lunedì, marzo 23, 2009

Non espellere, accompagnare (WRSASYDHT, cioè: è stato lunedì per tutti)

Dalla terra
TOGLIETE DALLA SANITà DALLE FARMACIE DAL COMMERCIO DALLA TERRA TUTTE QUELLE MEDICINE FACILMENTE ACQUISTABILI CHE ACCENDONO ISTINTI BESTIALI NEL CORPO DEI UOMINI FRUSTR

Precoce
Ma chi è in fondo 'sta Mussolini? Una precoce soubrette, prestata alla politica

Yahoo hates us
Ora anche le news di Yahoo sono chiaramente antiberlusconiane. Fantastico! La vittoria è assicurata per almeno due prossime tornate elettorali politiche.

Alternative
la scienza mondiale non è stata capace di trovare alternative al preservativo vecchio di 2000 anni,e se la prende col Papa,veda di darsi una mossa,anche il CNR!!!

Achtung leghisti
Fate attenzione perché pubblicate messaggi di leghisti. Lo spazio aperto è segno di libertà, ma bisogna difendere la libertà da chi ne approfitta.

Eh (Do Brasiu!)
sul ddl sicurezza eh la stabilito che il medico puo comunicare il clandestino..non che deve comunicare...tuto qui...e basta

Sostando
Sostando anche solo 1/2h dal proprio medico di base si capisce quanto MALAFFARE stia nella sanità pubblica:c'è,ad ogni h,una sfilata continua di pseudoinformatori!!!!

Il prontosoccorso è
L'inferno del cittadino ore di stressante attesa nel dolore,gente che perde sangue,chi urla,chi sviene, gli stranieri hanno sempre il verde passano sempre avanti.

Bambini di ogni ordine e grado
CI SONO ASILI ITALIANI CHE HANNO CASI DI NUOVI VIRUS CHE ATTACCANO I BIMBI DI QUALSIASI ETà POI MISTERIOSAMENTE NEGLI OSPEDALI CI SONO CASI DI MALATTIE COME MENINGITI

Riaccompagniamoli
Non possiamo tenere in Italia degli stranieri disoccupati; questi vanno riaccompagnati nei loro paesi di origine.

Non siamo razzisti
Siete voi a non voler capire che non siamo razzisti e che quando diciamo: via i clandestini ci riferiamo a chi non ha lavoro, ruba, stupra o vive di accattonaggio

Estracomiunitari
MUSSOLINI = SPINA NEL FIANCO.VA ISOLATA. NON NON LI VOGLIAMO I CLANDESTINI SOLO ESTRACOMIUNITARI IN REGOLA.BASTA SANITà A SBAFO SULLA SPALLE DEGLI ITALIANI!

E poi
OGGI NOTIZIA ENNESIMA ALLA TV TROVATI ALCUNI STRANIERI CHE PUR LAVORANDO REGOLARMENTE INCITAVANO ALLE AZIONI DI TERRORISMO CITTà DI TV E UD E POI SI PARLA DI INTEGRARE

Per me
Per me toglierei la parola "partito"con "casa" resta più FAMIGLIARE e tanti significati.

sabato, marzo 21, 2009

Visione naturale della poesia secondo gli slavi

[Visto che di Kruglov è stato tradotto molto poco (e non in italiano), vi tocca leggervi la mia traduzione: ma se riesce a non intralciare troppo l'originale non sarà un post buttato via. Il titolo richiama quello della fondamentale opera di Aleksandr Nikolaevič Afanas'ev - il grande studioso della fiaba russa - Visione poetica della natura secondo gli slavi, 1865-9].

Visione naturale della poesia secondo gli slavi
di Sergej Kruglov

La creazione poetica è nera tenebra.
Vicolo cieco, punto morto, gola, buco.
Casa abbandonata, villaggio fantasma, folto del bosco in notte senza stelle, pozzo isolato, sacco sulla testa (e colpo); armadio e naftalina (e strega, babau, mano nera, che invisibile scruta dal buio).
Le sono soggetti i solitari soltanto, i bambini malati, i bambini spaventati, menomati, i bambini ciechi,
i bambini con le gambe paralizzate, con vizi cardiaci congeniti,
i bambini che bagnano il letto nel sonno,
i bambini nella cui camera il lume si è spento all'improvviso,
i bambini cresciuti senza madre,
i bambini che l'infanzia, il sole, la luce, l'aria, le foglie, l'acqua, il badminton, le corse, le risate
hanno condannato alle tenebre.

Non vedi nulla davanti a te, né alle tue spalle. Ma qualcuno ti costringe a entrare nel buio. Ad andare verso un ipotetico avanti.
Trovare un'analogia
al tormento, alla pena di questa spinta
il bambino potrà soltanto se cresce, sopravvive, o magari – e questo è più raro – mette al mondo dei figli e in seguito alleva nipoti, e allora, settantenne,
seduto su una sedia in giardino nel sole di un giorno di luglio, mentre il nipotino o la nipotina giocano, ridono, danno la caccia agli insetti, sudati corrono a bere, ti sgusciano dalle mani e tornano a correre, sole e luce – l'ago nero punge a un tratto quella bolla luminosa,
e tutta l'essenza del vecchio bambino-poeta si contrae nella disperazione:
“Signore, il mio povero piccolo! Fai che non cada nel pozzo, afferralo, non lasciarlo andare!
Posagli una mano sulla fronte, restagli accanto, cantagli la notte una canzone che non gli faccia paura, dimora con lui nel suo cuore!...”
e sembra essere giunto il momento delle lacrime diluite e abbondanti di vecchio. Ma non ci sono lacrime, lo sguardo si fa di pietra, cieco. Vede e non vede:
i fantasmi di voci estranee, non familiari, non quelle, aliene – ma devi andare avanti, afferrare i fantasmi;
tasti l'irregolarità dei muri: cos'è?
sono crepe? porte? nicchie? lettere in bassorilievo?
Vuoti, dove si squaglia un dolcissimo orrore?
Niente; e il bambino, controvoglia, cedendo a un impulso misterioso, muove la mano tesa dall'alto al basso, allunga le estremità delle dita a tastare, afferrare, stringere;
e affila lo sguardo, accecato dal buio, per spingersi nell'oscurità e arrivare laggiù, alla curva del corridoio e oltre, fino a vedere la strada invisibile.
Con tutte le forze si allunga nel buio.
Questo è scrivere: vincere le tenebre facendosi tenebre.
E non c'è niente di bianco – farfalla, cavallo spettrale, semitono, luna, vento fosforescente – nel nero fiume dannato della poesia, che scorre verso una luce sconosciuta e inesistente.

