giovedì, settembre 13, 2007

El Miro en su laberinto

Scambio via sms:
"ciao miro, stasera ore 20 concerto al castello di kromberk?"
"stasera non posso, ma se vuoi prima o dopo mi libero."
"tempi stretti, purtroppo; rimedieremo un'altra volta?"
"certo che sì. estate complicata, ma prossimamente starò più ferma. a presto, bacio."

due secondi dopo, telefonata:
– Ohi, Miro, no sta farme cjapar 'ste paure!
– Cosa?
– Cossa vol dir "più ferma"?
– Niente, che gò più tempo.
– Ah, meno mal. Gò pensà a una roba brutta.
– Tipo?
– Tipo labirintite.

martedì, settembre 11, 2007

Vaghe stelle dell'URSS/3

– Sei poi andata al mare, domenica?
– No!
– Ah.
– Problemi personali.
– Mi dispiace.
– Ma mica miei.
– Problemi personali di altri?
– Eh sì.
– Capisco.

lunedì, settembre 10, 2007

Impara il russo con il Lipson!/14

... [continua]
Eravamo rimasti alla vostra implicita domanda, mascherine: "Capo capone, perché ci parli di triplo gioco? Non starà per accadere qualcosa di terribile, a Cementopoli?"

Ebbene sì, la nostra ingenua squadra è diventata facile preda di un individuo senza scrupoli. Dàmy i gospodà, ecco una storia di tradimento, buoni sentimenti, valutazioni errate, corruzione occidentale, quote di produzione disattese e cemento: l'Affare Brown! Come ama dire la mia conoscente Roweanna Velvet, "Cliccate per ingrandire".



Dèlo Bràuna: Nàša brigàda dèlaet bol'šùju ošìbku
L'affare Brown: la nostra squadra commette un grosso errore

Ràn'še anglìjskij inženèr Bràun rabòtal na betònnom zavòde.
Kàždyj betònščik dùmal, čto Bràun - òčen' choròšij čelovèk.
Kàždaja betònščica dùmala, čto Bràun - òčen' dòbryj čelovèk.
Vsjà nàša brigàda dùmala, čto anglìjskij inženèr Bràun -
lùčšij drùg zavòda.
Prima l'ingegnere inglese Brown lavorava nella fabbrica di cemento.
Ciascun lavoratore del cemento pensava che Brown fosse una bravissima persona.
Ciascuna lavoratrice del cemento pensava che Brown fosse una buonissima persona.
Tutta la nostra squadra pensava che l'ingegnere inglese Brown
fosse il migliore amico della fabbrica.

No niktò ne znàl, čto Bràun špiòn.
Čto dèlal Bràun?
Kàždyj den', kogdà my rabòtali, Bràun kral žurnaly v klùbe zavòda.
I včerà, kogdà nàša brigàda otdychàla v Blìnske, anglìjskij inženèr Bràun ykràl vse nàši betonomešalki.
Ma nessuno sapeva che Brown era una spia.
Cosa faceva Brown?
Ogni giorno, quando lavoravamo, Brown rubava le riviste nel circolo della fabbrica.
E ieri, quando la nostra squadra riposava a Blinsk, l'ingegnere inglese Brown ha rubato tutte le nostre betoniere.

Kakòe bezobràzie!
Che comportamento oltraggioso!

Ax, Bràun! Čto vy sdèlali! Čto vy sdèlali?!
My ljubìli vas.
My dùmali, čto vy naš lùčšij drug.
Naša brigàda, kàžetsja, sdèlala bol'šùju ošìbku.
Ah, Brown! Cos'ha fatto! Cos'ha fatto?!
Noi la amavamo.
Noi pensavamo che lei fosse il nostro migliore amico.
La nostra squadra, a quanto pare, ha commesso un grosso errore.

Fine dello psicodramma. Esercitiamoci insieme con questo file audio.

