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lunedì, ottobre 31, 2011

L'amour en anglais

Nel bagno, cioè nel modulo lunare per fantini, si è materializzato questo biglietto:


Forse è un messaggio dal futuro, come il fossile di polpetta. 
Forse no.
Chissà se dietro l'amore si nasconde anche una riserva di accenti acuti.


martedì, ottobre 25, 2011

In Giorgio we trust

"In tartiflette we trust."
Così stava scritto, bianco su rosso, sul casco del motociclista che stava davanti a noi in fila dal tabaccaio. Volevo farlo notare a Sua Cinicità, ma siamo stati distratti dal fatto che il tabaccaio continuava chiamarlo madame. Lo chiamava madame e poi si scusava, madame e désolé, madame e désolé. Poi siamo andati a prendere i kebab. Il Cinicità non si ricorda mai dove sta, l'arabo, bisogna percorrere un paio di vie dall'aria serale e confusamente pericolosa e poi andare a caso. Sua Cinicità dice sempre "adesso ci menano", ma a dire il vero non ci menano mai.

L'arabo chiama Sua Cinicità "Giorgio". Come Giorgio Armani, dice, mica posso chiamarti Berlusconi. Bunga bunga, spiega. A quel punto i suoi cinque avventori impegnati a guardare a Napoli-Bayern si voltano pigramente. Bunga bunga, ripetono, prima di tornare a fissare lo schermo appollaiati sugli sgabelli vagamente pop di plastica lucida color caffelatte.
E tu come ti chiami, già?, chiede il Cinicità all'arabo. Giorgio Armani anch'io, risponde lui come sempre. Allora me stavolta chiamami Sergio. Per cambiare.

Quando siamo ormai a casa mi ricordo della scritta sul casco.
La tartiflette è una delle invenzioni più tristi dei francesi, dice Sua Cinicità. Patate, formaggio, pancetta. Che tristezza. E il frico friulano, allora? Non è triste come la tartiflette, dice lui. Vedremo, penso io.

Il giorno dopo incrociamo Giorgio Armani davanti a Monoprix.
Sergio, ma sei ancora vivo?
Quel kebab me l'hai consigliato tu, dice il Cinicità.
No, io ho consigliato quello di madame.

Ciao, Sergio, dice Giorgio Armani.
Poi se ne va.

martedì, ottobre 11, 2011

Via del Boschetto

Sms di mia madre:

"Stiamo pensando alla polpetta. Papà avrebbe un'ipotesi. Ricordi via del Boschetto?"

Via del Boschetto: eravamo andati ad abitarci quando il boschetto già non c'era più. Una cucina, un bagno, una legnaia, un sottoscala, una scala, tre camere, un salotto. Una moquette giallo zabaione. Un giardino. Erba, ghiaia. Ortensie lungo i muri. Un'altalena.

Cosa dovrei ricordare di via del Boschetto?
Eravamo costruiti su un cimitero di carne macinata?

Nel dubbio, non chiamo.

venerdì, ottobre 07, 2011

Great meatballs of fire



Ieri, sotto lo sguardo saccente di Pinocchio e del suo doppelgänger, ho infine avvitato tutto l'avvitabile e sono stata trascinata fuori dal modulo perfettamente incolume.

Però in una cavità poco accessibile dietro il wc ho trovato una cosa strana. 
Sarebbe stato bello imbattersi in un oggetto dolcemente sinistro come un origami, una trottola, una clessidra, uno spettrale carillon.

Invece ho trovato una polpetta. 

Dice Sua Cinicità: "Non scriverlo perché la gente capisce altro". Invece è proprio un'innocente polpettina. Ormai perfettamente fossilizzata, ma ancora integra nella sua polpettità. Inodore. Del peso e della consistenza di una palletta di gesso.
La gente qui chiede dov'è il bagno e ci nasconde le polpette.
E la cosa davvero strana è che noi le polpette non le facciamo mai, al limite estremo e conradiano le compriamo surgelate da Picard, e quelle di Picard sono più piccole.
La gente qui si porta le polpette da casa e le nasconde nel bagno, sotto lo sguardo omertoso dei due Pinocchi.

