lunedì, marzo 10, 2008
Farciture
"Ristorante Pizza Celentano cerca per lavoro fisso:
- barman per farcitura pizza
(aiutante del fornaio)".
[Ce l'ho fatta! Sono uscita dal post pooolparty. A meno che non succeda come nel telefilm Il Prigioniero, quando il tizio scappava per poi finire nuovamente catturato dai giganteschi palloni sonda.
In effetti mi sento già solleticare il collo dai riccioli ribelli di Bogdanov, ma per ora fingo indifferenza].
Filed in: Russia
lunedì, marzo 03, 2008
Post Poolparty, in aggiornamento
[Avvertimento del 5 marzo 2008: sarà colpa dell'eyeliner stregapupe di Bogdanov, della maledetta primavera, della bora scura, della momentanea regressione nel ventre molle degli anni Novanta, ma al momento non voglio uscire da questo post].
[7 marzo 2008: non ne usciamo neanche oggi, mi sa. Continua, in fondo trovate alcuni esempi di compilazione creativa di scheda elettorale].
Sapevatelo
Intanto Andrej Bogdanov starà festeggiando il suo dignitosissimo1,3% 1,29% (il coinvolgimento della nonna deve aver giocato un ruolo importante). Nelle previsioni ci era andato vicino, però: si era solo dimenticato di dividere per due e di spostare la virgola. Una cavolata che faccio spesso anch'io.
Comunque sono 958.868 voti. Sul suo blog medita:
"Quasi un milione di persone: è poco o tanto? Per me, una persona che partecipa per la prima volta alle elezioni più importanti del paese, senza l'appoggio del potere, senza 'lanci' televisivi, è una cifra sbalorditiva".
Due milioni di firme, Bogdanov, ma allora vedi che avevo ragione io?
La descrizione definitiva del nostro, invece, è su Exile.ru: "ha sempre l'aria di uno che ha appena aperto un locale notturno a Staten Island". Di meglio per il momento non saprei dire.
Robe erotiche
Žirik (9,37%) ha commentato: "le congratulazioni le dovete fare a me", e ha detto che al suo partito non si festeggerà un bel niente, "né con l'alcol, né con il tabacco, né con robe erotiche". E che comunque lui la prossima volta si ripresenta. Tra trent'anni, ha aggiunto misteriosamente, si voterà con il cellulare. Un po' di rispetto per colui che in momento di lucidità ha espresso il desiderio di ammazzare Bogdanov.
Ritrattistica
Lo sapete a quanto va via un ritratto di Medvedev (che ormai aveva già cominciato a vendere quanto e più di Putin)? Su vRamke.ru, dice il Moscow Times, un Medvedev alto 1,2 m sono 20.000 rubli (800 dollari). 2000 rubli per il ritratto piccolo, con benevolo sorriso d'ordinanza.
Medv-edvi Mevd-iiii oh, whatever
Antonio ha ragione (e Hillary Clinton sarebbe d'accordo): dobbiamo trovare un soprannome per il Tizio Nuovo. Non mi dispiace Venus in Furs (nelle ipotesi sul successore di Putin lui era Venus, Ivanov Marte, ma mi sa che questo lo sappiamo tipo in tre perché abbiamo letto lo stesso articolo), che mette insieme Venere, pelliccia d'orso, quella traccia inconfondibile di Sacher-Masoch che mi piace indovinare nei rapporti con il predecessore e un po' di Velvet e Nico. Pare però che al Cremlino lo chiamino Vizir', Visir. E anche questo mi piace.
È anche noto con il soprannome "манная каша", mannaja kaša, cioè pappa di semola. Ma facciamo prima a chiamarlo Medwhatever, e non giurerei sulla sua natura di semolino. Nel suo famoso acquario quello ci tiene le murene, secondo me.
Altre proposte: Dima, Meddo.
Alle 2.23, ora di Mosca
... belli capelli stava avvinghiato all'1,2948% come un bradipo al suo ramo. Ho scoperto che aveva lanciato un concorso anche lui, tanto che oggi ha dichiarato i vincitori. La notizia non è questa. La notizia è che mi sono messa a leggere il suo blog.
Strappar spalline
- pensa, žirik ha detto che comincerà la sua giornata lavorativa da presidente strappando le spalline ai generali.
- gran pensata!
- aha.
7.00 si alza
7.30 si lava
8.00 strappa spalline
8.30 fa colazione
- 9.00 si sveglia e si ricorda che il presidente è medvedev.
(bash.org)
No pain no brain
Proprio mentre stavo considerando l'ipotesi di chiudere questo post poolparty ho trovato via webpark.ru alcuni poster elettorali del 1996.
Cliccate per ingrandire.
Cominciamo con un classico: sorriso da ubriacone di Boris, sguardo perso nel nulla, dichiarazione vagamente allarmante: "Ja vos'mu tvoj golos", "Prenderò il tuo voto" (ma, visto che golos è anche voce, io tendo a interpretarlo come "ti toglierò la voce"). Ché l'uomo di Butka non chiede, prende. Poi però non si ricorda dove ha messo quello che aveva preso.
Formula Putin - dostojnaja žizn'. La formula di Putin, una vita dignitosa.
Segue lungo testo in cui si spiega che la vera sfida dei tempi è la qualità della vita, non l'ideologia. Pragmatico lo è sempre stato, il nostro Vova.
Notate che all'epoca lui non aveva ancora il Piano, solo una Formula.
Del resto, non era neanche candidato.
Chi era questo brizzolatone che affermava "Sarò presidente!"?
Ma Bryncalov Vladimir, che domande.
Espulso dal Partito Comunista dell'URSS per tendenze borghesi (si era costruito una casa di tre piani, il sibarita), aveva poi fatto i soldi con gli alveari, i medicinali e soprattutto gli alcolici.
Nel 1996 aveva appena messo su il Partito Socialista.
Nel mese di marzo il gruppo che proponeva la sua candidatura presentò meno di 1.500.000 firme: Bryncalov disse che in realtà ne avevano raccolte quasi tre milioni, ma che non voleva oberare di lavoro la Commissione Elettorale Centrale. Ok. Parecchie risultarono false. Ci fu una causa. Lui la vinse. Cose così. Qualcuno arrivò a chiamarlo il Ross Perot della Russia (ecco un altro di cui non sento parlare dal '96 senza che la mia vita ne abbia risentito).
Poi però ha fatto soprattutto l'oligarca. La sua azienda farmaceutica negli ultimi anni si è messa nei guai con la legge. Medicinali contraffatti. Il Partito Comunista de noantri, forse, ci aveva visto giusto fin dall'inizio.
Javlinskij, partito Jabloko. Slogan: "Sono qui per darvi la libertà".
La sua squadra aveva un asso nella manica: aveva scoperto gli effetti e i filtri di Photoshop.
Arrivò quarto.
Gennadij Zjuganov 1, paura: sguardo torvo, evidente e apprezzabile richiamo alla gloriosa grafica sovietica, monito apocalittico "Compra il cibo per l'ultima volta". Perché? Perché domani è finito? Perché da domani me lo regala il Partito Comunista?
Gennadij Zjuganov 2: allegria. Sempre lui, anche se si stenta a riconoscerlo tanto l'atmosfera è diversa. Gennadij in mezzo ai giovani, sorridente. Se non ci fosse quel San Basilio sullo sfondo sembrerebbe il poster della Festa dell'Unità di Selz.
"La gioventù sceglie Zjuganov".
Venerdì liscio con orchestra dal vivo. Scherzo.
(Ma quanto ci è andato vicino, quella volta lì. Ricordatevi che l'ho scritto qui: è per Zjuganov che voterei, anche se nel '96 con il cibo l'aveva messa giù un po' dura).
Perché star lì a perdere tempo quando posso farmi un autoscatto in casa appena sceso dalla cyclette? Vladimir Žirinovskij, maglietta a mezza manica metallona con scritta "No brain, no pain", "Niente cervello, niente dolore".
Claim: "Io sono proprio come voi".
Emerse che proprio come lui era solo il 5,7% dei votanti.
Era il 1996, brutto anno. El'cin fregò Gennadij al ballottaggio, ben 386 persone votarono per Tuleev che si era ritirato dalla campagna elettorale, e il voto contro tutti prese l'1,5, cioè in pratica fece meglio di Bogdanov.
5 marzo
55 anni dalla morte di Stalin. Compito del giorno, esibire accento georgiano rigorosamente di fantasia.
- Compagno Stalin, cosa facciamo con Sinjavskij?
- Chi, il cronista sportivo?
- No, lo scrittore.
- Si può sapere per quale motivo ne abbiamo DUE, di Sinjavskij?
Il maresciallo Žukov esce da una riunione con Stalin mormorando a bassa voce "Porco schifoso".
Poskrebyšev lo sente e riferisce a Stalin, che fa richiamare Žukov:
- Compagno Žukov, chi aveva in mente quando ha detto "Porco schifoso"?
- Hitler, compagno Stalin.
- E lei chi aveva in mente, compagno Poskrebyšev?
