venerdì, agosto 22, 2008
Will the real mirumir please stand up?
Silent Hill mode on.
Sta di qua.
[Per visagistica+dietrologia, russismi, frivolezze, fun facts e momentanei attacchi di follia continuate a citofonare qui]
Filed in: metablog
mercoledì, agosto 20, 2008
Ask toni_i: con quante K si scrive, Guofeng?
"vi segnalo in tempo reale
+6 ore di fuso
la morte del compagno Hua Guofeng
che dopo 30 anni i giornalisti continuano a chiamare con la K
uomo di transizione, troppo debole per fare paura, dietro cui si nascondeva Deng, pronto per la lotta finale contro la moglie di Mao.
fu durante il suo interregno che il PCC inventò dal nulla la teoria della Banda dei Quattro, cui i giornalisti occidentali continuano a credere"
toni_i
[Vi segnalo in tempo reale che - complice la mia prigionia caucasica - ho finalmente realizzato la vecchia idea di creare la sezione "Ask toni_i".
No, lui naturalmente non lo sa. Certo, cosa mi costava mandargli una mail, magari una di quelle mail con lo spazio per le X e con i trabocchetti che sono solita mandare al Manuel. D'accordo, ma avrebbe nicchiato o messo X a caso. E così. Adesso lo sa :-)]
Filed in: asktoni_i
+6 ore di fuso
la morte del compagno Hua Guofeng
che dopo 30 anni i giornalisti continuano a chiamare con la K
uomo di transizione, troppo debole per fare paura, dietro cui si nascondeva Deng, pronto per la lotta finale contro la moglie di Mao.
fu durante il suo interregno che il PCC inventò dal nulla la teoria della Banda dei Quattro, cui i giornalisti occidentali continuano a credere"
toni_i
[Vi segnalo in tempo reale che - complice la mia prigionia caucasica - ho finalmente realizzato la vecchia idea di creare la sezione "Ask toni_i".
No, lui naturalmente non lo sa. Certo, cosa mi costava mandargli una mail, magari una di quelle mail con lo spazio per le X e con i trabocchetti che sono solita mandare al Manuel. D'accordo, ma avrebbe nicchiato o messo X a caso. E così. Adesso lo sa :-)]
Filed in: asktoni_i
lunedì, agosto 18, 2008
VVP, Medvedev e i soldi
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin e il Presidente della Federazione Russa Dmitrij Anatol'evič Medvedev sedevano nella dacia governativa e leggevano la stampa occidentale.
- Quanto strillano, - scosse il capo Vladimir Vladimirovič™, - Come con Litvinenko...
- 'desso smettono, - disse sorridendo Dmitrij Anatol'evič.
- Perché? - domandò Vladimir Vladimirovič™, diffidente.
- Ho parlato con Musharraf, - disse il Presidente, - Perché si dimettesse.
Vladimir Vladimirovič™ fissò sconvolto Dmitrij Anatol'evič.
- Così adesso Condoleezza c'ha da fare, - disse Dmitrij Anatol'evič tutto contento, - Cosa? L'avevi detto. Dima, avevi detto, adesso sei tu il presidente. Dima, adesso occupati della politica estera. E io me ne sono occupato.
- Q... qu... Quanto? - balbettò Vladimir Vladimirovič™ con voce soffocata.
- Perché dobbiamo subito intristirci? - domandò Dmitrij Anatol'evič, - Pensa: i soldi sono solo carta.
E Vladimir Vladimirovič™ impallidì.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
- Quanto strillano, - scosse il capo Vladimir Vladimirovič™, - Come con Litvinenko...
- 'desso smettono, - disse sorridendo Dmitrij Anatol'evič.
- Perché? - domandò Vladimir Vladimirovič™, diffidente.
- Ho parlato con Musharraf, - disse il Presidente, - Perché si dimettesse.
Vladimir Vladimirovič™ fissò sconvolto Dmitrij Anatol'evič.
- Così adesso Condoleezza c'ha da fare, - disse Dmitrij Anatol'evič tutto contento, - Cosa? L'avevi detto. Dima, avevi detto, adesso sei tu il presidente. Dima, adesso occupati della politica estera. E io me ne sono occupato.
- Q... qu... Quanto? - balbettò Vladimir Vladimirovič™ con voce soffocata.
- Perché dobbiamo subito intristirci? - domandò Dmitrij Anatol'evič, - Pensa: i soldi sono solo carta.
E Vladimir Vladimirovič™ impallidì.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
VVP, Ivanov e Mišiko
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio da primo ministro e guardava alla televisione il presidente della Georgia Michail Nikolaevič Saakašvili che si mangiava la cravatta.
A un tratto le imponenti porte dello studio di spalancarono e il primo vice primo ministro Sergej Borisovič Ivanov entrò con un gran sorriso.
- Cia', bratello, - disse Sergej Borisovič, - Mi chiamavi?
- Lavori male, - disse Vladimir Vladimirovič ™ senza voltarsi, - I militari si lamentano. Quel tuo GLONASS non funziona. Armi moderne niente. E dove sono le famose nanotecnologie, eh?
E Vladimir Vladimirovič™ si voltò di scatto, puntando lo sguardo accigliato su Sergej Borisovič.
- Ma come, dove? - rispose Sergej Borisovič senza perdere il sorriso, - Eccole.
E il vice primo ministro indicò con gli occhi il televisore.
Vladimir Vladimirovič™ guardò senza capire.
- Nel senso… - Vladimir Vladimirovič™ era confuso, - Non ho capito. Cosa, la cravatta? Ci avete messo il polonio?
- Ma quale cravatta! - Sergej Borisovič scoppiò a ridere, - E quale polonio! Lui!
- Chi? - Vladimir Vladimirovič™ continuava a non capire, - Chi, lui? Mišiko?!
