Lezione mattutina di ginnastica all'aperto. Elio odia i 15 minuti di rilassamento con visualizzazioni forzate e musica di sottofondo: di solito aspetta che gli altri chiudano gli occhi per sgattaiolare via, oppure li sbircia di nascosto e ride sotto i baffi, mentre mia madre lo prende discretamente a calci. Alla fine della lezione, la domanda di routine dell'istruttrice:
– Bene, oggi dove siete stati? Tu, Mirella? Anche oggi in riva a un lago alpino al tramonto con le nuvole in fuga dopo il temporale?
– No, oggi ero dentro una sequoia antichissima, circondata da pini, mentre il sole filtrava attraverso i rami. Fresco, ombra, silenzio: solo il cinguettìo degli uccellini che...
– E tu, Elio?
– In una pasticceria di Corso Italia.
martedì, luglio 10, 2007
Training autonomo
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famigliamir,
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lunedì, luglio 09, 2007
Due minuti
– Ma io non lo so, Elio, cosa ti succederà quando morirò.
– Il problema non si porrà, Lina. Ti seguirò due minuti dopo.
– Due minuti?
– Il tempo di mangiarmi un krapfen.
– Il problema non si porrà, Lina. Ti seguirò due minuti dopo.
– Due minuti?
– Il tempo di mangiarmi un krapfen.
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Il magico mondo dei folìti
Esco dall'ascensore con le borse della spesa e mi imbatto in un ragazzo che scrive con aria misteriosa su un grande blocco, appoggiandosi alla mia porta.
– Salve.
– Ciao, scusa: ti gà folìto, per caso?
– Mh?
– No, perché sòn qua che me sègno quei chi gà folìto.
– Ehn...
– Pei ricambi, sa!
– Eh, ah. Ricambi?
– Per folìto.
– Cio' senti scusa, mi arrendo. Non ho capito.
– Vorverk! Folìto!
– Ah, no, niente Folletto.
– Ah, scusa, 'lora. Va ben.
– Va ben. Ciao.
Apro la porta, entro, appoggio sul pavimento le borse della spesa, richiudo. Sento un ultimo "'cora grazie, sa!". Silenzio. Campanello dell'appartamento vicino: "Bongiorno la me scusi, la gà folìto, lei?". Silenzio. La vicina è sorda.
– Salve.
– Ciao, scusa: ti gà folìto, per caso?
– Mh?
– No, perché sòn qua che me sègno quei chi gà folìto.
– Ehn...
– Pei ricambi, sa!
– Eh, ah. Ricambi?
– Per folìto.
– Cio' senti scusa, mi arrendo. Non ho capito.
– Vorverk! Folìto!
– Ah, no, niente Folletto.
– Ah, scusa, 'lora. Va ben.
– Va ben. Ciao.
Apro la porta, entro, appoggio sul pavimento le borse della spesa, richiudo. Sento un ultimo "'cora grazie, sa!". Silenzio. Campanello dell'appartamento vicino: "Bongiorno la me scusi, la gà folìto, lei?". Silenzio. La vicina è sorda.
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The Real Thing
sabato, luglio 07, 2007
Il brodino
– E allora?
– Allora dopo un paio d'ore di ozioso ping-pong comunicativo gli dico: "dimmi qualcosa di vero e di carino".
– E lui.
– E lui: "oggi ho dei bragozzi di lino niente male".
– Potevi chiedergli "una sorpresa, un gioco e del cioccolato".
– Sì, così almeno ci rimediavo un ovetto Kinder.
– :-)
– :-)
– Che delusione. Sei lì, scudo 0, difesa -15, poteri magici in vacanza, con un cucciolo di due mesi come avatar...
– Ti conviene fare una cosa.
– Cosa?
– Lasciarlo nel suo brodino.
– Questo significa che poi ce lo mangiamo?
– Forse. Ma soprattutto che gli si restringono i bragozzi.
– Allora dopo un paio d'ore di ozioso ping-pong comunicativo gli dico: "dimmi qualcosa di vero e di carino".
– E lui.
– E lui: "oggi ho dei bragozzi di lino niente male".
– Potevi chiedergli "una sorpresa, un gioco e del cioccolato".
– Sì, così almeno ci rimediavo un ovetto Kinder.
– :-)
– :-)
– Che delusione. Sei lì, scudo 0, difesa -15, poteri magici in vacanza, con un cucciolo di due mesi come avatar...
– Ti conviene fare una cosa.
– Cosa?
– Lasciarlo nel suo brodino.
– Questo significa che poi ce lo mangiamo?
– Forse. Ma soprattutto che gli si restringono i bragozzi.
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venerdì, luglio 06, 2007
VVP e Gazprom Soči
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e leggeva con entusiasmo degli articoli sugli investimenti nei Giochi Olimpici di Soči.
Il presidente e maggiore azionista del gruppo "Bazel" Oleg Vladimirovič Deripaska e il presidente del gruppo "Interros" Vladimir Olegovič Potanin avevano promesso miliardi di dollari. Il presidente delle ferrovie Vladimir Ivanovič Jakunin aveva promesso la metropolitana leggera. Il presidente della compagnia elettrica "EES" Anatolij Borisovič Čubajs prometteva l'ampliamento della rete elettrica. E poi...
Il telefono sulla scrivania di Vladimir Vladimirovič™ si mise a squillare.
Vladimir Vladimirovič™ sollevò prontamente il ricevitore.
- Ascolta, bratello, - nel ricevitore risuonò la voce del presidente di "Gazprom" Aleksej Borisovič Miller, - Pensavo...
- Di ampliare la rete di distribuzione del gas a Soči, - disse con sicurezza Vladimir Vladimirovič™, - Sono centoquarantasette chilometri di litorale.
- Ma no... - disse Aleksej Borisovič, - Quello viene da sé. No, io pensavo: deve proprio essere Piter?
- In che senso? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- La sede di Gazprom, - spiegò Aleksej Borisovič, - Fa freddo, c'è umidità, non si può fare il bagno nel mare. Mentre a Soči fa caldo, c'è la spiaggia. E soprattutto c'è l'altezza.
- Che altezza? - Vladimir Vladimirovič™ continuava a non capire.
- A Pietroburgo già ci criticano per un misero edificio di trecento metri, - disse Aleksej Borisovič, - Mentre a Soči costruiremo il grattacielo più alto del mondo! Alto un chilometro! E lo chiameremo "Gazprom Soči". Sarà visibile dalla Turchia! Anzi, quale Turchia: lo vedrà tutta l'Europa a occhio nudo! E in cima, una fiaccola!
- Olimpica? - si informò Vladimir Vladimirovič™.
- Perché, olimpica? - rispose Aleksej Borisovič, - Una fiaccola e basta. A gas. Così l'Europa vedrà che Gazprom ha ancora il gas! E capirà che le conviene comprarlo. Ma d'accordo, per le Olimpiadi possiamo anche usarla come fiaccola olimpica, certo...
- Benissimo, - borbottò Vladimir Vladimirovič™, - Mi piace. Solo, come glielo spiego alla Vale [Valentina Matvienko, governatrice di San Pietroburgo, n.d.T.]? Quella già sogna la vostra sede e i soldi di Gazprom.
- Ma quale Vale, - rispose Aleksej Borisovič, - La Vale è temporanea. Soči e Gazprom sono per sempre.
Vladimir Vladimirovič™ si fece pensoso.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
Il presidente e maggiore azionista del gruppo "Bazel" Oleg Vladimirovič Deripaska e il presidente del gruppo "Interros" Vladimir Olegovič Potanin avevano promesso miliardi di dollari. Il presidente delle ferrovie Vladimir Ivanovič Jakunin aveva promesso la metropolitana leggera. Il presidente della compagnia elettrica "EES" Anatolij Borisovič Čubajs prometteva l'ampliamento della rete elettrica. E poi...
Il telefono sulla scrivania di Vladimir Vladimirovič™ si mise a squillare.
Vladimir Vladimirovič™ sollevò prontamente il ricevitore.
- Ascolta, bratello, - nel ricevitore risuonò la voce del presidente di "Gazprom" Aleksej Borisovič Miller, - Pensavo...
- Di ampliare la rete di distribuzione del gas a Soči, - disse con sicurezza Vladimir Vladimirovič™, - Sono centoquarantasette chilometri di litorale.
- Ma no... - disse Aleksej Borisovič, - Quello viene da sé. No, io pensavo: deve proprio essere Piter?
- In che senso? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- La sede di Gazprom, - spiegò Aleksej Borisovič, - Fa freddo, c'è umidità, non si può fare il bagno nel mare. Mentre a Soči fa caldo, c'è la spiaggia. E soprattutto c'è l'altezza.
- Che altezza? - Vladimir Vladimirovič™ continuava a non capire.
- A Pietroburgo già ci criticano per un misero edificio di trecento metri, - disse Aleksej Borisovič, - Mentre a Soči costruiremo il grattacielo più alto del mondo! Alto un chilometro! E lo chiameremo "Gazprom Soči". Sarà visibile dalla Turchia! Anzi, quale Turchia: lo vedrà tutta l'Europa a occhio nudo! E in cima, una fiaccola!
- Olimpica? - si informò Vladimir Vladimirovič™.
- Perché, olimpica? - rispose Aleksej Borisovič, - Una fiaccola e basta. A gas. Così l'Europa vedrà che Gazprom ha ancora il gas! E capirà che le conviene comprarlo. Ma d'accordo, per le Olimpiadi possiamo anche usarla come fiaccola olimpica, certo...
- Benissimo, - borbottò Vladimir Vladimirovič™, - Mi piace. Solo, come glielo spiego alla Vale [Valentina Matvienko, governatrice di San Pietroburgo, n.d.T.]? Quella già sogna la vostra sede e i soldi di Gazprom.
