martedì, gennaio 01, 2008

VVP e il discorso di fine anno

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin stava in piedi davanti all'Edificio del Senato. In mano aveva un calice di champagne.
- Ecco che ci troviamo ancora una volta a dare il benvenuto al Nuovo Anno, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Un anno di grandi cambiamenti per il vertice del potere esecutivo russo. Un anno di nuove speranze e nuove realizzazioni. E oggi voglio esprimere aluni auspici. Innanzitutto, ricordiamoci che il potere della Russia non deve far paura. Esso ci appartiene, e possiamo usarlo secondo la nostra discrezione. L'abbiamo scelto e siamo noi a esercitarlo.
Vladimir Vladimirovič™ sorrise, ammiccò e proseguì.
- In secondo luogo, è bene non dimenticare la responsabilità personale, - disse Vladimir Vladimirovič™, - La Russia è nostra. Le dobbiamo la nostra prosperità. Se lavoreremo bene insieme, anche la Russia starà bene. Ma se ci scorderemo della Russia non ci sarà alcuna Russia. In terzo luogo, mi auguro un comportamento responsabile nelle elezioni di marzo. Solo da quello dipenderà il futuro.
Capito tutto, Dmitrij Anatol'evič?
E Vladimir Vladimirovič™ ancora una volta ammiccò.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

[Qui un montaggio dei discorsi di fine anno di Brežnev, Gorbačëv, Elc'in e Putin. Lo sguardo ciucco e le pause di Elc'in varrebbero da soli la visione].

sabato, dicembre 29, 2007

Tactus i allupidi

Dal leggendario Harry Egipt, altra enigmatica pubblicità televisiva estone di epoca sovietica. Body sgambati, fucsia ovunque, pantacollant di lurex, fasce per capelli, aerobica, macchine da cucire, permanenti come solo negli anni Ottanta, foulard, gonne molto arricciate in vita, produzione di oggetti misteriosi (scarpe, pantofole, hot dogs di pannolenci)? Per fare breve e piacevole lunga storia complicata, ragazze estoni che ballano, operaie di mezz'età che confezionano calzature sullo sfondo. È evidente l'influsso di Flashdance (1983), il film che ha consacrato la commistione tra danza, fabbrica e scaldamuscoli.

 ù

Come vorrei sapere l'estone. Come lo vorrei.
Ma il desiderio di canticchiare questo motivetto è così forte che vi propongo questa trascrizione con il Sistema Fonetico Fjodor™ da scandire tutti insieme, possibilmente muovendo spalle e anche in modo leggermente scoordinato:

kisgüras badi passlai bahem bidi
isvim ze dizu turbarabbaviiii
neteritame tactus i allupidi
chel ghin gan un berneri gümmendiii iiiiii

usegon lunberguseit
ghime ghime kasi
on ol da tu siiiii.

Gloria all'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche e alle estoni bionde.

giovedì, dicembre 27, 2007

L'Anno della Pantofola

Da circa un mese mi domandava insistentemente "Tu come stai a pantofole?". Benissimo, rispondevo io, ne ho un paio di plastica, indistruttibili. "Ma se ti stufi?". Se mi stufo ho i calzettoni antiscivolo: la Bionda è furba.
Questo era in effetti l'anno delle pantofole. Ne ha regalate a tutti, di tutti i tipi, colori, fantasie (scene di caccia all'orso, cucciolate di cocker spaniel, apoteosi di cuori e rombi, Achille che piange Patroclo, dettagli del Cenacolo) e forme (scarponcino ortopedico: incluso).
Ma a me niente, perché avevo autocertificato di possederne un paio di indistruttibili.
A me, che sono una piccola imperatrice, un portadocumenti con tasche a soffietto. Il Dono Utile.
Come? Tipo moleskine?
No.
In lana cotta.
Arancione.
Con alamaro di cordone da tappezzeria, in tinta.
Realizzato a mano da certa Addolorata Sofonisbola d'Erborè [nome di fantasia perché abbiamo scoperto con sgomento che l'artista esiste davvero, N.d.C.].
Lo so, non era facile battere il regalo dello scorso anno, la paletta tagliatorta con l'alce discesista.
Ma adesso possiedo un portadocumenti invernale, perché non si sa mai che le carte, le puttanatine e tutte quelle robe lì prendano freddo (lo preferivo in lycra, forse? in cotonina? in misto lino? a dicembre? sono matta?).

