di Roque Dalton
L'ALTRO: Quello che Lei vuole conoscere è, in un certo senso, l'arte di morire.
L'UOMO: A quanto pare è l'unica arte che oggi dobbiamo imparare.
L'UOMO: A quanto pare è l'unica arte che oggi dobbiamo imparare.
Friedrich Dürrenmatt
Si prenda una mitragliatrice di qualche tipo
dopo aver creduto per otto anni o più nella giustizia
Si uccidano durante le cerimonie commemorative
dell'indipendenza
i quattordici giocatori ubriachi che senza conoscere le regole
hanno fatto del paese una miserabile scacchiera
si uccida l'Ambasciatore americano
lasciandogli un gelsomino in uno dei buchi sulla fronte
si colpisca alle gambe il signor arcivescovo
e lo si faccia bestemmiare prima di finirlo
si disperdano i pori della pelle di dodici colonnelli panciuti
si gridi un limpido viva il popolo mentre le guardie prendono la mira
si ricordino gli occhi dei bambini
il nome dell'unica che esiste
si faccia un respiro profondo e soprattutto si abbia cura
di non lasciar cadere l'arma dalle mani
quando il suolo si avvicina velocemente al volto
(da El turno del ofendido, 1962)
Traduzione: Manuela Vittorelli.
Roque Dalton nasce il 14 maggio 1935 a San Salvador. Si dedica presto al giornalismo, alla letteratura e alla militanza politica. Dopo essere scampato alla fucilazione per ben due volte, il 10 maggio 1975 finisce assassinato dai suoi stessi compagni dell'Ejército Revolucionario del Pueblo perché ingiustamente sospettato di essere un uomo della CIA e per difformità ideologica.
I suoi resti non furono più ritrovati.
[Grazie, Sten, per il fucile.]