mercoledì, ottobre 31, 2007

La prima tastiera blondinka-friendly del mondo

Gli argomenti più discussi oggi nei blog russi:


1. l'attentato a Tol'jatti;
2. Halloween;
3. la tastiera per bionde.

Che sarebbe poi questa (cliccare per ingrandire):



Ha tutta l'aria di un lavoretto in Photoshop, ma ne parlano anche i siti di informazione come lenta.ru, e sarebbe in vendita da OLDI.

Osserviamola meglio.

Il tasto esc è ribattezzato "NO!", la barra spaziatrice è il "Tasto più lungo che serve per distanziare le lettere", il maiuscolo "Per fare una lettera grande", il blocca-maiuscole "Per fare tante lettere grandi" e shift "Se voglio scrivere il mio nome devo cominciare con questo tasto". "Invio" è "Il mio tasto preferito OK e anche il più grande". Tutta la fila superiore compone la scritta "Tasti inutili". "Altro tasto inutile" contrassegna i vari ctrl e alt. Segnalo anche un paio di deliziosi "bandierina boh" (libera traduzione mia) e "=" chiamato "trattino e ancora trattino".

Impara il russo con il Lipson!/19

Oggi vi insegno a dire una cosa utilissima, fate attenzione a questo piccolo battibecco (cliccate per ingrandire):



- Na slèdujuščij raz prigotòv'te ves' uròk! Jàsno?
- Èto slìškom mnògo.
- Ne dlja menjà.
- Ja ne takòj gènij, kak vy.
- Tem chùže dlja vas.
- [drožà] Ìzverg ròda čelovèčeskogo!

- Per la prossima volta preparate tutta la lezione! Chiaro?
- È troppo.
- Non per me.
- Io non sono un genio come lei.
- Allora peggio per lei.
- [tremando] Mostro della razza umana!

File audio.

Adesso lo sapete. Izverg roda čelovèčeskogo (sì, sentito bene: è uno di quei casi in cui la g si pronuncia v: cielavieceskava): ìzvierkròdacielavièceskava.

Mostro della razza umana. Chi non ne conosce almeno uno.

VVP e il poligono

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e si preparava ai dibattiti pre-elettorali di "Russia Unita". Sulla scrivania di Vladimir Vladimirovič™ squillò il telefono. Vladimir Vladimirovič™ sollevò il ricevitore senza indugio.
- Ascolta, bratello, - nel ricevitore risuonò una voce bassa e insinuante, - Come ti va?
- Come, come mi va - Vladimir Vladimirovič™ non capiva, - Chi è? Da dove chiama?
- Che differenza fa, sapere chi sono, - disse quietamente la voce, - Sei andato alla cerimonia al poligono di Butovo?
- Sì che ci sono andato, - annuì Vladimir Vladimirovič™.
- E allora, come ti è sembrato? - domandò piano la voce.
- Che enorme tragedia, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Dobbiamo ricordarla e... e insomma, cose così.
- Sì, tu ricorda, ricorda, - disse piano la voce, - Noi intanto abbiamo tenuto tutto in ordine, sai. Possiamo riaprire anche domani e lavorare, lavorare, lavorare. Cioè, se serve di nuovo il poligono, basta che ce lo dici.
- Perché dovrebbe servire? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva, ma lo sconosciuto aveva già riagganciato.
Vladimir Vladimirovič™ si strinse nelle presidenziali spalle e ritornò ai suoi dibattiti pre-elettorali.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

giovedì, ottobre 25, 2007

VVP e la lista

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e scriveva gli auguri di compleanno al governatore della Čukotka Roman Arkad'evič Abramovič.
- Roma caro! - scrisse Vladimir Vladimirovič™ sul suo foglio di carta intestata, - Bratello!
A un tratto le imponenti porte dello studio presidenziale si aprirono e nella stanza entrò muovendosi sui suoi piccoli cingoli il presidente della Duma, l'androide Boris Gryzlov.
- Che guaio! - urlò dalla soglia il presidente.
- Che accade?! - domandò Vladimir Vladimirovič™ sobbalzando sulla poltrona presidenziale, - Va a fuoco qualcosa?
- Adesso sei il primo della nostra lista elettorale, - cigolò l'androide, - Fai un po' tu.
- E allora? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- Da quando sei capolista, - spiegò il presidente, - Fanno tutti a gara per entrare nel partito! Di corsa!
- E questo è bene! - Vladimir Vladimirovič™ sorrise.
- Ma quale bene? - gli occhi dell'androide lampeggiarono, - Il carburante non basterà per tutti! Aumenterà il prezzo della benzina!
- A questo non avevo pensato, - borbottò Vladimir Vladimirovič™, - Boh, allora... bisogna chiudere le iscrizioni al partito?
- Non l'ho proposto io, sia chiaro! - il presidente sferragliò, si voltò e uscì dallo studio lasciandosi dietro una nuvoletta di fumo grigio-azzurro.
Vladimir Vladimirovič™ restò in ascolto del presidenziale se stesso. Ronzava sommessamente.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

