martedì, febbraio 05, 2008

I candidati alle presidenziali USA, l'anima di Putin e l'Unione Sovietica

Oggi Siberian Light pubblica una fedele e divertente sintesi delle idee sulla Russia dei candidati superstiti alle elezioni presidenziali americane. Avvertimento d'obbligo: si tratta di un sito sulla Russia autorevole e informato, non filo-cremliniano né particolarmente tenero nei confronti di Putin.
Traduco integralmente.

"Sapete, la Russia non è l'unico posto in cui si terranno delle elezioni presidenziali nel 2008. I più acuti tra di voi si saranno accorti che attualmente in America è in corso una piccola competizione.

Oggi negli Stati Uniti è Super Tuesday e dunque, per assicurarmi che tutte le elezioni vengano trattate in modo equo, pensavo di dare un'occhiata a quello che i candidati alle presidenziali rimasti in corsa hanno da dire sulla Russia e sul nostro eroe Vladimir Putin, l'uomo forte che tutti sperano di poter un giorno emulare...

Cominciamo con i candidati repubblicani. Va detto che alcuni di loro hanno idee ben strane.

Il primo della lista è Mitt Romney, un vero esperto in rigurgiti verbali. Prendete per esempio la sua reazione alla notizia che Time Magazine aveva eletto Putin Persona dell'Anno:

'Oh, state scherzando. È disgustoso. Sono assolutamente... voglio dire, state... voglio dire, non ho visto Time. Dite sul serio?'

Ma è riuscito a recuperare quel tanto di compostezza da spiegare il perché di tanto disgusto:

'Beh, sapete, ha incarcerato i suoi oppositori politici. Ci sono stati molti omicidi sospetti. Ha soffocato il dissenso e la libera stampa. E suggerire che uno così sia l'uomo dell'anno è disgustoso. Sono atterrito'.

Almeno lui è preoccupato. Ron Paul, l'outsider ostinato, più che alla politica sembrava interessato a dimostrare la sua indipendenza dal pensiero mainstream quando è stato l'unico a votare contro una risoluzione del 2007 che osservava...

'l'inquietante schema di omicidi di molti giornalisti indipendenti in Russia a partire dal 2000, sollecitando il presidente russo Vladimir Putin ad autorizzare la collaborazione con gli inquirenti stranieri nella soluzione di questi omicidi'.

All'infuori di Ron Paul, la linea del Partito Repubblicano sembra dunque essere 'non amiamo Putin'. Mick Huckabee non fa eccezione. Quando gli è stato chiesto un parere sulla famigerata foto di Putin a pesca a petto nudo, Huckabee ha confessato il suo amore per un altro torace:

'Sono impressionato dal fatto che possa uscire e andare a pescare, ma quella foto a petto nudo non mi fa nessun effetto. Be', se fosse una foto di Scarlett Johansson sarebbe un'altra storia'.

Lo sarebbe eccome.

Il premio per i repubblicani, però, va al vecchio John McCain, che ha fatto tesoro della propria lunga esperienza per guardare nella profondità degli occhi di Putin e vedere qualcosa di più della sua anima:

'Conosco il signor Putin. L'ho guardato negli occhi e ci ho visto tre lettere: KGB'.

McCain non si limita però alle battute, ma è capace di resistere all'isterismo e di offirci delle analisi ponderate:

'Putin ci creerà un sacco di difficoltà... Non credo che ci sarà un ritorno alla guerra fredda, non hanno la popolazione... niente che possa riportarli a quel genere di potenza militare a cui erano abituati, neanche a colpi di petrodollari... ma stanno cercando di riaffermare l'impero russo... e per noi saranno una spina nel fianco'.

Mentre sto scrivendo ci sono solo due candidati democratici ancora in corsa: Hillary Clinton e Barack Obama.

Hillary, com'era prevedibile, ricorre a una battuta stantia:

'Questo è il presidente che ha guardato nell'anima di Putin. Io avrei potuto digli che era un agente del KGB e che per definizione non possiede un'anima. Voglio dire, è tempo sprecato, è una sciocchezza'.