Originale: "Природные воззрения славян на поэзию"
Sergej Kruglov, nato nel 1966, ha studiato giornalismo a Krasnojarsk e ha poi lavorato come reporter nel giornale locale di Minusinsk. Nel 1999 è stato ordinato sacerdote della Chiesa ortodossa russa. È sposato e ha tre figli. Ha pubblicato tre libri di poesie. È una delle voci più significative della nuova generazione di poeti russi.

venerdì, marzo 20, 2009

Vogliamo l'occhio e anche la sua parte/3

- Mamma, a me mette ansia questa cosa del binocolo.
- Ma mica spiamo le persone. Tuo padre segue i lavori di costruzione delle villette a schiera laggiù. Io guardo i giardini, i monti, la strada che porta al ristorante Mark. Quell'attico di via Vittorio Veneto.
- L'attico.
- Mica vado a leggere il labiale della gente, cosa credi. Guardo l'arredamento, la composizione delle stanze.
- Eh!
- Ma son belle le caprette?
- Sì.
- Laggiù ce n'è una. La vuoi vedere?
- No.

mercoledì, marzo 18, 2009

La sinistra strema (WRSASYDHT, bonus track)

Do Brasiu!
voglio fare un apelo ai amici del pdl..per favore non sprechiamo i tempo parlando di prodi e dela sinistra strema...per favore..sono veri zumbi..lasciamo perdere..

martedì, marzo 17, 2009

Life in a Blue Space

[We read Spazio Azzurro at least once a week so you don't have to].

I timbri

in Svizzera,mi dicono,percepisce il sussidio alla disoccupazione solo chi,in cerca di lavoro,dimostra di averlo cercato coi timbri delle aziende a cui si è rivolto

Tecnicamente
tecnicamente, dare del "clerico-fascista" a Berlusconi è proprio una cosa da ignoranti

Meno male
Caro Cavaliere, mi permetta di chiamarLa confidenzialmente caro. Meno male che c'è Lei, che ci ha salvato dai comunisti. Altrimenti avremmo avuto una dittatura, ora v

Meglio
Tessera sanitaria,codice fiscale,reddito presunto,esenzione tiket,impegnativa ,tempo di prenotazione ....e il clandestino?Meglio essere clandestini.

Perché
perche' al concorso per bidelli se mi trovano con il compito di un altro mi buttano via e i nostri dipendenti possono fare quello che vogliono votando al posto altrui

Do Brasiu!
pelo che sento io qui in brasile batisti sara straditato..non potrebe essere diverso...batisti en un caso del`italia e non del brasile...e basta..

Il solito intellettuale
Questo sito, pone l`accento nella differente mentalita di fondo, per averlo ideato. Ugualmente lo pone, nelle distanza cosmica tra alcune intelligenze.

Avreste una stonza?
Le Banche MONTONO ! Prendono i soldi con i Tremnti bond e bloccano credito e mutui. Questa la realtà. Sarebbe ora che Berlusconi verificasse di persona la realtà.

Incapaci
I professori dei licei incapaci di trasmettere ogni forma di amore attreveso i propri studenti martorizandoli, dellle loro frustrazioni siamo stufi di queste persone.

Asfisciante
bisogna sostenere l amato MINISTRO BRUNETTA affinchè porti avanti la sua sacrosanta battaglia contro questa struttuta asfisciante statale che è inadempiente e costos

lunedì, marzo 16, 2009

War Nerd: Apocalypse mai

[Fan del ciccione di Fresno: buon divertimento e tanti baci dal Miro. Non fan: premete avanti veloce, aspettate il prossimo post, e tanti baci dal Miro].

Apocalypse mai

di Gary Brecher

Chiedo scusa per la lunga pausa. Ero occupato con il mio vero lavoro, ho perfino fatto un po' di straordinari. Un tempo me ne sarei anche lamentato, ma mi sono accorto che sono diventati tutti molto flessibili sugli orari adesso che sono abbastanza fortunati da avere un lavoro. Niente più storielle da lunedì mattina. Siamo allegri come un mucchio di mormoni durante una cura canalare. E sotto quelle pose zelanti la gente è terrorizzata. Così ovviamente tutti stanno tirando fuori scenari da fine della civiltà. C'è tutta una serie di tizi (soprattutto tizi, ma anche qualche lesbica qua e là) in attesa che qualcuno tiri fuori lo scenario Omega Man*/Io sono leggenda: cosa farete voi tutti quando crollerà la civiltà?

Di solito va a finire che si parla di armi. Non fatemi ridere. Come se le armi di piccolo calibro potessero aiutarvi a sopravvivere alla fine del mondo. Oh, certo, ho capito. In effetti quando andavo alle superiori girava questa battuta che lo riassumeva bene: “Qual è la definizione di survivalista? Qualcuno con un fucile e l'indirizzo di un mormone”. Perché tutti sapevamo che quei mormoni, in base a un documento ufficiale trasmesso direttamente da Dio a Joseph E. Smith Junior, dovevano ammucchiare provviste di cibi in scatola per un anno nelle loro piccole ordinate cantine. Così, l'idea era che se avevi un fucile ti bastava andare a casa loro. Poi, se eri uno di quei tizi coccolosi da dialogo interreligioso li cacciavi semplicemente via. Altrimenti li facevi fuori tutti. Anche se con i tassi demografici dei mormoni significava usare tante munizioni su gente praticamente inoffensiva.

Be', allora era inoffensiva. Adesso mi sa che se butti giù a calci la porta di una casa di mormoni ti prendi una bella scarica di pallettoni in faccia. La gente adesso è più cattiva.

Ma essere armato fino ai denti e pronto a fare il prepotente non ti salverebbe comunque. Perché bisognerebbe pensare alle cose pallose, quelle che non piacciono a nessuno, come l'organizzazione. Ecco quello che mi urta di tutte queste fantasie catastrofiste: che finisci per rintanarti in casa con fucili e munizioni e anni e anni di sogni bagnati da videogioco che ti frullano nella testa.

Una domanda: dove la prendi, l'acqua? Puoi vivere settimane senza cibo (nel mio caso anche un anno; anzi, mi sa che mi farebbe bene digiunare per un anno o giù di lì) ma dell'acqua hai bisogno tutti i giorni. Prendiamo la California. 24 milioni di persone nella California del Sud, che io sappia. Sapete dove prendono l'acqua? Dal rubinetto, sì sì: ma quando smette di uscire dai rubinetti? Sei lì che armeggi con il miscelatore e dal rubinetto ti zampetta fuori solo un ragno. Ecco quello che mi spaventa, non gli eserciti di zombie o di stupratori.

In California del Sud non ci sono fiumi. Lo avete mai visto il fiume di Los Angeles? Certo che sì: sta circa in un milione di film. È lì che girano i finti inseguimenti, dove Terminator 2 guidava l'autoarticolato. È un canale sotterraneo dove scorre un rigagnolo. 23 milioni di yuppie che un momento prima si preoccupano di idratarsi ogni ora e un momento dopo leccano le alghe dall'ultima pozza di quel canale.

Quando ero ragazzino c'era un vecchio emigrato chiamato Cecil che scavava pozzi. È da un bel po' di tempo che non sento più parlare di quel lavoro. Se qualcuno vivrà abbastanza a lungo e avrà qualcosa con cui pagarli, gli ultimi superstiti scavatori di pozzi saranno re. “Ecco, che ne pensa di mia figlia qui in cambio di un pozzo, signore, sua eccellenza, sua rusticità?”
 Non so neanche dove prende l'acqua Fresno; adesso guardo su Google. (Usate Google ora che potete; quando non ci sarà più corrente elettrica l'accesso a internet sarà limitato).