Osservazioni grammaticali: qui con il consueto understatement Lipson non ci presenta solo la perfida spia inglese ma anche i verbi perfettivi e imperfettivi. In russo la stessa azione è rappresentata da una coppia di verbi di diverso aspetto (la coppia aspettuale): i verbi di aspetto imperfettivo indicano il processo di svolgimento dell'azione o un'azione ripetuta (o due azioni contemporanee), mentre i verbi di aspetto perfettivo indicano un’azione svolta, conclusa (o due azioni consecutive). Per ora ci basta sapere questo.

Bràun kràl žurnàly v klùbe zavòda = Brown rubava le riviste nel circolo della fabbrica. Kral è imperfettivo.
Bràun ykràl vse nàši betonomešalki = Brown ha rubato tutte le nostre betoniere. Ukràl è perfettivo [me jera sbrissà imperfettivo, grazie deck paolo! n.d.C.].
Altro esempio di coppia aspettuale nel testo è rappresentato da delal/sdelal (faceva/ha fatto).

Ma veniamo al tema che più ci sta a cuore. Altro che bravissima persona e miglior amico della fabbrica: mentre il Voro si dedicava al furto di piccolo cabotaggio sottraendo matite, mentre i fannulloni si dilettavano a pestare due fiori nel parco e a fumare sui filobus, mentre a Betonograd si lavorava e a Blinsk si riposava (anche perché nel dopolavoro di Betonograd non era rimasto uno straccio di rivista) Brown tramava nell'ombra e si accingeva a tradire la fiducia della squadra.
Kakòe bezobràzie, Compagni!
Be', direte voi: c'è Brown, ci sono i lavoratori, ma dov'è che sta il "triple play"?
Non lo so con esattezza, ma secondo me c'entrano una coppia aspettuale e una betoniera.

[Il Demiurgo, intanto, segnala il sottile, sublime, mixante, rotante punto di incontro tra il Lipson e il Playmobilio: gioite, Compagni, tanto quel Brown prima o poi lo ripeschiamo].

venerdì, settembre 07, 2007

The Playmobil Days of Our Lives

Oggi Playmobil di famiglia: addii, partenze, ricongiungimenti, spavalde foto di gruppo e prigionie.



"Addio, mia amata". Niente baci, niente
abbracci, solo una virile stretta di mano. Lei bella
come una tennista russa, ma a lui il giallo non dona.
(Osservate bene la zona della foto in alto a destra).



Papà torna. Speriamo che il tetto tenga.
Ma soprattutto: confrontate con la foto precedente.
Eh? Papà torna. Siamo autorizzati a dedurre che l'uomo
in giallo non fosse papà?



Anche il pony è una femmina, il che contribuisce a spiegare
la propensione a lunghe spedizioni militari
lontano da casa (Fonte: Atti del Demiurgo JTF).



La famiglia teutonica aspetta gli invasori con il sorriso
sulle labbra (notate che il bambino è spaventosamente esposto,
visibilmente privo di elmo e coperto solo da una felpa.
Di morbidissimo pile, questo sì).



Questi non sono bambini, sono scudi umani.
Il gatto, invece, è astutamente mimetico.



L'ultima foto del prigioniero con moglie e figlia,
poi uscì per andare a una riunione politica dell'opposizione.
(Mi stupisce sempre la competenza con cui il Demiurgo
sa distinguere il sesso dei Playmobilij).



Noi in effetti ce lo ricordavamo così, nel rispetto
delle Convenzioni di Ginevra e a un passo dalla
Sindrome di Stoccolma.

giovedì, settembre 06, 2007

Impara il russo con il Lipson!/13

Oggi limitiamoci a questo breve scambio, che chiameremo "triplo gioco" ma anche terzo metodo per non rispondere a una domanda (vi ricordo il primo: allargare le braccia, sgranare gli occhi ed esclamare "Prosto tak!" "Così!"; e il secondo: sguardo perso su orizzonti lontani, poi riscuotersi bruscamente e dire "Nu, mne porà idtì!", "Be', devo andare!")