- Ma quale Vale, - rispose Aleksej Borisovič, - La Vale è temporanea. Soči e Gazprom sono per sempre.
Vladimir Vladimirovič™ si fece pensoso.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
mercoledì, luglio 04, 2007
La grama vita del pioniere
"Pioniere, rispetta la distanza!"
Se ne ricava che:
- Il pioniere è costretto ad avere braccia più lunghe rispetto alla media degli altri bambini, e anche così farà fatica a cingere la pioniera come si deve.
- Vi ricordo che da adulti la distanza cala drasticamente a tre centimetri. Nel frattempo però le braccia dell'ex pioniere si sono allungate così tanto che - fatti salvi i tre centimetri - riuscirà a far con esse almeno tre giri attorno all'ex pioniera. A meno che il punto vita dell'ex pioniera non sia diventato impegnativo.
- Non solo il pioniere vede ridotte a zero le possibilità di una svolta romantica (sono mesi che si prepara al campo estivo e coltiva visioni di pioniere in minigonna), ma deve farsi anche una pendenza del 12%. D'accordo che vivere la vita non è come attraversare un campo, ma qui si tratta di uscire da un bosco di betulle, in salita e senza bussola.
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Vaghe stelle dell'URSS
martedì, luglio 03, 2007
Le carte di Putin
Ho già fatto autocritica costruttiva e ammesso il mio debole per gli articoli di Andrej Kolesnikov, inviato speciale del Kommersant al seguito di Putin. Ecco una piccola selezione dal pezzo uscito oggi sull'incontro con Bush:
"La residenza del presidente degli Stati Uniti non regge il confronto con le case dei milionari russi. Sulla piccola piscina di 12 per 4 metri sventola una bandiera russa. Su uno dei vialetti asfaltati spicca l'insegna: 'Attenzione, presidente in bicicletta. Rallentare'".
---
"- Abbiamo discusso molto bene, - ha detto Bush junior, - ci siamo trovati d'accordo su alcune questioni e in disaccordo su altre. Ma la cosa importante è quello che vedo in Vladimir: è una persona trasparente, onesta.
E io ho pensato che George Bush ripete queste stesse parole circa ogni due anni, con una specie di insistenza maniacale che forse meriterebbe un impiego migliore".
---
"- Vogliamo dire agli iraniani che non siamo contro di loro. Abbiamo dei problemi con il loro governo. E ho capito che possiamo mandare un chiaro messaggio comune all'Iran... Sì, e Vladimir Putin ha proposto un approccio regionale alla questione della difesa missilistica, e a me piace quest'idea! Le nostre strutture devono lavorarci su...
Anche se a dire il vero non era molto chiaro quale fosse l'idea che era tanto piaciuta al presidente degli Stati Uniti. Ma la cosa importante è che lo sapesse lui.
- Appoggiamo l'idea di consolidare le nostre forze in merito alla stazione radar di Gabala, - ha aggiunto Putin, - E per farlo serve il Consiglio Russia-NATO. Noi proponiamo di creare un centro per lo scambio di informazioni a Mosca... Un altro potrebbe essere realizzato in una delle capitali europee, come Bruxelles. Si tratterebbe di un sistema unico in grado di operare in tempo reale... In questo caso non sarebbe necessario posizionare altre strutture in Europa, e mi riferisco a quelle nella Repubblica Ceca e in Polonia. E se serve siamo pronti a modernizzare la stazione radio di Gabala. Se questo non è ancora abbastanza, siamo pronti a includere nel sistema anche una nuova stazione radar, un sistema di preallerta nel sud della Russia.
Le sensazionali proposte sono uscite dalle labbra di Vladimir Putin come dal corno dell'abbondanza. Il signor Bush lo ha guardato meravigliato e ha perfino smesso di sorridere (sorrideva da 15 minuti, cioè dall'inizio della conferenza stampa). A quanto pare il signor Putin non gli aveva esposto nessuna di queste proposte. E adesso il presidente degli Stati Uniti stava nuovamente perdendo terreno".
---
"Chiaramente Vladimir Putin aveva preparato in anticipo la frase conclusiva di questa conferenza stampa:
- Le carte sono state distribuite, possiamo cominciare a giocare. E io vorrei tanto che giocassimo allo stesso gioco".
In russo
In inglese
[Avete osservato il portamento di Putin, soprattutto il movimento delle braccia? Come mi fece notare un amico anni fa, "Sembra sempre che si stia dirigendo sul podio a ritirare l'oro olimpico". Quando si comincia a farci caso diventa una dipendenza. Certo, la seguente domanda è ammessa: "que drus'jà tienes, miro?" La risposta sarà sempre: "moì amigos son todos locos like Vadik the pony, kanyeshna"].
"La residenza del presidente degli Stati Uniti non regge il confronto con le case dei milionari russi. Sulla piccola piscina di 12 per 4 metri sventola una bandiera russa. Su uno dei vialetti asfaltati spicca l'insegna: 'Attenzione, presidente in bicicletta. Rallentare'".
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"- Abbiamo discusso molto bene, - ha detto Bush junior, - ci siamo trovati d'accordo su alcune questioni e in disaccordo su altre. Ma la cosa importante è quello che vedo in Vladimir: è una persona trasparente, onesta.
E io ho pensato che George Bush ripete queste stesse parole circa ogni due anni, con una specie di insistenza maniacale che forse meriterebbe un impiego migliore".
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"- Vogliamo dire agli iraniani che non siamo contro di loro. Abbiamo dei problemi con il loro governo. E ho capito che possiamo mandare un chiaro messaggio comune all'Iran... Sì, e Vladimir Putin ha proposto un approccio regionale alla questione della difesa missilistica, e a me piace quest'idea! Le nostre strutture devono lavorarci su...
Anche se a dire il vero non era molto chiaro quale fosse l'idea che era tanto piaciuta al presidente degli Stati Uniti. Ma la cosa importante è che lo sapesse lui.
- Appoggiamo l'idea di consolidare le nostre forze in merito alla stazione radar di Gabala, - ha aggiunto Putin, - E per farlo serve il Consiglio Russia-NATO. Noi proponiamo di creare un centro per lo scambio di informazioni a Mosca... Un altro potrebbe essere realizzato in una delle capitali europee, come Bruxelles. Si tratterebbe di un sistema unico in grado di operare in tempo reale... In questo caso non sarebbe necessario posizionare altre strutture in Europa, e mi riferisco a quelle nella Repubblica Ceca e in Polonia. E se serve siamo pronti a modernizzare la stazione radio di Gabala. Se questo non è ancora abbastanza, siamo pronti a includere nel sistema anche una nuova stazione radar, un sistema di preallerta nel sud della Russia.
Le sensazionali proposte sono uscite dalle labbra di Vladimir Putin come dal corno dell'abbondanza. Il signor Bush lo ha guardato meravigliato e ha perfino smesso di sorridere (sorrideva da 15 minuti, cioè dall'inizio della conferenza stampa). A quanto pare il signor Putin non gli aveva esposto nessuna di queste proposte. E adesso il presidente degli Stati Uniti stava nuovamente perdendo terreno".
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"Chiaramente Vladimir Putin aveva preparato in anticipo la frase conclusiva di questa conferenza stampa:
- Le carte sono state distribuite, possiamo cominciare a giocare. E io vorrei tanto che giocassimo allo stesso gioco".
In russo
In inglese
[Avete osservato il portamento di Putin, soprattutto il movimento delle braccia? Come mi fece notare un amico anni fa, "Sembra sempre che si stia dirigendo sul podio a ritirare l'oro olimpico". Quando si comincia a farci caso diventa una dipendenza. Certo, la seguente domanda è ammessa: "que drus'jà tienes, miro?" La risposta sarà sempre: "moì amigos son todos locos like Vadik the pony, kanyeshna"].
VVP e la birra
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva a bordo del suo aereo presidenziale che lo stava portando dagli Stati Uniti d'America al Guatemala e rifletteva sul fatto che adesso aveva tutto. Aveva quell'aereo presidenziale che in qualsiasi momento poteva portarlo dagli Stati Uniti d'America al Guatemala. Aveva la città di Soči dove si sarebbero forse svolti i Giochi Olimpici. Aveva il vecchio labrador Connie e il pony Vadik, aveva perfino un babbeo che tutti i giorni - d'accordo, non proprio tutti i giorni ma molto spesso - scriveva su di lui, Vladimir Vladimirovič™, stupide storie per niente divertenti su internet.
E magari un giorno tutto questo sarebbe mancato, all'improvviso e per sempre.
Strana cosa.
- Non si può avere una birra, qui? - urlò a un tratto Vladimir Vladimirovič™ nella presidenziale cabina.
Dietro la porta chiusa qualcuno sobbalzò, qualcosa andò in frantumi.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
E magari un giorno tutto questo sarebbe mancato, all'improvviso e per sempre.
Strana cosa.
- Non si può avere una birra, qui? - urlò a un tratto Vladimir Vladimirovič™ nella presidenziale cabina.
Dietro la porta chiusa qualcuno sobbalzò, qualcosa andò in frantumi.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
lunedì, luglio 02, 2007
Impara il russo con il Lipson!/5
Con gli udarniki, o infaticabili lavoratori modello, abbiamo toccato il sublime della correttezza socialista. Oggi conosceremo uno di loro, il diligente compagno Borodìn.
Tovàrišč Borodìn - choròšij graždanìn
Kradët li Borodìn karandašì?
Konèčno, net!
Il compagno Borodìn è un buon cittadino
Borodin ruba forse le matite?
Naturalmente no!
Čto on dèlaet kàždyj den'?
On rabòtaet na zavòde s èntuziàzmom.
Počemù?
Potomù čto on nastojàščij udàrnik.
Cosa fa ogni giorno?