OK, cinque minuti online ed eccoci qui. Ecco la pagina delle FAQ della città di Fresno:
FONTE D'ACQUA: Da dove viene l'acqua potabile?
Per gli utenti della Città di Fresno la principale fonte di acqua potabile è il Fresno Sole Source Aquifer, la principale falda acquifera di Fresno, un grande sistema idrico sotterraneo che rifornisce molte comunità della San Joaquin Valley. In città sono in funzione circa 250 pozzi che prendono l'acqua da questa falda. All'acqua della falda si aggiunge quella del depuratore delle acque di superficie, che riceve e tratta le precipitazioni e l'acqua generata dallo scioglimento delle nevi dai bacini idrografici del Kings e del San Joaquin. Fresno ha un aggressivo programma di ricarica che continua a trovare nuovi luoghi e metodi per condurre la ricarica della falda acquifera. Le operazioni di ricarica possono rallentarne il declino, ma con la tutela del patrimonio idrico potete contribuire al conseguimento di un maggiore impatto.
Quella pagina riportava un'altra cosetta interessante: il livello della falda acquifera a Fresno è sceso da 9 a 40 metri. È un gran bel pozzo da scavare, soprattutto se manca il carburante.

Allora, invece di cavillare su calibri e gittate, vedete di scoprire da dove prende l'acqua la vostra città. C'è un bacino idrico o la pompano da un'altra parte? Se è così vi converrebbe preparare la tenda e programmare una gita al lago più vicino all'incirca nel periodo in cui la civiltà crollerà. Altrimenti i tubi resteranno all'asciutto e farete quello che tutti noi strepitanti war nerd facciamo quando il mondo finisce: morire. Tirare i cracchi, esalare l'anima, pagare una volta per tutte le bollette di internet.

Possiamo solo sperare che la fine del mondo sia così gentile da programmarsi per la stagione umida. “Caro Dio, sarebbe perfetto qualsiasi momento tra dicembre e aprile”. Se cade in agosto, la popolazione della California del Sud passerà da 23 milioni a... non lo so, qual è la popolazione di Lake Arrowhead?

Chiunque controlli le forniture dell'acqua controllerà la California del Sud, se crollerà. E state certi che non sarà un pistolero solitario in una casetta a schiera di Santa Ana. Quella è gente destinata a morire come mosche, aspettando l'attacco che ha sognato per tutta la vita mentre i suoi bambini muoiono di un'infezione per aver bevuto l'acqua delle ultime pozzanghere.

La vittoria sarà di chi ha i numeri. E non solo i numeri ma anche gente affidabile, equilibrata. Che ridere se alla fine fossero le chiese. Già me lo immagino. Nella scalogna di una post-apocalisse, cosa ve ne pare di una California del Sud come Impero dell'Assemblea di Dio? Sermoni di tre ore obbligatori, si richiede glossolalia. Gente, io non ce la farei. Un motivo per cui ho perso tutta la mia faccenda pentecostale è stato l'assoluto imbarazzo nel vedere damigelle rispettabili di mezza età come la signora Tamplen urlare come pazze, balbettare come Scooby Doo e correre avanti e indietro per la navata, la domenica, perché era l'unico modo di dimostrare che lo Spirito era in loro. Avrei preferito crederci sulla parola. “Signora, non è che potrebbe solo firmare una dichiarazione che lo spirito è in lei? E tenere ferme le braccia, per favore?” Non riuscivo ad accettare l'idea di SS pentecostali che ti costringevano a dimenarti in quel modo.

Ma potrebbe succedere facile facile. Le chiese hanno i numeri, e la loro gente è equilibrata, beh circa, Dio sa quanto sono tediosi. Mi vedo pattuglie di emigrati vestiti con enormi magliette da crociati con su stampate grandi croci rosse che fanno la guardia ai bacini della California del Sud e ti costringono a rispondere a un quiz sulle Scritture prima di concederti i tre litri quotidiani. Chi altri potrebbe riuscirci?

E per favore non ditemi le bande criminali come i Crips o i Bloods. Forse, dico forse, una qualche super-alleanza tra gang messicane, una Sureno Republic, potrebbe reggere per un po' di fronte ai Cristiani Rinati, ma io punterei tutti i miei soldi sulle chiese. Quelli delle gang li freghi troppo facilmente, finiscono per ammazzarsi tutti tra loro a suon di faide. Già me lo vedo, il sordido ministro della vecchia chiesa che gliela racconta, al capo dei Latin Kings: “Flaco, sai che ti amiamo e Gesù ti ama, ma purtroppo quei dimenticati da Dio dei Maras dicono che stai dando prova di debolezza... ” Neanche il tempo di finire la frase che l'alleanza Latin Kings/Battisti cancella dalla faccia della terra i teppisti salvadoregni. E quando è tutto finito una mattina ti svegli e scopri che tutti i Latin Kings sono scomparsi e tuo zio, che sta con il braccio armato della chiesa, si lava via il sangue dalle mani con un po' di quell'acqua tanto preziosa canticchiando “Così qual sono”.

E quando se ne saranno andati mettetevi l'animo in pace perché seguirà uno dei secoli più noiosi che possiate immaginare. Capite perché non ci sono videogiochi con quell'ambientazione: non ci si diverte mica. Però ha più senso della menata del pistolero solitario, perché la vittoria va sempre alle bande numerose. L'unico posto per un solitario in un mondo ostile è... be', già lo sapete. E adesso: ditemi il nome del californiano che è già sopravvissuto alla fine del mondo.

Risposta esatta: Ishi**. Ve lo ricordate, Ishi? I ragazzini studiano ancora a scuola quel povero bastardo? Noi sì. Ogni volta che vado verso nord sulla I5 e vedo l'uscita per il Parco Nazionale di Lassen penso a lui, che si raggomitola nel letto di un torrente per anni dopo che tutto il suo mondo è stato spazzato via. E se l'è cavata bene come chiunque in caso di invasione aliena, e però alla fine gli è toccato umiliarsi, non ce la faceva più da solo. Lo hanno trasformato in un diorama che era ancora vivo.

La tecnica di Ishi, nascondersi e vivere di rifiuti, potrebbe salvarvi per un po'. Almeno vivreste più a lungo dei Waco, che sono convinti di poter formare una repubblica costituita da una sola famiglia nel loro Bundy-rudere. Se non li stana l'acqua lo farà il fuoco. Come fate a tenere a bada 20, 30 o 200 aggressori organizzati, con quel fucile? Qualche volta dovete pur dormire, e quando lo farete un paio di Molotov attraverso la finestra, o magari sul tetto, vi convinceranno a negoziare in fretta e in furia.

