martedì, dicembre 16, 2008

Finale di partita (iva)

Eh, il magazzino.
Allarga le braccia
dondola il capo
prende in mano una tazzina
guarda la tazzina
come se non fosse una tazzina
ma un componente elettronico
un multimetro
una stazione saldante
un oscilloscopio
un rifrattometro
tutta roba che fa reddito,
e ammettiamo che sia anche un valore,
ma reddito,
lì ferma in magazzino.
Immobile.
Tu lo sai, dice,
lo sai che chiudere
è più difficile che separarsi?
Ha la faccia stanca
di uno che ha dormito in auto
davanti alla casa dell'ex.

lunedì, dicembre 15, 2008

Comunicazione di Servizio, Sovietici, Zombie, Spore e... Metallica?

Comunicazione di servizio
Mie vaghe stelle dell'URSS,
in questi giorni sto (felicemente) chiudendo con il vecchio lavoro: le unità tempo sono molto poche, dunque per ora continuerò soprattutto a tradurre stabilmente per Tlaxcala e a pubblicare su 2.0. Non preoccupatevi se risponderò in ritardo o in maniera poco soddisfacente alle mail (ma sarebbe troppo chiedervi di scrivermi comunque perché tanto le leggo?) e se farò apparizioni solo sporadiche nei commenti.
Posterò disordinatamente, non so ancora se pochissimo o tanto, se pironate di fatti miei o vecchi frasari, poesie sul mondo fluttuante o link vichinghi.
Si vedrà.
La festina prenatalizia nei commenti comincia oggi per continuare, direi, fino agli inizi di gennaio. Delurkarsi, travestirsi, declamare, sprizzare, ballare e no litigare che a dicembre mi siete sempre nervosi.
Vi abbraccio.

Spore!
Ma l'avete visto il video di "All Nightmare Long" dei Metallica (URSS, fantascienza, horror, bario, zombie, spore che rianimano la carne, robot sovietici che occupano città americane piene di morti viventi, ecc.)?

Un paio di spore anche per i Metallica, grazie (come fanno a restare musicalmente carne morta dal 1988?), però il video vale.

venerdì, dicembre 12, 2008

L'efficacia della comunicazione



Da una grammatica russa per l'ottava classe (terza media):

Dialogo

1. Scrivete le parti mancanti del dialogo;

2. Indicate le frasi semplici composte da un solo elemento e determinatene il tipo;

3. Valutate il dialogo dal punto di vista dell'efficacia della comunicazione (v. § 2-3)


- Cosa posso regalarti per il tuo compleanno?

- ...

- Ma comprerò comunque qualcosa! Magari c'è qualcosa che ti serve?

- ...

- Ma è impossibile!

- ...

- Accidenti, ma mi costerà un sacco! Pensi che abbia tutti questi soldi? E chi te le vende, queste cose, senza ricetta medica?

[Cosa ha chiesto, il festeggiato? Cialis, Viagra, Xanax, Levitra, Ambien, Valium, blue pills? Sanguisughe fresche?]

giovedì, dicembre 11, 2008

Tosto, un medico

Dal Traveller's Manual of conversation in four languages, English, French, German, Italian. With vocabulary, short questions, etc. (1896)

Desidererei parlare con un medico, sono alquanto indisposto.
Vorreste avere la bonta di farmene chiamare uno, e tosto.

Conoscete un medico che parli inglese? Basterebbe che capisse il francese.

Potreste indicarmi una farmacia?
Voglio comprare alcune medicine, un po' di sal (solfato di soda), del rabarbero, del calomelano, bleu pills. Avete sanguisughe fresche? Queste non s'attaccano, abbiate la bontà di cambiarle.

