domenica, ottobre 08, 2006

Anna Politkovskaja/Post in aggiornamento

Uno
Dalla prima pagina della Novaja Gazeta:
"Anna non aveva niente in comune con gli intrighi politici o con qualsivoglia 'interesse finanziario'. Era assolutamente impossibile farla tacere o corromperla. Considerava la ricerca della verità e della giustizia un proprio dovere giornalistico e umano, e in questo era inflessibile. Ha cercato la giustizia e la verità anche nei tragici eventi ceceni, dall'inizio della guerra cecena fino a oggi, ed era consapevole di quanto ciò fosse pericoloso. Oggi non sappiamo chi l'ha uccisa, né perché. Possiamo solo avanzare due versioni. O è stata una vendetta di Ramzan Kadyrov, delle cui attività ha scritto e ha parlato molto. Oppure sono stati coloro che volevano far cadere dei sospetti proprio sull'attuale primo ministro ceceno, il quale, avendo superato i trent'anni d'età [l'età minima per candidarsi alla carica, n.d.T.], può ora aspirare alla presidenza".

Due
Questo invece è il pezzo che appare sulla prima pagina dello speciale di 7 pagine della Novaja Gazeta che sarà in edicola domani:
"Era bella. Negli anni lo era diventata anche di più. Sapete perché? Dio ci dà un volto, ma poi siamo noi a costruirlo, a seconda di come viviamo.
Si dice anche che nella maturità nel viso cominci a trasparire l'anima. La sua anima era bellissima.
Era molto femminile. Sapeva ridere in modo incantevole per uno scherzo riuscito e piangere per un'ingiustizia. Qualsiasi ingiustizia - qualsiasi cosa riguardasse - era per lei un nemico personale. E l'affrontava lottando fino all'ultimo.
Era anche incredibilmente coraggiosa. Di gran lunga più coraggiosa di molti uomini che si muovono su mezzi blindati, circondati da guardie del corpo.
L'hanno minacciata, hanno cercato di spaventarla, l'hanno sottoposta a pedinamenti e a perquisizioni. In Cecenia i 'nostri' soldati l'hanno arrestata e hanno minacciato di fucilarla.
L'hanno avvelenata, quando ha preso l'aereo per Beslan, e si era ripresa a stento. E anche se in seguito non è più stata bene, ha continuato a indignarsi e a lottare come e più di prima.
Molti, perfino gli amici della Novaja Gazeta, a volte dicevano: 'Beh, la vostra Politkovskaja... questa poi...'. Macché. Scriveva sempre la verità. Piuttosto, questa verità era spesso così tremenda che molti facevano fatica ad accettarla. E di qui la reazione di difesa che portava a esclamare 'questa poi...'. Talvolta capitava anche a noi della redazione.
Probabilmente la cosa più difficile per la gente normale è cercare di non voltare le spalle a ciò che atterrisce. Ma se si guarda il male dritto negli occhi il male non è in grado di sostenere quello sguardo. Anja guardava il male dritto negli occhi. Forse per questo era uscita vincitrice da situazioni molto difficili. E forse sempre per questo era riuscita a rimanere viva laddove coloro che distolgono lo sguardo non sarebbero sopravvissuti.
Per noi è ancora viva. Non ci rassegneremo mai alla morte della nostra Anja. E chiunque abbia preso sotto la propria responsabilità questo feroce omicidio - nel centro di Mosca, in pieno giorno - saremo noi stessi a cercare gli assassini. Possiamo anche immaginare dove si trovano...
Come vanno le cose in Russia con l'indipendenza dei mezzi di informazione di massa? Se ne parla in America e in Europa. Ma intanto alla Novaja Gazeta negli ultimi anni hanno ucciso tre
importanti giornalisti.
Igor Dominikov. I suoi assassini, grazie al buon lavoro di bravi giudici e del giornale stesso, sono comparsi in tribunale.
Jurij Ščekočichin. Le autorità hanno rifiutato perfino ai suoi genitori il legittimo diritto di conoscere i risultati delle indagini... Ma noi continuiamo le nostre ricerche. Gli assassini saranno puniti.
Adesso, la nostra Anja Politkovskaja. Non hanno ucciso solo una giornalista, una persona che lottava per difendere la verità e una cittadina, ma anche una donna e una madre bellissima.
Finché ci sarà la Novaja Gazeta, i suoi assassini non dormiranno sonni tranquilli".

Tre
Ecco la trascrizione dell'ultima intervista di Anna Politkovskaja, ospite in collegamento telefonico del programmma "Čas pressy" ("L'ora della stampa"), su Radio Svoboda. L'argomento di discussione era un articolo uscito su Kommersant in occasione del compleanno di Ramzan Kadyrov, il primo ministro ceceno (il quale, avendo compiuto trent'anni, può ora candidarsi alla carica di presidente).

