"Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin, mentre dormiva, fece un sogno. In questo sogno Vladimir Vladimirovič™ sedeva nella sala del Kodak Theatre nella città californiana di Los Angeles. Sul palcoscenico c'erano delle persone in smoking e in abito da sera che consegnavano ad altre persone in smoking e in abito da sera il premio 'Oscar' dell'accademia cinematografica americana.
- E ora, - disse dal palcoscenico un uomo ridente dalla pelle scura che assomigliava a un giornalista kazako, - Le nomination per il miglior documentario. Concorrono le seguenti opere dedicate alla vita e alla morte di Aleksandr Litvinenko: 'Omicidio alla russa', 'Ucciso con il polonio', 'La scia insanguinata di Putin' e 'Per non dimenticare niente e nessuno'.
Vladimir Vladimirovič™ sollevò con stupore le sue presidenziali sopracciglia. Sulla scena apparvero persone in smoking e in abito da sera e altre persone in smoking e in abito da sera consegnarono loro delle statuette dorate raffiguranti un uomo con una spada che ricordavano i monumenti degli eroi di guerra sovietici.
- E ora! - disse nuovamente l'uomo ridente dalla pelle scura che assomigliava a un giornalista kazako, - Le nomination per il miglior film! Concorrono le seguenti pellicole sulla vita e la morte di Aleksandr Litvinenko: 'Storia di Saša. Vita e morte di una spia russa' della Warner Brothers, 'Morte di un dissidente' della Columbia Pictures, 'Polonio' della Miramax e 'L'FSB fa esplodere la Russia' della Disney!
Vladimir Vladimirovič™ si guardò ansiosamente attorno. La sala rimbombava di applausi. Sulla scena apparvero persone in smoking e in abito da sera e altre persone in smoking e in abito da sera consegnarono loro delle statuette dorate raffiguranti un uomo con una spada che ricordavano i monumenti degli eroi di guerra sovietici.
- E ora! - strillò dal palcoscenico l'uomo ridente dalla pelle scura che assomigliava a un giornalista kazako, - Le nomination per il miglior attore protagonista! In concorso ci sono i seguenti attori, nel ruolo di Aleksandr Litvinenko: Johnny Depp! Daniel Craig! Quentin Tarantino! Takeshi Kitano! E... Woopy Goldberg!
Tutti i presenti in sala si alzarono in piedi e applaudirono. Vladimir Vladimirovič™ si guardò attorno con aria smarrita e si rese conto che l'unico a essere ancora seduto era lui.
Vladimir Vladimirovič™ arrossì e si alzò in piedi.
- Evviva Aleksandr Litvinenko! - gridò dal palcoscenico l'uomo ridente dalla pelle scura che assomigliava a un giornalista kazako, - Evviva l'uomo che con la sua morte ha salvato Hollywood!
- Evviva! - gridò la gente in smoking e in abito da sera che circondava Vladimir Vladimirovič™, - Evviva, evviva!
- Evviva! - gridò ancora dal palcoscenico l'uomo, - Alleluja! Alleluja per colui che ha avvelenato Aleksandr Litvinenko e ha salvato Hollywood!
- Alleluja! - ripeté la gente in smoking e in abito da sera, - Alleluja!
Vladimir Vladimirovič™ prese a ondeggiare insieme agli altri.
- Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to! - cominciò a scandire il pubblico, - Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to! Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to!
VV impallidì.
- Ascolta, bratello, - VV si sentì dare una gomitata dal suo vicino, nel quale riconobbe subito Jack Nicholson - Che, te ne stai zitto? Dài che è la nostra festa. Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to! Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to!
- P-pputin... Patrušev... Terzo mandato... - borbottò Vladimir Vladimirovič™, e gli parve all'improvviso che i polmoni gli si riempissero d'aria e tutto il suo organismo prendesse forza.
- Putin. Patrušev. Terzo mandato, - ripeté Vladimir Vladimirovič™ a voce un po' più alta. Si sentì molto meglio. Gli sembrava quasi di amare tutti quegli sconosciuti in smoking e in abito da sera. Gli piaceva molto esser lì accanto a loro a pronunciare, ripetere, e infine gridare queste parole semplici e dense di significato.
- Pu-tin! Patru-šev! Ter-zo man-da-to! - gridò Vladimir Vladimirovič™, e all'improvviso tutte le sue preoccupazioni per il governo lo abbandonarono e finirono in secondo piano, da qualche parte oltre le pareti della sala, là sulle vie di Hollywood brulicanti di neri con il cappellino da baseball che portavano in spalla stereo enormi dai quali usciva musica rap.
- Putin! Patrušev! Terzo mandato! - gridò Vladimir Vladimirovič™ con tutta la forza dei suoi presidenziali polmoni. - Putin! Patrušev! Terzo mandato!
Tutto divenno chiaro e comprensibile. Tutto divenne semplice e familiare.
Tutto divenne bellissimo".
Da: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
mercoledì, febbraio 28, 2007
lunedì, febbraio 26, 2007
Stanza numero 7
Io: Come va, papà?
Papà: Bene, dopodomani torno a casa.
Mamma: Speriamo, perché stava già progettando un nuovo modello di catetere.
Papà: Chiaro. Non capisco perché non abbiano pensato a una parte comodamente staccabile.
Io: Mh.
Papà: Innesto. Zic, zic. Fatto.
Mamma: Dev'essere l'effetto degli antidolorifici.
Papà: Lo vedi com'è sistemato quest'ago?
Io: Sì.
Papà: Fatto io. Ho chiesto al Frankenstein di procurarmi del nastro adesivo.
Io: Chi è Frankenstein?
Papà: L'infermiere quello alto. Ci ha messo un po', è caduto, ha anche rovesciato un bidone di disinfettante, ma me l'ha procurato. Un po' lento, ma bravo.
Mamma: Un po' lento.
Papà: Ma bravo. Mi sa tanto che è il figlio del Gigi.
Mamma: Figurati.
Papà: Cammina uguale. Anche i capelli, uguali.
Mamma: Un po'.
Papà (intercettando il mio sguardo): Maniglia.
Io: Sì.
Papà: Alta tecnologia. Entro martedì gliela smonto.
Papà: Come fa Beppe Grillo a rispondere a tutta quella gente?
Mamma: Che gente?
Io: Sul blog.
Papà: Duemila persone al giorno.
Io: Pensavo anche di più.
Mamma: Elio, tu come lo sai?
Io: Lo sa.
Papà: Lo so. Tu quante ce n'hai?
Io: Due-trecento, dipende.
Papà: Trecento!
Mamma: Non capisco di cosa parlate.
Papà: Lina?
Mamma: Cosa.
Papà: Noi quante ne abbiamo, tu che sai?
Mamma: Scemo.
Papà: Quello vicino stanotte parlava nel sonno.
Io: Quello lì?
Mamma: Parlate piano.
Papà: E sua moglie oggi mi ha chiesto "Cosa diceva, mio marito?"
Io: E tu?
Papà: E io ho risposto "Dipende. Lei come ha detto che si chiama?"
Papà: Quando torno a casa ho deciso di adottare una pecora.
Io: Papà.
Mamma: Ma sì, non lo sai? Si usa.
Papà: 250 euro e ti mandano la foto, il certificato, i latticini...
Io: Ma ti prego, dai.
Mamma: Ma sì!
Papà: È per dare un sostegno alla pastorizia.
Mamma: Sai che a tuo padre piacciono queste cose.
Papà: Puoi anche andarla a trovare.
Mamma: Non fa che guardare documentari sugli animali. Pecore...
Papà: Oppure magari puoi chiedere che lei venga a trovare te.
Mamma: ... orsi...
Papà: Quello magari è già più difficile. Una pecora in appartamento.
Mamma: ... puzzole...
Papà: Cerca su internet "adottare pecora". Vedrai.
Mamma: ... anche le repliche.
Papà: E allora ho pensato.
Io: Cosa.
Papà: Ci mettiamo tutti insieme e adottiamo un gregge.
Mamma: Miracolo, tuo padre stamattina mi ha mandato un sms.
Io: Ma va'.
Mamma: Sì sì. Un messaggio d'amore.
Io: D'amore.
Mamma: D'amore, mi ha fatto piangere. Chissà quanto ci ha messo, per scriverlo.
Papà: Il tempo che ci voleva. Il problema è che stavo per mandarlo al numero del meccanico.
Papà: Fermati ancora un po', che alle cinque e mezza vedi arrivare le gazze.
Io: Dove.
Papà: Quegli alberi laggiù. Arrivano tutte qui, seguite dai corvi.
Io: Qui, da tutta la città?
Papà: Qui, e sugli alberi dell'ex-sanatorio, qua vicino. Strano, no?
Io: Sì.
Papà: Penseresti, con tutti gli alberi che ci sono. Sul Calvario, per esempio. Invece tutte qui.
Io: Allora ci siamo quasi.
Mamma: Discovery Channel.
Papà: Zitte. Arrivano.
[Si ringraziano l'infermiere detto Frankenstein, Gigi, Beppe Grillo, il vicino che sogna ad alta voce, la tecnologia sms, l'iniziativa "adotta una pecora" e le gazze che si posano sugli alberi nella luce calante del pomeriggio, ben visibili dalla finestra d'angolo del secondo piano, stanza numero 7.].
Papà: Bene, dopodomani torno a casa.