Ecco, vedete, questo è triste: il mondo post-apocalittico sarà esattamente come questo, solo peggio. Stessi colleghi schifosi, le liti e la rotture di palle, ma nessuna delle comodità. I vincitori non saranno gli zombie, solo nuovi padroni. La chiamate fine del mondo perché perde la vostra tribù. Può essere la fine del mondo per voi, come lo è stata per centinaia di tribù indigene in tutto il mondo, ma quando il vostro mondo finisce così non è che continuate a giocare in mezzo a simpatiche rovine uscite da un videogame. Un'altra tribù prende il sopravvento, tutto qui. E quando succede non puoi rintanarti nella tua casetta con un'arma semi-automatica e resistere. Perché a vincere è l'organizzazione, non il pistolero solitario. Se vuoi sopravvivere, entra in un club. Sono solo i perdenti a vederci il caos. I mongoli sono il mio esempio classico. Erano un'“orda” per quelli che li subivano, ma se quei perdenti avessero avuto il buon senso di accettare la condizione di vassalli (che i mongoli solitamente offrivano prima di cominciare a radere tutto al suolo) avrebbero scoperto che i mongoli erano meglio organizzati dei loro oppositori. Il più delle volte gli eserciti mongoli affrontarono eserciti formati da pochi soldati professionisti e tanti coscritti, una massa di contadini guidata da tizi che comandavano per tradizione familiare. Metà di questi erano oppiomani, ritardati, puttanieri pigri o maschioni idioti. Vedete cosa succede a fidarsi dell'albero genealogico.

Invece i mongoli avevano un sistema più simile a quello di Bonaparte: prima dimostra quello che sai fare in guerra, poi ci aggiungiamo il titolo nobiliare. Gli eserciti mongoli erano organizzati su un sistema decimale che aveva ben più senso delle bande feudali, sempre intente a tradirsi a vicenda, che si trovarono di fronte.

Non erano il caos. Lo sembravano all'ultimo sopravvissuto del villaggio che scappava portandosi dietro storie di cumuli di teste mozzate. Ma quello non era caos, era fare pulizia.

Ha mai davvero vinto, il caos? Suonerà strano ma non riesco a pensare a un solo caso che rientri nello scenario da videogame, da Mad Max. Certo, gli imperi si indeboliscono e cadono, ma non è un'orda a sconfiggerli, è semplicemente un'altra tribù, un altro impero. I nuovi arrivati sono i “barbari” se ti battono, ma a viverci insieme ti accorgeresti che sono come qualsiasi altro gruppo di gente meschina, rissosa e ingorda.

Se ci fosse una massa di zombie che sciama per le strade, io sarei a mio agio. Ricordate la scena di Zombi dove stanno sul tetto del centro commerciale a sparare agli zombie per passare il tempo? Sarebbe così facile. In guerra la morte cerebrale non è un vantaggio, che ci crediate o no.

Al contrario, se guardate bene alla storia militare dell'ultimo secolo capite che sono la bassezza e il sotterfugio, nascondere i massacri e leccare i piedi del potenziale alleato, a vincere le guerre. Ecco come è stata sconfitta la Wehrmacht, il migliore esercito di terra dai tempi dei mongoli, e come hanno vinto i britannici. In ogni battaglia in cui hanno affrontato i tedeschi in condizioni di parità, in entrambe le guerre mondiali, i britannici hanno perso. Ma hanno vinto le guerre perché avevano questa enorme colonia anglofona, l'America, a rifornirli, e questo provvidenziale fossato chiamato Canale della Manica a fermare i carri armati. La vittoria non va ai forti, o ai folli; se così fosse, il giorno del Compleanno di Hitler staremmo a casa dal lavoro, e la Deflorazione Imperiale di Hirohito, tipo, sarebbe semifestivo.

Ci piacerebbe che il mondo finisse, o almeno lo crediamo. (Al primo mal di denti o malattia della pelle cambiereste idea, però). Ma purtroppo – o allegria, come volete – non accadrà mai.

Allora perché tutti non fanno che parlarne, tutto stocazzo di giorno? Semplice: è l'idea più divertente del mondo. Pensateci. Tutti i film di zombie parlano di quanto sia bello avere tutta la città per te. Niente folla, niente altre persone scoccianti, solo una zona di tiro libero dove sei l'unico essere umano e dove puoi far saltare la testa a qualsiasi cosa tenti di morderti o di chiederti due spiccioli. Una vita di spese folli, immunità totale: come essere un divo, e se sei l'ultima persona rimasta sulla faccia della terra sei un divo per default. Non c'è gara.

A volte riesci perfino ad avere un cane, come in Io sono leggenda. Ma zero persone. Eccolo, il sogno. Ed ecco perché nessuno vuole guardare in faccia l'ovvio fatto che dopo l'apocalisse le alleanze, le bande o comunque vogliate chiamarle saranno più strette, più rigorose, più importanti che mai. Perché non è divertente. È come la vita d'ufficio ma senza corrente elettrica, senza tv, senza internet. Non ci sarà mai, la fine del mondo. Ci sarà la vostra fine personale; ma il mondo praticamente non batterà ciglio. Sarete fortunati a beccarvi un necrologio, un centimetro accanto alle previsioni del tempo. Il mondo non finirà mai. È questo a essere deprimente.

* titolo italiano 1975: Occhi bianchi sul Pianeta Terra, film di fantascienza del 1971, secondo adattamento del romanzo I am legend di Richard Matheson (NdT).

** L'ultimo superstite degli Yahi, tribù decimata dai massacri dei bianchi e dalle malattie: si ritiene sia l'ultimo nativo della California Settentrionale ad aver vissuto la maggior parte della sua vita al di fuori della cultura euro-americana. Fu trovato da un gruppo di cacciatori a Oroville nell'agosto del 1911, dopo aver abbandonato la sua terra ancestrale alle pendice di Lassen Peak, e il suo caso destò grande curiosità. Morì nel 1916 (NdT).

Originale: Exiledonline

venerdì, marzo 13, 2009

Pescava



In un supermercato di Monfalcone, dove il venticinquenne goriziano lavorava come guardia giurata.
Lanciava la lenza nei tubi pneumatici dove le commesse depositavano gli incassi, agganciava e tirava su.
Poi si giocava tutto (e perdeva) nei casinò di Nova Gorica.

Per la città di G. patrimonio dell'umanità si firma qui.

giovedì, marzo 12, 2009

La neve dell'anno scorso e la plastilina sovietica

Siamo stanchi d'inverno. Il morso
del gelo ha lasciato il suo segno
Su carne, mente, fango e legno.
Venga il disgelo, e sciolga la memoria
Della neve dell'anno scorso.

Primo Levi, 2 febbraio 1985

Mi piace pensare che Levi quando parla di neve dell'anno scorso abbia in mente l'espressione russa, prošlogodnij sneg. Nužen kak prošlogodnij sneg: necessario quanto la neve dell'anno scorso, superfluo, inutile. Čechov: "La scuola lo interessa quanto la neve dell'anno scorso". Gogol': "Il povero Pietro aveva di lei tanta necessità quanto noi della neve dell'anno scorso".

Padal prošlogodnij sneg (È caduta la neve dell'anno scorso) è anche il titolo di un film d'animazione russo girato nel 1983 da Aleksandr Tatarskij: è la storia di un uomo stolto, avido e amante della birra cui l'autoritaria moglie ordina di procurarsi un abete da addobbare per il nuovo anno. Ma il bosco in cui finisce è un luogo fatato, pieno di situazioni impreviste e di trasformazioni che intrappolano il protagonista: la trama segue due linee principali, costituite dai sogni dell'uomo e dall'improbabile trasformazione in una casetta dalle zampe di gallina (tema ricorrente della fiaba russa).

