Chi altri potrebbe pensare (certo, in un momento di stanchezza, di regressione infantile e di entusiasmo cirillico dopo anni di ibernazione) di crearsi un newsalert "бетономешалка" ("betoniera") su Jandex, trovare il coraggio di leggersi questo interessantissimo articolo su expert.ru - sezione "business russo sconosciuto" - e infine decidere di confessarlo qui?
Comunque, se interessa, oggi tirano le betoniere marca Tigarbo, belle e colorate, costruite dalla KOMZ-Eksport di Kamensk-Šachtinskij, Rostvoskaja Oblast'. La KOMZ-Eksport progetta di occuparsi di tutti i settori della produzione di cemento, e alla domanda se siano interessati all'ingresso di un investitore strategico, il direttore generale risponde caparbiamente: "No. Questo è il nostro progetto. Il nostro programma. Il nostro interesse".
Velìkoe dèlo - betòn, betòn;
Velìkoe dèlo - betòn!
martedì, settembre 25, 2007
Despised but not depressed
"The listings for Radio 3 in the Guide, page 79, September 8, said that Andreas Scholl was to sing the aria He Was Depressed from Handel's Messiah. The aria is called He Was Despised".
The Guardian, corrections, 24 settembre 2007.
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The Guardian, corrections, 24 settembre 2007.
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lunedì, settembre 24, 2007
Impara il russo con il Lipson!/17
Oggi abbiamo un momento di introspezione e di pessimismo cosmico: un uomo seduto sul tetto del garage osserva l'inutilità dell'umano affacendarsi, si pone una serie di pedanti domande e giunge a una conclusione che non lascia vie di scampo. È l'occasione per apprendere che in russo si usano due diversi verbi di moto per esprimere il movimento a piedi e il movimento su un mezzo di trasporto (sono rispettivamente идти/idtì e ехать/èchat'), e di conseguenza il trasporto di oggetti a piedi e su un mezzo (носить/nosit' e везти/veztì). Entusiasmo, lo so.
Čto takòe žìzn'?
Cos'è la vita?
Čto takòe žìzn'? Kto takìe ljùdi? Ja chočù znàt', čto takòe žizn'.
Ja sižù na krỳše garažà. Počemù ja sižù na krỳše garažà? Čtòby lùčše vìdet'. Čtòby lùčše vìdet' čto? Čtòby lùčše vìdet', čto dèlajut ljudi.
Cos'è la vita? Cosa sono le persone? Voglio sapere cos'è la vita.
Siedo sul tetto del garage. Perché siedo sul tetto del garage? Per meglio vedere. Per meglio vedere cosa? Per meglio vedere cosa fanno le persone.
Vnizù ljùdi. Odnì kudà-to idùt, drugìe kudà-to èdut. Ljùdi, kotòrye
kudà-to idùt, nesùt portfèli. Kudà onì idùt? Kudà onì nesùt èti
portfèli? Na rabòtu. Kàždyj čelovèk nesët portfèl' na rabòtu.
Počemù onì nesùt portfèli? Počemù onì idùt na rabòtu? Onì ne znàjut počemù.
In basso ci sono delle persone. Alcune vanno da qualche parte a piedi, altre vanno da qualche parte su un mezzo di trasporto. Le persone che vanno da qualche parte a piedi portano in mano delle borse. Dove vanno? Dove portano queste borse? Al lavoro. Ciascuno porta la borsa al lavoro. Perché portano delle borse? Perché vanno al lavoro? Non sanno perché.
Drugìe kudà-to èdut. Ljùdi, kotòrye kudà-to èdut, vezùt bol'šìe
pakèty. Kudà onì èdut? Kudà onì vezùt èti bol'šìe pakèty? Tòže
na rabòtu. Počemù onì èdut na rabòtu? Onì ne znàjut počemù.
Altri vanno da qualche parte su un mezzo di trasporto. Le persone che vanno da qualche parte su un mezzo di trasporto portano grossi pacchi. Dove vanno? Dove portano questi grossi pacchi?
Anche loro al lavoro. Perché vanno al lavoro? Non sanno perché.
Nedalekò ot menjà murav'ì. Onì kudà-to polzùt. Kudà onì polzùt?
Onì polzùt v garàž. Počemù v garàž? V garažè nachòditsja muravèjnik.
Murav'ì nesùt jàjca v muravèjnik. Počemù onì nesùt
jàjca v muravèjnik? Onì ne znàjut počemù.
Qui accanto ci sono delle formiche. Brulicano da qualche parte. Dove brulicano?
Brulicano verso il garage. Perché nel garage? Nel garage si trova un formicaio.
Le formiche portano le uova nel formicaio. Perché portano
le uova nel formicaio? Non sanno perché.
Čto takòe žìzn'? Kto takìe ljùdi? Ljùdi - murav'ì, i žizn' - muravèjnik.
Cos'è la vita? Cosa sono le persone? Le persone sono formiche e la vita è un formicaio.
Čem končàetsja žìzn'?
Žìzn' končàetsja nulëm.
Come finisce la vita?
La vita finisce in uno zero.
Eccovi il solito file audio. (Ci vuole coraggio, ci).
1. Quanto influisce sul pessimismo del filosofo da garage il fatto che borse, pacchi e uova siano di cemento?
2. Per tutte quelle formiche che brulicano là sotto prima o poi bisognerà fare qualcosa, prima che scoprano dove teniamo i biscotti.
Ma soprattutto.
3. Se la vita alla fine equivale a zero, perché abbiamo appena sdoganato millecinquecento betoniere KAMAZ SB 92V1 dell'88?
Čto takòe žìzn'?
Cos'è la vita?
Čto takòe žìzn'? Kto takìe ljùdi? Ja chočù znàt', čto takòe žizn'.
Ja sižù na krỳše garažà. Počemù ja sižù na krỳše garažà? Čtòby lùčše vìdet'. Čtòby lùčše vìdet' čto? Čtòby lùčše vìdet', čto dèlajut ljudi.
Cos'è la vita? Cosa sono le persone? Voglio sapere cos'è la vita.
Siedo sul tetto del garage. Perché siedo sul tetto del garage? Per meglio vedere. Per meglio vedere cosa? Per meglio vedere cosa fanno le persone.
Vnizù ljùdi. Odnì kudà-to idùt, drugìe kudà-to èdut. Ljùdi, kotòrye
kudà-to idùt, nesùt portfèli. Kudà onì idùt? Kudà onì nesùt èti
portfèli? Na rabòtu. Kàždyj čelovèk nesët portfèl' na rabòtu.
Počemù onì nesùt portfèli? Počemù onì idùt na rabòtu? Onì ne znàjut počemù.
In basso ci sono delle persone. Alcune vanno da qualche parte a piedi, altre vanno da qualche parte su un mezzo di trasporto. Le persone che vanno da qualche parte a piedi portano in mano delle borse. Dove vanno? Dove portano queste borse? Al lavoro. Ciascuno porta la borsa al lavoro. Perché portano delle borse? Perché vanno al lavoro? Non sanno perché.
Drugìe kudà-to èdut. Ljùdi, kotòrye kudà-to èdut, vezùt bol'šìe
pakèty. Kudà onì èdut? Kudà onì vezùt èti bol'šìe pakèty? Tòže
na rabòtu. Počemù onì èdut na rabòtu? Onì ne znàjut počemù.
Altri vanno da qualche parte su un mezzo di trasporto. Le persone che vanno da qualche parte su un mezzo di trasporto portano grossi pacchi. Dove vanno? Dove portano questi grossi pacchi?
Anche loro al lavoro. Perché vanno al lavoro? Non sanno perché.
Nedalekò ot menjà murav'ì. Onì kudà-to polzùt. Kudà onì polzùt?
Onì polzùt v garàž. Počemù v garàž? V garažè nachòditsja muravèjnik.
Murav'ì nesùt jàjca v muravèjnik. Počemù onì nesùt
jàjca v muravèjnik? Onì ne znàjut počemù.
Qui accanto ci sono delle formiche. Brulicano da qualche parte. Dove brulicano?
Brulicano verso il garage. Perché nel garage? Nel garage si trova un formicaio.
Le formiche portano le uova nel formicaio. Perché portano
le uova nel formicaio? Non sanno perché.
Čto takòe žìzn'? Kto takìe ljùdi? Ljùdi - murav'ì, i žizn' - muravèjnik.
Cos'è la vita? Cosa sono le persone? Le persone sono formiche e la vita è un formicaio.
Čem končàetsja žìzn'?
Žìzn' končàetsja nulëm.
Come finisce la vita?
La vita finisce in uno zero.
Eccovi il solito file audio. (Ci vuole coraggio, ci).
1. Quanto influisce sul pessimismo del filosofo da garage il fatto che borse, pacchi e uova siano di cemento?
2. Per tutte quelle formiche che brulicano là sotto prima o poi bisognerà fare qualcosa, prima che scoprano dove teniamo i biscotti.
Ma soprattutto.
3. Se la vita alla fine equivale a zero, perché abbiamo appena sdoganato millecinquecento betoniere KAMAZ SB 92V1 dell'88?
sabato, settembre 22, 2007
La verità vi fa male lo so
Di corsa perché sono tutta concentrata sulla preparazione degli gnocchi con le susine per F. (la ricerca delle susine giuste è stata laboriosa; mio padre mi ha messo in contatto con una vendirìgola locale, praticamente una pusher); in questi minuti dunque si stanno decidendo le sorti del pranzo e l'eventuale deviazione dell'ospite verso la Trattoria La Luna.
Stamane, mentre le mani angosciate impastavano, gli occhi sono finiti su un articolo del Corriere della Sera: "I dubbi sul meteorite caduto in Perù - La Pravda sostiene che si è trattato di un satellite spia Usa KH 13, abbattutto dagli stessi americani".
Copio e incollo: "La 'Pravda' – sì, proprio la celebre voce dei comunisti sovietici – è convinta di possedere la verità anche se ai tempi gloriosi del Pcus di balle ne ha raccontate tante. Citando fonti dei servizi segreti, il giornale sostiene che in realtà il 'buco' non è stato causato dal meteorite bensì da un satellite spia americano". O kak.
Avrete già capito dove sta puntando l'Agentin Betulla.
Però ve lo dico stasera, dopo un pranzo incerto, un pomeriggio in mirulandia e una conferenza in serata nella città di G.
[continua]
Rieccomi (questo brutto vizio di sequestrare gli ospiti).
Dicevo, la fonte Pravda. Ma davvero l'Olimpio del Corriere pensa che Pravda.ru sia "la celebre voce dei comunisti sovietici"? Non gli è venuto neanche un dubbio, vedendo il sito?
Andiamo a dare un'occhiata a quel famoso articolo nella versione inglese. È lui, non c'è dubbio. Ora facciamo un salto sull'home page. A voi sembra normale che tra le notizie principali ci sia "madre mummificata uccide figlia ingorda" e "le cinque ragioni dei governi per mantenere il segreto sugli UFO"?
Questi russi sono proprio strani strani, o non sarà che - come sanno ormai anche i bambini, soprattutto quelli che leggono questo blog - la pubblicazione della Pravda cartacea è stata sospesa nel 1992 per poi riprendere le pubblicazioni a singhiozzo, con sorti alterne e pesanti modifiche, mentre nel 1999 qualcuno ha semplicemente pensato di registrare un dominio internet con quel nome? Tra la nuova Pravda e la Pravda Online non c'è alcun rapporto, tanto che il sito della prima è questo (beh).
Certo, magari il meteorite è davvero un satellite spia degli Stati Uniti, ma data la fonte non mi meraviglierei neanche se fosse un grande bagigio venuto dallo spazio (si spiegherebbero i malori tra la popolazione locale): non sfigurerebbe accanto alla notizia di un mostro antennuto uscito dal mare, a "muscoloso stallone di bronzo con bizzarri genitali umani pubblicizza hotel di provincia", "bionda nuda visita stazione di servizio causando scompiglio" e "tra quattro anni il Sole attaccherà il nostro pianeta". (Avevo detto protezione 20? Facciamo 30)
Stamane, mentre le mani angosciate impastavano, gli occhi sono finiti su un articolo del Corriere della Sera: "I dubbi sul meteorite caduto in Perù - La Pravda sostiene che si è trattato di un satellite spia Usa KH 13, abbattutto dagli stessi americani".
Copio e incollo: "La 'Pravda' – sì, proprio la celebre voce dei comunisti sovietici – è convinta di possedere la verità anche se ai tempi gloriosi del Pcus di balle ne ha raccontate tante. Citando fonti dei servizi segreti, il giornale sostiene che in realtà il 'buco' non è stato causato dal meteorite bensì da un satellite spia americano". O kak.
Avrete già capito dove sta puntando l'Agentin Betulla.
Però ve lo dico stasera, dopo un pranzo incerto, un pomeriggio in mirulandia e una conferenza in serata nella città di G.
[continua]
Rieccomi (questo brutto vizio di sequestrare gli ospiti).
Dicevo, la fonte Pravda. Ma davvero l'Olimpio del Corriere pensa che Pravda.ru sia "la celebre voce dei comunisti sovietici"? Non gli è venuto neanche un dubbio, vedendo il sito?
Andiamo a dare un'occhiata a quel famoso articolo nella versione inglese. È lui, non c'è dubbio. Ora facciamo un salto sull'home page. A voi sembra normale che tra le notizie principali ci sia "madre mummificata uccide figlia ingorda" e "le cinque ragioni dei governi per mantenere il segreto sugli UFO"?
Questi russi sono proprio strani strani, o non sarà che - come sanno ormai anche i bambini, soprattutto quelli che leggono questo blog - la pubblicazione della Pravda cartacea è stata sospesa nel 1992 per poi riprendere le pubblicazioni a singhiozzo, con sorti alterne e pesanti modifiche, mentre nel 1999 qualcuno ha semplicemente pensato di registrare un dominio internet con quel nome? Tra la nuova Pravda e la Pravda Online non c'è alcun rapporto, tanto che il sito della prima è questo (beh).
Certo, magari il meteorite è davvero un satellite spia degli Stati Uniti, ma data la fonte non mi meraviglierei neanche se fosse un grande bagigio venuto dallo spazio (si spiegherebbero i malori tra la popolazione locale): non sfigurerebbe accanto alla notizia di un mostro antennuto uscito dal mare, a "muscoloso stallone di bronzo con bizzarri genitali umani pubblicizza hotel di provincia", "bionda nuda visita stazione di servizio causando scompiglio" e "tra quattro anni il Sole attaccherà il nostro pianeta". (Avevo detto protezione 20? Facciamo 30)
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venerdì, settembre 21, 2007
Impara il russo con il Lipson!/16
Oggi tutti i lavoratori e le lavoratrici di Cementopoli parlano dell'attesissima conferenza del professor Schulz che si terrà nel circolo della fabbrica. Di cosa parlerà il professor Schulz? Parlerà forse egli di matite? Parlerà forse egli di filobus?
Ma no, compagni.
Il professor Schulz parlerà di cemento ("ooooooh!")
Betòn včerà, segòdnja i zàvtra
Il cemento ieri, oggi e domani
Tovàrišč dirèktor!
Tovàrišči inženèry!
Tovàrišči betònščiki i betònščici!
Compagno direttore!
Compagni ingegneri!
Compagni lavoratori e lavoratrici del cemento!
Betòn! Tovàrišči, čto znàčit slòvo betòn?
Slòvo betòn - ne nòvoe slòvo.
Onò òčen' stàroe.
Da, slòvo betòn ne nòvoe, a stàroe slovo.
Cemento! Compagni, cosa significa la parola cemento?
La parola cemento non è una parola nuova.
È assai antica.
Sì, la parola cemento è una parola non nuova, ma antica.
Betòn - stàroe albànskoe slovo.
Ràn'še tòl'ko albàncy i estòncy znàli slòvo betòn.
Albàncy dùmali, čto slòvo betòn znàčit "karandàš", a estòncy dùmali,
čto slòvo betòn značit "trollèjbus".
Nu, tovàrišči, vot kak včerà ponimàli slòvo betòn.
Cemento è un'antica parola albanese.
In precedenza solo gli albanesi e gli estoni conoscevano la parola cemento.
Gli albanesi pensavano che la parola cemento significasse "matita", mentre gli estoni pensavano che la parola cemento significasse "filobus".
Be', compagni, ecco cosa si intendeva ieri con la parola cemento.