Anna Politkovskaja: Cosa significa "piangere sui diritti umani"? Non bisogna piangere sui diritti umani. Bisogna semplicemente incontrare non solo Kadyrov, ma anche la gente, coloro che hanno sofferto per le azioni di Kadyrov. E non in modo ipotetico: ne hanno sofferto nella maniera più diretta. I loro cari sono stati uccisi, tormentati, costretti a fuggire. La maggioranza di queste persone erano onestissime. Ne conoscevo molte.
Adesso sulla mia scrivania ci sono due fotografie. Sto conducendo un'inchiesta. Si tratta delle torture avvenute nelle camere di tortura di Kadyrov ieri e oggi. Si tratta di persone che sono state sequestrate dagli uomini di Kadyrov [detti Kadyrovcy, vere e proprie squadre della morte; l'uso di questo termine è stato bandito dallo stesso Kadyrov nell'aprile del 2006, n.d.T.] per ragioni assolutamente incomprensibili, con l'unico scopo di organizzare una campagna propagandistica [...]
Voglio raccontare che queste persone sequestrate, le cui fotografie stanno sulla mia scrivania, queste persone (uno è russo, l'altro ceceno) sono state presentate come se fossero dei combattenti contro i quali i Kadyrovcy facevano la guerra nel villaggio di Aleroi. Questa è una storia nota, che è finita sui nostri teleschermi, alla radio e sui giornali, quando Kadyrov, sullo sfondo dei combattenti sconfitti concedeva interviste davanti alle telecamere della televisione di stato e di altri canali. Ma la realtà è che tutte queste persone erano state rastrellate e uccise.

Elena Rykovceva: Anja, ma non le sembra che queste persone sullo sfondo possano costituire "casi isolati"? Cioè, le persone sequestrate sarebbero casi isolati, perché altre hanno invece avuto dei benefici. Ci sono i segni di un miglioramento, di una ricostruzione. Però c'è ancora una piccola percentuale di vittime di questa situazione.

Anna Politkovskaja: Una piccola percentuale di vittime?

Elena Rykovceva: Piccola, pare.

Anna Politkovskaja: Vorrei dire allora che le persone sequestrate nella prima metà di quest'anno sono più numerose di quelle sequestrate nella prima metà dell'anno precedente, se queste considerazioni possono essere rappresentative. E questi sono solo i casi in cui la gente ha denunciato la scomparsa dei propri familiari, che non sono stati più trovati. Vorrei riportare l'attenzione sul fatto che possiamo parlare di casi isolati solo perché non si tratta dei nostri cari: non è mio figlio, non è mio fratello o mio marito. Le fotografie di cui le parlo ritraggono corpi spezzati dalle torture. Non si possono ridurre a una piccola percentuale. È una percentuale enorme. [...]
I giornalisti che non conoscono quella regione dicono che [Kadyrov] sta facendo rinascere le tradizioni cecene. È una fesseria. Lui le sta distruggendo. Non sono certo a favore della vendetta di sangue, ma il fatto è che ha contribuito a mantenere per anni una certa stabilità nella regione.
Ramzan è riuscito a interferire e a distruggere anche questo.
Questo è un codardo armato fino ai denti che vive circondato da guardie. Io credo che non diventerà presidente. Dentro di me c'è una una sicurezza intima e profonda, forse perfino intuitiva, in nessun modo razionale, in nessun modo confortata da Alu Alchanov [il presidente ceceno, filorusso, eletto nel 2004 in circostanze sospette, successore del padre di Kadyrov, n.d.T.]. Alu Alchanov è un uomo molto debole. In questo problema di Alchanov sotto molti aspetti c'entra anche l'inasprirsi della violenza sotto il giovane Kadyrov.
Il mio sogno personale nel giorno del compleanno di Kadyrov riguarda solo una cosa. Ne parlo con assoluta serietà. Sogno che si sieda sul banco degli imputati. Sogno una procedura giuridica il più possibile rigorosa con l'enumerazione di tutti suoi crimini, e un'indagine per tutti i reati che ha commesso. A proposito, grazie a tre articoli del nostro giornale - di questo, naturalmente, le altre pubblicazioni non scrivono - è stata promossa un'azione giudiziaria contro Kadyrov a causa dei kadyrovci. Io, per esempio, farò da testimone per una delle accuse, quella che riguarda i rapimenti. Un crimine di cui Kadyrov è accusato è proprio il sequestro di persona - la partecipazione di Ramzan Kadyrov al sequestro di due persone. Il mio sogno è semplicemente questo.

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