martedì, dicembre 21, 2010

Forse un oltraggio

Lasciamo troppe cose messe in movimento e la loro inerzia così debole ci sopravvive: le parole che ci sostituiscono e che talvolta qualcuno ricorda o trasmette, non sempre confessandone la provenienza; le lettere levigate e le fotografie incurvate e le note lasciate su una carta gialla a colei che va a dormire sola dopo gli abbracci desti, perché ce ne andiamo di notte come miserabili di passaggio; gli oggetti e i mobili che sono stati al nostro servizio e con i quali siamo stati in contatto – una sedia rotta, una penna, una scena indiana, un soldatino di piombo, un pettine –, i libri che abbiamo scritto ma anche quelli che abbiamo soltanto comprato e che una volta abbiamo letto o che sono rimasti rinchiusi fino alla fine nel loro scaffale e proseguiranno rassegnati in un altro posto la loro vita di attesa in attesa di altri occhi più avidi o tranquilli; i vestiti che rimarranno appesi tra la naftalina perché forse qualcuno addolorato si impegnerà a conservarli – anche se non so se c'è la naftalina, le stoffe scolorando e illanguidendo e senz'aria, dimenticando ogni giorno di più le forme che davano loro un senso, e l'odore di quei volumi –; le canzoni che si continueranno a cantare quando noi non le canteremo né le canticchieremo né le ascolteremo, le strade che ci accolgono come se fossero interminabili corridoi e dimore che non badano ai loro inquilini effimeri e commutabili; i passi che non si possono riprodurre e non lasciano traccia sull'asfalto e sulla terra si cancellano, o no, quei passi non rimangono ma vengono via con noi o anche prima, con la loro innocuità o con il loro veleno; e le medicine, la nostra grafia frettolosa, le foto amate che teniamo in vista e che non ci guardano più, il cuscino e la nostra giacca appoggiata su una spalliera; un casco coloniale venuto da Tunisi negli anni Trenta a bordo della nave Ciudad de Cádiz ed è di mio padre e ancora conserva il soggolo, e quel servitore indù di legno dipinto che ho appena portato a casa con una certa esitazione, a sua volta durerà più di me quella figura, probabilmente. E le narrazioni che abbiamo inventate, di cui si approprieranno gli altri, o parleranno della nostra passata esperienza perduta e mai conosciuta facendoci così diventare fittizi. Persino i nostri gesti li continuerà a fare qualcuno che li ha ereditati o li ha visti e senza volere è stato mimetico o li ripete di proposito per invocarci e creare una curiosa illusione di momentanea vita vicaria nostra; e forse si conserverà isolato in un'altra persona qualcuno dei nostri tratti che avremo trasmesso involontariamente, con civetteria o come maledizione incosciente, perché i tratti portano a volte la buona ventura o disgrazie, gli occhi orientaleggianti e le labbra come se fossero dipinte – «bocca a pizzo, bocca a pizzo» –; o il mento quasi separato, le mani larghe e nella sinistra una sigaretta, non lascerò nessun tratto a nessuno. Perdiamo tutto perché tutto rimane, tranne noi. Per questo ogni forma di posterità forse è un oltraggio, e magari lo è anche allora ogni ricordo.

Javier Marías, Nera schiena del tempo, Torino, Einaudi, 2000. Traduzione di Glauco Felici.

sabato, dicembre 18, 2010

Un seme di cumino

Il gusto della vita
di Sergej Kruglov

Il gusto della vita è un seme di cumino sotto la lingua,
stilla di gusto
che scivola giù,
ricordo di un'altra
superstizione: non voltarti!
guarda me:
sono malato ma non muoio,
muoio ma non di malattia,
perché qualcosa mi ha spezzato
come un guscio, mio ermafrodita-agrume,
mi ha distrutto il corpo
e ha trovato libertà e luce,
perché non me ne dolgo
e perché
vita e morte quello sono
un seme di cumino
sotto la lingua.

Originale: Вкус к жизни; зернышко тмина под языком.

Traduzione: Manuela Vittorelli.


[Grazie a Sten per la cotognata.]

martedì, dicembre 14, 2010

Potranno tornare perché vittimi (We Read Spazio Azzurro So You Don't Have To)

E ancora una volta il nostro presidente ce la fatta!!!!menomale che silvio ce!!!

