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mercoledì, aprile 11, 2007

La Mezzaluna di Marzapane

La signora Miru è tornata incolume da Napoli. Incolume non è un’esagerazione, quando si vola con un aereo Canadair costruito dalla Bombardier Aerospace. Dall’aeroporto è partita con un ritardo di un’ora e mezza perché è stato necessario ripulire la fusoliera dell’aereo, incrostata di cozze e parangali dopo il rifornimento d’acqua nel golfo triestino. Mi ha raccontato che il viaggio è stato piacevole, se si esclude la deviazione per spegnere un incendio in Sardegna. La cerimonia di premiazione si è svolta nella Chiesa dell’Incoronata in via Medina. Gli organizzatori hanno avuto qualche difficoltà con la signora Miru: l’hanno portata di peso sul palco, dopo averla scovata dietro il coro, dove si era nascosta finendo per addormentarsi, nell’attesa che la gente andasse via. Tra gli invitati c’era anche Fabrizio Gatti, che ha rivelato la propria identità solo al momento del suo intervento, dopo essersi aggirato a lungo tra i convenuti, travestito da perpetua petulante.
Io non comprendo perché non abbiano ancora premiato Totò Cuffaro. Eppure pochi italiani si dedicano con altrettanto vigore all'integrazione dei musulmani nel tessuto sociale ed economico italiano, senza pregiudizi o discriminazioni. Si impegna in prima persona da anni, portando alla causa risorse, energie e buon senso. Merita la gratitudine eterna della comunità islamica, come pure il suo visionario coraggio è degno di un riconoscimento come la mezzaluna d'oro. Che cosa ha valenza simbolica maggiore di un ponte, di un tunnel tra il mondo occidentale e il mondo arabo? È con grandi onori che è già stato ricevuto dal Presidente della Repubblica Tunisina: durante una sfarzosa e commovente cerimonia gli è stato conferito il nome di Al-tot Cuffah, Cannolo di Mare.
L’idea è nata pochi anni fa, nell’ambito delle discussioni in materia di interventi sociali e in particolare del reinserimento di manodopera mafiosa, tradizionalmente dedita all’imbalsamazione dei defunti in caratteristici sarcofagi cementizi. Proprio in occasione del congresso “The Role of the Mafia in the New Millennium: Perspectives, Opportunities, and New Markets” Totò Cuffaro ha esposto il suo brillante progetto: unire la Sicilia e la Tunisia, un legame fraterno foriero di benessere e sviluppo. Non si tratta soltanto di finalità turistiche ed opportunità di lavoro, in terre eternamente afflitte dalla povertà e dalla disoccupazione (si calcola un indotto, escludendo le infiltrazioni mafiose, pari a migliaia di addetti). Si prevede, infatti, un esplosivo sviluppo economico delle due regioni, trainato dai potenziali scambi commerciali sulla nuova e rapida rotta: arance, datteri, olio, fichi d’india e carrube verso l’Italia (merce rara), salsicce, nero d’Avola e know-how imprenditorial-edilizio in direzione magrebina. L’idea di sviluppare, potenziando e razionalizzando, i trasporti navali è inconcepibile. Il mare è tabù, solcare le acque irriterebbe Nettuno e Cola Pesce.
L’Enea (Ente Nazionale per l’Energia e l’Ambiente), su commissione della regione siciliana, ha dedicato una serie di studi serissimi ed approfonditi al tunnel sottomarino tra Pizzolato (borgata di poveri pescatori e disoccupati a nord di Mazara del Vallo) e Capo Bon in Tunisia. Si sottolinea come «il flusso di viaggiatori tra Italia e Tunisia risulta sempre piuttosto esiguo e di tipo turistico», perché «sia i turisti sia gli uomini d’affari hanno sempre poco tempo e privilegiano il trasporto aereo. Se però si focalizza l’attenzione sul solo trasporto merci, allora il risultato di punto in bianco diventa certamente molto più interessante e stimolante». Mi sembra una stima prudente: a me risulta che il Canale di Sicilia sia attraversato ogni anno da migliaia di persone su mezzi inadatti, lenti e pericolosi. Tuttavia «se per il variare delle condizioni socio-economiche dell’area interessata il trasporto passeggeri diventerà significativo, è auspicabile prevedere l’incremento e l’adeguamento dell’impiantistica in modo da rendere l’opera idonea al passaggio di convogli ferroviari passeggeri».
La soluzione proposta è l’uso di treni ad elevata remotizzazione, navette comandate a distanza che limiterebbero al minimo il rischio di vite umane, all’interno di un tunnel (lungo 150 km, profondo 45 m sotto il fondo del mare e con 4 isole artificiali di snodo) aperto dopo soli sette anni di lavori, con l’asporto di 25 milioni di metri cubi di terreno e la posa di 600 km di fibre ottiche per le comunicazioni. Sarà così possibile trasportare circa 30 milioni di tonnellate di merci l’anno con viaggi di soli 90 minuti tra la Tunisia e la Sicilia, terra di ferrovie borboniche a binario unico, dove i containers si areneranno come balene spiaggiate. L’Enea mette le mani avanti: per captare il traffico di oltre 500 milioni di tonnellate l’anno di merci scambiate nei porti mediterranei (la metà attraverso i porti nord africani) è indispensabile il prolungamento del tunnel con l’asse Berlino-Palermo tramite il ponte di Messina o, in alternativa, un convoglio di astronavi cargo.
Questo è quanto riportato nelle due relazioni depositate al dipartimento Trasporti della Regione, un progetto di fattibilità e le successive analisi. Per l’ing. Pietro La Mendola (di origini siciliane), che ha curato gli studi, non si tratta di fantascienza: fa notare che la stessa incredulità accolse l’idea dei canali di Suez e di Panama o l’ipotesi del Catania in serie A. Guardando a progetti recenti come la galleria ferroviaria del Gottardo, che cosa sarà mai un tunnel sotto il Mediterraneo? Da un punto di vista squisitamente tecnico, “l’acqua pesa molto meno della roccia” dichiara il meticoloso ingegnere. A pag. 22 del progetto di fattibilità, un’analisi scrupolosa del concorrente progetto (in fase molto avanzata) di collegamento tra Spagna e Marocco attraverso lo stretto di Gibilterra si conclude in pratica con un competente “noi siamo messi meglio e siamo pure più fighi”.
Il costo dell’opera si aggira sui venti miliardi di euro: il tunnel costerebbe solo una manciata di euro, ma purtroppo non sono ancora stati inventati gli operai ad elevata remotizzazione ed è necessaria un’apposita galleria con standard di sicurezza elevatissimi per cose e persone. I finanziamenti dovrebbero essere stanziati da una cordata di misteriosi imprenditori coreani e dalla “Buscemi Salvatore e Figli”, secondo le modalità del project finance. Totò Cuffaro guiderà (o forse ha già guidato) una delegazione in Estremo Oriente per studiare i tunnel sottomarini già realizzati o progettati in Corea e Giappone, i paesi più esperti in questo campo. I rapporti dell’Enea sono stati pubblicati nel 2003. Potrebbe essersi trattato solo di una trovata a fini elettorali o di uno dei molti e fantasiosi sperperi di denaro pubblico. E invece, un nuovo colpo di scena nel 2005. Allego la briosa presentazione (una minestra riscaldata delle vecchie relazioni cose), una serie di slides con corredino di disegni ed effetti di transizione patetici, elaborata per le conferenze al Rotary di Al-Tot Cuffah. Vi prego di notare, tra i progetti citati, la nuova highway americana (Transearth Russia-America 101): chi ne sarà il cantore, il novello Bob Dylan? Justin Timberlake o le t.A.T.u.?

martedì, gennaio 23, 2007

Fermenti galattici

Ieri era il compleanno ortodosso della signora Miru, secondo il calendario giuliano. In origine il programma prevedeva una sobria cerimonia di sepoltura sotto il piumone, con adeguata riserva di "mandarini senza ossetti" (volgarmente detti clementine), ma poi ha cambiato idea e si è alzata presto per farsi bella. Cinguettava per la casa uno dei canti amati dai Giovani Pionieri sovietici, con i capelli vaporosi come un Deutscher Zwergspitz:

Odo la voce di una dolce meta lontana
Nella rugiada argentata del mattin
Odo la voce e la strada mi invita
E come su una giostra mi sento turbinar
Dolce meta lontana
Non essere crudele
Non essere crudele
Non esser sì crudel
Da questa origin pura
Verso la dolce meta
Verso la dolce meta
Il viaggio mio comincerà

Odo la voce da una dolce meta lontana
Che mi chiama verso un magico avvenir
Odo una voce che mi chiede
Che il mio oggi possa il domani diventar

Dolce meta lontana
Non essere crudele
Non essere crudele
Non esser sì crudel
Da una fonte pura
Verso la dolce meta
Verso la dolce meta
il viaggio mio comincerà

Giuro di diventar buono e migliore
E che un amico mai abbandonerò
Odo una voce e mi affretto
Sulla strada che segnata ancor non è

Dolce meta lontana
Non essere crudele
Non essere crudele
Non esser sì crudel
Da questa origin pura
Verso la dolce meta
Verso la dolce meta
Il viaggio mio comincerà*


Se la Grande Epopea Spaziale del Colonnello Jurij Alekseevič Gagarin, novello Giasone, e dei suoi Cosmonauti costituiscono il fulcro della personale Mitologia Sovietica della signora Miru, i Giovani Pionieri sono la porta d'accesso a questo mondo leggendario.

vsegda gotovi
Ambizioso dipinto murale sovietico raffigurante
Giovani Pionieri attorno a un falò ("Poli, questo mi
ricorda un altro celebre inno, 'Levate in alto i vostri falò!'").

La signora Madre conserva ancora le numerose istanze e la corposa documentazione allegata che la petulante bambina regolarmente le chiedeva di spedire.
Prima di partire per la dolce meta lontana la signora Miru mi ha rivelato, pensando forse di rendermi felice, che la sera avremmo cenato alla russa: salat "zdorov'e" (insalata "salute"), foršmak (aringa tritata), bliny, pel'meni siberiani, sudak o belom vine (luccioperca al vino bianco), per chiudere con macedonia di frutta "Yalta" e una strana torta con tre soli ingredienti che la signora Miru ha imparato a fare al tempo della perestrojka. Pasticcio di Radicchio alla Goriziana, avrei voluto, altro che pel'meni e luccioperca! Ma è la sua festa e solo il suo foodtrainer personale gode del diritto di veto. Ho potuto invece rifiutarmi di accompagnarla a comperare gli ultimi ingredienti, era abbigliata in maniera davvero imbarazzante: camicetta bianca di popeline, gonnellina celeste, calzini immacolati, tufli-baleriny ai piedi e fazzolettone rosso carminio al collo. Nel frattempo ho potuto nasconderle sotto il cuscino il mio regalo, un paio di calzini con suola anti-scivolo e una fantasia di matrioški.

vsegda gotovi
Altro ambizioso dipinto murale raffigurante Giovani Pionieri
("Poli, che dici, è un missile intercontinentale quello lì?").
Al centro, il motto dei pioneri: "Vsegda Gotov!" ("Sempre pronto!")


"Da oggi comincia una nuova vita", ha proclamato al ritorno, "una vita senza scrupoli, no more scruples. Hello takeiteasy, goodbye scruples!". Non ho compreso bene il proposito, ma aveva un'aria decisa. Contenta lei... a me basta una ciotola di gulasch, acqua e un grattino dietro le orecchie. Attraversa un periodo strano, è evidente. Ha cominciato il 2007 all'insegna del bianco: ingolla quantità industriali di latte, yogurt e svariate altre cose bianche. Al supermercato può fissare incantata gli stracchini per un quarto d'ora. Spero che non si tratti di uno dei suoi piani quinquennali, ormai in questa casa è bandito perfino l'arricchimento del pane con farina integrale o semi. E io ho lo stomaco in continuo fermento lattico.
Anche il signor G. attraversa un periodo particolare, credo che somatizzi la signora Miru. Quei due sono simbiotici, un vero lichene. Chi sia il fungo e chi l'alga, non è importante stabilirlo. Dunque, dicevo che anche il signor G. non è in lui. Tanto per dire: in che cosa sono bravi i gatti, rispetto a noi cani? Nel saltare, ma soprattutto nell'arrampicarsi. Se non fosse così, li avremmo già sterminati da un pezzo. Saltare, il signor G. se la cava ancora. Arrampicare, un disastro. Perde la presa, scivola, soffre di vertigini. E invece di concedersi una pausa, di rifondare alle basi la sua essenza felina, osa sempre di più. Non lo puoi perdere di vista un momento che subito senti il tump tump tump del gatto che precipita dalla libreria, sbatacchiando come un'auto dalla scogliera in un film poliziesco. E alla fine, mica la solita, morbida flessione sulle zampe e l'elegante allontanamento con l'espressione da "Tutto calcolato, che cosa credi?". No, ora abbiamo tump tump tump SPLAT! A pelle di leone, cade. Come se un ciclista si dimenticasse di mettere il piede a terra allo stop.
Secondo me, vive una specie di adolescenza, con un rapporto ambiguo nei confronti della stessa signora Miru. Ho smesso perfino di tormentarlo, ha già i suoi problemi. Alterna momenti di estrema affettuosità, alimentati generosamente dalla sua sdolcinata padrona, a momenti di auto ed etero-distruzione. La signora Miru se ne è accorta da una decina di giorni, ma per quanto ne sappiamo ci lavora da tempo. Sta lì e lavora, lavora, lavora. Si gode una piccola siesta, torna al lavoro interrotto e ricomincia a trafficare. Svita le viti, viola il comodato d'uso del ricevitore Sky affilandosi le unghie sulla griglia di raffreddamento, sbadiglia rumorosamente e rutta ("non rutta, digerisce", puntualizza la signora Miru). Se fosse dotato di pollice opponibile, avrebbe già distrutto la casa. Quando il signor G. è sveglio ma non visibile, è certo che sta tramando qualcosa. Ti passa davanti con la sua faccia da poker e un attimo dopo è in camera col piede di porco. Quel gatto è da manuale psichiatrico. L'altro giorno ha demolito la propria cassettina igienica e, lamentandone la perduta idoneità, ha orinato nella vasca da bagno. Ora il signor Elio ne deve approntare una d'emergenza e io ho suggerito una colata unica di ghisa o una pressofusione di acciaio. Con il signor G. e tutto, possibilmente. Nel frattempo, si potrebbe somministrare la fluoxetina.

*karaoke per tutti (su youtube, qui). Firmato: la signora Miru.