Tre prigionieri in un gulag raccontano come sono finiti lì: "Io arrivavo sempre al lavoro con cinque minuti di ritardo, e mi hanno accusato di sabotaggio", dice il primo. "Io invece arrivavo sempre cinque minuti prima, e mi hanno accusato di spionaggio", dice il secondo.
"Io invece arrivavo tutti i giorni puntuale", dice il terzo, "e mi hanno accusato di possedere un orologio occidentale".
Lenin, Budapest, panico
"Scusate il ritardo, ma ieri abbiamo avuto un problema di panico per l'improvvisa apparizione di un Vladimir Lenin Cloverfield-size nel cuore di Budapest. O, almeno, così dice la stampa estera, basandosi su un lancio Reuters a proposito di una statua di polistirolo espanso del sanguinario bolscevico che è stata vista risalire il Danubio, probabilmente diretta verso il set di un film. Giuro! Andate sul sito da cui abbiamo rubato quest'immagine [ninemsn.com.au], passateci sopra il mouse e leggerete: 'Statua del leader comunista Lenin alta 12 metri semina il panico a Budapest'. Sinceramente non ci ricordiamo attacchi di panico. Ma, se lo dice la Reuters, chi siamo noi per contraddirla. E allora: Aaaaargh! Lenin gigante! Aiuto! Scappate sulle colline!"
da Pestiside.hu
Zigmund Frejd aveva ragione
"Sarò breve. Buona sera!"
"Per Konni" (il cane di Putin).
"Chi è tutta questa gente?"
Esempio di riutilizzo intelligente.
Bogdanov-clown, Žirinovskij-clown, Zjuganov-clown, Medvedev-orso.
"Non bisogna credere che siamo idioti"
"Cthulhu"
"Per tutti i candidati si rende necessaria una perizia psichiatrica!". Voto "Contro tutti! Per la libera scelta!". Aggiunta: "Sigmund Freud ('Zigmund Frejd') aveva ragione!"
"Io non ho votato"
"Chuck Norris".
[Forse continua]
Filed in: Russia
[7 marzo 2008: non ne usciamo neanche oggi, mi sa. Continua, in fondo trovate alcuni esempi di compilazione creativa di scheda elettorale].
Sapevatelo
Intanto Andrej Bogdanov starà festeggiando il suo dignitosissimo
Comunque sono 958.868 voti. Sul suo blog medita:
"Quasi un milione di persone: è poco o tanto? Per me, una persona che partecipa per la prima volta alle elezioni più importanti del paese, senza l'appoggio del potere, senza 'lanci' televisivi, è una cifra sbalorditiva".
Due milioni di firme, Bogdanov, ma allora vedi che avevo ragione io?
La descrizione definitiva del nostro, invece, è su Exile.ru: "ha sempre l'aria di uno che ha appena aperto un locale notturno a Staten Island". Di meglio per il momento non saprei dire.
Robe erotiche
Žirik (9,37%) ha commentato: "le congratulazioni le dovete fare a me", e ha detto che al suo partito non si festeggerà un bel niente, "né con l'alcol, né con il tabacco, né con robe erotiche". E che comunque lui la prossima volta si ripresenta. Tra trent'anni, ha aggiunto misteriosamente, si voterà con il cellulare. Un po' di rispetto per colui che in momento di lucidità ha espresso il desiderio di ammazzare Bogdanov.
Ritrattistica
Lo sapete a quanto va via un ritratto di Medvedev (che ormai aveva già cominciato a vendere quanto e più di Putin)? Su vRamke.ru, dice il Moscow Times, un Medvedev alto 1,2 m sono 20.000 rubli (800 dollari). 2000 rubli per il ritratto piccolo, con benevolo sorriso d'ordinanza.
Medv-edvi Mevd-iiii oh, whatever
Antonio ha ragione (e Hillary Clinton sarebbe d'accordo): dobbiamo trovare un soprannome per il Tizio Nuovo. Non mi dispiace Venus in Furs (nelle ipotesi sul successore di Putin lui era Venus, Ivanov Marte, ma mi sa che questo lo sappiamo tipo in tre perché abbiamo letto lo stesso articolo), che mette insieme Venere, pelliccia d'orso, quella traccia inconfondibile di Sacher-Masoch che mi piace indovinare nei rapporti con il predecessore e un po' di Velvet e Nico. Pare però che al Cremlino lo chiamino Vizir', Visir. E anche questo mi piace.
È anche noto con il soprannome "манная каша", mannaja kaša, cioè pappa di semola. Ma facciamo prima a chiamarlo Medwhatever, e non giurerei sulla sua natura di semolino. Nel suo famoso acquario quello ci tiene le murene, secondo me.
Altre proposte: Dima, Meddo.
Alle 2.23, ora di Mosca
... belli capelli stava avvinghiato all'1,2948% come un bradipo al suo ramo. Ho scoperto che aveva lanciato un concorso anche lui, tanto che oggi ha dichiarato i vincitori. La notizia non è questa. La notizia è che mi sono messa a leggere il suo blog.
Strappar spalline
- pensa, žirik ha detto che comincerà la sua giornata lavorativa da presidente strappando le spalline ai generali.
- gran pensata!
- aha.
7.00 si alza
7.30 si lava
8.00 strappa spalline
8.30 fa colazione
- 9.00 si sveglia e si ricorda che il presidente è medvedev.
(bash.org)
No pain no brain
Proprio mentre stavo considerando l'ipotesi di chiudere questo post poolparty ho trovato via webpark.ru alcuni poster elettorali del 1996.
Cliccate per ingrandire.
Cominciamo con un classico: sorriso da ubriacone di Boris, sguardo perso nel nulla, dichiarazione vagamente allarmante: "Ja vos'mu tvoj golos", "Prenderò il tuo voto" (ma, visto che golos è anche voce, io tendo a interpretarlo come "ti toglierò la voce"). Ché l'uomo di Butka non chiede, prende. Poi però non si ricorda dove ha messo quello che aveva preso.
Formula Putin - dostojnaja žizn'. La formula di Putin, una vita dignitosa.
Segue lungo testo in cui si spiega che la vera sfida dei tempi è la qualità della vita, non l'ideologia. Pragmatico lo è sempre stato, il nostro Vova.
Notate che all'epoca lui non aveva ancora il Piano, solo una Formula.
Del resto, non era neanche candidato.
Chi era questo brizzolatone che affermava "Sarò presidente!"?
Ma Bryncalov Vladimir, che domande.
Espulso dal Partito Comunista dell'URSS per tendenze borghesi (si era costruito una casa di tre piani, il sibarita), aveva poi fatto i soldi con gli alveari, i medicinali e soprattutto gli alcolici.
Nel 1996 aveva appena messo su il Partito Socialista.
Nel mese di marzo il gruppo che proponeva la sua candidatura presentò meno di 1.500.000 firme: Bryncalov disse che in realtà ne avevano raccolte quasi tre milioni, ma che non voleva oberare di lavoro la Commissione Elettorale Centrale. Ok. Parecchie risultarono false. Ci fu una causa. Lui la vinse. Cose così. Qualcuno arrivò a chiamarlo il Ross Perot della Russia (ecco un altro di cui non sento parlare dal '96 senza che la mia vita ne abbia risentito).
Poi però ha fatto soprattutto l'oligarca. La sua azienda farmaceutica negli ultimi anni si è messa nei guai con la legge. Medicinali contraffatti. Il Partito Comunista de noantri, forse, ci aveva visto giusto fin dall'inizio.
Javlinskij, partito Jabloko. Slogan: "Sono qui per darvi la libertà".
La sua squadra aveva un asso nella manica: aveva scoperto gli effetti e i filtri di Photoshop.
Arrivò quarto.
Gennadij Zjuganov 1, paura: sguardo torvo, evidente e apprezzabile richiamo alla gloriosa grafica sovietica, monito apocalittico "Compra il cibo per l'ultima volta". Perché? Perché domani è finito? Perché da domani me lo regala il Partito Comunista?
Gennadij Zjuganov 2: allegria. Sempre lui, anche se si stenta a riconoscerlo tanto l'atmosfera è diversa. Gennadij in mezzo ai giovani, sorridente. Se non ci fosse quel San Basilio sullo sfondo sembrerebbe il poster della Festa dell'Unità di Selz.
"La gioventù sceglie Zjuganov".
Venerdì liscio con orchestra dal vivo. Scherzo.
(Ma quanto ci è andato vicino, quella volta lì. Ricordatevi che l'ho scritto qui: è per Zjuganov che voterei, anche se nel '96 con il cibo l'aveva messa giù un po' dura).
Perché star lì a perdere tempo quando posso farmi un autoscatto in casa appena sceso dalla cyclette? Vladimir Žirinovskij, maglietta a mezza manica metallona con scritta "No brain, no pain", "Niente cervello, niente dolore".
Claim: "Io sono proprio come voi".
Emerse che proprio come lui era solo il 5,7% dei votanti.
Era il 1996, brutto anno. El'cin fregò Gennadij al ballottaggio, ben 386 persone votarono per Tuleev che si era ritirato dalla campagna elettorale, e il voto contro tutti prese l'1,5, cioè in pratica fece meglio di Bogdanov.