[aplodismènty]
[applausi]
Siete devastati dal mostruoso, imperdonabile abbaglio di albanesi ed estoni, vero?
Mentre vi riprendete, questo è il file audio.
Fatto?
Continuiamo con l'oggi e il domani del cemento.
Segòdnja. Kto znàet betòn segòdnja?
Segòdnja ne tòl'ko albàncy i estòncy, no vsja Evròpa, Àzija, Àfrika i dàže Amèrika znàjut betòn.
Oggi. Cosa significa oggi cemento?
Oggi non solo gli albanesi e gli estoni, ma tutta l'Europa, l'Asia, l'Africa e perfino l'America conoscono il cemento. [corsivo mio, non sono riuscita a resistere, n.d.C.]
[aplodismènty]
[applausi]
A zàvtra? Čto bùdet zàvtra?
Zàvtra, ne tòl'ko Evròpa, Àzija, Àfrika i Amèrika, no i ves' mir bùdet znàt' betòn.
E domani? Cosa sarà domani?
Domani non solo l'Europa, l'Asia, l'Africa e l'America ma anche tutto il mondo conoscerà il cemento. [qui Lipson aggiunge una nota: "tutto il mondo corrisponde a Europa, Asia, Africa, America, Artico e Antartico". L'Oceania non la contiamo, n.d.C.]
[bùrnye aplodismènty][applausi scroscianti]
Tovàrišči betònščiki i betònščici!
V zoopàrkach bùdut žit' betònnye tìgry.
V trollèjbusach bùdut rabotat' betonnye konduktorà.
Compagni lavoratori e lavoratrici del cemento!
Negli zoo vivranno tigri di cemento.
Sui filobus lavoreranno controllori di cemento.
[v vostòrge]
[in estasi]
Betònnye ljùdi bùdut čitat' betònnye knìgi.
Nàši betònnye dèti bùdut znat' velìkij, nòvyj mir.
Mir betòna... betònnyj mir.
Persone di cemento leggeranno libri di cemento.
I nostri bambini di cemento conosceranno un mondo grande e nuovo.
Il mondo del cemento... un mondo di cemento.
[plàčet]
[piange]
[pàuza]
[pausa]
Betòn. Čto takòe betòn?
Cemento. Cos'è il cemento?
[làskovo]
[teneramente]
Betòn... èto vy... èto onì... èto ja... èto my...
Betòn, tovàrišči, - èto istòrija čelovèka!
Il cemento... siete voi... sono loro... sono io... siamo noi...
Il cemento, compagni, è la storia dell'uomo.
[ovacija][ovazione]
Vi avverto che nel file audio sono riuscita a dominare l'estasi e la commozione e a trattenere le lacrime.
Compagni, finora avevamo il cemento, tante betoniere, bravi lavoratori e un ottimo piano quinquennale. Quello che ci mancava era un filologo, ideologo e profeta del cemento che ci regalasse una visione e ci facesse esercitare sulla costruzione del tempo futuro.
Quello che ci mancava era la Dottrina Schulz.
Noi siamo il cemento.
Aplodismènty.
Ma no, compagni.
Il professor Schulz parlerà di cemento ("ooooooh!")
Betòn včerà, segòdnja i zàvtra
Il cemento ieri, oggi e domani
Tovàrišč dirèktor!
Tovàrišči inženèry!
Tovàrišči betònščiki i betònščici!
Compagno direttore!
Compagni ingegneri!
Compagni lavoratori e lavoratrici del cemento!
Betòn! Tovàrišči, čto znàčit slòvo betòn?
Slòvo betòn - ne nòvoe slòvo.
Onò òčen' stàroe.
Da, slòvo betòn ne nòvoe, a stàroe slovo.
Cemento! Compagni, cosa significa la parola cemento?
La parola cemento non è una parola nuova.
È assai antica.
Sì, la parola cemento è una parola non nuova, ma antica.
Betòn - stàroe albànskoe slovo.
Ràn'še tòl'ko albàncy i estòncy znàli slòvo betòn.
Albàncy dùmali, čto slòvo betòn znàčit "karandàš", a estòncy dùmali,
čto slòvo betòn značit "trollèjbus".
Nu, tovàrišči, vot kak včerà ponimàli slòvo betòn.
Cemento è un'antica parola albanese.
In precedenza solo gli albanesi e gli estoni conoscevano la parola cemento.
Gli albanesi pensavano che la parola cemento significasse "matita", mentre gli estoni pensavano che la parola cemento significasse "filobus".
Be', compagni, ecco cosa si intendeva ieri con la parola cemento.
[aplodismènty]
[applausi]
Siete devastati dal mostruoso, imperdonabile abbaglio di albanesi ed estoni, vero?
Mentre vi riprendete, questo è il file audio.
Fatto?
Continuiamo con l'oggi e il domani del cemento.
Segòdnja. Kto znàet betòn segòdnja?
Segòdnja ne tòl'ko albàncy i estòncy, no vsja Evròpa, Àzija, Àfrika i dàže Amèrika znàjut betòn.
Oggi. Cosa significa oggi cemento?
Oggi non solo gli albanesi e gli estoni, ma tutta l'Europa, l'Asia, l'Africa e perfino l'America conoscono il cemento. [corsivo mio, non sono riuscita a resistere, n.d.C.]
[aplodismènty]
[applausi]
A zàvtra? Čto bùdet zàvtra?
Zàvtra, ne tòl'ko Evròpa, Àzija, Àfrika i Amèrika, no i ves' mir bùdet znàt' betòn.
E domani? Cosa sarà domani?
Domani non solo l'Europa, l'Asia, l'Africa e l'America ma anche tutto il mondo conoscerà il cemento. [qui Lipson aggiunge una nota: "tutto il mondo corrisponde a Europa, Asia, Africa, America, Artico e Antartico". L'Oceania non la contiamo, n.d.C.]
[bùrnye aplodismènty][applausi scroscianti]
Tovàrišči betònščiki i betònščici!
V zoopàrkach bùdut žit' betònnye tìgry.
V trollèjbusach bùdut rabotat' betonnye konduktorà.
Compagni lavoratori e lavoratrici del cemento!
Negli zoo vivranno tigri di cemento.
Sui filobus lavoreranno controllori di cemento.
[v vostòrge]
[in estasi]
Betònnye ljùdi bùdut čitat' betònnye knìgi.
Nàši betònnye dèti bùdut znat' velìkij, nòvyj mir.
Mir betòna... betònnyj mir.
Persone di cemento leggeranno libri di cemento.
I nostri bambini di cemento conosceranno un mondo grande e nuovo.
Il mondo del cemento... un mondo di cemento.
[plàčet]
[piange]
[pàuza]
[pausa]
Betòn. Čto takòe betòn?
Cemento. Cos'è il cemento?
[làskovo]
[teneramente]
Betòn... èto vy... èto onì... èto ja... èto my...
Betòn, tovàrišči, - èto istòrija čelovèka!
Il cemento... siete voi... sono loro... sono io... siamo noi...
Il cemento, compagni, è la storia dell'uomo.
[ovacija][ovazione]
Vi avverto che nel file audio sono riuscita a dominare l'estasi e la commozione e a trattenere le lacrime.
Compagni, finora avevamo il cemento, tante betoniere, bravi lavoratori e un ottimo piano quinquennale. Quello che ci mancava era un filologo, ideologo e profeta del cemento che ci regalasse una visione e ci facesse esercitare sulla costruzione del tempo futuro.
Quello che ci mancava era la Dottrina Schulz.
Noi siamo il cemento.
Aplodismènty.
mercoledì, settembre 19, 2007
Che ci sia sempre il sole
Dal Kommersant' di qualche tempo fa: "Nel 1964, sei anni prima della fondazione degli ABBA e due anni prima dell'incontro con Benny Andersson, Björn Ulvaeus scrisse per il suo gruppo di allora, gli 'Hootenanny Singers', la canzone 'Gabrielle'. Tutti i russi che abbiano più di trent'anni riconoscerenno in 'Gabrielle' il famoso inno dell'infanzia sovietica 'Pust' vsegda budet solnce', di Arkadij Ostrovskij e Lev Ošanin. Ufficialmente questa canzone è datata 1962, e dunque i melomani russi considerano 'Gabrielle' una cover di 'Solnečnyj krug' (dal primo verso della canzone)".
Portatevi in un luogo sicuro e possibilmente insonorizzato e verificate con le vostre orecchie su YouTube:
"Gabrielle", degli Ur-ABBA.
E "Solnečnyj krug", featuring la grande, indistruttibile e pittoresca infanzia sovietica.
Il compito di oggi è: imparare la canzoncina e lasciarvi disperatamente andare nel tunnel.
Per gli addicted: questa (se volete andate a rubare un po' di banda a Miroslava) è una versione da studio interpretata da Boton-Mjansarova-Kobzon + coro. Vale, ve lo dice il Capo capone.
Segue cirillico, traslittero e traduzione.
Пусть всегда будет солнце
Солнечный круг,
Небо вокруг -
Это рисунок мальчишки.
Нарисовал он на листке
И подписал в уголке:
Пусть всегда будет солнце,
Пусть всегда будет небо,
Пусть всегда будет мама,
Пусть всегда буду я.
Милый мой друг,
Добрый мой друг,
Людям так хочется мира.
И в тридцать пять
Сердце опять
Не устает повторять:
Пусть всегда будет солнце...
Тише, солдат,
Слышишь, солдат,-
Люди пугаются взрывов.
Тысячи глаз
В небо глядят,
Губы упрямо твердят:
Пусть всегда будет солнце...
Против беды,
Против войны
Встанем за наших мальчишек.
Солнце - навек! Счастье - навек!-
Так повелел человек.
Пусть всегда будет солнце,
Пусть всегда будет небо,
Пусть всегда будет мама,
Пусть всегда буду я.
Pust' vsegda budet solnce
Sòlnečnyj krùg,
Nèbo vokrùg -
Èto risùnok mal'čìški.
Narisovàl on na listkè
I podpisàl v ugolkè:
Pust' vsegdà bùdet sòlnce
Pust' vsegdà bùdet nèbo
Pust' vsegdà bùdet màma
Pust' vsegdà bùdu ja.
Mìlyj moj drug,
Dòbryj moj drug,
Ljùdjam tak chòčetsja mìra.
I v trìdcat' pjàt'
Sèrdce opjàt'
Ne ustaët povtorjàt':
Pust' vsegdà bùdet sòlnce...
Tìše, soldàt,
Slyšiš', soldàt, -
Ljùdi pugàjutsja vzryvov
Tysjači glàs
V nèbo gljadjàt,
Gùby uprjàmo tverdjàt:
Pust' vsegdà bùdet sòlnce...
Pròtiv bedy,
Pròtiv vojny
Vstànem za nàšich mal'čìšek.
Sòlnce - navèk! Sčàst'e - navèk!-
Tak povelèl čelovèk.
Pust' vsegdà bùdet sòlnce
Pust' vsegdà bùdet nèbo
Pust' vsegdà bùdet màma
Pust' vsegdà bùdu ja.
(traduzione creativa: 1. non rigorosamente letterale; 2. nel rispetto della ritmica originale, cosicché voi possiate canticchiare anche in italiano...
Che ci sia sempre il sole
Splendente sol
Brilla nel ciel
È il disegnino di un bimbo
Lo disegnò su un fogliettin
Scrivendo in un angolin:
Che ci sia sempre il sole
Che ci sia sempre il cielo
Che ci sia sempre la mamma
E che ci sia sempre anch'io.
Amico mio,
Amico mio
La gente ha voglia di pace.
E anche con la
Maggiore età
Il cuor mai si stanca di dir:
Che ci sia sempre il sole
Che ci sia sempre il cielo
Che ci sia sempre la mamma
E che ci sia sempre anch'io.
Soldato, taci
Ascolta, soldato
La gente teme gli spari.
Occhi a migliaia
Guardano il ciel
Le labbra dicon così:
Che ci sia sempre il sole
Che ci sia sempre il cielo
Che ci sia sempre la mamma
E che ci sia sempre anch'io.
Niente più guerra
Niente dolor
I bimbi difenderemo
Sole per sempre! Sempre felici!
Pace per l'umanità.
Che ci sia sempre il sole
Che ci sia sempre il cielo
Che ci sia sempre la mamma
E che ci sia sempre anch'io.
---
Che ci sia pure sempre il sole, ci metteremo la protezione 20 e l'antirughe.
Portatevi in un luogo sicuro e possibilmente insonorizzato e verificate con le vostre orecchie su YouTube:
"Gabrielle", degli Ur-ABBA.
E "Solnečnyj krug", featuring la grande, indistruttibile e pittoresca infanzia sovietica.
Il compito di oggi è: imparare la canzoncina e lasciarvi disperatamente andare nel tunnel.
Per gli addicted: questa (se volete andate a rubare un po' di banda a Miroslava) è una versione da studio interpretata da Boton-Mjansarova-Kobzon + coro. Vale, ve lo dice il Capo capone.
Segue cirillico, traslittero e traduzione.
Пусть всегда будет солнце
Солнечный круг,
Небо вокруг -
Это рисунок мальчишки.
Нарисовал он на листке
И подписал в уголке:
Пусть всегда будет солнце,
Пусть всегда будет небо,
Пусть всегда будет мама,
Пусть всегда буду я.
Милый мой друг,
Добрый мой друг,
Людям так хочется мира.
И в тридцать пять
Сердце опять
Не устает повторять:
Пусть всегда будет солнце...
Тише, солдат,
Слышишь, солдат,-
Люди пугаются взрывов.
Тысячи глаз
В небо глядят,
Губы упрямо твердят:
Пусть всегда будет солнце...
Против беды,
Против войны
Встанем за наших мальчишек.
Солнце - навек! Счастье - навек!-
Так повелел человек.
Пусть всегда будет солнце,
Пусть всегда будет небо,
Пусть всегда будет мама,
Пусть всегда буду я.
Pust' vsegda budet solnce
Sòlnečnyj krùg,
Nèbo vokrùg -
Èto risùnok mal'čìški.
Narisovàl on na listkè
I podpisàl v ugolkè:
Pust' vsegdà bùdet sòlnce
Pust' vsegdà bùdet nèbo
Pust' vsegdà bùdet màma
Pust' vsegdà bùdu ja.
Mìlyj moj drug,
Dòbryj moj drug,
Ljùdjam tak chòčetsja mìra.
I v trìdcat' pjàt'
Sèrdce opjàt'
Ne ustaët povtorjàt':
Pust' vsegdà bùdet sòlnce...
Tìše, soldàt,
Slyšiš', soldàt, -
Ljùdi pugàjutsja vzryvov
Tysjači glàs
V nèbo gljadjàt,
Gùby uprjàmo tverdjàt:
Pust' vsegdà bùdet sòlnce...
Pròtiv bedy,
Pròtiv vojny
Vstànem za nàšich mal'čìšek.
Sòlnce - navèk! Sčàst'e - navèk!-
Tak povelèl čelovèk.
Pust' vsegdà bùdet sòlnce
Pust' vsegdà bùdet nèbo
Pust' vsegdà bùdet màma
Pust' vsegdà bùdu ja.
(traduzione creativa: 1. non rigorosamente letterale; 2. nel rispetto della ritmica originale, cosicché voi possiate canticchiare anche in italiano...
Che ci sia sempre il sole
Splendente sol
Brilla nel ciel
È il disegnino di un bimbo
Lo disegnò su un fogliettin
Scrivendo in un angolin:
Che ci sia sempre il sole
Che ci sia sempre il cielo
Che ci sia sempre la mamma
E che ci sia sempre anch'io.
Amico mio,
Amico mio
La gente ha voglia di pace.
E anche con la
Maggiore età
Il cuor mai si stanca di dir:
Che ci sia sempre il sole
Che ci sia sempre il cielo
Che ci sia sempre la mamma
E che ci sia sempre anch'io.
Soldato, taci
Ascolta, soldato
La gente teme gli spari.
Occhi a migliaia
Guardano il ciel
Le labbra dicon così:
Che ci sia sempre il sole
Che ci sia sempre il cielo
Che ci sia sempre la mamma
E che ci sia sempre anch'io.
Niente più guerra
Niente dolor
I bimbi difenderemo
Sole per sempre! Sempre felici!
Pace per l'umanità.
