venerdì, novembre 10, 2006

Impossibile tener fuori i russi da una buona storia?

Può capitare, leggendo un romanzo e più spesso guardando un film, di essere distratti e vagamente infastiditi da una certa implausibilità dei personaggi e dell'ambientazione.
Su Very Russian Točka Net (Točka Net significa semplicemente "punto net"), un blog in inglese sulla Russia scritto da un giovano russo che risiede all'estero ("an insider on the outside", si definisce), ho trovato una guida su come inserire in un romanzo un personaggio russo credibile. È scritta in tono scherzoso, ma si presta a divertenti parallelismi.

Cito (ho omesso solo le parti nelle quali era fondamentale per la comprensione che la lingua d'arrivo fosse l'inglese):

"1. Dare un nome al vostro personaggio russo
Ci sono due modi per confezionare un nome russo che può involontariamente generare ilarità (cosa che spesso accade).
Il primo consiste nell'appiccicare il cognome di un russo più o meno famoso al nome di un altro. Ricordo un cartone in cui c'era un pilota automobilistico che si chiamava Yuri Trotsky. Suona stupido. Nel film Armageddon c'era un cosmonauta russo che si chiamava Lev Andropov. Anche questo suona stupido (però ne approfitto per farvi notare che l'attore svedese che lo interpretava imitava alla perfezione l'accento russo). Naturalmente al pubblico non russo questi nomi sembreranno più normali. Però non vi sognereste mai di scrivere un poliziesco in cui l'ispettore Rob Shakespeare indaga sull'omicidio di Don Lennon, un magnate del commercio di diamanti, e scopre che l'assassino è il genero, Jeff Roosevelt. A meno che non lo facciate intenzionalmente.
Già che parliamo di gialli e polizieschi: l'altro discutibile metodo è quello che chiamerei metodo Agatha Christie. Si prende un nome russo a caso (oppure un nome che sembra russo) semplicemente perché suona bene. Nel romanzo di Agatha Christie Poirot e i quattro ci sono un dottor Savaronoff (che non è un nome russo) e una Sonia Daviloff, che come nome esiste ma è raro e comunque incautamente scelto; 'Daviloff' o 'Davilov' ha un'associazione lessicale con il pressare e lo schiacciare (davit'); e per quanto riguarda il fascino dell'eufonia siamo a posto.

Dunque come si fa a scegliere un nome russo per un personaggio?

Non si può sbagliare con cognomi derivati da nomi, come Michajlov o Andreev; ce ne sono poi alcuni derivati da nomi ormai caduti in disuso, come Efremov, Lukin o Paramonov (ma evitate quelli resi celebri da personaggi famosi, come Prokofiev).

Se preferite usare un nome che abbia un significato, cercate di capire quale debba essere esattamente quel significato. Deve comunque incuriosirvi. La comunità di Livejournal dedicata all'apprendimento del russo è il posto giusto in cui chiedere informazioni. Ancora meglio, potete pensare prima al significato del nome del vostro personaggio e poi chiedere a qualcuno di tradurlo e trasformarlo in un cognome. Non ci sono garanzie, ovviamente. Comunque controllate sempre, usando un motore di ricerca, che il nome esista. Più risultati ci sono, meglio è.

Se ambientate il vostro romanzo nel diciannovesimo secolo o prima, non date un nome come Golicyn o Šeremetev a un contadino o a un borghese [sono nomi di principi, n.d.T].

Un appunto sui nomi propri. Nataša, Tanja e Sonja in occidente hanno la dignità di nomi propri; in russo invece sono rispettivamente i diminutivi di Natal'ja, Tat'jana e Sof'ja. E negli ultimi cinquant'anni il nome Ivan è diventato piuttosto raro, proprio perché prima era il nome russo più diffuso.