L'Addolorata me la immagino che tenta di foderare di lana cotta anche il microonde; suo marito torna a casa la sera e trova il plasma 42 pollici ingentilito da uno stencil rinascimentale mentre il gatto gira per casa in vestaglia di ciniglia bleu con il monogramma. Sento che i d'Erborè hanno i centrini all'uncinetto anche sui poggiatesta della Volvo, l'arbre magique a disegni cashmere e il coprivolante in loden.

sabato, dicembre 22, 2007

Almeno

Pomeriggio in centro commerciale con mamma.
A un tratto la vedo meditabonda davanti a uno scaffale.
– Peccato aver già comprato tutti i regali. Guarda qua.
Indica una serie di bocce di porcellana con su scritte probabili insolenze in caratteri cinesi (tipo "Accidenti a te e alla tua famiglia fino al decimo antenato", "Sto per caderti su un piede e farti molto male" e "Attenzione, coloranti tossici! Ah ah, paura, eh?").
– Mamma, nove euro.
– Sì, nove euro, ma almeno hai regalato una palla enorme!

venerdì, dicembre 21, 2007

La stella e la luna



La scorsa notte proiettavano vecchi filmati sul muro di una casa che sta(va) nella terra di nessuno tra le due sbarre del valico del San Gabriele. Niente di raffinato o di ufficiale, molta gente, per la maggioranza sloveni anziani, un gran bel traffico di bicchieri di vino, fette di prosciutto e panettone.
Una signora ("Son dada de là, ma že giovani che sona musica de giovani; la sa, musica - me perdoni - con parolacie") mi ha raccontato come nel '54 sia riuscita a venire in Italia, con due valigie caricate su un carro trainato da un cavallo. "Iera miseria, mi go fato poche škole, per guera". "E come ghe par, adesso, signora?" "Že bel. Mi digo che že bel. No? Sarà come ndar in Austria co la gita".

Mi piace questo scatto casuale che contiene la notte, una stella, una casa, l'ombra della rete, la luna, il confine, Gorizia, Nova Gorica, la Jugoslavia, il fiato di tante persone accalcate nel buio a fissare quel muro.

giovedì, dicembre 20, 2007

Correzioni

Piccolo divertente estratto dell'intervista concessa da Putin ai giornalisti del Time il 12 dicembre e pubblicata ieri sul sito del Cremlino, qui:
TIME: Lei è nato nel 1946, io nel 1948. Apparteniamo alla stessa generazione. Siamo cresciuti in paesi che vivevano la costante presenza del nemico, ma storicamente la Russia e gli Stati Uniti nella maggioranza dei grandi conflitti - la prima guerra mondiale, la seconda guerra mondiale - sono stati alleati. E adesso, in grande misura grazie al Suo ruolo, partecipate alla lotta contro la minaccia del terrorismo islamico.
Tenendo conto di questa esperienza storica, se guarda al futuro come pensa la relazione tra la Russia e gli Stati Uniti in rapporto ai problemi mondiali? Come potrebbero essere valutate dalla nostra generazione le prospettive di collaborazione?

V. PUTIN: Se me lo permette, vorrei correggerla su alcuni dati. Non potrei essere nato nel 1946, visto che mio padre dopo la guerra era gravemente ferito, la mamma era sopravvissuta all'assedio di Leningrado e, dopo aver perduto due figli e la salute, difficilmente avrebbero potuto concepire l'idea di mettere al mondo un altro bambino. E credo sia stato proprio per questo che sono nato un po' dopo, nel 1952.

