domenica, settembre 05, 2010
Sotto una stella chiamata Sole/8. Paradossi sovietici
Solito paradosso sovietico, quello di consentire l'innovazione e tentare di contenerne i risultati: con l'elenco approssimativo il Komsomol ucraino ci prova, ma finisce per contribuire alla diffusione della musica che vorrebbe bandire o controllare.
È evidente che il Comitato ha letto o ascoltato con una certa attenzione i testi dei gruppi occidentali. Un album dei Pink Floyd (identificato semplicemente dalla data d'uscita, "1983") viene accusato di "distorsione della politica estera sovietica", con riferimento all'Afghanistan. Si tratta di The Final Cut, il cui breve pezzo "Get Your Filthy Hands Off My Desert" inizia con la frase "Brežnev took Afghanistan", "Brežnev si è preso l'Afghanistan". Ideologicamente dannoso non è solo l'accenno all'aggressione, ma anche l'accostamento del conflitto afghano ad altre guerre caratterizzate dai mezzi di informazione sovietici come "imperialiste", cioè il Libano e le Falklands.
Però il paradosso si ripresenta, perché l'inclusione nell'elenco approssimativo di un solo album dei Pink Floyd sottintende che gli altri sono ritenuti accettabili. Così come il fatto che ci siano 38 gruppi e musicisti occidentali da tenere d'occhio non significa solo che questi 38 sono problematici. Significa che tutti gli altri – ampiamente diffusi in tutta l'Unione grazie alle copie su audiocassetta – non lo sono.
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