Sono divenuto cattolico e credente grazie a Silvio...la più grande resurrezione della storia...

anche io e mio marito volevamo firmare prò BERLUSCONI ma non abbiamo trovato il gazebo a LARIANO (RM)

Evvivaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Premier, sono strafelice di essere governata da un PREMIER come Lei!!!!!!!!!!!!!Complimenti! Azzurrisiima sempre!!!!!!!!!!!!!!!

FIDUCIA A SILVIO BERLUSCONI! Avanti così Presidente. E tu FINI dimettiti e ritariti dalla politica. Sei finito e sei anche un irresponsabile.

Presidè,sicuramente molti di FLI potranno tornare,perchè vittimi,ma i traditori dovranno restare perennemente in esilio.Viva il nostrto presidente.Viva il PDL

HO SCRITTO A FINI DI DIMETTERSI, MI E' STATO RISPOSTO CHE IL MIO LINK NON VENIVA PRESO IN CONSIDERAZIONE PERCHE' GIA' INVIATO . IMPOSSIBILE ERA LA PRIMA VOLTA

garzie 1000 SILAVIO anzi un milione di grazie, continuare così.

Silvio, ora portaci per favore verso un'Italia migliore.

lunedì, dicembre 13, 2010

Una pletora! (We Read Spazio Azzurro So You Don't Have To)

Fame
HANNO PERSO LA FACCIA E LA TESTA, NON CONNETTONO PIU' FANNO DEI DISCORSI E IL GIORNO DOPO SE LI RIMANGIANO: HANNO SOLO FAME DI POLTRONE E VISIBILITA' E' STRAZIANTE.

Faccia
Ho notato che da quando si sentono traditori hanno perso la faccia che si trovavano e preso la faccia grigia dei comunisti, sempre seri e non sorridono più. CHE MISERI

Senza ns. aut.ne
AL TRADITORE E GIUDA FINI,IMPOSSESSATO SENZA NS. AUT.NE DEI NS. VOTI E GIRATI CON COMUNISTI CONTRO GOVERNO BERLUSCONI,MANIGOLDO RESTITUIRàI I NS. VOTI CON GLI INTERESSI!!!!!!!!!!

Subito
VOGLIAMO LE ELEZIONI SUBITO , PER MANDAR VIA FINI , BOCCHINO , E TUTTA LA PLETORA DI SCALDASEDIE CHE LI AVCOMPAGNANO

sabato, dicembre 11, 2010

In questi tempi avere (Mettiamo Spazio Azzurro in Versi So You Don't Have To)

in questi tempi avere
un governo meglio d'ellatuale
è impossibile pertanto
auguriamoci che possa continuare
per il bene dei cittadini
italiani
non per uno ma per
tutt



[Grazie a Sten per "Resident Freedom".]

venerdì, dicembre 10, 2010

Solo

"A quel punto il premier ha ordinato: 'Seduto!'
A onore dei giornalisti va detto che tra tutti i presenti si è seduto solo il cane Buffy".

Andrej Kolesnikov, Kommersant'.