Mamma: Speriamo, perché stava già progettando un nuovo modello di catetere.
Papà: Chiaro. Non capisco perché non abbiano pensato a una parte comodamente staccabile.
Io: Mh.
Papà: Innesto. Zic, zic. Fatto.
Mamma: Dev'essere l'effetto degli antidolorifici.
Papà: Lo vedi com'è sistemato quest'ago?
Io: Sì.
Papà: Fatto io. Ho chiesto al Frankenstein di procurarmi del nastro adesivo.
Io: Chi è Frankenstein?
Papà: L'infermiere quello alto. Ci ha messo un po', è caduto, ha anche rovesciato un bidone di disinfettante, ma me l'ha procurato. Un po' lento, ma bravo.
Mamma: Un po' lento.
Papà: Ma bravo. Mi sa tanto che è il figlio del Gigi.
Mamma: Figurati.
Papà: Cammina uguale. Anche i capelli, uguali.
Mamma: Un po'.
Papà (intercettando il mio sguardo): Maniglia.
Io: Sì.
Papà: Alta tecnologia. Entro martedì gliela smonto.
Papà: Come fa Beppe Grillo a rispondere a tutta quella gente?
Mamma: Che gente?
Io: Sul blog.
Papà: Duemila persone al giorno.
Io: Pensavo anche di più.
Mamma: Elio, tu come lo sai?
Io: Lo sa.
Papà: Lo so. Tu quante ce n'hai?
Io: Due-trecento, dipende.
Papà: Trecento!
Mamma: Non capisco di cosa parlate.
Papà: Lina?
Mamma: Cosa.
Papà: Noi quante ne abbiamo, tu che sai?
Mamma: Scemo.
Papà: Quello vicino stanotte parlava nel sonno.
Io: Quello lì?
Mamma: Parlate piano.
Papà: E sua moglie oggi mi ha chiesto "Cosa diceva, mio marito?"
Io: E tu?
Papà: E io ho risposto "Dipende. Lei come ha detto che si chiama?"
Papà: Quando torno a casa ho deciso di adottare una pecora.
Io: Papà.
Mamma: Ma sì, non lo sai? Si usa.
Papà: 250 euro e ti mandano la foto, il certificato, i latticini...
Io: Ma ti prego, dai.
Mamma: Ma sì!
Papà: È per dare un sostegno alla pastorizia.
Mamma: Sai che a tuo padre piacciono queste cose.
Papà: Puoi anche andarla a trovare.
Mamma: Non fa che guardare documentari sugli animali. Pecore...
Papà: Oppure magari puoi chiedere che lei venga a trovare te.
Mamma: ... orsi...
Papà: Quello magari è già più difficile. Una pecora in appartamento.
Mamma: ... puzzole...
Papà: Cerca su internet "adottare pecora". Vedrai.
Mamma: ... anche le repliche.
Papà: E allora ho pensato.
Io: Cosa.
Papà: Ci mettiamo tutti insieme e adottiamo un gregge.
Mamma: Miracolo, tuo padre stamattina mi ha mandato un sms.
Io: Ma va'.
Mamma: Sì sì. Un messaggio d'amore.
Io: D'amore.
Mamma: D'amore, mi ha fatto piangere. Chissà quanto ci ha messo, per scriverlo.
Papà: Il tempo che ci voleva. Il problema è che stavo per mandarlo al numero del meccanico.
Papà: Fermati ancora un po', che alle cinque e mezza vedi arrivare le gazze.
Io: Dove.
Papà: Quegli alberi laggiù. Arrivano tutte qui, seguite dai corvi.
Io: Qui, da tutta la città?
Papà: Qui, e sugli alberi dell'ex-sanatorio, qua vicino. Strano, no?
Io: Sì.
Papà: Penseresti, con tutti gli alberi che ci sono. Sul Calvario, per esempio. Invece tutte qui.
Io: Allora ci siamo quasi.
Mamma: Discovery Channel.
Papà: Zitte. Arrivano.
[Si ringraziano l'infermiere detto Frankenstein, Gigi, Beppe Grillo, il vicino che sogna ad alta voce, la tecnologia sms, l'iniziativa "adotta una pecora" e le gazze che si posano sugli alberi nella luce calante del pomeriggio, ben visibili dalla finestra d'angolo del secondo piano, stanza numero 7.].
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domenica, febbraio 25, 2007
VVP e le Nuove Nomine/3
[Nell'ultima parte della 'trilogia' di VVP sulle recenti nomine si parla del nuovo ministro della difesa Serdjukov, che in passato aveva lavorato per un'azienda di importazione di mobili ed è stato poi capo del servizio fiscale federale].
"Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino aspettando trepidante che venisse pubblicata una nuova storia sul suo sito preferito, vladimir.vladimirovich.ru.
A un tratto le imponenti porte dello studio si spalancarono, ed entrò con fare circospetto un uomo dalla faccia larga vestito di un completo costoso.
- Ascolta, bratello, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Chi sei?
- Sono Serdjukov, - rispose l'uomo, - Anatolij Eduardovič. Il nuovo ministro della difesa.
- Davvero? - si meravigliò Vladimir Vladimirovič™, - E dov'è Ivanov?
- Questo non posso saperlo, - rispose l'uomo, - Comunque mi ha nominato lei.
- Non ci capisco niente... - mormorò confuso Vladimir Vladimirovič™, - Comunque, già che c'è si avvicini. Si sieda. Come si...
- Anatolij Eduardovič, - suggerì il ministro.
- Anatolij, - annuì Vladimir Vladimirovič™, - Eduardovič. Si sieda, si sieda. Mi racconti quali sono i suoi piani per l'esercito.
Il ministro della difesa si accomodò di fronte alla scrivania di Vladimir Vladimirovič™ e appoggiò sulle ginocchia un'elegante cartella di cuoio dall'aria costosa.
- Ho un programma, - disse Anatolij Eduardovič, - Un programma in due punti.
- Due punti? - chiese Vladimir Vladimirovič™ leggermente deluso, - E come mai così pochi?
- I punti sono pochi, - concesse il ministro della difesa, - Ma ottimi. Per esempio, punto primo.
- Prego, - annuì Vladimir Vladimirovič™.
- Propongo di introdurre una tassa sul servizio militare obbligatorio, - disse il ministro.
- Non capisco... - disse Vladimir Vladimirovič™, - Il servizio militare è un dovere per tutti i cittadini. Come possiamo tassare un dovere?
- Un dovere onorevole! - sorrise Anatolij Eduardovič, - E sull'onore dovrebbe esserci una tassa!
- Be, d'accordo... - borbottò Vladimir Vladimirovič™, - E il secondo punto?
- Propongo di cominciare immediatamente a riequipaggiare il nostro esercito, - disse il ministro.
- Ah, ecco! - si entusiasmò Vladimir Vladimirovič™, - Questa è tutta un'altra faccenda! Sono pronto da subito a concedere un finanziamento. Con cosa cominciamo il riequipaggiamento?
- Pensavo con i comodini, - rispose il ministro.
- Con cosa?! - chiese stupito Vladimir Vladimirovič™.
- Con i comodini, - ripeté il ministro, - Se va bene con i comodini, poi possiamo pensare ai letti.
Vladimir Vladimirovič™ fissò allibito il suo nuovo ministro della difesa. Il ministro della difesa rispose al suo sguardo con un sorriso".
da: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
"Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino aspettando trepidante che venisse pubblicata una nuova storia sul suo sito preferito, vladimir.vladimirovich.ru.
A un tratto le imponenti porte dello studio si spalancarono, ed entrò con fare circospetto un uomo dalla faccia larga vestito di un completo costoso.
- Ascolta, bratello, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Chi sei?
- Sono Serdjukov, - rispose l'uomo, - Anatolij Eduardovič. Il nuovo ministro della difesa.
- Davvero? - si meravigliò Vladimir Vladimirovič™, - E dov'è Ivanov?
- Questo non posso saperlo, - rispose l'uomo, - Comunque mi ha nominato lei.
- Non ci capisco niente... - mormorò confuso Vladimir Vladimirovič™, - Comunque, già che c'è si avvicini. Si sieda. Come si...
- Anatolij Eduardovič, - suggerì il ministro.
- Anatolij, - annuì Vladimir Vladimirovič™, - Eduardovič. Si sieda, si sieda. Mi racconti quali sono i suoi piani per l'esercito.
Il ministro della difesa si accomodò di fronte alla scrivania di Vladimir Vladimirovič™ e appoggiò sulle ginocchia un'elegante cartella di cuoio dall'aria costosa.
- Ho un programma, - disse Anatolij Eduardovič, - Un programma in due punti.
- Due punti? - chiese Vladimir Vladimirovič™ leggermente deluso, - E come mai così pochi?
- I punti sono pochi, - concesse il ministro della difesa, - Ma ottimi. Per esempio, punto primo.
- Prego, - annuì Vladimir Vladimirovič™.
- Propongo di introdurre una tassa sul servizio militare obbligatorio, - disse il ministro.
- Non capisco... - disse Vladimir Vladimirovič™, - Il servizio militare è un dovere per tutti i cittadini. Come possiamo tassare un dovere?
- Un dovere onorevole! - sorrise Anatolij Eduardovič, - E sull'onore dovrebbe esserci una tassa!
- Be, d'accordo... - borbottò Vladimir Vladimirovič™, - E il secondo punto?