5 marzo
55 anni dalla morte di Stalin. Compito del giorno, esibire accento georgiano rigorosamente di fantasia.
- Compagno Stalin, cosa facciamo con Sinjavskij?
- Chi, il cronista sportivo?
- No, lo scrittore.
- Si può sapere per quale motivo ne abbiamo DUE, di Sinjavskij?
Il maresciallo Žukov esce da una riunione con Stalin mormorando a bassa voce "Porco schifoso".
Poskrebyšev lo sente e riferisce a Stalin, che fa richiamare Žukov:
- Compagno Žukov, chi aveva in mente quando ha detto "Porco schifoso"?
- Hitler, compagno Stalin.
- E lei chi aveva in mente, compagno Poskrebyšev?
Tre prigionieri in un gulag raccontano come sono finiti lì: "Io arrivavo sempre al lavoro con cinque minuti di ritardo, e mi hanno accusato di sabotaggio", dice il primo. "Io invece arrivavo sempre cinque minuti prima, e mi hanno accusato di spionaggio", dice il secondo.
"Io invece arrivavo tutti i giorni puntuale", dice il terzo, "e mi hanno accusato di possedere un orologio occidentale".
Lenin, Budapest, panico
"Scusate il ritardo, ma ieri abbiamo avuto un problema di panico per l'improvvisa apparizione di un Vladimir Lenin Cloverfield-size nel cuore di Budapest. O, almeno, così dice la stampa estera, basandosi su un lancio Reuters a proposito di una statua di polistirolo espanso del sanguinario bolscevico che è stata vista risalire il Danubio, probabilmente diretta verso il set di un film. Giuro! Andate sul sito da cui abbiamo rubato quest'immagine [ninemsn.com.au], passateci sopra il mouse e leggerete: 'Statua del leader comunista Lenin alta 12 metri semina il panico a Budapest'. Sinceramente non ci ricordiamo attacchi di panico. Ma, se lo dice la Reuters, chi siamo noi per contraddirla. E allora: Aaaaargh! Lenin gigante! Aiuto! Scappate sulle colline!"
da Pestiside.hu
Zigmund Frejd aveva ragione
"Sarò breve. Buona sera!"
"Per Konni" (il cane di Putin).
"Chi è tutta questa gente?"
Esempio di riutilizzo intelligente.
Bogdanov-clown, Žirinovskij-clown, Zjuganov-clown, Medvedev-orso.
"Non bisogna credere che siamo idioti"
"Cthulhu"
"Per tutti i candidati si rende necessaria una perizia psichiatrica!". Voto "Contro tutti! Per la libera scelta!". Aggiunta: "Sigmund Freud ('Zigmund Frejd') aveva ragione!"
"Io non ho votato"
"Chuck Norris".
[Forse continua]
Filed in: Russia
VVP e le esche
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nello studio all'interno del Cremlino e passava lentamente in rassegna le sue esche presidenziali, che giacevano in una bella scatoletta di marocchino con lo stemma russo sul coperchio.
C'erano dunque: un'esca di corno di bisonte, un'esca d'oro inca e un'esca fatta con i denti dei guerriglieri ceceni. Poi c'erano un'esca fatta con le schegge della sonda europea spedita su Marte e intercettata ancora in volo dalla rete spaziale russa, un'esca fatta con la piuma dell'araba fenice, alcune esche prodotte con pezzi di razzi ucraini precipitati e infine un'esca fabbricata con il metallo dell'undicesima colonna del Parco Transvaal.
In una scatolina di cristallo si trovava un'esca fatta con il plutonio estratto dalla testa di Salman Raduev, il signore della guerra ceceno. Le riposava accanto l'esca preparata con l'anello rotto di Giovanni Paolo Secondo.
Vladimir Vladimirovič™ rivoltò le esche con le presidenziali dita e cercò di immaginarsi mentre pescava un grosso temolo. Perché proprio un temolo, Vladimir Vladimirovič™ non lo sapeva: non aveva mai visto un temolo in vita sua. Ma gli piaceva la parola.
A un tratto qualcuno bussò piano all'imponente porta presidenziale.
- Sì... - urlò Vladimir Vladimirovič™.
Le ante si scostarono lentamente e nello studio si affacciò il primo vice primo ministro Dmitrij Anatol'evič Medvedev, che il giorno prima aveva preso il 70% dei voti alle elezioni presidenziali.
- Si può? - domandò ad alta voce Dmitrij Anatol'evič Medvedev.
- Ancora no! - rispose forse altrettanto rudemente Vladimir Vladimirovič™.
Dmitrij Anatol'evič si nascose precipitosamente dietro la porta.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
[Nota: il blog dell'autore di VVP, Maksim Kononenko, è stato chiuso da Livejournal una settimana fa.
Perché.
Perché in un post aveva espresso il desiderio di bombardare la Gran Bretagna.
Giuro che queste cose non me le invento.
Più tempo per VVP, comunque].
Update elezioni: video con luuuunga camminata casual e fotomodellistica di VVP E DAM e rispettivi discorsi ("urà").
Filed in: Russia
C'erano dunque: un'esca di corno di bisonte, un'esca d'oro inca e un'esca fatta con i denti dei guerriglieri ceceni. Poi c'erano un'esca fatta con le schegge della sonda europea spedita su Marte e intercettata ancora in volo dalla rete spaziale russa, un'esca fatta con la piuma dell'araba fenice, alcune esche prodotte con pezzi di razzi ucraini precipitati e infine un'esca fabbricata con il metallo dell'undicesima colonna del Parco Transvaal.
In una scatolina di cristallo si trovava un'esca fatta con il plutonio estratto dalla testa di Salman Raduev, il signore della guerra ceceno. Le riposava accanto l'esca preparata con l'anello rotto di Giovanni Paolo Secondo.
Vladimir Vladimirovič™ rivoltò le esche con le presidenziali dita e cercò di immaginarsi mentre pescava un grosso temolo. Perché proprio un temolo, Vladimir Vladimirovič™ non lo sapeva: non aveva mai visto un temolo in vita sua. Ma gli piaceva la parola.
A un tratto qualcuno bussò piano all'imponente porta presidenziale.
- Sì... - urlò Vladimir Vladimirovič™.
Le ante si scostarono lentamente e nello studio si affacciò il primo vice primo ministro Dmitrij Anatol'evič Medvedev, che il giorno prima aveva preso il 70% dei voti alle elezioni presidenziali.
- Si può? - domandò ad alta voce Dmitrij Anatol'evič Medvedev.
- Ancora no! - rispose forse altrettanto rudemente Vladimir Vladimirovič™.
Dmitrij Anatol'evič si nascose precipitosamente dietro la porta.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
[Nota: il blog dell'autore di VVP, Maksim Kononenko, è stato chiuso da Livejournal una settimana fa.
Perché.
Perché in un post aveva espresso il desiderio di bombardare la Gran Bretagna.
Giuro che queste cose non me le invento.
Più tempo per VVP, comunque].
Update elezioni: video con luuuunga camminata casual e fotomodellistica di VVP E DAM e rispettivi discorsi ("urà").
Filed in: Russia
sabato, marzo 01, 2008
L'uomo in più/Post di cazzeggio, in aggiornamento
Chi è
Dunque, chi è Andrej Vladimirovič Bogdanov?
Un ex calciatore della Reggina?
Una guardia tiratrice del CSKA, poi passata brevemente ai Minnesota Timberwolves ma in anticipo sui tempi?
Il regista di un musical sovietico ispirato alla battaglia di Stalingrado?
Un giovane scrittore di tendenza, autore di horror tritafemmine e žežeista a tempo perso?
Un popolare attore della versione russa di Starsky e Hutch (7 stagioni), per la precisione o Starsky o Hutch?
Il Gran Maestro della Grande Loggia di Russia?
Il visagista della Pugacëva?
Guardiamolo
38 anni (ma ne dimostra 55 e mezzo, anche 56 nei giorni di pioggia) e una cascata di capelli unti:
Andrej Bogdanov è l'uomo in più, il candidato tecnico delle imminenti elezioni presidenziali, economista e Gran Maestro Massone.
Sì, perché abbiamo:
Dmitrij Medvedev, che non ha neanche partecipato ai dibattiti elettorali limitandosi a girare il paese facendo discosi da presidente per portarsi avanti con il lavoro: se parla come un presidente, veste come un presidente ed è culo e camicia con il presidente in carica significa che i sondaggi lo danno almeno al 72%;
Gennadij Zjuganov, il vecchio comunista che si presenta come l'unica reale alternativa al partito del Cremlino, ma starebbe sotto il 13%;
Vladimir Žirinovskij, l'uomo-rissa dei liberal-democratici (meno del 12% secondo i bene informati);
e Bogdanov, il "democratico indipendente".
Lui.
Il centro sondaggi russo VCIOM ha stimato che otterrà lo 0,9%; l'84% degli intervistati ha confessato di non conoscerlo molto bene. Nelle recenti elezioni parlamentari del 2 dicembre ha preso meno di 90.000 voti (lo 0,13%).