Che ci sia sempre il sole
Che ci sia sempre il cielo
Che ci sia sempre la mamma
E che ci sia sempre anch'io.
---
Che ci sia pure sempre il sole, ci metteremo la protezione 20 e l'antirughe.
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Vaghe stelle dell'URSS
martedì, settembre 18, 2007
Piccoli suicidi tra amiche
– Guarda, non dire mai più che ho una guida sicura.
– Perché.
– Ho combinato un casino sulla rotatoria dell'Anconetta. Rotatorie maledette, le odio.
– Quanto, casino?
– Ho tagliato la strada a uno e un motociclista è finito a terra.
– Fatto male?
- No, fatto niente. Io che insistevo per dargli dei soldi, un altro che si metteva in mezzo... Lui continuava a dire che aveva fretta e che non c'era problema, che si era rotto solo un robo della moto. Era anche grazioso, tra l'altro.
– E tu?
– Io sconvolta, fuori di me. Non ha neanche voluto il mio numero di telefono.
– Ahahah.
– E lui che voleva andarsene e io che continuavo a ripetergli il mio cognome e "Sull'elenco di Monfalcone sono l'unica con quel cognome!" E niente, è andato via. Mia madre che assisteva in disparte mi ha fatto notare che ha tenuto sempre su il casco.
– Come facevi a sapere che era grazioso?
– Si capiva. Secondo lei la faccenda del casco è poco chiara.
– A casa si sarà tolto il casco e...
– Cosa?!
– Ma sì, sai...
– No, non lo so, cosa!
– La testa che si apre a metà.
– Non guiderò mai più. Voglio uccidermi.
– Ok.
– Voglio buttarmi giù dal Rilke.
– Va bene.
– Solo che come ci vado sul Rilke, se non guido?
– Ti porto io?
– Davvero mi porteresti?
– Se serve.
– Grazie.
– Il gelato con la panna al Bar Bianco lo prendiamo prima o dopo?
– Ma dopo, va'.
– Perché.
– Ho combinato un casino sulla rotatoria dell'Anconetta. Rotatorie maledette, le odio.
– Quanto, casino?
– Ho tagliato la strada a uno e un motociclista è finito a terra.
– Fatto male?
- No, fatto niente. Io che insistevo per dargli dei soldi, un altro che si metteva in mezzo... Lui continuava a dire che aveva fretta e che non c'era problema, che si era rotto solo un robo della moto. Era anche grazioso, tra l'altro.
– E tu?
– Io sconvolta, fuori di me. Non ha neanche voluto il mio numero di telefono.
– Ahahah.
– E lui che voleva andarsene e io che continuavo a ripetergli il mio cognome e "Sull'elenco di Monfalcone sono l'unica con quel cognome!" E niente, è andato via. Mia madre che assisteva in disparte mi ha fatto notare che ha tenuto sempre su il casco.
– Come facevi a sapere che era grazioso?
– Si capiva. Secondo lei la faccenda del casco è poco chiara.
– A casa si sarà tolto il casco e...
– Cosa?!
– Ma sì, sai...
– No, non lo so, cosa!
– La testa che si apre a metà.
– Non guiderò mai più. Voglio uccidermi.
– Ok.
– Voglio buttarmi giù dal Rilke.
– Va bene.
– Solo che come ci vado sul Rilke, se non guido?
– Ti porto io?
– Davvero mi porteresti?
– Se serve.
– Grazie.
– Il gelato con la panna al Bar Bianco lo prendiamo prima o dopo?
– Ma dopo, va'.
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The Real Thing
lunedì, settembre 17, 2007
I velocissimi nel loro genere
Cinque lunghissimi psicosecondi di raccoglimento per l'uomo che mi ha insegnato a guidare e a derapare (ma non a parcheggiare*). Ieri, mentre cesellavo la mia curva preferita - quella che lui e il suo navigatore avrebbero chiamato "una due a sinistra - pietre - non tagliare" - poco dopo l'ameno abitato di Doberdò del Lago, pensavo che questo è forse il destino dei velocissimi nel loro genere: campione del mondo di rally, vincitore di 25 gare mondiali e cadi pilotando un elicottero (il primo uomo nello spazio e finisci i tuoi giorni su un MiG durante un volo di collaudo).
Per esempio voi state pensando che prima o poi mi sfuggirà un segno debole o inciamperò in un verbo di moto, e invece andrà a finire che cadrò ingloriosamente sulle doppie di efferato, una strada che avevo imboccato mille volte e conoscevo a memoria.
*a quello ci pensano gli avventori del bar da Teo con poche sintetiche istruzioni:
– Gira gira gira gira! Adesso sinistra! Gira gira gira gira!
– Ok, grazie, basta, stop.
– Vàra che te son fòra.
– No son fòra, il marciapiede xe storto.
[Se ne va barcollando fieramente sulle ultime zeppe della stagione.]
– Cio'.
– Cossa?
– Finestrìn.
Per esempio voi state pensando che prima o poi mi sfuggirà un segno debole o inciamperò in un verbo di moto, e invece andrà a finire che cadrò ingloriosamente sulle doppie di efferato, una strada che avevo imboccato mille volte e conoscevo a memoria.
*a quello ci pensano gli avventori del bar da Teo con poche sintetiche istruzioni:
– Gira gira gira gira! Adesso sinistra! Gira gira gira gira!
– Ok, grazie, basta, stop.
– Vàra che te son fòra.
– No son fòra, il marciapiede xe storto.
[Se ne va barcollando fieramente sulle ultime zeppe della stagione.]
– Cio'.
– Cossa?
– Finestrìn.
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The Real Thing
Impara il russo con il Lipson!/15
E siamo al quarto, quinto e sesto metodo per non rispondere a una domanda.
Poniamo che la domanda sia:
- Čem okànčivaetsja slòvo dòktor?
- In cosa termina la parola doktor?
Metodo numero 4:
- Povtorìte poslèdnij vopròs, požàlujsta!
- "poslèdnij vopròs, požàlujsta"
- Xa-xa-xa!
- Ripeta l'ultima domanda, per favore!
- "l'ultima domanda, per favore"
- Ah, ah, ah!
Metodo 5:
- Gmm?
- Gròmče, požàlujsta.
- Gmmm.
- A čto èto znàčit?
- Èto znàčit, čto ja zabyl(a) poslèdnij vopròs.
- Hmm?
- A voce più alta, prego.
- Hmmm.
- E cosa significa?
- Significa che mi sono dimenticato(a) l'ultima domanda.
Metodo 6:
- Takìe banàl'nye/naìvnye/neinterèsnye vopròsy ne interesùjut menjà.
- Domande così banali/ingenue/poco interessanti non mi interessano.
Evasivo file audio.
Sottolineo che questi sono ancora i metodi elementari (il Lipson prevede anche un metodo avanzato), utili con domande del tipo "come finisce la parola dottore?", "ce l'hai cinquecento lire per il carrello?", "sei bionda naturale?", "vuoi sposarmi?", "scusa, ma cinque minuti fa qui non c'era una betoniera?". Li sconsiglio vivamente con domande del tipo "lei sa fare la manovra di Heimlich?" e "questo fungo è commestibile?".
Poniamo che la domanda sia:
- Čem okànčivaetsja slòvo dòktor?
- In cosa termina la parola doktor?
Metodo numero 4:
- Povtorìte poslèdnij vopròs, požàlujsta!
- "poslèdnij vopròs, požàlujsta"
- Xa-xa-xa!
- Ripeta l'ultima domanda, per favore!
- "l'ultima domanda, per favore"
- Ah, ah, ah!
Metodo 5:
- Gmm?
- Gròmče, požàlujsta.
- Gmmm.
- A čto èto znàčit?
- Èto znàčit, čto ja zabyl(a) poslèdnij vopròs.
- Hmm?
- A voce più alta, prego.
- Hmmm.
- E cosa significa?
- Significa che mi sono dimenticato(a) l'ultima domanda.
Metodo 6:
- Takìe banàl'nye/naìvnye/neinterèsnye vopròsy ne interesùjut menjà.
- Domande così banali/ingenue/poco interessanti non mi interessano.
Evasivo file audio.
Sottolineo che questi sono ancora i metodi elementari (il Lipson prevede anche un metodo avanzato), utili con domande del tipo "come finisce la parola dottore?", "ce l'hai cinquecento lire per il carrello?", "sei bionda naturale?", "vuoi sposarmi?", "scusa, ma cinque minuti fa qui non c'era una betoniera?". Li sconsiglio vivamente con domande del tipo "lei sa fare la manovra di Heimlich?" e "questo fungo è commestibile?".
venerdì, settembre 14, 2007
Regentil
– ... e poi potremmo fargli uno scherzo. Chessò...
– Comprare un preservativo e riempirlo di qualcosa.
– Chessò...
– ... acqua.
– O carta.
[Bene, abbiamo pensato, eccone due con le idee chiare. Che l'origlio abbia inizio].
– E comunque guarda che so' ore che camminiamo. Io non so mica dove stiamo.
– Ma che scherzi? No, io lo so... Da quella parte là ce stanno i Cover Gardens.
– Dici?
– Mentre questa è una parallela de Regent Hill*.
– Abbe'.
– Comunque.
– Che?
– Poco poco, parallela.
*pronunciato Regentil, come un blando sedativo per bambini iperattivi o anziani ansiosi.
– Comprare un preservativo e riempirlo di qualcosa.
– Chessò...
– ... acqua.
– O carta.
[Bene, abbiamo pensato, eccone due con le idee chiare. Che l'origlio abbia inizio].
– E comunque guarda che so' ore che camminiamo. Io non so mica dove stiamo.
– Ma che scherzi? No, io lo so... Da quella parte là ce stanno i Cover Gardens.
– Dici?
– Mentre questa è una parallela de Regent Hill*.
– Abbe'.
– Comunque.
– Che?
– Poco poco, parallela.
*pronunciato Regentil, come un blando sedativo per bambini iperattivi o anziani ansiosi.
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The Real Thing
giovedì, settembre 13, 2007
Sì, vi voglio bene anch'io
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El Miro en su laberinto
Scambio via sms:
"ciao miro, stasera ore 20 concerto al castello di kromberk?"
"stasera non posso, ma se vuoi prima o dopo mi libero."
"tempi stretti, purtroppo; rimedieremo un'altra volta?"
"certo che sì. estate complicata, ma prossimamente starò più ferma. a presto, bacio."
due secondi dopo, telefonata:
– Ohi, Miro, no sta farme cjapar 'ste paure!
– Cosa?
– Cossa vol dir "più ferma"?
– Niente, che gò più tempo.
– Ah, meno mal. Gò pensà a una roba brutta.
– Tipo?
– Tipo labirintite.
"ciao miro, stasera ore 20 concerto al castello di kromberk?"
"stasera non posso, ma se vuoi prima o dopo mi libero."
"tempi stretti, purtroppo; rimedieremo un'altra volta?"
"certo che sì. estate complicata, ma prossimamente starò più ferma. a presto, bacio."
due secondi dopo, telefonata:
– Ohi, Miro, no sta farme cjapar 'ste paure!
– Cosa?
– Cossa vol dir "più ferma"?
– Niente, che gò più tempo.
– Ah, meno mal. Gò pensà a una roba brutta.
– Tipo?
– Tipo labirintite.
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martedì, settembre 11, 2007
Vaghe stelle dell'URSS/3
– Sei poi andata al mare, domenica?
– No!
– Ah.
– Problemi personali.
– Mi dispiace.
– Ma mica miei.
– Problemi personali di altri?
– Eh sì.
– Capisco.
– No!
– Ah.
– Problemi personali.
– Mi dispiace.
– Ma mica miei.
– Problemi personali di altri?
– Eh sì.
– Capisco.
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lunedì, settembre 10, 2007
Impara il russo con il Lipson!/14
... [continua]
Eravamo rimasti alla vostra implicita domanda, mascherine: "Capo capone, perché ci parli di triplo gioco? Non starà per accadere qualcosa di terribile, a Cementopoli?"
Ebbene sì, la nostra ingenua squadra è diventata facile preda di un individuo senza scrupoli. Dàmy i gospodà, ecco una storia di tradimento, buoni sentimenti, valutazioni errate, corruzione occidentale, quote di produzione disattese e cemento: l'Affare Brown! Come ama dire la mia conoscente Roweanna Velvet, "Cliccate per ingrandire".
Dèlo Bràuna: Nàša brigàda dèlaet bol'šùju ošìbku
L'affare Brown: la nostra squadra commette un grosso errore
Ràn'še anglìjskij inženèr Bràun rabòtal na betònnom zavòde.
Kàždyj betònščik dùmal, čto Bràun - òčen' choròšij čelovèk.
Kàždaja betònščica dùmala, čto Bràun - òčen' dòbryj čelovèk.
Vsjà nàša brigàda dùmala, čto anglìjskij inženèr Bràun -
lùčšij drùg zavòda.
Prima l'ingegnere inglese Brown lavorava nella fabbrica di cemento.
Ciascun lavoratore del cemento pensava che Brown fosse una bravissima persona.
Ciascuna lavoratrice del cemento pensava che Brown fosse una buonissima persona.
Tutta la nostra squadra pensava che l'ingegnere inglese Brown
fosse il migliore amico della fabbrica.
No niktò ne znàl, čto Bràun špiòn.
Čto dèlal Bràun?
Kàždyj den', kogdà my rabòtali, Bràun kral žurnaly v klùbe zavòda.
I včerà, kogdà nàša brigàda otdychàla v Blìnske, anglìjskij inženèr Bràun ykràl vse nàši betonomešalki.
Ma nessuno sapeva che Brown era una spia.
Cosa faceva Brown?
Ogni giorno, quando lavoravamo, Brown rubava le riviste nel circolo della fabbrica.
E ieri, quando la nostra squadra riposava a Blinsk, l'ingegnere inglese Brown ha rubato tutte le nostre betoniere.
Kakòe bezobràzie!
Che comportamento oltraggioso!
Ax, Bràun! Čto vy sdèlali! Čto vy sdèlali?!
My ljubìli vas.
My dùmali, čto vy naš lùčšij drug.
Naša brigàda, kàžetsja, sdèlala bol'šùju ošìbku.
Ah, Brown! Cos'ha fatto! Cos'ha fatto?!
Noi la amavamo.
Noi pensavamo che lei fosse il nostro migliore amico.
La nostra squadra, a quanto pare, ha commesso un grosso errore.
Fine dello psicodramma. Esercitiamoci insieme con questo file audio.
Osservazioni grammaticali: qui con il consueto understatement Lipson non ci presenta solo la perfida spia inglese ma anche i verbi perfettivi e imperfettivi. In russo la stessa azione è rappresentata da una coppia di verbi di diverso aspetto (la coppia aspettuale): i verbi di aspetto imperfettivo indicano il processo di svolgimento dell'azione o un'azione ripetuta (o due azioni contemporanee), mentre i verbi di aspetto perfettivo indicano un’azione svolta, conclusa (o due azioni consecutive). Per ora ci basta sapere questo.
Bràun kràl žurnàly v klùbe zavòda = Brown rubava le riviste nel circolo della fabbrica. Kral è imperfettivo.
Bràun ykràl vse nàši betonomešalki = Brown ha rubato tutte le nostre betoniere. Ukràl è perfettivo [me jera sbrissà imperfettivo, grazie deck paolo! n.d.C.].
Altro esempio di coppia aspettuale nel testo è rappresentato da delal/sdelal (faceva/ha fatto).
Ma veniamo al tema che più ci sta a cuore. Altro che bravissima persona e miglior amico della fabbrica: mentre il Voro si dedicava al furto di piccolo cabotaggio sottraendo matite, mentre i fannulloni si dilettavano a pestare due fiori nel parco e a fumare sui filobus, mentre a Betonograd si lavorava e a Blinsk si riposava (anche perché nel dopolavoro di Betonograd non era rimasto uno straccio di rivista) Brown tramava nell'ombra e si accingeva a tradire la fiducia della squadra.
Kakòe bezobràzie, Compagni!
Be', direte voi: c'è Brown, ci sono i lavoratori, ma dov'è che sta il "triple play"?
Non lo so con esattezza, ma secondo me c'entrano una coppia aspettuale e una betoniera.
[Il Demiurgo, intanto, segnala il sottile, sublime, mixante, rotante punto di incontro tra il Lipson e il Playmobilio: gioite, Compagni, tanto quel Brown prima o poi lo ripeschiamo].
