lunedì, febbraio 20, 2006

I tre di Tipton - post in sospeso

[Ho tenuto questo post in sospeso per un paio di giorni perché pensavo che la notizia circolasse e fosse smentita o confermata. In seguito Craig Murray ha dichiarato che le sue fonti sono le persone che erano presenti ai fatti, e che la vicenda gli è stata riferita nell'ufficio di Winterbottom. A questo punto, visto che il racconto risulta essere di prima mano e vero, ecco il post]

Del film di Michael Winterbottom si è sentito parlare, nei giorni scorsi: The Road to Guantanamo racconta la storia vera di Shafiq Rasul, Asif Iqbal e Ruhal Ahmed, tre amici musulmani di Tipton, nelle West Midlands (sarebbero diventati noti come "i tre di Tipton"), che partirono per andare a un matrimonio in Pakistan, finirono catturati dalle forze statunitensi in Afghanistan e infine portati a Guantanamo, dove trascorsero due anni di carcere e furono sottoposti a un trattamento brutale e umiliante.
Prolungati interrogatori stabilirono che non avevano alcun collegamento con al Qaeda, e furono rilasciati nonostante i loro appelli fossero stati ignorati dalle autorità del Regno Unito. I mezzi d'informazione britannici trasmisero in diretta il rimpatrio di questi "sospetti terroristi", che furono immediatamente prelevati dalla polizia e nuovamente sottoposti a interrogatorio. La stampa praticamente ignorò il loro successivo rilascio, ma anche la polizia britannica riuscì a stabilire che non avevano niente a che fare con il terrorismo.

La scorsa settimana il regista Michael Winterbottom, accompagnato dai tre ex-detenuti e dal cast, ha presentato il suo film al Festival del Cinema di Berlino.
Al ritorno in patria i tre di Tipton sono stati nuovamente arrestati e trattenuti per ore dalla Sezione Speciale in base alla legge britannica per la prevenzione del terrorismo: è stato loro chiesto dove fossero stati e chi avessero incontrato. Sono inoltre state fatte delle domande sulla politica del regista.
E non è finita.
Facevano parte del gruppo anche i tre attori - estranei ad affiliazioni politiche o religiose, ma di origini asiatiche - che interpretano gli ex-detenuti nel film: arrestati e interrogati anche loro, per ore.

I tre di Tipton sono innocenti. Sono stati due anni a Guantanamo, da innocenti.
E anche gli attori che li interpretano sono innocenti. E forse il film non è nemmeno un gran film.

Di fronte a una storia così preferirei credere che Craig Murray si fa un bicchierino, di tanto in tanto.

Link

Altre curiosità su Guantanamo

È noto che gli Stati Uniti promisero (e apparentemente pagarono) ingenti somme di denaro in cambio della cattura di persone identificate come "combattenti nemici" in Afghanistan e in Pakistan.

Ecco il testo di uno dei volantini distribuiti in Afghanistan:

"Diventate più ricchi e potenti di quanto possiate sognare... Potrete ricevere milioni di dollari se aiuterete le forze anti-talebane a prendere gli assassini talebani e di al Qaeda. Il denaro vi basterà per prendervi cura della vostra famiglia, del vostro villaggio e della vostra tribù per tutta la vita. Pagate il bestiame e i dottori e i libri di scuola e l'alloggio per tutti i vostri familiari."

Dal Rapporto sui detenuti di Guantanamo compilato da Mark e Joshua Denbeaux e dagli studenti dell'Università di Seton Hall sulla base dei dati forniti dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Qui il pdf in inglese (ho già detto che è un pdf?).

Il 28 marzo del 2002 il Segretario della Difesa Donald Rumsfeld disse:
"Come è accaduto in conflitti precedenti, il paese che fa dei prigionieri generalmente decide che non è il caso di rimandarli sul campo di battaglia. Tengono in arresto quei combattenti nemici per la durata del conflitto. Lo fanno per una semplicissima ragione, che ritengo ovvia, e cioè impedire loro di tornare a combattere e, in questo caso, a uccidere altri americani e a condurre altre azioni terroristiche."