VVP e la lettera del bambino australiano

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio e leggeva su Twitter la conversazione del deputato della Duma Alelsandr Evseevič Chinštein con se stesso. A un tratto le imponenti porte dello studio si spalancarono e fece il suo ingresso un corriere militare.
– Posta! – disse il corriere, porgendo a Vladimir Vladimirovič™ un vassoio d'argento con su incise le aquile a due teste.
Sul vassoio c'era una busta azzurra.
Vladimir Vladimirovič™ prese la busta e fece un brusco cenno con il capo.
Il corriere uscì.
Vladimir Vladimirovič™ strappò la busta, estrasse una lettera, la spiegò.
– Vi prego di leggere questa lettera – lesse Vladimir Vladimirovič™. – Questa lettera è apparsa qualche anno fa a Londra. Da allora ha fatto cinque volte il giro completo del mondo. È stata scritta da un bambino australiano, Julian, che ha deciso di donare la felicità a tutti.
Vladimir Vladimirovič™ sospirò.
– Per ottenere la felicità – continuò a leggere Vladimir Vladimirovič™ – Dovete subito spedire cinque bei telegrammi diplomatici.
Vladimir Vladimirovič™ fece un altro sospiro. Era sul punto di gettar via la lettera quando lesse la frase successiva.
– Vi prego, non cestinate questa lettera! – recitava la frase successiva. – Perché questa è una storia vera. Michael Jackson non ha spedito i telegrammi ed è morto. Mark Zuckerberg li ha spediti a tutti su Facebook e ha fatto un miliardo di dollari.
Vladimir Vladimirovič™ interruppe la lettura e gettò uno sguardo malinconico alla finestra. Fuori era grigio e umido.
– Se spedirete subito cinque bei telegrammi diplomatici – riprese a leggere Vladimir Vladimirovič™. – Tra un anno riceverete duecentocinquantamila bei telegrammi diplomatici. E se manderete una lettera alla vostra metà tra due anni sarete felici.
– Ma no – borbottò Vladimir Vladimirovič™. - Non può essere così semplice.
Vladimir Vladimirovič™ prese la busta che conteneva la lettera e lesse l'indirizzo del mittente. C'era scritto: "Mosca. Cremlino. Presidente della Federazione Russa".
Vladimir Vladimirovič™ posò lentamente la busta sulla scrivania e chiuse gli occhi.
Fuori nevicava.
Vladimir Vladimirovič™ aprì gli occhi. Erano più freddi della neve.
Vladimir Vladimirovič™ aprì una scatola e prese un foglio di carta.
Vladimir Vladimirovič™ sfilò la penna dal taschino della giacca.
– Purtroppo sono costretto a dire ciò che per tanto tempo non ho avuto il coraggio di confessare neanche a me stesso – scrisse Vladimir Vladimirovič™. – Penso di essere gravemente malato. Ogni quattro anni ho dei forti attacchi, in seguito ai quali non ricordo niente e non so quello che faccio.
Vladimir Vladimirovič™ rilesse quello che aveva scritto, ne fu soddisfatto e proseguì.
– Ne sono inorridito – scrisse Vladimir Vladimirovič™. – E solo ora comprendo che devo assolutamente curarmi. Voglio personalmente e pubblicamente chiedere scusa a tutti i cittadini russi e ai paesi amici. Sono desolato per l'accaduto. Comprendo che in una situazione simile non parrà così rilevante, ma per me è un primo passo verso la guarigione.
Vladimir Vladimirovič™ rifletté per qualche istante.
– Vi assicuro che non sto bene – proseguì Vladimir Vladimirovič™. – Chiedo scusa a tutti coloro che ho contrariato con questa condotta inadeguata. Non so come mi sia possibile continuare a vivere.
Vladimir Vladimirovič™ rilesse tutto dall'inizio alla fine.
E poi aggiunse in lettere maiusole:
NON MI RICORDO PERCHÉ L'HO FATTO PRESIDENTE.

Link: Владимир Владимирович™

giovedì, dicembre 09, 2010

Altrimenti


Vladimir Putin pensa tre numeri a due cifre: a, b e c. Dmitrij Medvedev deve nominargli tre numeri: X, Y, Z, dopo di che Putin gli comunica la somma aX + bY + cZ. Medvedev deve indovinare i numeri pensati da Putin, altrimenti verrà cacciato dalla presidenza. Come lo salvi?

(Problema di matematica per alunni dell'ottava classe dal sito Matematika dlja vsech.)

Hudson aveva un problema (Falso Allarme per Amazon e Corriere Espresso)

Hudson -- Un residente di Sullivan Road ha chiamato la polizia per riferire di un "pacco sospetto" lasciato sulla sua soglia il 2 novembre alle 15:20.

Secondo il rapporto, il residente ha dichiarato di aver visto uno sconosciuto depositare il pacco e ha chiamato la polizia.

L'agente di polizia ha dichiarato di essersi accorto che il pacco era chiaramente etichettato con il logo di Amazon.com e ha chiesto all'uomo se di recente avesse ordinato qualcosa sul sito della compagnia.

L'uomo ha risposto: "Be', sì".

L'agente ha comunicato al residente che il suo ordine era stato recapitato. A quel punto il residente ha detto che si sentiva abbastanza tranquillo da aprire il pacco. Secondo il rapporto, l'agente ha quindi lasciato la scena.

Link

mercoledì, dicembre 08, 2010

Qualità

Un necrologio per John Bulloch, corrispondente dall'estero dell'Independent and Daily Telegraph, suggeriva che tra le sue qualità vi fosse anche uno "sguardo di obelisco". Era certo fisicamente un uomo alto, ma quello cui ricorreva quando "si trovava ad affrontare blocchi stradali, guerriglieri ostinati o giovani giornalisti ingenui" era piuttosto uno sguardo di basilisco. (Obituary, 6 December, p. 34).