Dov'è che l'abbiamo già sentito dire?

Clinton sembra avere ormai rinunciato anche all'idea di promuovere la democrazia in Russia:

'Mi interessa soprattutto quello che la Russia fa al di fuori dei suoi confini. Non credo, come presidente degli Stati Uniti, di poter agitare la mano e dire ai russi che dovrebbero avere un governo diverso'.

Almeno Barack Obama trova il tempo per parlare di politica, anche se in modo un po' ottuso e riuscendo a contraddirsi leggermente:

'Non perseguiremo il disarmo unilaterale. Finché esisteranno le armi nucleari, conserveremo un forte deterrente nucleare. Ma sul lungo cammino verso l'eliminazione delle armi nucleari manterremo i nostri impegni nel rispetto del Trattato di Non Proliferazione Nucleare. Collaboreremo con la Russia per togliere dallo stato di allerta i missili balistici americani e russi e per ridurre sensibilmente le scorte di armamenti e materiali nucleari. Cominceremo col perseguire una messa al bando globale della produzione di materiale fissile per la costruzione di armi. E ci proporremo di estendere il bando russo-americano sui missili a medio raggio così da rendere globale l'accordo'.

Eccoli qui, dunque. Adesso avete gli strumenti per decidere quale candidato rappresenti meglio le vostre idee sulla Russia.

Ma prima voglio ricordarvi rapidamente perché questi sei candidati sono rimasti in corsa. Perché non sono stupidi come Bill Richardson:

'Se verrò eletto presidente... cercherò di negoziare immediatamente con l'Unione Sovietica'.

E ora, al voto".


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lunedì, febbraio 04, 2008

Putin, Medvedev e l'aforisma

Andrej Kolesnikov del Kommersant' a proposito della visita di Putin e Medvedev ai cadetti dell'accademia militare di Rostov sul Don:

"Poi Vladimir Vladimirovič e Dmitrij Medvedev sono passati nell'aula computer. Il presidente è stato fatto accomodare accanto a un ragazzino sui dieci-dodici anni, che Putin ha subito afferrato per una spalla. Tanto che il braccio destro del ragazzino sembrava paralizzato, rendendogli praticamente impossibile utilizzare il mouse.
Il computer era aperto su un'home page intitolata 'Come non annegare nel mare dell'informazione'. Vladimir Putin ha letto, si è guardato attorno e ha lanciato l'SOS:

- Dov'è il nostro Dmitrij Anatol'evič
?

Senza di lui, a quanto pare, Vladimir Putin rischiava di andare a fondo. Per la prima volta mi è sembrato che il presidente della Russia dipendesse tanto dal candidato alla presidenza (pensare che fino a poco tempo fa era l'esatto contrario).

Dmitrij Medvedev non si è fatto attendere.
- Che motore di ricerca usate? - ha chiesto senza indugio.

Sia al cadetto, sia a Vladimir Putin doveva essere subito chiaro che Dmitrij Medvedev e i computer si danno del tu.

- E ce l'avete un sito? - ha domandato Dmitrij Medvedev.

- Sì, - ha annuito il ragazzino, con l'aria di un condannato a morte.

- E lo possiamo vedere? - ha proposto il signor Medvedev.

Capiva, evidentemente, che se un sito esiste bisogna entrarci.

Sul sito c'erano un po' di fotografie che Dmitrij Medvedev era deciso a ingrandire seduta stante. Era infatti inflessibile nella determinazione di dimostrare le possibilità illimitate di internet, e anche le proprie.

Ma le immagini neanche si aprivano. Il ragazzino cliccava e cliccava instancabilmente. Vladimir Putin lo stringeva ancora di più nella sua morsa implacabile, ma non c'era verso.

- Lì c'è la parola 'ovunque', forse bisogna cliccare lì per aprire, - ho pensato io a voce alta.

- Ma sì, ma sì, - si è animato Vladimir Putin. - Bisogna schiacciare lì, vedrete che si apre subito.

