martedì, novembre 13, 2007

VVP e l'arma strategica

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e pensava dove avrebbe potuto spedire il primo ministro Viktor Alekseevič Zubkov per impedirgli di diventare troppo potente.
A un tratto le imponenti porte dello studio presidenziale si spalancarono per lasciar entrare il ministro della difesa Anatolij Eduardovič Serdjukov e uno sconosciuto che indossava un giubbotto imbottito.
- Ascolta, bratello, - disse tutto allegro Anatolij Eduardovič, - Va' chi ho trovato.
E Anatolij Eduardovič diede una piccola pacca sulla schiena dello sconosciuto, che fece un passo avanti.
- Chi è 'sto qua? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- Arma strategica, - il ministro della difesa abbassò la voce, - Petrovič, il nome è segreto. Lavorava da noi nel reparto spedizioni.
- E cosa sa fare? - domandò Vladimir Vladimirovič™.
- Sa provocare tempeste, - rispose in un sussurro Anatolij Eduardovič.
- Tutto qua? - si stupì Vladimir Vladimirovič™, - Ma guarda che tanti lo sanno fare. Li ho visti al cinema. Si chiamano X-Men.
- Tu non capisci, - sorrise il ministro, - Lui sa farlo a distanza. Hai una cartina?
- Quale cartina? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- Una cartina qualsiasi, - rispose Anatolij Eduardovič, - Su, per esempio quel mappamondo...
Vladimir Vladimirovič™ fece un cenno col capo in direzione dell'enorme mappamondo situato in un angolo del suo studio. Anatolij Eduardovič diede un'altra piccola pacca sulla schiena dell'uomo. Questi si avvicinò al mappamondo e vi appoggiò sopra il palmo ruvido.
- Eh, ma vacci piano! - esclamò preoccupato il ministro della difesa, - Guarda dove hai messo le mani! Questa è la Russia! Mettile sull'Africa, mettile!
Petrovič staccò la mano dal mappamondo e osservò pensosamente la superficie colorata.
- L'Africa, e dov'è? - domandò con voce rauca al ministro.
- Ma sì, ma sì, al diavolo l'Africa, va', - borbottò Anatolij Eduardovič, - Basta, per ora.
- Come? - domandò Vladimir Vladimirovič™ senza capire, - E adesso cosa succede?
- Accendi la radio, - disse Anatolij Eduardovič, - Dovrebbe essere... cos'è che abbiamo da quelle parti... Kerč? Mar Nero? Beh, vorrà dire che lì ci sarà una tempesta. Noi comunque adesso andiamo, sì? Lo chiudo da qualche parte ché non si sa mai. Tipo. E poi torno, eh.
Il ministro e Petrovič uscirono.
- Ma facessero qualcosa di utile, - brontolò Vladimir Vladimirovič™, stringendosi nelle presidenziali spalle, - No, invece trascinano qua un povero diavolo... ma che casino.
E Vladimir Vladimirovič™ tornò a pensare dove avrebbe potuto spedire il primo ministro Viktor Alekseevič Zubkov per impedirgli di diventare troppo potente.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

[Nota: Zubkov è stato spedito a Kerč]

lunedì, novembre 12, 2007

Black and proud

Esempio di traduttore automatico politicamente corretto:



In russo la frase "La nostra gatta ha partorito tre gattini: due bianchi e uno nero" diventa (lasciando perdere le altre piccole imprecisioni): "La nostra gatta ha partorito tre gattini: due bianchi e uno afroamericano".

I traduttori automatici non sono stupidi, sono solo diversamente intelligenti.

(via learn russian)

domenica, novembre 11, 2007

Diventa più intelligente con Google/14

Abbiamo un'emergenza nelle query:



Ты выйдешь за меня?
Ty vyjdešč za menja?
(scrittura fonetica viva là e po' bon: Ti vìdiesc za mignjà? la z come la s di rosa)

oppure perché non un più suicida "Sposiamoci", già che ci siamo?
Давай поженимся
Davaj poženimsja
(sfvlepb: Davài paženìmsia, la ž è come la j frònscèse)