- Propongo di cominciare immediatamente a riequipaggiare il nostro esercito, - disse il ministro.
- Ah, ecco! - si entusiasmò Vladimir Vladimirovič™, - Questa è tutta un'altra faccenda! Sono pronto da subito a concedere un finanziamento. Con cosa cominciamo il riequipaggiamento?
- Pensavo con i comodini, - rispose il ministro.
- Con cosa?! - chiese stupito Vladimir Vladimirovič™.
- Con i comodini, - ripeté il ministro, - Se va bene con i comodini, poi possiamo pensare ai letti.
Vladimir Vladimirovič™ fissò allibito il suo nuovo ministro della difesa. Il ministro della difesa rispose al suo sguardo con un sorriso".
da: vladimir.vladimirovich.ru
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sabato, febbraio 24, 2007
I Sensitivi contro Osama bin Laden
Ma sì, perché non ricorrere a un team di sensitivi per trovare Osama bin Laden, l'uomo morto più ricercato del mondo? Il Ministero della Difesa britannico avrebbe speso 18.000 sterline per avviare il progetto, nel 2002. Nick Pope, che per 21 anni ha guidato il programma di ricerca sugli UFO del Ministero della Difesa, ha dichiarato: "È solo un'ipotesi, ma non si impiegano tempo e risorse per cercare gli spiccioli caduti nel divano. Probabilmente il programma riguardava bin Laden e le armi di distruzione di massa".
Così si cercarono dei volontari, li si portò in luoghi sicuri e li si mise alla prova chiedendo loro di indovinare il contenuto di buste chiuse. E cosa c'era, in quelle buste? Le immagini di un coltello, di Madre Teresa e di un "individuo asiatico". Sì. Ha ragione il signor Pope della ricerca sugli ufi: se si spendono 18.000 sterline in foto di Madre Teresa dev'esserci sotto almeno la lotta contro il Male.
La maggioranza dei volontari sbagliò.
Uno si addormentò nel disperato tentativo di concentrarsi.
Il progetto fu abbandonato.
In fondo, perché lavorare sui poteri psichici per trovare le armi di distruzione di massa quando bastava falsificare un dossier?
Link
Così si cercarono dei volontari, li si portò in luoghi sicuri e li si mise alla prova chiedendo loro di indovinare il contenuto di buste chiuse. E cosa c'era, in quelle buste? Le immagini di un coltello, di Madre Teresa e di un "individuo asiatico". Sì. Ha ragione il signor Pope della ricerca sugli ufi: se si spendono 18.000 sterline in foto di Madre Teresa dev'esserci sotto almeno la lotta contro il Male.
La maggioranza dei volontari sbagliò.
Uno si addormentò nel disperato tentativo di concentrarsi.
Il progetto fu abbandonato.
In fondo, perché lavorare sui poteri psichici per trovare le armi di distruzione di massa quando bastava falsificare un dossier?
Link
venerdì, febbraio 23, 2007
Un giorno
"Un giorno potrete salire in macchina, soprattutto se vivete in una grande città, e fare 60 chilometri con una pila. E tra l'altro la macchina non dovrà per forza avere l'aspetto di un golf cart. Potrebbe anche essere un pickup".
George W. Bush, ieri, parlando in mezzo ai campi di grano del North Carolina.
Pensate che un giorno potrete salire in macchina, accendere la radio, e scoprire che George. W. Bush non è più presidente degli Stati Uniti.
George W. Bush, ieri, parlando in mezzo ai campi di grano del North Carolina.
Pensate che un giorno potrete salire in macchina, accendere la radio, e scoprire che George. W. Bush non è più presidente degli Stati Uniti.
giovedì, febbraio 22, 2007
VVP e le Nuove Nomine/2
"Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo ufficio all'interno del Cremlino e cliccava furiosamente sul pulsante 'Aggiorna' del browser del suo computer presidenziale. La finestra del browser era aperta sul sito vladimir.vladimirovich.ru. L'ultima storia era datata 2 febbraio 2007.
- Due settimane! - esclamò infuriato Vladimir Vladimirovič™ continuando a cliccare su "Aggiorna". - Due settimane e neanche una storia! È diventato proprio sfacciato!
Vladimir Vladimirovič™ premette un bottone per chiamare il vice capo della sua amministrazione, Vladislav Iur'evič Surkov.
- Ascolta, bratello, - disse in fretta Vladimir Vladimirovič™, - Che gli è preso, a quel tuo cretino? Ma è proprio senza vergogna?
- E che è? - si meravigliò Vladislav Iur'evič.
- Due settimane e neanche una storia nuova! - esclamò Vladimir Vladimirovič™. - Di' un po', come ci si aspetta che io governi il paese, così? Eh?
- È che... - bofonchiò Vladislav Iur'evič, - Dice tipo che non ha più niente di cui scrivere. Tipo che nel paese va tutto bene, che ha perfino nevicato. Certo che è proprio una vergogna...
- Ah, non ha niente di cui scrivere! - farfugliò con voce soffocata Vladimir Vladimirovič™, - E il mio discorso di Monaco?! Per chi crede che abbia tenuto quel discorso a Monaco?!
- Sì, capisco, - rispose Vladislav Iur'evič con aria colpevole, - Ma agli artisti non si comanda, sono come bambini...
- Glieli do io, i bambini! - ruggì Vladimir Vladimirovič™, - Bambini, sì... due cognomi!
- Cosa? - Vladislav Iur'evič non capiva.
- Tira fuori due cognomi, subito! - ripeté Vladimir Vladimirovič™.
- Be'... uhm... - Vladislav Iur'evič ci pensò su qualche secondo. - Diciamo... ehr... Kadyrov. E Ivanov.
- Allora, Kadyrov e Ivanov, - borbottò Vladimir Vladimirovič™, e con uno scatto avvicinò a sé una risma della carta speciale usata per scrivere i decreti presidenziali. - Non ha niente di cui scrivere... Adesso avrà qualcosa di cui scrivere.
E Vladimir Vladimirovič™ sfilò dal taschino della giacca la sua presidenziale 'Parker'".
da: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
- Due settimane! - esclamò infuriato Vladimir Vladimirovič™ continuando a cliccare su "Aggiorna". - Due settimane e neanche una storia! È diventato proprio sfacciato!
Vladimir Vladimirovič™ premette un bottone per chiamare il vice capo della sua amministrazione, Vladislav Iur'evič Surkov.
- Ascolta, bratello, - disse in fretta Vladimir Vladimirovič™, - Che gli è preso, a quel tuo cretino? Ma è proprio senza vergogna?
- E che è? - si meravigliò Vladislav Iur'evič.
- Due settimane e neanche una storia nuova! - esclamò Vladimir Vladimirovič™. - Di' un po', come ci si aspetta che io governi il paese, così? Eh?
- È che... - bofonchiò Vladislav Iur'evič, - Dice tipo che non ha più niente di cui scrivere. Tipo che nel paese va tutto bene, che ha perfino nevicato. Certo che è proprio una vergogna...
- Ah, non ha niente di cui scrivere! - farfugliò con voce soffocata Vladimir Vladimirovič™, - E il mio discorso di Monaco?! Per chi crede che abbia tenuto quel discorso a Monaco?!
- Sì, capisco, - rispose Vladislav Iur'evič con aria colpevole, - Ma agli artisti non si comanda, sono come bambini...
- Glieli do io, i bambini! - ruggì Vladimir Vladimirovič™, - Bambini, sì... due cognomi!
- Cosa? - Vladislav Iur'evič non capiva.
- Tira fuori due cognomi, subito! - ripeté Vladimir Vladimirovič™.
- Be'... uhm... - Vladislav Iur'evič ci pensò su qualche secondo. - Diciamo... ehr... Kadyrov. E Ivanov.
- Allora, Kadyrov e Ivanov, - borbottò Vladimir Vladimirovič™, e con uno scatto avvicinò a sé una risma della carta speciale usata per scrivere i decreti presidenziali. - Non ha niente di cui scrivere... Adesso avrà qualcosa di cui scrivere.
E Vladimir Vladimirovič™ sfilò dal taschino della giacca la sua presidenziale 'Parker'".
da: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
mercoledì, febbraio 21, 2007
Vialetti, Bugie e Videotape
"In un articolo, 'How private is your back garden?', p. 3, G2, 26 maggio 2006, abbiamo incorrettamente accusato Morien Jones di aver ripreso con una videocamera la sua vicina mentre prendeva il sole nuda nel proprio giardino sul retro, per poi denunciarla alla polizia. In realtà la vicina fu filmata su consiglio della polizia, nel contesto di una possibile denuncia, mentre camminava nuda sul vialetto del signor Jones. Ci scusiamo con il signor Jones per l'errore".
The Guardian, Corrections di oggi.
The Guardian, Corrections di oggi.
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corrections,
correzioni,
Guardian
martedì, febbraio 20, 2007
VVP e le Nuove Nomine
"Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e guardava la presidenziale televisione che trasmetteva in diretta dalle stanze del Palazzo del Governo della Federazione Russa.
Un canale mostrava il Presidente del Governo Michail Efimovič Fradkov. Michail Efimovič Fradkov era seduto alla sua scrivania. Di fronte a Michail Efimovič c'era una scatola di ovetti di cioccolato Kinder Sorpresa. Michail Efimovič prese un uovo dalla scatola, lo scartò, lo aprì e ne estrasse un contenitore di plastica. Michail Efimovič mangiò il cioccolato, aprì il contenitore e, ridendo gioiosamente, contemplò il giochino. Poi si apprestò a scegliere un altro ovetto.