- Chiaro, è così che si risolve di solito, - ho detto io.

- Ma certo, - ha assentito il presidente, offrendo al mondo il suo nuovo aforisma: - Finché non si schiaccia non funziona niente.

E anche lì i due hanno dimostrato di essere diversi: uno disposto ad aspettare che qualcosa si cliccasse da sé, e l'altro che voleva a tutti i costi schiacciare".

Link

Foto:
© AFP/Scanpix


venerdì, febbraio 01, 2008

Perché qui c'è Osama

Una nuova tattica per combattere il crimine a Bogotà: pattugliare le strade vestito da bin Laden.
"Faccio la guardia a bar, negozi e soprattutto ristoranti. La gente può venire qui a divertirsi e sa che non è un posto pericoloso perché qui c'è Osama".
Funziona.
Interessante. Chissà se si occupa anche di recupero crediti.

Link al video.


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Make up:
Fake is Fake Mat Foundation, But Real is Fake Too Pressed Powder for Dry Skins, Pink-O-Sama Roll-on Blush, Arabian Nights Long&Curly Mascara, Have We Ever Met Somewhere Evoluscious Lip Plumper, No, Nowhere Body Essence, AlQaedora Translucent Body Cream.



giovedì, gennaio 31, 2008

L'anima del lottatore di sambo

Поцелуй не для прессы-Poceluj ne dlja pressy, "un film sulla politica, la vita e l'amore".
L'eroina è una giovane e bella hostess. Un giorno a Leningrado conosce un giovanotto e se ne innamora. Lui pratica il sambo (wink wink), parla bene il tedesco (wink wink wink) ed è avviato a una rapida carriera politica, tanto che negli anni Novanta diventa vicesindaco della città.
"
Per la prima volta avremo la possibilità di guardare alla vita di un politico da un altro punto di vista. Non solo colui che vediamo nei telegiornali, sui giornali e nelle occasioni ufficiali, ma un capofamiglia, un marito, un figlio e un padre. Soprattutto una persona. Com'è in famiglia, nella vita di tutti i giorni? Cosa c'è nella sua anima? In quel cuore c'è ancora posto per l'amore?" Tante prove attendono la coppia: quella più grande è rappresentanta dalle elezioni...

Eppure tutto questo mi ricorda qualcuno. Soprattutto la parte sull'anima.

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mercoledì, gennaio 30, 2008

VVP e i dibattiti

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin telefonò al primo vice primo ministro Dmitrij Anatol'evič Medvedev.
- Ascolta, bratello, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Cos'è che stai facendo?
- Ma così, - rispose Dmitrij Anatol'evič, - Mi preparo ai dibattiti televisivi con i miei avversari.
- Cosa? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva, - Ma quali dibattiti? Mi hai visto una sola volta partecipare a un dibattito con qualcuno, eh?
- No, - rispose francamente Dmitrij Anatol'evič.
- Ah, ecco, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Scordateli, i dibattiti. Ne hai, di cose da fare!
- Però non capisco, - borbottò Dmitrij Anatol'evič, - Perché non dibattiamo mai con nessuno, noi?
- Perché, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Perché noi non negoziamo con i terroristi.
E Vladimir Vladimirovič™ riagganciò.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

[Intanto, nel mondo reale...]


martedì, gennaio 29, 2008

Nanomembranotecnologie!



Ministero della Difesa russo, ieri: presentazione della nuova linea di uniformi per le forze armate creata dallo stilista Valentin Judaškin.

"Gli ho domandato se è vero che per le nuove uniformi erano state usate le più moderne tecnologie.
- Sì! - ha confermato [Judaškin].- Abbiamo impiegato le nanomembranotecnologie!
- Membrano? - ho chiesto, colpito.
- Certamente,- mi ha assicurato.
- E lei sa di cosa si tratta?
- Si capisce. Se le ho usate."