2. Usi e abusi di frasi russe nei dialoghi
Piacciono a tutti quelle frasi straniere in corsivo, ne tak li? Però avrete sicuramente notato che c'è qualcosa di strano quando un personaggio francese dice continuamente oui e biensûr per poi pronunciare frasi complesse in un inglese [o un italiano, nel nostro caso] spesso perfetto. Dovrebbe essere proprio il contrario, no?

Allora non fate dire al vostro personaggio russo da, net e spasibo solo per far vedere che è russo. Non fategli neanche dire vertolet quando si dimentica come si dice 'elicottero'. È divertente far vedere quante parole russe sapete (o avete cercato nel dizionario), ma dimostra anche che state trattando il vostro carattere in funzione di qualcosa, oppure come un elemento di colore più che come un vero personaggio.

Magari a volte vi capiterà di voler inserire un'intera frase russa. Solo che dopo un paio di parole il lettore inciamperà e non saprà come si pronuncia. [...]
I veri discorsi degli stranieri sono solitamente una combinazione di solecismi e correttezza grammaticale esagerata. Quindi il verbo sarà giusto, ma il tempo sbagliato; oppure verrà usato un termine sbagliato o mancherà l'articolo. E poi spesso gli stranieri usano fuori contesto espressioni troppo colloquiali o al contrario troppo ricercate, e curiose distorsioni.
[...]
Andrete sul sicuro se il vostro personaggio dirà oj quando colto di sorpresa, uch ty quanto disapprova qualcosa, e ks-ks quando tenta di richiamare l'attenzione di un gatto. Il consiglio è di rendere la conversazione del vostro personaggio lievemente artificiale.

3. Se ambientate il vostro romanzo in Russia:
buona fortuna.
Nella maggior parte della Russia non c'è neve tra la metà di aprile e la fine d'ottobre (circa).

4. Ma avete davvero bisogno di un'ambientazione o di un personaggio russi?
Ipotizziamo che non abbiate una conoscenza particolare della Russia e dei russi, ma pensiate che (come ha detto qualcuno su un forum di scrittura creativa) "sia impossibile tener fuori i russi da una buona storia". Però finirete con l'avere un personaggio o uno sfondo stereotipati e poco credibili.
E badate che non vi sto dicendo di "descrivere solo quello che sapete" o di passare anni a fare ricerche accademiche o sul posto. L'immagine della Russia e dei russi che c'è nella zona del mondo in cui vivete e nella vostra mente è parte del vostro ambiente culturale: quindi come tale potete esplorarla a volontà e ricavarne tutto quello che volete.
Io dico esattamente il contrario: se volete inventate persone e fatti, perché non inventare anche un paese che ricordi da vicino o da lontano la Russia ma che sia fondamentalmente fittizio? Questo non farà necessariamente del vostro romanzo un fantasy, e in compenso vi renderà completamente liberi di mescolare all'invenzione pezzetti di realtà presa in prestito. In Fuoco Pallido di Nabokov ci sono sia un paese europeo sia uno stato americano inventati di sana pianta, ma per il resto nel libro non c'è nulla che faccia pensare che non sia ambientato sulla terra e nel ventesimo secolo.

E poi gli stereotipi cessano di essere stereotipi quando li si mescola. Questo è un po' più tipico del fantasy, ma è anche più eccitante. Per esempio, immaginate una superpotenza comunista dalla caratterizzazione gotica chiamata 'Unione di Thiudrath' (la mia idea di una specie di "consiglio del popolo"). Oppure, se avete semplicemente bisogno di una terra esotica che non sia del tutto esotica prendete la Francia e spostatela geograficamente dove può essere stata dominata per secoli dalla Cina. E così via.
Non posso darvi delle ricette ma posso mettervi sulla strada giusta."

Fonte: Very Russian Točka Net

Pensate quello che penso io? Quanti italiani fuori posto e stereotipati incontriamo, al cinema e nei libri (perfino italiani)? Potremmo divertirci a citare esempi sciagurati di italiani for dummies e a stilare delle semplici regole linguistiche e d'ambientazione?


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