- Kak skazàt' po-rùsski "triple play"?
- Ja ne znàju.
- A èsli by vy znàli?
- Daže èsli i znàl(a), to ne skazàl(a) by.
- Ja òčen' obìžen(a)!

- Come si dice in russo "triple play"?
- Non lo so.
- E se lo sapesse?
- Se anche lo sapessi non lo direi.
- Sono molto offeso/a!

File audio
(al femminile: gli stimati compagni adottino invece le varianti znal-skazal-obižen).
Mi chiederete: caro Capo capone, perché ci parli di triplo gioco? Non starà per accadere qualcosa di terribile, a Cementopoli?

Ja ne znàju, però comincerei a nascondere le betoniere in un luogo sicuro.

Diventa più intelligente con Google/9



Tutti insieme, al mio via.
Via.

mercoledì, settembre 05, 2007

Impara il russo con il Lipson!/12

Vi avverto che siamo ormai nel tunnel della betoniera e che ci attendono rivelazioni esistenziali e grammaticali non da poco.
Punto primo: Betonograd, Cementopoli. Cliccate per ingrandire.


Naš zavòd
La nostra fabbrica

My rabòtaem na betònnom zavòde.
Gde nachòditsja naš betònnyj zavòd?
Naš betònnyj zavòd nachòditsja v Betonogràde.
Noi lavoriamo nella fabbrica di cemento.
Dove si trova la nostra fabbrica di cemento?
La nostra fabbrica di cemento si trova a Betonograd.

Kak rabòtajut na betònnom zavòde?
Každyj betonščik rabòtaet s entuziàzmom.
Každaja betonščica rabòtaet s entuziàzmom.
Vot kak rabòtajut na betònnom zavòde!
Come si lavora nella fabbrica di cemento?
Ciascun lavoratore del cemento lavora con entusiasmo.
Ciascuna lavoratrice del cemento lavora con entusiasmo.
Ecco come si lavora nella fabbrica di cemento!

File audio indispensabile per rendersi bene accetti a Cementopoli. Mi raccomando l'entusiasmo, lavoratori e lavoratrici.

Punto secondo: ma dove vanno a ritemprarsi i lavoratori e le lavoratrici di Cementopoli? A Blinsk (che io tradurrei liberamente come Frittellatico).



Naša brigada otdychàet
La nostra squadra si rilassa

Gde otdychàet nàša brigàda?
My otdychàem v Blìnske.
Počemù my ljùbim otdychàt' v Blìnske?
Kak izvèstno kàždomu škòl'niku, tam nachòditsja
Velìkoe Blìnskoe mòre.
Dove si rilassa la nostra squadra?
Noi ci rilassiamo a Blinsk.
Perché ci piace rilassarci a Blinsk?
Come è ben noto a ogni scolaro, lì si trova
Il Grande Mare di Blinsk.

I kakìe dòbrye ljùdi živùt i rabòtajut v Blìnske!
Da, turìsty vsegdà govorjàt:
"Gòrod Blìnsk - očen' choròšee mèsto".
Zàvtra naša brigàda bùdet v Blinske.
Urà!
E che brave persone vivono e lavorano a Blinsk!
Sì, i turisti dicono sempre:
"La città di Blinsk è un gran bel posto".
Domani la nostra squadra sarà a Blinsk.
Urrà!

File audio su Frittellatico.

Domani a Blinsk, pensate. Mare. La squadra stanotte non chiuderà occhio.

Punto tre: non di solo mare e cemento vivono i lavoratori.



Naša brigada čitàet
La nostra squadra legge

Čto dèlaet nàša brigàda, kogdà my končàem rabòtat'?
My čitàem žurnàly v klùbe zavòda.
O čëm my čitàem?
My čitàem o betòne.
Cosa fa la nostra squadra quando finiamo di lavorare?
Leggiamo riviste nel circolo della fabbrica.
Cosa leggiamo?
Leggiamo del cemento.