Il film, trasmesso dalla televisione centrale, entrò subito nell'immaginario popolare con il suo stralunato nonsense alla Lewis Carrol: proprio quella qualità aforistica e sognante, che spesso sconfinava nell'assurdo e nel paradossale, gli fece passare qualche guaio con la censura sovietica, che sospettava che in quelle frasi si celassero messaggi destinati ai servizi segreti stranieri (immaginate uno zelante funzionario davanti a frasi come "Quando una ghianda è matura tutti i maiali se la mangiano" o "Tanti idioti, qui, ma poche lepri"). E poi ritraeva l'uomo sovietico non come un eroe ma come uno sciocco. Uno sciocco con un udibile difetto di pronuncia, se vogliamo dirla tutta.

All'inizio Tatarskij tentò molte volte di far approvare la sceneggiatura, ma invano, perché gli venivano imposti solo film edificanti sui piccoli pionieri.
Allora ricorse a un trucco. Finse di voler girare una pellicola di animazione su Lenin:
"Bene. Voglio girare un film d'animazione su Lenin". Allora loro si fanno improvvisamente attenti: "Cosa c'è in Lenin da farci un film d'animazione?" "Be', - dico io, - Lenin era un tipo molto allegro. Farò un film allegro su Lenin, rideranno tutti a crepapelle". Loro capiscono che così si giocheranno la tessera di partito. E domandano: "Sarebbe possibile non fare questo film su Lenin?" "Sono un regista famoso, voglio farlo su Lenin". Due settimane dopo torno lì e reclamo nuovamente il film su Lenin. E poi accenno casualmente al fatto che il film si baserà sul racconto di Zoščenko su Lenin. Loro a quel punto mi dicono: fai quello che vuoi, basta che non lo fai su Lenin! E così ho fatto La neve dell'anno scorso.
Le disavventure del film non finirono lì: il nome di Stanislav Sadal'skij (che diede la propria voce sia al narratore che al protagonista) venne cancellato dai titoli del film perché, poco prima della messa in onda, Sadal'skij fu fermato al Ristorante Kosmos in compagnia di una cittadina straniera.

Tataskij avrebbe poi fondato il primo studio cinematografico sovietico indipendente, e anche il primo a usare per l'animazione la tecnologia 3D. Girò altri film molto belli anche se meno noti, e qualche filmato pubblicitario. È morto nel 2007 a 57 anni. Quando gli chiesero come mai avesse fatto pochi film, negli ultimi dieci anni, disse che tanti ne aveva girati, inventati, pensati nella sua testa: "Sono come le poesie, non bisogna per forza pubblicarle, basta crearle. Non ho avuto i mezzi finanziari e tecnologici per girarli, ma io questi film li ho visti tutti, e sono così belli, credetemi.".

Come va a finire il film di Tatarskij?
"Он и в третий раз ходил за елкой, и добыл ее... Но это было уже весной, и он отнес елку обратно".
"E per la terza volta andò a prendere l'abete, e lo prese... Ma era già primavera, e lo riportò indietro".

Sono partita da Levi per arrivare alla plastilina sovietica?
Sì.
Volevo solo dire: riportate nel bosco quell'abete, non vi serve più.

Padal prošlogodnij sneg
prima parte: http://www.youtube.com/watch?v=p1HSv_F3dRg
seconda parte: http://www.youtube.com/watch?v=_dtqcla666A

mercoledì, marzo 11, 2009

VVP e Vladimir Il'ič

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin entrò nel laboratorio del Primo Vice Capo dell'Amministrazione presidenziale Vladislav Jur'evič Surkov. Aveva in mano il quotidiano Vedomosti.
- Ascolta, bratello, - disse Vladimir Vladimirovič™, tendendo il giornale, - Hai letto cosa ha scritto di te Gontmacher*?
- Gontmacher? - domandò sorpreso Vladislav Jur'evič, mettendo giù il saldatore e prendendo il giornale – Chi è?
- Ma è tipo Illarionov, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Consiglia Dima.
- E allora? - domandò Vladislav Ju'revič, scorrendo l'articolo, - Dima lo ascolta?
- Be', lo ascolta, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Come io ascoltavo Illarionov.
E i due uomini scoppiarono in un'allegra risata.
- Ma a te cosa ti pare, - domandò Vladimir Vladimirovič™, facendo un cenno verso il giornale che stava tra le mani di Vladislav Jur'evič, - Ci sarà 'sta rivoluzione?
- Vedi, bratello, - disse Vladislav Jur'evič, - Illarionov e Gontmacher sono persone sagge, certo. Pensano al futuro. Ma al futuro ci pensano soltanto. Io invece il futuro lo faccio. Con questo saldatore. Con questi cacciavite.
- Nel senso? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- Loro si limitano a chiedersi se ci sarà la rivoluzione, - spiegò Vladislav Jur'evič, avvicinandosi a una specie di tenda, in un angolo del laboratorio, - Io invece quella domanda già non me la faccio più.
- Non capisco, - Vladimir Vladimirovič™ continuava a non capire.
- Ormai è la stessa cosa, che ci sia la rivoluzione oppure no, - disse Vladislav Jur'evič, afferrando l'orlo della tenda, - Noi siamo pronti a qualsiasi sviluppo della situazione.
E tirò la tenda.
Dietro c'era un grande tavolo, sul quale era steso un uomo nudo con un taglio che gli andava dalla gola all'inguine. Dal taglio sbucavano tanti fili colorati.
Vladimir Vladimirovič™ cominciò a indietreggiare.
- Ma che… - bofonchiò Vladimir Vladimirovič™, - Ma che ti sei impazzito?! Ma è Lenin, questo qua!!!
- Come vivo, - annuì Vladislav Jur'evič sorridendo, - Non per nulla avevamo conservato il Mausoleo. Adesso l'abbiamo chiuso per manutenzione, ed ecco qui.
- Ma ecco cosa? - urlò Vladimir Vladimirovič™, - Cosa ci fai?!
- Ma niente di particolare, - disse Vladislav Jur'evič, prendendo in mano un telecomando pieno di pulsanti, - Ho collegato degli elettrodi ai muscoli, ho messo un amplificatore nella testa. Guarda.
Vladislav Jur'evič premette un pulsante e Vladimir Il'ič Lenin si mise seduto.
Vladislav Jur'evič premette un altro pulsante e Vladimir Il'ič scese dal tavolo.
Vladimir Vladimirovič™ impallidì.
Vladislav Jur'evič premette un terzo pulsante e girò una manopola. Vladimir Il'ič sollevò il braccio destro e aprì la bocca.
- Compagni! - nel laboratorio risuonò la caratteristica voce, - L' insurrezione delle cinque regioni dei kulaki deve portare a una repressione spietata! Lo richiede l'interesse della rivoluzione, perché questa è l'ultima e decisiva battaglia contro i kulaki! Bisogna dare l'esempio!
Vladislav Jur'evič schiacciò un pulsante sul suo telecomando. L'ignudo Vladimir Il'ič fece un balzo verso Vladimir Vladimirovič™ e gli urlò in faccia:
- Impiccare! Proprio impiccare, perché il popolo veda, non meno di cento kulaki, riccastri e sanguisughe!
Vladimir Vladimirovič™ fece un salto.
- Pubblicare i loro nomi! - continuò il morto Il'ič, - Prendere loro tutto il pane!
- Toglimelo di dosso! - strillò Vladimir Vladimirovič™, - Via!
Vladislav Jur'evič fece un altro sorriso e premette un bottone. Lenin si calmò e si allontanò.
- A cosa ti serve? - domandò Vladimir Vladimirovič, riprendendo fiato.
- L'importante non è chi inizia la rivoluzione, - spiegò Vladislav Jur'evič, mettendo giù il telecomando, - L'importante è chi la guida. E la guiderà lui. Vladimir Il'ič.
- Ascolta, quella era l'età della pietra! - Vladimir Vladimirovič™ era scettico, - Allora c'era l'anarchia, ma adesso la gente ha le basi militari, i carri armati, fior fior di missili per l'amor di dio!
- Anche noi ce l'abbiamo un carro armato, - disse Vladislav Jur'evič, prendendo dal bancone alcune fotografie e allungandole a Vladimir Vladimirovič™, - E che carro armato!
Le fotografie raffiguravano un veicolo blindato di colore verde scuro.
- Cos'è 'sta roba? - Vladimir Vladimirovič™ ancora una volta non capiva.
- Mercedes, - rispose Vladislav Jur'evič, - Leninvagen. Piombato. Fabbricato su ordine speciale usando il corpo dello storico autoblindo. Ci sono due cannoni psicotronici ad ampio raggio d'azione. Quelli li comanderemo tu e io. Lenin invece starà sopra, nella torretta.
E Vladislav Jur'evič premette un altro pulsante. Lo sventrato Vladimir Il'ič si rianimò.
- Fare tutto, - urlò Lenin, - In modo che per centinaia di verste il popolo veda, tremi, gridi: si soffocano e si soffocheranno le sanguisughe e i kulaki!
A un tratto Vladimir Vladimirovič™ ebbe paura.