Potrei avere un bagno caldo?

mercoledì, dicembre 10, 2008

Le ansie immotivate non esistono

- No, e allora. L'altro giorno, verso le sette di sera, suonano il campanello. E cosa penso, io?
- Col cavolo che apro.
- E infatti, che magari è la suocera che mi porta in dono una confezione natalizia di zampe di gallina.
- O di criceti morti.
- Appunto. Però mi accorgo che stanno suonando anche agli altri appartamenti, dunque tiro su il citofono per sentire se qualcuno risponde. E infatti la tizia del piano di sotto risponde.
- Grande origlio.
- Grande origlio, ma già ero un po' alterata perché pensavo a quelli che si approfittano delle persone anziane e sole per spillargli soldi. Tipo i miei, che se a mia madre dicono "Signora, raccogliamo soldi per un'ambulanza, potrebbe servire anche a lei", quella scuce subito. Maledetti. Così la vicina dice "Chi è?" e questo le fa "Sono di una grande azienda, mi apra".
- Sè, grande azienda. L'Uomo del Monte.
- "Ma come si chiama?" insiste lei; e lui "Sono di un'azienda, lei mi apra che poi glielo spiego". E allora non ce l'ho fatta più.
- E?
- Gli ho urlato nel citofono con la mia peggiore voce da prof: "Senta. Lei capisce, vero, quanto tutto ciò risulti patetico e ridicolo? Chiedere alla gente di aprirle la porta di casa così? Se ne rende conto? Sì? E allora alzi i tacchi e se ne vada!"
- Alzi i tacchi!
- Ah, sì. E se ne vada.
- Come vorrei essere capace di dire esattamente questo, nei momenti giusti, invece di balbettare imbarazzo e buona educazione.
- Io sono capace di dirlo solo al citofono, però.
- Ma è già qualcosa. "Patetico, ridicolo, alza i tacchi".
- Piace?
- Tantissimo.
- L'altro giorno il medico mi ha chiesto se soffro di ansie immotivate.
- Ma esistono, le ansie immotivate? Un motivo c'è sempre. Almeno per noi.
- Infatti: gli ho chiesto cosa intendesse.
- Curioso.
- E lui, "Mettiamo che sia seduta tranquilla sul divano di casa sua e che improvvisamente si innervosisca all'idea che possa squillare il campanello".
- Ma pensa te.
- Quell'uomo non conosce i venditori di Folìto.
- Quell'uomo non ha idea.
- "No, allora niente ansie immotivate", ho detto io.

martedì, dicembre 09, 2008

La Piccola Aiutante di Babbo Natale

Reparto piccoli elettrodomestici, piatti, bicchieri, posate, tappi, vasellame, presine di silverplate, tovagliette all'americana per uno e mezzo, vassoi arte povera, macinapepe grandi come RPG-7 e dosatori di zigulì.
In un hotelette.
Nel mezzo della gelida taiga bassofriulana.
Una donna, un tormento prenatalizio: mia madre.
- Che ansia, ho perso mezz'ora a scegliermi i gambaletti da Calzedonia e mi mancano ancora sei persone.
- Mamma, non è mai successo di arrivare alla Vigilia senza regali.
- No, ma una volta è successo che mi sono slogata la caviglia il tredici di dicembre.
- E capirai.
- Le disgrazie succedono.
- Ma per favore.
- Cosa potrei regalarti?
- Mamma, non lo so.
- Ma ci sarà una cosa che desideri, ti piace e ti serve? Dico io?
- A proposito, sai che a Luca e alla Luisa hanno regalato una macchina del caffé bellissima e gigantesca?
- Oh, finalmente una bella idea!
- Beh, sì, occupa un po' di spazio, però...
- Ma no, intendevo un paio di tazzine graziose per Luca e la Luisa.
- ...
- Quel mestolo di silicone azzurro lo vuoi mettere qui che paghiamo tutto insieme o ce l'hai in mano per caso?
- Per caso.
- Ah, volevo proprio dire.

venerdì, dicembre 05, 2008

Come ella dice citrosodina da codeste parti?

Dal Traveller's Manual of conversation in four languages, English, French, German, Italian. With vocabulary, short questions, etc (1896)

Signori, la cena è in tavola.

Andiamo presto, per ché è tardi. Dobbiamo alzarci a buon'ora domattina.

Io non ho appetito; andrei quasi a letto senza cena.

Vuole dell'umido?

Un tantino, signore; ella è molto cortese. Egli è ottimo quest'intingolo.

Posso servirle un poco di questa indivia? È buonissima.

Mille grazie. Che cosa c'è in codesto altro piatto vicino a lei?

Sono fagiuoli. Ne vuol ella?

No, signore; la ringrazio, voglio mangiare una costerella di castrato.

Vuole un piccioncino, oppure una quaglia?

Grazie. Favorisca di darmi un poco di codesta pernice.

Assaggi di questo pasticcio.

Con piacere. Ancora un po' di crosta, la prego.