Tuttavia il Rapporto di Seton Hall conclude che la grande maggioranza dei detenuti di Guantanamo non ha mai partecipato ad alcun combattimento contro gli Stati Uniti su un campo di battaglia.
Inoltre, nel rapporto si legge che solo il 5% dei detenuti di Guantanamo definiti come "combattenti nemici" fu arrestato direttamente dalle forze statunitensi; l'86% fu catturato dal Pakistan o dall'Alleanza del Nord e successivamente consegnato agli Stati Uniti, proprio all'epoca in cui questi ultimi offrivano i premi in denaro.

Ma emergono altri dati interessanti:
I detenuti presi in considerazione sono 517.
Per il 55% non è stata accertata la responsabilità di atti ostili contro gli Stati Uniti o gli alleati della loro coalizione.
Solo l'8% rientra nella definizione di "combattenti di al Qaeda". Dei restanti detenuti, il 40% non ha nessun legame certo con al Qaeda e il 18% non ha affiliazioni né con Al Qaeda né con i Talebani.
Il Governo ha arrestato molte persone basandosi sulle sempici affiliazioni a un esteso numero di gruppi che di fatto non si trovano sulla lista delle organizzazioni terroristiche della Sicurezza Nazionale. Inoltre, il nesso tra questo tipo di detenuti e tali organizzazioni varia considerevolmente. L'8% è "combattente per", il 30% è considerato "membro di", mentre una larga maggioranza - il 60% - è in arresto per semplice "associazione" a un gruppo o con dei gruppi che secondo il Governo sono organizzazioni terroristiche. Per il 2% dei prigionieri non è stato identificato alcun collegamento con gruppi terroristici.

E queste sono alcune delle prove citate dal Governo per dimostrare che i detenuti rientrano nella definizione di "combattenti nemici":
- associazione con individui e/o organizzazioni non specificati e non nominati;
- associazione con organizzazioni ai cui membri il Dipartimento della Sicurezza Nazionale aveva dato il permesso di entrare negli Stati Uniti;
- possesso di fucili;
- uso di una guest-house;
- possesso di orologi Casio;
- uso di capi d'abbigliamento militare.

sabato, febbraio 18, 2006

Curiosità da Guantanamo

Uno yemenita, che qualcuno ha accusato di essere una guardia del corpo di bin Laden, durante un lungo interrogatorio è crollato e ha detto esasperato, 'OK, ho visto bin Laden cinque volte: tre su Al Jazeera e due durante un telegiornale in Yemen'. Questa confessione così figura nel suo verbale di 'combattente nemico': 'Il detenuto ha ammesso di conoscere Osama bin Laden.'"

Fonte: "Empty Evidence", di Corine Hegland, National Journal.

venerdì, febbraio 17, 2006

La dieta palestinese

Israele prepara pesanti sanzioni economiche all'Autorità nazionale palestinese (Anp) a partire dall'insediamento questo sabato di Hamas nel Consiglio legislativo palestinese. Tra le prime sanzioni ci sarà l'interruzione del trasferimento dei fondi per il pagamento di dazi doganali e di altre imposte che Israele riscuote per conto dell'Anp. Sono stati proposti anche la revoca dei permessi di ingresso ai lavoratori palestinesi di Gaza e il divieto totale di attraversamento fra Gaza e la Cisgiordania.
Però il governo israeliano non vuole essere accusato di affamare i civili palestinesi, e quindi non saranno tagliati i finanziamenti alle agenzie umanitarie.
Come ha detto il consigliere del premier Dov Weissglas, "È come una visita dal dietologo. Vogliamo farli dimagrire, non morire."

giovedì, febbraio 16, 2006

Da non credere

Eh beh:

Abu Ghraib è un'incubatrice di terroristi, sapete. Hanno il tempo di farsi torturare e anche di organizzarsi.

Fonte: New York Times

mercoledì, febbraio 15, 2006

Il favoloso mondo di Scott McClellan/2

Ieri:

D: Scott, ho solo altre due domande sull'incidente di caccia del vicepresidente. Il presidente pensa che il vicepresidente dovrebbe parlarne pubblicamente, personalmente, rivolgendosi al popolo americano, spiegando cosa è accaduto e perché è passato tanto tempo prima che fosse reso pubblico?