Kakìe žurnàly my čitàem?
Molodye betònš
čici čitàjut žurnàl "Molodaja betònščica".Molodye betònščiki čitàjut žurnàl "Molodòj betònščik".
Quali riviste leggiamo?
Le giovani lavoratrici del cemento leggono la rivista "La giovane lavoratrice del cemento".
I giovani lavoratori del cemento leggono la rivista "Il giovane lavoratore del cemento".

Naskol'ko ja znàju, v klùbe zavòda nà
ša brigàda
ne o
čen' čàsto čitàet žurnàly "N'jusuìk", "Tàjm" i
"Rìders Dàjd
žest", ne govorjà užè o žurnàle "Bojs lajf".
Per quanto ne so, nel circolo della fabbrica la nostra squadra
non legge spesso le riviste "Newsweek", "Time" e
"Reader's Digest", per non parlare della rivista "Boy's Life".

Tutti insieme, ben attenti a pronunciare in modo vagamente esotico i titoli delle riviste dell'Impero del Male.

Così è, compagni. La squadra del cemento lavora con entusiasmo a Cementopoli, va in vacanza sul mare Frittellatico e nel tempo libero legge riviste maschili e femminili sul cemento nel dopolavoro della fabbrica.
Del resto.
Il nostro obiettivo è il cemento, mica stiamo lì a pettinare le bambole.

martedì, settembre 04, 2007

VVP e lo storione

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin faceva colazione nella sua residenza di Novo Ogarёvo, fuori Mosca. Gli faceva un po' male la testa.
Di fronte a Vladimir Vladimirovič™ al grande tavolo ovale era seduta la sua presidenziale consorte.
- Volodja, - disse piano la consorte di Vladimir Vladimirovič™, - Tu e io dobbiamo parlare di una cosa seria.
- Non lo faccio, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Se avessi provato sapresti perché due mandati bastano e avanzano. E perché mai, poi? Abbiamo già tutto. Andremo a vivere in Sardegna...
- Non intendevo questo, - tagliò corto la consorte di Vladimir Vladimirovič™, - Mi hanno riferito che di recente hai baciato un pesce.
- Cos'è che ho baciato? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- Un pesce, - rispose la consorte di Vladimir Vladimirovič™, - Uno storione, sembra.
- Ma quale storione? - si stupì Vladimir Vladimirovič™, - Ma che storie mi racconti? Prima quel bambino, adesso 'sto storione...
- Sì sì, - annuì la consorte di Vladimir Vladimirovič™, - È proprio così. Prima c'è stato il bambino. E adesso lo storione. Cosa bacerai la prossima volta, eh? Un ranocchio?
- Ma se non ho baciato nessuno! - esclamò Vladimir Vladimirovič™, - Né bambini, né pesci... Io amo te! E le bambine!
- E neanche te lo ricordi, - sospirò la consorte di Vladimir Vladimirovič™, - Questo è quello che mi preoccupa più di tutto. Va bene, mettiamo che tu abbia baciato un bambino. Oppure un pesce, via. Sei il presidente, sei stanco, cosa vuoi che sia... Ma non te ne ricordi neanche! Vuol dire che quando lo fai non sei cosciente! E io sono preoccupata.
- Non posso fare le cose senza essere cosciente, - disse Vladimir Vladimirovič™, arrossendo un po', - Io ho il bottone rosso, sai.
- E ti metterai a baciare anche quello?! - esclamò la consorte di Vladimir Vladimirovič™ scoppiando a piangere.
- Ma suvvia... - borbottò Vladimir Vladimirovič™, alzandosi da tavola e avvicinandosi alla moglie, - Ljudmila! Non bacerò nessun bottone! Cosa dici mai...
- Sono stanca! - disse la consorte di Vladimir Vladimirovič™ tra le lacrime, - Sono così stanca, Volodja! Quando finirà tutto questo?
- Ad aprile, a quanto pare, - bofonchiò Vladimir Vladimirovič™, accarezzando il capo della consorte, - E poi, in Sardegna!
- Forse sarebbe meglio a Kaliningrad? - singhiozzò la consorte di Vladimir Vladimirovič™, - Dalla mamma?
- E allora andremo a Kaliningrad, - acconsentì prontamente Vladimir Vladimirovič™.
La consorte di Vladimir Vladimirovič™ sospirò.
Le sue spalle continuavano a sussultare, ma i singhiozzi non erano più udibili.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru


lunedì, settembre 03, 2007

Quando la realtà supera il Lipson

Ignoti rubano betoniera
Mosca, 30.08.2007
Nella zona occidentale della città tre ignoti hanno rubato una betoniera. In via Minskaja tre malviventi hanno fatto scendere dalla cabina della betoniera l'autista di una ditta specializzata in noleggio di attrezzature per l'edilizia.
I ladri hanno poi condotto l'autista sulla via Vavilova a bordo di una "Žiguli", per poi abbandonarlo all'uscita della galleria del 3° Anello di scorrimento interno. Nonostante la betoniera fosse provvista di antifurto satellitare non è stato possibile ritrovarla. Il danno economico ammonterebbe a più di un milione di rubli.

Link (in russo, ma tanto qua sappiamo tutti come si scrivono "rubare" e "betoniera")

1. Se la notizia non vi dice niente significa che non mi avete studiato il sacro Lipson, lezioni 9 e 10; peggio per voi, domai interrogo.
2. Rubare una betoniera è umano, abbandonare l'autista sul 3° Anello diabolico.
3. Una "Žiguli", compagni: sulle strade di Mosca D'javol vodit Lada, il diavolo guida una Lada.


Beslan, tre anni dopo

"L'edificio della scuola numero 1, trivellato di colpi, martoriato dalle fiamme e semidistrutto sorge in mezzo alle case della via. La decisione di demolirlo è già stata presa: verrà lasciata in piedi solo la palestra che dovrebbe diventare parte di un tempio. Ma non si placano le discussioni sul progetto (ad alcuni non va bene che sia un tempio ortodosso perché tra le vittime c'erano anche dei musulmani, altri vogliono demolire tutto compresa la palestra), e per ora l'edificio resta lì. Tre anni dopo è ancora possibile entrare nelle aule, dove i pavimenti sono ricoperti di calcinacci, di pezzi di intonaco, di macchie di sangue, dove sono sparsi qua e là quaderni e libri di testo e sui muri sono appesi, perfettamente conservati, i materiali didattici come il manifesto 'Salute: i denti e il sistema digestivo'. Si ha la sensazione fuori luogo che la tragedia abbia comunque qualcosa di cinematografico. Accanto a queste rovine pascolano le mucche e i bambini giocano a pallone".
["La stanchezza di Beslan", di Anna Rudnickaja. La traduzione è qui]

Alcune foto di Valerij Šekoldin, qui e qui.

Vaghe stelle dell'URSS/2

[La vaghezza è matrilineare.]

– Scusa Carla, ma tu quanti hanni hai?
– Ho la stessa età della Tosca.
– E la Tosca quanti anni ha?
– Non lo so.

sabato, settembre 01, 2007

Cinque cavalli

– Elio.
– Cosa.
– Perché continui ad accendere e spegnere l'aria condizionata?
– Perché mi porta via cinque cavalli.
– Ah.
– Capito?
– No.
– Senti il motore? Accesa, tic.
– ...
– Spenta, tic.
– ...
– Hai sentito?
– No.
– Cinque cavalli in meno. Allora spengo, così non devo mettere in terza.
– Ah.
– Capito?
– Sì.
– Spengo, riaccendo.
– Elio.
– Cosa.
– Scendo e spingo?