Andrej Kolesnikov, Kommersant'

[Con una frangia così emo le nanomembrane c'entrano di sicuro, fidatevi].

lunedì, gennaio 28, 2008

Ottica cinese



[Cliccate per ingrandire. I telescopi Orion sono prodotti dalla cinese Synta].

via Advërtka

VVP e la torre petrolifera

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin entrò nello studio del vice capo della sua Amministrazione Vladislav Jur'evič Surkov.
- Ascolta, bratello, - disse un po' esitante Vladimir Vladimirovič™, - Avrei pensato una cosetta…
Vladimir Vladimirovič™ si avvicinò alla scrivania di Vladislav Jur'evič e vi posò alcuni fogli di carta con lo stemma presidenziale.
Vladislav Jur'evič gettò un'occhiata a un foglio. Vide il disegno del Cremlino moscovita: al centro, al posto del campanile di Ivan il Grande c'era un'enorme torre petrolifera sormontata da una cupola dorata.
- Cos'è 'sta roba? - Vladislav Jur'evič non capiva.
- Una mia piccola creazione… - bofonchiò Vladimir Vladimirovič™ arrossendo, - La cupola d'oro del petrolio...
- Come? - si stupì Vladislav Jur'evič, - Cupola d'oro del petrolio?!
- Ma sì, - si affrettò a spiegare Vladimir Vladimirovič™, - Sai, pensa che ti pensa mi sono chiesto: quali sono le cose più importanti per la Russia? Le cose più importanti per la Russia sono il petrolio e l'ortodossia. Se sono così importanti, bisogna unirli in qualche modo.
- Per esempio? - domandò Vladislav Jur'evič.
- Be', per esempio, - continuò Vladimir Vladimirovič™ tutto ispirato, - Per esempio potremmo costruire dei monasteri attorno ai pozzi petroliferi. Un tempo li costruivano accanto alle sorgenti, adesso attorno ai pozzi. Monastero di San Neftejugansk. Eh?
- Interessante, - annuì Vladislav Jur'evič, - Continua.
- L'aquila dello stemma russo ha due teste, - proseguì Vladimir Vladimirovič™, - Una è l'ortodossia. L'altra il petrolio. In una zampa ci mettiamo la croce, nell'altra una torre petrolifera. Questa è la Russia del futuro come io la vedo: solo torri petrolifere e monasteri. E nient'altro! Le torri estraggono e i cittadini pregano.
- E noi? - domandò Vladislav Jur'evič.
- E noi teniamo d'occhio tutto questo! - rispose Vladimir Vladimirovič™.
- Bratello, - disse piano Vladislav Jur'evič, - Dimmelo sinceramente, ma che sei venuto a fare? Cos'è 'sta gran pensata improvvisa? Questo è il mio lavoro.
- E io cosa faccio? - sbottò Vladimir Vladimirovič™, - Cosa faccio, io? Mi sento inutile! Tutti Dimočka Dimočka e invece da me non viene mai nessuno! Perché tu non vieni mai da me, eh?
- Ma così... - borbottò Vladislav Jur'evič, - Sai, le elezioni... Dimoč…
- Ecco! - strillò Vladimir Vladimirovič™, - Anche tu! E io dove vado?! Cosa faccio, io?! Tutti voi restate! Tu resti! Dima resta! E io no! Restano tutti all'infuori di me!
Vladimir Vladimirovič™ singhiozzò.
- E poi, - Vladimir Vladimirovič™ indicò il foglio di carta intestata con il disegno della torre petrolifera, - Se questo è il tuo lavoro perché non te lo sei inventato tu, allora?
Vladislav Jur'evič sospirò, aprì un cassetto della scrivania, tirò fuori un libro e lo gettò davanti a Vladimir Vladimirovič™. La copertina aveva la doratura sontuosa dei testi ecclesiastici.
Al centro della copertina stava scritta un'unica parola: "Petrolio".

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

sabato, gennaio 26, 2008

VV

Non è tornato dalla battaglia

Perché tutto è diverso? Eppure niente è cambiato,
Stesso cielo, di nuovo azzurro,
Stesso bosco, stessa aria e stessa acqua,
Soltanto lui non è tornato dalla battaglia.