Sul canale successivo c'era il Ministro delle finanze Aleksej Leonidovič Kudrin. Aleksej Leonidovič sedeva sul pavimento al centro del suo ufficio. Davanti a lui si trovava un forziere colmo fino all'orlo di monete d'oro e di pietre preziose. Aleksej Leonidovič muoveva sopra il forziere i palmi delle mani e bisbigliava qualcosa.
Sul terzo canale c'era il Ministro per le situazioni d'emergenza e le calamità naturali Sergej Kužugetovič Šoigu. Sergej Kužugetovič era intento a spegnere con l'aiuto di un grande estintore rosso un fuoco divampato al centro del suo ufficio.
Vladimir Vladimirovič™ schiacciò ancora un tasto e sullo schermo apparve un altro canale. In una stanza erano seduti a tavola il primo vice-presidente del Governo Sergej Borisovič Ivanov e il nuovo presidente della Repubblica Cecena Ramzan Achmadovič Kadyrov. Sulla tavola erano disposti un vassoio pieno di bliny, una caraffa appannata piena di vodka e un bicchierino, una ciotola di platino con del caviale nero, una coscia di montone disposta su un grande vassoio di legno, un kurdjuk pieno di chissà cosa e un grande corno dai bordi d'argento.
Vladimir Vladimirovič™ alzò il volume.
- Beh, bratello, - disse Ramzan Akhmadovič, versando nel corno il contenuto del kurdyuk e alzandosi da tavola - Alle nostre nuove nomine!
Sergej Borisovič riempì di vodka il suo bicchierino e si alzò in piedi.
- E ce le meritiamo, - disse Sergej Borisovič, mandando giù la vodka in un solo sorso.
Ramzan Achmadovič vuotò il corno.
- I musulmani non bevono, - disse Sergej Borisovič indicando il corno.
- È petrolio ceceno, - rispose Ramzan Achmadovič, - Limpido come una lacrima. È questo che dà forza ai ceceni. Vuoi provare?
- No no, - borbottò Sergej Borisovič, addentando un blin spalmato di caviale. - Io sono un tradizionalista.
- Sai, - disse Ramzan Achmadovič, tagliando con la sua spada cecena un grosso pezzo di carne di montone. - Io avrei deciso di cambiar nome. D'ora in poi mi chiamerò Šamil.
Sergej Borisovič fu lì lì per soffocare.
- Šamil?! - Esclamò con orrore, - Sei impazzito? Avevo ragione, non bisognava farti presidente. Ci sarà la terza guerra.
- Sei proprio uno scemo, - rispose Ramzan Achmadovič, sorridendo con indulgenza. - Šamil non è il nome dello sciacallo Basaev. Io cambierò nome in onore dell'imam Šamil, che mise pace tra la Cecenia e la Russia!
- Allora sarai Šamil Secondo, - disse Sergej Borisovič versandosi dell'altra vodka.
- Šamil può essere solo uno, - disse Ramzan Achmadovič versandosi dell'altro petrolio dal kurdyuk, - Solo che può vivere in persone diverse.
- Allora anch'io mi cambierò il nome, - disse Sergej Borisovič, e vuotò nuovamente il bicchierino.
Anche Ramzan Achmadovič vuotò il suo corno.
- In Vladimir Vladimirovič™? - chiese Ramzan Achmadovič?
- Che c'entra Vladimir Vladimirovič™? - Sergej Borisovič fece un gesto sbrigativo con la mano, - Mi chiamerò Pëtr.
Ramzan Achmadovic fu lì lì per soffocare.
- Pëtr?! - allibì Ramzan Achmadovič, - Perché?!
- Prima cosa, - rispose Sergej Borisovič, - Pëtr era il grande zar russo. Seconda cosa, a me sembra che Presidente Pëtr Ivanov suoni benissimo.
- Pëtr Quarto, - disse Ramzan Achmadovič. - Non ti rompe un po' essere il quarto?
- Ivan Groznyj, cioè il Terribile, era quarto, - rispose Sergej Borisovič. - Quindi io potrei essere il Presidente Pëtr Groznyj. Che ne dici?
- Groznyj è una città della Repubblica Cecena. Cosa sei, ceceno?
- E poi, - Sergej Borisovič continuò senza far caso alle parole di Ramzan Achmadovič, - Perché, poi, gli zar? Gli zar non contano. Quindi sarò il primo. Pëtr Primo. Come suona?
- Avevo ragione, - borbottò Ramzan Achmadovič, versandosi dell'altro petrolio. - Non bisognava farti primo vice-presidente. Ecco che ricominciamo con le ambizioni imperiali.
Sergej Borisovič si versò dell'altra vodka in silenzio.
Vladimir Vladimirovič™ fissava lo schermo del presidenziale televisore con gli occhi sgranati".
Da: vladimir.vladimirovich.ru
Un canale mostrava il Presidente del Governo Michail Efimovič Fradkov. Michail Efimovič Fradkov era seduto alla sua scrivania. Di fronte a Michail Efimovič c'era una scatola di ovetti di cioccolato Kinder Sorpresa. Michail Efimovič prese un uovo dalla scatola, lo scartò, lo aprì e ne estrasse un contenitore di plastica. Michail Efimovič mangiò il cioccolato, aprì il contenitore e, ridendo gioiosamente, contemplò il giochino. Poi si apprestò a scegliere un altro ovetto.
Sul canale successivo c'era il Ministro delle finanze Aleksej Leonidovič Kudrin. Aleksej Leonidovič sedeva sul pavimento al centro del suo ufficio. Davanti a lui si trovava un forziere colmo fino all'orlo di monete d'oro e di pietre preziose. Aleksej Leonidovič muoveva sopra il forziere i palmi delle mani e bisbigliava qualcosa.
Sul terzo canale c'era il Ministro per le situazioni d'emergenza e le calamità naturali Sergej Kužugetovič Šoigu. Sergej Kužugetovič era intento a spegnere con l'aiuto di un grande estintore rosso un fuoco divampato al centro del suo ufficio.
Vladimir Vladimirovič™ schiacciò ancora un tasto e sullo schermo apparve un altro canale. In una stanza erano seduti a tavola il primo vice-presidente del Governo Sergej Borisovič Ivanov e il nuovo presidente della Repubblica Cecena Ramzan Achmadovič Kadyrov. Sulla tavola erano disposti un vassoio pieno di bliny, una caraffa appannata piena di vodka e un bicchierino, una ciotola di platino con del caviale nero, una coscia di montone disposta su un grande vassoio di legno, un kurdjuk pieno di chissà cosa e un grande corno dai bordi d'argento.
Vladimir Vladimirovič™ alzò il volume.
- Beh, bratello, - disse Ramzan Akhmadovič, versando nel corno il contenuto del kurdyuk e alzandosi da tavola - Alle nostre nuove nomine!
Sergej Borisovič riempì di vodka il suo bicchierino e si alzò in piedi.
- E ce le meritiamo, - disse Sergej Borisovič, mandando giù la vodka in un solo sorso.
Ramzan Achmadovič vuotò il corno.
- I musulmani non bevono, - disse Sergej Borisovič indicando il corno.
- È petrolio ceceno, - rispose Ramzan Achmadovič, - Limpido come una lacrima. È questo che dà forza ai ceceni. Vuoi provare?
- No no, - borbottò Sergej Borisovič, addentando un blin spalmato di caviale. - Io sono un tradizionalista.
- Sai, - disse Ramzan Achmadovič, tagliando con la sua spada cecena un grosso pezzo di carne di montone. - Io avrei deciso di cambiar nome. D'ora in poi mi chiamerò Šamil.
Sergej Borisovič fu lì lì per soffocare.
- Šamil?! - Esclamò con orrore, - Sei impazzito? Avevo ragione, non bisognava farti presidente. Ci sarà la terza guerra.
- Sei proprio uno scemo, - rispose Ramzan Achmadovič, sorridendo con indulgenza. - Šamil non è il nome dello sciacallo Basaev. Io cambierò nome in onore dell'imam Šamil, che mise pace tra la Cecenia e la Russia!
- Allora sarai Šamil Secondo, - disse Sergej Borisovič versandosi dell'altra vodka.
- Šamil può essere solo uno, - disse Ramzan Achmadovič versandosi dell'altro petrolio dal kurdyuk, - Solo che può vivere in persone diverse.
- Allora anch'io mi cambierò il nome, - disse Sergej Borisovič, e vuotò nuovamente il bicchierino.
Anche Ramzan Achmadovič vuotò il suo corno.
- In Vladimir Vladimirovič™? - chiese Ramzan Achmadovič?
- Che c'entra Vladimir Vladimirovič™? - Sergej Borisovič fece un gesto sbrigativo con la mano, - Mi chiamerò Pëtr.
Ramzan Achmadovic fu lì lì per soffocare.
- Pëtr?! - allibì Ramzan Achmadovič, - Perché?!
- Prima cosa, - rispose Sergej Borisovič, - Pëtr era il grande zar russo. Seconda cosa, a me sembra che Presidente Pëtr Ivanov suoni benissimo.
- Pëtr Quarto, - disse Ramzan Achmadovič. - Non ti rompe un po' essere il quarto?
