mercoledì, marzo 11, 2009

VVP e Vladimir Il'ič

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin entrò nel laboratorio del Primo Vice Capo dell'Amministrazione presidenziale Vladislav Jur'evič Surkov. Aveva in mano il quotidiano Vedomosti.
- Ascolta, bratello, - disse Vladimir Vladimirovič™, tendendo il giornale, - Hai letto cosa ha scritto di te Gontmacher*?
- Gontmacher? - domandò sorpreso Vladislav Jur'evič, mettendo giù il saldatore e prendendo il giornale – Chi è?
- Ma è tipo Illarionov, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Consiglia Dima.
- E allora? - domandò Vladislav Ju'revič, scorrendo l'articolo, - Dima lo ascolta?
- Be', lo ascolta, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Come io ascoltavo Illarionov.
E i due uomini scoppiarono in un'allegra risata.
- Ma a te cosa ti pare, - domandò Vladimir Vladimirovič™, facendo un cenno verso il giornale che stava tra le mani di Vladislav Jur'evič, - Ci sarà 'sta rivoluzione?
- Vedi, bratello, - disse Vladislav Jur'evič, - Illarionov e Gontmacher sono persone sagge, certo. Pensano al futuro. Ma al futuro ci pensano soltanto. Io invece il futuro lo faccio. Con questo saldatore. Con questi cacciavite.
- Nel senso? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- Loro si limitano a chiedersi se ci sarà la rivoluzione, - spiegò Vladislav Jur'evič, avvicinandosi a una specie di tenda, in un angolo del laboratorio, - Io invece quella domanda già non me la faccio più.
- Non capisco, - Vladimir Vladimirovič™ continuava a non capire.
- Ormai è la stessa cosa, che ci sia la rivoluzione oppure no, - disse Vladislav Jur'evič, afferrando l'orlo della tenda, - Noi siamo pronti a qualsiasi sviluppo della situazione.
E tirò la tenda.
Dietro c'era un grande tavolo, sul quale era steso un uomo nudo con un taglio che gli andava dalla gola all'inguine. Dal taglio sbucavano tanti fili colorati.
Vladimir Vladimirovič™ cominciò a indietreggiare.
- Ma che… - bofonchiò Vladimir Vladimirovič™, - Ma che ti sei impazzito?! Ma è Lenin, questo qua!!!
- Come vivo, - annuì Vladislav Jur'evič sorridendo, - Non per nulla avevamo conservato il Mausoleo. Adesso l'abbiamo chiuso per manutenzione, ed ecco qui.
- Ma ecco cosa? - urlò Vladimir Vladimirovič™, - Cosa ci fai?!
- Ma niente di particolare, - disse Vladislav Jur'evič, prendendo in mano un telecomando pieno di pulsanti, - Ho collegato degli elettrodi ai muscoli, ho messo un amplificatore nella testa. Guarda.
Vladislav Jur'evič premette un pulsante e Vladimir Il'ič Lenin si mise seduto.
Vladislav Jur'evič premette un altro pulsante e Vladimir Il'ič scese dal tavolo.
Vladimir Vladimirovič™ impallidì.
Vladislav Jur'evič premette un terzo pulsante e girò una manopola. Vladimir Il'ič sollevò il braccio destro e aprì la bocca.
- Compagni! - nel laboratorio risuonò la caratteristica voce, - L' insurrezione delle cinque regioni dei kulaki deve portare a una repressione spietata! Lo richiede l'interesse della rivoluzione, perché questa è l'ultima e decisiva battaglia contro i kulaki! Bisogna dare l'esempio!
Vladislav Jur'evič schiacciò un pulsante sul suo telecomando. L'ignudo Vladimir Il'ič fece un balzo verso Vladimir Vladimirovič™ e gli urlò in faccia:
- Impiccare! Proprio impiccare, perché il popolo veda, non meno di cento kulaki, riccastri e sanguisughe!
Vladimir Vladimirovič™ fece un salto.
- Pubblicare i loro nomi! - continuò il morto Il'ič, - Prendere loro tutto il pane!
- Toglimelo di dosso! - strillò Vladimir Vladimirovič™, - Via!
Vladislav Jur'evič fece un altro sorriso e premette un bottone. Lenin si calmò e si allontanò.
- A cosa ti serve? - domandò Vladimir Vladimirovič, riprendendo fiato.
- L'importante non è chi inizia la rivoluzione, - spiegò Vladislav Jur'evič, mettendo giù il telecomando, - L'importante è chi la guida. E la guiderà lui. Vladimir Il'ič.
- Ascolta, quella era l'età della pietra! - Vladimir Vladimirovič™ era scettico, - Allora c'era l'anarchia, ma adesso la gente ha le basi militari, i carri armati, fior fior di missili per l'amor di dio!
- Anche noi ce l'abbiamo un carro armato, - disse Vladislav Jur'evič, prendendo dal bancone alcune fotografie e allungandole a Vladimir Vladimirovič™, - E che carro armato!
Le fotografie raffiguravano un veicolo blindato di colore verde scuro.
- Cos'è 'sta roba? - Vladimir Vladimirovič™ ancora una volta non capiva.
- Mercedes, - rispose Vladislav Jur'evič, - Leninvagen. Piombato. Fabbricato su ordine speciale usando il corpo dello storico autoblindo. Ci sono due cannoni psicotronici ad ampio raggio d'azione. Quelli li comanderemo tu e io. Lenin invece starà sopra, nella torretta.
E Vladislav Jur'evič premette un altro pulsante. Lo sventrato Vladimir Il'ič si rianimò.
- Fare tutto, - urlò Lenin, - In modo che per centinaia di verste il popolo veda, tremi, gridi: si soffocano e si soffocheranno le sanguisughe e i kulaki!
A un tratto Vladimir Vladimirovič™ ebbe paura.

*Nel numero di Vedomosti di oggi Evgenij Gontmacher – direttore del Centro di politica sociale dell'Istituto di economia dell'Accademia russa delle scienze - attacca Surkov definendolo il Suslov dei nostri giorni, N.d.T.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

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