Eravamo rimasti alla vostra implicita domanda, mascherine: "Capo capone, perché ci parli di triplo gioco? Non starà per accadere qualcosa di terribile, a Cementopoli?"
Ebbene sì, la nostra ingenua squadra è diventata facile preda di un individuo senza scrupoli. Dàmy i gospodà, ecco una storia di tradimento, buoni sentimenti, valutazioni errate, corruzione occidentale, quote di produzione disattese e cemento: l'Affare Brown! Come ama dire la mia conoscente Roweanna Velvet, "Cliccate per ingrandire".
Dèlo Bràuna: Nàša brigàda dèlaet bol'šùju ošìbku
L'affare Brown: la nostra squadra commette un grosso errore
Ràn'še anglìjskij inženèr Bràun rabòtal na betònnom zavòde.
Kàždyj betònščik dùmal, čto Bràun - òčen' choròšij čelovèk.
Kàždaja betònščica dùmala, čto Bràun - òčen' dòbryj čelovèk.
Vsjà nàša brigàda dùmala, čto anglìjskij inženèr Bràun -
lùčšij drùg zavòda.
Prima l'ingegnere inglese Brown lavorava nella fabbrica di cemento.
Ciascun lavoratore del cemento pensava che Brown fosse una bravissima persona.
Ciascuna lavoratrice del cemento pensava che Brown fosse una buonissima persona.
Tutta la nostra squadra pensava che l'ingegnere inglese Brown
fosse il migliore amico della fabbrica.
No niktò ne znàl, čto Bràun špiòn.
Čto dèlal Bràun?
Kàždyj den', kogdà my rabòtali, Bràun kral žurnaly v klùbe zavòda.
I včerà, kogdà nàša brigàda otdychàla v Blìnske, anglìjskij inženèr Bràun ykràl vse nàši betonomešalki.
Ma nessuno sapeva che Brown era una spia.
Cosa faceva Brown?
Ogni giorno, quando lavoravamo, Brown rubava le riviste nel circolo della fabbrica.
E ieri, quando la nostra squadra riposava a Blinsk, l'ingegnere inglese Brown ha rubato tutte le nostre betoniere.
Kakòe bezobràzie!
Che comportamento oltraggioso!
Ax, Bràun! Čto vy sdèlali! Čto vy sdèlali?!
My ljubìli vas.
My dùmali, čto vy naš lùčšij drug.
Naša brigàda, kàžetsja, sdèlala bol'šùju ošìbku.
Ah, Brown! Cos'ha fatto! Cos'ha fatto?!
Noi la amavamo.
Noi pensavamo che lei fosse il nostro migliore amico.
La nostra squadra, a quanto pare, ha commesso un grosso errore.
Fine dello psicodramma. Esercitiamoci insieme con questo file audio.
Osservazioni grammaticali: qui con il consueto understatement Lipson non ci presenta solo la perfida spia inglese ma anche i verbi perfettivi e imperfettivi. In russo la stessa azione è rappresentata da una coppia di verbi di diverso aspetto (la coppia aspettuale): i verbi di aspetto imperfettivo indicano il processo di svolgimento dell'azione o un'azione ripetuta (o due azioni contemporanee), mentre i verbi di aspetto perfettivo indicano un’azione svolta, conclusa (o due azioni consecutive). Per ora ci basta sapere questo.
Bràun kràl žurnàly v klùbe zavòda = Brown rubava le riviste nel circolo della fabbrica. Kral è imperfettivo.
Bràun ykràl vse nàši betonomešalki = Brown ha rubato tutte le nostre betoniere. Ukràl è perfettivo [me jera sbrissà imperfettivo, grazie deck paolo! n.d.C.].
Altro esempio di coppia aspettuale nel testo è rappresentato da delal/sdelal (faceva/ha fatto).
Ma veniamo al tema che più ci sta a cuore. Altro che bravissima persona e miglior amico della fabbrica: mentre il Voro si dedicava al furto di piccolo cabotaggio sottraendo matite, mentre i fannulloni si dilettavano a pestare due fiori nel parco e a fumare sui filobus, mentre a Betonograd si lavorava e a Blinsk si riposava (anche perché nel dopolavoro di Betonograd non era rimasto uno straccio di rivista) Brown tramava nell'ombra e si accingeva a tradire la fiducia della squadra.
Kakòe bezobràzie, Compagni!
Be', direte voi: c'è Brown, ci sono i lavoratori, ma dov'è che sta il "triple play"?
Non lo so con esattezza, ma secondo me c'entrano una coppia aspettuale e una betoniera.
[Il Demiurgo, intanto, segnala il sottile, sublime, mixante, rotante punto di incontro tra il Lipson e il Playmobilio: gioite, Compagni, tanto quel Brown prima o poi lo ripeschiamo].
venerdì, settembre 07, 2007
The Playmobil Days of Our Lives
Oggi Playmobil di famiglia: addii, partenze, ricongiungimenti, spavalde foto di gruppo e prigionie.
"Addio, mia amata". Niente baci, niente
abbracci, solo una virile stretta di mano. Lei bella
come una tennista russa, ma a lui il giallo non dona.
(Osservate bene la zona della foto in alto a destra).
Papà torna. Speriamo che il tetto tenga.
Ma soprattutto: confrontate con la foto precedente.
Eh? Papà torna. Siamo autorizzati a dedurre che l'uomo
in giallo non fosse papà?
Anche il pony è una femmina, il che contribuisce a spiegare
la propensione a lunghe spedizioni militari
lontano da casa (Fonte: Atti del Demiurgo JTF).
La famiglia teutonica aspetta gli invasori con il sorriso
sulle labbra (notate che il bambino è spaventosamente esposto,
visibilmente privo di elmo e coperto solo da una felpa.
Di morbidissimo pile, questo sì).
Questi non sono bambini, sono scudi umani.
Il gatto, invece, è astutamente mimetico.
L'ultima foto del prigioniero con moglie e figlia,
poi uscì per andare a una riunione politica dell'opposizione.
(Mi stupisce sempre la competenza con cui il Demiurgo
sa distinguere il sesso dei Playmobilij).
Noi in effetti ce lo ricordavamo così, nel rispetto
delle Convenzioni di Ginevra e a un passo dalla
Sindrome di Stoccolma.
"Addio, mia amata". Niente baci, niente
abbracci, solo una virile stretta di mano. Lei bella
come una tennista russa, ma a lui il giallo non dona.
(Osservate bene la zona della foto in alto a destra).
Papà torna. Speriamo che il tetto tenga.
Ma soprattutto: confrontate con la foto precedente.
Eh? Papà torna. Siamo autorizzati a dedurre che l'uomo
in giallo non fosse papà?
Anche il pony è una femmina, il che contribuisce a spiegare
la propensione a lunghe spedizioni militari
lontano da casa (Fonte: Atti del Demiurgo JTF).
La famiglia teutonica aspetta gli invasori con il sorriso
sulle labbra (notate che il bambino è spaventosamente esposto,
visibilmente privo di elmo e coperto solo da una felpa.
Di morbidissimo pile, questo sì).
Questi non sono bambini, sono scudi umani.
Il gatto, invece, è astutamente mimetico.
L'ultima foto del prigioniero con moglie e figlia,
poi uscì per andare a una riunione politica dell'opposizione.
(Mi stupisce sempre la competenza con cui il Demiurgo
sa distinguere il sesso dei Playmobilij).
Noi in effetti ce lo ricordavamo così, nel rispetto
delle Convenzioni di Ginevra e a un passo dalla
Sindrome di Stoccolma.
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giovedì, settembre 06, 2007
Impara il russo con il Lipson!/13
Oggi limitiamoci a questo breve scambio, che chiameremo "triplo gioco" ma anche terzo metodo per non rispondere a una domanda (vi ricordo il primo: allargare le braccia, sgranare gli occhi ed esclamare "Prosto tak!" "Così!"; e il secondo: sguardo perso su orizzonti lontani, poi riscuotersi bruscamente e dire "Nu, mne porà idtì!", "Be', devo andare!")
- Kak skazàt' po-rùsski "triple play"?
- Ja ne znàju.
- A èsli by vy znàli?
- Daže èsli i znàl(a), to ne skazàl(a) by.
- Ja òčen' obìžen(a)!
- Come si dice in russo "triple play"?
- Non lo so.
- E se lo sapesse?
- Se anche lo sapessi non lo direi.
- Sono molto offeso/a!
File audio (al femminile: gli stimati compagni adottino invece le varianti znal-skazal-obižen).
Mi chiederete: caro Capo capone, perché ci parli di triplo gioco? Non starà per accadere qualcosa di terribile, a Cementopoli?
Ja ne znàju, però comincerei a nascondere le betoniere in un luogo sicuro.
- Kak skazàt' po-rùsski "triple play"?
- Ja ne znàju.
- A èsli by vy znàli?
- Daže èsli i znàl(a), to ne skazàl(a) by.
- Ja òčen' obìžen(a)!
- Come si dice in russo "triple play"?
- Non lo so.
- E se lo sapesse?
- Se anche lo sapessi non lo direi.
- Sono molto offeso/a!
File audio (al femminile: gli stimati compagni adottino invece le varianti znal-skazal-obižen).
Mi chiederete: caro Capo capone, perché ci parli di triplo gioco? Non starà per accadere qualcosa di terribile, a Cementopoli?
Ja ne znàju, però comincerei a nascondere le betoniere in un luogo sicuro.
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mercoledì, settembre 05, 2007
Impara il russo con il Lipson!/12
Vi avverto che siamo ormai nel tunnel della betoniera e che ci attendono rivelazioni esistenziali e grammaticali non da poco.
Punto primo: Betonograd, Cementopoli. Cliccate per ingrandire.
Naš zavòd
La nostra fabbrica
My rabòtaem na betònnom zavòde.
Gde nachòditsja naš betònnyj zavòd?
Naš betònnyj zavòd nachòditsja v Betonogràde.
Noi lavoriamo nella fabbrica di cemento.
Dove si trova la nostra fabbrica di cemento?
La nostra fabbrica di cemento si trova a Betonograd.
Kak rabòtajut na betònnom zavòde?
Každyj betonščik rabòtaet s entuziàzmom.
Každaja betonščica rabòtaet s entuziàzmom.
Vot kak rabòtajut na betònnom zavòde!
Come si lavora nella fabbrica di cemento?
Ciascun lavoratore del cemento lavora con entusiasmo.
Ciascuna lavoratrice del cemento lavora con entusiasmo.
Ecco come si lavora nella fabbrica di cemento!
File audio indispensabile per rendersi bene accetti a Cementopoli. Mi raccomando l'entusiasmo, lavoratori e lavoratrici.
Punto secondo: ma dove vanno a ritemprarsi i lavoratori e le lavoratrici di Cementopoli? A Blinsk (che io tradurrei liberamente come Frittellatico).
Naša brigada otdychàet
La nostra squadra si rilassa
Gde otdychàet nàša brigàda?
My otdychàem v Blìnske.
Počemù my ljùbim otdychàt' v Blìnske?
Kak izvèstno kàždomu škòl'niku, tam nachòditsja
Velìkoe Blìnskoe mòre.
Dove si rilassa la nostra squadra?
Noi ci rilassiamo a Blinsk.
Perché ci piace rilassarci a Blinsk?
Come è ben noto a ogni scolaro, lì si trova
Il Grande Mare di Blinsk.
I kakìe dòbrye ljùdi živùt i rabòtajut v Blìnske!
Da, turìsty vsegdà govorjàt:
"Gòrod Blìnsk - očen' choròšee mèsto".
Zàvtra naša brigàda bùdet v Blinske.
Urà!
E che brave persone vivono e lavorano a Blinsk!
Sì, i turisti dicono sempre:
"La città di Blinsk è un gran bel posto".
Domani la nostra squadra sarà a Blinsk.
Urrà!
File audio su Frittellatico.
Domani a Blinsk, pensate. Mare. La squadra stanotte non chiuderà occhio.
Punto tre: non di solo mare e cemento vivono i lavoratori.
Naša brigada čitàet
La nostra squadra legge
Čto dèlaet nàša brigàda, kogdà my končàem rabòtat'?
My čitàem žurnàly v klùbe zavòda.
O čëm my čitàem?
My čitàem o betòne.Cosa fa la nostra squadra quando finiamo di lavorare?
Leggiamo riviste nel circolo della fabbrica.
Cosa leggiamo?
Leggiamo del cemento.
Kakìe žurnàly my čitàem?
Molodye betònščici čitàjut žurnàl "Molodaja betònščica".Molodye betònščiki čitàjut žurnàl "Molodòj betònščik".
Quali riviste leggiamo?
Le giovani lavoratrici del cemento leggono la rivista "La giovane lavoratrice del cemento".
I giovani lavoratori del cemento leggono la rivista "Il giovane lavoratore del cemento".
Naskol'ko ja znàju, v klùbe zavòda nàša brigàda
ne očen' čàsto čitàet žurnàly "N'jusuìk", "Tàjm" i
"Rìders Dàjdžest", ne govorjà užè o žurnàle "Bojs lajf".
Per quanto ne so, nel circolo della fabbrica la nostra squadra
non legge spesso le riviste "Newsweek", "Time" e
"Reader's Digest", per non parlare della rivista "Boy's Life".
Tutti insieme, ben attenti a pronunciare in modo vagamente esotico i titoli delle riviste dell'Impero del Male.
Così è, compagni. La squadra del cemento lavora con entusiasmo a Cementopoli, va in vacanza sul mare Frittellatico e nel tempo libero legge riviste maschili e femminili sul cemento nel dopolavoro della fabbrica.
Del resto.
Il nostro obiettivo è il cemento, mica stiamo lì a pettinare le bambole.
Punto primo: Betonograd, Cementopoli. Cliccate per ingrandire.
Naš zavòd
La nostra fabbrica
My rabòtaem na betònnom zavòde.
Gde nachòditsja naš betònnyj zavòd?
Naš betònnyj zavòd nachòditsja v Betonogràde.
Noi lavoriamo nella fabbrica di cemento.
Dove si trova la nostra fabbrica di cemento?
La nostra fabbrica di cemento si trova a Betonograd.
Kak rabòtajut na betònnom zavòde?
Každyj betonščik rabòtaet s entuziàzmom.
Každaja betonščica rabòtaet s entuziàzmom.
Vot kak rabòtajut na betònnom zavòde!
Come si lavora nella fabbrica di cemento?
Ciascun lavoratore del cemento lavora con entusiasmo.
Ciascuna lavoratrice del cemento lavora con entusiasmo.
Ecco come si lavora nella fabbrica di cemento!
File audio indispensabile per rendersi bene accetti a Cementopoli. Mi raccomando l'entusiasmo, lavoratori e lavoratrici.
Punto secondo: ma dove vanno a ritemprarsi i lavoratori e le lavoratrici di Cementopoli? A Blinsk (che io tradurrei liberamente come Frittellatico).
Naša brigada otdychàet
La nostra squadra si rilassa
Gde otdychàet nàša brigàda?
My otdychàem v Blìnske.
Počemù my ljùbim otdychàt' v Blìnske?
Kak izvèstno kàždomu škòl'niku, tam nachòditsja
Velìkoe Blìnskoe mòre.
Dove si rilassa la nostra squadra?
Noi ci rilassiamo a Blinsk.
Perché ci piace rilassarci a Blinsk?
Come è ben noto a ogni scolaro, lì si trova
Il Grande Mare di Blinsk.
I kakìe dòbrye ljùdi živùt i rabòtajut v Blìnske!
Da, turìsty vsegdà govorjàt:
"Gòrod Blìnsk - očen' choròšee mèsto".
Zàvtra naša brigàda bùdet v Blinske.
Urà!
E che brave persone vivono e lavorano a Blinsk!
Sì, i turisti dicono sempre:
"La città di Blinsk è un gran bel posto".
Domani la nostra squadra sarà a Blinsk.
Urrà!
File audio su Frittellatico.
Domani a Blinsk, pensate. Mare. La squadra stanotte non chiuderà occhio.
Punto tre: non di solo mare e cemento vivono i lavoratori.
Naša brigada čitàet
La nostra squadra legge
Čto dèlaet nàša brigàda, kogdà my končàem rabòtat'?
My čitàem žurnàly v klùbe zavòda.
O čëm my čitàem?