Per candidarsi alla presidenza servivano due milioni di firme (a meno che il proprio partito non si fosse garantito una rappresentanza in parlamento). Quelle di Miša Duepercento Kas'janov, ex primo ministro, sono state respinte dalla Commissione elettorale con l'accusa di falsificazioni, ma per Bogdanov tutto regolare.
Riguardiamolo
Quest'uomo ha portato a casa 90.000 voti ma ha raccolto due milioni di firme.
E ho capito che la massoneria in Russia si sta diffondendo rapidamente, ma due milioni di firme. Anche falsificarle è un casino. Bisogna imitare le calligrafie, eh. Non basta chiamare tutti gli amici Gormiti.
A questo punto sono quasi certa di aver calamitato la vostra attenzione per i prossimi giorni.
Seguiranno: programma politico, stravaganze, frasi celebri, curiosità. Ma. Soprattutto. L'inno.
Post lento, in aggiornamento. Tanto le traduzioni e i commenti, se ci sono, finiscono sul 2.0.
Bene
Smettiamo di fissare attoniti il ritratto di Bogdanov e vediamo da dove viene il Partito Democratico russo. C'è anche stato un tempo in cui era una vera forza politica: fondato nel 1990, si oppone sia al regime di El'cin sia al Partito Comunista e riesce anche a conquistare 12-14 seggi alla prima Duma. Per diversi motivi (vi faccio breve lunga storia complicata e piena di patronimici) cade in catalessi nel 1995. Viene rianimato per probabile ma ancora tentennante iniziativa del Cremlino nel 2001, quando è utile un partito liberale filo-occidentale, e torna quasi subito in apnea.
Nel 2005 arriva Kas'janov, che cerca praticamente di comprarsi il partito per farne una base politica in vista delle elezioni del 2008. Qualcuno fa il doppio gioco, qualcun altro offre di più e Kas'janov viene estromesso: fonderà l'Unione delle Forze di Destra ed entrerà nello schieramento Altra Russia, mentre Bogdanov e il DPR si preparano a rendere un buon servizio al Cremlino sottraendo voti all'opposizione liberale (Unione delle Forze di Destra, appunto, e Jabloko).
Poi c'è da dire che questo DPR fa cose ben stranine ed eclatanti, tipo l'estate scorsa proporre un referendum per l'ingresso della Russia nell'Unione Europea, proprio in un momento in cui si rafforza il sentimento anti-occidentale e gli Stati Uniti vogliono piazzare elementi del sistema di difesa antimissile in Polonia e in Repubblica Ceca. Il partito poi dice di voler rappresentare la classe media e di difendere valori come famiglia, lavoro. Casa. Auto. Cose così.
Il piano
Finita parentesi DPR, torniamo allo sguardo magnetico di Bogdanov.
Bogdanov, laureato in economia, è nel Partito Democratico fin dal 1990 e ne è il Presidente dal 2005. Moglie, tre figli, una nonna che ha trascinato nella campagna elettorale (guardate qua che merita), un blog in cui critica un po' gli avversari politici, esprime qualche opinione e posta un sacco di foto sue e delle sue vacanze.
Ok, abbiamo capito.
Ma un inno, ce l'ha?
Ce l'ha.
Un rap gggiovane che fa "Ja golosuju za - za Bogdanova Andrei-ja!" (con licenza ritmica, così potete cantarvelo, lo rendo così: "Io voterei - per Bogdanov Andre-eei!").
Lo ascoltate qui (attenzione che parte in automatico, il lettore sta in basso a sinistra):
http://www.democrats.ru/
"Udeur verrà" era gggiovane, ma questo è ehiehiehi: belle auto, libero mercato, bionde platino con tacchi a spillo, e kakìe večerìnki! Ho esagerato, vero?
Che ci manca ancora. Ah, sì, la parte più divertente: il programma.
Bene: Andrej Bogdanov non vuole solo l'ingresso nell'Unione Europea, famiglia, lavoro, casa, auto per tutti.
Lui vuole la Russia nella NATO.
Per proteggere la Russia dall'invasione della Cina.
Questo spiega molte cose.
Počemù?
E adesso, il perché. Non il perché dell'esistenza del Gran Maestro Massone (per quello, citofonare Intelligent Design), non il perché del DPR (androidi, direbbe Vladimir Vladimirovič™, addetti alla frammentazione dei già inconsistenti liberali come Russia Unita doveva occuparsi di rubar voti ai comunisti), ma il perché della candidatura di riccioli naturali.
Per legge, le elezioni sono valide se sono almeno due i candidati a restare in corsa: Bogdanov serviva dunque nell'eventualità in cui Zjuganov e Žirinovskij si fossero ritirati.
Quanto alla sua misteriosità, vorrei vedere voi a urlare ai quattro venti un programma così in quel rissoso, adorabile, glorioso e complottista sesto del pianeta.
The game!
A questo punto propongo un giochino per ingannare il tempo nelle prossime giornate di esiti scontati e commenti riciclati.
Si tira a indovinare quanto farà esattamente il nostro.
Sotto l'1%, un pochino di più?
L'interessato ha detto di contare sul 25%, in quanto unico democratico in lizza, ma avete visto che faccia: non ci crede neanche lui. E poi che gli costa.
Si vincono premi.
Filed in: Russia
venerdì, febbraio 29, 2008
Žiri si modera da solo
Elezioni russe imminenti e prevedibili: possiamo concederci un po' di curiosità e di fun facts.
Cominciamo con lo show televisivo (mai andato in onda, circola in rete) di Vladimir Volfovič Žirinovskij, candidato presidenziale del partito liberal-democratico.
Enjoy (lui, i conduttori rassegnati e la signora apparentemente assopita foderata di ciniglia marròn):
al conduttore:
"Non mi interrompa! Non sa moderare, mi modero da solo".
a proposito del candidato Andrej Bogdanov:
"È un mascalzone! È malato! Guardalo in faccia! È fuori. Qualsiasi psichiatra può dirvi che è pazzo!".
al rappresentante di Bogdanov:
"Fuori dallo studio! Canaglia! Ci vediamo in tribunale? Ma io ti stacco la testa! Professore? Col piffero! Idiota!"
alla sua guardia del corpo:
"Cosa guardi? Prendilo e buttalo fuori di qui a calci! Via... e nel corridoio sparagli, a quel vigliacco!"
A volte mi chiedo cosa sarebbe stata la campagna elettorale senza il folle Žiri. Subito dopo mi rispondo: c'era comunque Bogdanov da irridere.
Fun fact: un terzo dei russi considera i dibattiti televisivi inutili ma divertenti.
Sondaggio: Adesso ditemi chi di voi sa esattamente chi è Bogdanov senza gugglare.
Filed in: Russia
Cominciamo con lo show televisivo (mai andato in onda, circola in rete) di Vladimir Volfovič Žirinovskij, candidato presidenziale del partito liberal-democratico.
Enjoy (lui, i conduttori rassegnati e la signora apparentemente assopita foderata di ciniglia marròn):
al conduttore:
"Non mi interrompa! Non sa moderare, mi modero da solo".
a proposito del candidato Andrej Bogdanov:
"È un mascalzone! È malato! Guardalo in faccia! È fuori. Qualsiasi psichiatra può dirvi che è pazzo!".
al rappresentante di Bogdanov:
"Fuori dallo studio! Canaglia! Ci vediamo in tribunale? Ma io ti stacco la testa! Professore? Col piffero! Idiota!"
alla sua guardia del corpo:
"Cosa guardi? Prendilo e buttalo fuori di qui a calci! Via... e nel corridoio sparagli, a quel vigliacco!"
A volte mi chiedo cosa sarebbe stata la campagna elettorale senza il folle Žiri. Subito dopo mi rispondo: c'era comunque Bogdanov da irridere.
Fun fact: un terzo dei russi considera i dibattiti televisivi inutili ma divertenti.
Sondaggio: Adesso ditemi chi di voi sa esattamente chi è Bogdanov senza gugglare.
Filed in: Russia
mercoledì, febbraio 27, 2008
Targhe dispari
O., giornalista:
"No no, tutto bene. Mi ha fermato un vigile all'inizio del viale, a un centinaio di metri dalla redazione, ma ho detto una bugia ('vado a lavorare') e mi ha lasciato passare".
Filed in: therealthing
"No no, tutto bene. Mi ha fermato un vigile all'inizio del viale, a un centinaio di metri dalla redazione, ma ho detto una bugia ('vado a lavorare') e mi ha lasciato passare".
Filed in: therealthing
Sombreri
Rationalists, wearing square hats,
Think, in square rooms,
Looking at the floor,
Looking at the ceiling.
They confine themselves
To right-angled triangles.
If they tried rhomboids,
Cones, waving lines, ellipses --
As, for example, the ellipse of the half-moon --
Rationalists would wear sombreros.