venerdì, agosto 31, 2007

VVP e il Procuratore Generale/3

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva al grande tavolo presidenziale nel suo studio all'interno del Cremlino. All'altro capo del tavolo sedeva il Procuratore Generale Jurij Jakovlevič Čajka.
- E poi stiamo indagando sul commercio illegale di cellulari confiscati, - dichiarò Jurij Jakovlevič.
- Illegale? - ripeté Vladimir Vladimirovič™, - Perché, esiste forse un commercio legale di cellulari confiscati?
- Esiste, - annuì il Procuratore Generale, - I beni confiscati vengono rivenduti. Attraverso il RFFI [Fondo Russo per l'utilizzo dei Beni Federali].
- Interessante... - borbottò Vladimir Vladimirovič™, - Ma qui leggo che esiste anche la produzione e diffusione illegale di materiale pornografico.
- Esiste, - annuì nuovamente Jurij Jakovlevič.
- Ciò significa che c'è una produzione e diffusione legale di materiale pornografico? - indagò Vladimir Vladimirovič™.
- Certo, - il Procuratore Generale si strinse nelle spalle, - Quel Prjanišnikov produce e diffonde [Sergej Prjanišnikov, regista di film pornografici]. Come se niente fosse.
- E qui invece c'è scritto, - Vladimir Vladimirovič™ sfogliava alcune carte, - Manifestazioni di estremismo non autorizzate. Perché, ne esistono anche di autorizzate?
Jurij Jakovlevič allargò le braccia, in silenzio.
- Dunque, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Direi che dentro quella testa c'è un bel casino. Non sono cose per un Procuratore Generale, queste: pornografia, cellulari... Su, scrivi.
Il Procuratore Generale aprì il bloc notes, svitò il cappuccio della sua stilografica Montegrappa e si preparò a prendere appunti.
- Scrivi, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Quando un imprenditore diventa troppo trasparente diventa difficile vederlo. Hai scritto?
Il Procuratore Generale annuì.
- E non c'è niente di peggio di un imprenditore invisibile, - continuò Vladimir Vladimirovič™, - Per questo, non appena un imprenditore comincia a diventare trasparente bisogna subito arrestarlo.
- Arrestarlo? - si stupì Jurij Jakovlevič, - Perché?
- Per non perderlo, zuccone! - spiegò Vladimir Vladimirovič™, - Scritto tutto?
Il Procuratore Generale annuì nuovamente.
- Esegui, - tagliò corto Vladimir Vladimirovič™ prima di immergersi nelle sue carte.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru


giovedì, agosto 30, 2007

VVP e il Procuratore Generale/2

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin e il Procuratore Generale Jurij Jakovlevič Čajka passeggiavano per i tortuosi vialetti del Cremlino. L'ultimo sole dell'estate mandava i suoi timidi raggi. Faceva freddo.
- Non escludo, - disse sommessamente Jurij Jakovlevič, - Che queste persone siano coinvolte anche negli omicidi di Paul Klebnikov e Andrej Kozlov. E c'è dell'altro: tutto ci fa supporre che siano stati questi uomini ad avvelenare Litvinenko e a far esplodere il "Nevskij Express". Sono coinvolti nell'organizzazione degli attentati di Beslan e del teatro Dubrovka. Sembra che siano stati sempre loro a mettere le bombe sugli aerei e a far saltare in aria gli appartamenti a Mosca. Tutto ci fa pensare che proprio questa banda abbia giustiziato la Starovojtova e ucciso Vladislav List'ev. Hanno messo la bomba al cimitero Kotljakovskoe e avvelenato Ivan Kivedili. Verificheremo il loro coinvolgimento negli omicidi di Dmitrij Cholodov, di Sergej Jušenkov e di padre Aleksandr Men'. Gli abbiamo trovato in casa un'accetta! E c'è dell'altro...
- E c'è dell'altro? - Vladimir Vladimirovič™ si fermò, sbigottito.
- Sì, - disse a voce bassissima Jurij Jakovlevič, - C'è dell'altro. In un quartiere di Ekaterinburg sono stati trovati i resti di due figli dell'ultimo zar russo. Abbiamo tutte le basi per supporre...
Vladimir Vladimirovič™ sospirò.
- E così abbiamo riaperto il caso. - concluse il Procuratore Generale.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