[...]

TIME: Possiamo parlare un attimo dei Suoi attuali rapporti con il signor El'cin e il signor Gorbačëv?

V. PUTIN: Il signor El'cin è morto, come saprà.

TIME: Mi scusi.


Because the night



Quando ero piccola io, per esempio, c'erano i telefilm della serie UFO: la SHADO, l'algido Straker, lo stregapupe Foster, il meditabondo Freeman, donne con fantastiche parrucche viola e le palpebre asfaltate di eyeliner, uomini con pantaloni attillati e maglie di rete, l'apoteosi del beige, e poi macchine sportive basse, guida a sinistra, moduli lunari, intercettori, skydiver e soprattutto alieni cattivissimi dediti alla sottrazione di organi umani.
Con UFO quando troppe cose cominciavano a non quadrare arrivavano subito le spiegazioni. Come mai, per esempio, poteva succedere che a una sequenza diurna seguisse un notturno? Errore di montaggio? No: "Gli UFO sono anche in grado di trasformare il giorno in notte", commentava impassibile uno dei protagonisti.
Li adoravo.

Konec



– Adesso ti passo papà che deve dirti una cosa importante.
– Ok.
– Ciao.
– Ciao papà.
– Volevo dirti che dal 16 in Jugo sono obbligatorie le catene da neve a bordo.
– Ah, va bene.
– Qualsiasi tipo di catene, basta averle. Sennò...
– Sennò?
– Sennò, i ne fa i multoni.

Stasera, al valico di S. Gabriele - Erjavčeva e nella zona della Transalpina, si festeggia.
EU-foria Party: ultimo passaggio con prepustnica, video confessionale dei peccati confinari, foto ricordo, proiezioni, musica.
Il programma ve lo metto qui in .pdf.
Mi raccomando le catene, in Jugo.

[Qui Diego Kuzmin racconta com'è nata Nova Gorica]

mercoledì, dicembre 19, 2007

Kana Kana Hak-Liha!

A parte le tarde eccezioni presentate e commentate qualche giorno fa (conto che i pregi del Reguljator, della manifattura Kompan'ony e del walkman da mezza tonnellata siano ancora vivi nella nostra memoria) nell'Unione indistruttibile di libere repubbliche non esisteva la pubblicità come noi la conosciamo: le fabbriche erano controllate dai ministeri, ed erano questi a imporre la quantità di beni da produrre per soddisfare il piano quinquennale e le quote di produzione. In un'economia pianificata non avrebbe avuto senso una competizione secondo le regole del libero mercato. La pubblicità si limitava a esporre l'articolo e a raccomandarne l'uso, magari per contrastare il consumo di prodotti di bassa qualità fabbricati in casa.
Per esempio:

Fumate sigarette, I. Rosanov, S. Sakharov, 1950



Ora, per ragioni di completezza questo blog deve rischiare il già visto e il già noto ricordando il folle, pruriginoso, psichedelico lavoro di Harry Egipt, cioè i filmati pubblicitari dell'Estonia sovietica: nessuna marca, neanche qui, ma l'influsso della vicina corrotta Finlandia si fa sentire per una cert'aria disinvolta e malandrina. Il bello di queste pubblicità è costituito dalla difficoltà di capire cosa esattamente pubblicizzino e dall'involontario senso dell'umorismo.

Alcuni voli di fantasia del leggendario Harry, vi avverto, ci faranno rischiare la bandierina nera di Blogger e la visita del Grande Revisore.

Comincerei con una cosa tosta.
Però.
Mandate a letto i bambini.
Fatto?
Adesso nascondete tutti i coltelli che avete in casa.
Voglio dire, a Charles Manson è bastato Helter Skelter e noi non vorremmo finire su un dossier di Repubblica Online, no?
Fatto?
Bene.
Enjoy.