MR. McCLELLAN: Be', credo che sia stato spiegato, l'accaduto. L'ufficio del vicepresidente ne ha parlato; io ne ho parlato. E io rappresento il presidente e parlo per suo conto. Anche il portavoce del vicepresidente parla per suo conto. E quindi le informazioni sono state date. Ne abbiamo parlato a lungo ieri.

D: Quindi il presidente non crede che il vicepresidente dovrebbe parlarne lui stesso, e non attraverso degli intermediari?

MR. McCLELLAN: Lei ha regolarmente parlato con il vicepresidente in passato, e sono certo che potrà farlo anche in futuro.

D: Ma secondo lei non avrebbe dovuto parlare direttamente...

MR. McCLELLAN: Be', lo ha fatto, attraverso il suo ufficio.

Ora, ditemi voi se quest'uomo non è sotto l'effetto del Grande Fungo.

martedì, febbraio 14, 2006

Il Grande Fungo/L'attesa terza parte

(L'antefatto è qui)

-- terza parte --
"(dove si prende una piega lievemente splatter, perché nessuna religione vale niente senza un po' di sangue e due teste mozzate)
L'umanità continuava a proliferare sulla testa di Calaverbert, con suo sommo disgusto. Non nascondeva un certo gusto quando quella melma in cui si trasformavano quei corpi morti entrava a far parte di lui, ma lo stesso, quelle presenze erano per lui ormai una ossessione che gli toglieva il respiro, ammesso che i funghi respirino.
Calaverbert era tutto preso dalla sua crescita e dalla produzione di nuove spore, quando si accorse che lassù qualcosa di strano stava succedendo: ora il sangue nutriente era molto di più, e anche i cadaveri... c'era qualcosa che stava uccidendo meglio lassù, e non era lui: doveva scoprire, e imparare.
Per la seconda volta (la prima era stata quando aveva visto i bipedi. sennò non avrebbe saputo che erano bipedi. oh insomma, stiamo attenti?) emerse da terra: come il periscopio di un sottomarino, un piccolo fungo bianco spuntò sotto una quercia, a guardare cosa stava succedendo. Nuovi uomini popolavano quella terra: avevano molta più stoffa addosso, e dei tubi di metallo che scoppiavano, facendo così tanto rumore! Calaverbert li odiava ancora di più degli altri, quelli di prima. Era deciso a fare qualcosa per liberarsene.
Nel locale dell'inizio, le luci si abbassano: la storia è ancora lunga, ma si inizia ad intravedere un losco piano."

-- fine della terza parte --

Paura?

Fuori i secondi/Il complicato mondo dei numeri due

Miguel mi regala questo per la mia collezione di braccidestri: il numero 2 di Al Qaeda in Yemen è comparso in giudizio con altri quattro sospettati di appartenere alla rete terroristica.
Il saudita Mohammed Hamdi al-Ahdal è stato arrestato nel novembre del 2003 ed è accusato di far parte di una banda armata che aveva il compito di attaccare gli interessi stranieri in Yemen e di danneggare la stabilità e la sicurezza del paese, e anche di aver causato la morte di 19 poliziotti che gli stavano dando la caccia. Non in un'unica sparatoria (frenate la fantasia) ma tra il 2000 e il 2003. E anche di aver preso soldi da bin Laden.
Un altro sospetto è accusato di aver offerto un nascondiglio ad Ahdal mentre era in fuga, ma lui dice di essere stato arrestato per una disputa tra la sua tribù e lo stato (insomma, una cosa da Forum). Gli altri tre invece avrebbero falsificato passaporti e documenti, e si sono fatti un po' di Guantanamo prima di essere estradati.
Nessuno di questi quattro è, comunque, un numero tre.
Tuttavia, ricorderete che una decina di giorni fa da una prigione yemenita sono evasi ben 23 sospetti membri di Al Qaeda, e questo complica le cose. Non potevo far collezione di boccette di profumo, di rossetti Marais, di gatti in silverplate, di simpatici calzini antiscivolo? No, la signora vuole i braccidestri di Al Qaeda. Aha.

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Make-up
Fondotinta Hide&Seek n. 2, blush Irréelle color Incognito, mascara volumizzante Qaeda Queen, ombretto Holographic beige. Sarete truccate/i benissimo: non vi riconoscerà nessuno.

La commovente storia di un fungo

Tutto cominciò un pomeriggio di febbraio (beh, ieri), quando Anna disse: "ho una storia interessantissima sui funghi. a qualcuno va di sentirla?"

Riassunto delle puntate precedenti:

"C'era una volta un locale, dove l'Anna andava di tanto in tanto. Quella sera, per una serie di coincidenze che non esiterei a definire magiche, si trovavano lì alcuni amici che non vedeva da un po'. si sedette, e iniziarono a conversare. tutto ad un tratto, per un incrocio di destini, venne fuori che tutti avevano visto quella particolare puntata del programma Gaia in cui - fra morti e distruzioni varie, ed entusiasmanti nuovi modi di immaginare il collasso del pianeta - si raccontava anche la commovente storia di un fungo, che per rispetto della privacy chiameremo Herbert.
Herbert era nato come nascono tutti i funghi, ovvero in un modo certamente complicato e che ignoro completamente, in un piccolo paese dell'Oregon (sì ragazzi, credo anch'io si tratti della Castle Rock di Stand by me).
Ma Herbert non era come gli altri funghi, Herbert aveva un sogno: diventare l'organismo vivente più graaaande della terra."

-- fine prima parte --

A questo punto l'Autrice propose un sondaggio:
digitate:
a) se volete proseguire la storia.
b) se piuttosto la morte.
c) se volete far entrare nella storia il simpatico omino dei popcorn.
d) se volete che il nome del fungo diventi Calaverbert.

per un complicato sistema di voto, i risultati furono una e) e una d).
Vinse la d), che comunque valeva doppio.

-- seconda parte --

"(Dove due piani di realtà si intersecano, rendendo il tutto piuttosto confuso e anche per questo attuale e fico)
Nel locale dell'inizio si ordinano altri spritz, i giovini si siedono più vicini, e come un oscuro mantra si ripetono l'agghiacciante storia del fungo.
Quando Calaverbert era nato, il suolo sopra di lui ospitava solo qualche bisonte, una sequoia, tre scoiattoli e otto cimici. Nessuno di loro si era interessato alla nascita del nostro eroe. Ma il nostro eroe, sotto i tre metri di terra che lo proteggevano, se la rideva: ah ah ah(a)! Sciocchi esseri mobili! Sprecate pure le vostre vite a passeggiare e mangiare e riprodurvi. Verrà il tempo che le vostre carcasse diventeranno fertile humus per i miei denti!
Calaverbert, come tutti i funghi, era terribilmente invidioso e soffriva di un forte senso di inferiorità nei confronti di tutti gli esseri mobili. Diversamente dagli altri funghi, però, era terribilmente megalomane: questo l'avrebbe reso una minaccia per la vita mobile di quella parte di pianeta. (Qui l'autore spinge un po' sul tasto del terrore per ricordare agli spettatori che la fonte della storia è Gaia, e anche un po' per tenere la tensione alta e la palpebra vibrante)
Come aveva ragione Calaverbert! Dalla sua posizione privilegiata vide secoli di vita mobile nascere e morire, decomporsi e divenire cibo per lui. E come gli sembravano brevi e inutili quelle creature! Certo, in qualche modo le ringraziava, parché senza di loro il suo sogno di potere non si sarebbe mai realizzato.
Passarono i secoli, Calaverbert era ormai grande come la provincia di Parma, e continuava a crescere. Era ancora il solo ad essere conscio della propria importanza. Quand'ecco, una nuova creatura iniziò a calpestare il suo suolo: camminava eretto, era senza peli, e articolava una varietà di suoni a lui ignota. Proprio per questi suoni Calaverbert iniziò ad odiare questa specie più di quanto avesse fino ad allora odiato tutti i mobili."

-- fine della seconda parte --

A questo punto avevamo già sperimentato sulla nostra pelle che il fungo è il vero oppio dei popoli. E i popoli chiedevano a gran voce il seguito, con ife e spore in quantità, al suono di slogan come: "SA-PRO-FI-TI! SA-PRO-FI-TI!", "FUNGARE TUTTI FUNGARE MENO", "ANNA CE L'HA INSEGNATO, PARLAR DI FUNGHI NON È REATO", "O FUNGO O DEFUNGO!", "MORE ROOM FOR MUSHROOM!".

