venerdì, agosto 31, 2007

VVP e il Procuratore Generale/3

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva al grande tavolo presidenziale nel suo studio all'interno del Cremlino. All'altro capo del tavolo sedeva il Procuratore Generale Jurij Jakovlevič Čajka.
- E poi stiamo indagando sul commercio illegale di cellulari confiscati, - dichiarò Jurij Jakovlevič.
- Illegale? - ripeté Vladimir Vladimirovič™, - Perché, esiste forse un commercio legale di cellulari confiscati?
- Esiste, - annuì il Procuratore Generale, - I beni confiscati vengono rivenduti. Attraverso il RFFI [Fondo Russo per l'utilizzo dei Beni Federali].
- Interessante... - borbottò Vladimir Vladimirovič™, - Ma qui leggo che esiste anche la produzione e diffusione illegale di materiale pornografico.
- Esiste, - annuì nuovamente Jurij Jakovlevič.
- Ciò significa che c'è una produzione e diffusione legale di materiale pornografico? - indagò Vladimir Vladimirovič™.
- Certo, - il Procuratore Generale si strinse nelle spalle, - Quel Prjanišnikov produce e diffonde [Sergej Prjanišnikov, regista di film pornografici]. Come se niente fosse.
- E qui invece c'è scritto, - Vladimir Vladimirovič™ sfogliava alcune carte, - Manifestazioni di estremismo non autorizzate. Perché, ne esistono anche di autorizzate?
Jurij Jakovlevič allargò le braccia, in silenzio.
- Dunque, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Direi che dentro quella testa c'è un bel casino. Non sono cose per un Procuratore Generale, queste: pornografia, cellulari... Su, scrivi.
Il Procuratore Generale aprì il bloc notes, svitò il cappuccio della sua stilografica Montegrappa e si preparò a prendere appunti.
- Scrivi, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Quando un imprenditore diventa troppo trasparente diventa difficile vederlo. Hai scritto?
Il Procuratore Generale annuì.
- E non c'è niente di peggio di un imprenditore invisibile, - continuò Vladimir Vladimirovič™, - Per questo, non appena un imprenditore comincia a diventare trasparente bisogna subito arrestarlo.
- Arrestarlo? - si stupì Jurij Jakovlevič, - Perché?
- Per non perderlo, zuccone! - spiegò Vladimir Vladimirovič™, - Scritto tutto?
Il Procuratore Generale annuì nuovamente.
- Esegui, - tagliò corto Vladimir Vladimirovič™ prima di immergersi nelle sue carte.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru


giovedì, agosto 30, 2007

VVP e il Procuratore Generale/2

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin e il Procuratore Generale Jurij Jakovlevič Čajka passeggiavano per i tortuosi vialetti del Cremlino. L'ultimo sole dell'estate mandava i suoi timidi raggi. Faceva freddo.
- Non escludo, - disse sommessamente Jurij Jakovlevič, - Che queste persone siano coinvolte anche negli omicidi di Paul Klebnikov e Andrej Kozlov. E c'è dell'altro: tutto ci fa supporre che siano stati questi uomini ad avvelenare Litvinenko e a far esplodere il "Nevskij Express". Sono coinvolti nell'organizzazione degli attentati di Beslan e del teatro Dubrovka. Sembra che siano stati sempre loro a mettere le bombe sugli aerei e a far saltare in aria gli appartamenti a Mosca. Tutto ci fa pensare che proprio questa banda abbia giustiziato la Starovojtova e ucciso Vladislav List'ev. Hanno messo la bomba al cimitero Kotljakovskoe e avvelenato Ivan Kivedili. Verificheremo il loro coinvolgimento negli omicidi di Dmitrij Cholodov, di Sergej Jušenkov e di padre Aleksandr Men'. Gli abbiamo trovato in casa un'accetta! E c'è dell'altro...
- E c'è dell'altro? - Vladimir Vladimirovič™ si fermò, sbigottito.
- Sì, - disse a voce bassissima Jurij Jakovlevič, - C'è dell'altro. In un quartiere di Ekaterinburg sono stati trovati i resti di due figli dell'ultimo zar russo. Abbiamo tutte le basi per supporre...
Vladimir Vladimirovič™ sospirò.
- E così abbiamo riaperto il caso. - concluse il Procuratore Generale.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