Brividi lungo la schiena, sgrisoli dietro la nuca, veganizzazione [waiting... ] almost completed.
Il messaggio dovrebbe essere "mangiate carne macinata", quello subliminale è "facciamo sacrifici umani" e "la carne di bambino è buona".
Adesso per qualche giorno urlerete "KANA KANA HAK-LIHA! KANA KANA HAK-LIHA! KANA KANA HAK-LIHA! KANA KANA HAK-LIHA!"
È perfettamente normale.

martedì, dicembre 18, 2007

Il litro di vodka e la scelta numero 3

Stai tornando a Dresda dopo una vacanza in Egitto. Fai scalo a Norimberga.
Al controllo di sicurezza ti dicono che è proibito portare a bordo un (1) litro di vodka.
Scelta numero 1: rinunci e ti separi dalla bottiglia.
Scelta numero 2: accetti di pagare una tassa supplementare per spedire bagaglio a mano e bottiglia nella stiva.
Scelta numero 3: mandi giù l'intero contenuto, eccheccavolo.

"He chugged the bottle down, and was quickly unable to stand or otherwise function, police said".

Quicky unable to stand or otherwise function
.

Il nostro 64enne eroe del giorno è, comunque: ancora vivo.

(Notizia molto apprezzata a est)

lunedì, dicembre 17, 2007

VVP e la Cassa Nera

[Fatti a cui si riferisce questo VVP:

La scorsa settimana è stato diffuso il rapporto di Andrew Kuchins, Direttore del programma eurasiatico del Centro per gli Studi Strategici e Internazionali, "Futuri alternativi per la Russia fino al 2017". Lo studio contempla tre possibili scenari:
- Putin lascia l'incarico nel 2008, il suo successore riceve una valanga di voti, Putin diventa presidente di Russia Unita ed entra nel consiglio di amministazione delle principali corporazioni russe. (Sarebbe lo scenario "Oh wow it's happening!").
- Putin viene assassinato nella Cattedrale di Cristo il Salvatore durante la messa di Natale (7 gennaio 2008) e salgono al potere i siloviki (Sečin, Patrušev, Ivanov); Russia Unita viene ribattezzata Gloria alla Russia e al suo vertice viene nominato Jakunin, che diventa presidente. (Sarebbe lo scenario "Speriamo che almeno lo giri Michael Mann").
- L'incompetenza e la cattiva gestione hanno la meglio: l'era di Putin tramonta. (E questo sarebbe lo scenario "trionfo della democrazia").

La giornalista moldava Natalija Morar' si è vista rifiutare l'ingresso in Russia all'aeroporto di Domodedovo dopo essersi assentata dal paese per un viaggio in Israele. Secondo la giornalista, collaboratrice del giornale New Times, il divieto sarebbe da collegare al suo ultimo articolo, "La cassa nera del Cremlino", che descrive nei particolari come le elezioni siano state finanziate dall'amministrazione presidenziale].

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin rientrava in aereo dalla sua residenza presidenziale di Soči e passò per la sala arrivi dell'aeroporto "Domodedovo" portando una grande borsa sportiva. Su una delle panchine Vladimir Vladimirovič™ vide una bella ragazza che dormiva avvolta nel proprio cappotto.
- E quella chi è? - domandò Vladimir Vladimirovič™ al direttore dell'aeroporto che gli trotterellava accanto.
- Una giornalista moldava, - rispose il direttore, - Fa Morar' di cognome. La polizia di frontiera le ha vietato l'ingresso in Russia.
- E perché non la lasciano entrare? - si stupì Vladimir Vladimirovič™, - È così carina…
- Dicono che avr... ebbe scritto delle cose..., - farfugliò il direttore, - Sulla ehm ...ssa nera.
- Su cosa?! - Vladimir Vladimirovič™ si fermò di colpo e impallidì, - Sulla messa? Ancora quella messa?! Nella Cattedrale di Cristo Salvatore?! Il sette di gennaio?!?
- Quale messa? - si stupì il direttore, - Ma, no, non sulla messa! Sulla cassa! Sulla cassa nera del Cremlino!
- Ffffh, accidenti a te, - sospirò sollevato Vladimir Vladimirovič™, - Mi hai messo una paura...
E Vladimir Vladimirovič™ attraversò speditamente la sala arrivi, portando con le presidenziali braccia il borsone sportivo, mentre il direttore dell'aereoporto arrancava alle sue spalle.
- Ma pensa, ha scritto della cassa…, - riuscì a udire il direttore, - Ma certo che abbiamo le casse... una nera, una bianca, ma anche quella azzurra, la rossa... e anche la verde...
Il direttore dell'aeroporto fissò strabiliato Vladimir Vladimirovič™.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