[Warning: kids, don't try this at home]

venerdì, novembre 09, 2007

L'esercitazione

– Papà, e allora. Il marsupio?
– Chi te l'ha detto?
– Fonti che preferiscono restare anonime.
– Beh, il marsupio è stato dimenticato sul pontile ma poi recuperato.
– Dopo due ore, Elio.
– Recuperato, tutto a posto.
– Manu che giornata... Prima il marsupio con tutti i documenti dentro.
– Poi mi sono dimenticato i finestrini dell'auto abbassati, càpita.
– A novembre, papà.
– Un novembre caldo.
– Ci ha citofonato il De Luca.
– Ma mentre io andavo a riprendere il marsupio, tua madre ha ben pensato di rovesciare un chilo di zucchero sul pavimento della cucina.
– Poi, esausti, ci siamo fatti un caffè.
– Ma al posto dello zucchero aveva messo il sale.
– E così...
– Ci siamo detti non raccontiamolo alla Manu che si preoccupa.
– Non capirebbe mai, penserebbe che è Alzheimer. Insieme, che sfiga.
– E invece?
– Tutto sotto controllo, no, Elio?
– Era un'esercitazione congiunta.
– Ne facciamo, a volte.
– Perfettamente riuscita.
– Tranquilla, adesso? Cocchina?

mercoledì, novembre 07, 2007

VVP e i Quaderni

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin si avvicinò a una parete del suo studio all'interno del Cremlino e aprì una porticina dall'aspetto poco vistoso. Vladimir Vladimirovič™ fece scorrere la presidenziale mano sulla superficie grezza del muro, premette un interruttore e lo stanzino presidenziale si illuminò di una luce fioca. Vladimir Vladimirovič™ entrò, superò un'antica vetrinetta dov'erano custoditi il piede di Šamil Basaev, la mano di Ruslan Gelaev e un cofanetto con l'occhio di Aslan Maschadov. Vladimir Vladimirovič™ passò oltre una cassaforte nella quale era conservata la pistola con cui era stato ucciso il cantante Igor' Vladimirovič Tal'kov.
Vladimir Vladimirovič™ si accostò a una cassa che conteneva la terra santa donata a Lenin dai mahatma himalayani, spostò gli sci con su scritto "Putin" e si chinò. Vladimir Vladimirovič™ afferrò con le presidenziali mani la cassa piena di terra e la scostò faticosamente dalla parete. Dietro alla scatola si trovava una porticina simile a quella di una stufa, una porticina di platino con falce e martello dorati sulla superficie opaca. Vladimir Vladimirovič™ girò la maniglia, aprì la porticina, infilò il palmo della mano nell'apertura ed estrasse due grossi quaderni ingialliti dal tempo. Vladimir Vladimirovič™ appoggiò i quaderni per terra, chiuse la porticina, rimise a posto la cassa piena di terra e gli sci. Poi Vladimir Vladimirovič™ prese i quaderni, uscì dallo stanzino, spense la luce e chiuse la porta.
Vladimir Vladimirovič™ si avvicinò alla scrivania presidenziale e vi appoggiò sopra i quaderni. Sulla copertina del quaderno di sinistra era scritto con il latte: "Piano di Lenin". Sulla copertina del quaderno di destra era scritto con la matita chimica: "Piano di Stalin".
Vladimir Vladimirovič™ sedette sulla sua poltrona presidenziale, aprì un cassetto della scrivania e ne estrasse un grosso quaderno. Sulla copertina di quel quaderno Vladimir Vladimirovič™ scrisse con la presidenziale stilografica "Parker": "Piano di Putin".
Poi Vladimir Vladimirovič™ aprì i tre quaderni e si mise a copiare.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

martedì, novembre 06, 2007

Il mostro della razza tamarra*

Il magazine del Kommersant' dedica un lungo articolo al nostro eroe, "il primo fenomeno canoro russo della rete", Pëtr Nalič. Riassumo: record di accessi al video di YouTube, gente che nei blog scrive "Questa canzone mi sta mangiando il cervello", successo in gran misura dovuto all'inglese boratizzato, alla simpatia del personaggio e alla sua aria padonka, al fatto che il ruolo della "Yaguar" sia affidato a una vecchia "Žiguli" ferma nel cortile di una dača.

Pëtr Nalič è un moscovita di 26 anni con un quarto di sangue bosniaco (il nonno bosniaco era cantante d'opera). Gli pacciono i Mumij Troll e non gli piacciono i White Stripes, da piccolo è andato alla scuola di musica Majakovskij, da ragazzino faceva il cantante in un gruppo hard-rock. Poi si è iscritto all'Istituto moscovita di architettura (il МАрхИ). Infine, dopo un paio di progetti non memorabili, ha lasciato il tecnigrafo per dedicarsi nuovamente alla musica: un'amica gli ha detto che ha una bella voce da tenore e lui ha cominciato a prendere lezioni di canto.

"Gitar" risale a ben quattro anni fa. Canzone e video passano inosservati per un bel po'. Sbarcano su YouTube la scorsa primavera, ma gli accessi cominciano ad aumentare solo un mese fa. Grazie ai blog russi [e non solo russi, ci sentiamo di affermare, n.d.C.C.] alla fine di ottobre "Gitar" aveva fatto 80.000 accessi, "più dell'ultimo video di Zemfira" (la rockstar russa per eccellenza).