*Nel numero di Vedomosti di oggi Evgenij Gontmacher – direttore del Centro di politica sociale dell'Istituto di economia dell'Accademia russa delle scienze - attacca Surkov definendolo il Suslov dei nostri giorni, N.d.T.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

martedì, marzo 10, 2009

Proposte e appelli

[WRSASYDHT, edizione flash]

Nuova toponomastica
Proposta: chiamerei il ponte sullo stretto "Ponte della Libertà". Ciao.

Il bancomat
evasione/rapine ecc per combatterle,basterebbe ritirare tutto il denaro in carta/moneta e dotare tutti gli individui di una carta-bancomat, cosi tutti pagheranno le tasse sul'estrattocon

Clawns
LEGGIAMOLA L'UNICO LIBRO CHE NON INVECCHIA è SEMPRE ATTUALE LA BIBBIA PARLA DI TEATRANTI FIGURANTI DI IMBONITURI DI MAGHI STREGHE DI PAGLIACCI DI CLAWNS DI MERETRICI

Uscite dalla testa di ques'uomo
APPELLO DEI GORIZIANI SONO INVASI DA CLANDESTINI CHE VAGANO PER LE LORO STRADE LA CARITAS NON RIESCE AD ARGINARE IL FENOMENO DI INTERI GRUPPI DI SBANDATI IRREGOLARI CH


Lo Stolking, l'innamorato e la LEI
Lo Stolking nuova legge che mette in galera il fidanzato innamorato che chiama invano la LEI, i veri criminali assassini stupratori ladri sono liberi e ridono delle Italiche leggi.

I lupi transilvani
NON SCARCERATE SENZA AVER TROVATO I COLPEVOLI DELLE AGRESSIONI SONO DUE LUPI TRANSILVANI HANNO SEMBIANZE ANIMALESCHE POTREBBERO TORNARE A VIOLENTARE STUOPRARE E FORSE

Essi si moltiplicano
Fra qui e 50 anni la maggioranza sarà straniera,loro si moltiplicano più di noi,non è che per prendere un alloggio ho davanti 10 famiglie straniere?Attenzione.

---

[e adesso scusate, ma purtroppo devo andare a salvare un gruppo di sbandati irregolari da mia madre].

lunedì, marzo 09, 2009

Vogliamo l'occhio e anche la sua parte/2

Voyeurismo, parte seconda (la prima è qua).

- Sai quella famigliola che abita al secondo piano?
- Dove?
- Da te. Coppia giovane con due bambini piccoli.
- Eh.
- Hai presente?
- Circa.
- Che lui c'è scritto dottore sul campanello, ma chissà di cosa, dottore.
- Mamma.
- Forse suo padre lo conosco, è quello che fa le strutture con le bombe. Alto alto, con una moglie piccola piccola.
- Mamma, guarda che io non sempre ti capisco, certe volte sembra che mi stai facendo le carte.
- Cosa c'è da capire? Comunque. Sai che si trasferiscono vicino a casa mia?
- Ma va.
- Sai quella casa in vendita da anni, che ti piaceva?
- Non è che proprio mi piaceva.
- Vabbe', quella casa che io avevo anche telefonato all'agenzia per curiosità.
- Ma a me non interessava proprio tanto, serviva telefonare?
- Insomma, si trasferiscono lì. C'erano un sacco di lavori da fare. Poverini.
- Eh.
- Chissà che mutuo, di questi tempi. Prezzo impegnativo, mi avevano detto all'epoca. E c'era anche una vecchia dentro, mi pare.
- Mamma, ma tu come fai a sapere che vanno a stare lì?
- Li ho visti per caso. Così. Mettevano giù uno zerbino davanti alla porta di casa.
- E a che punto stanno con i lavori?
- Questo non lo so. Non è che con il binocolo si riesce proprio a capire tutto.

sabato, marzo 07, 2009

Lermontov & McCartney

Белеет парус одинокий, Beleet parus odinokij, è il primo verso di una lirica di Michail Jur'evič Lermontov, "La vela" (1832).

La Vela

Biancheggia, vela solitaria
Del mare nell'azzurra bruma...
Cosa in lontana terra cerca?
Al paese natìo cosa ha lasciato?…

Fremono l'onde, il vento fischia,
l'albero piega e geme...
Ahimè! Felicità non cerca
e da felicità non viene!

Sott'essa il flutto più chiaro del cielo;
sopra, del sole d'oro il raggio…
Ed essa inquieta chiede la tempesta,
come nelle tempeste fosse pace!

(Trad. di Tommaso Landolfi, Einaudi, Torino 1963)

È anche il titolo di un celebre racconto scritto nel 1936 da Valentin Petrovič Kataev e ambientato a Odessa nel 1905 sullo sfondo degli eventi della rivoluzione. Dal racconto fu tratto un anno dopo, in occasione del ventennale della rivoluzione di ottobre, un film - il primo prodotto dalla Sojuzdetfilm (gli studi cinematografici sovietici specializzati in film sull'infanzia, in seguito Kinestudija Gor'kij) - diretto da Vladimir Grigor'evič Legošin.

È infine il titolo di una canzone, con testo della poesia di Lermontov e musica del compositore Barlamov (appare tra l'altro in una bella scena del film del 1971 di Kira Muratova, Dolgie Provodi, I lunghi addii).