Adesso non riesco a capire chi di noi due avesse ragione
Durante le dispute insonni e inquiete.
Ha cominciato a mancarmi solo adesso
Che non è tornato dalla battaglia.

Taceva a sproposito e cantava fuori tempo,
Parlava sempre di qualcos’altro,
Non mi lasciava dormire, si alzava all’aurora,
Ma ieri non è tornato dalla battaglia.

Non è il vuoto che ha lasciato,
A un tratto mi accorgo che eravamo in due.
È stato come se il vento avesse spento il fuoco,
Quando non è tornato dalla battaglia.

La primavera erompe, come un'evasa.
Per sbaglio l’ho persino chiamato:
– Amico, lasciami un po’ di fumo! – E per risposta il silenzio:
Ieri non è tornato dalla battaglia.

I nostri morti non ci lasceranno nella disgrazia,
I nostri caduti saranno sentinelle.
Il cielo si riflette nel bosco, come sull'acqua
E gli alberi si ergono azzurri.

Anche il posto ci bastava in questa trincea,
E il tempo scorreva per entrambi.
Ora è tutto per me. Solo mi pare
Di essere io quello che non è tornato dalla battaglia.

Vladimir Vysockij, 1969.



giovedì, gennaio 24, 2008

VVP e la bambolina

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin si avvicinò a una parete del suo studio all'interno del Cremlino e aprì una porticina dall'aspetto poco vistoso. Vladimir Vladimirovič™ fece scorrere la presidenziale mano sulla superficie grezza del muro, premette un interruttore e lo stanzino presidenziale si illuminò di una luce fioca. Vladimir Vladimirovič™ entrò e si fermò davanti a un'antica vetrinetta. Dietro le ante polverose si intravedevano il piede di Šamil Basaev, la mano di Ruslan Gelaev e un cofanetto con l'occhio di Aslan Maschadov. Vladimir Vladimirovič™ aprì con cura le porticine scricchiolanti, spostò il cofanetto e prese una scatola di scarpe. Poi Vladimir Vladimirovič™ chiuse la vetrina, uscì dallo stanzino e appoggiò la scatola sulla scrivania presidenziale. Vladimir Vladimirovič™ sedette sulla poltrona e sollevò il coperchio della scatola. Nella scatola c'erano alcune bambole. Vladimir Vladimirovič™ frugò nella scatola e ne estrasse la bambola dell'ex vice-presidente della compagnia Jukos Vasilij Georgevič Aleksanjan.
Negli occhi della bambola erano conficcati due spilloni d'oro. Altri due spilloni spuntavano dal petto del vice-presidente, uno era piantato a sinistra sotto il costato. Vladimir Vladimirovič™ rigirò la bambola tra le presidenziali mani.
- Allora, dici che ti resta ancora poco da vivere... - bofonchiò Vladimir Vladimirovič™ con voce appena udibile. Poi prese dalla scatola un altro spillone e lo conficcò nella bambolina di Vasilij Georgevič.
Esattamente nel punto in cui nelle persone normali si trova il cuore.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

mercoledì, gennaio 23, 2008

Flu, liv mai badi nau*

– E allora?
– E allora, 38,5.
– Vai in giro spogliata!
– Mamma, non sono raffreddata.
– Ignuda!
– E non ho il mal di gola.
– Ti copri poco!
– Ho solo la febbre.
– Allora mi sa proprio che è influenza.
– Sì.
– Gito, non starle troppo attaccato.
– Mami, difficile che faccia il salto di specie.
– Ti ho portato le caramelline balsamiche.
– Marca "Pinetto", mi sento già meglio.
– Ha-ha. Da chi l'hai presa, vorrei sapere.
– Ffffh.
– Comunque. Meno male che qui c'è la tua mamma.
– Che bello.
– Alle quattro però ho una crostolata.
– Ma tanto io pomeriggio dormo. Anzi, già adesso. Dormo.
– Dormi, amore. Tanto ho le chiavi.