(Wallace Stevens, "Six Significant Landscapes", VI)
(I razionalisti portano cappelli quadrati, pensano in stanze quadrate guardando il pavimento, guardando il soffitto, si limitano ai triangoli rettangoli. Se provassero i rombi, i coni, le linee ondulate, le ellissi - come per esempio l'ellisse della mezza luna - i razionalisti porterebbero il sombrero).
(Così).
Filed in: echi
Think, in square rooms,
Looking at the floor,
Looking at the ceiling.
They confine themselves
To right-angled triangles.
If they tried rhomboids,
Cones, waving lines, ellipses --
As, for example, the ellipse of the half-moon --
Rationalists would wear sombreros.
(Wallace Stevens, "Six Significant Landscapes", VI)
(I razionalisti portano cappelli quadrati, pensano in stanze quadrate guardando il pavimento, guardando il soffitto, si limitano ai triangoli rettangoli. Se provassero i rombi, i coni, le linee ondulate, le ellissi - come per esempio l'ellisse della mezza luna - i razionalisti porterebbero il sombrero).
(Così).
Filed in: echi
martedì, febbraio 26, 2008
Going dental
D.:
"Ti ho sempre invidiato quel dentista che ha lo studio nel tuo condominio. Be', perché non si sa mai. Il mio, tra l'altro, ha preso a odiarmi. Perché io mi presento spontaneamente al controllo: sì, diciamo anche ogni cinque mesi. Allora lui mi vede e si capisce che un po' si sente male, e dopo aver parlottato un po' con l'infermiera mi fa: 'Di nuovo qui, lei?. 'Eh, sì'. 'Ma non l'ho chiamata io, vero?'. 'Senta un po', si è mai visto un uomo che ti dice chiamo io e poi chiama davvero? No. E allora'."
Filed in: therealthing
"Ti ho sempre invidiato quel dentista che ha lo studio nel tuo condominio. Be', perché non si sa mai. Il mio, tra l'altro, ha preso a odiarmi. Perché io mi presento spontaneamente al controllo: sì, diciamo anche ogni cinque mesi. Allora lui mi vede e si capisce che un po' si sente male, e dopo aver parlottato un po' con l'infermiera mi fa: 'Di nuovo qui, lei?. 'Eh, sì'. 'Ma non l'ho chiamata io, vero?'. 'Senta un po', si è mai visto un uomo che ti dice chiamo io e poi chiama davvero? No. E allora'."
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lunedì, febbraio 25, 2008
Il Maestro e la Creatura
- E così.
- Ci siamo traghettati fuori da questa giornata.
- Bello.
- Guarda che luna.
- Te la senti di guidare?
- Sono sobria. Preferisci guidare tu?
- No, io mi diverto.
- Guarda.
- Guarda. Un guanto da motociclista.
- Verde. Avevo dei moonboot proprio di questo colore.
- Non ti avvicinare troppo.
- Perché?
- Mi sembra che si sia mosso.
- Così, a un tratto, svolta horror.
- Inizio del film un po' lento.
- Toccherà tagliare la cena. Maestro Carissimo.
- Meravigliosa Creatura.
- Ma la macchina l'avevamo lasciata qui? Così vicino?
- Dai apri che fa freddo.
- Ci sto provando da cinque minuti.
- Sorridi, c'è una videocamera di sorveglianza.
- Ma... cosa ci fa un barattolo di Fresh and Clean, lì?
- Dove?
- Accanto al sedile del passeggero. E il raschietto per il ghiaccio. E tutto quel disord...
- Stella...
- L'avevo detto che era troppo vicino.
- Saluta la videocamera.
- Per forza non si apriva la portiera.
- Pensavo che come al solito stessi usando le chiavi di casa.
- Uff.
- "Sono sobria".
- E tu, allora?
- Sinceramente mi fai l'effetto di svariate canne.
- Meno male che non ci stava inseguendo il guanto maledetto.
- Che culo, no?
- Proprio.
- ...
- ...
- ...
- Oh, d'accordo. Ricomponiamoci.
- Eh.
- Mi sembrava che stessi troppo zitto, infatti.
- Sempre queste gonnelline da Winx.
- Eri già entrato in modalità Madre Badessa.
- Metti la seconda.
- Ok.
- E tira dentro la cintura del cappotto, Meravigliosa Creatura.
- Va bene, Maestro.
- Ma se le sconosciute le chiama così, come chiamerà la moglie?
- Alla moglie dà del lei.
- Egr-sig-ra.
- Gent-ma.
- Dott-ssa.
- Prof-ssa.
- Signoramaestra.
- Geom.
- Rag-ra.
- Pi-i.
- Partitaiva?
- Peritaindustriale.
[La Panda giusta si allontana nella notte. Un movimento furtivo nell'ombra. Forse un gatto. Forse un motociclista senza mano].
Filed in: therealthing
- Ci siamo traghettati fuori da questa giornata.
- Bello.
- Guarda che luna.
- Te la senti di guidare?
- Sono sobria. Preferisci guidare tu?
- No, io mi diverto.
- Guarda.
- Guarda. Un guanto da motociclista.
- Verde. Avevo dei moonboot proprio di questo colore.
- Non ti avvicinare troppo.
- Perché?
- Mi sembra che si sia mosso.
- Così, a un tratto, svolta horror.
- Inizio del film un po' lento.
- Toccherà tagliare la cena. Maestro Carissimo.
- Meravigliosa Creatura.
- Ma la macchina l'avevamo lasciata qui? Così vicino?
- Dai apri che fa freddo.
- Ci sto provando da cinque minuti.
- Sorridi, c'è una videocamera di sorveglianza.
- Ma... cosa ci fa un barattolo di Fresh and Clean, lì?
- Dove?
- Accanto al sedile del passeggero. E il raschietto per il ghiaccio. E tutto quel disord...
- Stella...
- L'avevo detto che era troppo vicino.
- Saluta la videocamera.
- Per forza non si apriva la portiera.
- Pensavo che come al solito stessi usando le chiavi di casa.
- Uff.
- "Sono sobria".
- E tu, allora?
- Sinceramente mi fai l'effetto di svariate canne.
- Meno male che non ci stava inseguendo il guanto maledetto.
- Che culo, no?
- Proprio.
- ...
- ...
- ...
- Oh, d'accordo. Ricomponiamoci.
- Eh.
- Mi sembrava che stessi troppo zitto, infatti.
- Sempre queste gonnelline da Winx.
- Eri già entrato in modalità Madre Badessa.
- Metti la seconda.
- Ok.
- E tira dentro la cintura del cappotto, Meravigliosa Creatura.
- Va bene, Maestro.
- Ma se le sconosciute le chiama così, come chiamerà la moglie?
- Alla moglie dà del lei.
- Egr-sig-ra.
- Gent-ma.
- Dott-ssa.
- Prof-ssa.
- Signoramaestra.
- Geom.
- Rag-ra.
- Pi-i.
- Partitaiva?
- Peritaindustriale.
[La Panda giusta si allontana nella notte. Un movimento furtivo nell'ombra. Forse un gatto. Forse un motociclista senza mano].
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venerdì, febbraio 22, 2008
Grandi Capigliature del XXI secolo
Mosca, Cremlino, 21 febbraio 2008: il cantante Filipp Bedrosovič Kirkorov "Artista del Popolo Russo".
Un altro sogno che si avvera, un'altra acconciatura indimenticabile.
Scusate, è un chiaro post di disimpegno ma:
1. oggi è il compleanno del signor Fjodor;
2. erano decenni che non vedevo indossare così una cravatta così.
Peppereppè.
Filed in: Russia
giovedì, febbraio 21, 2008
Lavorare sui dettagli
Oggi mi sento come il tizio di questa foto.
"Non sto dormendo. Lavoro sui piccoli dettagli".
[OT: Facendo le ore piccole sui dettagli (e ancora più spesso sulle battaglie) Tlaxcala ha compiuto due anni. Da zdravstvuet Tlaxcala! ¡Que viva Tlaxcala!].
Filed in: therealthing Russia
mercoledì, febbraio 20, 2008
Pronto/1
- Pronto.
- Pronto qui è la... Telecom. Posso parlare con il titolare?
- Sono io, mi dica.
- Allora volevo chiederle se mi dà l'autorizzazione per telefonarle.
- Ma mi sta già telefonando.
- Per telefonarle anche in futuro.
- Per quale motivo?
- Per darle informazioni sulla... Telecom.
- No, grazie.
- Ma è sicura?
- Certo.
- Allora lei non vuole ricevere queste telefonate, ho capito bene?
- Non voglio riceverle.
- Questo è l'unico modo per ricevere informazioni. Telecom.
- Non importa, mi basta la fattura.
- Niente più mail.
- Ma quando mai.
- Né lettere, né... come si chiama. Fax.
- Me ne faccio una ragione.
- Allora buongiorno.
- Buongiorno a lei.
Filed in: therealthing
- Pronto qui è la... Telecom. Posso parlare con il titolare?
- Sono io, mi dica.
- Allora volevo chiederle se mi dà l'autorizzazione per telefonarle.
- Ma mi sta già telefonando.
- Per telefonarle anche in futuro.
- Per quale motivo?
- Per darle informazioni sulla... Telecom.
- No, grazie.