- Ivan Groznyj, cioè il Terribile, era quarto, - rispose Sergej Borisovič. - Quindi io potrei essere il Presidente Pëtr Groznyj. Che ne dici?
- Groznyj è una città della Repubblica Cecena. Cosa sei, ceceno?
- E poi, - Sergej Borisovič continuò senza far caso alle parole di Ramzan Achmadovič, - Perché, poi, gli zar? Gli zar non contano. Quindi sarò il primo. Pëtr Primo. Come suona?
- Avevo ragione, - borbottò Ramzan Achmadovič, versandosi dell'altro petrolio. - Non bisognava farti primo vice-presidente. Ecco che ricominciamo con le ambizioni imperiali.
Sergej Borisovič si versò dell'altra vodka in silenzio.
Vladimir Vladimirovič™ fissava lo schermo del presidenziale televisore con gli occhi sgranati".
Da: vladimir.vladimirovich.ru
lunedì, febbraio 19, 2007
Il giorno delle olad'i
Dicevamo: i bliny sono sottilissimi, hanno tempi di preparazione piuttosto lunghi e sono adatti ad abbinamenti dolci e salati. Le olad'i (singolare: olad'ja) sono un'altra storia: sono piccole, cicciottelle, si mangiano per lo più come dolce (anche a colazione) e io ora ve le proporrò in una ricetta veloce e semplicissima. Insomma: le olad'i sono i pancake, ma non vale.
Prepariamo gli ingredienti:
4 tazze di kefir o di buttermilch (latticello)
20 cucchiai colmi di farina
3-4 cucchiai di zucchero
3 uova
2 cucchiaini da tè di lievito istantaneo per dolci
1 cucchiaino di sale.
Se volete provare anche le olad'i alle mele, vi consiglio di tagliare una mela a tocchetti, di zuccherarla un po' e di unirla a metà del composto. In alternativa, potete aggiungere uvetta sultanina, frutti di bosco, perfino della zucca. Sperimentate, la ricetta-base si presta a tutto.
La preparazione è semplicissima. Sbattete le uova insieme al kefir, aggiungete lo zucchero, il sale e la farina con il lievito. Il composto dev'essere piuttosto denso ma omogeneo, in caso di grumi filtratelo. Per la cottura imburrate una padellina di piccolo diametro oppure un'unica padella dove cuocerete due o tre olad'i alla volta. È fondamentale che il composto sia abbastanza denso da non disperdersi nella padella, quindi non esitate ad aggiungere farina. Fate dorare le frittelle, poi giratele, infine impilatele come avete fatto con i bliny (non serve il burro, stavolta). Tenete al caldo.
Le olad'i (sia quelle semplici, sia quelle farcite) si consumano con una spolverata di zucchero a velo o con la solita cucchiaiata di panna acida (più o meno zuccherata), marmellata, miele, frutta. Anche qui, sbizzarritevi.
E poi ditemi se non sono buone.
E belle. Simpatiche, anche.
Prepariamo gli ingredienti:
4 tazze di kefir o di buttermilch (latticello)
20 cucchiai colmi di farina
3-4 cucchiai di zucchero
3 uova
2 cucchiaini da tè di lievito istantaneo per dolci
1 cucchiaino di sale.
Se volete provare anche le olad'i alle mele, vi consiglio di tagliare una mela a tocchetti, di zuccherarla un po' e di unirla a metà del composto. In alternativa, potete aggiungere uvetta sultanina, frutti di bosco, perfino della zucca. Sperimentate, la ricetta-base si presta a tutto.
La preparazione è semplicissima. Sbattete le uova insieme al kefir, aggiungete lo zucchero, il sale e la farina con il lievito. Il composto dev'essere piuttosto denso ma omogeneo, in caso di grumi filtratelo. Per la cottura imburrate una padellina di piccolo diametro oppure un'unica padella dove cuocerete due o tre olad'i alla volta. È fondamentale che il composto sia abbastanza denso da non disperdersi nella padella, quindi non esitate ad aggiungere farina. Fate dorare le frittelle, poi giratele, infine impilatele come avete fatto con i bliny (non serve il burro, stavolta). Tenete al caldo.
Le olad'i (sia quelle semplici, sia quelle farcite) si consumano con una spolverata di zucchero a velo o con la solita cucchiaiata di panna acida (più o meno zuccherata), marmellata, miele, frutta. Anche qui, sbizzarritevi.
E poi ditemi se non sono buone.
E belle. Simpatiche, anche.
Braccio Destro Numero Forse e Aridatece er Baffino
Notizia di venerdì pomeriggio: ferito o ucciso in uno scontro a nord di Baghdad Abu Ayyub al-Masri, anche noto come Abu Hamza al-Muhajer, anche noto come Tizio Nuovo di Al Qaeda Iraq, anche noto su questo blog come Baffino, e ucciso il suo braccio destro, tale Abu Abdullah al-Majemaai.
Ridimensionamento di venerdì sera: Tizio Nuovo incolume, braccio destro semplicemente ferito. Al Masri si sarebbe vilmente dato alla fuga ("fled in fright"), e oh, comunque qualcuno ha cominciato a dire che lui è assai più potente di Al Zarqawi, quindi la sua cattura o uccisione sarebbe un colpo ben maggiore alla guerriglia. L'unico problema è che non si sa esattamente chi sia, "lui".
Il Ministero degli Interni iracheno dice che sì.
Lo Stato Islamico Iracheno dice che neanche per sogno.
Gli Stati Uniti stanno zitti.
Un link a caso.
Intanto ci si è accorti che il dottor Zawahiri non parla più di Osama bin Laden e fa gli occhi dolci al Mullah Omar. Licenziatelo, quello sceneggiatore.
------------
Make-up:
Sensual Clone Foundation, Triple Identity Pressed Powder, Holographic eyeliner, Eyescape Mascara, rossetto Infrarouge #11 Samarra, allover Voile Universel nella tonalità Olive Drab.
Ridimensionamento di venerdì sera: Tizio Nuovo incolume, braccio destro semplicemente ferito. Al Masri si sarebbe vilmente dato alla fuga ("fled in fright"), e oh, comunque qualcuno ha cominciato a dire che lui è assai più potente di Al Zarqawi, quindi la sua cattura o uccisione sarebbe un colpo ben maggiore alla guerriglia. L'unico problema è che non si sa esattamente chi sia, "lui".
Il Ministero degli Interni iracheno dice che sì.
Lo Stato Islamico Iracheno dice che neanche per sogno.
Gli Stati Uniti stanno zitti.
Un link a caso.
Intanto ci si è accorti che il dottor Zawahiri non parla più di Osama bin Laden e fa gli occhi dolci al Mullah Omar. Licenziatelo, quello sceneggiatore.
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Make-up:
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venerdì, febbraio 16, 2007
Falso Allarme per Batman
Tre scuole chiuse per 45 minuti a Cave Creek (Phoenix, Arizona) perché un ragazzino sosteneva di aver visto una persona vestita da Batman correre sul campus, saltare una recizione e infine scomparire. Lo ha riferito il sergente Mark Clark di Scottsdale. Lo studente ha detto la persona era alta quasi due metri e forse di sesso maschile. "Ipotizziamo che fosse un uomo, anche se aveva la maschera", ha dichiarato il sergente.
Batman trovati nell'area, ovviamente: zero.
Che poi, a ragion di logica, un Batman non mi dovrebbe combattere il male? Vedono un tipo alto, hermoso, vestito di nero, svolazzone, mascherato, noto difensore delle giustizia e magari alla disperata ricerca del suo piccolo compagno di vita e chiudono le scuole.
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Batman trovati nell'area, ovviamente: zero.
Che poi, a ragion di logica, un Batman non mi dovrebbe combattere il male? Vedono un tipo alto, hermoso, vestito di nero, svolazzone, mascherato, noto difensore delle giustizia e magari alla disperata ricerca del suo piccolo compagno di vita e chiudono le scuole.
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giovedì, febbraio 15, 2007
Falso Allarme per Vedo e Prevedo
Ce l'avevamo, forse, il Falso Allarme per Chiaroveggente? E no che non ce l'avevamo.
Aeroporto internazionale di Praga, ieri: una veggente telefona e dice che l'aeroporto sarà preso di mira dai terroristi. La donna si qualifica come veggente professionista specializzata in psicotronica, e dice di aver sognato una strage all'aeroporto, ma di non sapere quando avverrà.
Lì decidono di alzare il livello d'allerta, ché non si sa mai: squadre speciali munite di mitragliatrici, un carro armato, artificieri, numero dei poliziotti triplicato. "Meglio farsi ridere dietro che finire al cimitero", ha commentato il portavoce del controspionaggio ceco. Allora meglio prevedere che combattere, grazie tante.
Sento che ormai manca poco a un falso allarme per ufi in avvicinamento.
Link
[La psicotronica, la "scienza delle reali energie umane"! Karl Nikolaev, Jurij Kamenskij! La guerra psichica del KGB, i sensitivi in grado di uccidere a distanza! I telefilm parapsicologici degli anni Settanta! Gamma, ESP, Il segno del comando! Tutto a posto, tutto a posto.]
Aeroporto internazionale di Praga, ieri: una veggente telefona e dice che l'aeroporto sarà preso di mira dai terroristi. La donna si qualifica come veggente professionista specializzata in psicotronica, e dice di aver sognato una strage all'aeroporto, ma di non sapere quando avverrà.