Magari la casa era abitata dal demone della polpetta, uno spirito dispeptico che portava infelicità, allentava le viti, faceva scuocere la pasta e asciugava l'acqua nella caffettiera. Magari adesso abbiamo risolto.

Però, nonostante tutta questa fatica costellata di scoperte, la tavoletta si muove ancora. 
Il Cinicità ha detto: "Sei stata bravissima. Inutile ma bravissima".
Mia madre ha mandato un sms di conforto: "Anche noi nel 2 bagno si muove ed è di plastica. Baci".

lunedì, settembre 26, 2011

Falsi amici

– Buone queste patatine italiane!
– Ti piacciono?
– Tantissimo. Hanno un gusto anziano.

venerdì, settembre 23, 2011

Andare a Parigi

E così, dopo due anni di idillio e di voli low-cost, Sua Cinicità ha scoperto le sue carte.
Come sei magra, come sei flessuosa, diceva.
Mia coniglietta.
Quand'è che vieni?

Ora mi trovo qui, in compagnia di buona parte del mio guardaroba autunnale, per fissare meglio la tavoletta di un water. Il water si trova in un luogo minuscolo, punitivo e illuminato bene – sostanzialmente un modulo spaziale per fantini ascetici – situato a metri e metri di distanza dal bagno, quello che ha la vasca al posto giusto e il cesto della biancheria al posto del bidet.

La tavoletta del water si muove un po' perché la vite che la tiene al suo posto si è leggermente allentata. La vite va riavvitata. La vite è naturalmente inaccessibile a chiunque non sia un nano molto smilzo o un coniglio biondo di 43 chili.

Amore, devi infilarti lì sotto, vedi? Devi entrarci strisciando, supina, con il braccio già alzato dietro la testa e pronto ad avvitare. Senso orario, mi raccomando. Fa' vedere com'è, orario? Bene. E avviti. L'inferno è che non la vedi, la vite. Sei completamente alla cieca. Poi probabilmente dovrò estrarti tirandoti per i piedi. Magari telefoniamo a tuo padre per l'assistenza remota, non si sa mai.

Ma come non si sa mai.

Ah, naturalmente ti tolgo di mezzo lo scopino.

Naturalmente.

Le nonne, quando volevano alludere alle proprie funzioni fisiologiche, dicevano con provinciale eleganza "vado a Parigi". Con permesso, devo andare a Parigi. Com'è signora, tutto bene? Ah, dottore, vado a Parigi tutte le mattine.

Bene.

Sono a Parigi, con il braccio già alzato e un cacciavite in mano.
Se posso scrivo.
Se non scrivo telefono.
Se non telefono mandate un fantino.

domenica, settembre 18, 2011

Più tristi più saggi

Ah! tutti quali occhiate, quale atroce sguardo 
volsero a me, giovani e vecchi! 
Un Dodo al collo in luogo dei diamanti 
m'appeser le compagne.
Anonimo, La ballata della giovane escort

"Cioè vai lì davanti all'imperatore, che cazzo fai, vai con il filettino di Dodo, di... di... cioè vai con delle cose importanti, lui apprezza perché è un esteta."
Terry De Nicolò, 16 settembre 2011.

venerdì, agosto 19, 2011

venerdì, agosto 12, 2011

Spacca, arraffa, scappa

Lascia che i minuti sfoghino
Le pallottole che Brixton vuole
Il filo spinato è edera sui miei muri
L'acre cordite come nebbia in autunno
Scioglie l'asprezza della strada in quadri traslucidi
Pensa come la randellata sorpassa il pensiero
Come il germogliare della Molotov cancella la discussione
E per una volta nella mia vita di nero britannico
I miei atomi sono esplosi in atomi di potere
Lascia che l'istante del mirino esorcizzi
I miti pittorici inventati dall'indifferenza
Ogni mattone scagliato a distruggere questo specchio incantatore
A razziare verità confezionate in bugie
Io sono i quintali di carne putrida nelle prigioni inglesi
Nelle case abbandonate, nei riformatori, le tonnellate di carne condannata
Che chiedono ai minuti di sfogare feroci la loro sporcizia in scatola.