Chi dimanda del lepre? Ecco del lombo.

Che cosa c'è in quel piatto all'altro capo della mensa?

Sarà bue arrosto.

Giovanni, accostatemi quel piatto, ch' io trinci quella pollastra.

Signore, pigli dell'insalata, è molto buona, e l'olio è delicato.

No, signora, la ringrazio, non ne mangio mai. Mi dia piuttosto la metà d'un piccione.

Gliene darò un intero; porga il tondo; ella lo mangerà bene.

Giovanni, smoccolate le candele, e date qua l'utello.

Siamo tutti un po' Nicola

Adesso in questo articolo è tutto a posto.
Questa mattina, però, il Corriere aveva trasformato il defunto capo della chiesa ortodossa russa Alessio II - beh - nell'ultimo zar di Russia. Fortuna che c'è sempre un Mostro della Razza Umana che fa salva-schermo per la gioia del Miro. Grazie, Domenico!



Oh ad averci tempo: i legami tra chiesa ortodossa e KGB, le voci sulla presunta appartenenza ai servizi di Alessio II...
Ma non ci ho tempo.
Forse.

[Intanto è di oggi la notizia che i resti di Nicola II trovati a Ekaterinbug nel 1991 e nel 2007 sono veramente di Nicola II. Link, RUS].

giovedì, dicembre 04, 2008

Le custodi

"... Una donna della Galleria Tretjakov mi ha detto che spesso ci torna nel giorno libero, per sedersi davanti a un quadro che le ricorda la casa della sua infanzia. Un'altra custode fa ogni giorno un tragitto di tre ore all'andata e tre ore al ritorno, perché a casa resterebbe seduta nella veranda a lamentarsi delle sue malattie, 'come fanno le vecchie'. Preferisce godersi la gente che osserva, circondata dalla storia del suo paese".

Andy Freeberg, Russian Art Museums Guardians.

[Se anche voi è capitato di pensare che quelle presenze sono interessanti e belle quanto le opere a cui fanno la guardia, e le loro storie magari di più].

mercoledì, dicembre 03, 2008

Utili espressioni di entusiasmo meteorologico

Dal Manualetto della Lingua Russa con la pronunzia figurata, 1906.

Dimoia; l'aria è mite; fa bel tempo; che bel tempo!; che bella giornata!
c'è un bel sole; il sole è troppo cocente; fa caldo; fa un caldo soffocante;
si gronda sudore; c'è molta polvere.

martedì, dicembre 02, 2008

Si parlava di case

"Esiste un rito magico con il quale si invoca e si propizia la pioggia innaffiando la polvere secca della terra. Allo stesso modo si invoca e si propizia l'universo costruendo una casa. La casa è la ricostruzione dello spazio dell'universo come l'acqua versata sulla terra è la ricostruzione della pioggia. [...]
La casa non è una macchina per abitare e l'architettura è fuori di queste faccende.
La casa non è una macchina per abitare perché l'uomo non è né un minerale, né un prodotto chimico, né un raggio luminoso, né un pezzo di ferro, né di legno. Non è un atomo, né un'onda elettromagnetica.
L'uomo è un affare strano che affolla i campi sportivi e si scalmana, riempie gli ospedali e urla, gremisce le chiese e si commisera, si accalca nei teatri e si commuove, affolla le spiagge e si lava.
L'uomo è un affare strano con tumori e sesso, con pazzia e lacrime e così via.
Provate a dire a un medico che gli ospedali sono macchine per guarire, vi riderà in faccia".