venerdì, dicembre 14, 2007

Un problema di affitti nella città di Mosca

E così Garry Kasparov si è ritirato dalla campagna presidenziale.
Ha detto di essere costretto a rinunciare alla candidatura perché in tutta Mosca nessuno era disposto ad affittargli una sala per ospitare il congresso del suo "gruppo di iniziativa" (costituito da almeno 500 attivisti, come impone la legge russa).
Ma sì, dice, Altra Russia va lì, fa vedere i soldi e prenota. Poi ci telefonano e dicono che per motivi tecnici non si può più fare e si tirano indietro. Insomma, com'è, come non è: la commissione elettorale dev'essere avvisata cinque giorni prima del congresso, la scadenza è il 18 dicembre, l'ultima data utile sarebbe stata ieri.
Niente sala, niente congresso, niente Kasparov. Povero.
Che poi avrebbe dovuto convincere 500 persone a presentarsi e guardate che non è mica facile. Si chiamano dissenzienti, eh.
Dettaglio trascurabile: per candidarsi avrebbe anche dovuto raccogliere due milioni di firme (cioè, nomi, cognomi, indirizzi, e preferibilmente non scritti tutti con la stessa calligrafia).
È chiaramente un complotto, dunque posso andare di visagistica.

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Make up:
Per cominciare con un buon fondotinta coprente, Checkmat compact foundation #2; poi un velo di Powderocracy pressed powder #4 "American Beauty"; sugli occhi, E-dva E-četyre glamorous mascara e Deep Blue eyeliner; per le labbra, lipgloss Very Azeri. Come allover, se volete essere sempre al centro dell'attenzione suggerisco Garry Me Up! body glitter (due uomini su tre saranno giornalisti occidentali e il terzo un OMONista, ma sarete nondimeno l'anima della festa).