VVP e il Procuratore Generale/1

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino, dolendosi chetamente della fine dell'estate. A un tratto le imponenti porte si spalancarono e nel presidenziale studio cominciarono a entrare una dopo l'altra persone del tutto sconosciute a Vladimir Vladimirovič™.
- Eh... - prese a farfugliare Vladimir Vladimirovič™, - Bratellos! Ma voi chi siete?!...
Le persone affollarono lo studio di Vladimir Vladimirovič™ disponendosi lungo le pareti in file ordinate. Quando quasi non ci fu più spazio fece il suo ingresso il Procuratore Generale della Federazione Russa Jurij Jakovlevič Čajka.
- Scegli, bratello, - disse gioiosamente Jurij Jakovlevič, indicando i presenti con un ampio gesto delle procuratizie mani.
- Chi devo scegliere? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- L'assassino della Politkovskaja, - spiegò Jurij Jakovlevič, - Ce ne servono non meno di dieci.
Vladimir Vladimirovič™ si fece pensoso.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

Me coffee

– Coffee, please.
– Coffee for two or tea for you?
– Me too.
– You, tea?
– No, me coffee.
– ...
– Please.

Sono un improvised linguistic device.

giovedì, agosto 23, 2007

Impara il russo con il Lipson!/11

Oggi parto per Londrongrad e vi lascio in compagnia di Borìs Borìsovič e Ivàn Ivànovič, prima di cominciare con il cosiddetto "ciclo del cemento" che a occhio e croce ci porterà via mezzo settembre. Concentratevi, perché in questa lezione impareremo come si gestiscono le situazioni imbarazzanti.

Ivàn Ivànovič i Borìs Borìsovič - Ivàn Ivànovič e Borìs Borìsovič



(Come sempre, cliccate per ingrandire)

II - Borìs Borìsovič, vy vìdeli moì nòvye fotogràfii?
BB - Net, Ivàn Ivànovič, ne vìdel.
II - Vy chotìte vìdet' moì nòvye fotogràfii?
BB - Ne osòbenno.
II - Borìs Borìsovič, ha visto le mie nuove fotografie?
BB - No, Ivàn Ivànovič, non le ho viste.
II - Vuole vedere le mie nuove fotografie?
BB - Non particolarmente.

II - Vot pèrvaja fotogràfija!
BB - Èto ne plochàja fotogràfija. Hmm... Èto park, da?
II - Nu, da. Èto park.
BB - Čto èto v pàrke? Èto vàša stàraja mašìna, pràvda?
II - [chòlodno] Ne tòčno, Borìs Borìsovič.
BB - A, konèčno. Èto ne vàša stàraja mašìna, a vàša betonomešàlka, pràvda?
II - Ne tòčno, Borìs Borìsovič. Èto ne mojà stàraja mašìna. Èto ne mojà betonomešàlka. Èto mojà ženà.
II - Ecco la prima fotografia!
BB - Non è una brutta fotografia. Hmm... Questo è un parco, giusto?
II - Beh, sì. È un parco.
BB - E cos'è questa cosa nel parco? È la sua vecchia auto, giusto?
II - [freddamente] Non esattamente, Borìs Borìsovič.
BB - Ah, certo. Non è la sua vecchia auto, ma la sua vecchia betoniera, giusto?
II - Non esattamente, Borìs Borìsovič. Non è la mia vecchia auto. Non è la mia betoniera. È mia moglie.