My čitàem o betòne.Cosa fa la nostra squadra quando finiamo di lavorare?
Leggiamo riviste nel circolo della fabbrica.
Cosa leggiamo?
Leggiamo del cemento.
Kakìe žurnàly my čitàem?
Molodye betònščici čitàjut žurnàl "Molodaja betònščica".Molodye betònščiki čitàjut žurnàl "Molodòj betònščik".
Quali riviste leggiamo?
Le giovani lavoratrici del cemento leggono la rivista "La giovane lavoratrice del cemento".
I giovani lavoratori del cemento leggono la rivista "Il giovane lavoratore del cemento".
Naskol'ko ja znàju, v klùbe zavòda nàša brigàda
ne očen' čàsto čitàet žurnàly "N'jusuìk", "Tàjm" i
"Rìders Dàjdžest", ne govorjà užè o žurnàle "Bojs lajf".
Per quanto ne so, nel circolo della fabbrica la nostra squadra
non legge spesso le riviste "Newsweek", "Time" e
"Reader's Digest", per non parlare della rivista "Boy's Life".
Tutti insieme, ben attenti a pronunciare in modo vagamente esotico i titoli delle riviste dell'Impero del Male.
Così è, compagni. La squadra del cemento lavora con entusiasmo a Cementopoli, va in vacanza sul mare Frittellatico e nel tempo libero legge riviste maschili e femminili sul cemento nel dopolavoro della fabbrica.
Del resto.
Il nostro obiettivo è il cemento, mica stiamo lì a pettinare le bambole.
martedì, settembre 04, 2007
VVP e lo storione
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin faceva colazione nella sua residenza di Novo Ogarёvo, fuori Mosca. Gli faceva un po' male la testa.
Di fronte a Vladimir Vladimirovič™ al grande tavolo ovale era seduta la sua presidenziale consorte.
- Volodja, - disse piano la consorte di Vladimir Vladimirovič™, - Tu e io dobbiamo parlare di una cosa seria.
- Non lo faccio, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Se avessi provato sapresti perché due mandati bastano e avanzano. E perché mai, poi? Abbiamo già tutto. Andremo a vivere in Sardegna...
- Non intendevo questo, - tagliò corto la consorte di Vladimir Vladimirovič™, - Mi hanno riferito che di recente hai baciato un pesce.
- Cos'è che ho baciato? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- Un pesce, - rispose la consorte di Vladimir Vladimirovič™, - Uno storione, sembra.
- Ma quale storione? - si stupì Vladimir Vladimirovič™, - Ma che storie mi racconti? Prima quel bambino, adesso 'sto storione...
- Sì sì, - annuì la consorte di Vladimir Vladimirovič™, - È proprio così. Prima c'è stato il bambino. E adesso lo storione. Cosa bacerai la prossima volta, eh? Un ranocchio?
- Ma se non ho baciato nessuno! - esclamò Vladimir Vladimirovič™, - Né bambini, né pesci... Io amo te! E le bambine!
- E neanche te lo ricordi, - sospirò la consorte di Vladimir Vladimirovič™, - Questo è quello che mi preoccupa più di tutto. Va bene, mettiamo che tu abbia baciato un bambino. Oppure un pesce, via. Sei il presidente, sei stanco, cosa vuoi che sia... Ma non te ne ricordi neanche! Vuol dire che quando lo fai non sei cosciente! E io sono preoccupata.
- Non posso fare le cose senza essere cosciente, - disse Vladimir Vladimirovič™, arrossendo un po', - Io ho il bottone rosso, sai.
- E ti metterai a baciare anche quello?! - esclamò la consorte di Vladimir Vladimirovič™ scoppiando a piangere.
- Ma suvvia... - borbottò Vladimir Vladimirovič™, alzandosi da tavola e avvicinandosi alla moglie, - Ljudmila! Non bacerò nessun bottone! Cosa dici mai...
- Sono stanca! - disse la consorte di Vladimir Vladimirovič™ tra le lacrime, - Sono così stanca, Volodja! Quando finirà tutto questo?
- Ad aprile, a quanto pare, - bofonchiò Vladimir Vladimirovič™, accarezzando il capo della consorte, - E poi, in Sardegna!
- Forse sarebbe meglio a Kaliningrad? - singhiozzò la consorte di Vladimir Vladimirovič™, - Dalla mamma?
- E allora andremo a Kaliningrad, - acconsentì prontamente Vladimir Vladimirovič™.
La consorte di Vladimir Vladimirovič™ sospirò.
Le sue spalle continuavano a sussultare, ma i singhiozzi non erano più udibili.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
Di fronte a Vladimir Vladimirovič™ al grande tavolo ovale era seduta la sua presidenziale consorte.
- Volodja, - disse piano la consorte di Vladimir Vladimirovič™, - Tu e io dobbiamo parlare di una cosa seria.
- Non lo faccio, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Se avessi provato sapresti perché due mandati bastano e avanzano. E perché mai, poi? Abbiamo già tutto. Andremo a vivere in Sardegna...
- Non intendevo questo, - tagliò corto la consorte di Vladimir Vladimirovič™, - Mi hanno riferito che di recente hai baciato un pesce.
- Cos'è che ho baciato? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- Un pesce, - rispose la consorte di Vladimir Vladimirovič™, - Uno storione, sembra.
- Ma quale storione? - si stupì Vladimir Vladimirovič™, - Ma che storie mi racconti? Prima quel bambino, adesso 'sto storione...
- Sì sì, - annuì la consorte di Vladimir Vladimirovič™, - È proprio così. Prima c'è stato il bambino. E adesso lo storione. Cosa bacerai la prossima volta, eh? Un ranocchio?
- Ma se non ho baciato nessuno! - esclamò Vladimir Vladimirovič™, - Né bambini, né pesci... Io amo te! E le bambine!
- E neanche te lo ricordi, - sospirò la consorte di Vladimir Vladimirovič™, - Questo è quello che mi preoccupa più di tutto. Va bene, mettiamo che tu abbia baciato un bambino. Oppure un pesce, via. Sei il presidente, sei stanco, cosa vuoi che sia... Ma non te ne ricordi neanche! Vuol dire che quando lo fai non sei cosciente! E io sono preoccupata.
- Non posso fare le cose senza essere cosciente, - disse Vladimir Vladimirovič™, arrossendo un po', - Io ho il bottone rosso, sai.
- E ti metterai a baciare anche quello?! - esclamò la consorte di Vladimir Vladimirovič™ scoppiando a piangere.
- Ma suvvia... - borbottò Vladimir Vladimirovič™, alzandosi da tavola e avvicinandosi alla moglie, - Ljudmila! Non bacerò nessun bottone! Cosa dici mai...
- Sono stanca! - disse la consorte di Vladimir Vladimirovič™ tra le lacrime, - Sono così stanca, Volodja! Quando finirà tutto questo?
- Ad aprile, a quanto pare, - bofonchiò Vladimir Vladimirovič™, accarezzando il capo della consorte, - E poi, in Sardegna!
- Forse sarebbe meglio a Kaliningrad? - singhiozzò la consorte di Vladimir Vladimirovič™, - Dalla mamma?
- E allora andremo a Kaliningrad, - acconsentì prontamente Vladimir Vladimirovič™.
La consorte di Vladimir Vladimirovič™ sospirò.
Le sue spalle continuavano a sussultare, ma i singhiozzi non erano più udibili.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
lunedì, settembre 03, 2007
Quando la realtà supera il Lipson
Ignoti rubano betoniera
Mosca, 30.08.2007
Nella zona occidentale della città tre ignoti hanno rubato una betoniera. In via Minskaja tre malviventi hanno fatto scendere dalla cabina della betoniera l'autista di una ditta specializzata in noleggio di attrezzature per l'edilizia.
I ladri hanno poi condotto l'autista sulla via Vavilova a bordo di una "Žiguli", per poi abbandonarlo all'uscita della galleria del 3° Anello di scorrimento interno. Nonostante la betoniera fosse provvista di antifurto satellitare non è stato possibile ritrovarla. Il danno economico ammonterebbe a più di un milione di rubli.
Link (in russo, ma tanto qua sappiamo tutti come si scrivono "rubare" e "betoniera")
1. Se la notizia non vi dice niente significa che non mi avete studiato il sacro Lipson, lezioni 9 e 10; peggio per voi, domai interrogo.
2. Rubare una betoniera è umano, abbandonare l'autista sul 3° Anello diabolico.
3. Una "Žiguli", compagni: sulle strade di Mosca D'javol vodit Lada, il diavolo guida una Lada.
Mosca, 30.08.2007
Nella zona occidentale della città tre ignoti hanno rubato una betoniera. In via Minskaja tre malviventi hanno fatto scendere dalla cabina della betoniera l'autista di una ditta specializzata in noleggio di attrezzature per l'edilizia.
I ladri hanno poi condotto l'autista sulla via Vavilova a bordo di una "Žiguli", per poi abbandonarlo all'uscita della galleria del 3° Anello di scorrimento interno. Nonostante la betoniera fosse provvista di antifurto satellitare non è stato possibile ritrovarla. Il danno economico ammonterebbe a più di un milione di rubli.
Link (in russo, ma tanto qua sappiamo tutti come si scrivono "rubare" e "betoniera")
1. Se la notizia non vi dice niente significa che non mi avete studiato il sacro Lipson, lezioni 9 e 10; peggio per voi, domai interrogo.
2. Rubare una betoniera è umano, abbandonare l'autista sul 3° Anello diabolico.
3. Una "Žiguli", compagni: sulle strade di Mosca D'javol vodit Lada, il diavolo guida una Lada.
Beslan, tre anni dopo
"L'edificio della scuola numero 1, trivellato di colpi, martoriato dalle fiamme e semidistrutto sorge in mezzo alle case della via. La decisione di demolirlo è già stata presa: verrà lasciata in piedi solo la palestra che dovrebbe diventare parte di un tempio. Ma non si placano le discussioni sul progetto (ad alcuni non va bene che sia un tempio ortodosso perché tra le vittime c'erano anche dei musulmani, altri vogliono demolire tutto compresa la palestra), e per ora l'edificio resta lì. Tre anni dopo è ancora possibile entrare nelle aule, dove i pavimenti sono ricoperti di calcinacci, di pezzi di intonaco, di macchie di sangue, dove sono sparsi qua e là quaderni e libri di testo e sui muri sono appesi, perfettamente conservati, i materiali didattici come il manifesto 'Salute: i denti e il sistema digestivo'. Si ha la sensazione fuori luogo che la tragedia abbia comunque qualcosa di cinematografico. Accanto a queste rovine pascolano le mucche e i bambini giocano a pallone".
["La stanchezza di Beslan", di Anna Rudnickaja. La traduzione è qui]
Alcune foto di Valerij Šekoldin, qui e qui.
["La stanchezza di Beslan", di Anna Rudnickaja. La traduzione è qui]
Alcune foto di Valerij Šekoldin, qui e qui.
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Vaghe stelle dell'URSS/2
[La vaghezza è matrilineare.]
– Scusa Carla, ma tu quanti hanni hai?
– Ho la stessa età della Tosca.
– E la Tosca quanti anni ha?
– Non lo so.
– Scusa Carla, ma tu quanti hanni hai?
– Ho la stessa età della Tosca.
– E la Tosca quanti anni ha?
– Non lo so.
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sabato, settembre 01, 2007
Cinque cavalli
– Elio.
– Cosa.
– Perché continui ad accendere e spegnere l'aria condizionata?
– Perché mi porta via cinque cavalli.
– Ah.
– Capito?
– No.
– Senti il motore? Accesa, tic.
– ...
– Spenta, tic.
– ...
– Hai sentito?
– No.
– Cinque cavalli in meno. Allora spengo, così non devo mettere in terza.
– Ah.
– Capito?
– Sì.
– Spengo, riaccendo.
– Elio.
– Cosa.
– Scendo e spingo?
– Cosa.
– Perché continui ad accendere e spegnere l'aria condizionata?
– Perché mi porta via cinque cavalli.
– Ah.
– Capito?
– No.
– Senti il motore? Accesa, tic.
– ...
– Spenta, tic.
– ...
– Hai sentito?
– No.
– Cinque cavalli in meno. Allora spengo, così non devo mettere in terza.
– Ah.
– Capito?
– Sì.
– Spengo, riaccendo.
– Elio.
– Cosa.
– Scendo e spingo?
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venerdì, agosto 31, 2007
VVP e il Procuratore Generale/3
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva al grande tavolo presidenziale nel suo studio all'interno del Cremlino. All'altro capo del tavolo sedeva il Procuratore Generale Jurij Jakovlevič Čajka.
- E poi stiamo indagando sul commercio illegale di cellulari confiscati, - dichiarò Jurij Jakovlevič.
- Illegale? - ripeté Vladimir Vladimirovič™, - Perché, esiste forse un commercio legale di cellulari confiscati?
- Esiste, - annuì il Procuratore Generale, - I beni confiscati vengono rivenduti. Attraverso il RFFI [Fondo Russo per l'utilizzo dei Beni Federali].
- Interessante... - borbottò Vladimir Vladimirovič™, - Ma qui leggo che esiste anche la produzione e diffusione illegale di materiale pornografico.
- Esiste, - annuì nuovamente Jurij Jakovlevič.
- Ciò significa che c'è una produzione e diffusione legale di materiale pornografico? - indagò Vladimir Vladimirovič™.
- Certo, - il Procuratore Generale si strinse nelle spalle, - Quel Prjanišnikov produce e diffonde [Sergej Prjanišnikov, regista di film pornografici]. Come se niente fosse.
- E qui invece c'è scritto, - Vladimir Vladimirovič™ sfogliava alcune carte, - Manifestazioni di estremismo non autorizzate. Perché, ne esistono anche di autorizzate?
Jurij Jakovlevič allargò le braccia, in silenzio.
- Dunque, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Direi che dentro quella testa c'è un bel casino. Non sono cose per un Procuratore Generale, queste: pornografia, cellulari... Su, scrivi.
Il Procuratore Generale aprì il bloc notes, svitò il cappuccio della sua stilografica Montegrappa e si preparò a prendere appunti.
- Scrivi, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Quando un imprenditore diventa troppo trasparente diventa difficile vederlo. Hai scritto?
Il Procuratore Generale annuì.
- E non c'è niente di peggio di un imprenditore invisibile, - continuò Vladimir Vladimirovič™, - Per questo, non appena un imprenditore comincia a diventare trasparente bisogna subito arrestarlo.
- Arrestarlo? - si stupì Jurij Jakovlevič, - Perché?
- Per non perderlo, zuccone! - spiegò Vladimir Vladimirovič™, - Scritto tutto?
Il Procuratore Generale annuì nuovamente.
- Esegui, - tagliò corto Vladimir Vladimirovič™ prima di immergersi nelle sue carte.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
- E poi stiamo indagando sul commercio illegale di cellulari confiscati, - dichiarò Jurij Jakovlevič.
- Illegale? - ripeté Vladimir Vladimirovič™, - Perché, esiste forse un commercio legale di cellulari confiscati?
- Esiste, - annuì il Procuratore Generale, - I beni confiscati vengono rivenduti. Attraverso il RFFI [Fondo Russo per l'utilizzo dei Beni Federali].
- Interessante... - borbottò Vladimir Vladimirovič™, - Ma qui leggo che esiste anche la produzione e diffusione illegale di materiale pornografico.
- Esiste, - annuì nuovamente Jurij Jakovlevič.
- Ciò significa che c'è una produzione e diffusione legale di materiale pornografico? - indagò Vladimir Vladimirovič™.
- Certo, - il Procuratore Generale si strinse nelle spalle, - Quel Prjanišnikov produce e diffonde [Sergej Prjanišnikov, regista di film pornografici]. Come se niente fosse.
- E qui invece c'è scritto, - Vladimir Vladimirovič™ sfogliava alcune carte, - Manifestazioni di estremismo non autorizzate. Perché, ne esistono anche di autorizzate?
Jurij Jakovlevič allargò le braccia, in silenzio.
- Dunque, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Direi che dentro quella testa c'è un bel casino. Non sono cose per un Procuratore Generale, queste: pornografia, cellulari... Su, scrivi.
Il Procuratore Generale aprì il bloc notes, svitò il cappuccio della sua stilografica Montegrappa e si preparò a prendere appunti.