mercoledì, ottobre 24, 2007

VVP e la Žiguli

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e si studiava il programma del partito "Russia Unita". Sulla scrivania di Vladimir Vladimirovič™ prese a squillare il telefono. Vladimir Vladimirovič™ afferrò subito il ricevitore.
- Ascolta, bratello, - nel ricevitore risuonò la voce del vice capo dell'Amministrazione Vladislav Jur'evič Surkov, - Accendi la tv.
Vladimir Vladimirovič™ premette un pulsante del suo pannello presidenziale e sulla parete di fronte si accese uno schermo enorme. Apparve un tizio con i capelli lunghi e la giacca di pelle seduto in riva a un lago.
- Che è sta roba? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- 'Speta, adesso canta - rispose Jur'evič.
- Ghitarr ghitarr ghitarr, - si mise a cantare il tizio, saltellando con la chitarra in mano, - Cam tu mai buduàr...
- Che delirio... - borbottò Vladimir Vladimirovič™.
- Ghitarr ghitarr ghitarr, - cantava il tizio, adesso a bordo di una "Žiguli" ferma, - Giamp tu mai yaguar...
- Chi è, uno di Saranno Famosi? - domandò Vladimir Vladimirovič™.
- Ma no, - spiegò Vladislav Jur'evič, - Non so chi sia. Però ho pensato: perché non ti compri una "Žiguli"? Fa una gran bella figura. La "Volga" è un po' antidemocratica. E la "ZAZ", beh, è ridicola.
- Una "Žiguli"? - rifletté Vladimir Vladimirovič™, - Mh, forse...
- Ghitarr ghitarr ghitarr, - cantava il tizio sullo schermo, saltellando tra le betulline, - Cam tu mai buduarrr...

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

martedì, ottobre 23, 2007

Gitar Gitar Gitar

Vi avverto: tunnel pesante.

Peter Nalič, "Gitar Gitar Gitar":



Ritornello (scrittura fonetica Fjodor):
Gitar gitar gitar gitar
cam tu ma buduàr
beibe
iu ev a possabiliti
ple id uid mi.

Gitar gitar gitar gitar
giamp tu ma yaguar
beibe
iu ev a possabiliti
plei id uid mi

[Il tutto, a bordo di una Žiguli ferma. Non pretendo neanche che mi ringraziate.]

Sindrome Austeniana

[una sera dopo cena, D. ed F.]

– Avrei voglia di qualcosa di caldo...
– Caffè?
– Hm, no...
– Tè? Tisana? Camomilla?
– N-noooo....
– Ovomaltina, Nesquik, Orzobimbo bim bum bam?
– No, no, grazie.
– Ma allora?
– Mah, fondamentalmente la mia è solo voglia di tenere una tazza tra le mani.

[poi, lei a me: "Devono essere tutte quelle repliche dell'Ispettore Barnaby"]

lunedì, ottobre 22, 2007

Un Terrestre in Casa

– Mi cercheresti il film Doppia immagine nello spazio, 1969?
– Certo.
– Perché mi manca. Vuoi sapere la storia?
– Anche no.
– Guarda che è molto bella. Un uomo viene mandato nello spazio, poi fa ritorno sulla Terra ma non è davvero la Terra, è un altro pianeta del tutto uguale.
– Ma va'.
– Come fa ad accorgersi che non è la Terra, visto che è tutto uguale, dirai tu.
– Dirò io.
– Le scritte sono al contrario!
– Apperò.
– Eh?
– Eh.
– E perché quelli del pianeta uguale alla Terra non fanno una piega quando questo gli arriva lì?
– Perché?
– Perché anche loro avevano mandato un uomo nello Spazio!
– Contemporaneamente?
– Specularmente.
– Tutto doppio.
– Ammetto che la trama è un po' da seguire.

venerdì, ottobre 19, 2007

Parlo solo con il presidente

Andrej Kolesnikov del Kommersant' a proposito della linea diretta di Putin con i cittadini:

"Le sorprese sono continuate. L'apoteosi è arrivata grazie a una signora che ha fatto così irruzione nella diretta telefonica, evidentemente reduce da una lunga discussione con gli operatori:
'Non voglio parlare con lei. Io parlo solo con il presidente!'
'La ascolto,' - ha detto il presidente.
'È lei?'
'Io'.
'Davvero è lei?'
'Davvero'.
'E anche prima era lei??!'
(A questo punto la sua voce tradiva un notevole dose di diffidenza).
'Anche prima ero io, sì'.
(Il signor Putin, a quanto pare, rispondendo d'impulso si era preso anche la responsabilità del colloquio della donna con gli operatori).
'Oi, Signore, grazie di tutto! Davvero grazie di tutto!'