The Guardian, corrections.
Link

martedì, dicembre 07, 2010

VVP e la modernizzazione

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin e il Presidente della Federazione Russa Dmitrij Anatol'evič Medvedev sedevano nello studio presidenziale davanti al solito tavolo decorato con aquile a due teste.
Sul tavolo c'erano: una caraffa di cristallo piena di whisky "Jim Beam", una caraffa appannata piena di "Coca-Cola light" preparata secondo la speciale ricetta dello chef presidenziale, due grossi hamburger con tartufi e carne di renna e una grande brocca di platino piena di cubetti di ghiaccio a forma di testa del presidente georgiano Michail Nikolaevič Saakašvili.
– Non capisco – disse Vladimir Vladimirovič™, indicando con lo sguardo il tavolo. – Come fai a bere questa schifezza?
– Modernizzazione – rispose Dmitrij Anatol'evič servendo a entrambi un dito di whisky, tre dita di Coca-Cola e buttando in ciascun bicchiere due teste di Saakašvili che cominciarono subito a sciogliersi.
– Capisci – disse il Presidente sollevando il suo bicchiere – Da noi si beve vodka tutta la vita e non va mai, mai bene niente! Son caduti perfino i satelliti. Invece gli americani bevono whisky e a loro va tutto bene!
– E coltivano il mais, loro – disse Vladimir Vladimirovič™, annusando sospettoso il suo bicchiere – Bella pensata, questa di Mišiko. Simpatico.
I due uomini ammirarono per un po' le teste di Saakašvili che si scioglievano nella bevanda.
– Be' – disse Vladimir Vladimirovič™ – Ai mondiali di calcio!
E bevve.
– Che schifo! – tossì Vladimir Vladimirovič – Ma è disgustoso!
– Bourbon – disse con rispetto Dmitrij Anato'evič, – Come appena uscito dalla pannocchia.
– Che schifo – ripeté Vladimir Vladimirovič™ addentando l'hamburger – Invece il panino non è male. Anche se non è caviale, certo, non è caviale...
– Oh, ma quel Mutko! – disse il Presidente addentando a sua volta l'hamburger – Let mi, dice, spik from mai hart.
– Fo FIFA – aggiunse Vladimir Vladimirovič™ scoppiando a ridere.
– Sì... Fo FIFA! – gli fece eco Dmitrij Anatol'evič ridendo – Mica male quella FIFA, aha, cinquanta miliardi.
Vladimir Vladimirovič™ prese dalla brocca di platino una testa di Michail Nikolaevič e la posò sul palmo della mano.
– Ci risiamo, adesso ci tocca dividere questi miliardi... – borbottò Vladimir Vladimirovič™, osservando più da vicino il palmo.
La testa di Saakašvili si squagliava lentamente in una pozza d'acqua limpida, acqua proveniente dalla torre idrica del Cremlino recentemente riaperta.
– Dai, dividiamo – disse prontamente il Presidente, estraendo da una tasca interna della giacca un oggetto piccolo e piatto.
– Cos'è 'sta roba? – domandò Vladimir Vladimirovič™ – Una calcolatrice?
– È l'Ipad Apple – rispose il Presidente – Me l'ha regalato Steve Jobs. Ho semplicemente fatto mettere un rivestimento di platino.
– E a che serve? – Vladimir Vladimirovič™ non capiva – Pensavo che avessimo bisogno di una calcolatrice.
– Età della pietra – rispose Dmitrij Anatol'evič – Qua dentro c'è anche la calcolatrice!
Vladimir Vladimirovič™ sospirò, gettò nel bicchiere quel che restava della testa di Saakašvili, prese la caraffa e si versò del whisky.
– Non ho capito – brontolò il Presidente, rigirando tra le mani il suo Ipad, - E dove sta la calcolatrice? Non esiste che non ci sia la calcolatrice!
Vladimir Vladimirovič™ guardava Dmitrij Anatol'evič con un sorriso di lieve compassione.
– E va bene! – disse il Presidente, versandosi da bere – Niente calcolatrice, e però c'è Twitter!
– E cos'è? – Vladimir Vladimirovič™ ancora una volta non capiva.
– È questo posto dove puoi scrivere – spiegò Dmitrij Anatol'evič – Tutto quello che ti pare. Vai lì e scrivi.
– Cosa? – si stupì Vladimir Vladimirovič™ – Vai lì su 'sto coso e scrivi? Ma tu sei presidente!
– E che? Un presidente non è forse un uomo? - esclamò Dmitrij Anatol'evič arrossendo leggermente.
– Insomma – borbottò Vladimir Vladimirovič™, guardando i cubetti di ghiaccio, – Dipende dal presidente.
Dmitrij Anatol'evič gli lanciò uno sguardo offeso.
– E va bene, va bene – disse Vladimir Vladimirovič™ – Fammi vedere quello che scrivi lì dentro.
Dmitrij Anatol'evič si rasserenò e passò l'Ipad a Vladimir Vladimirovič™.
– Certo che se avevamo della vodka con i funghetti e il pane casereccio era più piacevole, - disse Vladimir Vladimirovič™ guardando il display – Ma insomma...
Dmitrij Anatol'evič riempì i bicchieri.
– "Ho incontrato i giornalisti, – lesse Vladimir Vladimirovič™ – per un colloquio franco e tagliente. Mi hanno chiesto chi potrebbe essere presidente nel 2012. Gliel'ho detto."
Vladimir Vladimirovič™ alzò lentamente lo sguardo su Dmitrij Anatol'evič. Dmitrij Anatol'evič rimase immobile con la caraffa in mano.
– Cosa... – disse il Presidente senza capire.
– Be' – disse piano Vladimir Vladimirovič™, guardando Dmitrij Anatol'evič negli occhi – Adesso dillo a me.
Il Presidente impallidì.