VVP e il Procuratore Generale/1

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino, dolendosi chetamente della fine dell'estate. A un tratto le imponenti porte si spalancarono e nel presidenziale studio cominciarono a entrare una dopo l'altra persone del tutto sconosciute a Vladimir Vladimirovič™.
- Eh... - prese a farfugliare Vladimir Vladimirovič™, - Bratellos! Ma voi chi siete?!...
Le persone affollarono lo studio di Vladimir Vladimirovič™ disponendosi lungo le pareti in file ordinate. Quando quasi non ci fu più spazio fece il suo ingresso il Procuratore Generale della Federazione Russa Jurij Jakovlevič Čajka.
- Scegli, bratello, - disse gioiosamente Jurij Jakovlevič, indicando i presenti con un ampio gesto delle procuratizie mani.
- Chi devo scegliere? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- L'assassino della Politkovskaja, - spiegò Jurij Jakovlevič, - Ce ne servono non meno di dieci.
Vladimir Vladimirovič™ si fece pensoso.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

Me coffee

– Coffee, please.
– Coffee for two or tea for you?
– Me too.
– You, tea?
– No, me coffee.
– ...
– Please.

Sono un improvised linguistic device.

giovedì, agosto 23, 2007

Impara il russo con il Lipson!/11

Oggi parto per Londrongrad e vi lascio in compagnia di Borìs Borìsovič e Ivàn Ivànovič, prima di cominciare con il cosiddetto "ciclo del cemento" che a occhio e croce ci porterà via mezzo settembre. Concentratevi, perché in questa lezione impareremo come si gestiscono le situazioni imbarazzanti.

Ivàn Ivànovič i Borìs Borìsovič - Ivàn Ivànovič e Borìs Borìsovič



(Come sempre, cliccate per ingrandire)

II - Borìs Borìsovič, vy vìdeli moì nòvye fotogràfii?
BB - Net, Ivàn Ivànovič, ne vìdel.
II - Vy chotìte vìdet' moì nòvye fotogràfii?
BB - Ne osòbenno.
II - Borìs Borìsovič, ha visto le mie nuove fotografie?
BB - No, Ivàn Ivànovič, non le ho viste.
II - Vuole vedere le mie nuove fotografie?
BB - Non particolarmente.

II - Vot pèrvaja fotogràfija!
BB - Èto ne plochàja fotogràfija. Hmm... Èto park, da?
II - Nu, da. Èto park.
BB - Čto èto v pàrke? Èto vàša stàraja mašìna, pràvda?
II - [chòlodno] Ne tòčno, Borìs Borìsovič.
BB - A, konèčno. Èto ne vàša stàraja mašìna, a vàša betonomešàlka, pràvda?
II - Ne tòčno, Borìs Borìsovič. Èto ne mojà stàraja mašìna. Èto ne mojà betonomešàlka. Èto mojà ženà.
II - Ecco la prima fotografia!
BB - Non è una brutta fotografia. Hmm... Questo è un parco, giusto?
II - Beh, sì. È un parco.
BB - E cos'è questa cosa nel parco? È la sua vecchia auto, giusto?
II - [freddamente] Non esattamente, Borìs Borìsovič.
BB - Ah, certo. Non è la sua vecchia auto, ma la sua vecchia betoniera, giusto?
II - Non esattamente, Borìs Borìsovič. Non è la mia vecchia auto. Non è la mia betoniera. È mia moglie.

[nelòvkaja pàuza]
[pausa imbarazzata]

BB - Vot kak! Onà takàja krasìvaja žènščina.
II - [krasneja] Bolšòe spasìbo! Èto, konèčno, ne òcen' choròšaja fotogràfija.
BB - Da čto vy govorìte! Èto òcen' choròšaja fotogràfija. Kakaja krasìvaja žènščina! Kakoe molodòe licò!
II - Izvinìte, Borìs Borìsovič, no èto ne eë molodòe licò, a eë stàraja šljapa.
BB - Ma no! È una donna così bella!
II - [arrossendo] Molte grazie! Naturalmente questa non è una fotografia molto buona.
BB - Ma cosa dice! È una fotografia molto buona. Che bella donna! Che viso giovanile!
II - Mi scusi, Borìs Borìsovič, ma questo non è il suo viso giovanile, ma il suo vecchio cappello.

[nelòvkaja pàuza]
[pausa imbarazzata]

BB - [krasneja] Nu, Ivàn Ivànovič, mne porà idtì.
II - I vot vtoràja fotogràfija!
BB - Hmm... Èto tòže vàša krasìvaja ženà, pràvda?
II - [chòlodno] Ne tòčno, Borìs Borìsovič. Èto ne mojà krasìvaja ženà, a mojà stàraja mašìna.
BB - [arrossendo] Beh, Ivàn Ivànovič, ora devo andare.
II - Ed ecco la seconda fotografia!
BB - Hmm... Anche questa è la sua bella moglie, giusto?
II - [freddamente] Non esattamente, Borìs Borìsovič. Questa non è la mia bella moglie, ma la mia vecchia auto.