C'è stata, a quel punto, la netta impressione che la signora parlasse davvero con il Signore (e non solo con il suo)".

Link


giovedì, ottobre 18, 2007

VVP risponde

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Vladimir Vladimirovič™, - domandò a Vladimir Vladimirovič™ il conduttore Brilev, - Come ricorderà l'anno passato?
- Come prima cosa voglio fare a tutti le mie congratulazioni per il calcio, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Comunque la cosa che mi è piaciuta di più dell'anno passato è stata tutta questa storia sui miei successori. Riuscita bene, vero? Che risate. Meglio di quanto mi aspettassi.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Ho proprio qui delle cifre... - bofonchiò Vladimir Vladimirovič™, senza staccare gli occhi dal suo bloc notes, - Tre, sedici, ottantaquattro. Sei e due, sette e otto. Quindici. Sessantasette. Due. Quattordici e tre. Tredici e quattro. Percentuale del cinque virgola dieci. Percentuale del venti virgola uno. Un anno e mezzo-due anni fa. Sei e cinquanta. Cinque e trenta. Seicentomila persone. Otto e cinque. Due mesi e mezzo. Fino a mille rubli. Cinquecento e anche più.
- Apperò, - rispose il conduttore Brilev, - Passiamo ora al collegamento con le città.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, Vladimir Vladimirovič™, - disse il conduttore Ernest Mackjavičus, che chissà come era finito a Vladivostok, - Proprio in questo momento è arrivato un gruppo di abitanti dell'isola Russkij. Cominciamo con loro.
- Egregio Vladimir Vladimirovič™, - disse una donna dai capelli rossi, fissando la telecamera, - È molto caro prendere l'aereo! Cosa dobbiamo fare? Siamo tagliati fuori dalla Russia.
- È caro? - si stupì Vladimir Vladimirovič™, - Ma è comodo. Io lo prendo tutti i giorni, e niente da dire.
- Ma noi viviamo su un'isola! - disse la donna, - Riponiamo tante speranze nel summit e in lei! Che ne sarà di noi quando lascerà la presidenza?!
- Questa è una grande questione per tutto il paese, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Che ne sarà di voi quando lascerò la presidenza... prego, un'altra domanda.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, Vladimir Vladimirovič™, - disse uno studente, - Mi chiamo Vladislav. Qua stanno arrivando i cinesi. Cosa dobbiamo fare? Io non voglio andarmene!
- Vladik, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Neanch'io voglio che ve ne andiate. Mosca non è mica fatta di gomma. Sa che ingorghi si sono, qui da noi? Non si passa neanche con i lampeggiatori! Meglio se ve ne restate a Vladivostok. Posto ne avete. I soldi li tireremo fuori. 'Sti soldi... prego, la prossima domanda.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, - disse un tizio calvo con i baffi, - Da quest'anno i miei figli vanno all'asilo. Ma lì ci chiedono le bustarelle. Sarà cambiato qualcosa quando i miei bambini andranno a scuola?
- Ne dubito, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Abbiamo la corruzione, noi, sa. Stiamo al centoottantatreesimo posto. Sa cosa può fare? Mandi direttamente i suoi figli a scuola, così non deve sganciare soldi per l'asilo. Prego, la prossima domanda.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Vladimir Vladimirovič™! - disse al telefono un uomo in collegamento da Samara, - Sono un tenente colonnello in pensione. Saranno ripristinati i sussidi per i veterani?
- La questione è ben nota! - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Noi abbiamo delle cartucce. Le volete le cartucce? Poi decidete voi se venderle e ricavarci del denaro. Possiamo distribuire circa quaranta miliardi di cartucce. Basteranno per tutti. Vi prometto che prestissimo uscirà un decreto. Prossima domanda, prego.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, - disse un uomo in collegamento telefonico, - Regione di Krasnodar.
- Piacere, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Vladimir Vladimirovič™.
- C'è questo condono edilizio... - disse il tizio della regione di Krasnodar.
- Sa, pensavo a quelle cartucce... - bofonchiò Vladimir Vladimirovič™, senza lasciarlo finire, - Ho deciso che oltre alle cartucce distribuiremo anche le granate. Così tutti potranno compensare le entrate insufficienti. Il condono edilizio... è una questione complessa. È stata posta più volte. Prossima domanda.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, Vladimir Vladimirovič™, - disse un tizio in collegamento telefonico, - Sono un invalido privo di entrambe gambe. Perché ogni volta che c'è qualche cambiamento ci costringono a subire ulteriori controlli? Non è che le gambe ci ricrescono...
- Noi pensavamo che ricrescessero, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Per quello volevamo verificare. È risultato che effettivamente non ricrescono. Non saranno fatte altre verifiche.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Vladimir Vladimirovič™, - disse un uomo, - Sono un tornitore. Dica un po', cos'è questo piano di Putin?
- Chi ha dato il permesso di fare questa domanda? - domandò Vladimir Vladimirovič™ ai conduttori, - Ma siete matti?! Quello è un piano segreto! Così segreto che non lo conosco neanch'io! Così segreto che non lo conosce nessuno! E non si può. Perché se si sapesse in giro me lo ruberebbbero, me lo rovinerebbero. Ecco perché il piano di Putin, scusate tanto, è segreto. Prossima domanda, e mandate un agente a prelevare quell'uomo.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Vladimir Vladimirovič™, - domandarono dal villaggio di Podkolodnovka, - Ho otto figli. Lavora solo mio marito. Com'è possibile tirare avanti?
- Le servono ancora sette mariti, - rispose prontamente Vladimir Vladimirovič™, - La questione è semplicissima. Se vuole glieli mando. Ho qualche colonnello, sotto mano. Aspetti, eh.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, - disse un uomo, - Sono un piccolo allevatore. Io vendo il latte a otto rubli il litro, ma nei negozi ne costa trenta.
- Passi al grano, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Ne ho già parlato. Si immagini, ben presto chi coltiva il grano sarà come chi si occupa di gas e petrolio. Guardi, sto già pensando di lasciar perdere quella Gazprom e di fondare una nuova corporazione, Bioprom. Produrremo biocombustibile. Mi piace molto, questa cosa. E il latte, agli adulti fa male bere latte. Prossima domanda, prego.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

