mercoledì, dicembre 01, 2004

Agenzia Walrus/Shine on you crazy diamond

Non si capisce bene per quale motivo, ma alcuni scienziati britannici hanno stilato un elenco delle 100 cose da fare prima di morire: ammesso che possa interessare vedere il dito medio di Galileo, ordinare azoto liquido per preparare a casa propria il gelato più omogeneo del mondo, o imparare il Choctaw (una lingua che ha ben due tempi passati, e della quale io avevo sentito dire che ne ha ben tre). E ancora: bollire un uovo con un telefono cellulare, dare il proprio nome a una nuova specie, clonare l'animaletto domestico, estrarre il proprio DNA, vedere un atomo. Insomma, tutte le cose migliori che la scienza può offrire nel campo delle "nuove esperienze" invece di occuparsi delle solite quisquilie.
Fino allo sfizio estremo, al gloriosamente inutile e al supremamente idiota: diventare un diamante da un carato (bastano poche ceneri e sei il migliore amico delle ragazze, dicono).
Questi non devono conoscerla, la canzone di De Andrè.

Old age

Sede centrale di Friulcassa, ex Cassa di Risparmio di Gorizia, ore 10.30. Cinque sportelli, mai aperti tutti contemporaneamente.
Bisogna munirsi di biglietto numerato, e io ho il 4. Il display segna il 79. Ho venticinque persone davanti.
Sono circondata dalla terza età e anche dalla quarta: uomini malmessi in giubbotto trapuntato e berretto di feltro che parlano di tasse e di soldi, donne in cappotto cammello e berretto d'angora che fissano i display. A un certo punto un vecchio in trapuntato blu e cuffia marrone approfitta di un momento di distrazione e si lancia verso uno sportello libero ("se non ci va nessuno..."). Aveva fino a quel momento giocato la parte del rincoglionito estremo, impedito dal dolore all'anca.
Il suo scatto sorprende tutti.
Gli uomini se la prendono con il display luminoso ("con tutti questi anziani..."). Le donne se la prendono con il furbo.
Una signora sui settanta (quella che aveva il numero 8 e si era convinta che ben 74 persone le fossero passate avanti) mi fa: "Teniamoli d'occhio". Adesso, superata la perplessità numerica, ha l'aria di una che la sa lunga: "Non sanno aspettare, gli uomini".
Io penso ai cassieri, a come dev'essere restare indifferenti davanti a questi dannati varicosi e sciupati messi in fila dietro alla linea di cortesia o seduti qua e là, col numero e la bolletta in mano. A come dev'essere esporre la scritta "sportello chiuso" davanti a facce così. Ci si abitua?

T. mi scrive che all'inaugurazione di una mostra a Trieste, durante il rinfresco a bordo piscina, lui e A. hanno scambiato due chiacchiere con una signora anziana: "Ci ha detto che lei le mostre a Trieste le vede tutte e che sono tutte bellissime. Ma sai perché? Per il rinfresco. E mi è stato confermato - da un giovane professore universitario che considerava la cosa assai divertente - che a Trieste questa di andare per inaugurazioni o convegni per sbarcare il lunario con qualche pasto gratis e per stare al caldo è abitudine di molti pensionati". E conclude: "non è forse invece che quelle mostre o convegni, quei rinfreschi e quel caldo gli spettano di diritto perché lo pagano anche loro, e vanno a prendersi una parte di quello che gli spetta? La cosa non è per nulla divertente, caro il mio professore". Si chiude un occhio, si racconta la cosa pensando che faccia ridere: chissà se ci si abitua, a questo.

Old age is
a flight of small
cheeping birds
skimming
bare trees
above a snow glaze.


William Carlos Williams, "To Waken an Old Lady".

martedì, novembre 30, 2004

Belly Dancers vs George Bush

Bush atterra in Canada e trova i manifestanti ad attenderlo. E che manifestanti: "You'll see the Raging Grannies in addition to radical cheerleaders, Belly Dancers Against Bush, (and) Artists Against War who have created an 'Unwelcome Mat'", dice soddisfatto Joe Cressy del comitato No to Bush.
Non so cosa mi incuriosisce di più: se le nonnine scatenate, le ragazze pon-pon radicali e le danzatrici del ventre contro Bush o l'appariscente assenza delle spogliarelliste.

lunedì, novembre 29, 2004

Zero the Hero

"Any number divided by zero is undefined, not zero as reported last Sunday in a Starship article about the number zero. Zero divided by zero is also undefined. The Star regrets the error".
Toronto Star, sezione "Corrections".

Agenzia Walrus/Questi pazzi pazzi rumeni

Eccoli, di nuovo.
Per la seconda volta in un mese un cieco ruba una macchina e va a schiantarsi contro un albero. Aveva dichiarato: "Volevo dimostrare a me stesso che potevo fare tutto quel che volevo, nonostante il mio handicap". Questa volta si era fatto accompagnare da un altro cieco e da un vedente, che avrebbe dovuto fargli da navigatore. È successo a Izvoare, in Romania. Lo dice Ananova.

sabato, novembre 27, 2004

Con i tempi che corrono/2

... but many Padanians are armed, mi fa notare Dust al volo prima di comporre "Il pandàno" (sottotitolo, Salvaguardiamo una specie in via d'estinzione):

Lungo il placido Eridano
sempre immerso nella bruma
bello come un dio pagano
che fatica e che consuma
mai sdraiato sul divano
disdegnando la carega
là tra i fumi ed il metano
vive insieme alla sua Lega
il pacifico pandàno.

Lungo il placido Eridano
sempre immerso nella bruma
bello come un dio pagano
che fatica e che consuma
mai sdraiato sul divano
disdegnando la carega
là tra i fumi ed il metano
vive insieme alla sua Lega
il pacifico pandano

Animale assai nostrano
concentrato in nord Italia
è più sacro del Corano
E' inseguito da una taglia
chi molesta il buon pandano
Si munisca di una sega
e si asporti quella mano
o provvederà la Lega
Giù le zampe dal pandano !

Patatonia è un luogo strano
(il paese ov'è diffuso)
pianeggiante e anche montano
dal confine un po' confuso
con un clima assai malsano
Ma il pandano non si piega
né al terrone né al pantano
E si stringe alla sua Lega
Ce l'ha duro, quel pandano !

Dei sudisti tien lontano
la marmaglia spendacciona
Non si mischia col romano
ché si sa, Roma è ladrona
A chi non è puro ariano
lui l'accesso a forza nega
Ma decresce piano piano
(pur protetto dalla Lega)
non prolifico, il pandano.

Link

venerdì, novembre 26, 2004

Con i tempi che corrono

... non si sa mai, e allora volevo dire che:
no Padanian was harmed in the making of this weblog.

Dicono

La Lega ha offerto una taglia di 25.000 euro per trovare gli assassini del benzinaio di Lecco: "Nessuno può permettersi di toccare un padano", dichiara all'Ansa il Ministro Calderoli, non senza un tocco western: "Io avrei preferito qualcosa tipo 'vivo o morto', ma mi hanno detto che la legge non lo consente".

Plurals

"Jonny Wilkinson (Gregan's Wallabies plot new England fall, page 27, November 23) is recovering from a biceps injury, not a bicep injury. The singular of biceps is biceps. The plural of biceps is biceps".
The Guardian, sezione "Corrections".

mercoledì, novembre 24, 2004

Possession: lui, lei, lui, e molti tentacoli

O. è un tipo flemmatico. Ma mettigli in dubbio le regole del cinema di fantascienza e si inviperisce: insomma, capisci presto che se tu e lui in questo momento vi trovaste in un'astronave allegramente diretta verso Orione non esiterebbe a trasformarti in spazzatura cosmica lanciandoti fuori dal portellone. Inutile obiettare che quel dato film "sì, è sci-fi, ma in fondo mette in scena una tensione psicologica (o sociale, o ideologica)...": prima di rendertene conto sei già metaforicamente fuori dal portellone, a fare ciao con la manina.

A Trieste c'è ogni anno un bellissimo festival del cinema di fantascienza, Science plus Fiction, grazie al quale ieri abbiamo potuto vedere Possession di Andrzej Zulawski, versione originale sottotitolata: film che abbiamo inseguito per anni, un po' un mito adolescenziale, con quell'aria sempre vagamente peccaminosa che hanno le pellicole maledette o anche solo sfigate.
Ed eccolo, dunque: fotografia livida, ambientazione berlinese minevoecentottanta (una Berlino Ovest deserta, quasi metafisica), movimenti di camera continui e vorticosi, forse esagerati. Marc (una via di mezzo tra uomo d'affari e agente segreto, interpretato da Sam Neill) al ritorno da una delle sue missioni trova ad aspettarlo la moglie Anna (Isabelle Adjani) e il loro bimbo di cinque anni. Capisce subito che Anna ha qualcosa che non va: è distante, infastidita, sfuggente. In breve, ha un amante.
Solo che tra una scena isterica e l'altra si comprende che Anna non si dà a Heinrich, cultore saccente del sesso tantrico con cui ella ha avuto una relazione, ma – ben più appassionatamente – a un mostro tentacolare e viscido, un polpo gigante e sanguinolento uscito dalla fantasia di Carlo Rambaldi. Il mostro va prendendo progressivamente una forma più distinta, più umana. Diventa a questo punto chiaro, al pubblico ma non al marito ancora completamente all'oscuro della faccenda, che è Anna stessa ad aver dato forma alla creatura (partenogenesi? È solo un'ipotesi).
Per proteggere il suo segreto la donna fa fuori un paio di detective assoldati dal marito e anche un'amica; lui a sua volta uccide il maestro di sesso tantrico e un misto di poliziotti e altri personaggi. Marito e moglie, tra una cosa e l'altra, tentano entrambi, ma con poca convinzione, il suicidio con un coltello elettrico (follia). Dopo varie disquisizioni sullo sdoppiamento, sulla dicotomia corpo/anima, su Dio, sulla fede e il caos, il film si avvia verso l'enigmatico finale: il polpo ha preso le sembianze del marito della donna, è ora "completo"; Anna e Marc muoiono dopo una sparatoria con la polizia; il loro bambino tenta il suicidio cercando di annegare nella vasca da bagno, mentre la donna a cui era stato affidato (la sua maestra di scuola, che tanto per confondere le idee è impersonata sempre da Adjani) si appresta ad aprire la porta a colui che crede Marc (del quale è forse innamorata) e che invece è il mostro. Chiusura sullo sguardo attonito di Isabelle, mentre si sente il frastuono di quella che sembrerebbe una catastrofe nucleare.

In auto, poi, appesantiti dal film e dai tacos mangiati poco prima (perché le proiezioni di Science plus Fiction si tengono al multisala del centro commerciale Torri d'Europa, e la gente deve pure nutrirsi in questi ambienti artificiali), O. e io ci siamo scambiati alcuni commenti ("proprio come me lo immaginavo", e "che prodotto degli anni Settanta!") e delle informazioni utili.
E quindi, saranno stati i tacos, sarà stato il film, ma sarà stato soprattutto che O. aveva tutta l'aria di addormentarsi al volante: insomma ho detto le parole maledette.
"In fondo, non è nemmeno un vero film di fantascienza".
Lui, improvvisamente sveglissimo, ha cominciato a elencare le sue benedette regole del genere, e con questo siamo approdati sani e salvi in garage (ma io avevo messo la sicura).
A casa, comunque, in momenti distinti e facendo finta di nulla, abbiamo entrambi consultato The Aurum Film Encyclopedia of Science Fiction, ovvero il Tomo Unico della Legge.
Ed ecco.
Possession dovrebbe stare nell'anno 1981, tra Piranha II: Flying Killers e The Protectors, Book I. Invece neanche l'ombra.
Abbiamo scelto di non commentare la cosa.

L'Iconocl/asta

Consiglio di lettura: Dust, ispirandosi all'apparizione miracolosa della Madonna del formaggio messa all'asta su Ebay (come tutto è soggettivo: dove alcuni potrebbero vedere la Madonna io ci ho visto mia zia Palmira da giovane. Cosa ci facesse mia zia Palmira su un pezzo di montasio, sulle prime non mi è sembrata una domanda fondamentale), ha scritto questo:

La visione è quella cosa
che si imprime sulla fetta
Se mangiasti troppo in fretta...
be', fra poco tornerà

Puoi cercarla sull'hamburger,
la schiacciata ed il panino
Evita il cacciatorino
altrimenti viene a pois

Dalla pizza margherita
ti sorride Berlusconi
che fra tasse e patrimoni
di miracoli ne fa

Sopra il toast che già pregusti
Bossi a un tratto ti compare
Ti sconsiglio di addentare
perché a male è andato già

Che traspare su quel sandwich
pieno zeppo di pancetta ?
C'è Bin Laden che l'affetta !
[ Non diciamolo al mullah ]

La tartina mostra un viso
E' la Vergine Maria !
No, ricorda più una spia...
Oh, madonna, ma è James Bond !

Sul Big Mac vedi apparire
dei Duran Duran il volto
E leccando il grasso sciolto
potrai dir "Simon l'è Bòn"

Sulla fetta di toscano
che avido e fremente impugni
ti congeleranno i grugni
di Schifani e di Maron

Perciò, attento, non buttarti
su ogni tipo di panino
Trangugiar ciò che è divino
non è segno di bon ton

Se l'oggetto te lo pappi
tu sarai un iconoclasta
Se lo metti invece all'asta
ci farai qualche milion

Link

Agenzia Walrus/Questi pazzi pazzi rumeni

Ci risiamo.
Un prete di Parcovaci ha denunciato il furto di una lacrima miracolosa che era apparsa su un'immagine della Madonna. La polizia ha subito stanato la colpevole, che così ha spiegato la dinamica della sottrazione: "Mi sono avvicinata all'immagine per pregare e ho cercato di portar via la lacrima con le labbra, baciandola, senza però riuscirci. Allora l'ho tolta con un fazzoletto e me la sono portata via".
Il fazzoletto con la lacrima è adesso esposto accanto al dipinto della Madonna.
L'ispettore Taranu ha commentato: "una cosa è certa: è il primo caso di questo genere in tutta la nostra storia". E ci mancava solo che dicesse: "in tutta la nostra onorata storia di lacrimazioni mariane".
Sostiene Ananova: e chi, sennò?

lunedì, novembre 22, 2004

Vilipendio di cadavere

La finezza, il tatto, la classe di certi giornali di provincia.
Una donna di 68 anni qualche giorno fa è stata uccisa con cinque colpi alla testa nella sua casa di Spilimbergo, in provincia di Pordenone.
Ieri Il Piccolo di Trieste titolava in prima pagina "Massacrata a bottigliate la "pettegola" del paese".
La fotografia ritrae una donna anziana sorridente, con la permanente, un vestito a fiori e una collanina di perle scure. Il pezzo descrive sommariamente la "macabra scena" del delitto (le bottiglie di vino, un mozzicone di sigaretta, alcune impronte), poi il cronista giudizioso traccia un sintetico ritratto della vittima. E qui viene il bello: la donna viene descritta come una "personalità bizzarra", un'"attaccabrighe", una donna "problematica, non pericolosa, ma con rapporti non buoni con il vicinato" (insomma, vecchia, rompicoglioni, balorda, e mai che si facesse i fatti suoi: state attenti che quelle così a Spilimbergo fanno una brutta fine). Viveva in un "monolocale dell'Ater" ed era "seguita dai servizi sociali": sinonimo, evidentemente, di quel genere di problemi che attirano le bottigliate in testa.
Certi redattori dovrebbero leggersi (o rileggersi) gli articoli di nera di Dino Buzzati: non solo il loro stile ne guadagnerebbe abbondantemente, ma forse imparerebbero anche che non si maltrattano così le donne vive, figuriamoci quelle morte ammazzate.

Agenzia Walrus/Questi pazzi pazzi serbi

Sempre a proposito dell'immagine dei balcanici:
un sarto serbo ha inventato una cravatta da annodare attorno al pene: insomma, il classico regalo "per l'uomo che ha già tutto". "Spero che i clienti la compreranno per fare una buona impressione al primo appuntamento", dice Neven Vrgoc, che sostiene di avere tra i suoi clienti Arnold Schwarzenegger, Jacques Chirac e Bill Clinton e conta di lanciare la nuova idea-regalo per Natale.
La notizia è, tanto per cambiare, su Ananova.

domenica, novembre 21, 2004

Pinokkio e il canotto del comandante B.

All'amica che mi telefona e mi chiede se per caso sono finita da qualche parte nello spazio verso il settore delta (sarcasmo), io potrei rispondere che ho passato parte del pomeriggio a leggere e a strapazzare Pinocchio, per evitare che il comandante Babsi metta in atto la sua minaccia-tipo, che consiste nel "gonfiare il canotto" (ovvero – come me la immagino io, evocando sudati fotogrammi coppoliani – scendere giù per il Naviglio, seguire il Po fino alla foce, e poi su per un tratto di mare e infine risalire canali e poi l'Isonzo fino alla fosca città di G.). Il seguito è meno chiaro, ma io sospetto che voglia incendiarmi un cassonetto a scopi dimostrativi, aizzarmi contro i condomini, organizzare una protesta pacifica finalizzata alla mia espulsione dalla Nizza austriaca, e infine espropriarmi proletariamente il gatto. Non lo so con sicurezza, mai prendere sottogamba le donne geniali.
Io ho due alternative.
Posso sperare che - essendo il canotto sprovvisto di sistemi di illuminazione - prenda per sbaglio il Timavo, che è carsico.
Oppure posso malmenare Pinocchio, trasformarlo nel moscovita compagno P., spedirlo a Strelnik che ha avuto un'altra geniale idea, e contare sul fatto che il comandante e chiunque lo desideri possano definitivamente accertare i miei limiti "letterari", e amen.
Con la mia amica al telefono ho tagliato corto e ho detto che avevo da fare tre lavatrici.

venerdì, novembre 19, 2004

Agenzia Walrus/Questi pazzi pazzi rumeni

Che vi dicevo?
Il sindaco di Baia Mare in Romania aveva messo a disposizione della cittadinanza un numero verde per segnalare disservizi e dice di essere stato invece sommerso dalle chiamate di casalinghe annoiate, pronte a dichiarargli e a dimostrargli il loro amore ("mi sono state fatte dichiarazioni, e addirittura proposte erotiche").
"Capisco che le signore hanno i loro desideri, ma questi problemi vanno risolti da un'altra parte, non in Municipio", dice il sindaco molestato.
Titolo: "Stop pestering me for sex", Ananova.

Problemi d'immagine

Si prende un reality show americano, chiamato "The Apprentice", in cui i partecipanti si sfidavano per conquistare un posto di dirigente per Donald Trump.
Si sviluppa il format, e lo si chiama "The Ambassador": 14 concorrenti dovranno mettere alla prova per 12 settimane le proprie abilità diplomatiche in qualità di "portavoce", e ogni episodio si svolgerà in un paese diverso. Il migliore vincerà un anno di lavoro da trascorrere negli Stati Uniti, come "ambasciatore" del proprio paese, spese incluse. La giuria sarà costituita, tra gli altri, da un ex capo della sicurezza e da un ex portavoce dell'esercito; qua e là ho letto anche di due ex primi ministri.
Vi do degli indizi.
Il paese nel quale si svolgerà il reality ha qualche problema di immagine.
Negli ultimi quattro anni si è attirato le critiche internazionali.
I suoi abitanti ritengono che i loro rappresentanti politici non abbiano sufficiente carisma per combattere la cattiva stampa.
Non è l'Italia (ma ultimamente l'Italia gli è molto amica).
Ama definirsi "l'unica democrazia del Medio Oriente".
Giusto, proprio Israele. So che l'espressione "qualche problema di immagine" era fuorviante, ma è così che loro chiamano gli ultimi quattro anni e la seconda Intifada.

mercoledì, novembre 17, 2004

Agenzia Walrus/Questi pazzi pazzi bulgari

Fateci caso: tra le notizie bizzare raccolte ogni giorno dalle agenzie di stampa sul web sono davvero troppe le stranezze attribuite ai rumeni e ai bulgari (seguiti in genere dai serbi, mentre i croati figurano immancabilmente tra i "furbi" e gli "ingegnosi" - in effetti posso confermare che hanno appena inventato una pastiglia per fregare l'etilometro). Semplicemente non posso credere alle storie che li dipingono invariabilmente come tonti, campagnoli e gaffeurs: o i paesi balcanici hanno affidato in blocco la promozione della propria immagine a una compagnia pubblicitaria di delinquenti, o hanno il resto del mondo che gli rema contro.
Ho intenzione di segnarmele, queste notizie (Ananova, dico soprattutto a te).
A partire da oggi:

Uomo esige rimborso per maiale gay. Galen Dobrev, 43 anni, di Shumen in Bulgaria, ha spiegato costernato alla corte: "Gli interessavano solo i maiali maschi!".
Ananova

La lega dei dritti

E allora? Forse avevo frainteso... mi era sfuggito qualcosa... Ahimè che mai non ho capito del tutto gli inglesi, ho tirato a indovinare, capivo circa metà quando mi andava bene... Cosa altro mi avranno detto in tutti questi anni?
E intanto la parte più furba della società europea, la lega dei dritti, mafiosamente in marcia... Si capivano a gesti...

Luigi Meneghello, Il dispatrio

martedì, novembre 16, 2004

Sarò noiosa/Marwan Barghouti parte seconda

Si tratta, dicevo, di estrarre un po' di cose che avevo archiviato negli ultimi tempi, di tradurle e di aggiornarle con fatti più recenti. È per lo più un lavoro di compilazione; come al solito, cito le fonti più rappresentative e sintetiche, questa volta incorporandole nel testo per comodità.

Marwan Barghouti fa parte della cosiddetta nuova guardia, costituita da coloro che sono cresciuti in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza e hanno avuto una formazione ben diversa dai capi di Oslo: sono persone più povere ma anche più colte e istruite, e conoscono Israele meglio dei loro predecessori, soprattutto i “tunisini” che hanno trascorso lunghi anni in esilio; alcuni, come Barghouti, parlano l’ebraico.
C’è poi la questione del potere e dell'autorevolezza: nel giugno del 2003 Barghouti è in grado di organizzare dalla sua cella un periodo di sospensione delle ostilità: Hamas, le Brigate dei Martiri di Al-Aqsa e la Jihad Islamica concordarono di cessare gli attacchi contro Israele per tre mesi (una tregua che però non regge). In quell’occasione l’analista politico israeliano Yossi Alpher dichiara: “Questo rafforza la sua posizione come potenziale successore, facendo pensare che in un prossimo scambio di prigionieri possa essere liberato”. E ciò suggerisce che Israele, nonostante la retorica ufficiale e la successiva durissima condanna, possa avere in realtà visto in Barghouti il futuro capo dell’Autorità Palestinese. Questo potrebbe essere uno dei motivi per cui, contrariamente a ciò che lui stesso prevedeva (ai soldati che lo catturarono a Ramallah disse: “siete venuti per arrestarmi o per uccidermi?”), non è stato assassinato. Uno dei motivi, non l'unico: quando viene arrestato e sottoposto a interrogatorio risulta subito chiaro che attraverso di lui si vuole dimostrare che Arafat è direttamente implicato negli atti terroristici. Si ritiene dunque che possa approfittare dell’occasione per denunciare Arafat e aprirsi la strada verso la leadership, ma non è così. Già in un'intervista del 2001 è esplicito: “Gli israeliani sono pazzi. Prima di tutto, pensate davvero che Arafat abbia dato l'ordine di cominciare questa Intifada? Questa Intifada non è cominciata per un ordine, e non cesserà mai per un ordine. Cesserà quando avrà raggiunto il suo obiettivo, che è quello di porre fine all'occupazione israeliana. E, in secondo luogo, queste attività militari [contro l'occupazione] non sono organizzate da Arafat”. Barghouti ha sempre mostrato rispetto per Arafat, anche se molto meno per gli altri capi di Fatah, quei moderati che ora probabilmente impediranno una sua candidatura alla presidenza.
A questo proposito, è degli ultimi giorni la notizia, confermata dalla moglie, secondo cui Barghouti sarebbe intenzionato a candidarsi alle prossime elezioni del 9 gennaio 2005. Il problema è fino a un certo punto la prigionia, soprattutto considerata la natura politica del processo. La storia ci ricorda negoziati condotti con successo da leader in prigionia, come Mandela e Jomo Keniatta. Inoltre, Barghouti è ormai considerato il leader delle migliaia di prigionieri palestinesi, che gli hanno già assicurato il loro appoggio.
Proprio il paragone con Mandela ricorre sempre più spesso negli ultimi tempi.
In “Can Barghouti be the Palestinian Mandela?”, pubblicato oggi su Arab News, Roger Harrison tratta questo aspetto, notando come il tempo trascorso in carcere da Mandela non abbia danneggiato la sua immagine e la sua credibilità: “la sua condanna era il risultato di ciò che lo stato in cui viveva percepiva come terrorismo”. Del resto, aggiunge Harrison, gli Stati Uniti non sono nuovi al riconoscimento di “ex terroristi” nel ruolo di leader politici. Harrison cita gli altri punti a favore di Barghouti, tutti già noti: è nato nei territori, viene dal basso, non si è mai compromesso con figure politiche straniere, parla bene l’ebraico ed è stato in contatto con i diversi strati della società israeliana. Come nel caso di Mandela, i suoi obiettivi sono stati essenzialmente militari e la sua organizzazione ha radici locali. È favorevole alla negoziazione e, facendo parte della generazione che ha raggiunto la maturità politica nel dopo-Oslo, non ha mai parlato di eliminazione di Israele come i suoi predecessori, ma di riconoscimento di due entità uguali e indipendenti.
Zeev Schiff di Ha-aretz ha scritto recentemente che Barghouti crede nella possibilità di una pace con Israele.
Il consenso popolare non dovrebbe mancargli ed è confermato dall'alto numero di voti con cui nel 1996 è stato eletto al Consiglio legislativo palestinese. In un articolo intitolato “Le Cas Barghouti” pubblicato su Le Monde un paio d'anni fa, Gilles Paris riassumeva la posizione di Barghouti e riportava le parole del direttore del Centro palestinese per i diritti umani di Gaza, Raji Sourani: “Marwan ha una forte vena popolare. È sempre a contatto con la gente, sempre in giro nella polvere e nel fango dei campi profughi, con i suoi jeans e con le sue scarpe pesanti. Fatah ha un debito di gratitudine nei suoi confronti. Senza di lui Hamas rischiava di prendersi tutto!”
Anche Dominique Moisi, vicedirettore dell'Istituto francese di relazioni internazionali, è convinto che Barghouti sia l’unico ad avere “carisma e legittimità rivoluzionaria”: “Ci si deve chiedere seriamente se esistano alternative a Barghouti, se si vuole creare un Olp forte che possa resistere a Hamas o a movimenti ancora più estremisti. Un Olp debole non è una buona cosa né per gli israeliani né per la comunità internazionale”.
Così giudica il suo attuale orientamento politico l’analista palestinese Hani Al-Masri (citato qui): "Marwan è ora più vicino al Marwan di prima dell’Intifada. Prima dell’Intifada era un moderato e appoggiava i negoziati con Israele, compresi i governi guidati dal Likud e dallo Shas. Ha preso le distanze dall’alleanza con Hamas e con la Jihad Islamica, anche se è più vicino agli Islamisti di quanto lo sia ogni altro leader di Fatah".
Barghouti potrebbe quindi essere un valido interlocutore per Israele e un leader autentico e popolare per i palestinesi. Il fatto che Israele finora un interlocutore non l’abbia voluto, perché il modo migliore per evitare di negoziare e procedere per decisioni unilaterali è negare che vi sia un negoziatore dall’altra parte, purtroppo è un altro discorso. Così come lo sarà l'eventuale scelta dei vertici di Fatah di non candidarlo.

[la prima parte è qui]