E così, Anna disse:
"Il fungo arriverà.
Verso le due del pomeriggio.
Ho detto."
Misteriosamente, però, si firmò Ghezzi Enrico.

lunedì, febbraio 13, 2006

La French Connection

"Ogni cinque o sei settimane Maurice Gourdault-Montagne, consigliere diplomatico del presidente francese,  vola a Washington per incontrare la sua controparte, il consigliere per la sicurezza nazionale Stephen Hadley. Trascorrono alcune ore a coordinare le strategie sull'Iran, la Siria, il Libano e altre zone calde, e poi il francese ritorna in patria. Tra un incontro e l'altro, i due parlano spesso al telefono, di solito il martedì e il giovedì.

Benvenuti alla French Connection. Benché il legame tra i massimi consiglieri di politica estera dei presidenti Bush e Chirac sia quasi sconosciuto al mondo esterno, è emerso come un elemento importante nella pianificazione statunitense. A livello pubblico, la Francia può ancora essere oggetto delle beffe dei politici americani, ma in questi contatti diplomatici privati l'Eliseo è diventato uno degli alleati più importanti ed efficaci della Casa Bianca..."

"Il nuovo alleato di Bush: la Francia?", di David Ignatius, tradotto per Tlaxcala su mirumir 2.0.

domenica, febbraio 12, 2006

Il numero 2, quasi

Ricordate il raid aereo di un mese fa contro un'abitazione di un villaggio situato nella zona di confine tra Pakistan e Afghanistan? Quello in cui oltre a una dozzina di civili innocenti doveva essere morto anche Al Zawahiri, e invece no? Ecco, i Predator hanno mancato il numero 2, ma hanno preso in pieno un suo parente stretto. Forse il genero. Aha.

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Make-up:
Fondotinta antitraccia Teint Idole ultra, unmanned eyeliner Drone Perfection, lipgloss Deadly Strike nelle sfumature del rosa, cipria illuminante les Météorites, edizione invernale 2005.

venerdì, febbraio 10, 2006

Il favoloso mondo di Scott McClellan

Quando George W. Bush tace (dopo la fantastica uscita sulle "Liberty-I mean-Library-I mean-Bank Towers in Los Angeles") c'è pur sempre il suo addetto stampa Scott McClellan.
Ecco come ha gestito le domande di "Helen" durante la conferenza stampa di ieri alla Casa Bianca.

Domanda: Questa dovrebbe essere una guerra al terrorismo, e per sua stessa ammissione il Presidente ha detto che non c'era nessun collegamento tra l'Iraq e i terroristi. Dunque perché siamo ancora in Iraq a uccidere e a farci uccidere?

MR. McCLELLAN: Be', credo che il Presidente ne abbia già parlato oggi. La posta in Iraq è alta. E ha detto su cosa ci stiamo concentrando...

D: ... perché è alta?

MR. McCLELLAN: Be', l'Iraq è il fronte principale nella guerra al terrorismo. Basta vedere la lettera di Zawahiri a Zarqawi. Riconoscono quanto ci sia in ballo. E noi facciamo altrettanto. E dobbiamo continuare a procedere con il nostro piano per ottenere la vittoria. Ecco perché ci stiamo concentrando...

D: Perché siete andati in Iraq?

MR. McCLELLAN: Be', il Presidente è...

D: Non c'erano, i terroristi.

MR. McCLELLAN: Non sto cercando di tornare sul fatto che... sulle decisioni che abbiamo già preso.

D: Io sì.

MR. McCLELLAN: Abbiamo già spiegato dettagliatamente le ragioni per cui ci siamo andati, ed era perché Saddam...

D: Che poi si sono rivelate sbagliate.

MR. McCLELLAN: La scelta spettava a Saddam Hussein. Continuava a sfidare la comunità internazionale. E il Presidente dopo l'11 settembre decise che non intendevamo aspettare che le minacce si concretizzassero. Dovevamo affrontarlo prima che fosse troppo tardi. E come ha già detto oggi...