Lì decidono di alzare il livello d'allerta, ché non si sa mai: squadre speciali munite di mitragliatrici, un carro armato, artificieri, numero dei poliziotti triplicato. "Meglio farsi ridere dietro che finire al cimitero", ha commentato il portavoce del controspionaggio ceco. Allora meglio prevedere che combattere, grazie tante.
Sento che ormai manca poco a un falso allarme per ufi in avvicinamento.
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[La psicotronica, la "scienza delle reali energie umane"! Karl Nikolaev, Jurij Kamenskij! La guerra psichica del KGB, i sensitivi in grado di uccidere a distanza! I telefilm parapsicologici degli anni Settanta! Gamma, ESP, Il segno del comando! Tutto a posto, tutto a posto.]
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Pervij blin komom/La Ricetta Definitiva dei Bliny
Questa sarà una ricetta in progress: il nostro motto sarà "provare e fallire insieme", magari nel frattempo parlando d'altro.
Prepariamo gli ingredienti.
2 tazze e 3/4 di latte tiepido
1 bustina di lievito di birra liofilizzato
4 tazze di farina (tre di frumento e una di grano saraceno, se l'avete)
3 uova (separate i tuorli, gli albumi andranno montati a neve verso la fine)
2 cucchiai di burro fuso
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaino scarso di sale
Olio vegetale o burro per ungere la padella
Per i condimenti fate voi: per quelli salati vanno benissimo l'erba cipollina, uova sode a fettine, salmone, caviale, ecc., con accompagnamento di panna acida. Per il dolce, la vostra marmellata preferita o del miele, ma sono deliziose anche con del semplice zucchero di canna.
Andrà bene la padella che usate di solito per fare le crêpes, se ne avete una più piccola meglio ancora.
Ricordatevi che ci vorrà tempo, che il bravo cuoco di bliny dovrebbe mettersi all'opera anche sei ore prima e che alcuni fanno riposare il composto tutta la notte. Noi ci metteremo di meno, ma comunque c'è di mezzo il lievito. Ah, e naturalmente niente scherzetti: alla fine non vi chiederò di cuocere il tutto su una vecchia stufa al fuoco di ceppi asciutti di betulla.
Fase uno
Sciogliete il lievito in un bicchiere di latte tiepido e mescolatelo a due tazze di farina e un cucchiaino di zucchero. Mescolate molto bene, impastate, coprite la ciotola con una salvietta e mettete a riposare in luogo tiepido e riparato per 30-40 minuti. L'impasto deve raddoppiare. Il mio luogo tiepido e riparato è il forno con la luce accesa, magari riscaldato poco poco e poi spento.
Fase due
Adesso aggiungete all'impasto lievitato lo zucchero, il sale, i tuorli d'uovo un po' sbattuti e il burro fuso (tiepido). Mescolate bene e versate il resto della farina, poi mescolate fino a quando l'impasto assume una bella consistenza elastica e omogenea e versate il latte rimanente. Se vedete che l'impasto è troppo secco aggiungeteci ancora un po' di latte a filo. Mescolate e rimettere il tutto a riposo finché non raddoppia (sempre quei 30-40 minuti).
Poi rilavorate l'impasto lievitato e rimetterlo a riposare.
Fase tre
Ok, momento topico: montate a neve gli albumi, mescolateli all'impasto e lasciatelo riposare ancora 15-20 minuti. È l'ultimo riposino della giornata. Non appena ricomincia a crescere è ora di cuocere i bliny. Sì.
Fase quattro
Ungete una padella non molto grande (quella che usate per le crepes). Di solito un buon modo per ungerla bene è usare un pezzo di patata infilzata in una forchetta e imburrata. Fate scaldare molto bene la padella e poi procedete. Ricordatevi il detto secondo il quale pervij blin komom, cioè il primo blin riesce sempre male, una specie di grumo, cioè una schifezza. Perché la pentola non è abbastanza calda, perché c'è troppo burro, perché il donnino è nervoso, o chi lo sa. Succede anche con i palačinki, ho notato. Vedrete che dal secondo in poi le cose cambiano e la produzione entra e regime per toccare picchi di sublime verso il blin numero 6. Ricordatevi che i bliny migliori sono sottilissimi, quasi trasparenti. Naturalmente se l'impasto fosse troppo denso potete aggiungere a filo del latte tiepido. Il primo orrido blin serve proprio a questo. Ricordatevi di passare un po' di burro sulla superficie di ogni frittella prima di appoggiarvi sopra la successiva. Tenete al caldo, mi raccomando, tenete al caldo.
Troubleshooting
Dunque, a questo punto dovreste avere la vostra bella pila di bliny tenuti al caldo, da consumare con condimenti salati o dolci o entrambi.
Ora, mettiamo che abbiate la sensazione che le cose non siano andate come dovevano.
Miru, non lievita!Se hai fatto come ho detto io, lievita. Può essere che il lievito non sia buono (io uso quello tipo Mastro Fornaio), o magari non facevi altro che aprire il forno tiepido (o alzare la coperta, metodo Silviu') per controllare, e gli hai fatto prender freddo. Ma lievita, fidati. Tu usa ingredienti tiepidi, nel primo impasto non metterci il sale, e vedrai che lievita.
Miru, non so montare gli albumi a neve!Ricorda: freddissimi e con un pizzico di sale. Come ricorda Silviu', la frusta elettrica modello bondage spinto, assolutamente no. Puoi farcela.
Miru, il composto è colloso!
Se è troppo denso aggiungici del latte. La consistenza dipende anche dalla grandezza delle uova e dalla farina usata (quella di grano saraceno a me fa effetto vinavil). Meglio dover aggiungere latte che ritrovarsi con un composto troppo liquido.
Miru, ma come dev'essere?
La pastella deve potersi stendere bene e fare delle bollicine in superficie. A me piacciono di media consistenza, ma i veri bliny devono essere sottilissimi (quasi trasparenti, effetto "pizzo").
Miru, che nervi!
Ci vuole pazienza: pensa blin, sii blin. Bisogna saper essere lentissimi, nel proprio genere.
Prepariamo gli ingredienti.
2 tazze e 3/4 di latte tiepido
1 bustina di lievito di birra liofilizzato
4 tazze di farina (tre di frumento e una di grano saraceno, se l'avete)
3 uova (separate i tuorli, gli albumi andranno montati a neve verso la fine)
2 cucchiai di burro fuso
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaino scarso di sale
Olio vegetale o burro per ungere la padella
Per i condimenti fate voi: per quelli salati vanno benissimo l'erba cipollina, uova sode a fettine, salmone, caviale, ecc., con accompagnamento di panna acida. Per il dolce, la vostra marmellata preferita o del miele, ma sono deliziose anche con del semplice zucchero di canna.
Andrà bene la padella che usate di solito per fare le crêpes, se ne avete una più piccola meglio ancora.
Ricordatevi che ci vorrà tempo, che il bravo cuoco di bliny dovrebbe mettersi all'opera anche sei ore prima e che alcuni fanno riposare il composto tutta la notte. Noi ci metteremo di meno, ma comunque c'è di mezzo il lievito. Ah, e naturalmente niente scherzetti: alla fine non vi chiederò di cuocere il tutto su una vecchia stufa al fuoco di ceppi asciutti di betulla.
Fase uno
Sciogliete il lievito in un bicchiere di latte tiepido e mescolatelo a due tazze di farina e un cucchiaino di zucchero. Mescolate molto bene, impastate, coprite la ciotola con una salvietta e mettete a riposare in luogo tiepido e riparato per 30-40 minuti. L'impasto deve raddoppiare. Il mio luogo tiepido e riparato è il forno con la luce accesa, magari riscaldato poco poco e poi spento.
Fase due
Adesso aggiungete all'impasto lievitato lo zucchero, il sale, i tuorli d'uovo un po' sbattuti e il burro fuso (tiepido). Mescolate bene e versate il resto della farina, poi mescolate fino a quando l'impasto assume una bella consistenza elastica e omogenea e versate il latte rimanente. Se vedete che l'impasto è troppo secco aggiungeteci ancora un po' di latte a filo. Mescolate e rimettere il tutto a riposo finché non raddoppia (sempre quei 30-40 minuti).
Poi rilavorate l'impasto lievitato e rimetterlo a riposare.
Fase tre
Ok, momento topico: montate a neve gli albumi, mescolateli all'impasto e lasciatelo riposare ancora 15-20 minuti. È l'ultimo riposino della giornata. Non appena ricomincia a crescere è ora di cuocere i bliny. Sì.
Fase quattro
Ungete una padella non molto grande (quella che usate per le crepes). Di solito un buon modo per ungerla bene è usare un pezzo di patata infilzata in una forchetta e imburrata. Fate scaldare molto bene la padella e poi procedete. Ricordatevi il detto secondo il quale pervij blin komom, cioè il primo blin riesce sempre male, una specie di grumo, cioè una schifezza. Perché la pentola non è abbastanza calda, perché c'è troppo burro, perché il donnino è nervoso, o chi lo sa. Succede anche con i palačinki, ho notato. Vedrete che dal secondo in poi le cose cambiano e la produzione entra e regime per toccare picchi di sublime verso il blin numero 6. Ricordatevi che i bliny migliori sono sottilissimi, quasi trasparenti. Naturalmente se l'impasto fosse troppo denso potete aggiungere a filo del latte tiepido. Il primo orrido blin serve proprio a questo. Ricordatevi di passare un po' di burro sulla superficie di ogni frittella prima di appoggiarvi sopra la successiva. Tenete al caldo, mi raccomando, tenete al caldo.