- Ma sì, - annuì Sergej Borisovič, - Ci serviva un nano-Hitler. È la nostra ultima invenzione. Ma guardalo, guardalo lì. Dagli qualche giorno e si spara. In compagnia di qualche ragazzetta.
Vladimir Vladimirovič™ fissava lo schermo con gli occhi spalancati.
Michail Nikolaevič continuava a masticare la cravatta.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
A un tratto le imponenti porte dello studio di spalancarono e il primo vice primo ministro Sergej Borisovič Ivanov entrò con un gran sorriso.
- Cia', bratello, - disse Sergej Borisovič, - Mi chiamavi?
- Lavori male, - disse Vladimir Vladimirovič ™ senza voltarsi, - I militari si lamentano. Quel tuo GLONASS non funziona. Armi moderne niente. E dove sono le famose nanotecnologie, eh?
E Vladimir Vladimirovič™ si voltò di scatto, puntando lo sguardo accigliato su Sergej Borisovič.
- Ma come, dove? - rispose Sergej Borisovič senza perdere il sorriso, - Eccole.
E il vice primo ministro indicò con gli occhi il televisore.
Vladimir Vladimirovič™ guardò senza capire.
- Nel senso… - Vladimir Vladimirovič™ era confuso, - Non ho capito. Cosa, la cravatta? Ci avete messo il polonio?
- Ma quale cravatta! - Sergej Borisovič scoppiò a ridere, - E quale polonio! Lui!
- Chi? - Vladimir Vladimirovič™ continuava a non capire, - Chi, lui? Mišiko?!
- Ma sì, - annuì Sergej Borisovič, - Ci serviva un nano-Hitler. È la nostra ultima invenzione. Ma guardalo, guardalo lì. Dagli qualche giorno e si spara. In compagnia di qualche ragazzetta.
Vladimir Vladimirovič™ fissava lo schermo con gli occhi spalancati.
Michail Nikolaevič continuava a masticare la cravatta.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
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i dont see rusia no where
giovedì, agosto 14, 2008
Blood Simple
- Oh, la Manu.
- Ciao. Che fa papà?
- Che fa, tutto fa: nuoto, canoa, si è riguardato la Pellegrini per l'undicesima volta. Eccola lì sul divano, la salma.
- Ciao.
- Guarda, guarda cosa si è fatto alla gamba.
- Lina, un piccolo diversivo.
- Papà, ma sei caduto?
- Ma no, questo scemo va in cantina a fare non so cosa.
- Lavoretti miei.
- Lavoretti suoi e non torna più.
- Si è fatto male.
- Ma no, mi è sfuggita di mano una tavola di legno e l'ho fermata con la gamba.
- Certo, l'ha fermata per non rovinare il pavimento della cantina.
- Un po' di sangue.
- Fiumi di sangue. Torna su fischiettando e mi dice: "Posso avere un po' di acetone?" Che io ho pensato, eccolo che si è sporcato di vernice la maglietta.
- Volevo dire disinfettante. Al limite acqua ossigenata.
- Ma è scemo, è?
- Graffietto. Zi-iic. Qui.
- Ma quale graffietto, c'era sangue dappertutto.
- Manu, io lo faccio per lei.
- Nel senso?
- Nel senso che sviene per niente, si impressiona. Devo abituarla, un po' alla volta, al sangue.
- Manu.
- Così non sviene più.
- Manu, ti volevamo chiedere: chi ha attaccato per prima? La Georgia o la Russia?
- La Georgia.
- Ah.
- Toh.
- Chi ha vinto?
- Lui.
Filed in: therealthing lafamigliamir
- Ciao. Che fa papà?
- Che fa, tutto fa: nuoto, canoa, si è riguardato la Pellegrini per l'undicesima volta. Eccola lì sul divano, la salma.
- Ciao.
- Guarda, guarda cosa si è fatto alla gamba.
- Lina, un piccolo diversivo.
- Papà, ma sei caduto?
- Ma no, questo scemo va in cantina a fare non so cosa.
- Lavoretti miei.
- Lavoretti suoi e non torna più.
- Si è fatto male.
- Ma no, mi è sfuggita di mano una tavola di legno e l'ho fermata con la gamba.
- Certo, l'ha fermata per non rovinare il pavimento della cantina.
- Un po' di sangue.
- Fiumi di sangue. Torna su fischiettando e mi dice: "Posso avere un po' di acetone?" Che io ho pensato, eccolo che si è sporcato di vernice la maglietta.
- Volevo dire disinfettante. Al limite acqua ossigenata.
- Ma è scemo, è?
- Graffietto. Zi-iic. Qui.
- Ma quale graffietto, c'era sangue dappertutto.
- Manu, io lo faccio per lei.
- Nel senso?
- Nel senso che sviene per niente, si impressiona. Devo abituarla, un po' alla volta, al sangue.
- Manu.
- Così non sviene più.
- Manu, ti volevamo chiedere: chi ha attaccato per prima? La Georgia o la Russia?
- La Georgia.
- Ah.
- Toh.
- Chi ha vinto?
- Lui.
Filed in: therealthing lafamigliamir
domenica, agosto 10, 2008
L'ordine del giorno
L'ordine del giorno di Saakashvili:
3.00 attacco
6.00 blitzkrieg
7.00 colazione
12.00 vittoria
17.00 richiesta di aiuto.
Link: Ellustrator
Si ride anche, magari, ma a denti stretti.
Confermo che l'Andrea e la Miru stanno nella dacia estiva: lì troverete traduzioni, link, notizie, riassunti e (perfino!) qualche annotazione personale. Tanta roba, tradotta in fretta, con refusi simpatici e per una volta mandando a quel paese i diacritici (con i nomi georgiani adottiamo la traslitterazione dell'universo imperfetto mondo, cioè come viene viene e come Google comanda).
Capace che è pure roba interessante e fatta bene, visto che come recita giudiziosamente il disclaimer non siamo una testata giornalistica ai sensi di.
Per prima cosa date un'occhiata a questo round-up e agli apparenti problemi della Reuters con le comparse (in fondo al post): tanto la premessa grande come un palazzone di era sovietica l'ho già scritta di là.
Su questa terra
Hanno diritto su questa terra alla vita: il dubbio d’aprile, il profumo del pane
all’alba, le idee di una donna sugli uomini, le opere di Eschilo, il dischiudersi
dell’amore, un’erba su una pietra, madri in piedi sul filo del flauto, la paura di ricordare negli invasori.
Hanno diritto su questa terra alla vita: la fine di settembre, una signora quasi
quarantenne in tutto il suo fulgore, l’ora di sole in prigione, nuvole che imitano
uno stormo di creature, le acclamazioni di un popolo a coloro che sorridono alla morte, la paura dei canti negli oppressori.
Su questa terra ha diritto alla vita, su questa terra, signora alla terra, la
madre dei principi, la madre delle fini. Si chiamava Palestina si chiama
Palestina. Mia signora ho diritto, che sei mia signora, ho diritto alla vita.
Mahmoud Darwish (1941-2008)
Su Tlaxcala, qui.
Filed in: Palestina memoria
all’alba, le idee di una donna sugli uomini, le opere di Eschilo, il dischiudersi
dell’amore, un’erba su una pietra, madri in piedi sul filo del flauto, la paura di ricordare negli invasori.
Hanno diritto su questa terra alla vita: la fine di settembre, una signora quasi
quarantenne in tutto il suo fulgore, l’ora di sole in prigione, nuvole che imitano
uno stormo di creature, le acclamazioni di un popolo a coloro che sorridono alla morte, la paura dei canti negli oppressori.
Su questa terra ha diritto alla vita, su questa terra, signora alla terra, la
madre dei principi, la madre delle fini. Si chiamava Palestina si chiama
Palestina. Mia signora ho diritto, che sei mia signora, ho diritto alla vita.
Mahmoud Darwish (1941-2008)
Su Tlaxcala, qui.
Filed in: Palestina memoria
venerdì, agosto 08, 2008
Ma quant'è l'Ici per la Luna in settima casa?
Allora, porto I. a Monfalcone. Partiamo con buon anticipo perché si prepara un temporale.
Faccio appena in tempo a dire "oh, guarda, verso il mare è già sereno" che veniamo investite da una di quelle tormente perfettamente inutili da film di Petersen.
E così cerco di convincere I. a stare chiuse in macchina per un po', ché abbiamo tempo, e per distrarla le racconto pure un po' di significativi fatti miei. Come ultima risorsa potrei proporle di contarci i chakra.
Ma niente da fare, ricci naturali allunga già la mano verso il trolley e l'ombrello, affidandomi zaino e borsetta.
Questo significa che.
Mi tocca cercare parcheggio.
Piove.
Piove tanto e l'ombrello numero due sta nel portabagagli.
Scendo.
Piove, grandina e tira vento. Io ho un ombrello inutile, una borsa, una borsetta e uno zaino che deve contenere la sabbia di mezza costa adriatica, una dozzina di cristalli e il litraggio quotidiano di fiori di Bach.
Quando faccio il mio umido ingresso nell'atrio della stazione mancano comunque dieci minuti all'arrivo del treno.
I. mi osserva con curiosità e partecipazione.
- Ma sei fradicia, gioia.
- Lo so, - dico, allargando bruscamente le braccia e schizzando i deliziati presenti.
- Ma molto erotica. Molto.
- Grazie.
- Almeno, no?
- È già qualcosa, - confermo tendendole lo zainetto e tutta la sua prepotente forza di gravità.
Poi succedono due cose belle e importanti: arriva il treno e smette di piovere. Mi sbraccio per un po' davanti al finestrino sbagliato, poi torno a Gorizia e vado a prelevare il signor G. dai miei. L'avevo delocalizzato lì per eccesso di finestre spalancate in casa: è un Sacro di Birmania, crede nella reincarnazione e tende a planare spensierato dal secondo piano, anche se I. direbbe che è un semplice problema di radicamento. Tanto che un paio di volte ho pensato con orrore che fosse davvero volato di sotto, mentre lui si era semplicemente appartato con un Soriano (Osvaldo) tra gli scaffali della libreria.
Dunque prendo il G., torno a casa, bevo mezzo litro di latte gelido e accendo il pc.
Sentite qua. Credo che ora spenderò tutto il mio erotismo residuo sull'Ossezia Meridionale (come dice Andrea: "Che hanno certi giornalisti contro la geopolitica?"). Gli interessati, il Comitato Vittime della Miru, i fan acritici e i feticisti dei birkenstock bagnati numero 35 mi troveranno forse più spesso su 2.0.
Se I. fosse ancora qui mi direbbe che la ricerca della solitudine è normale, perché dopo tutto ho la Luna in settima casa, e infine mi proporrebbe di fare un po' di reiki al Caucaso. Questo lo penso con un'irresponsabile traccia di tenerezza. Poi mi accorgo di essermi seduta su un pezzo di ossidiana fiocco di neve, e impreco fino a sparigliarmi tutti i meridiani.
Filed in: therealthing
Faccio appena in tempo a dire "oh, guarda, verso il mare è già sereno" che veniamo investite da una di quelle tormente perfettamente inutili da film di Petersen.
E così cerco di convincere I. a stare chiuse in macchina per un po', ché abbiamo tempo, e per distrarla le racconto pure un po' di significativi fatti miei. Come ultima risorsa potrei proporle di contarci i chakra.
Ma niente da fare, ricci naturali allunga già la mano verso il trolley e l'ombrello, affidandomi zaino e borsetta.
Questo significa che.
Mi tocca cercare parcheggio.
Piove.
Piove tanto e l'ombrello numero due sta nel portabagagli.
Scendo.
Piove, grandina e tira vento. Io ho un ombrello inutile, una borsa, una borsetta e uno zaino che deve contenere la sabbia di mezza costa adriatica, una dozzina di cristalli e il litraggio quotidiano di fiori di Bach.
Quando faccio il mio umido ingresso nell'atrio della stazione mancano comunque dieci minuti all'arrivo del treno.
I. mi osserva con curiosità e partecipazione.
- Ma sei fradicia, gioia.
- Lo so, - dico, allargando bruscamente le braccia e schizzando i deliziati presenti.
- Ma molto erotica. Molto.
- Grazie.
- Almeno, no?
- È già qualcosa, - confermo tendendole lo zainetto e tutta la sua prepotente forza di gravità.
Poi succedono due cose belle e importanti: arriva il treno e smette di piovere. Mi sbraccio per un po' davanti al finestrino sbagliato, poi torno a Gorizia e vado a prelevare il signor G. dai miei. L'avevo delocalizzato lì per eccesso di finestre spalancate in casa: è un Sacro di Birmania, crede nella reincarnazione e tende a planare spensierato dal secondo piano, anche se I. direbbe che è un semplice problema di radicamento. Tanto che un paio di volte ho pensato con orrore che fosse davvero volato di sotto, mentre lui si era semplicemente appartato con un Soriano (Osvaldo) tra gli scaffali della libreria.
Dunque prendo il G., torno a casa, bevo mezzo litro di latte gelido e accendo il pc.
Sentite qua. Credo che ora spenderò tutto il mio erotismo residuo sull'Ossezia Meridionale (come dice Andrea: "Che hanno certi giornalisti contro la geopolitica?"). Gli interessati, il Comitato Vittime della Miru, i fan acritici e i feticisti dei birkenstock bagnati numero 35 mi troveranno forse più spesso su 2.0.
Se I. fosse ancora qui mi direbbe che la ricerca della solitudine è normale, perché dopo tutto ho la Luna in settima casa, e infine mi proporrebbe di fare un po' di reiki al Caucaso. Questo lo penso con un'irresponsabile traccia di tenerezza. Poi mi accorgo di essermi seduta su un pezzo di ossidiana fiocco di neve, e impreco fino a sparigliarmi tutti i meridiani.
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giovedì, agosto 07, 2008
Non è tutto prana quel che luccica
- Qua Gorizia, là Nova Gorica. Le due Coree del Nord-Est, le chiama un'amica mia. In mezzo, il bosco.
- Ah, ma vedi, lì, tra gli alberi?
- Sole, si chiama.
- No, quella nebbiolina densa, quasi lattiginosa. Incredibile.
- Aspetta un momento. Sai che no?
- Spostati. Lì.
- Ah, sì. Zanzare.
- No. P R A N A.
- 'azz.
- Che.
- Sono stata or ora punta da un pulviscolo di prana.
Filed in: therealthing
- Ah, ma vedi, lì, tra gli alberi?
- Sole, si chiama.
- No, quella nebbiolina densa, quasi lattiginosa. Incredibile.
- Aspetta un momento. Sai che no?
- Spostati. Lì.
- Ah, sì. Zanzare.
- No. P R A N A.
- 'azz.
- Che.
- Sono stata or ora punta da un pulviscolo di prana.
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mercoledì, agosto 06, 2008
Il nostro obiettivo è il carnevale
Dal materiale d'archivio di Miroslava (attualmente "in vacanza-lavoro in Colchoz Amicizia Trattoristica numero 2"):
Dal libro "Per una migliore preparazione del carnevale", sottotitolo "A difesa del raccolto dei campi socialisti e dei beni socialisti". Anno 1934.
Il presidio di etnografi.
La commissione per le manifestazioni carnevalesche.
La prima media della scuola "M. Gor'kij" alla sfilata di carnevale.
"Nessuno meglio di lui sa fare le casette per gli uccelli".
Ma soprattutto:
"L'entusiasmo creativo delle vastissime masse lavoratrici è l'arma più importante nella lotta per il raccolto.
Gli operai stampatori della tipografia 'Kommunist' mostrano il libro dedicato alla preparazione del carnevale".
Che, riuscirei mai a inventarmi una cosetta del genere?
Eh, no. Eh no no no.
Filed in: Russia
Dal libro "Per una migliore preparazione del carnevale", sottotitolo "A difesa del raccolto dei campi socialisti e dei beni socialisti". Anno 1934.
Il presidio di etnografi.
La commissione per le manifestazioni carnevalesche.
La prima media della scuola "M. Gor'kij" alla sfilata di carnevale.
"Nessuno meglio di lui sa fare le casette per gli uccelli".
Ma soprattutto:
"L'entusiasmo creativo delle vastissime masse lavoratrici è l'arma più importante nella lotta per il raccolto.
Gli operai stampatori della tipografia 'Kommunist' mostrano il libro dedicato alla preparazione del carnevale".
Che, riuscirei mai a inventarmi una cosetta del genere?
Eh, no. Eh no no no.
Filed in: Russia
lunedì, agosto 04, 2008
Un giorno
"Šuchov si addormentò che si sentiva pienamente soddisfatto. Quel giorno gli erano andate bene molte cose. Non lo avevano messo in cella di rigore, la squadra non era finita a Socgorodok, a cena aveva mangiato la kaša, il caposquadra aveva ottenuto una buona percentuale, gli era piaciuto costruire il muro, non gli avevano trovato il seghetto durante la perquisizione, la sera aveva guadagnato un po' di soldi extra da Cezar e aveva comprato del tabacco. E non si era ammalato, non aveva ceduto.
Era passato un giorno, un giorno per niente cupo, quasi felice.
Uno dei tremilaseicentocinquantatré giorni della sua pena, dalla campanella del mattino a quella della sera.
I tre in più per gli anni bisestili".
Aleksandr Isaevič Solženicyn, Un giorno nella vita di Ivan Denisovič.
[foto]
Filed in: Russia memoria
Era passato un giorno, un giorno per niente cupo, quasi felice.
Uno dei tremilaseicentocinquantatré giorni della sua pena, dalla campanella del mattino a quella della sera.
I tre in più per gli anni bisestili".
Aleksandr Isaevič Solženicyn, Un giorno nella vita di Ivan Denisovič.
[foto]
Filed in: Russia memoria
Eternal Sunshine, Spotless Minds
- Foto del signor G. davanti alle veneziane nuove.
- Ma tu non hai le veneziane.
- Le ho.
- No.
- Perché non passi da un po'.
- Come. Ma sì invece, scusa. Cos'è che abbiamo fatto l'ultima volta?
- Siamo andati al cine.
- Ma quando.
- L'ultima volta, ci siamo litigati per una settimana per metterci d'accordo e poi siamo andati al cine.
- Mi ricordo che mi sono un po' inalberato, ma il cine.
- Un po' inalberato, piangevo! Il cine all'aperto.
- Ma no.
- Allora. Quel giorno mi hai costretta a fare un pezzo di autostrada e ho dovuto sorpassare anche un tot di camion, mentre tu ti divertivi a tenere il conto e bisbigliarmi nell'orecchio "Galleria! Ci passeremo?". Insopportabile. Poi niente, abbiamo mangiato una pizza e infine siamo andati al cine.
- Pizza. Pizza?
- Sì, e il gelato. Guarda che era pochissimo tempo fa.
- Ma no. Siamo andati a vedere Benvenuti?
- Benvenuti? Bentivoglio!
- Eh.
- Quello era a gennaio.
- Allora no. E cosa abbiamo visto?
- I corti.
- I corti. Non ci credo, dimmene uno.
- Quello dei due vecchietti a pesca e della dentiera.
- Ah. Sì.
- Ah. Sì. Come mi chiamo?
- Chi sei?
---
- Poi non abbiamo cenato, era ancora aperta quella panetteria che è anche bar, con i tavolini fuori, hai presente...
- Sì.
- E lì ci siamo prese un paio di dolcetti, poi siamo...
- Sì. Me la ricordo perché quella bionda slavata una volta ci ha fatto aspettare un'ora per un'aranciata.
- Mh?
- E poi la incontravo sempre sull'autobus e la guardavo con odio perché quel giorno ci aveva fatto perdere un sacco di tempo, con quell'aranciata.
- Sì, con odio, figuriamoci. 'scolta.
- 'sta stronza.
- Questa cosa sarà successa più di due anni fa.
- Sì. Circa.
- Il mio anzianotto ha la memoria selettiva.
- Stento un po' con i ricordi recenti, ma a lungo termine tutto bene.
- Mi preoccupa un po' che continui a rimuovermi.
[Dà un'occhiata al cellulare] - Chi è che si mette a farmi gli squillini? Un'ora fa, hm.
- ...
- Oh. Tu.
Filed in: therealthing
- Ma tu non hai le veneziane.
- Le ho.
- No.
- Perché non passi da un po'.
- Come. Ma sì invece, scusa. Cos'è che abbiamo fatto l'ultima volta?
- Siamo andati al cine.
- Ma quando.
- L'ultima volta, ci siamo litigati per una settimana per metterci d'accordo e poi siamo andati al cine.
- Mi ricordo che mi sono un po' inalberato, ma il cine.
- Un po' inalberato, piangevo! Il cine all'aperto.
- Ma no.
- Allora. Quel giorno mi hai costretta a fare un pezzo di autostrada e ho dovuto sorpassare anche un tot di camion, mentre tu ti divertivi a tenere il conto e bisbigliarmi nell'orecchio "Galleria! Ci passeremo?". Insopportabile. Poi niente, abbiamo mangiato una pizza e infine siamo andati al cine.
- Pizza. Pizza?
- Sì, e il gelato. Guarda che era pochissimo tempo fa.
- Ma no. Siamo andati a vedere Benvenuti?
- Benvenuti? Bentivoglio!
- Eh.
- Quello era a gennaio.
- Allora no. E cosa abbiamo visto?
- I corti.
- I corti. Non ci credo, dimmene uno.
- Quello dei due vecchietti a pesca e della dentiera.
- Ah. Sì.
- Ah. Sì. Come mi chiamo?
- Chi sei?
---
- Poi non abbiamo cenato, era ancora aperta quella panetteria che è anche bar, con i tavolini fuori, hai presente...
- Sì.
- E lì ci siamo prese un paio di dolcetti, poi siamo...
- Sì. Me la ricordo perché quella bionda slavata una volta ci ha fatto aspettare un'ora per un'aranciata.
- Mh?
- E poi la incontravo sempre sull'autobus e la guardavo con odio perché quel giorno ci aveva fatto perdere un sacco di tempo, con quell'aranciata.
- Sì, con odio, figuriamoci. 'scolta.
- 'sta stronza.
- Questa cosa sarà successa più di due anni fa.
- Sì. Circa.
- Il mio anzianotto ha la memoria selettiva.
- Stento un po' con i ricordi recenti, ma a lungo termine tutto bene.
- Mi preoccupa un po' che continui a rimuovermi.
[Dà un'occhiata al cellulare] - Chi è che si mette a farmi gli squillini? Un'ora fa, hm.
- ...
- Oh. Tu.
Filed in: therealthing
venerdì, agosto 01, 2008
VVP, Medvedev e il mercato
[Contesto:
1. ieri Medvedev ha detto che il potere russo non deve più terrorizzare (letteralmente dare gli incubi: ha coniato il verbo "košmarit'", da košmar)] gli affari.
2. Aleksej Venediktov, conduttore radiofonico di Echo Moskvy, ha dichiarato in un'intervista: Putin mi ha detto che è solito usare i giornalisti come uno strumento].
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin e il Presidente della Federazione Russa Dmitrij Anatol'evič Medvedev sedevano in un ufficio del Cremlino.
- Mi annoio, - disse Dmitrij Anatol'evič, - Pensavo che la presidenza fosse più divertente.
- È che non sai fare, - sorrise Vladimir Vladimirovič™, - Dài, adesso ti insegno.
- Dài, - disse Dmitrij Anatol'evič.
- Schema classico, - cominciò Vladimir Vladimirovič™, - Poliziotto buono e poliziotto cattivo.
- Cioè? - il Presidente non capiva, - Non sono stato nel KGB, io.
- Semplicissimo, - spiegò Vladimir Vladimirovič™, - Prima rimprovero e poi marcia indietro.
- Non capisco uguale, - rispose sinceramente Dmitrij Anatol'evič.
- Lo dicevo a Venediktov, - sospirò Vladimir Vladimirovič™, - Così non va bene, non va. E lui: allora fai parlare Medvedev, l'ho già detto ai giornali...
- Ma spiega, allora! - esclamò Dmitrij Anatol'evič.
- Ma cosa c'è da spiegare? - sospirò nuovamente Vladimir Vladimirovič™, - Allora, io prendo e faccio una lavata di capo a uno... come con Chodorkovskij. Tipo vedi di guarire o ti mandiamo un dottore, eccetera.
- Be'? - Dmitrij Anatol'evič non capiva, - A cosa ci serve un altro Chodorkovskij?
- Ma non ce ne sarà un altro! - disse Vladimir Vladimirovič™, - Io gli faccio una lavata di capo, poi te ne esci tu e dici: non bisogna, tipo, dare gli incubi agli affari eccetera. Bisogna convivere pacificamente.
- Come come? - si interessò il Presidente, tirando a sé il bloc notes, - Dare gli incubi? Mo' me lo segno...
- Segna, segna, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Quando parlo io, il mercato crolla. Quando parli tu, il mercato risale. Capito?
- Capito, - annuì Dmitrij Anatol'evič, prendendo appunti, - E perché, questo?
- Come, perché? - Vladimir Vladimirovič™ non capivo, - Ci si annoia! Per divertirci un pochetto, no?
Dmitrij Anatol'evič guardò Vladimir Vladimirovič™ con rispetto.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
1. ieri Medvedev ha detto che il potere russo non deve più terrorizzare (letteralmente dare gli incubi: ha coniato il verbo "košmarit'", da košmar)] gli affari.
2. Aleksej Venediktov, conduttore radiofonico di Echo Moskvy, ha dichiarato in un'intervista: Putin mi ha detto che è solito usare i giornalisti come uno strumento].
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin e il Presidente della Federazione Russa Dmitrij Anatol'evič Medvedev sedevano in un ufficio del Cremlino.
- Mi annoio, - disse Dmitrij Anatol'evič, - Pensavo che la presidenza fosse più divertente.
- È che non sai fare, - sorrise Vladimir Vladimirovič™, - Dài, adesso ti insegno.
- Dài, - disse Dmitrij Anatol'evič.
- Schema classico, - cominciò Vladimir Vladimirovič™, - Poliziotto buono e poliziotto cattivo.
- Cioè? - il Presidente non capiva, - Non sono stato nel KGB, io.
- Semplicissimo, - spiegò Vladimir Vladimirovič™, - Prima rimprovero e poi marcia indietro.
- Non capisco uguale, - rispose sinceramente Dmitrij Anatol'evič.
- Lo dicevo a Venediktov, - sospirò Vladimir Vladimirovič™, - Così non va bene, non va. E lui: allora fai parlare Medvedev, l'ho già detto ai giornali...
- Ma spiega, allora! - esclamò Dmitrij Anatol'evič.
- Ma cosa c'è da spiegare? - sospirò nuovamente Vladimir Vladimirovič™, - Allora, io prendo e faccio una lavata di capo a uno... come con Chodorkovskij. Tipo vedi di guarire o ti mandiamo un dottore, eccetera.
- Be'? - Dmitrij Anatol'evič non capiva, - A cosa ci serve un altro Chodorkovskij?
- Ma non ce ne sarà un altro! - disse Vladimir Vladimirovič™, - Io gli faccio una lavata di capo, poi te ne esci tu e dici: non bisogna, tipo, dare gli incubi agli affari eccetera. Bisogna convivere pacificamente.
- Come come? - si interessò il Presidente, tirando a sé il bloc notes, - Dare gli incubi? Mo' me lo segno...
- Segna, segna, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Quando parlo io, il mercato crolla. Quando parli tu, il mercato risale. Capito?
- Capito, - annuì Dmitrij Anatol'evič, prendendo appunti, - E perché, questo?
- Come, perché? - Vladimir Vladimirovič™ non capivo, - Ci si annoia! Per divertirci un pochetto, no?
Dmitrij Anatol'evič guardò Vladimir Vladimirovič™ con rispetto.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
mercoledì, luglio 30, 2008
Androidi
D. Zelenin: Ancora un'ultima cosa. Tornando all'argomento scolastico vorrei raccontare di un istituto, o meglio di un campo estivo, unico nel suo genere. È il "Komp'juterija" ("Informatica"), che è stato fondato nel distretto di Tver' cinque anni fa. Da un lato è un normale campo estivo dove i ragazzi trascorrono le vacanze scolastiche, dall'altro è un luogo di formazione serissimo, dove per 30 giorni il ragazzino si immerge completamente nell'ambiente informatico e poi ne esce che è perfettamente addentro alla grafica computerizzata, al design, alla tecnologia dell'informazione.
