martedì, dicembre 19, 2006

Lugovoj, Litvinenko, suo fratello cuoco e ancora tanto pesce

[Riassunto delle puntate precedenti: Lugovoj è questo signore qui, una delle società nominate è l'Erinys della quale si parla qui, Litvinenko lo conoscete, su Repubblica oggi c'è pure l'intervista a suo fratello che fa il cuoco in un ristorante di Senigallia specializzato in piatti a base di pesce (grazie, Tamas). C'è più pesce in questa storia di quanto ce ne sarà sulla mia tavola la sera della Vigilia. Qualcuno ha già ossevato che Amleto chiama Polonio 'pescivendolo', pessima allusione alla virtù della povera Ofelia?]

Ecco l'intervista di Izvestija a Andrej Lugovoj. (E poi, con molta calma, vogliamo sapere dalla signora Flora Parda cos'è successo dietro agli Champs-Elysées un po' di anni fa e come fu che ella ne ebbe salva la vita. Sono aperte le scommesse, stavolta si vince il topogatto in cristallo placcato silverplate che fa ciao con la manina).

Domanda: Andrej Konstantinovič, a un certo punto l'hanno considerata addirittura il principale sospetto...
Risposta: Sì, e... Litvinenko in effetti non aveva nemmeno parlato di me. All'inizio aveva dichiarato di essere stato avvelenato, l'11 o il 12 novembre. E non ci fu una sola parola su di me. Io lo chiamai subito e lui mi disse: sai, mi hanno avvelenato. E i giornali allora scrissero che era stato avvelenato da Scaramella. Pensai che fosse tutto molto strano, e gli offrii il mio aiuto. Lui rifiutò ma disse: appena mi riprendo ci vediamo. Ci accordammo di vederci in Spagna un paio di settimane dopo. E poi, quando Litvinenko fu trasferito in rianimazione, pubblicarono il mio nome da qualche parte.

D: Ci racconti dei suoi rapporti con Litvinenko.
R: Ci conoscevamo da circa dieci anni, ma era una conoscenza superficiale: buongiorno, arrivederci. Poi per alcuni anni non ci eravamo visti. Un anno fa mi telefonò inaspettatamente. Probabilmente sapeva che la mia società di sicurezza in Russia andava a gonfie vele. Presi quella telefonata con una certa dose di dubbio. Quando però andai a Londra mi telefonò nuovamente. Fece i nomi di alcune compagnie e mi ci portò. La reputazione, l'autorevolezza e gli interessi imprenditoriali di queste compagnie mi indussero a concludere che la cosa poteva essere molto interessante.

D: Si tratta delle compagnie delle quali si parla in questi giorni?
R: Sì, società molto solide legate al settore della sicurezza. Hanno clienti inglesi e russi interessati a fare affari in Russia. Queste compagnie si occupano di servizi di protezione e guardie del corpo in Russia. Fui ben contento di stringere con loro relazioni d'affari. Mi hanno dimostrato un autentico interesse e hanno condotto con me soddisfacenti transazioni.

D: La visita a queste società è avvenuta il 1° novembre scorso o prima?
R: No, è avvenuta nel mese di dicembre dello scorso anno. Per tutto l'anno siamo rimasti in contatto.

D: E qual era il ruolo di Litvinenko?
R: Era un semplice mediatore. Una volta mi disse: "A me non interessa niente, io ho una percentuale se si arriva a un contratto". Non era previsto che partecipasse alle negoziazioni. In generale faceva tutto questo per denaro.

D: Aveva seri problemi finanziari?
R: Mi disse che l'estate scorsa la sua retribuzione era diminuita di ben tre volte. Accennò perfino a una somma: 1500 sterline. In Inghilterra, dove un custode ne prende più di 2000. Posso dire con certezza che il problema del denaro lo preoccupava straordinariamente, era per lui fondamentale.

D: Le sue transazioni con queste società prevedevano la partecipazione di Berezovskij?
R: No. Con Berezovskij non ho avuto rapporti di lavoro per cinque anni di fila. I contatti erano molto rari e non avevano carattere professionale. E per quanto riguarda Litvinenko, stavo per pagarlo e dirgli "arrivederci e grazie".

D: Ricordiamo comunque quel 1° novembre. Che aspetto aveva Litvinenko, come stava?
R: Di questo non posso proprio parlare.

D: Lei è stato interrogato alla presenza degli investigatori britannici. Dalle domande, si è fatto l'idea che abbiano in mente un'ipotesi precisa?
R: Non lo so, posso dirle che le loro domande non mi hanno stupito in alcun modo.

D: E lei ha un'ipotesi? Tra gli amici di Litvinenko a Londra, per esempio, c'è qualcuno che pensa che ci sia un collegamento con la Spagna. Pare che si fosse messo in contatto con la polizia spagnola per questioni riguardanti la mafia russa.
R: Non posso parlarne, ho già detto tutto agli investigatori. Però non posso nemmeno smentire queste voci. Però non sono sicuro che si sia messo in contatto con la polizia.

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