giovedì, dicembre 13, 2007

Trittico sovietico/3

Ed eccoci alla terza parte del nostro trittico, preannunciata da un giovane batterista biondo e dalla scritta REKLAMA - REKLAMA - REKLAMA.
Musica frizzante, sfondo Fanta. Secondo un'abitudine già consolidata con l'Amfiton, entra in campo una giacca chiara animata di vita propria. Si materializza subito dopo un uomo che sembra stupirsi del proprio abbigliamento: pantaloni chiari con la piega, scarpe chiare, camicia bianca, cravatta e giacca grigia. Un'altra giacca, diversa da quella che si è persa nello spazio arancione poco fa.
Finalmente convinto, l'uomo fa una faccia compiaciuta e sorride. Appare la scritta Tkani Kompan'ony, Tessuti Compagnoni.
Nuovo ambiente, costituito da una scala e da uno specchio. Questa volta si materializzano in quattro.
Ecco cosa facevano i ragazzi del KGB per arrotondare lo stipendio e per potersi permettere un Reguljator e un Amfiton! I primi due sono ghebeisti classici, quello con barba e occhiali è il clone sovietico di Nanni Moretti in Bianca. Poi c'è un quarto personaggio, barba e occhiali anche lui: l'intellettuale del gruppo, quello addetto alle liste di epurazione.
Notate le possibilità d'abbinamento: giacca grigia con pantalone più grigio, giacca blu con pantalone più grigio, giacca più grigia con pantalone blu, ce n'è da sbizzarrirsi.
Li ho osservati a lungo, e quando sollevano un risvolto della giacca per esibire la fodera mi stupisco sempre di non vederci una Makarov ma il semplice marchio di fabbrica.
"La silhouette moderna diventa più morbida, più ampia. È nato un nuovo modo di vestire, libero e disinvolto". Osservate la corsa verso il futuro libero e disinvolto, un futuro dove il tessuto non punge, non tira e non stressa.
E poi la mia parte preferita: a due a due si vengono incontro, si soppesano, si apprezzano, si accarezzano il risvolto, si incrociano, si superano e infine guardano in camera con evidente soddisfazione. I due uomini dei servizi sono un po' rigidi, come due che non abbiano mai fatto la sauna insieme, mentre Nanni e l'intellettuale se la giocano da professionisti e assumono un'aria complice e divertita. L'intellettuale porta, naturalmente, il calzino bianco.
Fermo immagine sui due barbuti, con marchio della manifattura Bol'ševička.
Ma allora, se già negli anni Ottanta esistevano i formidabili Tessuti Kompan'ony - e oh, quel giubbotto di finta pelle marrone - cosa ci faceva Vova nel 1996 con il doppiopetto amaranto e i pantaloni della tuta?
No, non ditemelo: anni Novanta, li odio, li.



martedì, dicembre 11, 2007

Trittico sovietico/2

Già dallo sfondo stellato e dalla presenza di tre (3) falci di luna si capisce che ci verrà proposto un oggetto prodigioso ed estremamente desiderabile.
Un'audiocassetta? Un'audiocassetta che non sta mai ferma? Un'audiocassetta che non sta mai ferma dentro uno strano contenitore di plastica imitazione legno?
No!
Un Minjatjurnyj Kassetnyj Magnitofon "Amfiton-MC" STEREO (la voce narrante però dice mini-stereo, tanto per enfatizzare il piglio nanotech)! Magnetofono a cassette in miniatura, e mi permetteo di sottolineare miniatura.
Vediamolo in azione. Però vi avverto: l'Amfiton-MC (ah, il solito talento per il branding!) è davvero minuscolo e potrebbe sfuggire all'attenzione di un pubblico non smaliziato.
Eccola, compagni, la risposta sovietica al walkman. Per ascoltare la musica da soli e anche in coppia. La coppia a un certo punto è costretta ad appenderlo, l'Amfiton-MC: mentre la signorina sfoggia un buonumore molto professionale, lo sguardo del franzuto giovanotto è già un po' provato o forse imbarazzato, come se i due ascoltassero due robe completamente diverse (lei i Kino, lui Rimskij-Korsakov).
L'Amfiton intanto, provvisto di sostanziosa vita propria e forse di un'anima (lo spazio ci sarebbe), oscilla felice.



lunedì, dicembre 10, 2007

Basta chiedere

"Sì, te lo racconto come quella volta con la trama di Miami Vice. 42, San Pietroburgo, laurea e dottorato in giurisprudenza, Università di Stato di Leningrado, una moglie e un figlio, presidenza Gazprom, cresciuto sotto l'ala di Putin, fedele all'uomo e non al sistema, il cognome deriva da orso, forse non ti ho mai raccontato di Preved Medved, ah te l'ho raccontato ma ti sei dimenticato, gli piacciono i Deep Purple e i Black Sabbath, apprezza l'Olbenian, no questo non te l'ho raccontato ma tanto ti dimentichi, l'Occidente lo considera un liberale, nome in codice nella corsa presidenziale 'Venere' mentre Ivanov era 'Marte', non piace ai siloviki, piace alla Vale, secondo Deljagin i lobbysti se lo mangiano il secondo giorno di presidenza, anche se non ha usato proprio quel verbo lì e ha aggiunto 'sulla scrivania', e comunque è un buon manager e piace tanto agli investitori stranieri, probabilmente non si farà fotografare a petto nudo e non bacerà i bambini sul pancino ma ce ne faremo una ragione.
Basta chiedere. Il nuovo presidente in trentotto secondi netti, non male.
Ah, no, azz scusa come non detto: prima le elezioni, a marzo".