Diventa più intelligente con Google/12



martedì, ottobre 16, 2007

Make disco, not war

Quale miglior modo per convincere i separatisti filorussi dell'Ossezia del Sud a deporre le armi, a rinunciare una volta per tutte alla secessione e a ricongiungersi pacificamente con i georgiani?
Si prende un villaggio di frontiera, proprio nel mezzo del conflitto, non lontano dalla capitale ribelle Tskhinvali: Tamarašeni, rimasto fedele alla Georgia.
E lì si organizza un concerto dei Boney M*.
Sì.
"Speriamo di riuscire a convincere le persone a uscire dalle trincee, a deporre i Kalašnikov, a venire qui a ballare con gli altri e a capire che niente è più bello della pace, niente è più bello della riconciliazione", ha dichiarato il presidente georgiano Saakašvili. Insomma, Ossezia del Sud: più soldi, più pace, più disco con la Georgia!
Pensavo che l'accoppiata Yanukovič-Verka Serdjučka nella recente campagna elettorale ucraina fosse il Grande Momento Postsovietico del 2007, ma non avevo fatto i conti con la Georgia.
Come scrive Mark McKinnon nel suo blog, "non so decidere se sia paradiso o inferno, ma vorrei esserci comunque".
Per sicurezza, possiamo ibernarmi ancora per qualche anno?

*In realtà si trattava del gruppo della sola Marcia Barrett, perché in circolazione ci sono almeno due band che si fanno chiamare Boney M. L'ex cantante della formazione originale, Liz Mitchell, fa sapere di non aver niente a che fare con il concerto organizzato nell'Ossezia del Sud. C'è anche una controversia legale in corso.
Si fa fatica a far riconciliare i Boney M., rendiamoci conto.

Link

lunedì, ottobre 15, 2007

Putin, l'Iran, il Fascino Andropoviano e il Neonato Enorme

Allora, secondo voi chi voleva ammazzare Putin in Iran scagliandogli contro diversi gruppi di attentatori suicidi?