- Ma è sicura?
- Certo.
- Allora lei non vuole ricevere queste telefonate, ho capito bene?
- Non voglio riceverle.
- Questo è l'unico modo per ricevere informazioni. Telecom.
- Non importa, mi basta la fattura.
- Niente più mail.
- Ma quando mai.
- Né lettere, né... come si chiama. Fax.
- Me ne faccio una ragione.
- Allora buongiorno.
- Buongiorno a lei.
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martedì, febbraio 19, 2008
Egor
Prima antisovietico, poi comunista, poi nazionalbolscevico, poi confusamente cristiano.
43 anni portati male. Ma il rock siberiano per me (per la mia diseducazione) era qualcosa.
E anche Egor Letov lo era.
"Zoopark" (Я ищу таких как я, cумасшедших и смешных, cумасшедших и больных, a когда я их найду, мы уйдём от сюда прочь, мы уйдём от сюда в ночь, мы уйдём из зоопарка/Cerco quelli come me, ridicoli e matti, matti e malati. E quando li troverò scapperemo di qui, scapperemo di notte, scapperemo dallo zoo):
Filed in: Russia muzyka
The end of the world as we know it
lunedì, febbraio 18, 2008
domenica, febbraio 17, 2008
VVP e l'affare
Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino.
- Ma della conferenza stampa non ha scritto niente, la bestia, - brontolò tra sé Vladimir Vladimirovič™, riferendosi a chissà chi.
A un tratto le imponenti porte dello studio presidenziale si spalancarono e fece il suo ingresso il presidente dell'Ucraina Viktor Andreevič Jušenko.
- Bratello! - esclamò dalla soglia Viktor Andreevič, - Be', che c'è ancora? Abbiamo appena finito di metterci d'accordo!
- Alla gente non piace Rosukrenergo, - spiegò Vladimir Vladimirovič™, - Bisogna inventare qualcos'altro.
- Facciamo allora Ucrrusenergo, - propose Viktor Andreevič, - Oppure Enerokoucrrus.
- Andata, dai, - acconsentì Vladimir Vladimirovič™, - Adesso scriviamo il decreto...
E Vladimir Vladimirovič™ tirò a sé un foglio di carta intestata con lo stemma presidenziale.
- Ci sarebbe ancora una cosa… - prese a borbottare Viktor Andreevič, - Mi potresti spiegare perché voi ci vendete gas per trecento dollari e noi ve lo compriamo a centosettanta? Dove sta l'affare?
Vladimir Vladimirovič™ fissò attentamente Viktor Andreevič, dopo di che prese la caraffa di cristallo piena d'acqua che stava accanto a lui sul tavolo presidenziale e riempì due bicchieri fino all'orlo.
- Guarda qua, - disse Vladimir Vladimirovič™, indicando i bicchieri, - Mettiamo che nel bicchiere a sinistra l'acqua costi duecento dollari. E in quello a destra, cinquanta dollari. Ora osserva attentamente.
E Vladimir Vladimirovič™ svuotò nuovamente i bicchieri nella caraffa.
- Vedì? - disse Vladimir Vladimirovič™, - Adesso l'acqua nella caraffa costa centoventicinque dollari. Capisci?
- No, - rispose sinceramente Viktor Andreevič, - Ma se è sempre la stessa acqua!
- È proprio lì, l'affare! - esclamò Vladimir Vladimirovič™ facendo un gran sorriso, - E poi dici che non capisci.
E Vladimir Vladimirovič™ si mise a scrivere il decreto.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
Filed in: Russia
- Ma della conferenza stampa non ha scritto niente, la bestia, - brontolò tra sé Vladimir Vladimirovič™, riferendosi a chissà chi.
A un tratto le imponenti porte dello studio presidenziale si spalancarono e fece il suo ingresso il presidente dell'Ucraina Viktor Andreevič Jušenko.
- Bratello! - esclamò dalla soglia Viktor Andreevič, - Be', che c'è ancora? Abbiamo appena finito di metterci d'accordo!
- Alla gente non piace Rosukrenergo, - spiegò Vladimir Vladimirovič™, - Bisogna inventare qualcos'altro.
- Facciamo allora Ucrrusenergo, - propose Viktor Andreevič, - Oppure Enerokoucrrus.
- Andata, dai, - acconsentì Vladimir Vladimirovič™, - Adesso scriviamo il decreto...
E Vladimir Vladimirovič™ tirò a sé un foglio di carta intestata con lo stemma presidenziale.
- Ci sarebbe ancora una cosa… - prese a borbottare Viktor Andreevič, - Mi potresti spiegare perché voi ci vendete gas per trecento dollari e noi ve lo compriamo a centosettanta? Dove sta l'affare?
Vladimir Vladimirovič™ fissò attentamente Viktor Andreevič, dopo di che prese la caraffa di cristallo piena d'acqua che stava accanto a lui sul tavolo presidenziale e riempì due bicchieri fino all'orlo.
- Guarda qua, - disse Vladimir Vladimirovič™, indicando i bicchieri, - Mettiamo che nel bicchiere a sinistra l'acqua costi duecento dollari. E in quello a destra, cinquanta dollari. Ora osserva attentamente.
E Vladimir Vladimirovič™ svuotò nuovamente i bicchieri nella caraffa.
- Vedì? - disse Vladimir Vladimirovič™, - Adesso l'acqua nella caraffa costa centoventicinque dollari. Capisci?
- No, - rispose sinceramente Viktor Andreevič, - Ma se è sempre la stessa acqua!
- È proprio lì, l'affare! - esclamò Vladimir Vladimirovič™ facendo un gran sorriso, - E poi dici che non capisci.
E Vladimir Vladimirovič™ si mise a scrivere il decreto.
Originale: vladimir.vladimirovich.ru
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venerdì, febbraio 15, 2008
Galere, zappe, zuppe e dita nel naso: gli aforismi definitivi di VVP
Dal Kommersant':
"In questi otto anni ho faticato come uno schiavo nelle galere, dalla mattina alla notte".
"Non credo che dovremmo cospargerci la testa di cenere, fustigarci e dimostrare a tutti che siamo bravi" (sulle relazioni con la Polonia).
"Che insegnino alle loro mogli a cucinare la zuppa di cavoli!" (sugli osservatori elettorali internazionali).
"Ecco, da noi ai tempi dell'Unione Sovietica si diceva: se vuoi 'affossare' uno, mettilo all'agricoltura" (su Dmitrij Medvedev e i progetti nazionali).
"Non lamentarsi e piagnucolare per qualsiasi cosa" (sulle qualità professionali del presidente).
"Cosa volete, che mi metta a mangiar terra da un vaso di fiori, che giuri con il sangue?" (sull'impossibilità di ricandidarsi).
"Non dire quattro se non l'hai nel sacco" (lett.: "non dire oplà prima di aver saltato") (sulla sua nomina a primo ministro).
"Cosa può dire della musica di Čajkovskij uno che non ha il visto?" (sulle relazioni tra la Russia e l'Occidente).
"Si sono messi le dita nel naso e hanno spalmato il moccio sulla carta" (sugli articoli pubblicati dalla stampa occidentale a proposito della sua ricchezza).
"Come dicevano in certe parti da noi, 'appendi la lesina al chiodo e mettiti a dormire' (sulla possibilità di abbandonare la politica).
"Ciascuno deve zappare il suo pezzetto di terra, come San Francesco, pum-pum, ogni giorno" (sul lavoro dei ministri).
Quattro ore e passa di spettacolo e metafore, sono impressionata.
Quando guardo negli occhi di quest'uomo vedo sei lettere: P.O.L.A.S.E.
Credo di amarlo.
["Guarisco con l'energia di Putin", proclama il titolo dell'articolo.
L'ottantaduenne Pëtr Ovčarenko di Tambov ha costruito un "apparato cosmico" e degli occhiali fricchettoni per la misurazione dei campi di energia e la scansione degli occhi (e vabbe') e del cervello (uellallà). L'apparato cosmico serve principalmente per convogliare le energie di Vladimir Putin, che ha un'aura che fa provincia. Convogliarle dove? In un bicchiere d'acqua. Sì.
Poi l'apparato cosmico non ha funzionato.
Neanche gli occhiali fricchettoni.
"Molti guardano con scetticismo alle mie invenzioni", dice lui.
Anche a giudicare dalle foto, non si riesce a capire come mai].
Filed in: Russia
"In questi otto anni ho faticato come uno schiavo nelle galere, dalla mattina alla notte".
"Non credo che dovremmo cospargerci la testa di cenere, fustigarci e dimostrare a tutti che siamo bravi" (sulle relazioni con la Polonia).
"Che insegnino alle loro mogli a cucinare la zuppa di cavoli!" (sugli osservatori elettorali internazionali).
"Ecco, da noi ai tempi dell'Unione Sovietica si diceva: se vuoi 'affossare' uno, mettilo all'agricoltura" (su Dmitrij Medvedev e i progetti nazionali).
"Non lamentarsi e piagnucolare per qualsiasi cosa" (sulle qualità professionali del presidente).