martedì, novembre 14, 2006

Botto per mille

L'altro giorno la signora Miru ha pensato di fare un salto a Trieste, al museo Revoltella. "Adoro Scarpa e la sua luce!", ha rivelato estasiata. Sulla porta, la folgorazione: "Mi è venuta un'idea buffissima, sai cosa facciamo? Tra i bookmarks troverai alcune webcams di Trieste: quando faccio squillare il telefono, ti colleghi e salvi le immagini in cui faccio ciaociao con la manina!".
Prima di tutto, mi sono finalmente liberato della pesante collana di castagne che la signora Miru mi ha confezionato per tenere lontani tosse e raffreddori. Mi fa bene stare da solo, ogni tanto. Quella donna è deliziosa ma tende a non stare zitta un solo minuto. Ieri, mentre imponeva le sue cure alle sventurate forme di vita sul terrazzo, ha tenuto una conferenza su "Il ruolo dell'Autore nello sminuire i propri Personaggi". Interessante, per carità, ma ho sentito uno strano odore di bruciato provenire dalla cucina, dove un esperimento coinvolgeva la macchina per il pane ed una strana farina con ossicini, e ho dovuto allontanarmi. Dopo aver sorvegliato a lungo e con preoccupazione le evoluzioni della pasta che si gonfiava e premeva conto le pareti, sono rientrato nel soggiorno e attraverso le vetrate ho visto che la signora Miru stava ancora discettando, gesticolando vistosamente.
Quando è arrivato il primo squillo, stavo insegnando allo stupido gatto a soffiare in modo meno affettato e manierato. È semplice condizionarlo, altro che cani di Pavlov: tu fai soffio, io fo te giocare con piumette colori. Possiamo migliorare, però, è ancora così lezioso. Al segnale convenuto abbandono il signor G., commettendo la leggerezza di lasciarlo in compagnia del suo giocattolo preferito ("Hai fatto una cazzata", precisa la signora Miru). Ho visto subito che qualcosa non tornava. Una sospetta fissità nelle pose contraddistingueva le vecchiette sedute nella gelateria: tazzine di caffè sospese a mezz'aria, colpi di tosse definitivi. Per non parlare dell'inaspettato numero di fusi orari che separavano il Molo Pescheria da Piazza Unità d'Italia. Come si fa a scambiare delle panoramiche virtuali per live webcams? Il telefono ha squillato molte volte, quel pomeriggio. Mi si stringeva il cuore ad immaginare la poverina che faceva la spola tra i luoghi filmati dalle presunte telecamere, saltellando per farsi inquadrare e facendo ciaociao con la manina. Ho dovuto uscire, non sopportavo più quegli squilli.
Davanti al Bar da Teo, uno dei notabili della città, un uomo male in arnese importunava i passanti, implorando uno spicciolo. A volte otteneva una moneta e la rigirava tra le dita a lungo, biascicando parole di ringraziamento o forse lamentandosi. Molto spesso le persone tiravano dritto, fingendo di non udirlo. Una signora, dopo molte insistenze, è sbottata: "Non le do nulla, lei li spende tutti in vino!". La donna non aveva tutti i torti ad essere diffidente, non ci si può fidare nemmeno dello Stato. Giulia Maria Crespi, presidente del Fondo Italiano per l'Ambiente, ha rivelato una confidenza del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta: i fondi che gli italiani, tramite l'8 per mille, destinano a fini sociali e culturali nel 2004-05 hanno in parte contribuito alle spese militari. Si tratterebbe di circa 80 milioni di euro, un terzo del totale (ma forse di più). La notizia ha fatto clamore, scatenando le polemiche di quanti, come il presidente del WWF Italia, si dichiarano all'oscuro della vicenda. Strano. Da personaggi sempre pronti a battere cassa o a lamentarsi dell'esiguità dei finanziamenti ci si aspetterebbe competenza e attenzione verso certi temi. Eppure già nell'estate del 2005 la campagna Sbilanciamoci e alcuni giornali denunciavano l'utilizzo distorto dell'8 per mille.
La signora Miru è rimasta a Trieste l'intera giornata perché desiderava incontrare un amico, desiderio di cui la suddetta persona era chiaramente ignara. Nel timore di disturbarlo e accelerarne il tempo di dimezzamento affettivo, non ha ritenuto opportuno avvertirlo e quindi ha vagato per ore nelle vie del centro sperando di incontrarlo. È stato l'amico a scorgerla per caso, ritta davanti ad una vetrina, mentre imprecava contro i riflessi che disturbavano le sue foto, esausta e con i piedi ridotti ad un pasticcio di radicchio rosso alla goriziana. La signora Miru mi ha mostrato orgogliosa una minuscola pigna, verde e zigrinata. È un dono dell'amico e previene la forfora, gli scrupoli e la macchie di resina sul parabrezza. In realtà la pigna si è rivelata una dirty bomb: dopo poche ore si è schiusa, liberando una bellissima polverina che si è diffusa su mobili e vestiti. Lo stesso signor G., felino curioso e minchione, dopo aver razzolato nel misterioso pulviscolo tingendosi fino alle orecchie, ne ha inalata gran parte, senza conseguenze più gravi di una scarica di starnuti. La signora Miru era più preoccupata per quanto ha ingerito spiumando il giocattolo e lo ha sottoposto ad una terapia intensiva a base di Remover.
Ora è meglio che riprenda la correzione delle bozze, ho ancora centinaia di pagine da leggere. La cosa peggiore è dovermi sorbire la signora Miru che quando fa le pulizie di casa urlacchia Robbie Williams. Le piace perché "c'ha quella faccia c'ho tanti di quei problemi, tante di quelle paranoie, tanti di quei tatuaggi, io".