Dunque a un russo, a un russista, a un post-sovietico o a un filosovietico post-litteram un parùs che belèet odinòkij dovrebbe riportare alla mente varie cose, e vi auguro di non trovarvi nei paraggi quando accade (declama? canta? cita? si dilunga? si entusiasma? si commuove? cazza la randa?).

A Google Translate invece fa venire in mente semplicemente questo (cliccate per ingrandire):



The long and winding road.
Sì.
A noi fondamentalmente ci ha fregato la musica pop.

venerdì, marzo 06, 2009

VVP e il peso politico

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin entrò nello studio del Presidente della Federazione Russa Dmitrij Anatol'evič Medvedev. Tra le mani Vladimir Vladimirovič™ reggeva una scatola piatta di metallo con un piccolo quadrante al centro.
- Ascolta, bratello, - disse Vladimir Vladimirovič™, appoggiando la scatola sul pavimento dello studio presidenziale, - Su, sali un po' qui.…
- Vladimir Vladimirovič™! - esclamò Dmitrij Anatol'evič, - Bratello! E che è? Io sono comunque il presidente, mica uno così!…
- Va bene, va bene… - brontolò Vladimir Vladimirovič™, - Ah già che sei presidente, sei... scusa. Sali un po' qua, sali, dai…
Dmitrij Anatol'evič sventolò la presidenziale mano in un gesto indispettito, si alzò dalla scrivania, si avvicinò a Vladimir Vladimirovič™ e salì sulla scatola di metallo.
La freccia oscillò bruscamente un paio di volte e poi si bloccò tra il 5 e il 6.
I due uomini osservarono il quadrante.
- Cinquantaquattro, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Scendi.
Il presidente scese dalla scatola.
Vladimir Vladimirovič™ la raccolse e si avviò verso l'uscita dello studio.
- Ascolta, bratello, - domandò il Presidente un po' confuso, - Ma cos'è quella roba lì che hai?
- Una bilancia, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Misura il peso politico.
- E il tuo qual è? - domandò Dmitrij Anatol'evič.
- Il mio è di più, - rispose Vladimir Vladimirovič™, e uscì dallo studio.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

mercoledì, marzo 04, 2009

WRSASYDHT (Bonus Tracks)

[scusate, scusate, ma impossibile resistere:]

E' necessario espellere tutti gli immigrati se vogliamo debellare la divulgante criminalità e permettere così alla nostra Italia, la ripresa economica, sociale e mora

UPDATE:

Comunque
Non sono loro gli stupratori, e sia! resta il fatto che secondo il DNA sono comunque di ceppo rumeno!

Il Capo
I soldi finiscono, se non ne producono altri. Molte le testate solo a fare bastiano si scoprono rosse, anche ne i conti. Aveva ragione il Capo.

Stortare cartelli
l'Italia è un paese incustodito - non c'è manutenzione ! Es. un'auto sfonda un parapetto o storta un cartello ? Nessuno li sistemerà ! Nessuno vede, nessuno fa nien

Horror
Simona,ti lamenti per la legge sui cani?Il proprio cane è sempre più buono,capisco,ma immagina quei bambini dilaniati che urlano di orrore prima di morire?Che si fa?

E ci mancherebbe
IMPRENDITORI STANNO ESPROPIANDO I CITTADINI ITALIANI DELLA PATRIA DELLA SOVRANITà DELLA SICUREZZA,IN MOLTI PAESI GLI ITALIANI SONO DIVENTATI UNA MINORANZA.

martedì, marzo 03, 2009

Una vera minaccia di qualcosa

[Please do not read Spazio Azzurro: we do]

Ne jetez aucun object par la fennetre

Soluzione: 1) Campagna di sensibilizzazione agli italiani che buttano tutto dai finnestrini. 2) Multare i comuni che non puliscono sitematicamente ed efficacemente !

Diavolo di sporco
Come possiamo attrarre turisti con lo schifio che c'è in giro ? non bastano la storia, l'arte e i musei ! Serve ordine, puliiza e organizzazione !! Basta sporco !

Cartelli storti
Le strade Italiane fanno schifo !! sporco ovunque soprattutto sugli svincoli delle tangenziali - incuria - cartelli stradali storti ! buche, sabbia, lavori sospesi !!

Dermatiti
Berlusconi al centro della politica internazionale fa andare in bestia quelli del PD e gli altri. Franceschini poi è pieno di dermatiti e perde il senso delle parole.

Neanche la Bibbia
SILVIO NON IMBATTERTI IN UNA IMPRESA CHE NEPPURE LA SACRA BIBBIA HA SAPUTO RISOLVERE IL CONFLITTO SECOLARE FRA ISRAELE E PALESTINA PENSA AL TUO PAESE CHE VIENE OSTACOL

I congiuntivi a noi ci pettinano
segretario Franceschini ha proposto uno stipendio per chi perde il lavoro sarebbe giusto che i palamentari non rieletti il loro stipendio glielo passerebbero a loro

La crania
IL pdl alle prossime europee prende una memorabile botta nella crania e per colpa di Fini, i voti andranno alla lega, le nullità a questo portano!

Popolo sardo ajò
Vogliamo poter votare i nostri rappresentanti alle europee!! per avantaggiare i soliti siciliani ce ne stiamo a casa!!!

W l'anno breve
Vanno subito ripristinate le festivitá soppresse ! La soppressione ha portato nulla per l´economia. Le festivitá di cui trattasi sono le sequenti: (San Giusep

Do Brasiu/1
epifani: se passa il ddl su i scioperi "stati atenti".che vuol dire con stati atenti.questo per me eh una vera minaccia di qualcosa.doveva essere denunciato por mina

Do Brasiu/2
questi governatori che non vogliono le usine nucleari per coerenzia dovevano aprire mano di prendere l`energia che queste produrrano...ok?

Puffavan su per giù due mele o poco più

Tedesco chiama la polizia per "estraterrestri che parlano russo" BERLINO, 2 Marzo (RIA Novosti) - Un tedesco della Germania nord-occidentale ha chiamato la polizia, all'alba di lunedì, per segnalare un incontro ravvicinato con eXtraterrestri russofoni, ha dichiarato la polizia.

Il quarantenne di Gifhorn, Bassa Sassonia, ha chiamato la polizia alle 3:30 di lunedì affermando che sei creature extraterrestri, ciascuna delle quali alta circa 15 centimetri, volavano per il suo appartamento e parlavano russo.

Quando la polizia ha raggiunto la sua abitazione, l'uomo ha detto che gli alieni erano volati fuori dalla porta e si erano nascosti nelle fioriere.

Il portavoce della polizia non ha specificato se il "testimone" a sua volta parlasse il russo.

Link

Vogliamo metterci nei panni di questo straccio d'uomo che adesso ha degli ufi alti come puffi che gli parlottano nelle fioriere e nessuno che gli crede?

lunedì, marzo 02, 2009

Fratelli d'Italia

[We read Spazio Azzurro so you don't have, you really don't have to]


[Foto presa da inventati.org]

Forse anche il resto
Non riesco immaginare questo Governo senza crisi, avrebbe disorientato l'Europa e forse anche il resto. Gli prego la salute.