[nelòvkaja pàuza]
[pausa imbarazzata]

BB - Vot kak! Onà takàja krasìvaja žènščina.
II - [krasneja] Bolšòe spasìbo! Èto, konèčno, ne òcen' choròšaja fotogràfija.
BB - Da čto vy govorìte! Èto òcen' choròšaja fotogràfija. Kakaja krasìvaja žènščina! Kakoe molodòe licò!
II - Izvinìte, Borìs Borìsovič, no èto ne eë molodòe licò, a eë stàraja šljapa.
BB - Ma no! È una donna così bella!
II - [arrossendo] Molte grazie! Naturalmente questa non è una fotografia molto buona.
BB - Ma cosa dice! È una fotografia molto buona. Che bella donna! Che viso giovanile!
II - Mi scusi, Borìs Borìsovič, ma questo non è il suo viso giovanile, ma il suo vecchio cappello.

[nelòvkaja pàuza]
[pausa imbarazzata]

BB - [krasneja] Nu, Ivàn Ivànovič, mne porà idtì.
II - I vot vtoràja fotogràfija!
BB - Hmm... Èto tòže vàša krasìvaja ženà, pràvda?
II - [chòlodno] Ne tòčno, Borìs Borìsovič. Èto ne mojà krasìvaja ženà, a mojà stàraja mašìna.
BB - [arrossendo] Beh, Ivàn Ivànovič, ora devo andare.
II - Ed ecco la seconda fotografia!
BB - Hmm... Anche questa è la sua bella moglie, giusto?
II - [freddamente] Non esattamente, Borìs Borìsovič. Questa non è la mia bella moglie, ma la mia vecchia auto.

[nelòvkaja pàuza]
[pausa imbarazzata]

BB - Nu, Ivàn Ivànovič, do svidànija.
II - Do svidanija.
BB - Beh, Ivàn Ivànovič, arrivederci.
II - Arrivederci.

File audio.

Piccole notazioni a margine:
- Di fronte a una pausa imbarazzante, il vostro mantra sia "mne porà idtì" (pronunciato ittì, le t lievemente palatalizzate).
- La risposta all'invito: "Vuoi vedere il nostri filmini delle vacanze?" potrebbe essere "Ne osòbenno".
- Adesso sapete anche dire betoniera, betonomešàlka; questo farà di voi l'anima della festa, sempre. Nessuna occasione sociale vi sarà preclusa.
- Il Lipson non lo dice, ma ai fannuloni piace fumare anche sulle betoniere.
- BB è un guastafeste ma II è un attaccabottoni industriale; ha tutta l'aria di quelli che mentre ti parlano ti tolgono i pelucchi dal maglione.
- Le belle mogli e le vecchie macchine si assomigliano un po' tutte. Nel dubbio, compagni, astenetevi.

Esercitatevi a coppie, facendo II e BB a turno.
[nelòvkaja pàuza]
Nu, mne porà idtì :-)

[L'osmizza resta aperta, con orario continuato; inoltre potrei avere una connessione e anche voglia di usarla. Prosto tak. Baci].

martedì, agosto 21, 2007

Che ti ho portato a fare sopra a Čimgan se non mi vuoi più bene?

Nel sogno io sono proprio io, solo che voglio aprire una pizzeria in Uzbekistan. Nella realtà in Uzbekistan torturano che è un piacere (anche conto terzi), però l'Uzbekistan mio è campi di girasole e kolchoziani allegri dagli zigomi alti e le guance rosse. L'Uzbekistan mio è una repubblica sovietica.
La pizzeria è ricavata da una casetta accostata dipinta d'azzurro e verde, il pizzaiolo ce l'ho, resta solo da issare l'insegna. L'insegna raffigura il mio pizzaiolo bello e baffuto, con un fazzoletto rosso al collo, che porge un'enorme iperrealista pizza appena sfornata.
Solo in quel momento noto il nome della pizzeria, il mio sogno nel sogno:
"Il Maestro e la Margherita".
Mi sveglio ridendo.

[Sul nome della pizzeria ci mettiamo un bel copyright, perché nella vita, come nella fase rem, non si sa mai.]