Dambudzo Marechera, Smash, Grab, Run.

Traduzione: Manuela Vittorelli.

sabato, agosto 06, 2011

Lo sfortunato caso delle Mambrate

Ieri sera su RaiNews24 c'era uno che continuava a dire Le Mambrate, che non bisogna aver paura delle Mambrate, che quello delle Mambrate è un caso eccezionale.

– Manue', ma cosa so' 'ste Mambrate?
– Eh, sarà successo a luglio che non avevamo internet.
– Ma adesso pure di questo ci dobbiamo preoccupare?
– Non lo so, dice che son fallite.

Solo in fine di trasmissione abbiamo capito che quello intendeva "Lehman Brothers".

lunedì, luglio 18, 2011

Nelle nebbie di Ork

All'esterno della casa, agganciato a un muro nella zona del belvedere, c'è un bassorilievo che raffigura una foglia sormontata da una piccola corona e due mani mozzate, piccole e paffute, che mostrano il palmo facendo nano-nano. Mentre scrivo mi accorgo che la foglia potrebbe essere un'antica piuma, e che forse nelle intenzioni del committente le mani avrebbero dovuto mimare un saluto massonico. Poi però l'artigiano deve essersi perso tra le nebbie del pianeta Ork, o magari nella pampa vulcaniana, dove le foglie sono piume di dinosauro e il tempo si è fermato alle 12.30 insieme alla lancetta dei secondi.

La sfida di oggi è far dire a Giancarlo "l'acqua ce l'ho nell'Ape". Per raggiungere l'obiettivo è necessario proporgli insistentemente della Coca-Cola, che come si dice da queste parti è buona ma non disseta. È buona. Ma non disseta.

sabato, luglio 16, 2011

In questo posto

Nel posto in cui mi trovo, che chiameremo "questo posto", c'è un solo orologio: è appeso a una parete della cucina, le ore sono sostituite da 12 specie di uccelletti e la lancetta dei secondi oscilla permanentemente in corrispondenza dell'Erithacus akahige, un secondo avanti e uno indietro. L'Erithacus akahige è evidentemente un pettirosso. L'orologio, invece, è evidentemente fermo.

La sfida di oggi è far dire a Giancarlo "la Coca-Cola non disseta".
La sfida di oggi è la stessa di ieri.

Giancarlo ha sposato una bulgara, Svetlana, che è stata raggiunta dalla nipote Svetlanina. Svetlanina è piccolina, cicciottella, non sa una parola d'italiano e parla l'inglese a little bit. Solo ieri Giancarlo ha scoperto che Svetlanina non ha tredici anni ma fifteen, perché a lui le donne non dicono mai niente, probabilmente perché basta che siano contente e lui è contento così. Del resto Svetlanina sta tutto il giorno su internet a parla' colle amiche, dice, e lui ne deduce che a casa sua chissà come all'improvviso ce sta internet. La moglie però lo smentisce subito, ci mostra un'internet key e dice che 3 si prende solo in cucina. Giancarlo osserva Svetlana, Svetlanina, la chiavetta e il tavolo della cucina. Poi decide di mostrarci l'orto. Perché io nun ce so de internet, dice.

La signora Svetlana insisteva perché bevessimo qualcosa. Stavo per accettare una Coca-Cola, così, giusto per sfidare Giancarlo a pronunciarsi. Poi ho cambiato idea.

Secondo il pettirosso sono le 12 e 30. Secondo più, secondo meno. Secondo più, secondo meno.

sabato, giugno 25, 2011

La persuasione e la rotatoria

Un tempo qui era tutto Dasein, a perdita d'occhio.
Poi sono arrivate le rotatorie e i piani del traffico escheriani.