Lavora nella fabbrica con entusiasmo.
Perché?
Perché è un vero lavoratore modello.
Tovàrišč Borodìn - òčen' kul'tùrnyj čelovèk.
Il compagno Borodin è una persona molto colta.
Poètomu on čitàet knìgi.
I ja dùmaju, čto on mòetsja kàždyj den'.
Per questo legge libri.
E io penso che si lavi tutti i giorni.
Ljùbit li on kurìt' v trollèjbuse?
Konèčno, net!
On snàet, čto èto ne chorošo, a plocho.
Gli piace fumare sul filobus?
Naturalmente no!
Sa che ciò non è bene, ma male.
Svampito file audio, qui. Frusciante video-lezione su YouTube, qui.
Prima di passare al devastante senso del dovere di Borodìn, familiarizziamo con la particella interrogativa "li". In russo, per trasformare una frase affermativa in interrogativa, è spesso sufficiente agire sull'intonazione:
Tovarišč Borodìn rabòtaet.
Tovarišč Borodìn rabòtaet?
Oppure ricorrere alla particella "li", che segue sempre la parola a proposito della quale si desidera ottenere risposta (parola che viene solitamente messa all'inizio della frase):
Rabòtaet li Tovàrišč Borodìn?
Va aggiunto che a volte - come in questo caso specifico - la particella "li" esprime dubbio, e sottintende che chi pone la domanda si aspetta una risposta negativa.
Momento sexy del giorno: la differenza tra la ш (š) la щ (šč).
Innanzitutto, pronunciamo la ш. Solleviamo la parte posterodorsale della lingua spingendola all'indietro verso il palato molle. Abbassando poi la parte mediodorsale, solleviamo in alto verso gli alveoli l'apice della lingua, rovesciato verso l'alto. Poi solleviamo anche i bordi della lingua, così che nella parte medio dorsale si formi un incavo. Spingiamo leggermente le labbra in avanti. Teniamo le corde vocali aperte per ottenere il suono sordo.
Adesso passiamo alla fricativa щ.
Premete l'apice della lingua contro gli alveoli superiori. Allo stesso tempo la parte mediodorsale della lingua dev'essere sollevata, tutto il corpo della lingua dev'essere spostato in avanti e i bordi devono premere contro i denti laterali superiori. Quindi allontanate leggermente l'apice della lingua che si trova alla radice degli incisivi inferiori senza mutare la posizione di tutta la lingua. Tra la lingua e il palato duro si forma una fessura. L'aria passa con un forte fruscìo attraverso questa fessura formando il suono desiderato, che è sordo, sempre palatalizzato e lungo.
Voglio sentire quel fruscìo.
Adesso per sperimentare le due consonanti ripetete a lungo chorošò (хорошо) e karandašì (карандаши), tovàrišč (товарищ) e nastojàščij (настоящий).
Speriamo che il Grande Revisore di Blogger non passi di qui proprio in questo momento, vaglielo a spiegare che stiamo solo palatalizzando.
Ora passiamo alle riflessioni iconografiche: rettangolino con camino fumante + falce e martello + faccia sorridente = personcina che lavora in fabbrica con entusiasmo. Tre cerchietti + rubinetto = lavarsi tutti i giorni (i tre cerchietti sono dei soli e indicano il trascorrere del tempo, Compagni!). Cuore sbarrato + rettangolino su ruote + cicchino fumante = non piace fumare su filobus. Faccina con aureola = bravo cittadino.
Il Borodin (che potremmo tradurre liberamente come Barbosetti, visto che borodà è la barba) sa distinguere il bene dal male, lavora quando c'è da lavorare, legge quando c'è da leggere, non sottrae le altrui matite, si lava tutti i giorni e non fuma sui mezzi pubblici.
Gli occhi sgranati, le pupille dilatate e l'espressione euforica segnalano tuttavia il probabile abuso di sostanze chimiche esilaranti e/o stimolanti. Il nostro Borodin aureolato è a metà tra la mistica del lavoro e strawberry fields forever: la classe operaia va in paradiso, però potevate dircelo che era un paradiso artificiale.
Tovàrišč Borodìn - choròšij graždanìn
Kradët li Borodìn karandašì?
Konèčno, net!
Il compagno Borodìn è un buon cittadino
Borodin ruba forse le matite?
Naturalmente no!
Čto on dèlaet kàždyj den'?
On rabòtaet na zavòde s èntuziàzmom.
Počemù?
Potomù čto on nastojàščij udàrnik.
Cosa fa ogni giorno?
Lavora nella fabbrica con entusiasmo.
Perché?
Perché è un vero lavoratore modello.
Tovàrišč Borodìn - òčen' kul'tùrnyj čelovèk.
Il compagno Borodin è una persona molto colta.
Poètomu on čitàet knìgi.
I ja dùmaju, čto on mòetsja kàždyj den'.
Per questo legge libri.
E io penso che si lavi tutti i giorni.
Ljùbit li on kurìt' v trollèjbuse?
Konèčno, net!
On snàet, čto èto ne chorošo, a plocho.
Gli piace fumare sul filobus?
Naturalmente no!
Sa che ciò non è bene, ma male.
Svampito file audio, qui. Frusciante video-lezione su YouTube, qui.
Prima di passare al devastante senso del dovere di Borodìn, familiarizziamo con la particella interrogativa "li". In russo, per trasformare una frase affermativa in interrogativa, è spesso sufficiente agire sull'intonazione:
Tovarišč Borodìn rabòtaet.
Tovarišč Borodìn rabòtaet?
Oppure ricorrere alla particella "li", che segue sempre la parola a proposito della quale si desidera ottenere risposta (parola che viene solitamente messa all'inizio della frase):
Rabòtaet li Tovàrišč Borodìn?
Va aggiunto che a volte - come in questo caso specifico - la particella "li" esprime dubbio, e sottintende che chi pone la domanda si aspetta una risposta negativa.
Momento sexy del giorno: la differenza tra la ш (š) la щ (šč).
Innanzitutto, pronunciamo la ш. Solleviamo la parte posterodorsale della lingua spingendola all'indietro verso il palato molle. Abbassando poi la parte mediodorsale, solleviamo in alto verso gli alveoli l'apice della lingua, rovesciato verso l'alto. Poi solleviamo anche i bordi della lingua, così che nella parte medio dorsale si formi un incavo. Spingiamo leggermente le labbra in avanti. Teniamo le corde vocali aperte per ottenere il suono sordo.
Adesso passiamo alla fricativa щ.
Premete l'apice della lingua contro gli alveoli superiori. Allo stesso tempo la parte mediodorsale della lingua dev'essere sollevata, tutto il corpo della lingua dev'essere spostato in avanti e i bordi devono premere contro i denti laterali superiori. Quindi allontanate leggermente l'apice della lingua che si trova alla radice degli incisivi inferiori senza mutare la posizione di tutta la lingua. Tra la lingua e il palato duro si forma una fessura. L'aria passa con un forte fruscìo attraverso questa fessura formando il suono desiderato, che è sordo, sempre palatalizzato e lungo.
Voglio sentire quel fruscìo.
Adesso per sperimentare le due consonanti ripetete a lungo chorošò (хорошо) e karandašì (карандаши), tovàrišč (товарищ) e nastojàščij (настоящий).
Speriamo che il Grande Revisore di Blogger non passi di qui proprio in questo momento, vaglielo a spiegare che stiamo solo palatalizzando.
Ora passiamo alle riflessioni iconografiche: rettangolino con camino fumante + falce e martello + faccia sorridente = personcina che lavora in fabbrica con entusiasmo. Tre cerchietti + rubinetto = lavarsi tutti i giorni (i tre cerchietti sono dei soli e indicano il trascorrere del tempo, Compagni!). Cuore sbarrato + rettangolino su ruote + cicchino fumante = non piace fumare su filobus. Faccina con aureola = bravo cittadino.
Il Borodin (che potremmo tradurre liberamente come Barbosetti, visto che borodà è la barba) sa distinguere il bene dal male, lavora quando c'è da lavorare, legge quando c'è da leggere, non sottrae le altrui matite, si lava tutti i giorni e non fuma sui mezzi pubblici.
Gli occhi sgranati, le pupille dilatate e l'espressione euforica segnalano tuttavia il probabile abuso di sostanze chimiche esilaranti e/o stimolanti. Il nostro Borodin aureolato è a metà tra la mistica del lavoro e strawberry fields forever: la classe operaia va in paradiso, però potevate dircelo che era un paradiso artificiale.
Commie vs. Freedom, Unicorn Version
Never play leapfrog with a unicorn.Anonimo XXI secolo
Comunismo contro capitalismo, due superpotenze globali in lotta, e il tutto nel dorato, serico, magico mondo degli Unicorni: prova anche tu l'emozione dello scontro tra gli Unicorni della Guerra Fredda!
Unicorno comunista contro Unicorno della libertà!
Snodabili per tutti i generi di pose drammatiche, 9,95 dollari la confezione da due.
Sapevatelo (via Sean's Russia Blog).
[Avete riposato culturalmente, Compagni? Tutti pronti per il Lipson du jour?]
Comunismo contro capitalismo, due superpotenze globali in lotta, e il tutto nel dorato, serico, magico mondo degli Unicorni: prova anche tu l'emozione dello scontro tra gli Unicorni della Guerra Fredda!
Unicorno comunista contro Unicorno della libertà!
Snodabili per tutti i generi di pose drammatiche, 9,95 dollari la confezione da due.
Sapevatelo (via Sean's Russia Blog).
[Avete riposato culturalmente, Compagni? Tutti pronti per il Lipson du jour?]
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venerdì, giugno 29, 2007
VVP e l'Unione Sovietica
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin passeggiava per i corridoi del Cremlino moscovita in compagnia del presidente dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche Michail Sergeevič Gorbačëv.