[nelòvkaja pàuza]
[pausa imbarazzata]

BB - Nu, Ivàn Ivànovič, do svidànija.
II - Do svidanija.
BB - Beh, Ivàn Ivànovič, arrivederci.
II - Arrivederci.

File audio.

Piccole notazioni a margine:
- Di fronte a una pausa imbarazzante, il vostro mantra sia "mne porà idtì" (pronunciato ittì, le t lievemente palatalizzate).
- La risposta all'invito: "Vuoi vedere il nostri filmini delle vacanze?" potrebbe essere "Ne osòbenno".
- Adesso sapete anche dire betoniera, betonomešàlka; questo farà di voi l'anima della festa, sempre. Nessuna occasione sociale vi sarà preclusa.
- Il Lipson non lo dice, ma ai fannuloni piace fumare anche sulle betoniere.
- BB è un guastafeste ma II è un attaccabottoni industriale; ha tutta l'aria di quelli che mentre ti parlano ti tolgono i pelucchi dal maglione.
- Le belle mogli e le vecchie macchine si assomigliano un po' tutte. Nel dubbio, compagni, astenetevi.

Esercitatevi a coppie, facendo II e BB a turno.
[nelòvkaja pàuza]
Nu, mne porà idtì :-)

[L'osmizza resta aperta, con orario continuato; inoltre potrei avere una connessione e anche voglia di usarla. Prosto tak. Baci].

martedì, agosto 21, 2007

Che ti ho portato a fare sopra a Čimgan se non mi vuoi più bene?

Nel sogno io sono proprio io, solo che voglio aprire una pizzeria in Uzbekistan. Nella realtà in Uzbekistan torturano che è un piacere (anche conto terzi), però l'Uzbekistan mio è campi di girasole e kolchoziani allegri dagli zigomi alti e le guance rosse. L'Uzbekistan mio è una repubblica sovietica.
La pizzeria è ricavata da una casetta accostata dipinta d'azzurro e verde, il pizzaiolo ce l'ho, resta solo da issare l'insegna. L'insegna raffigura il mio pizzaiolo bello e baffuto, con un fazzoletto rosso al collo, che porge un'enorme iperrealista pizza appena sfornata.
Solo in quel momento noto il nome della pizzeria, il mio sogno nel sogno:
"Il Maestro e la Margherita".
Mi sveglio ridendo.

[Sul nome della pizzeria ci mettiamo un bel copyright, perché nella vita, come nella fase rem, non si sa mai.]

lunedì, agosto 20, 2007

E poi

– Com'è?
– Guarda. Fino a un quarto d'ora fa ero messo benissimo.
– E poi?
– Poi è scoppiato un incendio nella pizzeria "O sole mio".
– E dove sta?
– Azzardo: 'nfronte a te?
– Hm.

sabato, agosto 18, 2007

Un Altro Mondo

[e tre]

– Noi una volta abbiamo visto Gerry Scotti.
– Ma va'.
– Che scendeva dalla so' barca.
– Che bell'uomo, Gerry Scotti, che grande professionista.
– E una volta, all'aeroporto di Venezia, anche Al Bano con Romina e la povera Ylenia.
– Che bell'uomo, Al Bano. Mi piace anche come canta.
– Lui l'autografo ce l'ha fatto, ma Romina no. Ma quanti anni il gavarà l'Al Bano?
– Albano Carrisi, 64 anni, quattro figli da Romina: Cristel, Romina junior, Yari e la povera Ylenia. E due dall'altra: Yasmine e Bido.
– Se sa anca cosa che 'l magna a pranso?
– Prodotti della sua terra. L'altr'anno siamo stati in Puglia, a soli 100 chilometri da Cellino San Marco, ma lui [indica il fidanzato, intento a fissare l'orizzonte con espressione indecifrabile] non ha voluto andare.
– Che peccato. Noi quando siamo stati in Marocco indovina cosa ci hanno portati a vedere.
– Cosa?
– La tomba del Craxi.
– Ah.
– Eh sì.
[Scuotono il capo in quattro, in un dondolìo unanime, sconsolato, anche un po' incredulo]
– È proprio un altro mondo.
– Ma proprio.

venerdì, agosto 17, 2007

Eh?