- Scrivi, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Quando un imprenditore diventa troppo trasparente diventa difficile vederlo. Hai scritto?
Il Procuratore Generale annuì.
- E non c'è niente di peggio di un imprenditore invisibile, - continuò Vladimir Vladimirovič™, - Per questo, non appena un imprenditore comincia a diventare trasparente bisogna subito arrestarlo.
- Arrestarlo? - si stupì Jurij Jakovlevič, - Perché?
- Per non perderlo, zuccone! - spiegò Vladimir Vladimirovič™, - Scritto tutto?
Il Procuratore Generale annuì nuovamente.
- Esegui, - tagliò corto Vladimir Vladimirovič™ prima di immergersi nelle sue carte.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
giovedì, agosto 30, 2007
VVP e il Procuratore Generale/2
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin e il Procuratore Generale Jurij Jakovlevič Čajka passeggiavano per i tortuosi vialetti del Cremlino. L'ultimo sole dell'estate mandava i suoi timidi raggi. Faceva freddo.
- Non escludo, - disse sommessamente Jurij Jakovlevič, - Che queste persone siano coinvolte anche negli omicidi di Paul Klebnikov e Andrej Kozlov. E c'è dell'altro: tutto ci fa supporre che siano stati questi uomini ad avvelenare Litvinenko e a far esplodere il "Nevskij Express". Sono coinvolti nell'organizzazione degli attentati di Beslan e del teatro Dubrovka. Sembra che siano stati sempre loro a mettere le bombe sugli aerei e a far saltare in aria gli appartamenti a Mosca. Tutto ci fa pensare che proprio questa banda abbia giustiziato la Starovojtova e ucciso Vladislav List'ev. Hanno messo la bomba al cimitero Kotljakovskoe e avvelenato Ivan Kivedili. Verificheremo il loro coinvolgimento negli omicidi di Dmitrij Cholodov, di Sergej Jušenkov e di padre Aleksandr Men'. Gli abbiamo trovato in casa un'accetta! E c'è dell'altro...
- E c'è dell'altro? - Vladimir Vladimirovič™ si fermò, sbigottito.
- Sì, - disse a voce bassissima Jurij Jakovlevič, - C'è dell'altro. In un quartiere di Ekaterinburg sono stati trovati i resti di due figli dell'ultimo zar russo. Abbiamo tutte le basi per supporre...
Vladimir Vladimirovič™ sospirò.
- E così abbiamo riaperto il caso. - concluse il Procuratore Generale.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
- Non escludo, - disse sommessamente Jurij Jakovlevič, - Che queste persone siano coinvolte anche negli omicidi di Paul Klebnikov e Andrej Kozlov. E c'è dell'altro: tutto ci fa supporre che siano stati questi uomini ad avvelenare Litvinenko e a far esplodere il "Nevskij Express". Sono coinvolti nell'organizzazione degli attentati di Beslan e del teatro Dubrovka. Sembra che siano stati sempre loro a mettere le bombe sugli aerei e a far saltare in aria gli appartamenti a Mosca. Tutto ci fa pensare che proprio questa banda abbia giustiziato la Starovojtova e ucciso Vladislav List'ev. Hanno messo la bomba al cimitero Kotljakovskoe e avvelenato Ivan Kivedili. Verificheremo il loro coinvolgimento negli omicidi di Dmitrij Cholodov, di Sergej Jušenkov e di padre Aleksandr Men'. Gli abbiamo trovato in casa un'accetta! E c'è dell'altro...
- E c'è dell'altro? - Vladimir Vladimirovič™ si fermò, sbigottito.
- Sì, - disse a voce bassissima Jurij Jakovlevič, - C'è dell'altro. In un quartiere di Ekaterinburg sono stati trovati i resti di due figli dell'ultimo zar russo. Abbiamo tutte le basi per supporre...
Vladimir Vladimirovič™ sospirò.
- E così abbiamo riaperto il caso. - concluse il Procuratore Generale.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
VVP e il Procuratore Generale/1
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino, dolendosi chetamente della fine dell'estate. A un tratto le imponenti porte si spalancarono e nel presidenziale studio cominciarono a entrare una dopo l'altra persone del tutto sconosciute a Vladimir Vladimirovič™.
- Eh... - prese a farfugliare Vladimir Vladimirovič™, - Bratellos! Ma voi chi siete?!...
Le persone affollarono lo studio di Vladimir Vladimirovič™ disponendosi lungo le pareti in file ordinate. Quando quasi non ci fu più spazio fece il suo ingresso il Procuratore Generale della Federazione Russa Jurij Jakovlevič Čajka.
- Scegli, bratello, - disse gioiosamente Jurij Jakovlevič, indicando i presenti con un ampio gesto delle procuratizie mani.
- Chi devo scegliere? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- L'assassino della Politkovskaja, - spiegò Jurij Jakovlevič, - Ce ne servono non meno di dieci.
Vladimir Vladimirovič™ si fece pensoso.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
- Eh... - prese a farfugliare Vladimir Vladimirovič™, - Bratellos! Ma voi chi siete?!...
Le persone affollarono lo studio di Vladimir Vladimirovič™ disponendosi lungo le pareti in file ordinate. Quando quasi non ci fu più spazio fece il suo ingresso il Procuratore Generale della Federazione Russa Jurij Jakovlevič Čajka.
- Scegli, bratello, - disse gioiosamente Jurij Jakovlevič, indicando i presenti con un ampio gesto delle procuratizie mani.
- Chi devo scegliere? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- L'assassino della Politkovskaja, - spiegò Jurij Jakovlevič, - Ce ne servono non meno di dieci.
Vladimir Vladimirovič™ si fece pensoso.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
Me coffee
– Coffee, please.
– Coffee for two or tea for you?
– Me too.
– You, tea?
– No, me coffee.
– ...
– Please.
Sono un improvised linguistic device.
– Coffee for two or tea for you?
– Me too.
– You, tea?
– No, me coffee.
– ...
– Please.
Sono un improvised linguistic device.
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giovedì, agosto 23, 2007
Impara il russo con il Lipson!/11
Oggi parto per Londrongrad e vi lascio in compagnia di Borìs Borìsovič e Ivàn Ivànovič, prima di cominciare con il cosiddetto "ciclo del cemento" che a occhio e croce ci porterà via mezzo settembre. Concentratevi, perché in questa lezione impareremo come si gestiscono le situazioni imbarazzanti.
Ivàn Ivànovič i Borìs Borìsovič - Ivàn Ivànovič e Borìs Borìsovič
(Come sempre, cliccate per ingrandire)
II - Borìs Borìsovič, vy vìdeli moì nòvye fotogràfii?
BB - Net, Ivàn Ivànovič, ne vìdel.
II - Vy chotìte vìdet' moì nòvye fotogràfii?
BB - Ne osòbenno.
II - Borìs Borìsovič, ha visto le mie nuove fotografie?
BB - No, Ivàn Ivànovič, non le ho viste.
II - Vuole vedere le mie nuove fotografie?
BB - Non particolarmente.
II - Vot pèrvaja fotogràfija!
BB - Èto ne plochàja fotogràfija. Hmm... Èto park, da?
II - Nu, da. Èto park.
BB - Čto èto v pàrke? Èto vàša stàraja mašìna, pràvda?
II - [chòlodno] Ne tòčno, Borìs Borìsovič.
BB - A, konèčno. Èto ne vàša stàraja mašìna, a vàša betonomešàlka, pràvda?
II - Ne tòčno, Borìs Borìsovič. Èto ne mojà stàraja mašìna. Èto ne mojà betonomešàlka. Èto mojà ženà.
II - Ecco la prima fotografia!
BB - Non è una brutta fotografia. Hmm... Questo è un parco, giusto?
II - Beh, sì. È un parco.
BB - E cos'è questa cosa nel parco? È la sua vecchia auto, giusto?
II - [freddamente] Non esattamente, Borìs Borìsovič.
BB - Ah, certo. Non è la sua vecchia auto, ma la sua vecchia betoniera, giusto?
II - Non esattamente, Borìs Borìsovič. Non è la mia vecchia auto. Non è la mia betoniera. È mia moglie.
[nelòvkaja pàuza]
[pausa imbarazzata]
BB - Vot kak! Onà takàja krasìvaja žènščina.
II - [krasneja] Bolšòe spasìbo! Èto, konèčno, ne òcen' choròšaja fotogràfija.
BB - Da čto vy govorìte! Èto òcen' choròšaja fotogràfija. Kakaja krasìvaja žènščina! Kakoe molodòe licò!
II - Izvinìte, Borìs Borìsovič, no èto ne eë molodòe licò, a eë stàraja šljapa.
BB - Ma no! È una donna così bella!
II - [arrossendo] Molte grazie! Naturalmente questa non è una fotografia molto buona.
BB - Ma cosa dice! È una fotografia molto buona. Che bella donna! Che viso giovanile!
II - Mi scusi, Borìs Borìsovič, ma questo non è il suo viso giovanile, ma il suo vecchio cappello.
[nelòvkaja pàuza]
[pausa imbarazzata]
BB - [krasneja] Nu, Ivàn Ivànovič, mne porà idtì.
II - I vot vtoràja fotogràfija!
BB - Hmm... Èto tòže vàša krasìvaja ženà, pràvda?
II - [chòlodno] Ne tòčno, Borìs Borìsovič. Èto ne mojà krasìvaja ženà, a mojà stàraja mašìna.
BB - [arrossendo] Beh, Ivàn Ivànovič, ora devo andare.
II - Ed ecco la seconda fotografia!
BB - Hmm... Anche questa è la sua bella moglie, giusto?
II - [freddamente] Non esattamente, Borìs Borìsovič. Questa non è la mia bella moglie, ma la mia vecchia auto.
[nelòvkaja pàuza]
[pausa imbarazzata]
BB - Nu, Ivàn Ivànovič, do svidànija.
II - Do svidanija.
BB - Beh, Ivàn Ivànovič, arrivederci.
II - Arrivederci.
File audio.
Piccole notazioni a margine:
- Di fronte a una pausa imbarazzante, il vostro mantra sia "mne porà idtì" (pronunciato ittì, le t lievemente palatalizzate).
- La risposta all'invito: "Vuoi vedere il nostri filmini delle vacanze?" potrebbe essere "Ne osòbenno".
- Adesso sapete anche dire betoniera, betonomešàlka; questo farà di voi l'anima della festa, sempre. Nessuna occasione sociale vi sarà preclusa.
- Il Lipson non lo dice, ma ai fannuloni piace fumare anche sulle betoniere.
- BB è un guastafeste ma II è un attaccabottoni industriale; ha tutta l'aria di quelli che mentre ti parlano ti tolgono i pelucchi dal maglione.
- Le belle mogli e le vecchie macchine si assomigliano un po' tutte. Nel dubbio, compagni, astenetevi.
Esercitatevi a coppie, facendo II e BB a turno.
[nelòvkaja pàuza]
Nu, mne porà idtì :-)
[L'osmizza resta aperta, con orario continuato; inoltre potrei avere una connessione e anche voglia di usarla. Prosto tak. Baci].
Ivàn Ivànovič i Borìs Borìsovič - Ivàn Ivànovič e Borìs Borìsovič
(Come sempre, cliccate per ingrandire)
II - Borìs Borìsovič, vy vìdeli moì nòvye fotogràfii?
BB - Net, Ivàn Ivànovič, ne vìdel.
II - Vy chotìte vìdet' moì nòvye fotogràfii?
BB - Ne osòbenno.
II - Borìs Borìsovič, ha visto le mie nuove fotografie?
BB - No, Ivàn Ivànovič, non le ho viste.
II - Vuole vedere le mie nuove fotografie?
BB - Non particolarmente.
II - Vot pèrvaja fotogràfija!
BB - Èto ne plochàja fotogràfija. Hmm... Èto park, da?
II - Nu, da. Èto park.
BB - Čto èto v pàrke? Èto vàša stàraja mašìna, pràvda?
II - [chòlodno] Ne tòčno, Borìs Borìsovič.
BB - A, konèčno. Èto ne vàša stàraja mašìna, a vàša betonomešàlka, pràvda?
II - Ne tòčno, Borìs Borìsovič. Èto ne mojà stàraja mašìna. Èto ne mojà betonomešàlka. Èto mojà ženà.
II - Ecco la prima fotografia!
BB - Non è una brutta fotografia. Hmm... Questo è un parco, giusto?
II - Beh, sì. È un parco.
BB - E cos'è questa cosa nel parco? È la sua vecchia auto, giusto?
II - [freddamente] Non esattamente, Borìs Borìsovič.
BB - Ah, certo. Non è la sua vecchia auto, ma la sua vecchia betoniera, giusto?
II - Non esattamente, Borìs Borìsovič. Non è la mia vecchia auto. Non è la mia betoniera. È mia moglie.
[nelòvkaja pàuza]
[pausa imbarazzata]
BB - Vot kak! Onà takàja krasìvaja žènščina.
II - [krasneja] Bolšòe spasìbo! Èto, konèčno, ne òcen' choròšaja fotogràfija.
BB - Da čto vy govorìte! Èto òcen' choròšaja fotogràfija. Kakaja krasìvaja žènščina! Kakoe molodòe licò!
II - Izvinìte, Borìs Borìsovič, no èto ne eë molodòe licò, a eë stàraja šljapa.
BB - Ma no! È una donna così bella!
II - [arrossendo] Molte grazie! Naturalmente questa non è una fotografia molto buona.
BB - Ma cosa dice! È una fotografia molto buona. Che bella donna! Che viso giovanile!
II - Mi scusi, Borìs Borìsovič, ma questo non è il suo viso giovanile, ma il suo vecchio cappello.
[nelòvkaja pàuza]
[pausa imbarazzata]
BB - [krasneja] Nu, Ivàn Ivànovič, mne porà idtì.
II - I vot vtoràja fotogràfija!
BB - Hmm... Èto tòže vàša krasìvaja ženà, pràvda?
II - [chòlodno] Ne tòčno, Borìs Borìsovič. Èto ne mojà krasìvaja ženà, a mojà stàraja mašìna.
BB - [arrossendo] Beh, Ivàn Ivànovič, ora devo andare.
II - Ed ecco la seconda fotografia!
BB - Hmm... Anche questa è la sua bella moglie, giusto?
II - [freddamente] Non esattamente, Borìs Borìsovič. Questa non è la mia bella moglie, ma la mia vecchia auto.
[nelòvkaja pàuza]
[pausa imbarazzata]
BB - Nu, Ivàn Ivànovič, do svidànija.
II - Do svidanija.
BB - Beh, Ivàn Ivànovič, arrivederci.
II - Arrivederci.
File audio.
Piccole notazioni a margine:
- Di fronte a una pausa imbarazzante, il vostro mantra sia "mne porà idtì" (pronunciato ittì, le t lievemente palatalizzate).
- La risposta all'invito: "Vuoi vedere il nostri filmini delle vacanze?" potrebbe essere "Ne osòbenno".
- Adesso sapete anche dire betoniera, betonomešàlka; questo farà di voi l'anima della festa, sempre. Nessuna occasione sociale vi sarà preclusa.
- Il Lipson non lo dice, ma ai fannuloni piace fumare anche sulle betoniere.
- BB è un guastafeste ma II è un attaccabottoni industriale; ha tutta l'aria di quelli che mentre ti parlano ti tolgono i pelucchi dal maglione.
- Le belle mogli e le vecchie macchine si assomigliano un po' tutte. Nel dubbio, compagni, astenetevi.
Esercitatevi a coppie, facendo II e BB a turno.
[nelòvkaja pàuza]
Nu, mne porà idtì :-)
[L'osmizza resta aperta, con orario continuato; inoltre potrei avere una connessione e anche voglia di usarla. Prosto tak. Baci].
mercoledì, agosto 22, 2007
Diventa più intelligente con Google/8
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martedì, agosto 21, 2007
Che ti ho portato a fare sopra a Čimgan se non mi vuoi più bene?
Nel sogno io sono proprio io, solo che voglio aprire una pizzeria in Uzbekistan. Nella realtà in Uzbekistan torturano che è un piacere (anche conto terzi), però l'Uzbekistan mio è campi di girasole e kolchoziani allegri dagli zigomi alti e le guance rosse. L'Uzbekistan mio è una repubblica sovietica.