"Cosa volete, che mi metta a mangiar terra da un vaso di fiori, che giuri con il sangue?" (sull'impossibilità di ricandidarsi).
"Non dire quattro se non l'hai nel sacco" (lett.: "non dire oplà prima di aver saltato") (sulla sua nomina a primo ministro).
"Cosa può dire della musica di Čajkovskij uno che non ha il visto?" (sulle relazioni tra la Russia e l'Occidente).
"Si sono messi le dita nel naso e hanno spalmato il moccio sulla carta" (sugli articoli pubblicati dalla stampa occidentale a proposito della sua ricchezza).
"Come dicevano in certe parti da noi, 'appendi la lesina al chiodo e mettiti a dormire' (sulla possibilità di abbandonare la politica).
"Ciascuno deve zappare il suo pezzetto di terra, come San Francesco, pum-pum, ogni giorno" (sul lavoro dei ministri).
Quattro ore e passa di spettacolo e metafore, sono impressionata.
Quando guardo negli occhi di quest'uomo vedo sei lettere: P.O.L.A.S.E.
Credo di amarlo.
["Guarisco con l'energia di Putin", proclama il titolo dell'articolo.
L'ottantaduenne Pëtr Ovčarenko di Tambov ha costruito un "apparato cosmico" e degli occhiali fricchettoni per la misurazione dei campi di energia e la scansione degli occhi (e vabbe') e del cervello (uellallà). L'apparato cosmico serve principalmente per convogliare le energie di Vladimir Putin, che ha un'aura che fa provincia. Convogliarle dove? In un bicchiere d'acqua. Sì.
Poi l'apparato cosmico non ha funzionato.
Neanche gli occhiali fricchettoni.
"Molti guardano con scetticismo alle mie invenzioni", dice lui.
Anche a giudicare dalle foto, non si riesce a capire come mai].
Filed in: Russia
mercoledì, febbraio 13, 2008
120 guardie del corpo e poi dice che ha caldo: mode Betullina on
Non è la Litvinenko Experience e probabilmente durerà solo poche ore, ma bisogna accontentarsi: la stampa inglese lo sta già facendo e noi non saremo da meno.
Il magnate ed esponente dell'opposizione georgiana Badri Patarkatsishvili (mi arrendo per una volta alla translitterazione anglo-americana, tanto per seguire la corrente dell'informazione), 52 anni, è morto la scorsa notte nella sua villa da 10 milioni di sterline nel Surrey.
Di infarto, pare.
Solo che Patarkatsishvili era nemico di Putin e anche del presidente georgiano Saakashvili, amico del solito oligarca esiliato e contumace Boris Berezovskij (e pure ex socio di Roman Abramovič). Inoltre negli ultimi tempi era stato accusato di aver progettato un colpo di stato in Georgia e temeva per la propria vita: questo basta alla stampa britannica per scatenarsi senza ritegno sulla pista dell'omicidio.
In attesa dell'autopsia la morte è stata in effetti definita dagli inquirenti come sospetta.
Patarkatsishvili era stato un sostenitore di Saakashvili al tempo della Rivoluzione delle Rose, nel 2004, ma poi i due erano entrati in confliltto. Si era presentato alle ultime elezioni, ma pur essendosi generosamente autofinanziato aveva subito una pesante sconfitta; così Saakashvili, una volta eletto, aveva ben pensato di vendicarsi accusandolo di tentato colpo di stato.
Tecnicamente, dunque, il defunto era ricercato dal governo georgiano.
Tant'è.
Cosa volete, adesso. Una registrazione, un nastro, una dichiarazione compromettente?
Ce l'abbiamo. C'è una conversazione tra un presunto funzionario del ministero degli interni georgiano e un certo Uvais Achmadov (un signore della guerra ceceno), risalente allo scorso mese di dicembre, in cui si discute di un complotto per assassinarlo (fonte: timesonline):
"Adesso è una questione politica... Saremo in grado di occuparcene, non è un problema. Anche se ha 100 guardie del corpo, non è un problema. Le cose stanno in modo tale che distruggeremo quelle guardie [...]
Vogliamo essere in grado di spiegare ai georgiani che è stata la Russia".
Nemico di Putin, nemico di Saakashvili, ricercato, miliardario (il georgiano più ricco del mondo, secondo il Moskovskij Komsomolec), amico di Berezovskij, 120 guardie del corpo. E poi complotto, controcomplotto e nastro probabilmente tarocco. Se ci va bene, tour per la Londra loscamente glam fatta di oligarchi contumaci, spie e doppiogiochisti.
Infine, sentite qua: l'altro giorno durante un incontro d'affari nella City londinese Patarkatsishvili aveva lamentato un malore:
"A un certo punto ha detto di sentirsi mancare per l'eccessivo riscaldamento ed è uscito a prendere un po' d'aria fresca".
Chi lo ha detto? Lord Bell. Non sarà mica il Timothy Bell che aveva curato le pubbliche relazioni per il caso Litvinenko? Il Lord Bell della Bell Pottinger Communications di cui Berezovskij è cliente?
Sapete che mi sa di sì?
Appena morto e ha già un portavoce: che deliziosa premessa.
Finalmente un caso in cui Putin sarebbe solo il sospettato numero due, dopo il presidente georgiano. Peccato che tra qualche ora questi sogni rischino di infrangersi contro il freddo referto di un'autopsia.
Intanto il leader del georgiano Partito per l'Indipendenza Nazionale Irakli Tsereteli dice: "d'accordo, l'hanno ucciso, ma sono stati i servizi segreti russi, britannici e americani". Complotto sionista-massonico, featuring Berezovskij. Tsereteli si sbilancia poi rivelando che è previsto un altro assassinio, questa volta in Georgia. La Komsomolskaja Pravda riferisce che un giorno prima della morte dalla sede del partito di Patarkatsishvili a Tbilisi sono stati sottratti quattro computer contenenti documenti compromettenti per il presidente Saakashvili.
E va bene.
E va bene, potrebbe essere stato infarto: ma chi ci dice che qualcuno non abbia alzato il riscaldamento fino al punto di rottura delle coronarie, mentre la fissazione inglese per la moquette, il legno e i doppi vetri faceva il resto? Guardate che per la seconda legge di Poirot questo si configura come omicidio.
Mi considero, dunque, legalmente autorizzata a entrare in modalità Agente Betullina.
Fonti britanniche:
Daily Mail
Timesonline
E vai con l'Evening Standard (ci siamo mai fatti mancare nulla? non mi sembra)
Aggiornamento: il referto, ainoi, dice "cause naturali". I risultati degli esami tossicologici si sapranno tra settimane, dunque resta ancora in piedi il quarto corollario di Watson. Accidenti, il materiale che avrei avuto, il suo stato patrimoniale, i grafici aziendali, le foto, le lacrime di Berezovskij, i titoli strillati ("la causa della morte è stata un'operazione segreta"), le testimonianze ("stava benissimo!"). E no, invece il colpevole magari è il colesterolo.
Questo link del Kommersant' è in russo, però cliccatelo perché lì c'è una foto della buonanima con i Rayban e una parrucca niente male.
E comunque: Patarkatsishvili (d'ora in poi: "La Vittima") era stato amministratore delegato della casa editrice del Kommersant', che aveva ricevuto da Berezovskij. A un certo punto, nel 2006 (prima di vendere a Usmanov), possedeva il 100% delle azioni.
Ecco, volevo dire.
Forse quella foto della Vittima travestita da Cugino di Campagna ha il suo perché.
Filed in: Russia
Il magnate ed esponente dell'opposizione georgiana Badri Patarkatsishvili (mi arrendo per una volta alla translitterazione anglo-americana, tanto per seguire la corrente dell'informazione), 52 anni, è morto la scorsa notte nella sua villa da 10 milioni di sterline nel Surrey.
Di infarto, pare.
Solo che Patarkatsishvili era nemico di Putin e anche del presidente georgiano Saakashvili, amico del solito oligarca esiliato e contumace Boris Berezovskij (e pure ex socio di Roman Abramovič). Inoltre negli ultimi tempi era stato accusato di aver progettato un colpo di stato in Georgia e temeva per la propria vita: questo basta alla stampa britannica per scatenarsi senza ritegno sulla pista dell'omicidio.
In attesa dell'autopsia la morte è stata in effetti definita dagli inquirenti come sospetta.
Patarkatsishvili era stato un sostenitore di Saakashvili al tempo della Rivoluzione delle Rose, nel 2004, ma poi i due erano entrati in confliltto. Si era presentato alle ultime elezioni, ma pur essendosi generosamente autofinanziato aveva subito una pesante sconfitta; così Saakashvili, una volta eletto, aveva ben pensato di vendicarsi accusandolo di tentato colpo di stato.
Tecnicamente, dunque, il defunto era ricercato dal governo georgiano.
Tant'è.
Cosa volete, adesso. Una registrazione, un nastro, una dichiarazione compromettente?