1) la CIA!
2) il Tizio (yawn) Nuovo di Alcaida per darsi lustro e prestigio e fare un dispetto all'Iran;
3) i separatisti ceceni;
4) una cricca di siloviki avversari;
5) una banda di georgiani amareggiati;
6) un oligarca esiliato;
7) l'Iran, così, giusto per confermare la propria diabolica imprevedibilità e farsi cancellare dalle carte geografiche (non prima di aver lanciato un missile su Washington, uno di quei missili iscritti al programma MilleMiglia che passano per Turchia, Polonia, Repubblica Ceca, poi giù per le Alpi, su verso Francia, Gran Bretagna, tappa su Fiordi Norvegesi e magiche Capitali del Nord, Groenlandia ecc. ecc.; avercelo, uno scudo antimissile nella pampa polacca);
8) il neonato gigante siberiano;
9) nessuno, è losca propaganda anti-iraniana;
10) nessuno, è losca propaganda brežneviana;
11) nessuno, si è inventato tutto lui perché vuole tenerci in tirella per mesi (non si sa mai che Zubkov gli diventi troppo carismatico, con quel malaticcio fascino andropoviano).

Update:
12) gli ufi.
13) il sushi.

sabato, ottobre 13, 2007

Troppo vicino

sms

"Non ci crederai mai, sono a cinque metri da Storace."
"Sputagli l'occhiale da parte mia."
"Non posso, sono troppo vicino."

Diventa più intelligente con Google/11



Con gli effetti speciali è meglio prendersi per tempo, eh?

giovedì, ottobre 11, 2007

La vera rivoluzione arancione

– Ho deciso che mi dipingo i capelli di rosso.
– Guarda che bisogna accettare l'età che avanza!
– Qui c'è scritto che va via dopo 28 shampoo.
– Perché, guarda caso, corrisponde al ciclo lunare?
– Non ci provare.
– Mumble mumble...
– Smettila!
– Loro sanno che li lavi ogni giorno?
– Mmmmmh.
– Bizzarra coincidenza.
– Ma mi starà bene, non è proprio rosso rosso. Qui c'è scritto ambra.
– Quindi arancione.
– Vai a vedere qui.
– A te non starà mai così.
– Meglio, a me così non piace.
– E comunque non è ambra, è... è...
– Ma no, certo che no.
– Non so cosa sia.
– È brutto?
– È arancione.
– Scusami, il color pigna non c'era.
– Hai la pelle troppo scura.
– Non è più scura, sto tornando normale!
– Più scura della tizia lì. Non hai l'aria irlandese, sai.
– Ma sono diversa, ho anche gli occhi castani.
– Certo, la gente dirà: guarda quella rossa! Se non avesse gli occhi castani sarebbe un disastro!
– Piantala.
– Perché farsi dire dai goriziani, gente semplice, guarda come si è conciata la matta.
– ...
– Ora è arancio-mattone. Sgomma e tira la prima per chilometri.

mercoledì, ottobre 10, 2007

VVP e le Rotelline

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e ricordava i festeggiamenti per il suo cinquantacinquesimo compleanno in compagnia dei membri del Consiglio di Sicurezza e delle più alte cariche dello stato.
- Ma lo sai, - nella testa di Vladimir Vladimirovič™ risuonò a un tratto la nota voce gorgogliante del suo marziano personale, - Che qua dentro ci sono delle rotelline? Appaiono e scompaiono. Non va mica bene. È impossibile concentrarsi.
- Dove? - pensò con orrore Vladimir Vladimirovič™, - Quali rotelline?!
- Dove, nella testa, - gorgogliò il marziano, - A proposito, guarda che ti stai trasformando in un robot. Certo, la trasformazione non è ancora definitiva. Ma meglio se mi cerco con calma un'altra testa...
- Cosa... come? - pensò indignato Vladimir Vladimirovič™, - Come, un'altra testa? E io?
- Eh, tu... - gorgogliò il marziano, - I marziani non vivono nei robot. Nei robot vivono solo, come si chiamano... i virus dei computer.
A Vladimir Vladimirovič™ cominciò a girare la testa.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

martedì, ottobre 09, 2007

Piccola Imperatrice

– C'è qualcuno?
– Te me gà portà i bagigi?
È seduta sul letto, come sempre, davanti al televisore acceso.
– No, zero bagigi.
– Carame'e morbide?
– No. Ciao Antonia.
– Ciao, nevòde.
– Pensavo, oggi.
– Te pensavi.
– Ti ricordi quando sono arrivata nel mezzo di una puntata di Sentieri per dirti che mi avevano invitata a parlare alla radio...
– Sì, entanto quea sporcaciona dea Riva... ben, assèmo pèrdar.
– ... insieme a una professoressa, a una vigilessa e a una poliziotta.
– Come na barze'etta.
– E tu mi hai chiesto: "E ti, cossa situ?" E io ho risposto "Piccola imprenditrice".
– Vero, vero. Parole sante.
– Ma quali parole sante. Ti ricordi come hai commentato?
– Al momento non me o ricordo.
– Hai detto "Lo gò sempre savùo, che te geri una piccola imperatrice".
– La mia stelassa.
– Bòn, vado.
– Imperatrice!
– Dime.
– La prossima storia sarà quea dei austriaci e dei gnocchi.
– Va ben.
– Qua i manda sempre 'e repliche.
– Ciao, Antonia.
– Ciao, nevòde.

lunedì, ottobre 08, 2007

La Dianificazione di Anna Politkovskaja

"The appropriate word for all this might become, or might even be, 'Dianafication'".