La pizzeria è ricavata da una casetta accostata dipinta d'azzurro e verde, il pizzaiolo ce l'ho, resta solo da issare l'insegna. L'insegna raffigura il mio pizzaiolo bello e baffuto, con un fazzoletto rosso al collo, che porge un'enorme iperrealista pizza appena sfornata.
Solo in quel momento noto il nome della pizzeria, il mio sogno nel sogno:
"Il Maestro e la Margherita".
Mi sveglio ridendo.
[Sul nome della pizzeria ci mettiamo un bel copyright, perché nella vita, come nella fase rem, non si sa mai.]
La pizzeria è ricavata da una casetta accostata dipinta d'azzurro e verde, il pizzaiolo ce l'ho, resta solo da issare l'insegna. L'insegna raffigura il mio pizzaiolo bello e baffuto, con un fazzoletto rosso al collo, che porge un'enorme iperrealista pizza appena sfornata.
Solo in quel momento noto il nome della pizzeria, il mio sogno nel sogno:
"Il Maestro e la Margherita".
Mi sveglio ridendo.
[Sul nome della pizzeria ci mettiamo un bel copyright, perché nella vita, come nella fase rem, non si sa mai.]
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sogni
lunedì, agosto 20, 2007
E poi
– Com'è?
– Guarda. Fino a un quarto d'ora fa ero messo benissimo.
– E poi?
– Poi è scoppiato un incendio nella pizzeria "O sole mio".
– E dove sta?
– Azzardo: 'nfronte a te?
– Hm.
– Guarda. Fino a un quarto d'ora fa ero messo benissimo.
– E poi?
– Poi è scoppiato un incendio nella pizzeria "O sole mio".
– E dove sta?
– Azzardo: 'nfronte a te?
– Hm.
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The Real Thing
sabato, agosto 18, 2007
Un Altro Mondo
[e tre]
– Noi una volta abbiamo visto Gerry Scotti.
– Ma va'.
– Che scendeva dalla so' barca.
– Che bell'uomo, Gerry Scotti, che grande professionista.
– E una volta, all'aeroporto di Venezia, anche Al Bano con Romina e la povera Ylenia.
– Che bell'uomo, Al Bano. Mi piace anche come canta.
– Lui l'autografo ce l'ha fatto, ma Romina no. Ma quanti anni il gavarà l'Al Bano?
– Albano Carrisi, 64 anni, quattro figli da Romina: Cristel, Romina junior, Yari e la povera Ylenia. E due dall'altra: Yasmine e Bido.
– Se sa anca cosa che 'l magna a pranso?
– Prodotti della sua terra. L'altr'anno siamo stati in Puglia, a soli 100 chilometri da Cellino San Marco, ma lui [indica il fidanzato, intento a fissare l'orizzonte con espressione indecifrabile] non ha voluto andare.
– Che peccato. Noi quando siamo stati in Marocco indovina cosa ci hanno portati a vedere.
– Cosa?
– La tomba del Craxi.
– Ah.
– Eh sì.
[Scuotono il capo in quattro, in un dondolìo unanime, sconsolato, anche un po' incredulo]
– È proprio un altro mondo.
– Ma proprio.
– Noi una volta abbiamo visto Gerry Scotti.
– Ma va'.
– Che scendeva dalla so' barca.
– Che bell'uomo, Gerry Scotti, che grande professionista.
– E una volta, all'aeroporto di Venezia, anche Al Bano con Romina e la povera Ylenia.
– Che bell'uomo, Al Bano. Mi piace anche come canta.
– Lui l'autografo ce l'ha fatto, ma Romina no. Ma quanti anni il gavarà l'Al Bano?
– Albano Carrisi, 64 anni, quattro figli da Romina: Cristel, Romina junior, Yari e la povera Ylenia. E due dall'altra: Yasmine e Bido.
– Se sa anca cosa che 'l magna a pranso?
– Prodotti della sua terra. L'altr'anno siamo stati in Puglia, a soli 100 chilometri da Cellino San Marco, ma lui [indica il fidanzato, intento a fissare l'orizzonte con espressione indecifrabile] non ha voluto andare.
– Che peccato. Noi quando siamo stati in Marocco indovina cosa ci hanno portati a vedere.
– Cosa?
– La tomba del Craxi.
– Ah.
– Eh sì.
[Scuotono il capo in quattro, in un dondolìo unanime, sconsolato, anche un po' incredulo]
– È proprio un altro mondo.
– Ma proprio.
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The Real Thing
venerdì, agosto 17, 2007
Eh?
[due]
– Com'è?
– Eh?
– Dico: com'è l'acqua?
– Bella.
– È fredda?
– Eh?
– È fredda?
– No.
– Cosa dici, vengo anch'io?
– Eh?
– Vengo anch'io?
– Come vuoi.
– Caso mai mi salvi?
– Eh?
Poi lei il bagno non lo fa.
[Grazie, Valerio]
– Com'è?
– Eh?
– Dico: com'è l'acqua?
– Bella.
– È fredda?
– Eh?
– È fredda?
– No.
– Cosa dici, vengo anch'io?
– Eh?
– Vengo anch'io?
– Come vuoi.
– Caso mai mi salvi?
– Eh?
Poi lei il bagno non lo fa.
[Grazie, Valerio]
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The Real Thing
giovedì, agosto 16, 2007
La bellezza interiore
[uno]
– Mamma, lui in Olanda ha una barca tutta sua.
– Digli che noi la barca non ce l'abbiamo. Noi abbiamo la bellezza interiore.
– Mamma, lui in Olanda ha una barca tutta sua.
– Digli che noi la barca non ce l'abbiamo. Noi abbiamo la bellezza interiore.
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The Real Thing
giovedì, agosto 09, 2007
Impara il russo con il Lipson!/10
Oggi il maestro Lipson ed io vi proponiamo un inno al cemento (betòn). Il nostro infatti s'è inventato una città nella quale si produce il cemento, Blinsk, una squadra di entusiasti lavoratori del cemento e ovviamente tante betoniere.
Potrebbe essere il tormentone dell'estate.
Se serve, cliccate per ingrandire.
Taràm ta tam taràm ta tam
taràm taràm tararàm ta tam
Betòn, betòn, betòn, betòn
betòn, betòn, betòn, betòn
Naš zavòd - betònnyj zavòd.
Naša brigada - betonnaja.
Naš zavòd - betònnyj zavòd.
Naše-to dèlo - betòn.
Betòn, betòn, betòn, betòn
Velìkij, velìkij betònnyj zavòd!
Velikaja naša brigàda!
Kakòe-že dèlo - betònnoe dèlo?
Betònnoe dèlo - konkrètnoe dèlo;
Betònnoe dèlo - kul'tùrnoe dèlo;
Betònnoe dèlo - velìkoe dèlo.
Velìkoe dèlo - betòn, betòn;
Velìkoe dèlo - betòn!
Betòn, betòn, betòn, betòn
betòn, betòn, betòn...
Taràm ta tam taràm ta tam
taràm taràm tararàm ta tam
Cemento, cemento, cemento, cemento
cemento, cemento, cemento, cemento.
La nostra fabbrica è una fabbrica del cemento.
La nostra squadra è una squadra del cemento.
La nostra fabbrica è una fabbrica del cemento.
Il nostro obiettivo è il cemento!
Grande, grande fabbrica di cemento!
Grande nostra squadra!
Che genere di obiettivo è quello del cemento?
Il cemento è un obiettivo concreto;
Il cemento è un obiettivo culturale;
Il cemento è un obiettivo grande.
Grande obiettivo è il cemento, il cemento;
Grande obiettivo è il cemento.
Cemento, cemento, cemento, cemento
cemento, cemento, cemento...
***
Così è compagni.
Poi, come tutti sappiamo, è arrivata la plastica.
Potrebbe essere il tormentone dell'estate.
Se serve, cliccate per ingrandire.
Taràm ta tam taràm ta tam
taràm taràm tararàm ta tam
Betòn, betòn, betòn, betòn
betòn, betòn, betòn, betòn
Naš zavòd - betònnyj zavòd.
Naša brigada - betonnaja.
Naš zavòd - betònnyj zavòd.
Naše-to dèlo - betòn.
Betòn, betòn, betòn, betòn
Velìkij, velìkij betònnyj zavòd!
Velikaja naša brigàda!
Kakòe-že dèlo - betònnoe dèlo?
Betònnoe dèlo - konkrètnoe dèlo;
Betònnoe dèlo - kul'tùrnoe dèlo;
Betònnoe dèlo - velìkoe dèlo.
Velìkoe dèlo - betòn, betòn;
Velìkoe dèlo - betòn!
Betòn, betòn, betòn, betòn
betòn, betòn, betòn...
Taràm ta tam taràm ta tam
taràm taràm tararàm ta tam
Cemento, cemento, cemento, cemento
cemento, cemento, cemento, cemento.
La nostra fabbrica è una fabbrica del cemento.
La nostra squadra è una squadra del cemento.
La nostra fabbrica è una fabbrica del cemento.
Il nostro obiettivo è il cemento!
Grande, grande fabbrica di cemento!
Grande nostra squadra!
Che genere di obiettivo è quello del cemento?
Il cemento è un obiettivo concreto;
Il cemento è un obiettivo culturale;
Il cemento è un obiettivo grande.
Grande obiettivo è il cemento, il cemento;
Grande obiettivo è il cemento.
Cemento, cemento, cemento, cemento
cemento, cemento, cemento...
***
Così è compagni.
Poi, come tutti sappiamo, è arrivata la plastica.
lunedì, agosto 06, 2007
Non si sa mai
ÈàèìòùëČ芚Žž
[Se riesco a connettermi potrebbero servirmi. Ci si sente da lì, qui naturalmente l'osmizza resta aperta.
Baci. Il Capo.]
[Se riesco a connettermi potrebbero servirmi. Ci si sente da lì, qui naturalmente l'osmizza resta aperta.
Baci. Il Capo.]
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venerdì, agosto 03, 2007
Back to the USSR/1
Un tizio muore e va all'inferno. Lì scopre che può scegliere se andare all'inferno capitalista o all'inferno comunista. Ovviamente vuole farsi un'idea della differenza tra i due, e quindi va a dare un'occhiata all'inferno capitalista. All'ingresso c'è il diavolo, che somiglia leggermente a Ronald Reagan. "Com'è qua dentro?" chiede il visitatore. "Beh," risponde il diavolo, "nell'inferno capitalista ti scorticano, ti buttano nell'olio bollente e ti tagliano a pezzetti con coltelli affilatissimi."
"Ma è tremendo! Vado a dare un'occhiata all'inferno comunista!"
Va all'inferno comunista e lì si accorge che deve fare una lunga coda per entrare. Si mette pazientemente in fila e aspetta il suo turno.
All'ingresso c'è un ometto che assomiglia leggermente a Karl Marx. "Faccio ancora parte del mondo libero, Karl," dice il visitatore, "e prima di entrare voglio sapere com'è lì dentro."
"Nell'inferno comunista ti scorticano, ti buttano nell'olio bollente e ti tagliano a pezzetti con coltelli affilatissimi."
"Ma... è uguale all'inferno capitalista! Perché qui c'è la fila per entrare?"
"Be'," sospira Marx, "A volte non abbiamo l'olio, a volte non abbiamo i coltelli, a volte niente acqua calda..."
"Ma è tremendo! Vado a dare un'occhiata all'inferno comunista!"
Va all'inferno comunista e lì si accorge che deve fare una lunga coda per entrare. Si mette pazientemente in fila e aspetta il suo turno.
All'ingresso c'è un ometto che assomiglia leggermente a Karl Marx. "Faccio ancora parte del mondo libero, Karl," dice il visitatore, "e prima di entrare voglio sapere com'è lì dentro."
"Nell'inferno comunista ti scorticano, ti buttano nell'olio bollente e ti tagliano a pezzetti con coltelli affilatissimi."
"Ma... è uguale all'inferno capitalista! Perché qui c'è la fila per entrare?"
"Be'," sospira Marx, "A volte non abbiamo l'olio, a volte non abbiamo i coltelli, a volte niente acqua calda..."
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Vaghe stelle dell'URSS
giovedì, agosto 02, 2007
Mir! (uno, due, tre)
Mentre Mir-1 e Mir-2 toccavano gloriosamente il fondo artico*, più modestamente la Mir vostra toccava il fondo della sua emicrania "yu-uu" e si apprestava a risalire lietamente in superficie.
Questa notte ho sognato che perdevo il treno per Pordenone e che dividevamo nuovamente per 4 un conto di 25 euro, ma stavolta il quarto era Jedi Fëdor.
Nella realtà Jedi Fëdor invece comunica di essere vicino alla zona Playmobil 1 ("un anno avanti a noi"). Potrebbe essere l'effetto del Difmetré, ma a me sembra molto bello. Confermate?
*Frase del giorno: "Il suolo è giallastro e non si vedono abitanti". Anche a volta niente Ufi, sapete.
Questa notte ho sognato che perdevo il treno per Pordenone e che dividevamo nuovamente per 4 un conto di 25 euro, ma stavolta il quarto era Jedi Fëdor.
Nella realtà Jedi Fëdor invece comunica di essere vicino alla zona Playmobil 1 ("un anno avanti a noi"). Potrebbe essere l'effetto del Difmetré, ma a me sembra molto bello. Confermate?
*Frase del giorno: "Il suolo è giallastro e non si vedono abitanti". Anche a volta niente Ufi, sapete.
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mercoledì, agosto 01, 2007
Our Mutual Friend
Altro che Laura e Alexander fratelli ma non troppo. Oggi ricevo via YouTube questo messaggio (è confermato che si tratta di spam-spam-spam, dopo rapida consultazione con l'agente speziale K.):
"Ciao, ho letto e sentito qualcosa di te e mi ha interessato.
Da Mario ho potuto appendere le disavventure di un nostro comune amico, molto attivo fino al 2002 ma eclissatosi definitivamente nel novembre scorso.
Forse potremmo scambiare due chiacchiere sul più e meno di molte nostre avventure e disgrazie (così è la vita x tutti).
Sarei davvero onorato di sapere e farti sapere qualcosa che possa aiutare i nostri deboli.
Spero ti faccia viva".
Mario. Amico molto attivo fino al 2002. Eclissatosi. Novembre.
Elaborate.
"Ciao, ho letto e sentito qualcosa di te e mi ha interessato.
Da Mario ho potuto appendere le disavventure di un nostro comune amico, molto attivo fino al 2002 ma eclissatosi definitivamente nel novembre scorso.
Forse potremmo scambiare due chiacchiere sul più e meno di molte nostre avventure e disgrazie (così è la vita x tutti).
Sarei davvero onorato di sapere e farti sapere qualcosa che possa aiutare i nostri deboli.
Spero ti faccia viva".
Mario. Amico molto attivo fino al 2002. Eclissatosi. Novembre.
Elaborate.
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martedì, luglio 31, 2007
Diventa più intelligente con Google/6
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Tempesta d'amore
lunedì, luglio 30, 2007
I Dolori del Giovane Stinnicchiatore
"All lovers make, make the same mistakes, yes they do
Yes, all lovers make, make the same mistakes as me and you".
The Rubettes
Yes, all lovers make, make the same mistakes as me and you".
The Rubettes
Lo Stinnicchiatore di Fìmmine si è innamorato, ritiene di non essere corrisposto e medita da una settimana di spedire una mail d'addio all'oggetto del suo desiderio. Siamo alla bozza numero sei e agli incubi in cui sogna di spedire per sbaglio la brutta copia che sonnecchia nella cartella "Drafts".
– Va bene, mi arrendo, spediscila. Togli tutti i puntini di sospensione, prima.
– Ok.
– Però spedisci e basta. Niente cd stucchevole di Antony and the Johnsons con patetica letterina scritta a mano nella cassetta delle lettere.
– Uffa.
– Taglio netto, e poi parti. Goodbye Gorizia, hello Sicilia.
– Va bene. Però non oggi, domani. Adesso biglietto.
– Oggi. Niente biglietto.
– Domani. Biglietto.
– Va bene. Però domani metti su "Sugar Baby Love", e dopo aver fatto "uacciu uari uari - uacciu uari uari - du du du" per circa mezz'ora fai invio. E basta. Poi stacchi e la lasci sola con i suoi pensieri.
– Va bene. Miru, non so come gli uomini fanno a resisterti, però adesso biglietto.
– Non mi resistono, troppa fatica. Niente biglietto.