Link: Владимир Владимирович™

lunedì, dicembre 06, 2010

Fini i soldi non se li lavora (WRSASYDHT)

fini ha la barca ed egli non è in grado a remare così va contro vento e contro il popolo italiano speriamo che perde fra le onde da lui provocati

LO SPILUNGONE FINI NELLLA SUA VITA NON HA MAI LAVORATO, NON SA COSA SIGNIFICA VERAMENTE LAVORARE.I SOLDI LUI NON SE LI LAVORA MA LI RUBBA. TRADITORE E INVERTEBRATO SCE

venerdì, dicembre 03, 2010

Eh (Leemos Spazio Azzurro, So You Don't Have To)

esto govierno berluscode es pieno de cojones, leccaculos nonque putanas! Eh una vergogna quelo che sta sucedendo!!!

martedì, novembre 30, 2010

Mentine dagli sconosciuti (Leggiamo Spazio Azzurro Per Voi, Perdonateci)

Suspense!
Purtroppo stamane è successo un fatto secondo me gravissimo, e dato che non so a chi rivolgermi, scrivo a lei. Questa mattina mi sono recato all'università come ogni

Bologna
caro silvio,innanzi tutto i miei complimenti per tutto cio'che hai fatto,stai facendo e spero potrai continuare a fare per tutti noi. io sono di bologna e come sapra

Bisogna
bisogna imitare la svizzera per gli stranieri. immediuata espulsione. Popolo integgerrimo e nazionalista. Si guarda i fstti suoi. bisogna imitarli.

Love is
come si chiamano coloro che sono contrari ad ogni riforma e remano sempre contro? disfattisti paurosi baroni ...l'amore è cambiamento continuo senza interessi persona

Dietro
Ha ragione Silvio, pagano le ragazze per mentine. C'è la sinistra dietro queste notizie. Silvio siamo con te sempre

lunedì, novembre 29, 2010

I politici remano contrari (We Read Spazio Azzurro Because You Don't)

Due
ho appoggio il 99% delle decisioni che ha preso il governo,ma due proprio non mi vanno giù.La pensione a califano e la proposta per gli animali nei luoghi pubblici. NO

Ingopetenti
meglio alle urne che associarsi a politici incapaci o partiti ingopetenti di governare meglio da solo ilvero PDL

Tutto
il mondo politico è tutto in agitazione per tutti le notizie inutili che circolo in rete i politici al posto di essere uniti per il proprio paese remano contrari verg

Gomblotto
Il mio testo precedente è stato individuato come quello di un non simpatizzante e pertanto ad un certo punto, non ho più potuto continuare a scrivere!! Bella democraz

Stanieri
GLI SVIZZERI SI SON FATTI FURBI.DOPO IL NO AI MUNARETI,ORA ESPELLONO TUTTI I STANIERI DELIMQUENTI.BRAVI BRAVI BRAVI.ANCHE NOI VOGLIAMO

