgono, vedrai.
- Boh, come vuoi, - borbottò Vladimir Vladimirovič™, e interruppe la comunicazione, - Non si può neanche chiudere un giornale... Perché un cretino qualunque può aprire un giornale e non chiuderlo? Non è giusto...

da: vladimir.vladimirovich.ru

VVP e il campione di scacchi

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin era seduto nel suo studio all'interno del Cremlino e ascoltava su radio "Echo Moskvy" l'intervento del giornalista Evgenij Alekseevič Kiselev.
- La rivoluzione arancione, - diceva Evgenij Alekseevič, - È stata uno dei maggiori insuccessi di Putin. Più della Cecenia e dell'affare Jukos.
- Ma va'... - si stupì Vladimir Vladimirovič™, - Ma guarda un po' se...
In quel momento sul tavolo di Vladimir Vladimirovič™ si mise a squillare il telefono. Vladimir Vladimirovič™ afferrò prontamente il ricevitore.
- Ascolta, bratello, - nel ricevitore risuonò la voce del direttore del Servizio di Sicurezza Federale Nikolaj Platonovič Patrušev, - Ma tu lo sapevi che il Kasparov era una spia americana?
- In che senso? - si meravigliò Vladimir Vladimirovič™.
- In quel senso lì, - rispose Nikolaj Platonovič, - Sembra che sia membro del Consiglio di un certo Centro americano per una politica di sicurezza. Dal '91.
- Bella roba! - si rallegrò Vladimir Vladimirovič™, - Vuol dire che è dei nostri? Possiamo metterci d'accordo?
- Ma chiaro, - concordò Nikolaj Platonovič, - Ancora non è successo che una spia e un'altra spia non siano riuscite a mettersi d'accordo. Gli telefoni tu o gli telefono io?
- Io, io, - disse tutto contento Vladimir Vladimirovič™, - Fammi il numero.
- Pronto? - nella cornetta risuonò la voce del campione del mondo Garri Kimovič Kasparov.
- Garri Kimovič? - disse affabilmente Vladimir Vladimirovič™, - Salve!
- Chi parla? - domandò il campione, che non capiva.
- Sono Vladimir Vladimirovič™, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Il Presidente della Federazione Russa. Adesso, però... perché prima... prima anch'io, come lei, ero una spia.
- Che spia? - disse Garri Kimovič, - Ma con chi vuole parlare?
- Ma lei non è membro del Consiglio del Centro americano per una politica di sicurezza? - domandò un po' confuso Vladimir Vladimirovič™.
- Questa è una provocazione, - rispose Garri Kimovič, - La smetta di molestarmi.
- Ma non è una provocazione! - esclamò Vladimir Vladimirovič™.
- Sì che è una provocazione, - disse il campione del mondo, - Un'evidente provocazione nei confronti di "Altra Russia" alla vigilia della "Marcia dei dissenzienti". Mi lasci in pace o chiamo la polizia!
- Garri Kimovič, - lo supplicò Vladimir Vladimirovič™.
- Non voglio parlare con lei! - esclamò Garri Kimovič.
- Ma ci sta già parlando! - si meravigliò Vladimir Vladimirovič™.
- Interrompo questa conversazione! - disse il campione del mondo a Vladimir Vladimirovič™, - Troppo onore.
E Garri Kimovič mise giù.
- Non siamo riusciti a metterci d'accordo, - borbottò Vladimir Vladimirovič™, - Mi piacerebbe sapere cosa vuole, questo...

da: vladimir.vladimirovich.ru

venerdì, aprile 06, 2007

Distrazioni, falsiallarmi, enigmi e le normative definitive

"It can hardly be a coincidence that no language on Earth has ever produced the phrase, 'as pretty as an airport.' Airports are ugly. Some are very ugly. Some attain a degree of ugliness that can only be the result of a special effort".
Douglas Adams

Ci si dà tanto da fare per mettere al bando le dosi inopportune di liquidi e i flaconi non regolamentari e poi si scopre che durante un'esercitazione i controlli di sicurezza dell'aeroporto di Denver sono riusciti a farsi sfuggire il 90% delle armi e degli esplosivi. Ti sequestrano la minerale ma ti lasciano portare una vistosa cintura da kamikaze: adesso lo hanno anche verificato, e non possono farci nulla. Sicurezza è consapevolezza.
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Volo della Delta Airlines: donna si chiude in bagno a fumare, va fuori di testa, appare sconvolta e bellicosa. Il pilota minaccia di ammanettarla e lei (bontà sua) lo colpisce al torace. Il volo diretto a Honolulu ripiega su Los Angeles: ambulanza, ospedale e ciao ciao signora. È un crimine federale fumare su un volo di linea, sapevatelo. Secondo me se c'è una cosa più inquietante del vedere uscire del fumo dalla toilette, è la prospettiva di assistere al ko tecnico del pilota. Ma magari sono paranoica io.
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Passeggeri schedati, controllati, perquisiti; portatili accesi ("mi faccia vedere le icone"); fotocamere e cellulari smontati (sì, sempre io); burrocacao guardati con sospetto ("può stapparlo, cortesemente"?). E poi il dipartimento del governo degli Stati Uniti che si occupa di proteggere dati tecnici segreti sulle armi nucleari perde, ehm, venti computer. È la tredicesima volta che fanno l'inventario e i conti non tornano mai. Non ditemi che siete nervosi.
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Hostess in uniforme ma non in servizio sale su un volo United da Atlanta a Washington con un'arma nella borsetta che è passata inosservata attraverso i controlli di sicurezza, scende dall'aereo e va dalla polizia ad autodenunciarsi. Arrestata. Boh. Mettete al posto dell'hostess il signor Brando di Suspense! della Settimana Enigmistica e cercate di trovare un senso all'episodio.
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E infine, miei cari.
Pasqua e i ponti sono ormai vicini. Forse prenderete un aereo, e il forse può non dipendere da voi: potreste trovare molti ostacoli prima della bramata scaletta, se non possedete armi o esplosivi.
Quali sostanze liquide, gelificate o semisolide e in quale misura e contenitore sono ammesse a bordo? È possibile pranzare al sacco? Sul desktop del vostro portatile vi sono icone sospette? Qual è la posizione corretta da assumere una volta seduti? L'enac [blink blink] ha redatto un documento contenente le nuove direttive recepite da tutti gli aeroporti europei: scaricate e leggete questo .pdf prima di preparare i bagagli, dirigervi all'aeroporto o anche solo acquistare un biglietto aereo.
Ricordate: security is awareness. Le Edizioni No-Fly Zone vi augurano una piacevole vacanza.