Comunque il 23 gennaio nel calendario tibetano non esiste: karma a rendere.

*Cit. Fra.

lunedì, gennaio 21, 2008

Paste, piste e post on demand

Chavez: "Mastico coca ogni giorno".

A grande richiesta, il tema di oggi e domani è:
"Secondo me lo fa anche..."
(Chavez nella sua battuta parla di pasta, ma noi possiamo tranquillamente allargare alle piste).

Regola per evitare il carcere al Capo Capino: cognomi di personaggi famosi andranno alterati secondo gusto e sensibilità personali.
Argute perifrasi: ammesse. Disegnini: ammessi. Delazioni: incoraggiate. Deviazioni: consentite. Delurking: welcome.

Getting local/1

Piove, Gròiniza ladra:




Full Miroslava mode:




Effetto Farra:



venerdì, gennaio 18, 2008

I don't necessarily agree with everything I say/2

Fjodor: Chi è la siniò Mastella? Che a noi lo stop-reato di Gorwell ci fa un baffo, abbiamo pure la funzione Automatic Erase Offensive Facts.

Andrea (alla domanda: perché Dio non è riuscito nella carriera universitaria): Si era montato la testa: credeva di essere il papa.

Andrea, understatement mode: Non ricordo se l'ho letta da qualche parte o me la sono inventata io.

Cav. Marcello Stacchia: Giovanotto, ma lei lo sa che fine fanno i cannoli dopo l'ora di cena?

Francesca: Non è possibile che la mattina mi metta in macchina, accenda la radio, senta freddimerchiuri e il pensiero vada al Fjodor.

Fjodor: È ora di finiamola e dico I uon tu brech tri!

Effe: Ma voi lo sapete che fine fanno i Calavera, dopo il 9 luglio?

Silviù: Tonii, grazie per il calendario tibetano, ma mancano un sacco di giorni. In gennaio 9, per dire.
Tonii: Oh, be', quelli sono i giorni inutili. Messi lì solo per farti produrre karma a rendere.

Inverno, buio, gelo, gasdotto

Inverno. Buio. Gelo. La distesa innevata è attraversata da un voluminoso gasdotto. Molto voluminoso. Accanto al gasdotto c'è un falò acceso. Attorno al falò sono seduti Žirik, Zjuganov, Medvedev e Kas'janov.
Didascalia: Siberia. Campagna elettorale dei candidati alla presidenza della Russia.Žirik: - Che freddo! Meno trenta, se l'annunciatore non mente!
Didascalia: Candidato Vladimir Vol'fovič Žirinovskij.
Zjuganov: - Epifania! Vero freddo ortodosso! Piace!
Didascalia: Candidato Gennadij Andreevič Zjuganov.
Kas'janov: - Vergogna! L'infrastruttura va a pezzi e le autorità ce lo nascondono!
Didascalia: Candidato Michail Michajlovič Kas'janov.Žirik: - E perché non l'ha sistemata lei, l'infrastruttura, Michail Michajlovič, quando era al potere, eh?
Kas'janov: - Dovevo pagare i debiti! Non c'erano i soldi, per le infrastrutture!
Zjuganov: - Avete mandato in malora tutto il paese. Ci scaldiamo accanto ai fuochi, come a Pietrogrado nel diciassette. E gli oligarchi ingrassano. Se fossi io il presidente, sbatterei dentro tutti gli oligarchi!
Žirik: - Li metterebbe dentro, e allora? Farebbe più caldo?
Zjuganov: - Forse non farebbe più caldo. Ma almeno non sarebbe così offensivo!
Žirik: - Sì, fa l'offeso lui... ma se è tutto contento che sia come nel diciassette. Romanticismo rivoluzionario!
Zjuganov: - Sì, sono contento! Epifania e rivoluzione, bellissimo! E il popolo russo sopravviverà. Anche al freddo.
Kas'janov: - No, se fossi io il presidente comprerei a tutti i cittadini dei biglietti per i paesi caldi. Tutti gli inverni.
Žirik: - Perché comprarli? E vuole diventare presidente... No, se fossi io il presidente ci bagneremmo già i valenki... pfui, gli stivaletti nell'Oceano Indiano! A Goa! Freddo è freddo... bisognerebbe bere qualcosa, eh?
Kas'janov: - Non c'è niente da bere. La vodka si è congelata. Ma come mai se ne sta zitto, il nostro Dmitrij Anatol'evič? Non ha niente da dire, è così?
Medvedev: - Penso. Concepisco un nuovo progetto nazionale. Lo chiamerò "Calore accessibile". Ce l'abbiamo un piccone? Un'accetta?
Titolo: Candidato Dmitrij Anatol'evič Medvedev.Medvedev prende l'accetta, si alza, si avvicina al gasdotto e ci fa un buco. Dal tubo si alza un'enorme fiammata, tutto si illumina, la neve si scioglie, spunta l'erba, sbocciano i fiori e crescono gli alberi.
Kas'janov: - Dmitrij Anatol'evič, ma che è?! Adesso ci arrivano i corpi speciali! L'OMON! Lo sa, cos'è l'OMON? Lo so io, lo so!
Medvedev: - Non c'è da preoccuparsi, Michail Michajlovič. Questo è un gasdotto. Significa che è NOSTRO!
Žirik (brandendo una bottiglia): - Signori candidati! Guardate qua, la vodka si è scongelata! Possiamo bere!
Dissolvenza al nero. Sullo schermo appare la scritta:


ATTENZIONE!
VOI
A CASA
NON
FATELO!
Originale: vladimir.vladimirovich.ru

giovedì, gennaio 17, 2008

VVP e i Progetti Nazionali

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin telefonò al primo vice primo ministro Dmitrij Anatol'evič Medvedev.
- Ascolta, bratello, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Pensavo una cosa. Perché non trasformiamo i tuoi progetti nazionali in programmi di governo, eh?
- E perché? - domandò Dmitrij Anatol'evič con un voce leggermente offesa.
- Ma l'hai detto tu che i progetti prioritari sono già stati realizzati, - disse Vladimir Vladimirovič™, - L'hai detto?
- Va bene, l'ho detto, - rispose Dmitrij Anatol'evič.
- E allora! - disse soddisfatto Vladimir Vladimirovič™, - I progetti nazionali si sono realizzati, mentre i programmi di governo ancora no. Trasformiamo i progetti nazionali in programmi di governo, così si realizzano anche loro.
- E allora? - Dmitrij Anatol'evič non capiva.
- Ma come, allora, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Quando i programmi di governo si realizzano li trasformiamo in programmi nazionali. E quando anche i programmi nazionali si realizzano li trasformiamo in progetti di governo. Capito?
- No, - rispose onestamente Dmitrij Anatol'evič.
- Già... - sospirò Vladimir Vladimirovič™, - Su questa cosa dobbiamo ancora lavorare parecchio, io e te... non sei pronto per fare il presidente. Subito nel mio studio!
E Vladimir Vladimirovič™ riattaccò.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

Blondinki

– CHE NE PENSI DEL SESSO VIRTUALE??
– niente in contrario =)
– ALLORA, COMINCIAMO?
– va bene, però prima togli i CAPS.
– MI STO LENTAMENTE TOGLIENDO I CAPS...

Fonte: bash.org.ru, Citatnik Runeta.

martedì, gennaio 15, 2008

Il complotto del panettone

"You know those ducks in that lagoon right near Central Park South? That little lake? By any chance, do you happen to know where they go, the ducks, when it gets all frozen over? Do you happen to know, by any chance?"
H.C.

"Ma tu lo sai che fine fanno i panettoni dopo il 2 gennaio?"
M.C.