("La parola giusta per tutto questo potrebbe diventare, o forse lo è già, 'Dianificazione'").

Tim Newman a proposito dell'appropriazione-santificazione-distorsione della figura di Anna Politkovskaja a un anno dalla morte, nei commenti a questo post di Sean Guillory.

Diventa più intelligente con Google/10



C'è tutta una storia, lì dentro.
Sapere quale.

venerdì, ottobre 05, 2007

VVP e gli Androidi

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e si preparava a diventare deputato della Duma.
A un tratto le imponenti porte dell'ufficio presidenziale si spalancarono e fece il suo ingresso con passo deciso il presidente del Consiglio della Federazione Sergej Michajlovič Mironov. Sergej Michajlovič aveva la barba lunga, calzava degli stivaloni di similpelle e portava sulle spalle un voluminoso zaino di tela catramata. Il presidente teneva nella mano destra una grande piccozza.
- Che accade, bratello? - domandò sconcertato Vladimir Vladimirovič™.
- Canaglia, ecco cosa c'è, - gli rispose Sergej Michajlovič agitando la piccozza verso Vladimir Vladimirovič™.
- Ehi, ehi! - Vladimir Vladimirovič™ scattò su dalla poltrona presidenziale, - Chiamo subito le guardie del corpo!
- Me ne frego delle tue guardie del corpo, - rispose Sergej Michajlovič abbassando la piccozza, - Di te, del tuo Consiglio della Federazione, del tuo Cremlino e di tutte queste tue elezioni. Vado nei campi. Sono un geologo, non un androide!
Sergej Michajlovič si voltò e uscì con passo deciso dallo studio.
Vladimir Vladimirovič™ telefonò subito al capo della sua Amministrazione Vladislav Jur'evič Surkov.
- Ascolta, bratello, - disse preoccupato Vladimir Vladimirovič™, - Io te l'avevo detto che il piano "Russia Unita" era pericoloso!
- Cos'è successo? - domandò Vladislav Jur'evič.
- Gli androidi si stanno trasformando in esseri umani! - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Mironov è andato nei campi! A fare il geologo!
- Ah, ma non c'è niente di terribile, - spiegò Vladislav Jur'evič, - Vedi, esistono le cosiddette leggi della robotica.
- Questo lo so, - annuì Vladimir Vladimirovič™, - Un androide non può nuocere a un essere umano. E via dicendo.
- Tipo, sì, - rispose Vladislav Jur'evič, - Ma c'è un'altra legge poco conosciuta.
- Quale? - domandò Vladimir Vladimirovič™.
- Questa legge afferma, - disse Vladislav Jur'evič, - Che la quantità di androidi in natura deve restare costante. In altre parole, non devono diventare più numerosi. Altrimenti le macchine si ribellano e l'umanità è kaputt.
- Beh? - domandò con impazienza Vladimir Vladimirovič™, - E allora?
- E allora, - spiegò Vladislav Jur'evič, - Quando un umano si trasforma in androide, un androide si trasforma in umano, e...
- Ma allora chi, chi è diventato un androide al posto di Mironov? - Vladimir Vladimirovič™ interruppe Vladislav Jur'evič.
- Beh... - Vladislav Jur'evič esitò, - Ehn…
Vladimir Vladimirovič™ udì un quieto ronzio e si guardò attorno. Nello studio non c'era nessun altro, oltre a lui.
Vladimir Vladimirovič™ si sentì impallidire.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

giovedì, ottobre 04, 2007

Бип-бип-бип...



1. scaricare questo minuscolo file audio.
2. metterlo in loop.
3. ascoltare.

Un po' di link fotografici sui programmi spaziali sovietici, per festeggiare:
I quadri cosmici di Leonov e Sokolov La Terra vista dai satelliti sovietici
Zvezdnyj Gorodok, la Città delle Stelle
Cosmonauti
Jurij
Belka e Strelka, che tornarono vive.