Orde
LO SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE DI OGNI CITTA'NON PUO'ESSERE CONDIZIONATO DA ORDE DI EXTRACOMUNITARI SENZA ARTE E NE PARTE CHE SI AGGIRANO OVUNQUE PER DELINQUERE!!!

Facce
Fatevi un giro per le periferie e rendetevi conto di che razza di paese è diventato il nostro. Degrado e paura a stare fuori. Notate le facce che hanno certi immigrati

Abondandis abondandum
Quei tre lustri abondandi in meno, sono carta giusta nella partita futura del Paese. Abbiate pazienza.

Fiat robot
Lo ricordo bene, quando la Fiat prese fuoco, le vetture venivano fuori con pezzi mancanti, Gianni Agnelli dovette chiudere un anno per riaprire con i robot.

Gianfranco Fini eats kittens
Presidente non hai bisogno di Fini.Se non ti liberi di lui e del suo filocomunismo sei finito.Possibile che non ti convinci che ti vuole annientare?

Conspiracy/1
Visti i comportamenti della sinistra, stiamo attenti CHE NON SIANO LORO A AGGREDIRE GLI IMMIGRATI PER POI DARE LA COLPA ALLE NOSTRE PACIFICHE RONDE!!!


si al ponte di messina

Travisati
Piacenza,ieri sera.Una pacifica ronda di cittadini disarmati aggredita da un gruppo di rifondaioli travisati,per non farsi identificare.COM'E' DEMOCRATICA LA SINISTR

Vai che sei piccolo
Brunetta finalmente un uomo che ci voleva,vai che sei piccolo ma un grande della politica. ci piaci moltissimo.

Le villette
NELLA PROV.DI PI.SONO STATE FATTE 17 VILLETTE X 17 FAMIGLIE ROM,E AGLI ALTRI? SPESI UN MARE DI SOLDI X NON RISOLVERE NIENTE, ALLA FACCIA DEGLI ITALIANI SENZA CASA.

Conspiracy/2
tornato in auge,ha gia'detto che"contrasterà"con i suoi amici dei centri sociali i ns.pattugliamenti!STIAMO ATTENTI!Sono capaci di menare i Rom per poi darci la col

Smentiscono?
Sono felice e orgoglioso che i nostri emigratii smentiscano i comportamenti di questo tipo pilotato di emigrazione che ci sta rubando l'Italia. Fratelli d'Italia!

giovedì, febbraio 26, 2009

La solitudine dei numeri unici

- Pronto!
- Pronto, ciao papà, come stai?
- Eh!
- Cosa, eh?
- No, è che aspettavo un'altra telefonata.
- E allora?
- E allora ho pensato, adesso chi è questa che mi chiama papà.

mercoledì, febbraio 25, 2009

Città Senz'Acqua, La Rabbia Dei Goriziani, Donna Simula Rubinetto



Ieri mattina, verso le undici e mezza, ha smesso di funzionare Gmail.
Dopo cinque secondi di perplessità (durante i quali ho pensato di aver sfondato il limite massimo di 7 Giga e di essere stata epurata dal Signor Google) la notizia era patrimonio comune dell'umanità.

Un'ora dopo in tutta la città di G. mancava improvvisamente l'acqua. Un filo sottile dai rubinetti, un gorgoglio nei tubi, e poi basta, più niente. Non è che noi a G. siamo proprio tanto wired, dunque in casi del genere usi il metodo Anni Settanta: fai qualche telefonata, esci sul pianerottolo, scendi in strada, vai al supermercato. Due ore dopo non si sapeva ancora nulla. A quel punto i goriziani stavano già incazzati con i Vigili del Fuoco troppo evasivi, il servizio guasti di IrisAcqua non disponibile e la Protezione Civile in stato confusionale. Verso le quattro del pomeriggio la cittadinanza cominciava ad aver voglia di lavarsi le mani e di fare la pipì. Si meditava ormai di organizzare una ronda dell'acqua e di spedirla in missione perlustrativa all'acquedotto della Mainizza.

Ore sei di sera: lo scenario della catastrofe cominciava a delinearsi (intervento di manutenzione elettrica, incidente, fiammata, incendio, un ustionato, sarebbe andata per le lunghe). I goriziani, che nel frattempo ormai provvedevano alle necessità igienico-sanitarie con litri e litri di acqua minerale, se la prendevano, in ordine sparso, con:
- Dio, dìs, zio, paletta;
- le autorità cittadine;
- le pompe di sollevamento;
- le lobby delle autobotti;
- le ditte appaltatrici;
- Nova Gorica, immaginata tutta intenta a cantare sotto la doccia mentre noi ci si lavava i denti con la Radenska, jebenti kudic.
(I titoli di oggi: goriziani infuriati, ristoranti in ginocchio, Protezione Civile allertata).

Per quanto mi riguarda, alle nove avevo finito le riserve d'acqua minerale e meditavo se fare il bagno con il fragolino (che non mi piace tanto, dunque sacrificabile) o con il latte (che mi piace tanto e fa bene alla pelle).

Ma perché, perché nel mezzo di una tragedia cittadina questa donna aveva finito l'acqua minerale? Spieghiamolo senza vergogna.

Il signor G.
Il signor G. ha poche esigenze. Mangia poco e in orari madrileni, non rompe, aiuta in casa, è comprensivo, accetta che frequenti uomini alfa di dubbia sensibilità e donne che insistono nel fargli il solletico sotto le zampe. Chiede solo una cosa: l'acqua corrente. Quel gatto ha un rapporto amniotico con i lavandini, i rubinetti e i bidet. Se non corre non è acqua. A niente è valso il posizionamento strategico di ciotole nei siti più impervi della casa (per dargli la sensazione di conquistarsi uno specchio d'acqua, per quanto immobile).

E una cosa fa, in questi casi.
O esce e va al cine.
Oppure decide di simulare un rubinetto con l'ultima bottiglia da due litri.
Ho simulato.
Lui aveva una faccia tra il "non capisco", "questo è un grande disagio" e "qualcuno qui si è dimenticato di pagare la bolletta dell'acqua". E vaglielo a spiegare. Lappava e poi mi osservava perplesso.

- Com'è buooooona.
[...]
- Glugluglu, com'è buona.
[...]
- Bravo. Guarda come viene giù. Fresca fresca.
- Ma miao.
- Un po' più velocino, stella. Guarda, guarda come faccio io. Ma che bel signor rubinetto che abbiamo qui.
E così ci siamo finiti l'ultima bottiglia.

Poi sono andata al cine.

L'acqua è tornata dopo mezzanotte, prima un gracchiare secco di tubi e poi un filo sottile che la cittadinanza ancora sveglia ha osservato sospettosa ("Ma si potrà bere?" "Siamo sicuri?" "Non è che ce la pompano a quartini dall'Isonzo?").

Oggi: flusso normale, gusto delicato, accesso libero a tutti i rubinetti per i gatti di casa.
Gmail funziona.

[Dato che ieri era martedì grasso, se vedete in giro omenati con la barba di un giorno e tracce di makeup da blondinka messa giù da gara, naturalmente - jebenti kudic! - quelli sono goriziani].