Ed è così che al modico prezzo di euro 1,20 (quotidiano+supplemento) ricevo questa informazione: "Attorno a Lavinia Borromeo, la sposa di John Elkann, avanza una moltitudine di giovani ragazze decise e grintose, che vanno all'attacco della vita con i lunghi capelli sciolti". Segue una spedita descrizione dell'abbigliamento di circostanza delle ragazze confrontato con quello delle nonne, che ai loro tempi si sposavano tutte in visone e castorino, cioè "quelle stesse pellicce che adesso vengono considerate importabili da ogni signora elegante e che si vendono a prezzi bassi perché le possano acquistare le casalinghe".
E io mi rendo conto in un improvviso attimo di lucidità che:
– le signorine con i lunghi capelli sciolti di cui si parla con tale fervore non stanno tecnicamente andando all'attacco della vita (articolo già acquisito) ma al massimo si preparano a un cocktail; e con la grinta siamo a posto, direi.
– con tutto il male detto e pensato da sempre su Miss Italia, adesso quelle ragazzine dal lessico devastato e dall'immaginario impoverito mi inteneriscono; loro, e le loro madri così classe media da potersi finalmente permettere il castorino.
Tra queste due minime rivelazioni, poca cosa, trovo anche il tempo di pensare che come sempre la signora Sotis, al solito, impartisce lezioni di bel vivere con tono scettico e semiserio mentre di fatto incensa stili di vita accessibili ai meno, fabbricando e descrivendo un'"alta società" che di fatto già sconfina nel demi-monde.
Tutto questo cortigiano scomodarsi (che sembra dominare tutta la rivista, e non solo l'articolo sulla moltitudine di giovani donne grintose con i capelli sciolti) è offensivo e banale.
Di più: è "importabile".