[due]

– Com'è?
– Eh?
– Dico: com'è l'acqua?
– Bella.
– È fredda?
– Eh?
– È fredda?
– No.
– Cosa dici, vengo anch'io?
– Eh?
– Vengo anch'io?
– Come vuoi.
– Caso mai mi salvi?
– Eh?

Poi lei il bagno non lo fa.

[Grazie, Valerio]

giovedì, agosto 16, 2007

La bellezza interiore

[uno]

– Mamma, lui in Olanda ha una barca tutta sua.
– Digli che noi la barca non ce l'abbiamo. Noi abbiamo la bellezza interiore.

giovedì, agosto 09, 2007

Impara il russo con il Lipson!/10

Oggi il maestro Lipson ed io vi proponiamo un inno al cemento (betòn). Il nostro infatti s'è inventato una città nella quale si produce il cemento, Blinsk, una squadra di entusiasti lavoratori del cemento e ovviamente tante betoniere.
Potrebbe essere il tormentone dell'estate.
Se serve, cliccate per ingrandire.




Taràm ta tam taràm ta tam
taràm taràm tararàm ta tam

Betòn, betòn, betòn, betòn
betòn, betòn, betòn, betòn

Naš zavòd - betònnyj zavòd.
Naša brigada - betonnaja.
Naš zavòd - betònnyj zavòd.
Naše-to dèlo - betòn.

Betòn, betòn, betòn, betòn

Velìkij, velìkij betònnyj zavòd!
Velikaja naša brigàda!

Kakòe-že dèlo - betònnoe dèlo?

Betònnoe dèlo - konkrètnoe dèlo;
Betònnoe dèlo - kul'tùrnoe dèlo;
Betònnoe dèlo - velìkoe dèlo.

Velìkoe dèlo - betòn, betòn;
Velìkoe dèlo - betòn!

Betòn, betòn, betòn, betòn
betòn, betòn, betòn...

Taràm ta tam taràm ta tam
taràm taràm tararàm ta tam

Cemento, cemento, cemento, cemento
cemento, cemento, cemento, cemento.

La nostra fabbrica è una fabbrica del cemento.
La nostra squadra è una squadra del cemento.
La nostra fabbrica è una fabbrica del cemento.
Il nostro obiettivo è il cemento!

Grande, grande fabbrica di cemento!
Grande nostra squadra!

Che genere di obiettivo è quello del cemento?

Il cemento è un obiettivo concreto;
Il cemento è un obiettivo culturale;
Il cemento è un obiettivo grande.

Grande obiettivo è il cemento, il cemento;
Grande obiettivo è il cemento.

Cemento, cemento, cemento, cemento
cemento, cemento, cemento...

***

Così è compagni.
Poi, come tutti sappiamo, è arrivata la plastica.


lunedì, agosto 06, 2007

Non si sa mai

ÈàèìòùëČ芚Žž

[Se riesco a connettermi potrebbero servirmi. Ci si sente da lì, qui naturalmente l'osmizza resta aperta.
Baci. Il Capo.]

venerdì, agosto 03, 2007

Back to the USSR/1

Un tizio muore e va all'inferno. Lì scopre che può scegliere se andare all'inferno capitalista o all'inferno comunista. Ovviamente vuole farsi un'idea della differenza tra i due, e quindi va a dare un'occhiata all'inferno capitalista. All'ingresso c'è il diavolo, che somiglia leggermente a Ronald Reagan. "Com'è qua dentro?" chiede il visitatore. "Beh," risponde il diavolo, "nell'inferno capitalista ti scorticano, ti buttano nell'olio bollente e ti tagliano a pezzetti con coltelli affilatissimi."
"Ma è tremendo! Vado a dare un'occhiata all'inferno comunista!"
Va all'inferno comunista e lì si accorge che deve fare una lunga coda per entrare. Si mette pazientemente in fila e aspetta il suo turno.
All'ingresso c'è un ometto che assomiglia leggermente a Karl Marx. "Faccio ancora parte del mondo libero, Karl," dice il visitatore, "e prima di entrare voglio sapere com'è lì dentro."
"Nell'inferno comunista ti scorticano, ti buttano nell'olio bollente e ti tagliano a pezzetti con coltelli affilatissimi."
"Ma... è uguale all'inferno capitalista! Perché qui c'è la fila per entrare?"
"Be'," sospira Marx, "A volte non abbiamo l'olio, a volte non abbiamo i coltelli, a volte niente acqua calda..."

giovedì, agosto 02, 2007

Mir! (uno, due, tre)

Mentre Mir-1 e Mir-2 toccavano gloriosamente il fondo artico*, più modestamente la Mir vostra toccava il fondo della sua emicrania "yu-uu" e si apprestava a risalire lietamente in superficie.

Questa notte ho sognato che perdevo il treno per Pordenone e che dividevamo nuovamente per 4 un conto di 25 euro, ma stavolta il quarto era Jedi Fëdor.
Nella realtà Jedi Fëdor invece comunica di essere vicino alla zona Playmobil 1 ("un anno avanti a noi"). Potrebbe essere l'effetto del Difmetré, ma a me sembra molto bello. Confermate?

*Frase del giorno: "Il suolo è giallastro e non si vedono abitanti". Anche a volta niente Ufi, sapete.


mercoledì, agosto 01, 2007

Our Mutual Friend

Altro che Laura e Alexander fratelli ma non troppo. Oggi ricevo via YouTube questo messaggio (è confermato che si tratta di spam-spam-spam, dopo rapida consultazione con l'agente speziale K.):

"Ciao, ho letto e sentito qualcosa di te e mi ha interessato.
Da Mario ho potuto appendere le disavventure di un nostro comune amico, molto attivo fino al 2002 ma eclissatosi definitivamente nel novembre scorso.
Forse potremmo scambiare due chiacchiere sul più e meno di molte nostre avventure e disgrazie (così è la vita x tutti).
Sarei davvero onorato di sapere e farti sapere qualcosa che possa aiutare i nostri deboli.
Spero ti faccia viva".

Mario. Amico molto attivo fino al 2002. Eclissatosi. Novembre.
Elaborate.

lunedì, luglio 30, 2007

I Dolori del Giovane Stinnicchiatore

"All lovers make, make the same mistakes, yes they do
Yes, all lovers make, make the same mistakes as me and you".
The Rubettes

Lo Stinnicchiatore di Fìmmine si è innamorato, ritiene di non essere corrisposto e medita da una settimana di spedire una mail d'addio all'oggetto del suo desiderio. Siamo alla bozza numero sei e agli incubi in cui sogna di spedire per sbaglio la brutta copia che sonnecchia nella cartella "Drafts".
– Va bene, mi arrendo, spediscila. Togli tutti i puntini di sospensione, prima.
– Ok.
– Però spedisci e basta. Niente cd stucchevole di Antony and the Johnsons con patetica letterina scritta a mano nella cassetta delle lettere.
– Uffa.
– Taglio netto, e poi parti. Goodbye Gorizia, hello Sicilia.
– Va bene. Però non oggi, domani. Adesso biglietto.
– Oggi. Niente biglietto.
– Domani. Biglietto.
– Va bene. Però domani metti su "Sugar Baby Love", e dopo aver fatto "uacciu uari uari - uacciu uari uari - du du du" per circa mezz'ora fai invio. E basta. Poi stacchi e la lasci sola con i suoi pensieri.
– Va bene. Miru, non so come gli uomini fanno a resisterti, però adesso biglietto.
– Non mi resistono, troppa fatica. Niente biglietto.
– Ma sì.
– No. Mail d'addio, niente cd deprimente, niente "My Lady Story" e soprattutto niente biglietto.
– Ma!
– Enne o, Stinnicchia.
[con una traccia di disperazione] – Miii, ma me lo lasci fare, questo biglietto aereo? Come ci torno, in Sicilia?
[leggermente seccata] – E spiegati, no?

Playmobilio, colpo di scena: il Ritorno dei Sauri

Cito da una comunicazione del demiurgo JTF:

"Il Ritorno dei Grandi Sauri permette di giustificare la sparizione degli arabi e apre il dibattito teologico su 'i Sauri hanno un'anima o no? E chi li ha mandati, in ogni caso?' e quello araldico sul sauro di riferimento, roba da correnti democristiane e album di famiglia del PD..."

Dunque, nell'anno alternativo 859 secondo JTF si distinguono tre tipi di Sauri:

"1) domestici, piccoli, pacioccosi, quasi innocui - sottolineare malignamente il 'quasi' con storie di bambini scomparsi e coppiette svanite nel nulla, vivono in mezzo a noi - al massimo grossi come cavalli, direi. Diventano delle 'vacche sacre' sempre tra i piedi ma tollerabili;

2) selvatici, un pò più grossi e meno affidabili, vivono allo stato brado, popolano i boschi e le foreste e i deserti integrandosi nell'ecosistema; diffidare soprattuto dei carnivori, non avvicinare la manina per accarezzarli che ti vedo!