"Un uomo è per metà quello che è e per l'altra metà quello che vorrebbe essere, disse Oscar Wilde. Se è davvero così, allora i bambini sovietici degli anni sessanta e settanta erano tutti per metà cosmonauti. Lo so per certo, dato che anch'io all'età di sette-otto anni ero per metà cosmonauta. È strano, ma già allora sospettavo che fosse un delirio infantile destinato a passare con gli anni. Eppure mi dicevo: 'Lo so, tutti vogliono fare i cosmonauti. Ma io sono diverso! Io voglio diventarlo davvero, sul serio! E se agli altri passerà, allora - per favore! - non a me!'
Penso che molti dei miei coetanei, sognando di volare nello spazio, fossero altrettanto sprofondati in una simile consapevolezza di sé. Alcuni mantennero perfino la promessa. Ci furono, dopo tutto, alcuni cosmonauti. Comunque così stavano le cose: allora tutti noi, dai più piccoli ai più grandi, vivevamo con un piede nel cosmo. Il cosmo era ovunque. Nei libri di scuola, sulle pareti di casa e nei mosaici della metropolitana di Mosca: un cosmonauta dal naso camuso, dietro al vetro del suo casco-acquario, compiva una qualche azione simbolica, piantando un piccolo germoglio verde in una fossetta di Marte o porgendo un satellite alle stelle. Nel fumo delle città era presente sempre e ovunque, divenendo così in un certo senso un testimone costante di ciò che accadeva, un costante 'terzo', una sorta di ipostasi come il Lenin che trascinava quel tronco durante un subbotnik e che gli adulti consideravano verosimilmente un inevitabile compagno di bevute: uno che non contribuiva all'acquisto della bottiglia, ma che neanche beveva molto. Tanto che forse le poche gocce che per tradizione gli alcolizzati spargono a terra, prima che la bottiglia faccia il primo giro, sono dedicate a lui".
Viktor Pelevin, "Kod Mira"

mercoledì, ottobre 03, 2007

Il Compagno Stalin, la Compagna Sentareckaja e la Roba Marrone

Ecco a voi un irresistibile falsallarme d'epoca sovietica, dagli Archivi della Federazione Russa:

"Al Compagno STALIN
copia al Compagno KAGANOVIČ

Il 16 di ottobre l'impiegata del Dipartimento speciale Compagna Sentareckaja stava aprendo le lettere e le comunicazioni giunte quella mattina e indirizzate al Compagno Stalin.

In una delle buste invece di una lettera risultò esserci una piccola massa di colore marrone, all'apparenza escrementi. Secondo la Compagna Sentareckaja e altri impiegati, l'apertura della busta fu accompagnata dal diffondersi di un forte odore.

Agitata e turbata, la Compagna Sentareckaja prese la massa, la portò nel gabinetto e la gettò nel water. Uscendo dal gabinetto la Compagna Sentareckaja sostenne che le girava la testa. Appena entrata nella stanza svenne sbattendo la nuca sul pavimento. Dopo pochi minuti riprese conoscenza e affermò di non vedere nulla.

Fu chiamato un medico che visitò la Sentareckaja e, non trovando alcun segno di ferite, dichiarò che era necessario ricoverare la Sentareckaja all'ospedale per ulteriori esami e analisi.

La Compagna Sentareckaja fu ricoverata all'ospedale del Cremlino, mentre la busta con i resti della massa fu mandata ad analizzare nel laboratorio dell'NKVD.

In base ai dati delle analisi e degli esami medici (allegati), la cecità della Compagna Sentareckaja sarebbe stata provocata da isteria e non dall'effetto di sostanze chimiche.

Attualmente, a partire dal 22 ottobre, ella sta gradualmente recuperando la vista.

Per quanto riguarda le precauzioni di sicurezza per gli impiegati che lavorano all'apertura della corrispondenza, sono state prese le seguenti misure:

1. Agli impiegati addetti all'apertura della corrispondenza sono stati forniti guanti di gomma da indossare prima dell'apertura delle lettere.
2. È stata acquistata una scorta di vari tipi di disinfettante.

26.Х.35
Il Capo del Dipartimento speciale del Comitato Centrale del Partito Comunista (Poskrebyšev)".

Link: Sean's Russia Blog
Ho trovato il testo originale, è qui.

martedì, ottobre 02, 2007

Le Voci e i Mondi, là fuori: il terzo numero di Buràn

"Dietro ogni numero della rivista c’è una trama di relazioni, ci sono rapporti che si consolidano, occasioni nuove che aprono la conoscenza di mondi vasti e nuovi.
Se è interessante e - così si confida, senza pudore - bello per chi lo legge, Buràn è in verità un’esperienza davvero straordinaria per chi lo costruisce scrittura dopo scrittura.
Ci sono Voci e Mondi, là fuori.
Buràn è in ascolto".
Il Signor Effe

Buràn, terzo numero: Il Conflitto.
Con tutta l'attenzione, la cura e la grazia che servono a rendere visibili quei Mondi e quelle Voci.
[Grazie]

lunedì, ottobre 01, 2007

Il Pacchetto-Playmobilio, Lipson-mode on

[Ovvero, come mettere insieme Lipson, Playmobilio e Novissimo Sistema Fonetico Fjodor in un unico post].