Ce l'abbiamo. C'è una conversazione tra un presunto funzionario del ministero degli interni georgiano e un certo Uvais Achmadov (un signore della guerra ceceno), risalente allo scorso mese di dicembre, in cui si discute di un complotto per assassinarlo (fonte: timesonline):
"Adesso è una questione politica... Saremo in grado di occuparcene, non è un problema. Anche se ha 100 guardie del corpo, non è un problema. Le cose stanno in modo tale che distruggeremo quelle guardie [...]
Vogliamo essere in grado di spiegare ai georgiani che è stata la Russia".
Nemico di Putin, nemico di Saakashvili, ricercato, miliardario (il georgiano più ricco del mondo, secondo il Moskovskij Komsomolec), amico di Berezovskij, 120 guardie del corpo. E poi complotto, controcomplotto e nastro probabilmente tarocco. Se ci va bene, tour per la Londra loscamente glam fatta di oligarchi contumaci, spie e doppiogiochisti.
Infine, sentite qua: l'altro giorno durante un incontro d'affari nella City londinese Patarkatsishvili aveva lamentato un malore:
"A un certo punto ha detto di sentirsi mancare per l'eccessivo riscaldamento ed è uscito a prendere un po' d'aria fresca".
Chi lo ha detto? Lord Bell. Non sarà mica il Timothy Bell che aveva curato le pubbliche relazioni per il caso Litvinenko? Il Lord Bell della Bell Pottinger Communications di cui Berezovskij è cliente?
Sapete che mi sa di sì?
Appena morto e ha già un portavoce: che deliziosa premessa.
Finalmente un caso in cui Putin sarebbe solo il sospettato numero due, dopo il presidente georgiano. Peccato che tra qualche ora questi sogni rischino di infrangersi contro il freddo referto di un'autopsia.
Intanto il leader del georgiano Partito per l'Indipendenza Nazionale Irakli Tsereteli dice: "d'accordo, l'hanno ucciso, ma sono stati i servizi segreti russi, britannici e americani". Complotto sionista-massonico, featuring Berezovskij. Tsereteli si sbilancia poi rivelando che è previsto un altro assassinio, questa volta in Georgia. La Komsomolskaja Pravda riferisce che un giorno prima della morte dalla sede del partito di Patarkatsishvili a Tbilisi sono stati sottratti quattro computer contenenti documenti compromettenti per il presidente Saakashvili.
E va bene.
E va bene, potrebbe essere stato infarto: ma chi ci dice che qualcuno non abbia alzato il riscaldamento fino al punto di rottura delle coronarie, mentre la fissazione inglese per la moquette, il legno e i doppi vetri faceva il resto? Guardate che per la seconda legge di Poirot questo si configura come omicidio.
Mi considero, dunque, legalmente autorizzata a entrare in modalità Agente Betullina.
Fonti britanniche:
Daily Mail
Timesonline
E vai con l'Evening Standard (ci siamo mai fatti mancare nulla? non mi sembra)
Aggiornamento: il referto, ainoi, dice "cause naturali". I risultati degli esami tossicologici si sapranno tra settimane, dunque resta ancora in piedi il quarto corollario di Watson. Accidenti, il materiale che avrei avuto, il suo stato patrimoniale, i grafici aziendali, le foto, le lacrime di Berezovskij, i titoli strillati ("la causa della morte è stata un'operazione segreta"), le testimonianze ("stava benissimo!"). E no, invece il colpevole magari è il colesterolo.
Questo link del Kommersant' è in russo, però cliccatelo perché lì c'è una foto della buonanima con i Rayban e una parrucca niente male.
E comunque: Patarkatsishvili (d'ora in poi: "La Vittima") era stato amministratore delegato della casa editrice del Kommersant', che aveva ricevuto da Berezovskij. A un certo punto, nel 2006 (prima di vendere a Usmanov), possedeva il 100% delle azioni.
Ecco, volevo dire.
Forse quella foto della Vittima travestita da Cugino di Campagna ha il suo perché.
Filed in: Russia
Paure Necessarie
"All clowns drink. They need to blot out the ravages of terrifying children for a living".
Douglas Coupland
Bene, della mia attività onirica bulgakoviana (con tracce di film di fantascienza cecoslovacchi degli anni Sessanta, senza sottotitoli) ormai sappiamo.
Visto che ormai siamo intimi e che il 13 febbraio non è neanche riportato dal calendario tibetano, oggi vi espongo le mie paure irrazionali.
- I clown. Tutti, anche Krusty. Anche quello altezzoso, completamente bianco, piriforme, spilungone, con gli scarpini a punta e il cappello a cono che non fa ridere e che - pare - si chiama semplicemente clown bianco.
- Gli scorpioni. Tutti, compresi i tatuaggi e l'adesivo dell'Abarth, ma escluso il segno zodiacale. Non è ribrezzo, è un orrore metafisico. Volendo analizzare, è una cocktail di forma+andatura instabile+cartilagini. Perfino la parola mi mette paura, con l'aggressivo scorp e l'accrescitivo finale. Se si chiamassero scorpini sarebbe già qualcosa. Non potrei mai temere un animale chiamato baulone.
- Le donne modello Biancaneve: quelle con la carnagione bianchissima, gli occhi chiari, i capelli corvini e la bocca rossa. Perché Biancaneve e non la Strega? Perché la bontà di Biancaneve è perturbante come il sorriso dipinto del clown e la sua fronte enorme.
- Le bambole vestite di pizzi e trine che certe signore in età tendono a sistemare sul letto. Chiedi dov'è il bagno, passi accanto alla porta aperta di una camera, l'occhio ti scivola distratto e nella mezza luce sul copriletto di ciniglia o di cretonne c'è lei: una creatura di porcellana pasciuta e boccolosa, spesso informe, gli occhi sbarrati (peggio, uno sbarrato e l'altro semichiuso), le labbruzze che si schiudono in un sorriso ambiguo su piccoli denti bramosi di carne umana.
- Che le montagne si mettano a camminare. Svegliarmi, aprire la finestra e vederle più vicine. Temo in particolare i massicci scabri, di roccia nuda. E poi quei picchi innevati spettrali e quasi invisibili all'orizzonte, quando pensi che lì ci sia solo cielo e poi con un tuffo al cuore noti un biancore fantasma, un livello con una trasparenza del 30-40%.
L'avevo detto, che erano irrazionali.
Voi ne avete? Vorrei sapere.
Potete anche delurkarvi e firmarvi tutti Clown Bianco o Biancaneve, non scappo.
[Warning: questo post è stato portato in superficie dalla lettura di Coupland, che al solito mi deresponsabilizza con esiti, almeno per me, molto piacevoli].
Filed in: therealthing
Douglas Coupland
Bene, della mia attività onirica bulgakoviana (con tracce di film di fantascienza cecoslovacchi degli anni Sessanta, senza sottotitoli) ormai sappiamo.
Visto che ormai siamo intimi e che il 13 febbraio non è neanche riportato dal calendario tibetano, oggi vi espongo le mie paure irrazionali.
- I clown. Tutti, anche Krusty. Anche quello altezzoso, completamente bianco, piriforme, spilungone, con gli scarpini a punta e il cappello a cono che non fa ridere e che - pare - si chiama semplicemente clown bianco.
- Gli scorpioni. Tutti, compresi i tatuaggi e l'adesivo dell'Abarth, ma escluso il segno zodiacale. Non è ribrezzo, è un orrore metafisico. Volendo analizzare, è una cocktail di forma+andatura instabile+cartilagini. Perfino la parola mi mette paura, con l'aggressivo scorp e l'accrescitivo finale. Se si chiamassero scorpini sarebbe già qualcosa. Non potrei mai temere un animale chiamato baulone.
- Le donne modello Biancaneve: quelle con la carnagione bianchissima, gli occhi chiari, i capelli corvini e la bocca rossa. Perché Biancaneve e non la Strega? Perché la bontà di Biancaneve è perturbante come il sorriso dipinto del clown e la sua fronte enorme.
- Le bambole vestite di pizzi e trine che certe signore in età tendono a sistemare sul letto. Chiedi dov'è il bagno, passi accanto alla porta aperta di una camera, l'occhio ti scivola distratto e nella mezza luce sul copriletto di ciniglia o di cretonne c'è lei: una creatura di porcellana pasciuta e boccolosa, spesso informe, gli occhi sbarrati (peggio, uno sbarrato e l'altro semichiuso), le labbruzze che si schiudono in un sorriso ambiguo su piccoli denti bramosi di carne umana.
- Che le montagne si mettano a camminare. Svegliarmi, aprire la finestra e vederle più vicine. Temo in particolare i massicci scabri, di roccia nuda. E poi quei picchi innevati spettrali e quasi invisibili all'orizzonte, quando pensi che lì ci sia solo cielo e poi con un tuffo al cuore noti un biancore fantasma, un livello con una trasparenza del 30-40%.
L'avevo detto, che erano irrazionali.
Voi ne avete? Vorrei sapere.
Potete anche delurkarvi e firmarvi tutti Clown Bianco o Biancaneve, non scappo.
[Warning: questo post è stato portato in superficie dalla lettura di Coupland, che al solito mi deresponsabilizza con esiti, almeno per me, molto piacevoli].
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