Troubleshooting
Dunque, a questo punto dovreste avere la vostra bella pila di bliny tenuti al caldo, da consumare con condimenti salati o dolci o entrambi.
Ora, mettiamo che abbiate la sensazione che le cose non siano andate come dovevano.
Miru, non lievita!Se hai fatto come ho detto io, lievita. Può essere che il lievito non sia buono (io uso quello tipo Mastro Fornaio), o magari non facevi altro che aprire il forno tiepido (o alzare la coperta, metodo Silviu') per controllare, e gli hai fatto prender freddo. Ma lievita, fidati. Tu usa ingredienti tiepidi, nel primo impasto non metterci il sale, e vedrai che lievita.
Miru, non so montare gli albumi a neve!Ricorda: freddissimi e con un pizzico di sale. Come ricorda Silviu', la frusta elettrica modello bondage spinto, assolutamente no. Puoi farcela.
Miru, il composto è colloso!
Se è troppo denso aggiungici del latte. La consistenza dipende anche dalla grandezza delle uova e dalla farina usata (quella di grano saraceno a me fa effetto vinavil). Meglio dover aggiungere latte che ritrovarsi con un composto troppo liquido.
Miru, ma come dev'essere?
La pastella deve potersi stendere bene e fare delle bollicine in superficie. A me piacciono di media consistenza, ma i veri bliny devono essere sottilissimi (quasi trasparenti, effetto "pizzo").
Miru, che nervi!
Ci vuole pazienza: pensa blin, sii blin. Bisogna saper essere lentissimi, nel proprio genere.
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mercoledì, febbraio 14, 2007
Allerta per San Valentino e Fiori Recisi
Delia: It's funny. I was given one of your roses today. I wasn't sure you were the terrorist until I saw it. What a strange coincidence that I should be given one today.
V: There are no coincidences, Delia. Only the illusion of coincidence. I have another rose, and this one is for you.
Delia: Are you going to kill me now?
V: I killed you 10 minutes ago, while you slept.
Delia: Is there any pain?
V: No.
Delia: Thank you... Is it meaningless to apologize?
V: Never.
Delia: I'm so sorry. (dies)
da V for Vendetta.
A Eddie avevo promesso un Falso Allarme per San Valentino, ed ecco le direttive del Congresso degli Stati Uniti per il giorno degli innamorati:
"Per il Giorno di San Valentino vi informiamo che le consegne con corriere espresso verranno sottoposte a uno screening dal personale delle Operazioni Postali. Il processo di controllo aggiunge due giorni ai tempi di consegna perché i pacchi devono essere tenuti in quarantena in attesa dei risultati dei test. Sono compresi: fiori, cartoline, dolci e doni di ogni tipo. Il personale delle Operazioni Postali farà il possibile perché i beni deperibili siano conservati in frigorifero fino alla fine della quarantena.
La politica di consegne della Camera dei Rappresentanti proibisce ai corrieri commerciali di accedere direttamente agli edifici. Se venite contattati da un corriere che deve consegnarvi dei fiori recisi, istruitelo di aspettarvi all'esterno. Dovrete incontrare l'addetto alle consegne, ispezionare i fiori e portare voi stessi i fiori all'interno dell'edificio.
In nessuna circostanza dovrete accettare una composizione di fiori o altri doni se non conoscete il mittente.
La polizia del Campidoglio applicherà le seguenti regole ai fiori preparati commercialmente e ai doni per mercoledì 14 febbraio 2007:
- All'interno degli edifici potranno essere portati solo fiori in acqua o disposti in una scatola non sigillata o in un cartone;
- Solo il personale munito di validi distintivi di identificazione può portare fiori recisi negli edifici".
Link
Secondo la Polizia del Campidoglio, il modo migliore per far chiudere l'intero complesso, oggi, è mandare a tutti una rosa.
V: There are no coincidences, Delia. Only the illusion of coincidence. I have another rose, and this one is for you.
Delia: Are you going to kill me now?
V: I killed you 10 minutes ago, while you slept.
Delia: Is there any pain?
V: No.
Delia: Thank you... Is it meaningless to apologize?
V: Never.
Delia: I'm so sorry. (dies)
da V for Vendetta.
A Eddie avevo promesso un Falso Allarme per San Valentino, ed ecco le direttive del Congresso degli Stati Uniti per il giorno degli innamorati:
"Per il Giorno di San Valentino vi informiamo che le consegne con corriere espresso verranno sottoposte a uno screening dal personale delle Operazioni Postali. Il processo di controllo aggiunge due giorni ai tempi di consegna perché i pacchi devono essere tenuti in quarantena in attesa dei risultati dei test. Sono compresi: fiori, cartoline, dolci e doni di ogni tipo. Il personale delle Operazioni Postali farà il possibile perché i beni deperibili siano conservati in frigorifero fino alla fine della quarantena.
La politica di consegne della Camera dei Rappresentanti proibisce ai corrieri commerciali di accedere direttamente agli edifici. Se venite contattati da un corriere che deve consegnarvi dei fiori recisi, istruitelo di aspettarvi all'esterno. Dovrete incontrare l'addetto alle consegne, ispezionare i fiori e portare voi stessi i fiori all'interno dell'edificio.
In nessuna circostanza dovrete accettare una composizione di fiori o altri doni se non conoscete il mittente.
La polizia del Campidoglio applicherà le seguenti regole ai fiori preparati commercialmente e ai doni per mercoledì 14 febbraio 2007:
- All'interno degli edifici potranno essere portati solo fiori in acqua o disposti in una scatola non sigillata o in un cartone;
- Solo il personale munito di validi distintivi di identificazione può portare fiori recisi negli edifici".
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Secondo la Polizia del Campidoglio, il modo migliore per far chiudere l'intero complesso, oggi, è mandare a tutti una rosa.
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martedì, febbraio 13, 2007
Vse idet po planu: Putin e il Discorso di Monaco
Cos'ha detto realmente Putin alla Conferenza di Monaco sulla Sicurezza? E, soprattutto, come l'ha detto?
Agente Betulla ha tradotto dal russo il discorso integrale, e la traduzione ora sta qui su 2.0. Ne consiglio la lettura, non solo per apprezzarne i toni (che ho cercato di mantenere il più possibile vicini all'originale), ma per capire se davvero si tratti di segnali di Guerra Fredda e non invece di qualcosa di più complesso e interessante, e cioè di una rinnovata (lo dico a voce bassissima) fiducia della Russia in se stessa.
In realtà Putin dice forte e chiaro e senza inutili giri di parole che la politica estera della Russia si basa sul realismo. Che la Russia non crede nell'unipolarismo, che la decisione di ricorrere all'uso delle armi come ultima soluzione dovrebbe essere facoltà esclusiva delle Nazioni Unite, che l'estensione del sistema di difesa missilistica all'Europa innervosisce la Russia, che nessuno può pensare che la Corea del Nord abbia voglia di lanciare un missile sul territorio americano passando per l'Europa, perché andrebbe ben contro le leggi della balistica. Che ci sono paesi nei quali non è prevista la pena di morte, ma che partecipano a operazioni militari illegittime provocando centinaia, migliaia di vittime civili. Che la Russia crede fermamente nel rafforzamento del regime di non-proliferazione delle armi nucleari, e che in questo intende collaborare con gli "amici americani".
E poi si parla di mercato globale, di cooperazione economica, di investimenti, di lotta alla povertà e delle sue contraddizioni. Si parla, soprattutto, di una Russia che non accetterà lezioni e che difenderà i propri interessi, che ha tenuto fede al Trattato Adattato sulle Forze Armate Convenzionali del 1999 e ora deve assistere al dispiegamento di basi avanzate della NATO in Romania e Bulgaria, in aperta contraddizione con le promesse fatte all'Unione Sovietica dopo la dissoluzione del Patto di Varsavia.
Più che segnali di Guerra Fredda ci sono i sintomi di una Russia in ripresa, e di una rinnovata fiducia nelle sue potenzialità:
"Noi spesso - e io personalmente molto spesso - ci sentiamo dire dai nostri interlocutori, compresi quelli europei, che la Russia dovrebbe avere un ruolo sempre più attivo negli affari mondiali.
A tale proposito mi permetto di fare una piccola osservazione. Non c'è bisogno di spingerci e stimolarci a farlo. La Russia ha alle spalle una storia di più di mille anni e ha praticamente sempre goduto del privilegio di condurre una politica estera indipendente.
Non intendiamo venir meno a questa tradizione nemmeno oggi. Al contempo siamo tutti consapevoli di come il mondo sia cambiato e abbiamo una percezione realistica delle nostre possibilità e potenzialità. E, naturalmente, vorremmo interagire con interlocutori responsabili e indipendenti con cui collaborare alla costruzione di un ordine mondiale giusto e democratico che possa garantire sicurezza e prosperità non solo a pochi eletti, ma a tutti".
Da leggere, comunque, perché magari non l'avevate capita esattamente così.
Per chi se lo stesse chiedendo e non fosse abbastanza in confidenza per domandarmelo: sì, negli anni Novanta sono stata ibernata e ora riprendo da dove mi ero fermata, più bella e riposata di prima. È il Ritorno del Grande Rimosso: dura più delle iniezioni di collagene, rende abbastanza felici e con i gap generazionali fa miracoli.