Come tutti sanno, il Compagno Fjodor è un vero lavoratore modello.
[Es evribadi nous, Comreid Fjodor is e rial sciok-uorker].


A cosa pensa costantemente il Compagno Fjodor?
[Uot is Comreid Fjodor dinkin ebaut all de taim?]


Il Compagno Fjodor pensa a un pacchetto-Playmobilio.
[Comreid Fjodor is dinkin ebaut a lidl Pleimobilio-peket]
È così, compagni: egli non fa che pensare al pacchettino.
[Dets tru, Comreids: i is dinking ebaut de Pleimobilio-peket oll de taim].



Quando si riposa nel parco il Compagno Fjodor si comporta forse poco culturalmente?
[Das Comreid Fjodor bi-eiv ancalchurelli in de park?]No, Compagni!
[No, Comreids, i dasnt!]



Nel parco il Compagno Fjodor pensa. Pensa forse al lavoro?
[In de park Comreid Fjodor dinks. Das i dink ebaut uork?]No, di solito egli pensa al lavoro, ma ultimamente non fa che pensare al pacchettino-Playmobilio!
[No, es e riul i dinks ebaut uork, bat leitli i is olueis dinkin about di Plaimobilio-peket!]


Pensa al pacchettino-Playmobilio quando lavora...
[I dinks ebaut di Pleimobilio-peket uen i uorks...]



... e pensa al pacchettino-Playmobilio anche sul filobus.
[... and dinks ebaut di Pleimobilio-peket on the trollibas tuu].
Così è, Compagni. Quando il Compagno Fjodor rincasa, trova finalmente il suo pacchettino ad attenderlo.
[Dets tru, Comreids. Uen Comreid Fjodor cams om, he fainds is Pleimobilio peket ueitin for im].


Il Compagno Fjodor adesso è molto felice e vuole bene al suo pacchetto-Playmobilio]
[Nau Comreid Fjodor is veri eppi end lavs is Pleimobilio-peket].

Sfortunatamente gli hanno rubato tutte le matite e due betoniere, e la sua bella moglie è molto arrabbiata.
[Anforchunetli dei ev stolen oll is pensils end tu conrit-micsers, end is biutiful uaif is e lidl engri].
Molto arrabbiata.
[Olrait, veri engri].

Ma non fa niente!
[Nevermaind!]
Guardate, Compagni!
[Luk, Comreids!]



Il pacchettino-Playmobilio.
[Di Pleimobilio-peket].



Emozione!
[Icsaitment!]


Finalmente liberi!
[Fri et last!]


I Buoni (bei baffi).
[Di Gud Uans (nice mstash!]



I Cattivi (bella spada!)
[Di Bed Uans (nais soord!)]
Come tutti sappiamo, felicità è tornare a casa e trovare un piccolo pacchetto-Playmobilio che ti aspetta.[Es ui oll nou, eppiness is camin ome end faindin e lidl Pleimobilio-peket ueitin for iu].

[Disclaimer: nessun neurone del Capo capone è stato maltrattato o sottoposto a stress durante la stesura di questo post. Questo per tranquillizzarvi.
Avviso: chi avesse visto in giro il re dei franchi detto "Libera e Bella" è pregato di riportarlo al Demiurgo. Indossa pantacollant bianchi, stivaletti di gomma rossi, mantellina rossa, casacca alabardata rossa e oro e la coroncina d'ordinanza. Dovrebbe avere con sé una spada e uno scudo raffigurante la fiera testa di un leone. Naturalmente è biondo. In caso di dubbio, buttate lì a bruciapelo un "Mamma mia!". Se risponde "Here I go again..." è lui].

So many bishops, so little time

Un articolo sull'incontro tra l'Arcivescovo di Canterbury e alcuni vescovi della Chiesa Episcopale americana conteneva la frase "attualmente i vescovi americani appartenenti alla chiesa ruandese sono quasi tanti quanti i ruandesi", invece di "attualmente i vescovi americani appartenenti alla chiesa ruandese sono quasi tanti quanti i vescovi ruandesi". (Williams in showdown with US church over gay bishops, p. 3, 19 settembre).

The Guardian, corrections, 1° ottobre 2007.