martedì, ottobre 17, 2006

Il pelo sullo stomaco

"Quello è un fissato strabico."
Rosa Russo Iervolino

Ero in salotto, ai piedi del divano, impegnato nella quotidiana rassegna stampa. Il mio nuovo compito è Seek&Stress, evidenziare i temi Hot&Hidden, che poi la signora Miru approfondirà per "In My Humble Opinion, rubrica di "Leggiadria", nota ginerivista. Un lavoro complesso e delicato: siamo in corsa per l'ambìto "Bleachspot Blog Awards 2006", mica pigne. Finalmente sono stato assegnato ad un incarico decoroso e adeguato alla mia preparazione, anche se, non essendo dotato di pollice opponibile ed incapace di maneggiare le forbici, sono costretto a stringere tra le fauci un grosso pennarello rosso. L'abbondante produzione di bava è lesiva della mia dignità, oltre che causa di deterioramento per gli articoli evidenziati.
Insomma, era sabato e mi trovavo in salotto. Come al solito non la sento arrivare, adora avvicinarsi sottovento e in punta di zeppe. "Poli, me l'hanno ammazzata, hanno ammazzato Annuška..." sussurra prima di zeppettare via, sconsolata. Povera Anja, simpatica e coraggiosa. La conobbi a Rybač'e, nel Cimitero dei Sommergibili Perduti, quando venne per parlare col mio capitano. Quanta gioia e amarezza, nell'affidare a quella donna le nostre paure e le nostre speranze. Lasciati cadere nell'oblio, ad eterna guardia di un arsenale così potente e pericoloso, così inutile e in rovina.
Da allora non si vive più. La signora Miru si è barricata in casa. Non solo per la tristezza e lo sconforto, no: "Il mondo deve sapere!" ha scritto nel screensaver. Draga internet e legge qualunque pagina associata alla chiave di ricerca politkovskaja, traduce e pubblica perché Anna Politkovskaja non diventi un santino scolorito e spiegazzato, scivolato sotto il sedile o seppellito nel cruscotto. Pavimenti e ripiani sono disseminati di libri, grammatiche, vocabolari e giornali. "C'è da dire che ultimamente traduco tantissimo, sono diventata anche veloce ma mi piacerebbe curare di più. Sono velocissima, nel mio genere.", si vanta. Quale genere, lo sa solo lei. Ha perfino riesumato il Majzel' - Skvorcova, dizionario andata e ritorno per la Russia, in due volumi, compilato in era sovietica e quindi ignaro di lemmi come tostapane (cuocevano i toast negli altoforni), azionariato diffuso o chinotto. Cito: "Edizione terza stereotipata con tavole morfologiche della lingua russa compilate dal dottore in filologia A. A. Zaliznjak". Stereotipato non solo dal punto di vista tipografico: si può leggere "Gli studenti e i professori dell'università di Mosca non sono mai rimasti estranei agli avvenimenti sociali", come pure "Grazie al fatto che era stato adottato un nuovo metodo, la costruzione dell'impianto procedeva a ritmi accelerati". Vi allego l'esilarante prefazione, nella quale si predice un futuro radioso in cui il russo sarà la lingua franca dell'umanità (con l'attachment comunismo).
Ma la cosa peggiore è un'altra: se non si esce di casa, non si fa la spesa. Il frigo e la dispensa sono ormai vuoti e da due giorni mi nutro di fiocchi d'avena impastatati con acqua. La signora Miru sintetizza proteine e glicogeno dai dispiaceri, lo stupido gatto è in convalescenza e se ne frega. Mi è proibito toccare le sue scatolette personali, una pila alta così di Anatra & Fagioli Zolfini, Lepre & Broccoletti o Agnello & Lampascioni, anche se il signor G. non le degna di un'annusata. Ho trafugato un Cavedano & Cuori Di Carciofo ma sono stato scoperto mentre tentavo di forzare la latta e ora le leccornie sono nella No-Grab Zone, sopra i pensili della cucina.
Ormai non ho più bisogno di scendere in giardino per le urgenze, non avendo nulla da smaltire. La signora Miru me lo avrebbe proibito in ogni caso, dopo la volta in cui mi sono sottratto alla sorveglianza e ho mangiato una cinquantina di minuscole pere abbandonate tra l'erba, con ripercussioni letali sul mio intestino. Ha poco da ridere, lo stupido gatto. Gli è venuta la gastrite a forza di inghiottire pelo: nello stomaco aveva un maglione infeltrito, ormai, era ridotto come un peluche imbottito. Il veterinario, il mio eroe personale, gli ha ordinato un farmaco dal nome evocativo, il Remover. Così assimila, ha pudicamente precisato la signora Miru. Chiamalo assimilare: il signor G. si è svuotato come un tubetto di dentifricio. Quella donna premurosa ha celato il farmaco in una crema di crema di Edgar e quando il gatto si è rifiutato di mangiarne ancora era troppo tardi: il Processo di Assimilazione era già iniziato. Ora sembra essersi ripreso ma ogni sera, prima di dormire, la signora Miru gli dà cento colpi di spazzola. E se ti sta a cuore la vaghezza intestinale del tuo gatto, la profilassi prevede la regolare assunzione degli inquietanti croccantini Haarballen Kontrolle, a base di fibre di crauti.
Neanche in Italia si scherza, sarà per questo che finora non ho sofferto di nostalgia. Durante il Seek & Stress di questi giorni, ho appreso di un tale Roberto Saviano. Un giovanissimo giornalista e scrittore di cui avevo letto alcuni articoli pubblicati sull'Espresso, settimanale che in casa gode dello status e della libertà di movimento di un palestinese dei territori occupati ("A volte non lo compro", ha deciso arbitrariamente la signora Miru). Roberto Saviano vive tra lettere minatorie, telefonate mute, l'ostracismo di panettieri e camerieri, il disprezzo di Rosa Russo Iervolino che, consegnandogli il premio Siani, riesce ad offendere in un colpo solo il giornalista e il cronista alla cui memoria è dedicato il riconoscimento ("Simbolo di quella Napoli che lui denuncia"). Sono anni che gli infilano stuzzicadenti nel campanello, bucano le gomme dell'auto, orinano sulla sua bouganville, zampizzano il cane. Ma ora ha passato il segno: a causa del successo del suo libro "Gomorra" (premiato al Viareggio-Repaci, viaggia sulle 100mila copie), in questi mesi i camorristi e i loro traffici godono di una pubblicità sgradita. Opera tra il romanzo e l'inchiesta, è narrata in prima persona e non solo attraverso il filtro di documenti giudiziari o rapporti di polizia: Saviano è capace di infiltrarsi come cameriere al matrimonio di un capoclan e di travestirsi da manovale o spacciatore di pulcinella in gesso per turisti. I genitori gli hanno tolto il saluto, il fratello è scappato al Nord sotto il nome di Bepi Favaro, militante della Liga Veneta (una copertura rischiosa). Saviano ha osato perfino partecipare alla recente mobilitazione anticamorra indetta a Casal di Principe (che negli anni '90 deteneva il record mondiale di omicidi), esortando i non pochi cittadini presenti a rifiutare una vita organica alla malavita, indicando il cancro con nomi e cognomi. All'appello erano assenti giustificate le autorità: "Tengo 'o male 'e panza", si è difeso un parlamentare eletto in città. C'era invece il capoclasse Schiavone, cugino di Francesco "Sandokan" Schiavone (convinto che la Tigre della Malesia fosse un eroico trafficante di oppio che lottava contro il cartello dell'assenzio inglese), che con solerzia annotava sul registro i presenti e coloro che applaudivano troppo forte, disturbando la lezione.
Ora Saviano si è preso una pausa lontano dalla Campania, ma sembra che finalmente il Comitato Provinciale per l'Ordine Pubblico di Caserta stia valutando l'adozione urgente di misure di protezione. Non siamo mica nella Russia di Putin, qui. Un valente metronotte passerà ogni notte sotto casa, finché non esploderà, e apporrà l'apposito bollino; il cane sarà deportato in un canile rifugio della Val Brembana; al giornalista sarà assegnata una nuova identità: dopo un nuovo taglio di capelli (biondo e con la frangia), si chiamerà Savino Roberato e lavorerà come un giornalista normale, col culo sprofondato nella sedia dell'ufficio, scrivendo violenti articoli di denuncia mediante aggiunta di avverbi ed aggettivi ai comunicati ansa.
Per la sua vicenda si sono mobilitate diverse personalità della politica e della cultura, come il ministro degli Interni Giuliano Amato, il sindaco di Caserta, lo scrittore Massimo Carlotto. Ha fatto scalpore l'appello di Umberto Eco davanti alle telecamere del TG1: un raffinato, enigmatico e spiritoso componimento in stile rosacrociano, in rime latine e provenzali.

mercoledì, agosto 09, 2006

Feliaway, altro che Feliway

Quello stronzo d'un gatto non arriva a vederla, la signora Miru in scarpine ortopediche e maniche a sbuffo.

venerdì, agosto 04, 2006

Cosmoagonia di un giardino

"Poli, guarda! Forse comincia a piovere, stasera non innaffiamo le piantine", commenta osservando il cielo gonfio e plumbeo attraverso il vetro. "Sarà un sollievo per loro, questo fresco", aggiunge mentre raffiche di vento si frangono rabbiose contro la portafinestra.
Sollevo il muso, perplesso. La signora Miru è il braccio violento ma ottimista della Volontà, animata da uno spirito pari al furore evangelico di un prete in Cina. Piantine? Quali piantine? Sul terrazzo sfila un mesto e lugubre corteo funebre. I verdi smaglianti soccombono al giallo opaco, i rossi si smarriscono nel bruno, gli arancioni si suicidano, i rosa si spengono. Là dove turgidi si avvolgevano i tralci, prepotenti esplodevano i fiori, carnose palpitavano le foglie ora si estendono l'arida steppa, la selvaggia brughiera, la depressa torbiera, lo sterile deserto, la desolata tundra. Ricordo ancora i vasi traboccanti di lavanda, il loro profumo greve e intenso. Nemmeno il napalm poteva ridurli così, arsi moncherini levati in segno di resa. Stenta l'ulivo, segno dei tempi. Le fragranti e sensuali scie rivelano, da qualche parte, la presenza di un gelsomino. Gli indomiti oziorrinchi resistono ancora ma le provviste di cibo ormai scarseggiano. Tutte le speranze sono riposte nel girasole, ancora in convalescenza, tratto in salvo dal corridoio umanitario che lo ha condotto dalla signora Madre.
Il signor Padre ha avviato invece una massiccia produzione artigianale di trecce in filo di rame nei cui confronti, assicurano la moglie e la pubblicazione scientifica "Focus", la zanzara tigre nutre un sacro terrore. L'arma letale giace riversa nei sottovasi mentre nugoli di zanzare (come è noto, non sanno leggere) imperversano sul terrazzo.
Non c'è rosa senza spine? Errore. Dove non giungono le intemperie, l'incompetenza, l'incuria e la sfiga arriva inesorabile la paranoia. Non posso dimostrarlo perché ho solo prove indiziarie ma nottetempo (qui tutto succede di notte: gli ozini mangiano, le zanzare tigre si avventano, la signora Miru interviene) qualcuno ha estirpato tutte le spine delle sventurate rosacee. Lei nega, ma la coda di paglia la spinge a precisare che "le spine sono pericolose perché passano il tetano". "La nonna Vittoria raccontava sempre come il bisnonno fosse morto tra atroci dolori all'ospedale dopo essere stato ferito da un'infida spina di rosa", rivela. "La prima e ultima volta che metteva piede in un ospedale", ribadisce oscuramente. Ci preoccupiamo tanto di aids e terrorismo quando invece il vero nemico è molto più vicino e reale: le spore assassine sono tra noi.
La signora Miru mi chiama dalla cucina, sta scaldando il mio pasto: gli avanzi di una torta salata che sbocconcellava da una decina di giorni, molecola su molecola, alla faccia del Food Spammer. Quella donna è disarmante. Ama i piatti quadrati e vi compone il cibo come in un quadro di Kazimir Malevič. Il problema è che le dimensioni sono tali da non consentire la rotazione nel forno a microonde. Una persona normale userebbe un piatto differente, ma lei no. Lei adora solo i piatti quadrati e quindi, a brevi intervalli, interrompe la cottura, apre lo sportello, ruota di 90° la torta, richiude e riavvia il forno. "Vuoi anche una percocca?", mi propone. Taccio. O forse preferisci una saturnia?", incalza. Se mi fingo svenuto, forse la smette. "Dai, vuoi una pesca-albicocca o una pesca pelosetta e un po' schiacciata?", insiste minacciosa. Perché non compra banali banane o mere mele? Novella Seed Saver, mi offre percocche e saturnie. Proprio lei, potenziale massima causa di estinzione dell'intero mondo vegetale.
Ora la signora Miru si aggira per casa trascinando i piedi, la schiena e le spalle curve, una mano posata sull'impercettibile rigonfiamento del ventre, neanche fosse al settimo mese di gravidanza. "Ho mangiato troppo, lo sapevo!", si lamenta con un filo di voce. Già, stavolta le ho contate: una decina scarsa di ruote rituali, qualche scaglia di pecorino e alcuni frammenti di zucchina. Le ha fissate con aria sofferente per almeno un quarto d'ora nella speranza che si smaterializzassero, prima di infilzarne una e masticarla lentamente come se stesse affrontando un copertone.
Mentre con un misurino graduato degno di un chimico dosa l'acqua per un caffè con cremina, ne approfitto per sgattaiolare, pardon, svignarmela nello studio. Mi connetto ad internet ed inserisco la chiave di ricerca cane e news: mi piace leggere una pagina a caso sull'argomento e spesso "Google News" segnala notizie interessanti.
Ecco.
Barney ha sventrato Mabel.
Il dobermann, a guardia della mostra di peluche presso le Wookey Hole Caves (Galles) ha sbudellato l'orsacchiotto appartenuto a Elvis Presley, dopo averlo decapitato con un morso. Mabel, non Elvis Presley, rapito dal KGB e deportato a Vorkuta, dove allietava le serate dei minatori. Non contento, il cane ha aggredito anche altre bestiole di pezza, accanendosi sui poveri corpi dilaniati. I danni ammontano a circa 90 mila euro. Si avvicina intanto la signora Miru, che incuriosita ha posato la tazzina di caffè sulla scrivania e legge con me. La guardia giurata Greg West non riesce davvero a spiegarsi il gesto del suo cane, con oltre 6 anni di onorevole servizio. Io sì. Fu un esattore tedesco a selezionare il dobermann, come arma di difesa dai ladri e avviso di mora. L'orsacchiotto barbaramente assassinato era nato in Germania, nel 1909. Traete le vostre conclusioni.
Il padrone di Barney azzarda altre ipotesi: forse le vittime emanavano un odore fastidioso, forse un raptus di gelosia. La signora Miru si volta verso di me e mi guarda. Io mi volto verso l'ignaro signor G. e lo guardo. Scopro le zanne in un tentativo poco rassicurante di sorriso e lo stupido gatto si innervosisce all'istante. L'unico peluche presente nella casa, saggiamente, si eclissa. Eh. Fastidioso lo è di sicuro, il suo odore. Geloso io? Chi può mai dirlo.

mercoledì, giugno 14, 2006

Precet(ta)ti

Riordinare la cucina, annaffiare le piantine, sottoporre ad alimentazione forzata il signor G., impacchettare la Patetica Madonna bandita da tutte le liste di nozze, verificare ed eliminare le ciliegie arricchite di vermetti. Tutto entro le 4, quando la signora Miru farà ritorno in un trionfo di libri e in un tripudio di bestemmie. Mi è andata bene: voleva portarmi con sé per aiutarla a trasportare le scatole ma si è resa conto che come bestia da soma valgo poco, a meno che il signor Leonzio non le procuri un carretto siciliano. Sulla soglia, ha aggiunto: "Fai anche la polvere!" ed è zampettata giù per le scale come una cutrettola prima che le potessi chiedere spiegazioni. Che cosa vuole insinuare? La mia folta e pregiata pelliccia emana un suo odore, a mio avviso inebriante, ma non è polverosa! Forse era un ordine ma non riesco a comprendere l'espressione fare la polvere. Devo sbatacchiare quello strofinaccio di gatto e diffonderla per le stanze? Non ne capisco la ragione.
Quando ho spiegato alla signora Miru di essere un cane polivalente non immaginavo di ritrovarmi badante, colf e cat-layer: pensavo a un ruolo di alto profilo e grande responsabilità nel Mondo dell'Editoria o nella Galassia Linguistica. E invece sono qui, in cucina, a rabboccare di pasta tricolore gli incantevoli vasi espositivi e di croccantini altrettanto tricolori la ciotola dello stupido gatto. La cosa peggiore, però, è che in me prevale l'istinto zelante e pinolo del sommergibilista anche nelle mansioni più noiose o avvilenti. Ad esempio, quel contenitore: non riesco a tollerarlo, è più forte di me. Graziosi vasi bianchi decorati con motivi floreali e lepidotteri in blu cobalto, sul modello della ceramica Blueware. Ma ogni volta che il mio sguardo cade su quella mensola, non posso evitare gli sgrisoli. Un elegante corsivo ne indica il contenuto, potete guardare anche voi: coffee, sugar, tea e sale. Sale, non salt, in uno stampatello da geometra! Incuriositi, sollevate il tappo di legno: rilucenti e opalescenti grani di sale? Macché, fino! Diffidate dalle donne che usano il sale fino per la pasta, sono capaci di tutto.
Sboccia la primavera, l'estate è alle porte, maturano i referendum, si svegliano dal letargo i vescovi della CEI. Infatti, proprio un anno fa, la Chiesa Cattolica si era mobilitata suggerendo l'astensione allo scopo di far fallire la consultazione popolare in tema di procreazione medicalmente assistita. I vescovi avevano rifiutato sdegnati l'accusa di ingerenza, trascurando il fatto che quanto non viene ingerito può essere assunto per altre vie. Ora ci riprovano, più compatti e incoerenti che mai: gli −ismi sono un veleno potente, mala fede è con loro. Il SIR (Servizio Informazione Religiosa), sorta di agenzia stampa della CEI, afferma che "in caso di referendum confermativo partecipare è un dovere civico ancora più rilevante". Si noti bene: non rilevante ma ancora più rilevante. Il signor Edoardo Patriarca, portavoce dell'associazione Scienza e Vita, un attimo prima di precipitare dallo specchio su cui tentava di arrampicarsi, si stupisce che "alcuni esprimano stupore o parlino di paradosso rispetto all'invito all'astensionismo per il referendum sulla procreazione assistita, quando è chiara a tutti la profonda differenza".
La differenza tra referendum abrogativo e confermativo è chiara. Ciò che non è chiaro è a quale titolo e per quali fini esponenti religiosi e presunte associazioni a carattere etico esprimano opinioni o rilascino dichiarazioni su un argomento privo di connotazioni religiose, scientifiche ed etiche come l'assetto costituzionale della Repubblica Italiana, stato libero e sovrano e non un protettorato del Vaticano. Da quale pulpito i vescovi si scaglino (purtroppo senza schiantarsi al suolo) contro le dichiarazioni del Presidente della Telecamera, che osa "dare lezioni al Papa" a proposito di Pacs, lo sa solo Dio.
Per fortuna la società Trenitalia, covo di senzaddio, accoglie le parole del presuntuoso Fausto Bertinotti ("Il Papa è preoccupato della secolarizzazione che investe il mondo, è angosciato da un mondo in cui la modernizzazione gli fa paura perché mette in discussione certi valori"), naturalmente a modo suo. Da luglio l'offerta Famiglia cambierà e gli sconti sui biglietti non riguarderanno più la sola rigida e monolitica famiglia ma tutti i gruppi da 3 a 5 persone costituiti da almeno un adulto e un ragazzo. Con buona pace del papa.
Sento la chiave girare nella toppa, il Capo è tornato. Sbuffa come il Lokomotiv Mosca, dice che non ne può più e se ne va a Gravo (?) a farsi baciare dal sole, dal mare e dai pappataci. Ha passato il dito su tutti i mobili della casa, rimproverandomi di non aver spolverato nulla: "Sono Lema, sai? Non li fanno più così!". Ora si lamenta anche del blog, mi accusa perfino di aver scardinato le Categorie del Tempo e i Fusi Orari dell'Universo Mondo. A me pare che Haloscan sia semplicemente entrato in una bolla spazio-temporale, rotolando ovunque.
Ecco, lo sapevo:
- Hai sete, vuoi bere?
- No, grazie.
- Ecco qua.
Davanti a me, sulla scrivania, troneggia minaccioso e sfrigolante un bicchiere grande come un secchiello da ghiaccio, colmo di acqua e idrolitina, additivo chimico di cui la signora Miru abusa in quantità industriali. "Mi piace, conferisce all'acqua un lieve gusto salato", trilla. Mi saluta ed esce di casa, trascinando a fatica un'enorme borsa da mare. Bene. Questo bicchiere fa la fine degli altri, nel vaso dell'agonizzante girasole.

martedì, maggio 30, 2006

Insalubre Insubria

La signora Miru rivela una pericolosa deriva a destra nel regno vegetale. Si è incattivita, ora che le piantine sul terrazzo cominciano a crescere e si rende conto che non ne vogliono sapere di seguire le direttive del suo Pjatiletnij Plan, il suo Piano Quinquennale. Le sciagurate non manifestano particolari tendenze anarchiche, le definirei solo spontanee. Quella donna inflessibile non ha voluto sentire ragioni: ha subito indetto una riunione del Comitato. Io ho espresso le mie perplessità, mentre il signor G. come al solito si asteneva e defilava, ma la signora Miru ha deliberato secondo la propria relazione di maggioranza. È uscita di casa per tornare con reti, tralicci e sostegni vari da stendere, affiggere e piantare per l'applicazione dei provvedimenti correttivi. Con foga ha piantato nella terra dei vasi stecchi e bastoni a cui stringere rami flessuosi e giovani fusti. Ha adottato subdole e sottili misure di contenzione, come infilare i boccioli di rosa tra le maglie delle reti: ora che si sono aperti, i miseri fiori si sono ritrovati alla gogna. Ho visto con i miei occhi una sventurata passiflora rinchiusa in una Vergine di Norimberga. Il girasole ha già subito due richiami: al terzo, sarà internato in un campo di rieducazione in Umbria.
A quanto pare, rigurgiti autoritari emergono ovunque. A Duno, per esempio, teatro delle prime battaglie partigiane. L'Insubria è il territorio compreso tra le province di Varese, Como e Verbano Cusio Ossola (nata per partenogenesi da quella di Novara). In occasione delle ultime elezioni amministrative, in diversi comuni insubri si è presentata (ma non è la prima volta) una recente realtà del panorama politico italiano, il Nationalsozialistische Arbeiter Bewegung o Movimento Nazionalsocialista dei Lavoratori (NSAB - MLNS), fondato nel 2002. Sulle prime, ho rizzato le orecchie: non avevamo fatto pulizia di certa feccia, entrando a Berlino? Vi sono molti punti di contatto con il comunismo, chiariscono gli esponenti del movimento. Ah, ma allora. Ma... contatto nel senso di attrito, forse, o inteso come comunanza di idee? approfondisco. No, no, proprio punti in comune. Agli albori del nazionalsocialismo era evidente una certa attenzione per il popolo e in particolar modo per i lavoratori. L'Olocausto e altre stragi sono banali errori umani, scagli la prima pietra chi non ha mai commesso errori, fanno notare. Darci del nazista è come dare del terrone ai meridionali, precisano, e poi in Italia è previsto il reato di apologia fascista, mica nazista. I rappresentanti delle associazioni partigiane e delle comunità ebraiche hanno avanzato qualche dubbio ma gli organizzatori del NSAB - MLNS commentano: non avete di che preoccuparvi. Beh, se lo dite voi, penso. Brandelli di questo delirio sono rintracciabili nella cache di Google, all'indirizzo www.geocities.com/nsab_mlns/, o qui.
Ora riempio l'annaffiatoio, reco un po' di sollievo a quelle sciagurate sul terrazzo.

giovedì, maggio 25, 2006

Mandala in cucina

Non saranno incantevoli come un giardino a terrazze ma queste terrazze a giardino fanno la loro gatta figura. Per crescere, le piante crescono. Ramificano, fogliano, fioriscono. E spinano. Oh, se spinano. Sono rosacee, precisa la signora Miru. Grazie, anche i rovi lo sono. Il filo spinato della cortina di ferro era meno pericoloso del parapetto di questo terrazzo. L'altro giorno mi sono inavvertitamente accostato ad una pianta e nel tentativo di liberarmi la mia pelliccia è stata dolorosamente cardata. Ora il pelo del fianco destro pende come un copriletto troppo ampio ma non mi farò mettere i bigodini come ha proposto la sadica. Ho una dignità da difendere, sono stato sommergibilista nella marina sovietica, io. Stanotte scambierò tra loro tutte le targhette fissate alle piante: voglio vederla, poi, quando sposta sul lato nord le pandoree o mentre discetta con la vicina di ulivi rampicanti. Nel frattempo il girasole si è ammutinato, in una muta protesta per la primavera scippata: ha cominciato a voltarsi in tutte le direzioni alla ricerca del sole, sembrava un radar, e infine si è accartocciato su se stesso come un peperone alla griglia.
Sono certo che il peggio debba ancora venire. Ieri la signora Miru sfogliava con attenzione un catalogo e temo di vedere sul terrazzo simpatici cartelli o coloratissimi pappagallini (ma non è un tucano?).
Ieri è venuto a trovarci l'Amico. Finora avevo sempre ritenuto che l'Amico fosse Immaginario: da mesi la signora Miru apparecchia la tavola e prepara il caffè per due persone pur pranzando da sola. Anche quando va al cinema tiene sempre un posto per l'Amico ma quando esce i suoi vestiti sono impregnati soltanto di cremine, signor G. e feromoni facciali di gatto. Il misterioso Amico, invece, si è palesato davvero e credo che lavori per conto del Food Spammer. La Signora Miru era in fibrillazione, ha cominciato a cucinare la sera prima. Ha cotto farfalle, sminuzzato olive, arrostito peperoni, tagliato a dadini il feta, impastato farina con acqua, lievito furbo e sale, affettato zucchine, cotto bocconcini di petto di pollo, ingentilendoli con manate di origano. I preparativi si sono prolungati con una lentezza e una cura esasperanti, sembrava la composizione di un Mandala e invece si trattava di pasta fresca e torta salata. L'Amico è sembrato apprezzare l'aderenza della signora Miru ai Satolli Precetti del KarmaFood, annuiva con evidente soddisfazione.
Sono io che non sono soddisfatto: mi toccherà mangiare pasta fredda e torta salata a lungo. Per impressionare l'Ospite la signora Miru ha cucinato quantità industriali di cibo e l'impassibile signor G., che ha smesso di mangiare da diverse settimane, si rifiuta di collaborare. Solo acqua, lo stupido gatto, ma in compenso si droga pesantemente con integratori alimentari a base di taurina. È come fare un'endovena di caffeina ad un bradipo: il signor G. si muove solo se posto su un piano inclinato. Non è possibile vincere l'apatia di quel felino, ora che si è rassegnato alla mia presenza, ma sono riuscito nella storica impresa (la signora Miru sostiene che un evento simile non si era mai verificato) di farlo soffiare furiosamente per ben tre volte, a comando. Offeso, si è nascosto dietro una tenda. Nascondersi per modo di dire: il signor G. avrà pure l'incredibile dono di natura della visione in tre dimensioni (così dichiara la confezione degli integratori alimentari a forma di topini 3D) ma non ha la minima consapevolezza di avere una coda.
Attraverso un momento di profonda nostal'gija. A Bologna è stato rinvenuto uno splendido ritratto in cristallo di Stalin, realizzato dagli operai di una vetreria per festeggiare il 70° compleanno di Josif Vissarionovič Žugašvili. Doveva essere spedito a Mosca, dono della federazione bolognese del P.C.I., ma all'ambasciata sovietica di Roma si resero conto che il peso di quasi 3 quintali rendeva troppo oneroso il trasporto aereo. Mi piacerebbe averlo qui, dovrei chiedere alla signora Miru di offrire in cambio il Fiero Maresciallo e la Patetica Madonna.
La padrona di casa è uscita per fare la spesa ma dovrebbe tornare tra poco, se tutto va bene. Sono un po' preoccupato perché ho avuto la sventurata idea di spiegarle che il pomodoro è un frutto. Pignola com'è, starà importunando tutti i fruttivendoli della città chiedendo un chilo di bacche. Spero che non le facciano troppo male.

venerdì, maggio 12, 2006

La Sacra Trota

La signora Miru è tornata, ha stabilito che è Primavera (piove ininterrottamente da marzo e ci sono 12 °C) e ha deciso di rinfrescare il terrazzo, che al confonto i giardini pensili di Babilonia sono un vaso di erba gatta. I suoi entusiastici quanto vani tentativi di giardinaggio mi consentono di avvicinarmi al computer, altrimenti non la si schioderebbe nemmeno con lanci di molotov - maledetti finlandesi. Mi è stato anche assegnato il nuovo incarico di Guardiano del Corpo. Nessuna minaccia seria (a parte reiterati inviti a bere un caffè con salsicce a mo' di savoiardi): solo un cretino che tenta continuamente di alzarle la gonna. Il fatto che la signora Miru porti pantaloni da cavallerizza non sembra farlo desistere. L'altro giorno stavo navigando in Internet, su richiesta della signora Miru, per verificare l'esistenza di leggi che consentano di scaricarmi dalla dichiarazione dei redditi per operazioni di toelettatura, alimenti animali e spese veterinarie. Non capisco perché io sì e lo stupido gatto no: potrei scaricarlo in un attimo, volendo. Mi sono imbattuto così in un sito interessante.
FattiSentire.net è "il Portale per una valutazione etica della politica", ovviamente secondo il monocolo foderato di prosciutto della Morale Cattolica. Asseriscono che "In Italia, è la prima azione organizzata di lobbying etico", dimenticando Comunione & Liberazione, Gladio e P2. "Dalla concezione cristiana dell'uomo e della societá", insistono, "affermiamo la necessità di fondare la legislazione sul diritto naturale classico e sugli ideali di sussidiarietà e solidarietà. Vogliamo contribuire alla costruzione di una societá piú giusta che favorisca la realizzazione integrale della persona." Passi per i concetti di sussidiarietà e solidarietà ma che cosa si intende con diritto naturale classico? Ne esiste uno artificioso o la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo è troppo moderna?
In occasione delle scorse consultazioni politiche il sito ha lanciato la campagna Dai un voto etico ai partiti. Non si tratta di una semplice esortazione in base a presunti programmi elettorali in linea con gli orientamenti della Santa Sede. Gli ideatori dell'iniziativa hanno ideato un meccanismo - a loro dire oggettivo - per valutare il senso etico dei deputati nella scorsa legislatura: si prende in considerazione l'insieme delle leggi giudicate eticamente sensibili e si verifica il voto dei parlamentari, assegnando un punteggio e stilando la relativa classifica. Per quanto discutibile, è comprensibile la scelta della difesa dell'embrione o il proibizionismo ma che cosa c'entrano il caso Mitrokhin, il voto all'estero (che tanto ha addolorato il Santo Padre), gli insegnanti di religione, la legge sulle vittime delle foibe o il Muro di Berlino? Avvertenza: il file con i dettagli delle leggi indicate, alla lettura della colonna argomento può provocare serie convulsioni di riso. Esilarante anche la quarta annotazione metodologica, secondo la quale il punteggio relativo alla legge per la Difesa dell'Embrione (vale 3 punti, mica pigne) è basato sull'ultima votazione palese, come se il voto segreto non fosse concepito per garantire la libertà di coscienza (termine spesso associato ad etica, ma anche a sporca).
Il partito politico più etico risulta essere - serve dirlo? - Forza Italia, seguita da Lega e An. I politici più immorali, invece, si annidano tra i Verdi e in Rifondazione. Ancora più sorprendente la classifica dei singoli parlamentari - si noti la dicitura "i deputati del gruppo misto non iscritti ad alcuna componente, se li beccano i partiti che li hanno fatti eleggere". Cesare Previti, per gli amici Holy Shin, ottiene ben 7 punti contro i 4 di un timorato di Dio (ma evidentemente con inaspettate riserve di coraggio) come Arturo Parisi (Margherita). Ma si sa, le condanne penali definitive sono il modo in cui il Signore ci fa capire che ci ama. Laico ed affiliato alla P2, Fabrizio Cicchito (FI) stacca con 19 punti i cattolici Marco Follini dell'UDC (16 punti) e Rosy Bindi della Margherita (9). Si piazza al quarto posto Remo Di Giandomenico (UDC), noto per la sua strenua lotta in difesa dell'embrione, al punto da essere arrestato di recente per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e concussione. La moglie è in galera da febbraio, accusata perfino di aborti clandestini. Meno male che Pier Ferdinando Casini è sordo e non se l'è sentita di candidarlo un'altra volta.
Ora vado, la signora Miru mi vuole portare a Grado alla ricerca di relitti portoghesi.

giovedì, aprile 13, 2006

un vaso di chakra

"Parto, parto ché questa campagna elettorale mi ha stremata e nauseata. Devo rilassarmi, non ne posso più. Devo ritrovare il mio equilbrio, i miei chakra non sono più allineati e sono rotolati fin sotto il divano e nemmeno i miei 2 kg di tormalina nera stanno tanto bene, sono comparse delle venature azzurrine che non mi piacciono per niente. Goodbye Yin, hello Yang! Tu sai quello che devi fare, pensaci tu."

Già, quello che devo fare. Da quando vivo con la signora Miru ho dovuto passare un colpo di spugna su quanto ho vissuto, imparato, realizzato finora. "Devi essere riconvertito, demilitarizzato", ha chiarito subito, mentre mi comprimeva dentro il bagagliaio della Fiat Panda. Riconvertito, come se fossi una vecchia centrale a carbone. Ho rizzato le orecchie, a quelle parole minacciose. Ancora adesso mi chiedo se non ho fatto male a rimanere con lei ma allora ero così disorientato e confuso, in balia del mio arbitrio, senza ordini o direttive, che mi sembrava di non avere alternative.
Mi ha portato a casa sua: un bell'appartamento con tanto legno e tantissimi libri, una casina di cellulosa. Niente da dire, se non che. Se non che, ancora sulle scale, ho percepito la sua presenza. Ho sentito le membrane nittitanti svelare i suoi occhi, ho sentito il suo sguardo puntato sulla porta, ho sentito le sue vibrisse oscillare, ho sentito le sue orecchie scuotersi, ho sentito i suoi artigli distendersi, ho sentito la sua coda frustare l'aria, ho sentito il suo pelo drizzarsi, ho sentito la sua schiena inarcarsi, ho sentito il suo odore. Nel caso non l'abbiate ancora capito, l'ho sentito. E naturalmente mi ha sentito anche lui.
Ho esitato sulla soglia, mentre la signora Miru mi precedeva chiamandolo e cercandolo per rassicurarlo o chiuderlo da qualche parte. Ho esitato perché un gatto in queste condizioni è imprevedibile e pericoloso: può scappare, nascondersi o attaccare. E non volevo trovarmi nella situazione di spezzargli il collo per difendermi, non sarebbe stato un gesto educato ed elegante nei confronti di quella donna gentile. Alla fine la signora Miru l'ha trovato, mimetizzato nella libreria dietro una pila di "Studi goriziani", vibrante come una lavatrice in fase di centrifuga.
Ho mosso i primi passi nell'appartamento, tracciando la linea più lontana da quello stupido gatto, che seguiva con attenzione e diffidenza ogni mio movimento. A stento ho trattenuto l'istinto di marcare il territorio per definire le reciproce zone di influenza: al signor G. la libreria, a me il resto. Io e la signora Miru ci siamo chiusi in cucina e lì abbiamo potuto parlare con tranquillità. O meglio, lei parlava. Io posso esprimermi a gesti, so perfino scrivere in russo, inglese e italiano ma per il resto posso solo abbaiare, ringhiare, guaire, latrare, uggiolare. Al limite, brontolare. Ma parlare no, nemmeno la potente Unione Sovietica ha potuto vincere i limiti anatomici di un cane. Nel frattempo mi ha offerto del tè e un paio di panini alle olive. Il pane era buono, nulla da dire. Il problema era lappare il tè in una tazza piccola come un posacenere: ho una lingua grande come una busta per lettere, io.
Poi siamo tornati nel soggiorno, nel vano tentativo di rassicurare il signor G., che non ne ha voluto sapere. Una settimana, è rimasto lassù. Ho proposto un corridoio felinario ma la signora Miru ha scrollato le spalle: "Tanto non mangia mai", ha borbottato. Quando il felino cretino si è rassegnato alla mia presenza e si è deciso a scendere dalla libreria (secondo me, è precipitato dopo essere svenuto per la fame, checché ne dica la sua padrona), la signora Miru ha pensato bene di rimpinzarlo di olive, il suo cibo preferito, premasticandole per privarle dell'ossetto. Il signor G., sarà stata l'emozione o la tensione per la mia presenza, si è esibito in un numero da circo, orinando sul tovagliolo bianco su cui erano state posate le olive, con grande imbarazzo della signora Miru.
Quella sera si decise il mio nuovo nome e il mio destino, le mie future mansioni di Custode della Casa in Mia Assenza, Correttore di Bozze e l'umiliante Damigella di Compagnia. Sono stato messo alla prova anche come Giardiniere (per supplire al disastroso pollice verso della signora Miru) ma con esiti funesti.
Se non fosse per la qualifica così poco virile (canina non aveva senso, lo ammetterete), il ruolo di Damigella di Compagnia non è male. Tanto parla solo lei. Io mi limito ad annuire scuotendo il testone e nel frattempo posso leggere, scrivere, mangiare o mettere in agitazione lo stupido gatto.
Come Correttore di Bozze me la cavo perfino in italiano, anche se lo sto imparando tuttora. Con l'aiuto del Cazzillo di Word, elegante espressione della signora Miru, non faccio troppi errori. Mi vengono passati testi suoi o di coloro che collaborano con lei, tra cui i Signori della Traduzione.
Il ruolo di Custode della Casa in Mia Assenza non è arduo: nella mia vita ho svolto ben altri turni di guardia. Inoltre il signor G., in caso di protratte assenze della signora Miru, è sottoposto a processo di backup presso la signora Madre. Scopro ogni volta con soddisfazione quanto sia complessa l'operazione di restore per il recupero dello stupido gatto. L'unico incoveniente è la cronica carestia dovuta alla frugalità della padrona di casa: abbondano solo le verdurine per il felino e le ruote, che come altri assurdi formati di pasta, vengono acquistate esclusivamente a fini estetici, per essere poi esibite in eleganti vasi di vetro sulle mensole della cucina.


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mercoledì, aprile 12, 2006

vita da cani

Si fa presto a dire cane.
Cane, ero un cane. Ma ormai sono altro, anche se non so chi o che cosa. Chiamatemi Poligraf Poligrafovič Olivkov, nominare le cose non implica indagarne la natura. Le sembianze sono quelle di un maestoso Kavkazskaja ovčarka, cane da pastore del Caucaso, ma cuore e cercello, beh, hanno altra sostanza.
Fino a poco tempo fa il mio nome era вс-138. Nessuna manipolazione genetica in me, nessun bulgakoviano trapianto d'organi: solo il frutto di decenni di segrete sperimentazioni militari, sviluppate a partire dagli studi del grande fisiologo Ivan Petrovič Pavlov. Lo conoscete, no? Lo scienziato che scoprì e studiò il riflesso condizionato. Studi dall'importanza notevole, che gli valsero il Nobel ma soprattutto ingenti finanziamenti e l'assoluto appoggio del governo sovietico. Fu allestito un avveniristico laboratorio presso Leningrado e lo studioso fondò istituti e scuole per approfondire le ricerche nel campo della medicina e della fisiologia. Il sostegno politico agli studi di Pavlov, nonostante le sue aperte e coraggiose critiche, non era solo scientifico: l'ipotesi che i riflessi condizionati influenzino la psiche e soprattutto il processo di apprendimento, anche in campo umano, si accordava alla visione materialista del comunismo. Le nuove idee sembravano inoltre promettere ottime prospettive in ambito di rieducazione e manipolazione delle masse.
Parallelamente all'applicazione delle nuove teorie sugli esseri umani, continuarono le sperimentazioni sugli animali, appoggiate dai vertici militari. Nulla di cruento, sia chiaro: si tentò di sviluppare la nostra capacità di apprendimento sulla base di catene molto complesse di stimoli indotti dall'esterno. Credevate forse che la piccola Laika, lanciata nello spazio a bordo dello Sputnik, fosse una semplice cavia sacrificata alla scienza? No, signori: la capsula spaziale non era pilotata da terra, come si volle far credere al mondo occidentale e capitalista. Si era solo nel '57 ma l'eroina sapeva già battere a macchina un migliaio di parole sotto dettatura, vinse a scacchi diversi ufficiali e preparava pure un ottimo čaj. Povera Kudrjavka, riposi in pace nel paradiso degli ossi e delle polpette. L'obiettivo dell'esercito era formare unità militari animali, addestrate alle operazioni impossibili per l'uomo o troppo costose in termini di vite umane. Durante la seconda guerra mondiale si distinse, tra gli altri, il Corpo Speciale Ratti Guastatori (le famigerate Pantegane Rosse), in seguito sacrificatosi eroicamente per sfamare la popolazione assediata di Leningrado.
Per farla breve, si passò dalle primitive ed umide associazioni campanello-cibo alle più raffinate tecniche di apprendimento, fino a giungere ad autonome (entro certi limiti) forme di pensiero ed azione. La discendenza lupina, a cui appartengo, si è rivelata più adatta dei canidi della schiatta del Canis aureus (sciacallo dorato). Noi riconosciamo la figura di un capobranco e ci lega la solidarietà per i compagni di branco, la cui coesione è fondamentale, qualità apprezzate nell'esercito. Non siamo come quegli eterni giocherelloni e scansafatiche, colmi di straripante amore per il primo cretino che passa ed offre un biscotto. Il nostro difetto, forse, è quello di non vedere nel padrone un genitore ma il leader del branco: siamo legati da, se me lo consentite, una fedeltà "da uomo a uomo". Questo sentimento si sviluppa intorno al quinto mese d'età: poi, non ci sono pigne. Ciò comporta il riconoscimento dell'autorità di un solo individuo nella vita, comunque a rischio nel momento in cui emerga una sensibile debolezza. E a quanto pare, la signora Miru non ha ben compreso questi meccanismi.
Io ero di stanza a Sebastopoli, sommergibilista, prima che rovinose cadute di muro e glanost' varie provocassero il collasso della Flotta del Mar Nero. Noi cani militari siamo quindi divenuti ingestibili e da allora è cominciata la nostra diaspora nell'ex Unione Sovietica e in Europa orientale. Dopo molte vicissitudini, sono giunto in Italia con un pullman carico di polacchi che in un solo viaggio tentavano di vedere il papa a Piazza San Pietro, vendere cimeli sovietici e acquistare beni irreperibili in Polonia. La signora Miru si è intenerita, quando mi ha notato nel parcheggio del Mercatone di Palmanova. In cambio dello swatch al polso e di 50 euro ha ottenuto me, un binocolo militare, un cappello della VoPo, una bibbia ortodossa, un gatto in quella che ritenne malachite ma risultò plastica e una madonna placcata in oro zecchino su base di legno.