Trittico sovietico/1

Attenzione, che questa è roba pesante ma vi darà la forza per affrontare il lunedì. Nei panni di Agente Betulla ho trovato tre irresistibili pubblicità televisive sovietiche degli anni Ottanta. Ecco la prima (come dice un mio amico "questo non è cazzeggio, è analisi dei contenuti").

Interno: tinello benestante in armonia con l'ideale gorbačëviano. Lampadario acceso modello ziggurat ruota in primo piano, poi si allontana. Giovane sorridente signora bionda ripone la rivista e con un gesto suggestivo fa risalire la ziggurat verso il soffitto (senza toccarla). Cosa sarà, la pubblicità di un nuovo utilissimo lampadario incapace di star fermo, avanti e indrè e su e giù tutta la sera? No: del Poluprovodnikovyj Reguljator Toka s Sensornym Upravleniem (Semiconduttore Regolatore di Corrente con Comando a Sensore)! Novoe izdelie! Nuovo articolo! Più luce, meno luce nel vostro appartamento. Novoe, non so se l'ho ribadito. Vi prego di notare la discreta eleganza del pannello, la scelta spericolata di colori (e le dimensioni, saranno 5 centimetri di diametro) dei pulsanti, l'epilettica successione con cui vengono mostrati al voglioso spettatore, la musica. A un certo punto viene inquadrato un televisore acceso. Sullo schermo naturalmente lampeggia suadente la pubblicità del Reguljator Toka. La signora, che di illuminazione se ne intende, annuisce felice come a dire "ècolo lì che 'l xe" e ci fa l'occhiolino.
Sublime. Trovare un nome commerciale per Semiconduttore Regolatore di Corrente con Comando a Sensore, semplicemente, non era nelle loro corde. In ambiente elettricistico lo chiamavano Poluregtoksup, ci scommetto.



giovedì, dicembre 06, 2007

Piccolo grande motore

– Elio, ma dobbiamo tenerlo proprio in camera?
– Solo per un paio di giorni.
– Per rimirarcelo?
– Ma anche per farmi venire delle idee.
– Tipo?
– Tipo un qualche rivestimento di protezione contro le intemperie.
– Ma è un motore per barca.
– Un motore piccolo, Lina. Di emergenza. Se il motore grande smette di funzionare, c'è lui.
– Al primo posto nei tuoi affetti non ci sono più io, ma il motore piccolo.
– Ma no amore, come puoi pensare e dire una cosa del genere.
– ...
– Al primo posto c'è il motore grande.

mercoledì, dicembre 05, 2007

Cinque

Reality continues to ruin my life.
Calvin and Hobbes



Cinque anni di blog.
"Požar idët po planu", l'incendio procede secondo i piani.
Giro di vodka.

Update:



Regalo di Gio: grazie!

Lo Scacchista, il Rocchettaro, Miša Duepercento e Altri Liberali

Fingete per un momento di essere russi (se siete russi, invece, state fermi così). Usciti dal passato sovietico, dal bardak della perestrojka, dai criminali anni Novanta di El'cin e delle privatizzazioni folli. Prima cosa, tutto il mio rispetto. E poi:

"Cosa fareste se vi mettessero di fronte a questa scelta:
Uno, un movimento politico che mette insieme un ex campione di scacchi la cui famiglia risiede oltreoceano, un ex primo ministro noto con il soprannome di 'Miša 2%' per le bustarelle che avrebbe preso per autorizzare finanziamenti governativi a società private, e un ex rocchettaro punk uscito di prigione qualche anno fa che ha giurato di restaurare a tutti i costi l'impero russo.
Due, il partito di Vladimir Putin, che ha promesso una continuità delle politiche che hanno fatto crescere i salari medi da 81 dollari a 550 dollari al mese, che ha sensibilmente aumentato la spesa sociale e ridotto il livello di povertà dal 27% al 15%".