Ettore Sottsass, 1956

Donna Viaggia Nel Passato, Inventa Aggettivi, Sogna Lauree Altrui

Sono nella casa in cui abitavo prima. Mi sto vestendo e come sempre nei sogni non so cosa mettermi. Sono già leggermente in ritardo perché devo essere al tuo esame di laurea alle 15.30. Per mia comodità l'esame si tiene a G., all'auditorium, e io ho in mano anche un invito pieghevole in cui si annuncia appunto il tuo esame. A colori, il pieghevole.
Come spesso succede nei miei sogni, io sono lì che penso cosa mettermi ma visualizzo anche l'auditorium, che è ancora vuoto, e mi dico che in effetti in queste cose si accumulano ritardi e farò comunque in tempo.
Mentre sto cercando le scarpe giuste entra in casa mia madre. Come ti sembrano?, le chiedo. Belle, con questa fibbia sono veramente galastine.
Intanto il tempo passa e sono già le quattro e venti, ma tanto io nella mia mente vedo anche l'auditorium e so che ci sono ancora poche persone. Però mi chiedo se ti metterà ansia startene lì in mezzo, in quel posto troppo grande.
Per fortuna i collant che inizialmente erano neri e non andavano bene diventano di un colore naturale, quello che sulle confezioni chiamano castoro o avana o anche daino.
Basta, mamma, dico. Andiamo che devo anche trovare parcheggio.
Così usciamo. È primavera inoltrata e solo ora vedo quello che indosso: un vestito chiaro a fiorellini, leggero e abbastanza bello.
Avvicinandoci alla mia auto notiamo che un vicino di casa ci ha parcheggiato sopra la sua cabrio nera. Mia madre protesta come suo solito. Sul marciapiede fuori di un'osteria ci sono dei vecchi seduti su sedie di paglia. Protestano anche loro per solidarietà, gesticolando. Ce n'è uno che assomiglia vagamente a un luccio.
Nel sogno però a me sembra abbastanza normale che le macchine parcheggino sopra altre macchine. Infatti con qualche manovra e l'aiuto dei vecchi riesco a uscire e parto.
Mentre cerco un parcheggio (al limite parcheggerò sopra un'altra auto) la zona B della mia mente ti vede che entri nell'auditorium, cammini tranquillo fino alla scrivania al centro e ti siedi.
Lo sapevo che si presentava in maglietta, penso.

domenica, novembre 30, 2008

Mumbai, mumble mumble

Sugli attentati di Mumbai io mi starei anche impegnando: il più è distriscarsi dalla gigantesca, irritante, allergenica fuffa complottista per cercare di mettere ordine tra i fatti e trovare buoni commenti e analisi. Al momento però i risultati sono scarsi: mentre mi dilungavo a decifrare il promettente incipit "Maratha warriors like Bal Thakrey and his Shiv Sainiks and Raj Thakrey and his MNS Sainiks were seen nowhere in action of saving their very own Marathi Manush Mumbai" sono solo riuscita a bruciare le zucchine.

Ricapitolando.

1. Ci sono i Deccan Mujaheddin, autori della rivendicazione, ma non si sa esattamente chi siano né cosa vogliano.

2. C'è l'organizzazione militante Laskar-e Toiba (LeT).

3. C'è il Pakistan. Il comandante delle operazioni all'hotel Oberoi ha subito detto che a quanto pare i terroristi venivano dal Pakistan. Cioè, loro dicevano di essere di Hyderabad, ma mentivano. Loro. Insomma. Uno, ce n'è da torturare.

4. C'è il terrorismo islamico interno: gli indiani avrebbero anche arrestato dei simpatizzanti del SIMI, il Movimento degli Studenti Islamici.

5. C'è il grande boss della criminalità di Mumbai, nonché ex uomo della CIA in Afghanistan al tempo della guerra contro i sovietici, Dawood Ibrahim. Terrorismo, riciclaggio di denaro sporco, casinò, narcotraffico, sospetti contatti con la mafia siciliana, soggetto per vari film di Bollywood, parziale ispirazione per un personaggio di Salman Rushdie, forse addirittura già morto: ormai questo Ibrahim io me lo sogno la notte (son belle sparatorie).

6. Ci sono i servizi segreti pakistani.

7. C'è al-Qaeda.

8. C'è la CIA.

9. C'è il Mossad (quello ovunque, peggio dei lettini di rucola negli anni Novanta).

10. Ci sono i militanti indù.

11. Ci sono perfino i separatisti maoisti.

12. E i tailandesi e i somali, via.

Quanta gente.
Sembra la cena della vigilia da mia suocera.

Se stessimo al cinema sarebbe un film tratto da Giochi Sacri di Vikram Chandra. Girato da David Lynch, però.

Non so quando, non so dove e non so come ma aggiornare aggiorno. Lorsignori restino comodi.

Firmato:
La Cuoca di Lenin.
[Zucchine bruciacchiate? Non buttatele, aggiungeteci della provola affumicata e spalancate le finestre].

[continua]

E rieccomi con la scoperta di un bel pezzo di Yoginder Sikand, esperto di Islam e di rapporti interreligiosi in India e aspramente critico nei confronti dell'Hindutva, l'ideologia nazionalista che promuove la supremazia indù. Spiega come si è formato il Lashkar-e Toiba e la sua pericolosa concezione del jihad armato, fa un po' di utile contesto e aggiunge qualche saggia considerazione finale, citando ma tutto sommato tenendo a bada le teorie del complotto su CIA e Mossad. Appena ho tempo posto tutto su 2.0, ma per ora lo trovate su Tlaxcala, qui:
Mumbai sotto assedio, di Yoginder Sikand.

[continua]

Comunque ve l'avevo detto, che Dawood Ibrahim avevo cominciato a sognarmelo la notte.
Che ci sia o no lil suo zampino (e secondo il solitamente bene informato Wayne Madsen, il cui blog è accessibile solo agli abbonati, ci sarebbe) vale comunque la pena di leggere l'ennesimo istruttivo caso di amicizia USA andata a male. Da figlio di poliziotto a re della criminalità di Bombay, a uomo dei servizi americani e pakistani, per poi riconvertirsi in vendicatore e figura di proporzioni bollywoodiane. È addirittura più fotogenico di bin Lade, ha ispirato l'Abraham Zogoiby di Rushdie e il Suleiman Isa di Chandra, più qualche film. Forse adesso è morto. Il che aggiunge un vago charme all'imprendibilità del personaggio.
Dawood Ibrahim: una mente criminale dietro l'incubo di Mumbai?, di Yoichi Shimatsu.

[continua]

Sempre a proposito di Ibrahim (e qua attenti che entriamo nella conspiracy hardcore) il Wayne Madsen di cui parlavo poco fa non solo è stato il primo a puntare su questa pista.
Madsen si concentra anche sulla Chabad House, il centro ebraico dove sono stati uccisi il rabbino e sua moglie. Ibrahim, dice Madsen, sospettava che la mafia israeliana stesse complottando con le bande criminali estremiste indù per soppiantarlo sulla piazza di Mumbai.

Ma la cosa più interessante è che Madsen fa una breve storia delle Chabad House, usate non solo come rifugi e centri logistici per i servizi segreti israeliani ma anche come copertura di attività criminali. La ricostruzione di Madsen si basa su notizie d'agenzia, dunque vale la pena di riportarla. Nel marzo del 1989 la polizia statunitense sgominò una rete criminale a Seattle, Los Angeles, nel New Jersey, in Colombia e Israele che coinvolgeva anche una Chabad House, responsabile di riciclaggio di denaro sporco.

Adi Tal, ex dipendente della linea aerea israeliana El Al emigrato negli Stati Uniti da Israele nel 1983, e il suo braccio destro Nir Goldeshtein, furono giudicati colpevoli dal Tribunale distrettuale di Newark per il riciclaggio di 25 milioni di dollari. Il denaro veniva mandato a Panama e in Colombia e poi esportato illegalmente in Gran Bretagna, Germania Ovest e Israele sotto forma di assegni, assegni circolari, vaglia postali e contanti. Il denaro era poi trasferito su conti panamensi. Tal e Goldeshtein vivevano a Edison, New Jersey, dove si erano trasferiti da Seattle. Goldeshtein aveva tentato di depositare 437.000 dollari nella filiale londinese di Citibank.

I federali dissero che Tal era in combutta con Jose Stroh, specializzato in riciclaggio di denaro sporco per il cartello colombiano di Cali. Furono incriminate sedici persone, ma cinque non vennero mai prese. Di queste cinque, Nir Levy, Rea Lev-Ari e Dov Feldman fuggirono in Israele ed evitarono l'estradizione negli Stati Uniti. Tra i fuggiaschi c'era il reclutatore di Tal, l'israeliano Enrique Korc. Tra gli incriminati c'era il rabbino Sholom Levitin, fondatore e capo della Chabad House di Seattle. Tal disse che il soldi riciclati erano "investimenti" israeliani e Levitin negò che la loro provenienza fosse illegale.
Tal avrebbe detto ai suoi uomini, in prevalenza israeliani, che "il denaro veniva da Israele e serviva per investimenti negli Stati Uniti" o che "aveva in qualche modo a che fare con il Mossad, i servizi segreti israeliani".

Secondo una notizia UPI del 17 marzo 1989, uno degli israeliani incriminati e giudicato colpevole, l'ex capitano dell'aeronautica israeliana Moshe Begim, raccontò che gli avevano detto che i soldi erano del Mossad e servivano a finanziare guerriglieri anticomunisti in America Centrale. Gli inquirenti descrissero Begim e un altro membro della banda israeliana, Baruch Zeltzer, rispettivamente come i capi delle operazioni di Los Angeles e Seattle operations. Zeltzer viveva alla Chabad House di Seattle. Fu giudicato colpevole e condannato anche un altro ex militare israeliano che risiedeva a Seattle, Avsholom Hazan. Due israeliani che avevano preso parte all'operazione di Begim a Los Angeles, Alon Redko e Guy Marom, ex membro della Forza di Difesa israeliana, furono anch'essi condannati. La maggior parte degli israeliani incriminati aveva fatto parte del personale di El Al.

Nel 2007 la polizia israeliana arrestò dei capi Chabad per riciclaggio di denaro sporco. Un canale televisivo israeliano riferì che uno dei sospettati di riciclaggio era Arkadi Gaydamak, un mafioso russo-israeliano che si era anche candidato senza successo a sindaco di Gerusalemme. Tra gli arrestati c'era Yosef Aharanov, direttore della Young Chabad Association, che secondo il JPost era stato a capo della campagna Chabad "Bibi is Good for the Jews", che appoggiava la candidatura di Binyamin Netanyahu a Primo Ministro nel 1996.

Ci sono Chabad House a Bogota e Barranquilla, Colombia; La Paz, Bolivia; Kinshasa, Congo; San Jose, Costa Rica; Santo Domingo, Repubblica Dominicana; Quito, Ecuador; Tbilisi, Georgia; Baku, Quba, e Sumqait, Azerbaijan; Pechino, Guangzhou, Shanghai e Hong Kong, China; Guatemala City, Guatemala; Luang Prabang, Laos; Cancun e Tijuana, Mexico; District Thamel di Kathmandu, Nepal; Cusco e Lima, Peru; Chiang Mai, Phuket e Koh Samui, Thailand; Caracas, Venezuela; e Ho Chi Minh City, Vietnam.
In aggiunta a Mumbai, in India ci sono Chabad House a Bangalore, Goa e Manali.

Fonte: WMR

[Valeva la pena di riassumerlo, secondo me. Ci ho perfino ritrovato Arkadi Gaydamak (ecco un'altra delle sue imprese)]

Aggiornamento del 2 dicembre:
Dopo il fatidico lancio della moneta, le traduzioni, i post di sintesi e gli approfondimenti si trasferiscono su mirumir 2.0.

venerdì, novembre 28, 2008

Ci stan camin che fumano

Sempre a proposito di perigliosi viaggi in battello, un classico Baedeker: il Traveller's Manual of conversation in four languages, English, French, German, Italian. With vocabulary, short questions, etc (1896).

Nell'imbarcarsi, e di quel che succede in mare

Entrino, signori, nella scialuppa; badino a non farsi male.

Mi pare che il mare sia agitato di molto. Il vascello si è molto inoltrato in mare, e se mai avessimo una scionata, la scialuppa potrebbe capovolgersi, prima che fossimo arrivati.

Non c'è pericolo.

Non vi è da temere.

Ciò non è nulla.

Eccoci giunti al vascello; ma avete durato gran fatica, avete dovuto remigar molto.

Il vento cresce. Mirate quell'onda spaventevole che viene ad infrangersi contro la nostra nave. Temo che avremo una burrasca: il cielo è molto fosco verso ponente.

Il mare è molto fiero; le onde sono burrascose; il moto del vascello mi rivolge lo stomaco; mi duole la testa.

Ho un gran dolor di capo.
La puzza di catrame mi fa male.

Fiuti un po' d'acqua di Cologna, che le farà bene.

Ho gran voglia di recere.

Bea una goccia di essenza di ginepro, che le sarà di sollievo forticandole lo stomaco.

Sono debole assai; voglio coricarmi in branda.

Sì, si corichi, che le farà bene.

Sto un poco meglio, il riposo mi ha fatto bene.

Il vento si è anche calmato, ed il mare è tranquillo.

Come si chiama quest'uccello?

È un gabbiano.

Mi pare che dovremmo bentosto scorgere la spiaggia, perché sono già dieci ore che siamo in viaggio.

Ed è già un pezzo che vediamo la spiaggia.

Dov'è?

Laggiù quella parte nuvolosa e turchiniccia.

Ah sì! Distinguo adesso molto bene la terra col mezzo del mio telescopio.
Che bastimento è quello che si avvicina a noi?

È la barca della dogana.

Sbarco

Eccoci giunti finalmente sani e salvi; ma abbiamo però corso qualche pericolo; che ne dite, signor capitano?

Anzi, signori: abbiamo fatto buonissimo viaggio. Abbiamo fatto in un giorno e mezzo quel che di solito si fa in tre, quattro, ed in cinque giorni.

[L'insuperabile "Ho gran voglia di recere" gareggia con l'inglese "I am very much inclined to be sick"].

giovedì, novembre 27, 2008

Là in mezzo al mar

Dal Manualetto della Lingua Russa con la pronunzia figurata, 1906.

In battello, frasi utili

Non voglio mangiare; mi sento male; mi viene da vomitare; soffro il mal di mare; vado a coricarmi.

Un segnale di campana; una collisione; siamo arenati; un guasto in macchina; un incendio; è l'ora del pranzo.

mercoledì, novembre 26, 2008

Esercizio tolstojano

Dal Manualetto della Lingua Russa con la pronunzia figurata, 1906.

Un tale morendo lascia 24591 rubli; al maggiore figlio lega la quarta parte della somma, al secondo il terzo, al terzo i tre ottavi, il resto ai poveri.
Quanto rimane ai poveri?

martedì, novembre 25, 2008

La minuta del giorno

Da Manualetto della Lingua Russa con la pronunzia figurata
(ristampa anastatica di edizione del 1906, regalo di Prezioso Bracciodestro)

All'albergo, ecc.

C'è pranzi in comune? A che ora?
Si può avere il pranzo qui?
Portatemi la minuta.
Dov'è la sala da pranzo?

Portatemi del sapone, un asciugamani, dell'acqua, dei fiammiferi, una candela, un lume, un paralume.

Dov'è la chiave? La bugia? Il cesso?

Fino a che ora si può star fuori la notte?
C'è un chiavino per la porta di strada?

[Grammatiche e frasari anzianotti, mia segreta passione]

I Migliori Cervelli d'America

E dai, si temeva Larry Summers al Tesoro, invece è finito soltanto al Consiglio nazionale per l'economia.
Larry Summers! (di Mark Ames non si butta mai via niente).

lunedì, novembre 24, 2008

Brutto Posto di Confine Vanta Bellezza Interiore, Digos si Dissocia

Se chiedete a un goriziano della sua città farà il possibile per convincervi ad andarvene. Allargherà le braccia, atteggerà il volto alla sua migliore espressione tendenza Basaglia e si giustificherà così:
"Siamo indietro su tutto",
o anche
"Abbiamo solo il castello, ma è finto",
oppure, se va di fretta:
"A Gorizia non c'è niente".

Da tre anni questo brutto posto di confine si riempie per qualche giorno di cultura gratis: mostre, cinema, poesia, profezie, emozioni, letteratura, economia, ideologia, musica, psicanalisi, vino. Il pubblico è attento, divertito e molto vario, in ogni caso diverso dal Genere Grandi Eventi, quello che fa numero e bivacca disorientato fotografando col flash gente vista alla tv.
Grazie signor Princis, grazie associazione ex-border.
Noi si apprezza tanto, soprattutto di questi tempi.

Firmato: La Cuoca di Lenin.

[Un commosso ringraziamento anche ai due zelanti agenti della Digos che nella notte tra venerdì e sabato hanno tirato giù dal letto Mario Capanna nella sua stanza d'albergo alla Transalpina ("Come mai a Gorizia? Cosa deve fare qui? Intende andare in Slovenia?"). Alle due di notte. Mario Capanna. Adesso ditemi voi].

giovedì, novembre 20, 2008

Quattro volte Žižek

Il Piccolo, 20 novembre 2008, pagina 11.



Il Piccolo, 20 novembre 2008, pagina 21 (cliccate per ingrandire).



Cosa deve fare al giorno d'oggi una ragazza per essere un po' Chic & Žižek, signore mie!