
Kak živùt bezdèl'niki?
Come vivono i fannulloni?

Na rabòte onì kradùt karandašì.
Al lavoro rubano le matite.

V pàrkach onì vedùt sebjà plocho.
Nei parchi si comportano male.

Da, tovàrišči.
Vot kak živùt bezdèl'niki!
Sì, compagni.
Ecco come vivono i fannulloni!
Breve e buffo momento vocale, lo trovate qui, in alternativa la breve e buffa video-lezione qui su YouTube.
Notiamo che dopo aver spalancato la "e" (э) di entuziàzmom, ora dobbiamo chiuder tutto con le "e" (e) di bezdèl'niki, vedùt e sebjà (la seconda "e" di bezdèl'niki e quella di rabòte sono più chiaramente "ie"; in rabòte la "t" si palatalizza): i triestinohablantes saranno avvantaggiati pensando intensamente alla "e" di "bela", praticamente una "i".
E veniamo alle osservazioni di carattere grafico. I bezdel'niki, o fannulloni, vengono rappresentati con un'espressione ammiccante, il cappellino sulle ventitré e il cicchino tra le labbra atteggiate a un sorriso vagamente lascivo. Il verbo rubare viene persuasivamente reso con due rapaci zampine stilizzate simili a forchettoni. A scanso di equivoci, gli omini che si stanno comportando male nei parchi stanno semplicemente calpestando i fiori (due a testa).
Eh, sì, compagni. Questi sono i fannulloni. Due matite oggi, due turbine domani e ci smontano la fabbrica mandandoci a puttane il piano quinquennale.
Ho visto regimi socialisti flettersi per molto meno.
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