– Non può passare, strada chiusa.
– Ma io ci abito.
– Passi.
– Quando finiscono i lavori?
– Stasera. Io da domani mi metto in malattia, guardi.
– Fatica?
– Assessore in ferie, direttore dei lavori chiuso nel suo ufficio, nessun cartello indicatore. E noi qua.
– A presidiare la rotatoria.
– E poi mi dicono che tratto male le persone.
– ...
– Capisce. Che tratto male le persone.
– Arrivederci.
– Arrivederci.

Nel pomeriggio usciamo, Bracciodestro e io. La giovane rotatoria è lì, piantata al centro dell'incrocio tra i vapori dell'asfalto. Le auto sono ancora poche e tutte impegnate a rubarsi la precedenza.
Sul marciapiede giace abbandonato un foglio A4.
Lo raccolgo.
Sono le istruzioni di montaggio della rotatoria.



Io pensavo che le rotatorie si studiassero all'istituto tecnico o all'università e che poi al momento giusto ci fosse gente che arrivava con il suo bel caschetto giallo e un rotolo di disegni sotto il braccio e diceva così e cosà. Invece si comprano da Obi. Come niente alla fine c'è sempre una vite che manca e bisogna andare alla ferramenta a cercarla. E però la ferramenta apre alle quattro, aspetta che chiudiamo la zona al traffico ancora per un paio d'ore. Diccelo al vigile biondo, quello con la catenina d'oro. Quello tutto sudato.

Andiamocene prima di inciampare in un compasso gigante, bisbiglia Bracciodestro.

Pensare che un tempo qui era tutto Dasein.

sabato, giugno 18, 2011

La fin des cacahuètes

Allez hop, t'occupes, t'inquiètes,
touche pas ma planète.
It's not today,
que le ciel me tombera sur la tête.
Et que la colle me manquera.
Hou, hou,
hou, houça plane pour moi.

E l'ottavo angelo suonò la tromba e dagli altoparlanti dei supermercati e dalle autoradio tornarono a uscire le canzoni di Plastic Bertrand.

martedì, giugno 14, 2011

Delitti e Misteri

13 giugno 2011.
Ore 23.41.
Porta a Porta light edition, sobrietà, niente poltrone, ospiti appollaiati sui trespoli nella penombra.
Adesso Vespa fa una roba sui referendum, stiamo a vedere. Butto lì i nomi, Lupi, Belpietro, Di Pietro e Bindi.

Luci in studio.
C'è la giudice, c'è la criminologa con le extensions, c'è la sosia italiana di Beverly D'Angelo e c'è Anna Kanakis.
Puntata femminile.
Ma non vedo Rosy Bindi, Vespa.
Non sento parlare di referendum.

Infatti stasera a Porta a Porta si parla d'altro.
Questa sera a Porta a Porta si parla di delitti e misteri, cioè di bambine bionde morte nel garage, cioè di Avetrana.

Extensions dice abbiamo accompagnato zio Michele in un percorso di verità.
La giudice dice che il peso che una persona si porta dentro è un peso per così dire insostenibile.
Anna Kanakis dice "una passione malata, forse".
Beverly D'Angelo dice che la gelosia è un sentimento complesso.

E non dimentichiamo l'eredità.

Dai, comunque adesso enter Rosy Bindi.

Ma arriviamo al paradosso, dice Bruno Vespa: l'autoaccusa di Michele e poi la sua libertà a confronto con l'incarcerazione di Cosima e Sabrina. Dice.

Il paradosso.

La giudice parla di verità processuale e verità sostanziale. Dice recepire, impianto, per così dire, codice.
Extensions: siamo assistendo a un posizionamento abbastanza indipendente delle due difese. Il gip è una persona che sa davvero fare il suo lavoro.
Kanakis: la signora mi sembra un'ape regina, io la vedo lì così, silenziosa ma forte, tosta.
Beverly: madre padrona, io direi addirittura.

Riflettono.

Passiamo ora al caso di Carmela detta Melania, la donna molto bella che va con il marito a portare a spasso la figlioletta e scompare.
Segue ricostruzione filmata su musica di Badalamenti.
Lunghissima storia d'amore segnata dai tradimenti di lui, dice. Ma nessuna ombra nella vita di lei e nelle sue sim card.
Chi poteva odiare Melania? Chi?

Pubblicità: crema per micosi, spazzolino da denti, Nuova Lancia Ypsilon, Tim, Campari. Poi si riprende.

Kanakis, memorabile: quel sorriso di lei, mi piacerebbe cosa le dava gioia, cosa le dava tormento, che gusti aveva. Lui invece non lo amo moltissimo, aggiunge.

Ma vediamo più da vicino il delitto. Seguono campi, chioschi e le solite celle di cellulare che agganciano luoghi.

Extension: il còllage investigativo, dice, ma non si capisce, o forse non capisco io che sono rimasta ferma a "còllage".
Kanakis: a pochi metri dal corpo della nostra Melania è stato trovato l'anello di fidanzamento. Che tenerezza, dice. Se l'ha scagliato lei è un segnale fortissimo. Chissà.
Giudice: i processi non si fanno con gli anelli scagliati.
Beverly: sembra un gesto molto femminile.

Vespa: resta quella bella ragazza, una donna veramente dedita alla famiglia.
Cosa ne pensa una donna del Sud come Anna Kanakis? Be', lei non osa pensare a quei momenti, a quell'arma corta.

E chissà quel volto quale segreti nasconde, taglia corto Vespa.
E ci fermiamo qui, sigla.

Poco dopo il Tg1 ci riprova con l'escherichia coli: si sospettano anche aglio, broccoli e fieno greco, dice il conduttore aggiustandosi gli occhiali sulla faccia, a suo modo sereno.

Come se stessimo gozzovigliando con il fieno greco.
Come se stessimo festeggiando a pane e batteri, noi, proprio adesso che ci siamo svegliati e non abbiamo voglia di andare a dormire, e che i nostri cellulari agganciano furiosamente celle che agganciano luoghi puliti e illuminati bene, luoghi dove le bambine rincasano tranquille senza passare per il garage e le fidanzate non si strappano gli anelli, o almeno non stanotte, non adesso.

venerdì, maggio 27, 2011

L'aerio

– Guarda che lo so cos'è successo a Strauss-Kahn.
– Ah, e chi te l'ha detto?
– Il telegiornale.
– E cos'ha detto il telegiornale?
– Che ha agressé una cameriera e poi è andato a prendere l'aerio, ma la polizia l'ha arrestato.
– Ok.
– E poi l'aerio è caduto.
– ...
– Ma è vero!
– Si è fatto male qualcuno?
– Tutti morti.

venerdì, maggio 06, 2011

Habemus Falso Allarme per Bomba Antica

Dove: Borgo Trevisan, Gradisca d'Isonzo, Gorizia.
Cosa: bomba della prima guerra mondiale.
Chili: 350.
Di cui: 30 di tritolo.
Ritrovata: a metà aprile.
E quindi: sotterrata in un campo.
In attesa del: disinnesco.
È successo: non c'è più.
Cioè: scomparsa.
O meglio, secondo i carabinieri: "rubata".
Domani arriva: il Papa.
La notizia è stata data: ieri sera.
I carabinieri hanno setacciato: nicchie, cavità, buche.
E inoltre: bussato alle porte dei borghigiani.
Per sapere: se avevano visto passare una bomba.
Si deduce che: le porte dei borghigiani non sono dotate di campanelli e/o citofoni.
Oppure: il cronista del Piccolo è male informato.
Il terribile sospetto: terroristi fai da te, cellule che si attivano in maniera autonoma.
In breve: Alcaida.
Il terribile dubbio: "il ventre di borgo Trevisan la nasconde ancora per un clamoroso errore di valutazione".
Per fare breve lunga storia complicata: ci siamo dimenticati di metterci sopra una bandierina.
Il nulla a volte sta: dieci metri più in là.