– Ma sì.
– No. Mail d'addio, niente cd deprimente, niente "My Lady Story" e soprattutto niente biglietto.
– Ma!
– Enne o, Stinnicchia.
[con una traccia di disperazione] – Miii, ma me lo lasci fare, questo biglietto aereo? Come ci torno, in Sicilia?
[leggermente seccata] – E spiegati, no?
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The Real Thing
Playmobilio, colpo di scena: il Ritorno dei Sauri
Cito da una comunicazione del demiurgo JTF:
"Il Ritorno dei Grandi Sauri permette di giustificare la sparizione degli arabi e apre il dibattito teologico su 'i Sauri hanno un'anima o no? E chi li ha mandati, in ogni caso?' e quello araldico sul sauro di riferimento, roba da correnti democristiane e album di famiglia del PD..."
Dunque, nell'anno alternativo 859 secondo JTF si distinguono tre tipi di Sauri:
"1) domestici, piccoli, pacioccosi, quasi innocui - sottolineare malignamente il 'quasi' con storie di bambini scomparsi e coppiette svanite nel nulla, vivono in mezzo a noi - al massimo grossi come cavalli, direi. Diventano delle 'vacche sacre' sempre tra i piedi ma tollerabili;
2) selvatici, un pò più grossi e meno affidabili, vivono allo stato brado, popolano i boschi e le foreste e i deserti integrandosi nell'ecosistema; diffidare soprattuto dei carnivori, non avvicinare la manina per accarezzarli che ti vedo!
3) I Padri dei Sauri, immensi, giganteschi, vere montagne semoventi, liberi e autonomi, qualcuno dubita che esistano (ma qualcuno dice che non ci sono più i comunisti...). Vivono lontanissimi in posti esotici come la Siberia, la Kamchatka, la Val Seriana.
Tutto questo fino allo Scontro Finale".
I Sauri: paciocchi, meno paciocchi, crudeli. Sullo sfondo, piccoli e grandi Felini.
L'ultima volta che il piccolo Antimur è stato avvistato familiarizzava con un Sauro domestico*.
Con i Sauri non si sa mai che faccia fare: la Regina Nera (io) con i fidi Illiri e due sorridenti amici squamosi.
Gemelli crociati e piccolo Sauro con tastiera invisibile.
Anche i più mansueti hanno qualcosa da nascondere.
Così il demiurgo spiega la presenza dei Sauri:
"1. Nel mio mondo alternativo non si può non rilevare la mancaza dei musulmani. Sarebbe brutto ammettere che la colpa è di tipo economico, quindi dovevo trovare una causa adeguata. Cosa meglio di una improvvisa invasione di dinosauri, particolarmente a loro agio nel clima secco e caldo della Mesopotamia e Arabia e Persia (normale geografia neocona, of course);
"Il Ritorno dei Grandi Sauri permette di giustificare la sparizione degli arabi e apre il dibattito teologico su 'i Sauri hanno un'anima o no? E chi li ha mandati, in ogni caso?' e quello araldico sul sauro di riferimento, roba da correnti democristiane e album di famiglia del PD..."
Dunque, nell'anno alternativo 859 secondo JTF si distinguono tre tipi di Sauri:
"1) domestici, piccoli, pacioccosi, quasi innocui - sottolineare malignamente il 'quasi' con storie di bambini scomparsi e coppiette svanite nel nulla, vivono in mezzo a noi - al massimo grossi come cavalli, direi. Diventano delle 'vacche sacre' sempre tra i piedi ma tollerabili;
2) selvatici, un pò più grossi e meno affidabili, vivono allo stato brado, popolano i boschi e le foreste e i deserti integrandosi nell'ecosistema; diffidare soprattuto dei carnivori, non avvicinare la manina per accarezzarli che ti vedo!
3) I Padri dei Sauri, immensi, giganteschi, vere montagne semoventi, liberi e autonomi, qualcuno dubita che esistano (ma qualcuno dice che non ci sono più i comunisti...). Vivono lontanissimi in posti esotici come la Siberia, la Kamchatka, la Val Seriana.
Tutto questo fino allo Scontro Finale".
I Sauri: paciocchi, meno paciocchi, crudeli. Sullo sfondo, piccoli e grandi Felini.
L'ultima volta che il piccolo Antimur è stato avvistato familiarizzava con un Sauro domestico*.
Con i Sauri non si sa mai che faccia fare: la Regina Nera (io) con i fidi Illiri e due sorridenti amici squamosi.
Gemelli crociati e piccolo Sauro con tastiera invisibile.
Anche i più mansueti hanno qualcosa da nascondere.
Così il demiurgo spiega la presenza dei Sauri:
"1. Nel mio mondo alternativo non si può non rilevare la mancaza dei musulmani. Sarebbe brutto ammettere che la colpa è di tipo economico, quindi dovevo trovare una causa adeguata. Cosa meglio di una improvvisa invasione di dinosauri, particolarmente a loro agio nel clima secco e caldo della Mesopotamia e Arabia e Persia (normale geografia neocona, of course);
insomma, gli eserciti dei successori del Profeta sono stati distrutti da triceratopi e velociraptor e le città riportate al rango di villaggetti. Invece dalle nostre parti faceva troppo freddo e ne vennero di meno, anche se Visigoti e Vandali ebbero la sfortuna di incappare negli Spinosauri.
2. quando il cattivo re barbaro Odoacre depose il fantolino Romolo Augustolo, si trovò alle porte di Roma un paio di legioni romane fedeli, recentemente e segretamente raccolte da un patrizio di Mediolanum, che riaccompagnarono in città l'Imperatore, scacciarono Eruli, Sciri e Turcilingi e con l'aiuto delle quali venne ristabilito un effettivo controllo dell'Impero su tutta l'Italia.
3. per come cavolo i cinesi siano arrivati fino in Occidente, citofonare Tonii ;)
4. da notare come i Brontosauri siano del tutto inutili come combattenti (niente denti, corna, code spinate, corazze), e come a Kiev non abbiano trovato affatto dei dinosauri (certo, anche trovare dei pinguini è una bella impresa)".
In breve: di Sauri "Ne avevo la casa piena!"
Al solito, gli appunti, i suggerimenti e le osservazioni saranno graditissimi. I Sauri hanno un'anima? Siamo sicuri che quelli senza denti si limitino alla vellutata di verdure? Che ci fanno i pinguini nel regno di Kiev? Vogliamo fare una raccolta fondi in grande stile per reintegrare i musulmani nella storia JTF?
E soprattutto: ve li immaginate i bambini JTF che giocano sereni e inconsapevoli al mare mentre il babbo ammassa i loro dinosauri in vista dello Scontro Finale? Quanto vogliamo bene a questo pazzo pazzo pazzo neocone residente?
*Update del demiurgo:
"Devo fare una piccolissima correzione. La foto ritraente un bimbo e un piccolo triceratopo fa riferimento alla famosa e tragica Canzone del Kid, in cui si narrra come il Piccolo Lord partisse da solo per l'ardua impresa di trovare la Valle Incantata dove vivono i Tricorni, animali totemici del suo popolo e unica speranza contro l'invasione dele Forze Oscure.
Dopo molte e pallose peripezie, l'immondo moccioso salva il cucciolo dalle volpi, fa amicizia e viene condotto nella Valle, dalla parti dell'attuale Bilbao.
Qui a suon di lacrimone e discorsi sul Destino dell'Occidente convince il burbero ed irascibile Padre dei Triceratopi (non chiamatelo il Gran Cornuto, svp) ad aiutarli.
Nel corso del viaggio di ritorno, pare che il bambino sia sparito, forse una vendetta delle volpi.
Questa storia è materia di studio obbligatoria in tutte le (tre) scuole del Regno. In lingua basca. Senza sottotitoli.
Tanto vi dovevo".
2. quando il cattivo re barbaro Odoacre depose il fantolino Romolo Augustolo, si trovò alle porte di Roma un paio di legioni romane fedeli, recentemente e segretamente raccolte da un patrizio di Mediolanum, che riaccompagnarono in città l'Imperatore, scacciarono Eruli, Sciri e Turcilingi e con l'aiuto delle quali venne ristabilito un effettivo controllo dell'Impero su tutta l'Italia.
Successivamente, in occasione del famoso Incontro di Celle (Ligure), i romani cedettero il potere formale sulla Gallia ai Franchi, in questo modo portando alle guerre di supremazia colà e alla relativa tranquillità colì. Di cui approfittarono per riappropriarsi della loro parte di Africa.
3. per come cavolo i cinesi siano arrivati fino in Occidente, citofonare Tonii ;)
4. da notare come i Brontosauri siano del tutto inutili come combattenti (niente denti, corna, code spinate, corazze), e come a Kiev non abbiano trovato affatto dei dinosauri (certo, anche trovare dei pinguini è una bella impresa)".
In breve: di Sauri "Ne avevo la casa piena!"
Al solito, gli appunti, i suggerimenti e le osservazioni saranno graditissimi. I Sauri hanno un'anima? Siamo sicuri che quelli senza denti si limitino alla vellutata di verdure? Che ci fanno i pinguini nel regno di Kiev? Vogliamo fare una raccolta fondi in grande stile per reintegrare i musulmani nella storia JTF?
E soprattutto: ve li immaginate i bambini JTF che giocano sereni e inconsapevoli al mare mentre il babbo ammassa i loro dinosauri in vista dello Scontro Finale? Quanto vogliamo bene a questo pazzo pazzo pazzo neocone residente?
*Update del demiurgo:
"Devo fare una piccolissima correzione. La foto ritraente un bimbo e un piccolo triceratopo fa riferimento alla famosa e tragica Canzone del Kid, in cui si narrra come il Piccolo Lord partisse da solo per l'ardua impresa di trovare la Valle Incantata dove vivono i Tricorni, animali totemici del suo popolo e unica speranza contro l'invasione dele Forze Oscure.
Dopo molte e pallose peripezie, l'immondo moccioso salva il cucciolo dalle volpi, fa amicizia e viene condotto nella Valle, dalla parti dell'attuale Bilbao.
Qui a suon di lacrimone e discorsi sul Destino dell'Occidente convince il burbero ed irascibile Padre dei Triceratopi (non chiamatelo il Gran Cornuto, svp) ad aiutarli.
Nel corso del viaggio di ritorno, pare che il bambino sia sparito, forse una vendetta delle volpi.
Questa storia è materia di studio obbligatoria in tutte le (tre) scuole del Regno. In lingua basca. Senza sottotitoli.
Tanto vi dovevo".
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domenica, luglio 29, 2007
Into the void, in a safe manner
"Something like leaping into the void in a safe manner".
F.
F.
La felicità ti prende alla sprovvista e ti fa "buh!" spalancando le braccia ridendo mentre svolti l'angolo sovrappensiero, un po' corrucciata e con la tristezza che pesa sul tuo cuore come piombo.
Poco fa dicevo a L. che se ieri sera avessi visto noi tre dall'esterno [l'ultimo bagno prima di inerpicarci tra le vigne e gli ulivi sbuffando come Westfalia in salita; a inseguire la luna piena per fotografarla da Contovello ("Dov'è" "Era lì" "No!" "Il tramonto?" "Lì!" "Dunque è di là" "Allora punta e tieni ferma la mano" "Eccola!" "Oh!" e "Oh!"); nei brevi silenzi spezzati da un "che bello" detto a mezza voce; sedute in un'osmizza a convincere il padrone che no, il vino non potevamo finirlo, perché sì, dovevamo guidare tutte e tre, e sì, venivamo da tre posti diversi ("Su mule, 'ncora un poco, che il vin ve fa ben", "Ma la Benemerita non è d'accordo con lei")] avrei provato una gelosia dolorosa e struggente, un senso di occasione sfiorata e perduta per sempre.
Sulla statale del Vallone deserta, all'una di notte, i finestrini aperti e un temporale in lontananza, mi è sembrato che il mio cuore cantasse. Allora ho sorriso, sospirato e ingranato la quinta. Da quel momento, forse per la prima volta, perfino il motore è stato contento.
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giovedì, luglio 26, 2007
VVP e i Cervelli
[Continua la guerra circoscritta a colpi di espulsioni e rappresaglie tra Russia e Gran Bretagna (che chiede l'estradizione di Lugovoj per l'affare Litvinenko nonostante la costituzione russa non la preveda, rifiutandosi da tempo di concedere l'estradizione di Berezovskij). Ieri Putin, durante un incontro con i movimenti giovanili filocremliniani, ha accusato la Gran Bretagna di residui di neocolonialismo. Frase memorabile (ultimamente Vlad è tutto una frase memorabile): "Bisogna cambiare i loro cervelli, non la nostra costituzione". Link in russo.
Nel frattempo, VVP...]
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin entrò nel laboratorio del vice capo della sua amministrazione Vladislav Jur'evič Surkov. Vladislav Jur'evič, in camice bianco, stava in piedi accanto a un androide mezzo smontato disteso su un tavolo operatorio e gli frugava dentro la testa con un grande saldatore simile a un'ascia.
- Ascolta, bratello, - disse Vladimir Vladimirovič™, guardandosi attorno, - Allora cosa facciamo con il terzo mandato?
- Non possiamo fare niente, - disse Vladislav Jur'evič, - Non capirebbero.
Vladimir Vladimirovič™ si avvicinò al grande cannone psicotronico che si trovava accanto alla finestra del laboratorio.
- Siamo sempre lì, - disse Vladislav Jur'evič, - Bisogna cambiare la costituzione. E allora al diavolo la costituzione: cambiamola. Ma come lo spieghiamo alla gente?
- Bisogna cambiare i loro cervelli, mica la costituzione, - borbottò Vladimir Vladimirovič™, facendo amorevolmente scorrere la presidenziale mano sulla liscia canna d'acciaio del cannone psicotronico.
Vladislav Jur'evič non rispose.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
Nel frattempo, VVP...]
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin entrò nel laboratorio del vice capo della sua amministrazione Vladislav Jur'evič Surkov. Vladislav Jur'evič, in camice bianco, stava in piedi accanto a un androide mezzo smontato disteso su un tavolo operatorio e gli frugava dentro la testa con un grande saldatore simile a un'ascia.
- Ascolta, bratello, - disse Vladimir Vladimirovič™, guardandosi attorno, - Allora cosa facciamo con il terzo mandato?
- Non possiamo fare niente, - disse Vladislav Jur'evič, - Non capirebbero.
Vladimir Vladimirovič™ si avvicinò al grande cannone psicotronico che si trovava accanto alla finestra del laboratorio.
- Siamo sempre lì, - disse Vladislav Jur'evič, - Bisogna cambiare la costituzione. E allora al diavolo la costituzione: cambiamola. Ma come lo spieghiamo alla gente?
- Bisogna cambiare i loro cervelli, mica la costituzione, - borbottò Vladimir Vladimirovič™, facendo amorevolmente scorrere la presidenziale mano sulla liscia canna d'acciaio del cannone psicotronico.
Vladislav Jur'evič non rispose.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
Il Monumento al Formaggino "Amicizia" e Altre Opere
Dopo la statua all'esibizionista chitarrino ammirata ieri, ecco la piccola spaventosa galleria di monumenti moscoviti sulla Poklonnaja Gora e in altri luoghi moscoviti. Folle dolenti, un decapitante San Giorgio fuori scala, il solito Pietro il Grande davvero grande, un'ape appiedata, due tapiri uniti dalla passione per il formaggino "Amicizia" (primo premio al concorso per il monumento al formaggino "Amicizia"), enigmatico gruppo di famiglia del Quadrante Delta, il sindaco-netturbino e cavalli: teste di cavalli, cavallo alato impalato, cavallo alato accasciato in onore di Esenin.
Ammirate ed elaborate.
[Nel mondo Playmobilio, intanto, si prepara una grande, sorprendente, squamosa svolta].
[Update: haloniomi in rivolta. Con il demiurgo JTF si pensava di sostituirli con questo, che almeno di notte crea "un delicato punto luce" ("un tocco d'allegria") ovunque si decida di metterlo.]
Ammirate ed elaborate.
[Nel mondo Playmobilio, intanto, si prepara una grande, sorprendente, squamosa svolta].
[Update: haloniomi in rivolta. Con il demiurgo JTF si pensava di sostituirli con questo, che almeno di notte crea "un delicato punto luce" ("un tocco d'allegria") ovunque si decida di metterlo.]
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