3) I Padri dei Sauri, immensi, giganteschi, vere montagne semoventi, liberi e autonomi, qualcuno dubita che esistano (ma qualcuno dice che non ci sono più i comunisti...). Vivono lontanissimi in posti esotici come la Siberia, la Kamchatka, la Val Seriana.

Tutto questo fino allo Scontro Finale".



I Sauri: paciocchi, meno paciocchi, crudeli. Sullo sfondo, piccoli e grandi Felini.



L'ultima volta che il piccolo Antimur è stato avvistato familiarizzava con un Sauro domestico*.



Con i Sauri non si sa mai che faccia fare: la Regina Nera (io) con i fidi Illiri e due sorridenti amici squamosi.



Gemelli crociati e piccolo Sauro con tastiera invisibile.



Anche i più mansueti hanno qualcosa da nascondere.

Così il demiurgo spiega la presenza dei Sauri:

"1. Nel mio mondo alternativo non si può non rilevare la mancaza dei musulmani. Sarebbe brutto ammettere che la colpa è di tipo economico, quindi dovevo trovare una causa adeguata. Cosa meglio di una improvvisa invasione di dinosauri, particolarmente a loro agio nel clima secco e caldo della Mesopotamia e Arabia e Persia (normale geografia neocona, of course);
insomma, gli eserciti dei successori del Profeta sono stati distrutti da triceratopi e velociraptor e le città riportate al rango di villaggetti. Invece dalle nostre parti faceva troppo freddo e ne vennero di meno, anche se Visigoti e Vandali ebbero la sfortuna di incappare negli Spinosauri.

2. quando il cattivo re barbaro Odoacre depose il fantolino Romolo Augustolo, si trovò alle porte di Roma un paio di legioni romane fedeli, recentemente e segretamente raccolte da un patrizio di Mediolanum, che riaccompagnarono in città l'Imperatore, scacciarono Eruli, Sciri e Turcilingi e con l'aiuto delle quali venne ristabilito un effettivo controllo dell'Impero su tutta l'Italia.
Successivamente, in occasione del famoso Incontro di Celle (Ligure), i romani cedettero il potere formale sulla Gallia ai Franchi, in questo modo portando alle guerre di supremazia colà e alla relativa tranquillità colì. Di cui approfittarono per riappropriarsi della loro parte di Africa.

3. per come cavolo i cinesi siano arrivati fino in Occidente, citofonare Tonii ;)

4. da notare come i Brontosauri siano del tutto inutili come combattenti (niente denti, corna, code spinate, corazze), e come a Kiev non abbiano trovato affatto dei dinosauri (certo, anche trovare dei pinguini è una bella impresa)".



In breve: di Sauri "Ne avevo la casa piena!"

Al solito, gli appunti, i suggerimenti e le osservazioni saranno graditissimi. I Sauri hanno un'anima? Siamo sicuri che quelli senza denti si limitino alla vellutata di verdure? Che ci fanno i pinguini nel regno di Kiev? Vogliamo fare una raccolta fondi in grande stile per reintegrare i musulmani nella storia JTF?
E soprattutto: ve li immaginate i bambini JTF che giocano sereni e inconsapevoli al mare mentre il babbo ammassa i loro dinosauri in vista dello Scontro Finale? Quanto vogliamo bene a questo pazzo pazzo pazzo neocone residente?

*Update del demiurgo:
"Devo fare una piccolissima correzione. La foto ritraente un bimbo e un piccolo triceratopo fa riferimento alla famosa e tragica Canzone del Kid, in cui si narrra come il Piccolo Lord partisse da solo per l'ardua impresa di trovare la Valle Incantata dove vivono i Tricorni, animali totemici del suo popolo e unica speranza contro l'invasione dele Forze Oscure.
Dopo molte e pallose peripezie, l'immondo moccioso salva il cucciolo dalle volpi, fa amicizia e viene condotto nella Valle, dalla parti dell'attuale Bilbao.
Qui a suon di lacrimone e discorsi sul Destino dell'Occidente convince il burbero ed irascibile Padre dei Triceratopi (non chiamatelo il Gran Cornuto, svp) ad aiutarli.

Nel corso del viaggio di ritorno, pare che il bambino sia sparito, forse una vendetta delle volpi.

Questa storia è materia di studio obbligatoria in tutte le (tre) scuole del Regno. In lingua basca. Senza sottotitoli.

Tanto vi dovevo".