VVP e il Capitano Ovvietà

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin si trovava nella sua residenza suburbana di Novo-Ogarevo e seguiva sul canale di Stato il discorso di ringraziamento del famosissimo giornalista televisivo Leonid Gennad'evič Parfenov durante la cerimonia di assegnazione del Premio List'ev.
– I temi giornalistici, e con essi tutta nostra la vita, si giudicano ormai in base ai passaggi in TV – Leonid Gennad'evič leggeva dal suo foglietto, – Il giornalista di un canale televisivo federale non deve più ubbidire ai fatti e alle notizie, ma ai capi del suo capo.
Vladimir Vladimirovič™ annuì energicamente, sfilò dalla tasca il telefono portatile presidenziale con l'aquila a due teste al posto della tastiera e premette il pulsante di chiamata dell'addetta stampa del Presidente Natal'ja Aleksandrovna Timakova.
– Sorellina – esordì affabile Vladimir Vladimirovič™, – Ascolta, ma chi è che scrive questi bei discorsi, adesso? Ho sentito che ha parlato anche Dima, ce l'aveva con la stagnazione della democrazia che c'è da noialtri, robe così. E adesso c'è Parfenov, lui dice che la stagnazione ce l'abbiamo anche nel giornalismo, ce l'abbiamo.
– È un nuovo assistente – rispose Natal'ja Aleksandrovna, - L'hanno mandato... dall'FSB.
– Dall'FSB? – si meravigliò Vladimir Vladimirovič™, - E con che grado?
– Capitano – rispose Natal'ja Aleksandrovna, – Ha un cognome ben strano... un momento... Ah, sì: Ovvietà. Capitano Ovvietà.
– Ovvietà? – ripeté Vladimir Vladimirovič™, - Cognome niente male. Ma pensa, solo capitano e già così sicuro di sé. Senti, ma. Non potrebbe scrivere qualcosa anche per me?
– E perché? – Natal'ja Aleksandrovna non capiva.
– Mah, così... – borbottò perplesso Vladimir Vladimirovič™, – Dima ha parlato, tutti dicono che sta per iniziare una nuova fase. Parfenov ha parlato, tutti dicono che ha compiuto un gesto civile. E io?
– Be'... – si impappinò Natal'ja Aleksandrovna, – Allora bisogna concordare i punti principali. Cos'è che vorrebbe dichiarare?
– Si potrebbe dire qualcosa delle elezioni presidenziali – propose Vladimir Vladimirovič™, – Ma meglio ancora del gas! Di là in Europa hanno ricominciato a complottare...
– Allora potrebbe essere una cosa del genere – disse dopo una breve pausa Natal'ja Aleksandrovna, – Cari amici. L'inverno è alle porte. Cadrà la neve. Ed è finalmente giunto il momento di dirlo con franchezza. L'inverno è freddo e bisogna scaldarsi. E per scaldarsi serve il gas.
– Ecco ecco ecco! – esclamò Vladimir Vladimirovič™ – Perfetto! È quel che ci vuole! Dai, mandalo a coso, lì, al capitano! Che mi scriva il discorso!
E Vladimir Vladimirovič™ chiuse la chiamata.

Link: Владимир Владимирович™

sabato, novembre 27, 2010

Un poco m'aiutare (WRSASYDHT)

Di gran lunga
condivido di gran lunga,la politica estera degli stati uniti d'america.

Ricambio
Silvio. Resta saldo al timone non voltarti a guardare il marciume o ascoltare le cattiverie di chi sa fare solo ammuina. Certo della tua comprensione ricambio grazie

Dove
Giuliano Ferrara dove sei!!!!!!!!!!!!!!!!

Tantissimi
Potete dire alla Branbilla di cucirsi la bocca, perchè quado torniamo a votare tantissimi cacciatori non vi renderanno il voto.

Avanti
Cara Gelmini vai avanti con le tue idee,non farti infinochiare da Bersani,asino,e somaro muore,i studenti in gamba non anno voglia di manifestare,solo i cialtroni.

Adoro
avrei voluto venire 4 12 per sostegno mio sogno SILVIO che io adoro,purtroppo cosa di soldi,non posso,io dare a SILVIO si lui posso un poco m'aiutare,bacio,sophie