D: Era l'Iraq, e non c'erano.

MR. McCLELLAN: Be', credo che avrebbe dovuto ascoltare bene quello che ha detto il Presidente oggi.

D: L'ho fatto.

MR. McCLELLAN: Ha parlato dell'importanza della libertà che sconfigge il terrorismo e della sua capacità di imporsi. Il Medio Oriente è una regione del mondo pericolosa. Quello che stiamo cercando di fare...

D: Perché è stato attaccato l'Iraq?

MR. McCLELLAN: Quello che stiamo cercando di fare è contribuire a trasformare quella regione martoriata offrendole un futuro più promettente. È questo l'effetto della libertà. Le società libere sono società pacifiche. E un Iraq libero contribuirà a ispirare il resto del Medio Oriente.

giovedì, febbraio 09, 2006

Come maltrattare Google e vivere felici

Il premio "Più culo che giudizio" 2006 va alla chiave di ricerca "carcere Abu Grim."



martedì, febbraio 07, 2006

Gggiovani

Mario, 85 anni.
- Miro, lo sai che mi hanno chiesto di coordinare un gruppo di ragazzini per una trasmissione... aspetta, è una tivù di giovani.
- Coordinare?
- Ma sì, ragazzini delle scuole, io darò una mano. Per una televisione che si chiama, aspetta... MTV.
- Mario, MTV?
- La conosci?

domenica, febbraio 05, 2006

Un numero 4, preso

L'ANSA dà la notizia dell'arresto del numero 4 di Al Qaeda, ponendo qualche problema di classificazione. "Mohammed Rabih Abou Zar è stato arrestato qualche giorno fa a Baghdad. È un iracheno. È tutto ciò che posso dire per il momento", ha dichiarato il capo ufficio stampa del ministero dell'interno iracheno. Sarà il solito numero 4 della borgata, un rimpiazzo momentaneo, un succedaneo di passaggio?
Nel frattempo quello che mi preoccupa è la notizia della recente cattura di 270 combattenti di Al Qaeda. Prima si prendono, poi si catalogano, infine si numerano. Qua ci giochiamo mezzo organigramma di bracci destri, mi sa.

sabato, febbraio 04, 2006

Frasi del giorno

"Credo che esista un Onnipotente, e credo che la libertà sia il dono dell'Onnipotente a questo mondo."
George W. Bush; citato in Mark Silva, "Bush Touts Plan in Tennessee" (Chicago Tribune, 1° febbraio)

"La Provvidenza tiene sotto la propria speciale protezione i bambini, gli idioti e gli Stati Uniti d'America."
Lord Bryce, autore di The American Commonwealth, 1888. Citato in Martin Peretz, "BHL USA" (New Republic)

via John Brown, USC Center on Public Diplomacy.

Vogliamo i nomi

Chiave di ricerca del giorno: "chi ha votato Ahmadinejad".



Della serie: non ci accontentiamo di un numero.

venerdì, febbraio 03, 2006

The Memo, Reloaded

Ci sarebbe stato un incontro di circa due ore tra Bush e Blair, il 31 gennaio 2003 - due mesi prima dell'invasione dell'Iraq -, durante il quale Bush parlò della possibilità di orchestrare un incidente in cui Saddam sarebbe stato costretto ad attaccare aerei da ricognizione delle Nazioni Unite, fornendo un valido pretesto per colpire l'Iraq. In quell'occasione, inoltre, Blair dichiarò di essere "stabilmente dalla parte del Presidente e pronto a fare tutto ciò che serviva per disarmare Saddam".
Il memo che documenta l'incontro è stato visto da Philippe Sands, professore di diritto internazionale all'University College di Londra, e rivelerebbe che:

- Bush disse a Blair che gli Stati Uniti erano così preoccupati per il fatto di non riuscire a trovare prove consistenti contro Saddam che pensavano di far volare sull'Iraq degli aerei da ricognizione U2 con i colori delle Nazioni Unite. Così, se Saddam li avesse attaccati, avrebbe violato le risoluzioni dell'ONU.

- Bush espresse perfino la speranza di riuscire a procurarsi un transfuga iracheno che facesse una pubblica dichiarazione sulle armi di distruzione di massa di Saddam. Inoltre accennò anche a una piccola possibilità che Saddam potesse essere assassinato.

- Da parte sua, Blair disse a Bush che una seconda risoluzione dell'ONU sarebbe stata una specie di polizza d'assicurazione, perché avrebbe fornito una copertura internazionale, anche con gli arabi, nel caso qualcosa fosse andato storto durante la campagna militare: metti che Saddam si fosse messo a bruciare i pozzi di petrolio, ad ammazzare bambini, o a fomentare divisioni interne.

- Bush disse a Blair che riteneva improbabile che potesse verificarsi una guerra intestina tra le diverse religioni e i vari gruppi etnici.

Il fatto che Blair abbia offerto il proprio appoggio ai piani di Bush di attaccare l'Iraq anche in assenza di una seconda risoluzione dell'ONU contrasta con le assicurazioni che il primo ministro inglese diede al Parlamento poco tempo dopo. Il 25 febbraio 2003 Blair disse alla Camera dei Comuni che il governo stava dando a Saddam "un'ulteriore, ultima occasione per disarmarsi volontariamente".

Disse infatti: "Detesto il suo regime - come spero facciano la maggioranza delle persone - ma anche ora potrebbe salvarlo se si conformasse alle richieste delle Nazioni Unite. Perfino ora, siamo preparati a fare un passo in più per ottenere pacificamente il disarmo."

Tre settimane prima questi pensavano già di camuffare un U2 con i colori dell'ONU e di farlo volare sull'Iraq, ecco.
Sempre che il memo esista. Secondo il Guardian, esiste. Channel Four ne ha fornito degli estratti.

Se non esiste, sono pronta a partire da subito con la dietrologia e il fondotinta.

giovedì, febbraio 02, 2006

Not literally

Pesco a caso, per esempio dal Corriere:
"In quello che passerà alla storia come il discorso dell''America drogata di petrolio', Bush ha detto che il Paese deve diminuire la sua dipendenza dalle importazioni di greggio dal Medio Oriente, regione instabile, del 75% entro il 2025; che la tecnologia è il modo migliore per farlo; che aumenterà del 22% i finanziamenti per la ricerca sull'energia pulita; che gli sforzi devono concentrarsi su auto a idrogeno e ibride, sul solare, sull'energia eolica e su 'energia nucleare pulita e sicura.'"

L'Arabia Saudita, però, non ha reagito benissimo:
Mercoledì l'ambasciatore saudita a Washington, il principe Turki al-Faisal, ha detto che avrebbe chiesto all'ufficio del signor Bush "cosa esattamente intendeva dire con quelle parole."

Risultato:
Mercoledì, il segretario per l'energia e il direttore del Consiglio economico nazionale di Bush hanno detto che "il presidente non parlava in senso letterale."

Esattamente come le sedici parole di tre anni fa: "The British government has learned that Saddam Hussein recently sought significant quantities of uranium from Africa." "Il governo britannico ha appreso che Saddam Hussein recentemente tentava di procurarsi una notevole quantità di uranio dall'Africa."
Bush non va preso alla lettera, lo sanno tutti che ha problemi di dipendenza dal greggio.

The State of the Onion

Eliminato l'ottanta per cento dei numeri due di al QaedaWASHINGTON, DC - Lunedì il Pentagono ha annunciato che l'80% dei bracci destri di Osama bin Laden è stato eliminato. "Quasi 1600 capi di al Qaeda classificati come numeri due sono stati spazzati via," Ha dichiatato il Ten. Col. Mark Allison. "Adesso ne rimangono solo 400." Dopo il fallimento della missione per uccidere il numero 2 di bin Laden Ayman al-Zawahri con un attacco missilistico su un villaggio pakistano il 13 gennaio, le forze americane hanno intensificato le ricerche del numero 2 Ahmed Al-Zahnami, o, in alternativa, del numero 2 Amman al-Zaharani, oppure del numero 2 Ahmed al-Zafarani.

Notizia finta di The Onion. In realtà siamo solo a 35 bracci destri di Al Zarqawi e a 3 numeri due di bin Laden. Tranquilli, tengo il conto.