Ma ci sembra possibile che Nalič abbia un suo gruppo e che abbia mai inciso qualcosa? Dice di aver fatto un concerto, sì, ma un anno fa: "C'erano i compagni di università, ragazzine che urlavano, e quando ci sono ragazzine che urlano sembra sempre che ci sia più gente", minimizza.

Adesso, vittima dell'involontario successo e della straordinaria richiesta, gli toccherà (ommioddio) formare un gruppo ed esibirsi. Si prevede che "Gitar" sarà il successone delle feste di fine anno e delle serate aziendali: la cantano già in tutti gli uffici di Mosca.
È dunque ormai chiaro che "Gitar" è la protagonista dell'anno musicale e lo schivo signor Nalič uno dei suoi principali eroi.

Ma il nostro non ha mica tutta questa voglia di fare lo tzigano a vita.
"È una storia perfetta per una commedia," - dice, - "Una canzone da tamarri che improvvisamente diventa un bisogno primario per tutti".

Intanto sul suo sito è apparsa in questi giorni la scritta: "Compagni, il sito è costruzione perché adesso sto scrivendo tante tante canzoni".

Never bin cleverrr bicos nid it neverrr.

Se non ci inventiamo qualcosa "Ghitarr ghitarr ghitarr" si mangerà quel che resta del nostro cervello di qui alla fine dell'anno.
Però, kakìe večerinki!

Ghitarr ghitarr ghitarr

Update: intervista su Izvestija, con esecuzione "seria" (in borghese accanto a mappamondo e su sfondo di austere foto d'epoca sovietica):

Link

*il titolo è Copyleft Fjodor: dunque potete riprendere quest'espressione e diffonderla senza fini di lucro, a patto che ne citiate l'autore e la fonte e aggiungiate un bel "Viva il Playmobilio" (che mette allegria).

lunedì, novembre 05, 2007

Anch'io! sono un mostro della razza umana

A questo punto si rendono necessari i badge.



Copia e incolla questo codice:






Oppure questo:



Il paese è piccolo il Piave mormora

– Pronto!
– Ciao mamma, come va?
– Bene, come mai non rispondevi?
– Telefono in borsa. Che fate?
– Niente eravamo al mercatino di Piazzutta...
– Ah, c'era il mercatino?
– Si, be', poche cose. Un mucchio di fotografie.
– Bello.
– Nelle foto c'era anche una che mi somigliava, i panorami erano quelli...
– Ma va'?
– Sì sì, tipo il Piave, eccetera...
– Il Piave.
– ... e allora ho pensato: sta' a vedere che la Manu ha venduto le mie foto.
– Mamma!
– Capace. E così ho detto: Elio, meglio che andiamo, va'.
– Ma ti prego.
– Mica ho detto che venderesti tua madre.
– ...
– Solo le foto.

venerdì, novembre 02, 2007

Per scelta

– No è che io non c'ho la tv per scelta.
– Va bene, ma io cosa c'entro.
– Avevo voglia di guardare Annozero.
– Sono preoccupanti, queste voglie.
– Senti, ma da quando in qua Tremonti parla come il subcomandante Marcos?
– Sè.
– Chi è quello lì davanti alla Tour Eiffel?
– Rampini.
– Mii, Funari è vivo!
– Scolta, bratello, comprarsi una tv?
– Ma no, ce l'hai già tu. Non fare caso alla mia faccia. È che non sono abituato.
– Chiudi la bocca, almeno. Mi sbavi sul divano.
– Ci facciamo una piada?
– Nnnnh.
– Come quando eravamo giovani?
– ...
– Come quando eravamo giovani e belli e c'era l'URSS?
– Vuoi diventare una sagoma di gesso sul pavimento? A Porta a Porta?
– Zitta zitta zitta che c'è la pubblicità!

mercoledì, ottobre 31, 2007

La prima tastiera blondinka-friendly del mondo

Gli argomenti più discussi oggi nei blog russi:


1. l'attentato a Tol'jatti;
2. Halloween;
3. la tastiera per bionde.

Che sarebbe poi questa (cliccare per ingrandire):



Ha tutta l'aria di un lavoretto in Photoshop, ma ne parlano anche i siti di informazione come lenta.ru, e sarebbe in vendita da OLDI.

Osserviamola meglio.

Il tasto esc è ribattezzato "NO!", la barra spaziatrice è il "Tasto più lungo che serve per distanziare le lettere", il maiuscolo "Per fare una lettera grande", il blocca-maiuscole "Per fare tante lettere grandi" e shift "Se voglio scrivere il mio nome devo cominciare con questo tasto". "Invio" è "Il mio tasto preferito OK e anche il più grande". Tutta la fila superiore compone la scritta "Tasti inutili". "Altro tasto inutile" contrassegna i vari ctrl e alt. Segnalo anche un paio di deliziosi "bandierina boh" (libera traduzione mia) e "=" chiamato "trattino e ancora trattino".

Impara il russo con il Lipson!/19

Oggi vi insegno a dire una cosa utilissima, fate attenzione a questo piccolo battibecco (cliccate per ingrandire):



- Na slèdujuščij raz prigotòv'te ves' uròk! Jàsno?
- Èto slìškom mnògo.
- Ne dlja menjà.
- Ja ne takòj gènij, kak vy.
- Tem chùže dlja vas.
- [drožà] Ìzverg ròda čelovèčeskogo!

- Per la prossima volta preparate tutta la lezione! Chiaro?
- È troppo.
- Non per me.
- Io non sono un genio come lei.
- Allora peggio per lei.
- [tremando] Mostro della razza umana!

File audio.

Adesso lo sapete. Izverg roda čelovèčeskogo (sì, sentito bene: è uno di quei casi in cui la g si pronuncia v: cielavieceskava): ìzvierkròdacielavièceskava.

Mostro della razza umana. Chi non ne conosce almeno uno.

VVP e il poligono

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e si preparava ai dibattiti pre-elettorali di "Russia Unita". Sulla scrivania di Vladimir Vladimirovič™ squillò il telefono. Vladimir Vladimirovič™ sollevò il ricevitore senza indugio.
- Ascolta, bratello, - nel ricevitore risuonò una voce bassa e insinuante, - Come ti va?
- Come, come mi va - Vladimir Vladimirovič™ non capiva, - Chi è? Da dove chiama?
- Che differenza fa, sapere chi sono, - disse quietamente la voce, - Sei andato alla cerimonia al poligono di Butovo?
- Sì che ci sono andato, - annuì Vladimir Vladimirovič™.
- E allora, come ti è sembrato? - domandò piano la voce.
- Che enorme tragedia, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Dobbiamo ricordarla e... e insomma, cose così.
- Sì, tu ricorda, ricorda, - disse piano la voce, - Noi intanto abbiamo tenuto tutto in ordine, sai. Possiamo riaprire anche domani e lavorare, lavorare, lavorare. Cioè, se serve di nuovo il poligono, basta che ce lo dici.
- Perché dovrebbe servire? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva, ma lo sconosciuto aveva già riagganciato.
Vladimir Vladimirovič™ si strinse nelle presidenziali spalle e ritornò ai suoi dibattiti pre-elettorali.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

giovedì, ottobre 25, 2007

VVP e la lista

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e scriveva gli auguri di compleanno al governatore della Čukotka Roman Arkad'evič Abramovič.
- Roma caro! - scrisse Vladimir Vladimirovič™ sul suo foglio di carta intestata, - Bratello!
A un tratto le imponenti porte dello studio presidenziale si aprirono e nella stanza entrò muovendosi sui suoi piccoli cingoli il presidente della Duma, l'androide Boris Gryzlov.
- Che guaio! - urlò dalla soglia il presidente.
- Che accade?! - domandò Vladimir Vladimirovič™ sobbalzando sulla poltrona presidenziale, - Va a fuoco qualcosa?
- Adesso sei il primo della nostra lista elettorale, - cigolò l'androide, - Fai un po' tu.
- E allora? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- Da quando sei capolista, - spiegò il presidente, - Fanno tutti a gara per entrare nel partito! Di corsa!
- E questo è bene! - Vladimir Vladimirovič™ sorrise.
- Ma quale bene? - gli occhi dell'androide lampeggiarono, - Il carburante non basterà per tutti! Aumenterà il prezzo della benzina!
- A questo non avevo pensato, - borbottò Vladimir Vladimirovič™, - Boh, allora... bisogna chiudere le iscrizioni al partito?
- Non l'ho proposto io, sia chiaro! - il presidente sferragliò, si voltò e uscì dallo studio lasciandosi dietro una nuvoletta di fumo grigio-azzurro.
Vladimir Vladimirovič™ restò in ascolto del presidenziale se stesso. Ronzava sommessamente.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

mercoledì, ottobre 24, 2007

VVP e la Žiguli

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e si studiava il programma del partito "Russia Unita". Sulla scrivania di Vladimir Vladimirovič™ prese a squillare il telefono. Vladimir Vladimirovič™ afferrò subito il ricevitore.
- Ascolta, bratello, - nel ricevitore risuonò la voce del vice capo dell'Amministrazione Vladislav Jur'evič Surkov, - Accendi la tv.
Vladimir Vladimirovič™ premette un pulsante del suo pannello presidenziale e sulla parete di fronte si accese uno schermo enorme. Apparve un tizio con i capelli lunghi e la giacca di pelle seduto in riva a un lago.
- Che è sta roba? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- 'Speta, adesso canta - rispose Jur'evič.
- Ghitarr ghitarr ghitarr, - si mise a cantare il tizio, saltellando con la chitarra in mano, - Cam tu mai buduàr...
- Che delirio... - borbottò Vladimir Vladimirovič™.
- Ghitarr ghitarr ghitarr, - cantava il tizio, adesso a bordo di una "Žiguli" ferma, - Giamp tu mai yaguar...
- Chi è, uno di Saranno Famosi? - domandò Vladimir Vladimirovič™.
- Ma no, - spiegò Vladislav Jur'evič, - Non so chi sia. Però ho pensato: perché non ti compri una "Žiguli"? Fa una gran bella figura. La "Volga" è un po' antidemocratica. E la "ZAZ", beh, è ridicola.
- Una "Žiguli"? - rifletté Vladimir Vladimirovič™, - Mh, forse...
- Ghitarr ghitarr ghitarr, - cantava il tizio sullo schermo, saltellando tra le betulline, - Cam tu mai buduarrr...

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

martedì, ottobre 23, 2007

Gitar Gitar Gitar

Vi avverto: tunnel pesante.

Peter Nalič, "Gitar Gitar Gitar":



Ritornello (scrittura fonetica Fjodor):
Gitar gitar gitar gitar
cam tu ma buduàr
beibe
iu ev a possabiliti
ple id uid mi.

Gitar gitar gitar gitar
giamp tu ma yaguar
beibe
iu ev a possabiliti
plei id uid mi

[Il tutto, a bordo di una Žiguli ferma. Non pretendo neanche che mi ringraziate.]

Sindrome Austeniana

[una sera dopo cena, D. ed F.]

– Avrei voglia di qualcosa di caldo...
– Caffè?
– Hm, no...
– Tè? Tisana? Camomilla?
– N-noooo....
– Ovomaltina, Nesquik, Orzobimbo bim bum bam?
– No, no, grazie.
– Ma allora?
– Mah, fondamentalmente la mia è solo voglia di tenere una tazza tra le mani.

[poi, lei a me: "Devono essere tutte quelle repliche dell'Ispettore Barnaby"]

lunedì, ottobre 22, 2007

Un Terrestre in Casa

– Mi cercheresti il film Doppia immagine nello spazio, 1969?
– Certo.
– Perché mi manca. Vuoi sapere la storia?
– Anche no.
– Guarda che è molto bella. Un uomo viene mandato nello spazio, poi fa ritorno sulla Terra ma non è davvero la Terra, è un altro pianeta del tutto uguale.
– Ma va'.
– Come fa ad accorgersi che non è la Terra, visto che è tutto uguale, dirai tu.
– Dirò io.
– Le scritte sono al contrario!
– Apperò.
– Eh?
– Eh.
– E perché quelli del pianeta uguale alla Terra non fanno una piega quando questo gli arriva lì?
– Perché?
– Perché anche loro avevano mandato un uomo nello Spazio!
– Contemporaneamente?
– Specularmente.
– Tutto doppio.
– Ammetto che la trama è un po' da seguire.

venerdì, ottobre 19, 2007

Parlo solo con il presidente

Andrej Kolesnikov del Kommersant' a proposito della linea diretta di Putin con i cittadini:

"Le sorprese sono continuate. L'apoteosi è arrivata grazie a una signora che ha fatto così irruzione nella diretta telefonica, evidentemente reduce da una lunga discussione con gli operatori:
'Non voglio parlare con lei. Io parlo solo con il presidente!'
'La ascolto,' - ha detto il presidente.
'È lei?'
'Io'.
'Davvero è lei?'
'Davvero'.
'E anche prima era lei??!'
(A questo punto la sua voce tradiva un notevole dose di diffidenza).
'Anche prima ero io, sì'.
(Il signor Putin, a quanto pare, rispondendo d'impulso si era preso anche la responsabilità del colloquio della donna con gli operatori).
'Oi, Signore, grazie di tutto! Davvero grazie di tutto!'

C'è stata, a quel punto, la netta impressione che la signora parlasse davvero con il Signore (e non solo con il suo)".

Link