– Alcaida. Pfui.
– Eccola. A proposito di complotti.
– Cosa.
– Vediamo se hai notato anche tu una cosa strana.
– Vediamo.
– Cos'è che rende bello il periodo dopo le feste?
– Il mio compleanno?
– Il panettone e il pandoro a metà prezzo da mangiare a colazione!
– Anche, vero.
– Ma.
– Quest'anno.
– Non si trovano. Scomparsi, da subito.
– Qua la mano, bratello. Confermo.
– Tre supermercati, ho girato. Niente.
– Anche la Coop tonda?
– Anche.
– Anch'io. Secondo me hanno cominciato a ritirarli già il 31 dicembre, il giorno prima ce n'erano a mucchi. Ne ho le prove.
– Vanno a finire subito in mangimi. Il business è quello.
– Subito.
– Ma anche quelli farciti? Sto quasi pensando che abbiano messo a punto un raffinato sistema di scomposizione.
– Cremina di qua...
– Cioccolato di là...
– Esiste.
– La lobby del panettone.
– Vuoi che ci faccia su un post? Per monitorare la sparizione dei panettoni?
– Sì. Fai pure il mio nome.
– Davvero?
– Certo.
– Posso? Cioè, posso ammettere la tua esistenza?
– Che c'entra, io esisto. Ogni tanto perfino scrivo.
– Scrivi. Una X in sei mesi, heh.
– Comunque questa cosa la pensiamo già in due.
– Però ricordati che il secondo sono io.
– Un cervello in tandem.
– E non andrei in giro a vantarmene.

So che alcuni la definirebbero una domanda personale, ma qual è la vostra esperienza recente con i panettoni? Non mi riferisco ai malandati superstiti casalinghi, ma agli esemplari sugli scaffali dei supermercati: sparizioni sospette, leggende metropolitane, alien abductions, commessi reticenti, scie di canditi che portano ai retrobottega?
Chi sa, parli. Parli pure anche chi non sa.

lunedì, gennaio 14, 2008

Nuoce gravemente alla salute

La notizia d'agenzia ha un tono tutto sommato pacato: "German boss fires staff for not smoking". In Germania un datore di lavoro ha licenziato tre dipendenti non fumatori perché minacciavano la serenità dei colleghi chiedendo che nell'ufficio fosse applicato il divieto di fumo. Non è bello, ma almeno i tre sventurati hanno avuto salva la vita.

Equivocando sul verbo "to fire" Echo Moskvy riprende l'articolo con un divertente errore di traduzione: "In Germania datore di lavoro fucila tre dipendenti non-fumatori", annuncia. Cavoli. Al muro, la trojka di disturbatori. Tutto l'articolo ne risente, per forza: "Tragico episodio in Germania: un datore di lavoro ha fucilato [rasstreljal] tre dipendenti non fumatori. Il titolare di una piccola ditta di computer ha aperto il fuoco [otkryl ogon'] sui tre impiegati perché chiedevano ai colleghi di non fumare in ufficio". Sfilano davanti agli occhi scene di processi sommari, poi l'ultimo desiderio (possiamo escludere la sigaretta), il principale che urla "Feuer!", il drappello di impiegati scelti, i corpi mestamente ricomposti dai colleghi perplessi ("non avremo esagerato?" "però erano dei gran rompimaroni" "ah, questo sì").

La notizia è stata tolta da sito. Viva la cache di Google.

Via Sadtranslations (in russo).

Il busto con il ghiaccio intorno

Ricordate il busto di Lenin scoperto tempo fa dagli esploratori in una zona poco visitata dell'Antartide? I sovietici raggiunsero per la prima volta il Polo Sud dell'Inaccessibilità il 14 dicembre del 1958 e ci costruirono una piccola stazione di ricerca (chiamata appunto "Poljus Nedostupnosti"). Ripartirono due settimane dopo lasciando sul tetto il busto: l'edificio è stata sommerso dalla neve, ma ancora oggi Lenin è visibile da una distanza di molti chilometri.
Dunque con nostro rammarico cade l'ipotesi dell'origine extraterreste: Lenin non è caduto da un ufo né si è staccato da un meteorite.

Ma di cosa è fatto?
Marmo?
Cemento?

"Non ci crederete mai. È di plastica".

Link.