- Io proprio non ti capisco, bratello - disse Michail Sergeevič, - Queste nanotecnologie... Non sono cosa. Fanno un po' miseria.
- E tu allora? - Vladimir Vladimirovič™ dissentì, - Gigantismo totale. La centrale idroelettrica sul Dnepr, gli elicotteri più grandi del mondo. E dov'è tutto questo? Dov'è la tua Unione Sovietica? Niente. Ne è derivata solo una grande catastrofe geopolitica.
- Ma l'Unione Sovietica non è morta per quello, - Michail Sergeevič si strinse nelle spalle, - L'ha ammazzata El'cin.
- Non toccarmi El'cin! - disse severamente Vladimir Vladimirovič™, - Mi ha fatto presidente! Gli sono grato. E con le nanotecnologie risolveremo tutto, vedrai. I comunisti facevano tutto grande e non hanno ottenuto nulla. Vuol dire che questa volta bisognerà fare tutto piccolo.
- E se non si ottiene nulla neanche questa volta? - domandò Michail Sergeevič.
- Non può essere, - affermò con sicurezza Vladimir Vladimirovič™, - Se non ha funzionato con il grande, dovrà per forza funzionare con il piccolo.
- Beh, e se non funziona lo stesso? - Michail Sergeevič insisteva.
- E se non funziona, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Faremo tutto trasparente. O verde.
Michail Sergeevič annuì con comprensione.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
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- Io proprio non ti capisco, bratello - disse Michail Sergeevič, - Queste nanotecnologie... Non sono cosa. Fanno un po' miseria.
- E tu allora? - Vladimir Vladimirovič™ dissentì, - Gigantismo totale. La centrale idroelettrica sul Dnepr, gli elicotteri più grandi del mondo. E dov'è tutto questo? Dov'è la tua Unione Sovietica? Niente. Ne è derivata solo una grande catastrofe geopolitica.
- Ma l'Unione Sovietica non è morta per quello, - Michail Sergeevič si strinse nelle spalle, - L'ha ammazzata El'cin.
- Non toccarmi El'cin! - disse severamente Vladimir Vladimirovič™, - Mi ha fatto presidente! Gli sono grato. E con le nanotecnologie risolveremo tutto, vedrai. I comunisti facevano tutto grande e non hanno ottenuto nulla. Vuol dire che questa volta bisognerà fare tutto piccolo.
- E se non si ottiene nulla neanche questa volta? - domandò Michail Sergeevič.
- Non può essere, - affermò con sicurezza Vladimir Vladimirovič™, - Se non ha funzionato con il grande, dovrà per forza funzionare con il piccolo.
- Beh, e se non funziona lo stesso? - Michail Sergeevič insisteva.
- E se non funziona, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Faremo tutto trasparente. O verde.
Michail Sergeevič annuì con comprensione.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
giovedì, giugno 28, 2007
Impara il russo con il Lipson!/4
Avvertenza: pare che questi post provochino crisi di riso, allegre ruzzolate sul linoleum e sputazzate sui monitor, rendendovi invisi e sospetti ai colleghi. Dunque sono costretta ad avvertirvi che potrebbero essere not safe for work. Ecco, anche quella cosa palato-denti con la lingua per esercitarvi sulle "elle": esistono menti fannullone che potrebbero equivocare.
A un certo punto Lipson, non pago di aver cartesianamente esposto la farraginosa teoria di G. G. Gubkin, azzarda un'ulteriore suddivisione psico-sociologica. Questa volta fa ricorso a P. P. Papirosin, allievo di Gubkin, che ha sviluppato le ricerche di quest'ultimo aggiungendo un terzo gruppo, chiamato "persone che vivono nei filobus":
Ljùdi, kotòrye živùt v trollèjbusach.
Le persone che vivono nei filobus.
Sì, compagni. Quella composizione di uova al tegame, secondo il nostro, sta per "vivere" (egli specifica che si tratta di un'ameba, gettando un'ombra sulla qualità dell'esistenza di coloro che vivono nei filobus). Uova al tegame + rettangolino su ruote = vivere in filobus.
Papirosin, dice Lipson, ha individuato suggestive correlazioni tra il comportamento di chi vive nei filobus e quello degli altri due gruppi (piace leggere su filobus e piace lavarsi su filobus): i suoi studi dimostrano che il terzo gruppo esibisce alcuni comportamenti degli altri due.
Per esempio:
Люди, которые живут в троллейбусах, в парках любят курить и на заводах работают.
Ljùdi, kotòrye živùt v trollèjbusach, v pàrkach ljùbjat kurìt' i na zavòdach rabòtajut.
Le persone che vivono nei filobus, nei parchi amano fumare e nelle fabbriche lavorano.
Sappiamo già dove vuole andare a parare Lipson, e infatti.
Grande schema riassuntivo Gubkin-Papirosin:
Люди, которые читают книги в троллейбусах, в парках думают и на заводах работают.
Ljùdi, kotòrye čitàjut knìgi v trollèjbusach, v pàrkach dumajut i na zavòdach rabòtajut.
Le persone che leggono libri sui filobus, nei parchi amano pensare e nelle fabbriche lavorano.
Люди, которые моются в троллейбусах, в парках любят курить и на заводах думают.
Ljùdi, kotòrye mòjutsja v trollèjbusach, v pàrkach ljùbjat kurìt' i na zavòdach dùmajut.
Le persone che si lavano sui filobus, nei parchi amano fumare e nelle fabbriche pensano.
Люди, которые живут в троллейбусах, в парках любят курить и на заводах работают.
Ljùdi, kotòrye živùt v trollèjbusach, v pàrkach ljùbjat kurìt' i na zavòdach rabòtajut.
Le persone che vivono nei filobus, nei parchi amano fumare e nelle fabbriche lavorano.
Adesso fatevi coraggio, c'è il file audio.
Così è, compagni.
Anche chi vegeta sui mezzi pubblici lavora. Altrimenti come potrebbe permettersi le sigarette da fumare voluttuosamente nei parchi? Continuo a chiedermi a cosa stia pensando l'incolto in fabbrica. Non può pensare alla fabbrica, sarebbe un lavoratore modello. Pensa forse con nostalgia al filobus? Ma quanto sono grandi questi filobus sovietici dove si vive, si fuma e ci si fa la doccia?
Alla fine di tutto questo devo confessarvi un mio fondato dubbio.
G. G. Gubkin e P. P. Papirosin. Traducendo liberamente, L. L. Labbrucchio e C. C. Cicchino.
Il grande maestro e il suo brillante allievo, filobus provvisti di rubinetti, gente che fannulla sui mezzi pubblici. Dai, su.
Tutto nella testa di Lipson, sta: andate a chiedere a Google, io vi aspetto qui (gli spregiudicati cerchino Губкин e Папиросин). Tutto nella testa magica di Lipson.
Ah, Lipson, Lipson: concedetegli un paio di rettangoli, fatelo contento con qualche matita e quest'uomo confuso vi inventerà un nuovo mondo. Grammaticalmente e socialisticamente impeccabile, è quasi superfluo sottolinearlo.
Il fatto che questo manuale si proponesse di insegnare il russo agli americani - e che qualcuno laggiù nell'Ohio possa aver pensato che gli spaziosi filobus sovietici fossero forniti di acqua corrente e equipaggiati di gigantesche uova all'occhio di bue - è per me fonte inesauribile di diletto. Non capisco perché l'esportazione del socialismo non abbia funzionato, aveva tutte le carte in regola per sfondare.
A un certo punto Lipson, non pago di aver cartesianamente esposto la farraginosa teoria di G. G. Gubkin, azzarda un'ulteriore suddivisione psico-sociologica. Questa volta fa ricorso a P. P. Papirosin, allievo di Gubkin, che ha sviluppato le ricerche di quest'ultimo aggiungendo un terzo gruppo, chiamato "persone che vivono nei filobus":
Ljùdi, kotòrye živùt v trollèjbusach.
Le persone che vivono nei filobus.
Sì, compagni. Quella composizione di uova al tegame, secondo il nostro, sta per "vivere" (egli specifica che si tratta di un'ameba, gettando un'ombra sulla qualità dell'esistenza di coloro che vivono nei filobus). Uova al tegame + rettangolino su ruote = vivere in filobus.
Papirosin, dice Lipson, ha individuato suggestive correlazioni tra il comportamento di chi vive nei filobus e quello degli altri due gruppi (piace leggere su filobus e piace lavarsi su filobus): i suoi studi dimostrano che il terzo gruppo esibisce alcuni comportamenti degli altri due.
Per esempio:
Люди, которые живут в троллейбусах, в парках любят курить и на заводах работают.
Ljùdi, kotòrye živùt v trollèjbusach, v pàrkach ljùbjat kurìt' i na zavòdach rabòtajut.
Le persone che vivono nei filobus, nei parchi amano fumare e nelle fabbriche lavorano.
Sappiamo già dove vuole andare a parare Lipson, e infatti.
Grande schema riassuntivo Gubkin-Papirosin:
Люди, которые читают книги в троллейбусах, в парках думают и на заводах работают.
Ljùdi, kotòrye čitàjut knìgi v trollèjbusach, v pàrkach dumajut i na zavòdach rabòtajut.
Le persone che leggono libri sui filobus, nei parchi amano pensare e nelle fabbriche lavorano.
Люди, которые моются в троллейбусах, в парках любят курить и на заводах думают.
Ljùdi, kotòrye mòjutsja v trollèjbusach, v pàrkach ljùbjat kurìt' i na zavòdach dùmajut.
Le persone che si lavano sui filobus, nei parchi amano fumare e nelle fabbriche pensano.
Люди, которые живут в троллейбусах, в парках любят курить и на заводах работают.
Ljùdi, kotòrye živùt v trollèjbusach, v pàrkach ljùbjat kurìt' i na zavòdach rabòtajut.
Le persone che vivono nei filobus, nei parchi amano fumare e nelle fabbriche lavorano.
Adesso fatevi coraggio, c'è il file audio.
Così è, compagni.
Anche chi vegeta sui mezzi pubblici lavora. Altrimenti come potrebbe permettersi le sigarette da fumare voluttuosamente nei parchi? Continuo a chiedermi a cosa stia pensando l'incolto in fabbrica. Non può pensare alla fabbrica, sarebbe un lavoratore modello. Pensa forse con nostalgia al filobus? Ma quanto sono grandi questi filobus sovietici dove si vive, si fuma e ci si fa la doccia?
Alla fine di tutto questo devo confessarvi un mio fondato dubbio.
G. G. Gubkin e P. P. Papirosin. Traducendo liberamente, L. L. Labbrucchio e C. C. Cicchino.
Il grande maestro e il suo brillante allievo, filobus provvisti di rubinetti, gente che fannulla sui mezzi pubblici. Dai, su.
Tutto nella testa di Lipson, sta: andate a chiedere a Google, io vi aspetto qui (gli spregiudicati cerchino Губкин e Папиросин). Tutto nella testa magica di Lipson.
Ah, Lipson, Lipson: concedetegli un paio di rettangoli, fatelo contento con qualche matita e quest'uomo confuso vi inventerà un nuovo mondo. Grammaticalmente e socialisticamente impeccabile, è quasi superfluo sottolinearlo.
Il fatto che questo manuale si proponesse di insegnare il russo agli americani - e che qualcuno laggiù nell'Ohio possa aver pensato che gli spaziosi filobus sovietici fossero forniti di acqua corrente e equipaggiati di gigantesche uova all'occhio di bue - è per me fonte inesauribile di diletto. Non capisco perché l'esportazione del socialismo non abbia funzionato, aveva tutte le carte in regola per sfondare.
mercoledì, giugno 27, 2007
VVP e i nanorubli
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva accanto all'ingresso del deposito del Fondo di Stabilizzazione e contemplava il fosco risplendere delle monete d'oro mentre attendeva la visita successiva. Erano già passati i membri dell'Associazione degli industriali e degli imprenditori, il governatore del Distretto autonomo di Čukotka Roman Arkad'evič Abramovič, i funzionari del Ministero degli interni e dell'FSB.
A un tratto, in fondo al corridoio che conduce alle porte blindate del deposito, apparve il direttore del Servizio federale delle entrate Michail Pavlovič Morkecov. Michail Pavlovič si avvicinò timidamente a Vladimir Vladimirovič™, a mani vuote.
- N... nn... - bofonchiò Michail Pavlovič, tendendo verso Vladimir Vladimirovič™ la mano destra stretta a pugno.
- Cosa? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva, - Che, è la prima volta?
Il direttore del Servizio delle entrate annuì spaventato. Vladimir Vladimirovič™ sospirò.
- N... nn... - riattaccò Michail Pavlovič, arrossendo, - N... nn.. 'ntrate.
- Cos'è, sei balbuziente? - domandò Vladimir Vladimirovič™, - Dove stanno queste entrate?
- Na... n... ntrate - borbottò il direttore del Servizio delle entrate, aprendo il pugno - Nanoentrate.
Sul palmo della mano del direttore giaceva una banconota sgualcita da dieci rubli.
- Non ho ben capito, - disse con aria smarrita Vladimir Vladimirovič™, - Cos'è 'sta roba?
- Nanorubli, - disse Michail Pavlovič, avvilito, - Sono un miliardo di volte più piccoli. Non ti immagini neanche, bratello, quanto sia difficile raccoglierli!
Vladimir Vladimirovič™ fissò Michail Pavlovič con gli occhi spalancati.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
A un tratto, in fondo al corridoio che conduce alle porte blindate del deposito, apparve il direttore del Servizio federale delle entrate Michail Pavlovič Morkecov. Michail Pavlovič si avvicinò timidamente a Vladimir Vladimirovič™, a mani vuote.
- N... nn... - bofonchiò Michail Pavlovič, tendendo verso Vladimir Vladimirovič™ la mano destra stretta a pugno.
- Cosa? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva, - Che, è la prima volta?
Il direttore del Servizio delle entrate annuì spaventato. Vladimir Vladimirovič™ sospirò.
- N... nn... - riattaccò Michail Pavlovič, arrossendo, - N... nn.. 'ntrate.
- Cos'è, sei balbuziente? - domandò Vladimir Vladimirovič™, - Dove stanno queste entrate?
- Na... n... ntrate - borbottò il direttore del Servizio delle entrate, aprendo il pugno - Nanoentrate.
Sul palmo della mano del direttore giaceva una banconota sgualcita da dieci rubli.
- Non ho ben capito, - disse con aria smarrita Vladimir Vladimirovič™, - Cos'è 'sta roba?
- Nanorubli, - disse Michail Pavlovič, avvilito, - Sono un miliardo di volte più piccoli. Non ti immagini neanche, bratello, quanto sia difficile raccoglierli!
Vladimir Vladimirovič™ fissò Michail Pavlovič con gli occhi spalancati.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
Impara il russo con il Lipson!/3
Ed eccoci arrivati alla lezione di approfondimento sui lavoratori modello e i fannulloni. Qui impareremo a distinguere tra kulturnye e nekulturnye, cioè tra colti e ignoranti/incolti: con il termine "incolti", puntualizza il Lipson, ci si riferisce più precisamente alle persone rozze, ai bruti che "picchiano la moglie, parlano ad alta voce durante i concerti, buttano per terra le carte delle caramelle e si mettono le dita nel naso" (vi prego di notare la progressione). Sempre il Lipson ricorda che nel parco Gorkij di Mosca c'era un cartello con su scritto: "Riposate culturalmente, compagni!"
Pronti? Via.
Udàrniki čàsto kultùrnye ljùdi.
I lavoratori modello sono spesso persone colte.
Kultùrnye ljùdi čitàjut knìgi.
Le persone colte leggono libri.
I onì mòjutsja kàždyj dèn'.
E si lavano tutti i giorni.
All together now, se proprio volete. Altrimenti video-lezione su YouTube che comprende anche il brano successivo.
Bezdèl'niki čàsto nekultùrnye ljùdi.
I fannulloni sono spesso persone incolte.
Naskòlko ja snàju, nekultùrnye ljùdi ne mòjutsja.
Per quanto ne so, le persone incolte non si lavano.
Nikogdà?
Da, onì nikogdà ne mòjutsja.
Mai?
Sì, non si lavano mai.
I onì ljùbjat kurìt' v trollèjbusach,
E amano fumare sui filobus.
Tutti insieme, senza stupirci di nulla, seguendo questo link.
Nota sulla pronuncia: la "ju" (ю) di ljùdi e di ljùbiat è praticamente una "u". Adesso divertiamoci un po' con la "l" in queste due parole (ma anche in kultùrnye e nekultùrnye): otterrete il suono desiderato abbassando il retro della lingua e toccando gli incisivi superiori con la punta. Eh? Ditemi che non è sexy quella "l".
Noterete anche che la "t" dell'infinito del verbo fumare, kurìt' (курить), seguita da segno debole ь, si palatalizza diventando quasi una "z" sorda con un pizzico di "c".
Richiamo inoltre la vostra attenzione sullo stato in luogo v trollèjbusach: la "v" diventa praticamente una "f" e si aggrega alla parola successiva, la e è una "je", tanto che la pronuncia diventa di fatto "ftralièjbusach" (la doppia "l" qui diventa quasi "gl", appena appena: so che c'è ma quasi non la sento).
Nota iconografica: persone colte = faccine con occhiali. Persone incolte = teste pelose e spettinate in cui si fatica a intravedere i lineamenti (con l'eccezione di una sorta di ombelico fuori posto e due orecchie). Lavarsi = rubinetti (vi chiederete: perché sempre due di tutto; perché parliamo al plurale, che domande). Cuore + rettangolino su ruote + cicchino fumante = piace fumare su filobus.
I fannulloni le hanno proprio tutte, anche se per amor di giustizia va sottolineato che le persone colte si lavano in tre usando due rubinetti.
Approfondimento psico-sociologico: il Lipson pensa bene di andarci giù pesante e di spiegarci la teoria di G.G. Gubkin, il quale ha dimostrato "un'interessante correlazione tra il comportamento sui mezzi di trasporto di massa e il rapporto tra l'individuo e il suo ambiente".
Gli studi di Gubkin hanno individuato due sottogruppi predominanti, dice Lipson:
- le persone che leggono sui filobus, e cioè gli individui stabili e ben adattati al loro ambiente.
- le persone che si lavano sui filobus, e cioè gli individui compulsivi con conflitti interiori e spesso caratterizzati dall'incapacità di concentrarsi (cliccate sull'immagine per ingrandirla):
Lavarsi sui filobus? Possibile? Ma sì, c'è perfino il simbolo del rubinetto! Così il Lipson, a quanto pare, interpreta la grande lezione di Gubkin, non esitando a portarla alle estreme, catastrofiche conseguenze dello schema seguente:
Dunque: le persone che leggono sui filobus, nei parchi pensano e in fabbrica lavorano. Fin qui.
La persone che si lavano sui filobus, nei parchi amano fumare e in fabbrica pensano. A cosa? A un candelotto di dinamite con i piedini? Non si capisce.
Ma i disadattati non fumavano sul filobus e calpestavano i fiori del parco? E non avevamo detto che non si lavano mai?
Ecco, compagni, spero che questo non mi costi la promozione ma secondo me l'amico Lipson qui ha fumato qualcosa di più di un semplice cicchino (ho dei sospetti su quel candelotto di dinamite).
Da tutto questo ricaviamo fondamentalmente due conclusioni:
1. il fantomatico G.G. Gubkin ha dimenticato una terza categoria di individui: oltre agli integrati e ai disadattati ci sono quelli che la sera prendono il filobus, tornano a casa, vorrebbero riposarsi leggendo un bel libro e invece pensano "chi cazzo mi ha rubato le matite, che le avevo lasciate lì?"
2. Dopo l'ultimo disastroso schema psico-sociologico avrete capito che siamo nelle mani di un pazzo. Di due pazzi, se ci aggiungiamo il mio modesto contributo.
Questo tocco lisergico, io ritengo, renderà le nostre lezioni di russo meno prevedibili e sicuramente più divertenti.
[E ora ripassiamo e interroghiamoci a vicenda interpretando a turno l'integrato e il disadattato. Poi, quando non ci vede nessuno, inanelliamo una serie di "l" palato-dente. Su che è bello].
Pronti? Via.
Udàrniki čàsto kultùrnye ljùdi.
I lavoratori modello sono spesso persone colte.
Kultùrnye ljùdi čitàjut knìgi.
Le persone colte leggono libri.
I onì mòjutsja kàždyj dèn'.
E si lavano tutti i giorni.
All together now, se proprio volete. Altrimenti video-lezione su YouTube che comprende anche il brano successivo.
Bezdèl'niki čàsto nekultùrnye ljùdi.
I fannulloni sono spesso persone incolte.
Naskòlko ja snàju, nekultùrnye ljùdi ne mòjutsja.
Per quanto ne so, le persone incolte non si lavano.
Nikogdà?
Da, onì nikogdà ne mòjutsja.
Mai?
Sì, non si lavano mai.
I onì ljùbjat kurìt' v trollèjbusach,
E amano fumare sui filobus.
Tutti insieme, senza stupirci di nulla, seguendo questo link.
Nota sulla pronuncia: la "ju" (ю) di ljùdi e di ljùbiat è praticamente una "u". Adesso divertiamoci un po' con la "l" in queste due parole (ma anche in kultùrnye e nekultùrnye): otterrete il suono desiderato abbassando il retro della lingua e toccando gli incisivi superiori con la punta. Eh? Ditemi che non è sexy quella "l".
Noterete anche che la "t" dell'infinito del verbo fumare, kurìt' (курить), seguita da segno debole ь, si palatalizza diventando quasi una "z" sorda con un pizzico di "c".
Richiamo inoltre la vostra attenzione sullo stato in luogo v trollèjbusach: la "v" diventa praticamente una "f" e si aggrega alla parola successiva, la e è una "je", tanto che la pronuncia diventa di fatto "ftralièjbusach" (la doppia "l" qui diventa quasi "gl", appena appena: so che c'è ma quasi non la sento).
Nota iconografica: persone colte = faccine con occhiali. Persone incolte = teste pelose e spettinate in cui si fatica a intravedere i lineamenti (con l'eccezione di una sorta di ombelico fuori posto e due orecchie). Lavarsi = rubinetti (vi chiederete: perché sempre due di tutto; perché parliamo al plurale, che domande). Cuore + rettangolino su ruote + cicchino fumante = piace fumare su filobus.
I fannulloni le hanno proprio tutte, anche se per amor di giustizia va sottolineato che le persone colte si lavano in tre usando due rubinetti.
Approfondimento psico-sociologico: il Lipson pensa bene di andarci giù pesante e di spiegarci la teoria di G.G. Gubkin, il quale ha dimostrato "un'interessante correlazione tra il comportamento sui mezzi di trasporto di massa e il rapporto tra l'individuo e il suo ambiente".
Gli studi di Gubkin hanno individuato due sottogruppi predominanti, dice Lipson:
- le persone che leggono sui filobus, e cioè gli individui stabili e ben adattati al loro ambiente.
- le persone che si lavano sui filobus, e cioè gli individui compulsivi con conflitti interiori e spesso caratterizzati dall'incapacità di concentrarsi (cliccate sull'immagine per ingrandirla):
Lavarsi sui filobus? Possibile? Ma sì, c'è perfino il simbolo del rubinetto! Così il Lipson, a quanto pare, interpreta la grande lezione di Gubkin, non esitando a portarla alle estreme, catastrofiche conseguenze dello schema seguente:
Dunque: le persone che leggono sui filobus, nei parchi pensano e in fabbrica lavorano. Fin qui.
La persone che si lavano sui filobus, nei parchi amano fumare e in fabbrica pensano. A cosa? A un candelotto di dinamite con i piedini? Non si capisce.
Ma i disadattati non fumavano sul filobus e calpestavano i fiori del parco? E non avevamo detto che non si lavano mai?
Ecco, compagni, spero che questo non mi costi la promozione ma secondo me l'amico Lipson qui ha fumato qualcosa di più di un semplice cicchino (ho dei sospetti su quel candelotto di dinamite).
Da tutto questo ricaviamo fondamentalmente due conclusioni:
1. il fantomatico G.G. Gubkin ha dimenticato una terza categoria di individui: oltre agli integrati e ai disadattati ci sono quelli che la sera prendono il filobus, tornano a casa, vorrebbero riposarsi leggendo un bel libro e invece pensano "chi cazzo mi ha rubato le matite, che le avevo lasciate lì?"
2. Dopo l'ultimo disastroso schema psico-sociologico avrete capito che siamo nelle mani di un pazzo. Di due pazzi, se ci aggiungiamo il mio modesto contributo.
Questo tocco lisergico, io ritengo, renderà le nostre lezioni di russo meno prevedibili e sicuramente più divertenti.
[E ora ripassiamo e interroghiamoci a vicenda interpretando a turno l'integrato e il disadattato. Poi, quando non ci vede nessuno, inanelliamo una serie di "l" palato-dente. Su che è bello].
martedì, giugno 26, 2007
VVP e il salto qualitativo
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva alla nanoscrivania nel suo nanostudio all'interno del Nanocremlino e nanolavorava ad alcuni nanodocumenti.
A un tratto la nanoimponente nanoporta del nanostudio si spalancò per lasciar entrare con passo nanorapido il Nanopresidente della Nanoduma, il nanoandroide Boris Gryzlov.
- Nano alla Russia! - il nanoandroide salutò Vladimir Vladimirovič™, - Abbiamo una nanoproposta di nanolegge.
- Nanointeressante, - rispose Vladimir Vladimirovič™ senza distogliere lo sguardo dai suoi nanodocumenti.
- Nanoascolta, - disse il Nanopresidente avvicinandosi alla nanopresidenziale nanoscrivania, - Noi intendiamo proporre il prossimo nanosalto di nanoqualità del nostro nanostato.
- Noi chi? - domandò Vladimir Vladimirovič™.
- Nanonoi, - rispose il Nanopresidente, - Nanorussia Unita!
- E cosa sarebbe questo nanosalto di nanoqualità? - domandò Vladimir Vladimirovič™.
- Le picotecnologie, - spiegò il nanoandroide, - Di fatto abbiamo un intero nanoprogramma. Picotecnologie, femtotecnologie, attotecnologie, zeptotecnologie e yoctotecnologie.
- Yoctotecnologie? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- Yocto, - annuì il Nanopresidente, - È come due volte nano e anche un po' nanomeno…
- Meno!? - esclamò Vladimir Vladimirovič™, - Ma andate a quel paese con le vostre tecnologie!... Guardati attorno: si è rimpicciolito tutto! La nanoscrivania... i nanodocumenti! Il nanostudio! Il Nanocremlino!
- E il Nanopresidente, - annuì il nanoandroide, - Ciò va nanobene.
- Nanopresto scompariremo, - replicò Vladimir Vladimirovič™ nanotristemente.
- Bratello, - ronzò il nanoandroide, - Sarà nanomeglio per tutti. Nanocredimi.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
A un tratto la nanoimponente nanoporta del nanostudio si spalancò per lasciar entrare con passo nanorapido il Nanopresidente della Nanoduma, il nanoandroide Boris Gryzlov.
- Nano alla Russia! - il nanoandroide salutò Vladimir Vladimirovič™, - Abbiamo una nanoproposta di nanolegge.
- Nanointeressante, - rispose Vladimir Vladimirovič™ senza distogliere lo sguardo dai suoi nanodocumenti.
- Nanoascolta, - disse il Nanopresidente avvicinandosi alla nanopresidenziale nanoscrivania, - Noi intendiamo proporre il prossimo nanosalto di nanoqualità del nostro nanostato.
- Noi chi? - domandò Vladimir Vladimirovič™.
- Nanonoi, - rispose il Nanopresidente, - Nanorussia Unita!
- E cosa sarebbe questo nanosalto di nanoqualità? - domandò Vladimir Vladimirovič™.
- Le picotecnologie, - spiegò il nanoandroide, - Di fatto abbiamo un intero nanoprogramma. Picotecnologie, femtotecnologie, attotecnologie, zeptotecnologie e yoctotecnologie.
- Yoctotecnologie? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- Yocto, - annuì il Nanopresidente, - È come due volte nano e anche un po' nanomeno…
- Meno!? - esclamò Vladimir Vladimirovič™, - Ma andate a quel paese con le vostre tecnologie!... Guardati attorno: si è rimpicciolito tutto! La nanoscrivania... i nanodocumenti! Il nanostudio! Il Nanocremlino!
- E il Nanopresidente, - annuì il nanoandroide, - Ciò va nanobene.
- Nanopresto scompariremo, - replicò Vladimir Vladimirovič™ nanotristemente.
- Bratello, - ronzò il nanoandroide, - Sarà nanomeglio per tutti. Nanocredimi.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
Impara il russo con il Lipson!/2
Purtroppo nella realtà socialisticamente corretta, come nell'imperfetto mondo capitalista, non ci sono solo i lavoratori modello (udarniki), ma anche i fannulloni (bezdel'niki). In questa lezione incontreremo parole e disegnini nuovi e saremo in grado di riconoscere i dannosi, temibili e probabilmente irrecuperabili nemici della produttività.
Kak živùt bezdèl'niki?
Come vivono i fannulloni?
Na rabòte onì kradùt karandašì.
Al lavoro rubano le matite.
V pàrkach onì vedùt sebjà plocho.
Nei parchi si comportano male.
Da, tovàrišči.
Vot kak živùt bezdèl'niki!
Sì, compagni.
Ecco come vivono i fannulloni!
Breve e buffo momento vocale, lo trovate qui, in alternativa la breve e buffa video-lezione qui su YouTube.
Notiamo che dopo aver spalancato la "e" (э) di entuziàzmom, ora dobbiamo chiuder tutto con le "e" (e) di bezdèl'niki, vedùt e sebjà (la seconda "e" di bezdèl'niki e quella di rabòte sono più chiaramente "ie"; in rabòte la "t" si palatalizza): i triestinohablantes saranno avvantaggiati pensando intensamente alla "e" di "bela", praticamente una "i".
E veniamo alle osservazioni di carattere grafico. I bezdel'niki, o fannulloni, vengono rappresentati con un'espressione ammiccante, il cappellino sulle ventitré e il cicchino tra le labbra atteggiate a un sorriso vagamente lascivo. Il verbo rubare viene persuasivamente reso con due rapaci zampine stilizzate simili a forchettoni. A scanso di equivoci, gli omini che si stanno comportando male nei parchi stanno semplicemente calpestando i fiori (due a testa).
Eh, sì, compagni. Questi sono i fannulloni. Due matite oggi, due turbine domani e ci smontano la fabbrica mandandoci a puttane il piano quinquennale.
Ho visto regimi socialisti flettersi per molto meno.
Kak živùt bezdèl'niki?
Come vivono i fannulloni?
Na rabòte onì kradùt karandašì.
Al lavoro rubano le matite.
V pàrkach onì vedùt sebjà plocho.
Nei parchi si comportano male.
Da, tovàrišči.
Vot kak živùt bezdèl'niki!
Sì, compagni.
Ecco come vivono i fannulloni!
Breve e buffo momento vocale, lo trovate qui, in alternativa la breve e buffa video-lezione qui su YouTube.
Notiamo che dopo aver spalancato la "e" (э) di entuziàzmom, ora dobbiamo chiuder tutto con le "e" (e) di bezdèl'niki, vedùt e sebjà (la seconda "e" di bezdèl'niki e quella di rabòte sono più chiaramente "ie"; in rabòte la "t" si palatalizza): i triestinohablantes saranno avvantaggiati pensando intensamente alla "e" di "bela", praticamente una "i".
E veniamo alle osservazioni di carattere grafico. I bezdel'niki, o fannulloni, vengono rappresentati con un'espressione ammiccante, il cappellino sulle ventitré e il cicchino tra le labbra atteggiate a un sorriso vagamente lascivo. Il verbo rubare viene persuasivamente reso con due rapaci zampine stilizzate simili a forchettoni. A scanso di equivoci, gli omini che si stanno comportando male nei parchi stanno semplicemente calpestando i fiori (due a testa).
Eh, sì, compagni. Questi sono i fannulloni. Due matite oggi, due turbine domani e ci smontano la fabbrica mandandoci a puttane il piano quinquennale.
Ho visto regimi socialisti flettersi per molto meno.
lunedì, giugno 25, 2007
VVP e GFF
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin si avvicinò all'imponente porta del suo studio all'interno del Cremlino e la chiuse a chiave. Poi Vladimir Vladimirovič™ ritornò alla sua presidenziale scrivania e sollevò il tavolino usato per gli incontri con i funzionari.
Vladimir Vladimirovič™ collocò il tavolino al centro dello studio. Poi Vladimir Vladimirovič™ accostò al tavolino una sedia. Poi Vladimir Vladimirovič™ si avvicinò alle finestre e tirò le pesanti tende. Poi Vladimir Vladimirovič™ andò nuovamente alla scrivania, aprì il cassetto di mezzo e ne estrasse un candelabro con una candela e una scatola di fiammiferi. Poi Vladimir Vladimirovič™ si avvicinò al tavolino, ci appoggiò sopra il candelabro e accese la candela. Poi Vladimir Vladimirovič™ si sedette e pose sul tavolino le sue presidenziali mani.
- Spirito del Mahatma, - disse Vladimir Vladimirovič™ con voce cantilenante, - Io ti evoco.
Il tavolino si mise a vibrare sotto le mani di Vladimir Vladimirovič™, poi si mosse e cominciò a piroettare su una gamba sola.
- Namaste, - disse la voce distante del Mahatma Gandhi.
Vladimir Vladimirovič™ giunse le mani in segno di saluto.
- Salve, Mahatma, - disse Vladimir Vladimirovič™, - È morto Gianfranco Ferré.
- E chi è? - domandò il Mahatma Gandhi.
- Il mio sarto, - sospirò Vladimir Vladimirovič™, - Adesso non solo non ho nessuno con chi parlare. Non ho neanche niente da mettermi.
Il Mahatma Gandhi, in risposta a Vladimir Vladimirovič™, sospirò.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
Vladimir Vladimirovič™ collocò il tavolino al centro dello studio. Poi Vladimir Vladimirovič™ accostò al tavolino una sedia. Poi Vladimir Vladimirovič™ si avvicinò alle finestre e tirò le pesanti tende. Poi Vladimir Vladimirovič™ andò nuovamente alla scrivania, aprì il cassetto di mezzo e ne estrasse un candelabro con una candela e una scatola di fiammiferi. Poi Vladimir Vladimirovič™ si avvicinò al tavolino, ci appoggiò sopra il candelabro e accese la candela. Poi Vladimir Vladimirovič™ si sedette e pose sul tavolino le sue presidenziali mani.
- Spirito del Mahatma, - disse Vladimir Vladimirovič™ con voce cantilenante, - Io ti evoco.
Il tavolino si mise a vibrare sotto le mani di Vladimir Vladimirovič™, poi si mosse e cominciò a piroettare su una gamba sola.
- Namaste, - disse la voce distante del Mahatma Gandhi.
Vladimir Vladimirovič™ giunse le mani in segno di saluto.
- Salve, Mahatma, - disse Vladimir Vladimirovič™, - È morto Gianfranco Ferré.
- E chi è? - domandò il Mahatma Gandhi.
- Il mio sarto, - sospirò Vladimir Vladimirovič™, - Adesso non solo non ho nessuno con chi parlare. Non ho neanche niente da mettermi.
Il Mahatma Gandhi, in risposta a Vladimir Vladimirovič™, sospirò.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
Impara il russo con il Lipson!/1
Cominciamo con una situazione molto semplice: oggi faremo amicizia con gli udarniki, o lavoratori modello (insomma, quelli che ci danno dentro, gli stachanovisti), e con il loro mondo interiore fatto di onesti e semplici entusiasmi e di valori in linea con i parametri dell'emulazione socialista.
Kak živùt udàrniki?
Udàrniki živùt chorošò.
Come vivono i lavoratori modello?
I lavoratori modello vivono bene.
Gde onì rabòtajut?
Onì rabòtajut na zavòdach.
Kak onì rabòtajut?
Onì rabòtajut s entuziàzmom.
Dove lavorano?
Lavorano nelle fabbriche.
Come lavorano?
Lavorano con entusiasmo.
Čto onì dèlajut v pàrkach?
V pàrkach onì dùmajut o žizni.
Cosa fanno nei parchi?
Nei parchi pensano alla vita.
O kakòj žìzni?
O žìzni na zavòdach.
A che vita?
Alla vita nelle fabbriche.
Vot kak zivùt udàrniki!
Ecco come vivono i lavoratori modello!
Quella che vi ho scritto è la corretta traslitterazione, non la pronuncia. La pronuncia dell'intero brano (tenendo conto che il Capo parla strano di suo) è a questo indirizzo, se non vi va di fare il login c'è pur sempre la video-lezione su YouTube.
Adesso:
1. ripetete gioiosamente, notando che le "o" non accentate diventano "a" e mettendo tutte le palatalizzazioni (e anche più) nei posticini giusti;
2. soffermatevi a riflettere sulla perfetta circolarità della vita dei lavoratori modello sovietici, che lavorano nelle fabbriche con entusiasmo, quando sono nei parchi pensano alla vita in fabbrica e sono felici.
3. ammirate e memorizzate la simbologia dei disegnini:
testa grande e stellina sul cappello = lavoratori modello
rettangolino con camino = fabbrica
falce e martello = lavorare
rettangolino con camino + falce e martello = lavorare in fabbrica
faccia sorridente + rettangolino con camino + falce e martello = lavorare in fabbrica con entusiasmo
piazzòla ornata da due alberi = parco
nuvoletta contenente rettangolino con camino = pensare alla fabbrica.
C'è da chiedersi a cosa servano le lingue, con un linguaggio iconico così sofisticato: quindi io sarò contenta anche se mi ripeterete tutto facendo i disegnini.
Adesso avete una strana sensazione, "come se non c'è altro che fabbrica", per dirla con Jannacci?
Bene, l'atteggiamento è quello giusto.
Kak živùt udàrniki?
Udàrniki živùt chorošò.
Come vivono i lavoratori modello?
I lavoratori modello vivono bene.
Gde onì rabòtajut?
Onì rabòtajut na zavòdach.
Kak onì rabòtajut?
Onì rabòtajut s entuziàzmom.
Dove lavorano?
Lavorano nelle fabbriche.
Come lavorano?
Lavorano con entusiasmo.
Čto onì dèlajut v pàrkach?
V pàrkach onì dùmajut o žizni.
Cosa fanno nei parchi?
Nei parchi pensano alla vita.
O kakòj žìzni?
O žìzni na zavòdach.
A che vita?
Alla vita nelle fabbriche.
Vot kak zivùt udàrniki!
Ecco come vivono i lavoratori modello!
Quella che vi ho scritto è la corretta traslitterazione, non la pronuncia. La pronuncia dell'intero brano (tenendo conto che il Capo parla strano di suo) è a questo indirizzo, se non vi va di fare il login c'è pur sempre la video-lezione su YouTube.
Adesso:
1. ripetete gioiosamente, notando che le "o" non accentate diventano "a" e mettendo tutte le palatalizzazioni (e anche più) nei posticini giusti;
2. soffermatevi a riflettere sulla perfetta circolarità della vita dei lavoratori modello sovietici, che lavorano nelle fabbriche con entusiasmo, quando sono nei parchi pensano alla vita in fabbrica e sono felici.
3. ammirate e memorizzate la simbologia dei disegnini:
testa grande e stellina sul cappello = lavoratori modello
rettangolino con camino = fabbrica
falce e martello = lavorare
rettangolino con camino + falce e martello = lavorare in fabbrica
faccia sorridente + rettangolino con camino + falce e martello = lavorare in fabbrica con entusiasmo
piazzòla ornata da due alberi = parco
nuvoletta contenente rettangolino con camino = pensare alla fabbrica.
C'è da chiedersi a cosa servano le lingue, con un linguaggio iconico così sofisticato: quindi io sarò contenta anche se mi ripeterete tutto facendo i disegnini.
Adesso avete una strana sensazione, "come se non c'è altro che fabbrica", per dirla con Jannacci?
Bene, l'atteggiamento è quello giusto.
lunedì, giugno 18, 2007
Impara il russo con il Lipson!/Introduzione
Ho pensato di fare cosa utile e gradita proponendovi, nei giorni della mia assenza per motivi di studio ("Storia, epistemologia e analisi della tapa andalusa"), i rudimenti della lingua russa e un po' di conversazione. Ma perché, mi sono detta, non abbinare agli adorati liquidi e fruscianti fonemi alcune preziose indicazioni sui comportamenti, le abitudini più o meno accettabili e soprattutto i valori dell'Unione Indistruttibile delle Libere Repubbliche?
Così ho deciso di utilizzare come libro di testo il fondamentale Lipson del 1974 (seconda edizione "preliminare" 1977) stampato dalla Slavica Publishers Inc., Columbus Ohio: più che una grammatica un pregevole tentativo di sovietizzazione degli americani.
In men che non si dica non solo sarete in grado di parlare il russo, ma anche di cavarvela all'interno di qualsiasi efficiente fabbrica sovietica, dove saprete distinguere tra bravi stachanovisti e subdoli pigroni, buoni e cattivi ispettori, sorveglianti modello e deprecabili fannulloni. Imparerete a rispettare le quote di produzione, a stilare un ineccepibile piano quinquennale e a dedicare le ore d'ozio a letture edificanti. Più avanti vi insegneremo anche due utili sistemi per non rispondere alle domande.
Il tutto con l'aiuto di semplici e gradevoli disegnini.
E se non bastano i disegnini potrete ascoltare le lezioni audio del Miro, che sostituiscono le cassette perdute del caro Lipson.
Vi sento da qui, che siete tanto contenti.
[Disclaimer: il Miro, si sa, ha una cadenza buffa già quando parla l'italiano (il fatto che si diletti a imitare balie ciarnielle, mule bisiache, navigatori satellitari e vecchi telegiornali jugoslavi non aiuta), e qui si è particolarmente divertito. La pronuncia è quella giusta, rischiate solo che in una fabbrica sovietica vi prendano per l'anima della festa. Russohablantes: voi limitatevi a concedervi quattro risate. Insonni: questa è roba capace di spedirvi in fase rem in dieci secondi netti, fatene buon uso].
[A m., che aveva acquistato un biglietto per un locale e si è ritrovato sulla Transiberiana: grazie].
Così ho deciso di utilizzare come libro di testo il fondamentale Lipson del 1974 (seconda edizione "preliminare" 1977) stampato dalla Slavica Publishers Inc., Columbus Ohio: più che una grammatica un pregevole tentativo di sovietizzazione degli americani.
In men che non si dica non solo sarete in grado di parlare il russo, ma anche di cavarvela all'interno di qualsiasi efficiente fabbrica sovietica, dove saprete distinguere tra bravi stachanovisti e subdoli pigroni, buoni e cattivi ispettori, sorveglianti modello e deprecabili fannulloni. Imparerete a rispettare le quote di produzione, a stilare un ineccepibile piano quinquennale e a dedicare le ore d'ozio a letture edificanti. Più avanti vi insegneremo anche due utili sistemi per non rispondere alle domande.
Il tutto con l'aiuto di semplici e gradevoli disegnini.
E se non bastano i disegnini potrete ascoltare le lezioni audio del Miro, che sostituiscono le cassette perdute del caro Lipson.
Vi sento da qui, che siete tanto contenti.
[Disclaimer: il Miro, si sa, ha una cadenza buffa già quando parla l'italiano (il fatto che si diletti a imitare balie ciarnielle, mule bisiache, navigatori satellitari e vecchi telegiornali jugoslavi non aiuta), e qui si è particolarmente divertito. La pronuncia è quella giusta, rischiate solo che in una fabbrica sovietica vi prendano per l'anima della festa. Russohablantes: voi limitatevi a concedervi quattro risate. Insonni: questa è roba capace di spedirvi in fase rem in dieci secondi netti, fatene buon uso].
[A m., che aveva acquistato un biglietto per un locale e si è ritrovato sulla Transiberiana: grazie].
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Vaghe stelle dell'URSS
sabato, giugno 16, 2007
Lettere dalla città di G./We're all mad here
Mie care e vaghe stelle dell'Urss,
posso dirvi che parto per una settimana, che non so se controllerò la posta, e adieu (questo è un omaggio alla signora Flora)? Naturalmente no: dopo tutto Poligraf potrebbe assumere il comando del blog, oppure.
Oppure potrei avere in serbo qualcosa (o più di qualcosa) nella cartella delle bozze :-)
Intanto, due traduzioni.
La prima è un vivace commento sulla mossa di Putin a Heilingendamm, scritto da un analista politico che in passato non ha risparmiato critiche al presidente russo e che ora sembra aver cambiato idea.
La seconda negli ultimi tempi ha assorbito la mia attenzione quasi completamente, ed è un lungo articolo sulle scuole cecene di montagna. L'autrice è una giovane reporter russa: il suo pezzo - accompagnato da foto molto belle - è uno di quegli esempi di buon giornalismo, obiettività e onestà che fanno riflettere su quanto si dice a Occidente della libertà di espressione in Russia. L'ho trovato informativo, equilibrato, partecipe, senza forzature drammatiche.
Potete leggerlo su Tlaxcala, qui, dove è anche corredato di foto e di didascalie, o su 2.0 qui. Se desiderate il file word per leggervelo con calma lasciatemi una riga in Gmail.
Un'altra bella galleria di immagini è qui.
Molti baci,
M.
p.s. F. ha detto: "Vai a vedere cosa c'è a Plaza de la Encarnacion". "In che senso, cosa c'è?" "Mah, se stanno lavorando". Quindi, a meno che non abbiate altre special requests, tornerò con una foto del Capo visibilmente perplesso davanti a Metropol Parasol in costruzione (sarà un'occasione per socializzare in germagnòlo o spandesco con il capocantiere): moderate l'entusiasmo, mi raccomando.
[Disclaimer: qualsiasi cosa leggiate qui in Sturm der Miro la prossima settimana, ricordate che il Capo - comunque - è matto].
Filed in: lettere
posso dirvi che parto per una settimana, che non so se controllerò la posta, e adieu (questo è un omaggio alla signora Flora)? Naturalmente no: dopo tutto Poligraf potrebbe assumere il comando del blog, oppure.
Oppure potrei avere in serbo qualcosa (o più di qualcosa) nella cartella delle bozze :-)
Intanto, due traduzioni.
La prima è un vivace commento sulla mossa di Putin a Heilingendamm, scritto da un analista politico che in passato non ha risparmiato critiche al presidente russo e che ora sembra aver cambiato idea.
La seconda negli ultimi tempi ha assorbito la mia attenzione quasi completamente, ed è un lungo articolo sulle scuole cecene di montagna. L'autrice è una giovane reporter russa: il suo pezzo - accompagnato da foto molto belle - è uno di quegli esempi di buon giornalismo, obiettività e onestà che fanno riflettere su quanto si dice a Occidente della libertà di espressione in Russia. L'ho trovato informativo, equilibrato, partecipe, senza forzature drammatiche.
Potete leggerlo su Tlaxcala, qui, dove è anche corredato di foto e di didascalie, o su 2.0 qui. Se desiderate il file word per leggervelo con calma lasciatemi una riga in Gmail.
Un'altra bella galleria di immagini è qui.
Molti baci,
M.
p.s. F. ha detto: "Vai a vedere cosa c'è a Plaza de la Encarnacion". "In che senso, cosa c'è?" "Mah, se stanno lavorando". Quindi, a meno che non abbiate altre special requests, tornerò con una foto del Capo visibilmente perplesso davanti a Metropol Parasol in costruzione (sarà un'occasione per socializzare in germagnòlo o spandesco con il capocantiere): moderate l'entusiasmo, mi raccomando.
[Disclaimer: qualsiasi cosa leggiate qui in Sturm der Miro la prossima settimana, ricordate che il Capo - comunque - è matto].
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