D. Medvedev: L'importante è che dopo questa immersione riemerga.
D. Zelenin: Dopo 30 giorni i genitori lo vanno a riprendere. Ma vorrei dire che molti dirigenti e membri del Governo della Federazione Russa ci hanno mandato i loro ragazzi.
D. Medvedev: Non sarebbe male immergerci i dirigenti, per poi riportarli sul posto di lavoro già perfettamente reinstallati.
Fonte: Cremlino, trascrizione di un incontro sulla tecnologia dell'informazione svoltosi in Karelia.
[Mr. Parker rulìt]
Filed in: Russia
D. Medvedev: L'importante è che dopo questa immersione riemerga.
D. Zelenin: Dopo 30 giorni i genitori lo vanno a riprendere. Ma vorrei dire che molti dirigenti e membri del Governo della Federazione Russa ci hanno mandato i loro ragazzi.
D. Medvedev: Non sarebbe male immergerci i dirigenti, per poi riportarli sul posto di lavoro già perfettamente reinstallati.
Fonte: Cremlino, trascrizione di un incontro sulla tecnologia dell'informazione svoltosi in Karelia.
[Mr. Parker rulìt]
Filed in: Russia
Sorelle Forbice R Us
Scissor Sisters, risposta eurasiatica?
Il raduno degli amanti della ruche?
I croupier del Perla di Nova Gorica?
Rappresentanti della sezione giovanile di Russia Unita?
Assistenti di volo Aeroflot?
Coppie di scambisti con un debole per i peluche?
Divise ufficiali della squadra olimpica russa e pupazzetto Čeburaška in versione Shining.
Filed in: Russia
martedì, luglio 29, 2008
Se il Bajkal fosse tocio (e l'Altai de polenta)
toni_i: Ora so dov'è il Subcomandante: "Un gruppo di esploratori russi ha raggiunto, a bordo del sottomarino Mir-2, il fondo del lago più profondo del mondo, a 1680 metri. È il Bajkal, in Siberia. L'impresa è riuscita oggi, martedì 29 luglio. La missione è guidata da Arthur Čilingarov, scienziato e uomo politico russo".
Fjodor: scusa, compagno T, ma hanno fatto ritorno? che dal comunicato non si evince...
toni_i: ... dettagli borghesi...
Sub Miru da profondità lacustri a rapporto.
Qua sul fondo si sta bene, la compagnia è selezionata, il cibo buono benché un po' monotono. Certo, se il Bajkal fosse tocio (larì-larà) sarebbe forse più interessante ma porrebbe qualche ostacolo alla missione.
Ho letto (sul Moskovskij Komsomolec, vabbe') un termine bellissimo per gli esploratori della Mir-2: cosmonauti acquatici, gidrokosmonavty. Con la g di ghiro, perché qua con l'acca ci si arrangia come si può.
Priorità, quando riemergo:
- fotografare via Generale Chinotto.
- appendere (pensavo nella vicina via Generale Papa, per pigrizia) striscione con scritta "Tony Leung ripensaci".
- diffondere voci incontrollabili: mio cugino mi ha detto che Ratko Mladić ha aperto un frizerski salon a Capodistria con il falso nome di Suzana. Tipo.
- leggere la posta, tipo.
Il sondaggio resta aperto (ormai vive di vita propria come i miei fuseaux in fuga per la libertà), dunque potete cancellare i cookies e dare il via a un'ondata di ripensamenti.
Filed in: therealthing Russia
domenica, luglio 20, 2008
La Miru che Vorrei: Il Grande Poll-Party Estivo!
Mie vaghe stelle dell'URSS, mi smaterializzo a scopo di vacanza per una settimana: dunque direi che non è ancora il momento di fondare il Comitato di Sostegno Vittime della Miru & Altre Calamità Naturali.
Di lasciare il solito post con spazio per i commenti "ti amo poi ti odio poi ti amo poi ti odio e poi ti apprezzo" non mi va, dunque mi porto gli haloniomi di servizio in ferie e vi propongo una fìcier nuovissima e gratuita: il sondaggio fantasioso.
Con questo sondaggio praticamente potete scegliere la Miru dei vostri sogni.
Naturalmente la particolarità di questo sondaggio è che essendo una fìcier di haloscan - o meglio un uìgget - probabilmente sonderà a modo suo, si rifiuterà di funzionare, vi installerà un dialer in grado di comporre a ore dispari il mio numero di cellulare a vostre spese (ve ne accorgerete quando vi arriverà una bolletta in kune). Eccetera. Lo sapremo solo votando.
I brogli (cioè votare più volte, votare dal computer del collega ignaro, cancellare i cookies e poi rivotare) sono incoraggiati.
Fate i bravi, se possibile non lavorate tanto e soprattutto - con i tempi che corrono - non mettete le mani in tasca.
Pakà,
Miru
[Comunicazione interna: manca all'appello un paio di fuseaux neri lunghi fino al ginocchio con discreta raggiera di perline rosso rubino sul lato esterno della gamba destra (per voi che state lurkando: roba discreta ed elegante, benché di un'eleganza un po' flamenca che ha i suoi estimatori, vieppiù iberici). Io lo so che ci siete e vi state nascondendo come i vostri gemelli scomparsi un mese fa. Ma cos'avete, voi fuseaux neri? Il complesso dei calzini spaiati in lavatrice? La fuga non paga: uscite subito con l'etichetta ben visibile, lentamente, senza fare scherzi. D'accordo, trattiamo: lascio a casa il top modello "Myspace".
Aggiornamento: allarme rientrato, recuperati anche i gemelli senza il sacrificio di una sola perlina rosso rubino. Avevano tentato la via della clandestinità fingendosi calze microfibra 50 den: i fuseaux sono gente semplice].
Di lasciare il solito post con spazio per i commenti "ti amo poi ti odio poi ti amo poi ti odio e poi ti apprezzo" non mi va, dunque mi porto gli haloniomi di servizio in ferie e vi propongo una fìcier nuovissima e gratuita: il sondaggio fantasioso.
Con questo sondaggio praticamente potete scegliere la Miru dei vostri sogni.
Naturalmente la particolarità di questo sondaggio è che essendo una fìcier di haloscan - o meglio un uìgget - probabilmente sonderà a modo suo, si rifiuterà di funzionare, vi installerà un dialer in grado di comporre a ore dispari il mio numero di cellulare a vostre spese (ve ne accorgerete quando vi arriverà una bolletta in kune). Eccetera. Lo sapremo solo votando.
I brogli (cioè votare più volte, votare dal computer del collega ignaro, cancellare i cookies e poi rivotare) sono incoraggiati.
Fate i bravi, se possibile non lavorate tanto e soprattutto - con i tempi che corrono - non mettete le mani in tasca.
Pakà,
Miru
[Comunicazione interna: manca all'appello un paio di fuseaux neri lunghi fino al ginocchio con discreta raggiera di perline rosso rubino sul lato esterno della gamba destra (per voi che state lurkando: roba discreta ed elegante, benché di un'eleganza un po' flamenca che ha i suoi estimatori, vieppiù iberici). Io lo so che ci siete e vi state nascondendo come i vostri gemelli scomparsi un mese fa. Ma cos'avete, voi fuseaux neri? Il complesso dei calzini spaiati in lavatrice? La fuga non paga: uscite subito con l'etichetta ben visibile, lentamente, senza fare scherzi. D'accordo, trattiamo: lascio a casa il top modello "Myspace".
Aggiornamento: allarme rientrato, recuperati anche i gemelli senza il sacrificio di una sola perlina rosso rubino. Avevano tentato la via della clandestinità fingendosi calze microfibra 50 den: i fuseaux sono gente semplice].
sabato, luglio 19, 2008
L'epopea delle badanti
Il romanzo di Gabriel García Márquez è Cent'anni di solitudine, non Cent'anni di sollecitudine come abbiamo scritto (Actor plans to film long-lost García Márquez screenplay, page 20, July 15).
The Guardian, corrections, 16 luglio 2008.
Filed in: correzioni
The Guardian, corrections, 16 luglio 2008.
Filed in: correzioni
giovedì, luglio 17, 2008
Casa e Chiesa
Qualche giorno fa a Monfalcone assisto a una conversazione con Giulietto Chiesa su media e informazione. Si parla del prezzo del petrolio e delle guerre degli Stati Uniti, del surriscaldamento globale, del fatto che i telegiornali e la stampa a grande diffusione non ne parlano, che l'industria automobilistica continua a produrre auto che tra cinque-sei anni saremo costretti a lasciare in garage. Di quanti kilowatt consumiamo girando la chiavetta dell'accensione e facendo questo e quello.
Manca l'informazione.
E d'accordo, con qualche piccola riserva firmo pure io - come la maggioranza dei presenti, quel genere di pubblico accorto e preoccupato che fa domande intelligenti - per il progetto di Pandora.tv. Intanto penso distrattamente ai miei che in quel momento si stanno guardando qualche soap bavarese e combattono il surriscaldamento globale con il climatizzatore che ronza in modalità "I feel good".
Il giorno dopo.
Origlio familiare, al largo di Duino.
- Lina, godiamoci tutto questo.
- Domani piove?
- No, tra cinque anni non ci potremo permettere neanche il carburante per il motore della barca.
- Perché saremo poveri?
- Perché il prezzo del petrolio sale, mica scende più.
- Sale, sale.
- Poi questi attaccano l'Iran. Israele, Stati Uniti. Comunque attaccano.
- Ma Ahmadinejad ha già detto che in caso di attacco lui affonda tutte le petroliere nello Stretto di Hormuz.
- E fa bene, fa.
- ...
- ...
- Scusate, ma queste cose dove le avete sentite?
- Come. Telegiornali, giornali.
- Mica ce le leggiamo su internèt, noi.
Note a me stessa:
1. rivedere il concetto di informazione dal basso;
2. prepararsi ad attacco contro Iran;
3. più soap bavaresi nella mia vita.
Filed in: therealthing lafamigliamir
Manca l'informazione.
E d'accordo, con qualche piccola riserva firmo pure io - come la maggioranza dei presenti, quel genere di pubblico accorto e preoccupato che fa domande intelligenti - per il progetto di Pandora.tv. Intanto penso distrattamente ai miei che in quel momento si stanno guardando qualche soap bavarese e combattono il surriscaldamento globale con il climatizzatore che ronza in modalità "I feel good".
Il giorno dopo.
Origlio familiare, al largo di Duino.
- Lina, godiamoci tutto questo.
- Domani piove?
- No, tra cinque anni non ci potremo permettere neanche il carburante per il motore della barca.
- Perché saremo poveri?
- Perché il prezzo del petrolio sale, mica scende più.
- Sale, sale.
- Poi questi attaccano l'Iran. Israele, Stati Uniti. Comunque attaccano.
- Ma Ahmadinejad ha già detto che in caso di attacco lui affonda tutte le petroliere nello Stretto di Hormuz.
- E fa bene, fa.
- ...
- ...
- Scusate, ma queste cose dove le avete sentite?
- Come. Telegiornali, giornali.
- Mica ce le leggiamo su internèt, noi.
Note a me stessa:
1. rivedere il concetto di informazione dal basso;
2. prepararsi ad attacco contro Iran;
3. più soap bavaresi nella mia vita.
Filed in: therealthing lafamigliamir
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