La domanda non è mia, ma del professor Nicolai N. Petro in questo articolo che analizza le ragioni della sconfitta dei liberali russi.

VVP e la saldatina

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e stava decidendo cosa avrebbe mangiato per cena.
A un tratto le imponenti porte dello studio si spalancarono ed entrò con passo veloce il vice capo dell'Amministrazione di Vladimir Vladimirovič™, Vladislav Jur'evič™ Surkov. Indossava un camice bianco e teneva in mano un saldatore. Vladislav Jur'evič™ si avvicinò a Vladimir Vladimirovič™ e senza dire una sola parola gli ficcò il saldatore nel presidenziale orecchio.
- Eeeeh, bratello! - strillò Vladimir Vladimirovič™, - Cosa stai cacciando nell'orecchio del presidente!
- Di chi? - si stupì Vladislav Jur'evič™, - Io non caccio niente nelle orecchie dei presidenti. Non è competenza mia. Tu però adesso sei un deputato della Duma di Stato, e io devo darti una saldatina.
- Quale saldatina? - Vladimir Vladimirovič™ fece un salto sulla presidenziale poltrona, - Non si saldano gli esseri umani!
- Non si saldano gli esseri umani, - confermò Vladislav Jur'evič™ con un cenno del capo, - Ma gli androidi qualche volta sì. Smettila di saltare, potrei danneggiarti. Poi potrai scrivere duecento nuove leggi...
Vladimir Vladimirovič™ vide con orrore che dal saldatore di Vladislav Jur'evič™ usciva del fumo grigio-azzurro. Vladislav Jur'evič™ si avvicinò lentamente, puntando il saldatore verso l'occhio di Vladimir Vladimirovič™. Vladimir Vladimirovič™ si scansò con un salto e scappò dallo studio.
Il lungo familiare corridoio cremliniano era irriconoscibile. Lungo le pareti erano allineate tante barelle bianche, sulle quali erano distesi dei corpi nudi. Sul petto di ciascuno era stato aperto un piccolo foro attraverso il quale si scorgeva una vivace matassa di fili colorati.
Vladimir Vladimirovič™ corse accanto a una delle barelle. Là giaceva il professionista Konstantin Igorevič Rykov, che solo pochi giorni prima aveva fatto a Vladimir Vladimirovič™ alcune domande a proposito di internet.
- Bratello! - strillò Vladimir Vladimirovič™ scuotendo la barella, - Alzati! Dobbiamo scappare! Quello ci vuole saldare tutti!
Vladimir Vladimirovič™ scosse la barella di qua e di là. La testa di Konstantin Igorevič oscillò di qua e di là. Konstantin Igorevič taceva.
Vladimir Vladimirovič™ cominciò a sudare e con uno strattone allentò il nodo della presidenziale cravatta. Era terrorizzato.
Vladimir Vladimirovič™ afferrò i risvolti della presidenziale camicia e la strappò. I bottoni saltellarono allegramente sul pavimento del corridoio del Cremlino. Vladimir Vladimirovič™ chiuse gli occhi, abbassò la testa e dopo aver inspirato profondamente li riaprì.
Sul proprio presidenziale petto Vladimir Vladimirovič™ vide un piccolo foro.
- Su, dove sei finito? - Vladimir Vladimirovič™ udì la voce di Vladislav Jur'evič™.
Nel corridoio si diffuse un vago odore di colofonia liquefatta.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru