Ricordate Khalid Shaikh Mohammad, detto KSM, che aveva confessato tutto dall'organizzazione ed esecuzione dell'11 settembre alla pianificazione di attentati contro Clinton, Carter, Kissinger, il Papa e il Big Ben?
E ricordate il waterboarding? Si lega il fortunato con la testa in giù a una tavola inclinata, gli si mette uno straccio sulla faccia e ci si versa sopra dell'acqua fredda in modo che entri nelle vie respiratorie (cioè, non simulazione ma vero e proprio principio di annegamento). Tecnica professionale di interrogatorio, la definì nel 2005 Goss, allora direttore della CIA.
Esiste anche la variante in cui la testa dell'interrogato viene avvolta nel cellophane.
In ogni caso dopo 14 secondi arriva la paura di annegare e si crolla.
KSM resisteva 150 secondi.
Poi - sarà per tutta quell'acqua nei polmoni, sarà che gli avevano sequestrato i figli di sette e nove anni per torturarli con le formichine, sarà che aveva comunque un bel curriculum - ha confessato. Tante ma tante tante tante cose, già che c'era.
Ora si sa che il waterboarding gli è stato praticato 138 volte in un mese: sta scritto in un memorandum del 30 maggio 2005 pubblicato qui (.pdf). A pagina 15 del documento si specificano le regole: non più di due sessioni in 24 ore, ogni sessione non più lunga di due ore, al massimo sei applicazioni della durata di 10 secondi o più (massimo 40) per sessione, e comunque l'acqua non può essere applicata per più di 12 minuti nelle 24 ore. Il tutto per cinque giorni al mese.
Applicazioni. Sembra il programma delle sabbiature a Grado.
"La CIA ha impiegato il waterboarding 'almeno 83 volte' nell'agosto del 2002 durante l'interrogatorio di [Abu] Zubaydah [...] e 183 volte nel marzo del 2003 durante l'interrogatorio di KSM".
Cinque giorni al mese, due sessioni al giorno per cinque giorni, un massimo di sei applicazioni a sessione fa 60, tipo. A quel punto il tizio crolla. Non proprio, a KSM ce ne sono volute 183 (questo significa che le regole sono state scritte dopo), perché lui è esagerato in tutto.
Il metodo non viola l'Articolo 16 della Convenzione delle Nazioni Unite sulla Tortura e altri Trattamenti e Punizioni Crudeli, Inumani e Degradanti: l'articolo si limita alla condotta sul territorio che si trova sotto la giurisdizione degli Stati Uniti. Il waterboarding però si pratica rigorosamente fuori degli Stati Uniti, la gentile nazione che ha donato al mondo Guantanamo, Bagram, Abu Ghraib, le "consegne straordinarie" e tanti luoghi segreti di tortura in subappalto. Anche se l'Articolo 16 fosse applicabile, dicono, bisognerebbe vedere se le tecniche d'interrogatorio avanzate siano una condotta in grado di "scuotere la coscienza".
E no, cosa ci fa pensare che scuotano la coscienza?
La buona notizia è che le applicazioni funzionano, funzionano proprio. I sensi vanno e vengono, si è costretti a rianimare di frequente, l'ossigeno smette di arrivare al cervello e l'interrogato a quel punto si crede Batman o Topo Gigio (a seconda), però adesso conosciamo il colpevole di tutto da Dallas '63 in poi.
Scuotere la coscienza? Quale coscienza?
(via Emptywheel)
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domenica, aprile 19, 2009
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giovedì, settembre 07, 2006
Le prigioni...? Ah, quelle prigioni!
Il discorso di Bush, Miru's cut:
"11 settembre brutto, incubo, 3000 innocenti, cosa vogliono da noi, ci odiano, ci attaccheranno di nuovo? Allora... caccia ai terroristi che hanno dichiarato guerra all'America. Afghanistan, Iraq, bla, guerra al terrore. E per fortuna non c'è stato un altro attentato sul nostro suolo, ma mica perché questi non volevano, no no: è che siamo siamo stati attenti - come a Londra il mese scorso. E poi abbiamo messo in mano ai nostri uomini gli strumenti giusti.
Allora sì ci sono questi 14 sospettati di terrorismo... potenziali attacchi, pericolo, aeroplani-autobomba-antrace-devastazione... bla gente pericolosa che conosce a fondo le reti terroristiche e i futuri piani. La CIA ha fatto un gran lavoro... sicurezza del paese... blabla informazioni fondamentali... Sì allora questi 14 qui adesso li trasferiamo a Guantanamo. Ah, già, ovviamente prima stavano nelle prigioni segrete della CIA, non vi posso dire dove. Le svuotiamo ma non posso dirvi dove stanno. Non posso neanche dirvi quali tecniche di interrogatorio sono state usate perché se lo vengono a sapere i terroristi imparano a resistere anche a quelle. No torture, eh. Mondo: gli Stati Uniti non torturano, è contro le leggi, è contro i nostri valori. Abbiamo semplicemente adottato una serie di procedure alternative quando i prigionieri hanno smesso di rispondere alle domande. Non racconto palle. Quali prigioni segrete? Ma sì, quelle delle quali ho sempre negato l'esistenza. Quelle della CIA, no? Adesso però lo sapete. È che abbiamo ormai finito di interrogarli, e poi ci si è messa di mezzo la Corte Suprema, e così. Così trasferiamo un po' di brunetti a Guantanamo, dove saranno processati dai tribunali militari (ah, e guardate che a Guantanamo non ci sono mica criminali comuni, c'è gente pericolosa che teniamo lì per evitare che vada ad ammazzare in giro: figuratevi che un detenuto ha detto a una guardia "Non mi dimenticherò mai la tua faccia. Ucciderò te, i tuoi fratelli, tua madre e le tue sorelle". Tanto per capirci).
Adesso tutti sotto la Convenzione di Ginevra e via. A posto, no?
Congresso, buone leggi, libertà, democrazia, combattiamo per l'umanità e per assicurare un futuro pacifico ai nostri nipoti e dio vi benedica tutti. Applausi".
"11 settembre brutto, incubo, 3000 innocenti, cosa vogliono da noi, ci odiano, ci attaccheranno di nuovo? Allora... caccia ai terroristi che hanno dichiarato guerra all'America. Afghanistan, Iraq, bla, guerra al terrore. E per fortuna non c'è stato un altro attentato sul nostro suolo, ma mica perché questi non volevano, no no: è che siamo siamo stati attenti - come a Londra il mese scorso. E poi abbiamo messo in mano ai nostri uomini gli strumenti giusti.
Allora sì ci sono questi 14 sospettati di terrorismo... potenziali attacchi, pericolo, aeroplani-autobomba-antrace-devastazione... bla gente pericolosa che conosce a fondo le reti terroristiche e i futuri piani. La CIA ha fatto un gran lavoro... sicurezza del paese... blabla informazioni fondamentali... Sì allora questi 14 qui adesso li trasferiamo a Guantanamo. Ah, già, ovviamente prima stavano nelle prigioni segrete della CIA, non vi posso dire dove. Le svuotiamo ma non posso dirvi dove stanno. Non posso neanche dirvi quali tecniche di interrogatorio sono state usate perché se lo vengono a sapere i terroristi imparano a resistere anche a quelle. No torture, eh. Mondo: gli Stati Uniti non torturano, è contro le leggi, è contro i nostri valori. Abbiamo semplicemente adottato una serie di procedure alternative quando i prigionieri hanno smesso di rispondere alle domande. Non racconto palle. Quali prigioni segrete? Ma sì, quelle delle quali ho sempre negato l'esistenza. Quelle della CIA, no? Adesso però lo sapete. È che abbiamo ormai finito di interrogarli, e poi ci si è messa di mezzo la Corte Suprema, e così. Così trasferiamo un po' di brunetti a Guantanamo, dove saranno processati dai tribunali militari (ah, e guardate che a Guantanamo non ci sono mica criminali comuni, c'è gente pericolosa che teniamo lì per evitare che vada ad ammazzare in giro: figuratevi che un detenuto ha detto a una guardia "Non mi dimenticherò mai la tua faccia. Ucciderò te, i tuoi fratelli, tua madre e le tue sorelle". Tanto per capirci).
Adesso tutti sotto la Convenzione di Ginevra e via. A posto, no?
Congresso, buone leggi, libertà, democrazia, combattiamo per l'umanità e per assicurare un futuro pacifico ai nostri nipoti e dio vi benedica tutti. Applausi".
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martedì, agosto 29, 2006
Né imminente, né inimmaginabile
Sempre a proposito dell'attentato "di dimensioni inimmaginabili" che sarebbe stato sventato dalle autorità britanniche il 10 agosto scorso, Enrico Franceschini su Repubblica riferisce di una "lunga e accurata inchiesta" del New York Times , che riassume così:
"la minaccia era seria, gli arresti vennero decisi dopo che alcuni dei presunti terroristi registrarono le rivendicazioni dell'attentato da rendere pubbliche dopo la loro morte suicida, ma apparentemente il complotto non aveva ancora raggiunto la fase finale e non è chiaro come e quando i complottatori lo avrebbero portato a termine. Qualcuno degli investigatori non è nemmeno sicuro se sarebbero riusciti a portarlo a termine, cioè se possedevano l'esperienza tecnica richiesta per fare detonare un esplosivo di quel tipo.
Questo non significa che il pericolo non fosse (e non rimanga) serio; né che un'altra cellula terroristica non stia portando avanti nell'ombra un piano analogo, in Inghilterra o altrove. Ma alcune affermazioni fatte nelle prime ore e nei primi giorni successivi all'arresto dei ventiquattro sospetti, scrive il New York Times, appaiono ora 'esagerate', imprecise, fuorvianti. Non ci sarebbero prove, ad esempio, che i terroristi volevano far saltare 'dieci' aerei, né che il loro attacco avrebbe causato un massacro 'inimmaginabile, senza precedenti'.
La dinamica degli arresti e soprattutto il modo in cui furono annunciati diffuse l'impressione che i terroristi fossero stati fermati all'ultimo momento: poche ore dopo o al massimo il mattino seguente sarebbero saliti sugli aerei compiendo le loro stragi. Invece dall'inchiesta del New York Times risulta che non avevano ancora acquistato i biglietti e neppure deciso date o rotte dei voli".
Cioè, quello che Craig Murray aveva osservato a pochi giorni dagli arresti, e che aveva ribadito in un commento sul Guardian: la scelta dei tempi è stata di natura politica ("qui c'è più propaganda che complotto"), il rischio era probabilmente reale ma vago, e soprattutto questa operazione non ha contribuito a eliminarlo.
L'inchiesta ieri è uscita solo sulla versione cartacea del New York Times, ed è stata esclusa dal sito Internet. Oggi c'è, a questo indirizzo.
(Per evitare la registrazione, c'è il solito bugmenot)
"la minaccia era seria, gli arresti vennero decisi dopo che alcuni dei presunti terroristi registrarono le rivendicazioni dell'attentato da rendere pubbliche dopo la loro morte suicida, ma apparentemente il complotto non aveva ancora raggiunto la fase finale e non è chiaro come e quando i complottatori lo avrebbero portato a termine. Qualcuno degli investigatori non è nemmeno sicuro se sarebbero riusciti a portarlo a termine, cioè se possedevano l'esperienza tecnica richiesta per fare detonare un esplosivo di quel tipo.
Questo non significa che il pericolo non fosse (e non rimanga) serio; né che un'altra cellula terroristica non stia portando avanti nell'ombra un piano analogo, in Inghilterra o altrove. Ma alcune affermazioni fatte nelle prime ore e nei primi giorni successivi all'arresto dei ventiquattro sospetti, scrive il New York Times, appaiono ora 'esagerate', imprecise, fuorvianti. Non ci sarebbero prove, ad esempio, che i terroristi volevano far saltare 'dieci' aerei, né che il loro attacco avrebbe causato un massacro 'inimmaginabile, senza precedenti'.
La dinamica degli arresti e soprattutto il modo in cui furono annunciati diffuse l'impressione che i terroristi fossero stati fermati all'ultimo momento: poche ore dopo o al massimo il mattino seguente sarebbero saliti sugli aerei compiendo le loro stragi. Invece dall'inchiesta del New York Times risulta che non avevano ancora acquistato i biglietti e neppure deciso date o rotte dei voli".
Cioè, quello che Craig Murray aveva osservato a pochi giorni dagli arresti, e che aveva ribadito in un commento sul Guardian: la scelta dei tempi è stata di natura politica ("qui c'è più propaganda che complotto"), il rischio era probabilmente reale ma vago, e soprattutto questa operazione non ha contribuito a eliminarlo.
L'inchiesta ieri è uscita solo sulla versione cartacea del New York Times, ed è stata esclusa dal sito Internet. Oggi c'è, a questo indirizzo.
(Per evitare la registrazione, c'è il solito bugmenot)
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venerdì, agosto 18, 2006
Target: USA
"I fatti, non la paura! Non la paura! Anche se usiamo la musica della paura! La voce della paura! Il font della paura! Serve solo ad attirare la vostra attenzione, per potervi dire: 'Tutto a posto, non temete'".
Per i fan del Daily Show e di Jon Stewart.
Per i fan del Daily Show e di Jon Stewart.
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martedì, maggio 30, 2006
Il nemico e la Tv
"Un fronte nella guerra al terrore è, naturalmente, l'Iraq. E la gente del nostro paese è inquieta a causa della guerra, e io lo capisco. Capisco perfettamente perché gli americani sono in ansia per quello che vedono alla Tv. Si chiedono preoccupati se riusciremo a vincere o no. Nella mia mente non c'è alcun dubbio che vinceremo. E il nostro obiettivo è avere un Iraq che riesca a governarsi, reggersi e difendersi da solo, un alleato nella guerra al terrore, e un esempio per coloro che in quella regione ambiscono disperatamente alla libertà.
Il nemico non può sconfiggerci sul campo di battaglia, ma quello che può fare è portare immagini orribili sui nostri schermi televisivi".
George W. Bush a Philadelphia, 24 maggio 2006.
Il nemico non può sconfiggerci sul campo di battaglia, ma quello che può fare è portare immagini orribili sui nostri schermi televisivi".
George W. Bush a Philadelphia, 24 maggio 2006.
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domenica, settembre 25, 2005
Armed & Dangerous
"It is an important and popular fact that things are not always what they seem. For instance, on the planet Earth, man had always assumed that he was more intelligent than dolphins because he had achieved so much - the wheel, New York, wars and so on -- whilst all the dolphins had ever done was muck about in the water having a good time. But conversely, the dolphins had always believed that they were far more intelligent than man - for precisely the same reasons."
Douglas Adams, The Restaurant at the End of the Universe.
36 delfini armati di frecce avvelenate e addestrati dalla US Navy ad attaccare e uccidere si aggirano nel Golfo del Messico, apparentemente fuori controllo dopo l'Uragano Katrina. "Hanno imparato a sparare agli uomini in tuta da sub che simulavano attacchi terroristici durante le esercitazioni. Se dovessero scambiare semplici nuotatori o surfisti per spie o terroristi suicidi, potrebbero lanciare le loro frecce tossiche".
I delfini sono molto intelligenti; questi però, essendo stati addestrati dalla marina americana, potrebbero esserlo un po' meno.
Cose che capitano sul pianeta Terra.
Fonte: "Armed and dangerous - Flipper the firing dolphin let loose by Katrina", The Observer.
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venerdì, luglio 29, 2005
Fiori, probabilmente
Secondo questo articolo del New York Times il Dipartimento della Sicurezza Nazionale consiglia alle autorità di confine degli Stati Uniti di cercare alcuni "indicatori di terroristi suicidi": tra questi, "testa rasata o capelli tagliati corti. Un taglio corto o barba e baffi rasati di fresco possono essere individuati grazie alle zone di pelle più chiare sul viso o sulla testa. È possibile che odorino di erbe o di fiori (più probabilmente di fiori), poiché potrebbero essersi spruzzati del profumo sul corpo, sui vestiti e sulle armi per prepararsi al Paradiso." [sulle armi? le armi non sarebbero di per sé un indicatore, dunque, ma due gocce di acqua di rose sì?]
A ciascuno le sue istruzioni. Secondo lo Spiegel circolerebbe in rete una Guida della Jihad all'Iraq, a cura di un certo "Dottor Islam", con consigli di viaggio per facilitare l'attraversamento della frontiera: "girate in piccoli gruppi", "portatevi dei jeans e un Walkman... con qualunque tipo di musica."
Altrove, come si sa, per non farsi notare è meglio non correre nella metropolitana, soprattutto se si ha con sé uno zainetto, si indossa un cappotto e si sembra un po' stranieri.
È un mondo difficile.
A ciascuno le sue istruzioni. Secondo lo Spiegel circolerebbe in rete una Guida della Jihad all'Iraq, a cura di un certo "Dottor Islam", con consigli di viaggio per facilitare l'attraversamento della frontiera: "girate in piccoli gruppi", "portatevi dei jeans e un Walkman... con qualunque tipo di musica."
Altrove, come si sa, per non farsi notare è meglio non correre nella metropolitana, soprattutto se si ha con sé uno zainetto, si indossa un cappotto e si sembra un po' stranieri.
È un mondo difficile.
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giovedì, luglio 07, 2005
Hold tight London/post in aggiornamento
Notizie aggiornate da Londra su Europhobia.
(via Chicken Yoghurt).
Adesso anche sul blog del Guardian.
Project nothing! mette insieme un po' di fonti e di notizie.
Altri aggiornamenti sul sito della BBC.
E poi c'è Wikipedia.
The London Bomb Blasts Pool su Flickr.
Liveblogging anche da Perfect.co.uk.
Kinja digest.
Surviving a terrorist attack.
Commenti del giorno:
"It's probably the French" (Wibbler.com).
"Tomorrow's Daily Mail:
Asylum Seeker Terror Attacks Hit House Prices"
(Shot by both sides)
"No one has told the Big Brother housemates, have they?"
the journal of flaming kitties
"And then there was a very gentle boom.
We all screamed a little, like people on a slow rollercoaster, and then relaxed and smiled. Some of us giggled with relief. Whatever that was, it wasn't us.
Only when biking in, listening to Radio 5's brilliant coverage, did I realise I'd heard the bus bomb go off in Tavistock Square.
Tavistock Square is actually dedicated to peace. It's got a lovely garden with statues of peacemakers and pacifists."
Skip's Acorn Treasury
(via Chicken Yoghurt).
Adesso anche sul blog del Guardian.
Project nothing! mette insieme un po' di fonti e di notizie.
Altri aggiornamenti sul sito della BBC.
E poi c'è Wikipedia.
The London Bomb Blasts Pool su Flickr.
Liveblogging anche da Perfect.co.uk.
Kinja digest.
Surviving a terrorist attack.
Commenti del giorno:
"It's probably the French" (Wibbler.com).
"Tomorrow's Daily Mail:
Asylum Seeker Terror Attacks Hit House Prices"
(Shot by both sides)
"No one has told the Big Brother housemates, have they?"
the journal of flaming kitties
"And then there was a very gentle boom.
We all screamed a little, like people on a slow rollercoaster, and then relaxed and smiled. Some of us giggled with relief. Whatever that was, it wasn't us.
Only when biking in, listening to Radio 5's brilliant coverage, did I realise I'd heard the bus bomb go off in Tavistock Square.
Tavistock Square is actually dedicated to peace. It's got a lovely garden with statues of peacemakers and pacifists."
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