Muzyka: Baba Yaga, Back in the USSR.
[Con calma procuratevi la farina di grano saraceno, le uova, il lievito, il latte e la farcitura desiderata, che siamo in piena maslenica ed è quasi giunta l'ora dei bliny].
Agente Betulla ha tradotto dal russo il discorso integrale, e la traduzione ora sta qui su 2.0. Ne consiglio la lettura, non solo per apprezzarne i toni (che ho cercato di mantenere il più possibile vicini all'originale), ma per capire se davvero si tratti di segnali di Guerra Fredda e non invece di qualcosa di più complesso e interessante, e cioè di una rinnovata (lo dico a voce bassissima) fiducia della Russia in se stessa.
In realtà Putin dice forte e chiaro e senza inutili giri di parole che la politica estera della Russia si basa sul realismo. Che la Russia non crede nell'unipolarismo, che la decisione di ricorrere all'uso delle armi come ultima soluzione dovrebbe essere facoltà esclusiva delle Nazioni Unite, che l'estensione del sistema di difesa missilistica all'Europa innervosisce la Russia, che nessuno può pensare che la Corea del Nord abbia voglia di lanciare un missile sul territorio americano passando per l'Europa, perché andrebbe ben contro le leggi della balistica. Che ci sono paesi nei quali non è prevista la pena di morte, ma che partecipano a operazioni militari illegittime provocando centinaia, migliaia di vittime civili. Che la Russia crede fermamente nel rafforzamento del regime di non-proliferazione delle armi nucleari, e che in questo intende collaborare con gli "amici americani".
E poi si parla di mercato globale, di cooperazione economica, di investimenti, di lotta alla povertà e delle sue contraddizioni. Si parla, soprattutto, di una Russia che non accetterà lezioni e che difenderà i propri interessi, che ha tenuto fede al Trattato Adattato sulle Forze Armate Convenzionali del 1999 e ora deve assistere al dispiegamento di basi avanzate della NATO in Romania e Bulgaria, in aperta contraddizione con le promesse fatte all'Unione Sovietica dopo la dissoluzione del Patto di Varsavia.
Più che segnali di Guerra Fredda ci sono i sintomi di una Russia in ripresa, e di una rinnovata fiducia nelle sue potenzialità:
"Noi spesso - e io personalmente molto spesso - ci sentiamo dire dai nostri interlocutori, compresi quelli europei, che la Russia dovrebbe avere un ruolo sempre più attivo negli affari mondiali.
A tale proposito mi permetto di fare una piccola osservazione. Non c'è bisogno di spingerci e stimolarci a farlo. La Russia ha alle spalle una storia di più di mille anni e ha praticamente sempre goduto del privilegio di condurre una politica estera indipendente.
Non intendiamo venir meno a questa tradizione nemmeno oggi. Al contempo siamo tutti consapevoli di come il mondo sia cambiato e abbiamo una percezione realistica delle nostre possibilità e potenzialità. E, naturalmente, vorremmo interagire con interlocutori responsabili e indipendenti con cui collaborare alla costruzione di un ordine mondiale giusto e democratico che possa garantire sicurezza e prosperità non solo a pochi eletti, ma a tutti".
Da leggere, comunque, perché magari non l'avevate capita esattamente così.
Per chi se lo stesse chiedendo e non fosse abbastanza in confidenza per domandarmelo: sì, negli anni Novanta sono stata ibernata e ora riprendo da dove mi ero fermata, più bella e riposata di prima. È il Ritorno del Grande Rimosso: dura più delle iniezioni di collagene, rende abbastanza felici e con i gap generazionali fa miracoli.
Muzyka: Baba Yaga, Back in the USSR.
[Con calma procuratevi la farina di grano saraceno, le uova, il lievito, il latte e la farcitura desiderata, che siamo in piena maslenica ed è quasi giunta l'ora dei bliny].
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Menare il can per l'aeroporto
L'eroe del giorno è: il cane Snowy, un Jack Russell bianco e marrone.
Aveva viaggiato: nella stiva di un aereo.
Era atterrato a: Barajas, Madrid, terminal 4.
Era, prevedibilmente: scappato.
Padroni: due, inglesi, disperati.
Vacanza: rovinata.
Avevano offerto una ricompensa di: 10.000 euro.
È stato inseguito da: Iberia, Guardia Civile, personale della sicurezza dell'aeroporto, volontari di un rifugio per animali.
Ha scorrazzato nella cosiddetta "area sensibile" per: 11 giorni; usava i sottopassi per muoversi qua e là.
Lo hanno trovato: i volontari.
Dove: nei pressi della pista 33-L.
Spaventato: un po'.
Sta: bene.
Se si fosse trattato del signor G., lui avrebbe anche trovato il modo di sbullonare un po' di aerei fermi sulla pista, nottetempo.
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Aveva viaggiato: nella stiva di un aereo.
Era atterrato a: Barajas, Madrid, terminal 4.
Era, prevedibilmente: scappato.
Padroni: due, inglesi, disperati.
Vacanza: rovinata.
Avevano offerto una ricompensa di: 10.000 euro.
È stato inseguito da: Iberia, Guardia Civile, personale della sicurezza dell'aeroporto, volontari di un rifugio per animali.
Ha scorrazzato nella cosiddetta "area sensibile" per: 11 giorni; usava i sottopassi per muoversi qua e là.
Lo hanno trovato: i volontari.
Dove: nei pressi della pista 33-L.
Spaventato: un po'.
Sta: bene.
Se si fosse trattato del signor G., lui avrebbe anche trovato il modo di sbullonare un po' di aerei fermi sulla pista, nottetempo.
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lunedì, febbraio 12, 2007
Vita tragica, dentista sbagliato
"William Morton divenne effettivamente famoso per aver usato l'etere come anestetico, come suggeriva una nostra recensione televisiva, 'Last night's TV', G2, p. 31, 8 febbraio. Ma fu un altro dentista americano, Horace Wells, che, dopo una dimostrazione pubblica del gas esilarante andata male, sviluppò una dipendenza dal cloroformio e finì per uccidersi".
The Guardian, Corrections.
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Come maltrattare Google e vivere felici/28
Ecco dov'erano finiti tutti i pitbull.
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Liquids on Board!
Cosa c'è di meglio di un round-up di falsi allarmi? Una collezione di espedienti con cui alcuni passeggeri hanno cercato di aggirare le nuove norme sul trasporto di liquidi a bordo (che limitano i fluidi a un massimo di 100 ml, da esibire ai controlli in una busta di plastica trasparente sigillabile).
L'aeroporto di Manchester ha pubblicato un elenco di patetici tentativi:
– Un passeggero, quando gli hanno detto che non poteva portare a bordo una bottiglia di vodka da 750 ml, se l'è scolata tutta davanti al personale della sicurezza. "È stato poi fatto sbarcare per ubriachezza", specifica l'aeroporto.
– Un altro si è presentato ai controlli con quattro bottiglie di acqua congelata, sostenendo che non si trattava di liquidi, ma di solidi.
– Una signora si rifiutava di abbandonare le sue due bottiglie di vino dicendo "questi non sono liquidi, sono vini pregiati".
– Un'altra ha riempito la busta trasparente con 200 ml di zuppa.
E poi ci sono le reazioni scomposte.
– Un passeggero, di fronte alla proibizione di portare con sé la bomboletta di schiuma da barba ha deciso di spruzzarne il contenuto sulle macchine a raggi x e sul metal detector.
– Un altro ha reagito male alla confisca del deodorante. La sua reazione è stata descritta usando una terminologia familiare a chi ricorda le tattiche dei membri dell'IRA nel carcere di Maze: "dirty protest". In breve, ha orinato nella busta trasparente davanti al personale allibito. Più di 100 ml, oltretutto.
Tutta gente pericolosa e instabile, sicuramente in grado di preparare cocktail esplosivi nella toilette. Mi riferisco soprattutto alla signora che non riusciva a separarsi dalla minestrina.
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domenica, febbraio 11, 2007
Il Grande Ratto delle Galapagos
"In un servizio intitolato 'Un ratto, insetti e spazzatura: le delizie del turismo di massa raggiungono le Galapagos', p. 1, 10 gennaio, citavamo fonti ambientaliste che accusavano la nave da crociera britannica Discovery di essere responsabile della comparsa di un ratto, spazzatura e scritte trovati alle Galapagos dopo il primo passaggio della nave, lo scorso aprile. Alcune lettere inviateci in seguito dal Parco Nazionale delle Galapagos e dalla Fondazione Darwin hanno chiarito che queste informazioni erano errate. Prendiamo atto che il ratto era stato osservato prima dell'arrivo della Discovery e che un rapporto del Servizio del Parco Nazionale delle Galapagos non metteva in collegamento le scritte e la spazzatura con la Discovery. La compagnia che organizza i viaggi della Discovery gradirebbe inoltre specificare che i passeggeri hanno in realtà contribuito alla raccolta della spazzatura trovata sull'isola. Le nostre scuse alla Discovery e ai suoi passeggeri".
The Guardian, Corrections.
Anche perché. Lo sanno tutti che le pantegane le ha portate il Beagle.
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Anche perché. Lo sanno tutti che le pantegane le ha portate il Beagle.
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