[Dunque sembra che il sabato sia a rischio poesia in traduzione fai-da-te. Sergej Kruglov lo conoscete già; alla fine ho aggiunto qualche informazione su Schulz che aiuta a capire meglio alcuni riferimenti e dunque (credo) anche alcune scelte di questa poesia piena di carne e di sangue che parla di Dio, dell'arte e della parola.
In un'intervista Kruglov ha detto: "La poesia schiude sempre qualcosa di nuovo al mondo, semplicemente grazie alla sua natura. Le persone hanno bisogno di sangue. Per vivere servono l'aria, il sangue, la carne. Ecco quello che interessa alle persone. Questo mi fa venire in mente le parole della Bibbia quando dice che verrà il tempo in cui l'oro rotolerà per le strade e la gente cercherà il pane. Cose vitali, concrete. Realismo" (intervista che tradurrò per intero quando mi direte che - com'è, come non è - non potete più fare a meno di lui)].
Bruno Schulz
di Sergej Kruglov
Il sole dietro i vetri è una rossa lilith,
Ridendo ha divorato i nomi di tre angeli.
Ma io sono un bambino, non mi spaventa,
Padre! la disegnerò,
Esorcismo: matita, carta.
Su un ramo metallico fuori della finestra si strugge malinconico, implora carne
l'uccello stinfalide della primavera
del 1942.
Sai, padre, se Dio, Bog, è davvero
un rabbino di Drohobycz, allora siamo spacciati!
Ma se è semplicemente B-g,
Con il vuoto carnoso sanguinante della «о» (come se letteralmente
Avessero strappato, aggrappandovisi con le dita ricurve,
Sette pagine illustrate proprio a metà
Del libro denso, piccante, palpitante
Come umida rosa) – allora
va bene, forse torneremo a vivere ancora.
Originale: Бруно Шульц
Bruno Schulz, scrittore e artista polacco nato nel 1892 da una famiglia di commercianti ebrei, trascorre praticamente tutta la sua vita nel villaggio natale di Drohobycz (prima Impero Austro-Ungarico, poi Polonia, poi Unione Sovietica, poi Ucraina Occidentale), allontanandosene solo per compiere gli studi di architettura. Insegnante di disegno al liceo per necessità, scrive racconti che inizialmente vengono pubblicati insieme alle sue illustrazioni. In seguito all'invasione tedesca dell'Unione Sovietica è costretto a vivere nel ghetto di Drohobycz, dove gode inizialmente della protezione di un ufficiale della Gestapo, Felix Landau, che ne ammira il talento. Proprio per Landau dipinge un murale che va per lo più distrutto insieme alla maggior parte delle sue opere e a un romanzo incompiuto, Il Messia. Viene ucciso da un altro ufficiale tedesco, rivale di Landau, nel novembre del 1942. Il suo corpo non è stato mai ritrovato.
Ha goduto di grande fama postuma, nonostante le poche opere superstiti.
La riscoperta del dipinto murale nel 2001, il modo in cui Yad Vashem si è appropriato di vari frammenti, la controversia che ne è seguita e la discussione sullo sfruttamento della complessa figura di Schulz (ebreo che pensava e scriveva in polacco e parlava bene il tedesco, intriso di cultura ebraica eppure lontano dalla lingua yiddish, ben poco cosmopolita, solitario, quasi un eremita, autore di opere grafiche molto sensuali che il suo ambiente avrebbe ritenuto scandalose) è una storia interessante e istruttiva, ma decisamente un'altra storia.