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mercoledì, ottobre 31, 2007

VVP e il poligono

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e si preparava ai dibattiti pre-elettorali di "Russia Unita". Sulla scrivania di Vladimir Vladimirovič™ squillò il telefono. Vladimir Vladimirovič™ sollevò il ricevitore senza indugio.
- Ascolta, bratello, - nel ricevitore risuonò una voce bassa e insinuante, - Come ti va?
- Come, come mi va - Vladimir Vladimirovič™ non capiva, - Chi è? Da dove chiama?
- Che differenza fa, sapere chi sono, - disse quietamente la voce, - Sei andato alla cerimonia al poligono di Butovo?
- Sì che ci sono andato, - annuì Vladimir Vladimirovič™.
- E allora, come ti è sembrato? - domandò piano la voce.
- Che enorme tragedia, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Dobbiamo ricordarla e... e insomma, cose così.
- Sì, tu ricorda, ricorda, - disse piano la voce, - Noi intanto abbiamo tenuto tutto in ordine, sai. Possiamo riaprire anche domani e lavorare, lavorare, lavorare. Cioè, se serve di nuovo il poligono, basta che ce lo dici.
- Perché dovrebbe servire? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva, ma lo sconosciuto aveva già riagganciato.
Vladimir Vladimirovič™ si strinse nelle presidenziali spalle e ritornò ai suoi dibattiti pre-elettorali.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

giovedì, ottobre 25, 2007

VVP e la lista

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e scriveva gli auguri di compleanno al governatore della Čukotka Roman Arkad'evič Abramovič.
- Roma caro! - scrisse Vladimir Vladimirovič™ sul suo foglio di carta intestata, - Bratello!
A un tratto le imponenti porte dello studio presidenziale si aprirono e nella stanza entrò muovendosi sui suoi piccoli cingoli il presidente della Duma, l'androide Boris Gryzlov.
- Che guaio! - urlò dalla soglia il presidente.
- Che accade?! - domandò Vladimir Vladimirovič™ sobbalzando sulla poltrona presidenziale, - Va a fuoco qualcosa?
- Adesso sei il primo della nostra lista elettorale, - cigolò l'androide, - Fai un po' tu.
- E allora? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- Da quando sei capolista, - spiegò il presidente, - Fanno tutti a gara per entrare nel partito! Di corsa!
- E questo è bene! - Vladimir Vladimirovič™ sorrise.
- Ma quale bene? - gli occhi dell'androide lampeggiarono, - Il carburante non basterà per tutti! Aumenterà il prezzo della benzina!
- A questo non avevo pensato, - borbottò Vladimir Vladimirovič™, - Boh, allora... bisogna chiudere le iscrizioni al partito?
- Non l'ho proposto io, sia chiaro! - il presidente sferragliò, si voltò e uscì dallo studio lasciandosi dietro una nuvoletta di fumo grigio-azzurro.
Vladimir Vladimirovič™ restò in ascolto del presidenziale se stesso. Ronzava sommessamente.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

mercoledì, ottobre 24, 2007

VVP e la Žiguli

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e si studiava il programma del partito "Russia Unita". Sulla scrivania di Vladimir Vladimirovič™ prese a squillare il telefono. Vladimir Vladimirovič™ afferrò subito il ricevitore.
- Ascolta, bratello, - nel ricevitore risuonò la voce del vice capo dell'Amministrazione Vladislav Jur'evič Surkov, - Accendi la tv.
Vladimir Vladimirovič™ premette un pulsante del suo pannello presidenziale e sulla parete di fronte si accese uno schermo enorme. Apparve un tizio con i capelli lunghi e la giacca di pelle seduto in riva a un lago.
- Che è sta roba? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- 'Speta, adesso canta - rispose Jur'evič.
- Ghitarr ghitarr ghitarr, - si mise a cantare il tizio, saltellando con la chitarra in mano, - Cam tu mai buduàr...
- Che delirio... - borbottò Vladimir Vladimirovič™.
- Ghitarr ghitarr ghitarr, - cantava il tizio, adesso a bordo di una "Žiguli" ferma, - Giamp tu mai yaguar...
- Chi è, uno di Saranno Famosi? - domandò Vladimir Vladimirovič™.
- Ma no, - spiegò Vladislav Jur'evič, - Non so chi sia. Però ho pensato: perché non ti compri una "Žiguli"? Fa una gran bella figura. La "Volga" è un po' antidemocratica. E la "ZAZ", beh, è ridicola.
- Una "Žiguli"? - rifletté Vladimir Vladimirovič™, - Mh, forse...
- Ghitarr ghitarr ghitarr, - cantava il tizio sullo schermo, saltellando tra le betulline, - Cam tu mai buduarrr...

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

giovedì, ottobre 18, 2007

VVP risponde

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Vladimir Vladimirovič™, - domandò a Vladimir Vladimirovič™ il conduttore Brilev, - Come ricorderà l'anno passato?
- Come prima cosa voglio fare a tutti le mie congratulazioni per il calcio, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Comunque la cosa che mi è piaciuta di più dell'anno passato è stata tutta questa storia sui miei successori. Riuscita bene, vero? Che risate. Meglio di quanto mi aspettassi.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Ho proprio qui delle cifre... - bofonchiò Vladimir Vladimirovič™, senza staccare gli occhi dal suo bloc notes, - Tre, sedici, ottantaquattro. Sei e due, sette e otto. Quindici. Sessantasette. Due. Quattordici e tre. Tredici e quattro. Percentuale del cinque virgola dieci. Percentuale del venti virgola uno. Un anno e mezzo-due anni fa. Sei e cinquanta. Cinque e trenta. Seicentomila persone. Otto e cinque. Due mesi e mezzo. Fino a mille rubli. Cinquecento e anche più.
- Apperò, - rispose il conduttore Brilev, - Passiamo ora al collegamento con le città.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, Vladimir Vladimirovič™, - disse il conduttore Ernest Mackjavičus, che chissà come era finito a Vladivostok, - Proprio in questo momento è arrivato un gruppo di abitanti dell'isola Russkij. Cominciamo con loro.
- Egregio Vladimir Vladimirovič™, - disse una donna dai capelli rossi, fissando la telecamera, - È molto caro prendere l'aereo! Cosa dobbiamo fare? Siamo tagliati fuori dalla Russia.
- È caro? - si stupì Vladimir Vladimirovič™, - Ma è comodo. Io lo prendo tutti i giorni, e niente da dire.
- Ma noi viviamo su un'isola! - disse la donna, - Riponiamo tante speranze nel summit e in lei! Che ne sarà di noi quando lascerà la presidenza?!
- Questa è una grande questione per tutto il paese, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Che ne sarà di voi quando lascerò la presidenza... prego, un'altra domanda.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, Vladimir Vladimirovič™, - disse uno studente, - Mi chiamo Vladislav. Qua stanno arrivando i cinesi. Cosa dobbiamo fare? Io non voglio andarmene!
- Vladik, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Neanch'io voglio che ve ne andiate. Mosca non è mica fatta di gomma. Sa che ingorghi si sono, qui da noi? Non si passa neanche con i lampeggiatori! Meglio se ve ne restate a Vladivostok. Posto ne avete. I soldi li tireremo fuori. 'Sti soldi... prego, la prossima domanda.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, - disse un tizio calvo con i baffi, - Da quest'anno i miei figli vanno all'asilo. Ma lì ci chiedono le bustarelle. Sarà cambiato qualcosa quando i miei bambini andranno a scuola?
- Ne dubito, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Abbiamo la corruzione, noi, sa. Stiamo al centoottantatreesimo posto. Sa cosa può fare? Mandi direttamente i suoi figli a scuola, così non deve sganciare soldi per l'asilo. Prego, la prossima domanda.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Vladimir Vladimirovič™! - disse al telefono un uomo in collegamento da Samara, - Sono un tenente colonnello in pensione. Saranno ripristinati i sussidi per i veterani?
- La questione è ben nota! - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Noi abbiamo delle cartucce. Le volete le cartucce? Poi decidete voi se venderle e ricavarci del denaro. Possiamo distribuire circa quaranta miliardi di cartucce. Basteranno per tutti. Vi prometto che prestissimo uscirà un decreto. Prossima domanda, prego.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, - disse un uomo in collegamento telefonico, - Regione di Krasnodar.
- Piacere, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Vladimir Vladimirovič™.
- C'è questo condono edilizio... - disse il tizio della regione di Krasnodar.
- Sa, pensavo a quelle cartucce... - bofonchiò Vladimir Vladimirovič™, senza lasciarlo finire, - Ho deciso che oltre alle cartucce distribuiremo anche le granate. Così tutti potranno compensare le entrate insufficienti. Il condono edilizio... è una questione complessa. È stata posta più volte. Prossima domanda.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, Vladimir Vladimirovič™, - disse un tizio in collegamento telefonico, - Sono un invalido privo di entrambe gambe. Perché ogni volta che c'è qualche cambiamento ci costringono a subire ulteriori controlli? Non è che le gambe ci ricrescono...
- Noi pensavamo che ricrescessero, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Per quello volevamo verificare. È risultato che effettivamente non ricrescono. Non saranno fatte altre verifiche.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Vladimir Vladimirovič™, - disse un uomo, - Sono un tornitore. Dica un po', cos'è questo piano di Putin?
- Chi ha dato il permesso di fare questa domanda? - domandò Vladimir Vladimirovič™ ai conduttori, - Ma siete matti?! Quello è un piano segreto! Così segreto che non lo conosco neanch'io! Così segreto che non lo conosce nessuno! E non si può. Perché se si sapesse in giro me lo ruberebbbero, me lo rovinerebbero. Ecco perché il piano di Putin, scusate tanto, è segreto. Prossima domanda, e mandate un agente a prelevare quell'uomo.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Vladimir Vladimirovič™, - domandarono dal villaggio di Podkolodnovka, - Ho otto figli. Lavora solo mio marito. Com'è possibile tirare avanti?
- Le servono ancora sette mariti, - rispose prontamente Vladimir Vladimirovič™, - La questione è semplicissima. Se vuole glieli mando. Ho qualche colonnello, sotto mano. Aspetti, eh.

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Un giorno Vladimir Vladimirovič™ rispondeva alle domande dei suoi cittadini.
- Salve, - disse un uomo, - Sono un piccolo allevatore. Io vendo il latte a otto rubli il litro, ma nei negozi ne costa trenta.
- Passi al grano, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Ne ho già parlato. Si immagini, ben presto chi coltiva il grano sarà come chi si occupa di gas e petrolio. Guardi, sto già pensando di lasciar perdere quella Gazprom e di fondare una nuova corporazione, Bioprom. Produrremo biocombustibile. Mi piace molto, questa cosa. E il latte, agli adulti fa male bere latte. Prossima domanda, prego.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

mercoledì, ottobre 10, 2007

VVP e le Rotelline

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e ricordava i festeggiamenti per il suo cinquantacinquesimo compleanno in compagnia dei membri del Consiglio di Sicurezza e delle più alte cariche dello stato.
- Ma lo sai, - nella testa di Vladimir Vladimirovič™ risuonò a un tratto la nota voce gorgogliante del suo marziano personale, - Che qua dentro ci sono delle rotelline? Appaiono e scompaiono. Non va mica bene. È impossibile concentrarsi.
- Dove? - pensò con orrore Vladimir Vladimirovič™, - Quali rotelline?!
- Dove, nella testa, - gorgogliò il marziano, - A proposito, guarda che ti stai trasformando in un robot. Certo, la trasformazione non è ancora definitiva. Ma meglio se mi cerco con calma un'altra testa...
- Cosa... come? - pensò indignato Vladimir Vladimirovič™, - Come, un'altra testa? E io?
- Eh, tu... - gorgogliò il marziano, - I marziani non vivono nei robot. Nei robot vivono solo, come si chiamano... i virus dei computer.
A Vladimir Vladimirovič™ cominciò a girare la testa.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

venerdì, ottobre 05, 2007

VVP e gli Androidi

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e si preparava a diventare deputato della Duma.
A un tratto le imponenti porte dell'ufficio presidenziale si spalancarono e fece il suo ingresso con passo deciso il presidente del Consiglio della Federazione Sergej Michajlovič Mironov. Sergej Michajlovič aveva la barba lunga, calzava degli stivaloni di similpelle e portava sulle spalle un voluminoso zaino di tela catramata. Il presidente teneva nella mano destra una grande piccozza.
- Che accade, bratello? - domandò sconcertato Vladimir Vladimirovič™.
- Canaglia, ecco cosa c'è, - gli rispose Sergej Michajlovič agitando la piccozza verso Vladimir Vladimirovič™.
- Ehi, ehi! - Vladimir Vladimirovič™ scattò su dalla poltrona presidenziale, - Chiamo subito le guardie del corpo!
- Me ne frego delle tue guardie del corpo, - rispose Sergej Michajlovič abbassando la piccozza, - Di te, del tuo Consiglio della Federazione, del tuo Cremlino e di tutte queste tue elezioni. Vado nei campi. Sono un geologo, non un androide!
Sergej Michajlovič si voltò e uscì con passo deciso dallo studio.
Vladimir Vladimirovič™ telefonò subito al capo della sua Amministrazione Vladislav Jur'evič Surkov.
- Ascolta, bratello, - disse preoccupato Vladimir Vladimirovič™, - Io te l'avevo detto che il piano "Russia Unita" era pericoloso!
- Cos'è successo? - domandò Vladislav Jur'evič.
- Gli androidi si stanno trasformando in esseri umani! - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Mironov è andato nei campi! A fare il geologo!
- Ah, ma non c'è niente di terribile, - spiegò Vladislav Jur'evič, - Vedi, esistono le cosiddette leggi della robotica.
- Questo lo so, - annuì Vladimir Vladimirovič™, - Un androide non può nuocere a un essere umano. E via dicendo.
- Tipo, sì, - rispose Vladislav Jur'evič, - Ma c'è un'altra legge poco conosciuta.
- Quale? - domandò Vladimir Vladimirovič™.
- Questa legge afferma, - disse Vladislav Jur'evič, - Che la quantità di androidi in natura deve restare costante. In altre parole, non devono diventare più numerosi. Altrimenti le macchine si ribellano e l'umanità è kaputt.
- Beh? - domandò con impazienza Vladimir Vladimirovič™, - E allora?
- E allora, - spiegò Vladislav Jur'evič, - Quando un umano si trasforma in androide, un androide si trasforma in umano, e...
- Ma allora chi, chi è diventato un androide al posto di Mironov? - Vladimir Vladimirovič™ interruppe Vladislav Jur'evič.
- Beh... - Vladislav Jur'evič esitò, - Ehn…
Vladimir Vladimirovič™ udì un quieto ronzio e si guardò attorno. Nello studio non c'era nessun altro, oltre a lui.
Vladimir Vladimirovič™ si sentì impallidire.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

martedì, settembre 04, 2007

VVP e lo storione

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin faceva colazione nella sua residenza di Novo Ogarёvo, fuori Mosca. Gli faceva un po' male la testa.
Di fronte a Vladimir Vladimirovič™ al grande tavolo ovale era seduta la sua presidenziale consorte.
- Volodja, - disse piano la consorte di Vladimir Vladimirovič™, - Tu e io dobbiamo parlare di una cosa seria.
- Non lo faccio, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Se avessi provato sapresti perché due mandati bastano e avanzano. E perché mai, poi? Abbiamo già tutto. Andremo a vivere in Sardegna...
- Non intendevo questo, - tagliò corto la consorte di Vladimir Vladimirovič™, - Mi hanno riferito che di recente hai baciato un pesce.
- Cos'è che ho baciato? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- Un pesce, - rispose la consorte di Vladimir Vladimirovič™, - Uno storione, sembra.
- Ma quale storione? - si stupì Vladimir Vladimirovič™, - Ma che storie mi racconti? Prima quel bambino, adesso 'sto storione...
- Sì sì, - annuì la consorte di Vladimir Vladimirovič™, - È proprio così. Prima c'è stato il bambino. E adesso lo storione. Cosa bacerai la prossima volta, eh? Un ranocchio?
- Ma se non ho baciato nessuno! - esclamò Vladimir Vladimirovič™, - Né bambini, né pesci... Io amo te! E le bambine!
- E neanche te lo ricordi, - sospirò la consorte di Vladimir Vladimirovič™, - Questo è quello che mi preoccupa più di tutto. Va bene, mettiamo che tu abbia baciato un bambino. Oppure un pesce, via. Sei il presidente, sei stanco, cosa vuoi che sia... Ma non te ne ricordi neanche! Vuol dire che quando lo fai non sei cosciente! E io sono preoccupata.
- Non posso fare le cose senza essere cosciente, - disse Vladimir Vladimirovič™, arrossendo un po', - Io ho il bottone rosso, sai.
- E ti metterai a baciare anche quello?! - esclamò la consorte di Vladimir Vladimirovič™ scoppiando a piangere.
- Ma suvvia... - borbottò Vladimir Vladimirovič™, alzandosi da tavola e avvicinandosi alla moglie, - Ljudmila! Non bacerò nessun bottone! Cosa dici mai...
- Sono stanca! - disse la consorte di Vladimir Vladimirovič™ tra le lacrime, - Sono così stanca, Volodja! Quando finirà tutto questo?
- Ad aprile, a quanto pare, - bofonchiò Vladimir Vladimirovič™, accarezzando il capo della consorte, - E poi, in Sardegna!
- Forse sarebbe meglio a Kaliningrad? - singhiozzò la consorte di Vladimir Vladimirovič™, - Dalla mamma?
- E allora andremo a Kaliningrad, - acconsentì prontamente Vladimir Vladimirovič™.
La consorte di Vladimir Vladimirovič™ sospirò.
Le sue spalle continuavano a sussultare, ma i singhiozzi non erano più udibili.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru


venerdì, agosto 31, 2007

VVP e il Procuratore Generale/3

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva al grande tavolo presidenziale nel suo studio all'interno del Cremlino. All'altro capo del tavolo sedeva il Procuratore Generale Jurij Jakovlevič Čajka.
- E poi stiamo indagando sul commercio illegale di cellulari confiscati, - dichiarò Jurij Jakovlevič.
- Illegale? - ripeté Vladimir Vladimirovič™, - Perché, esiste forse un commercio legale di cellulari confiscati?
- Esiste, - annuì il Procuratore Generale, - I beni confiscati vengono rivenduti. Attraverso il RFFI [Fondo Russo per l'utilizzo dei Beni Federali].
- Interessante... - borbottò Vladimir Vladimirovič™, - Ma qui leggo che esiste anche la produzione e diffusione illegale di materiale pornografico.
- Esiste, - annuì nuovamente Jurij Jakovlevič.
- Ciò significa che c'è una produzione e diffusione legale di materiale pornografico? - indagò Vladimir Vladimirovič™.
- Certo, - il Procuratore Generale si strinse nelle spalle, - Quel Prjanišnikov produce e diffonde [Sergej Prjanišnikov, regista di film pornografici]. Come se niente fosse.
- E qui invece c'è scritto, - Vladimir Vladimirovič™ sfogliava alcune carte, - Manifestazioni di estremismo non autorizzate. Perché, ne esistono anche di autorizzate?
Jurij Jakovlevič allargò le braccia, in silenzio.
- Dunque, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Direi che dentro quella testa c'è un bel casino. Non sono cose per un Procuratore Generale, queste: pornografia, cellulari... Su, scrivi.
Il Procuratore Generale aprì il bloc notes, svitò il cappuccio della sua stilografica Montegrappa e si preparò a prendere appunti.
- Scrivi, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Quando un imprenditore diventa troppo trasparente diventa difficile vederlo. Hai scritto?
Il Procuratore Generale annuì.
- E non c'è niente di peggio di un imprenditore invisibile, - continuò Vladimir Vladimirovič™, - Per questo, non appena un imprenditore comincia a diventare trasparente bisogna subito arrestarlo.
- Arrestarlo? - si stupì Jurij Jakovlevič, - Perché?
- Per non perderlo, zuccone! - spiegò Vladimir Vladimirovič™, - Scritto tutto?
Il Procuratore Generale annuì nuovamente.
- Esegui, - tagliò corto Vladimir Vladimirovič™ prima di immergersi nelle sue carte.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru


giovedì, agosto 30, 2007

VVP e il Procuratore Generale/2

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin e il Procuratore Generale Jurij Jakovlevič Čajka passeggiavano per i tortuosi vialetti del Cremlino. L'ultimo sole dell'estate mandava i suoi timidi raggi. Faceva freddo.
- Non escludo, - disse sommessamente Jurij Jakovlevič, - Che queste persone siano coinvolte anche negli omicidi di Paul Klebnikov e Andrej Kozlov. E c'è dell'altro: tutto ci fa supporre che siano stati questi uomini ad avvelenare Litvinenko e a far esplodere il "Nevskij Express". Sono coinvolti nell'organizzazione degli attentati di Beslan e del teatro Dubrovka. Sembra che siano stati sempre loro a mettere le bombe sugli aerei e a far saltare in aria gli appartamenti a Mosca. Tutto ci fa pensare che proprio questa banda abbia giustiziato la Starovojtova e ucciso Vladislav List'ev. Hanno messo la bomba al cimitero Kotljakovskoe e avvelenato Ivan Kivedili. Verificheremo il loro coinvolgimento negli omicidi di Dmitrij Cholodov, di Sergej Jušenkov e di padre Aleksandr Men'. Gli abbiamo trovato in casa un'accetta! E c'è dell'altro...
- E c'è dell'altro? - Vladimir Vladimirovič™ si fermò, sbigottito.
- Sì, - disse a voce bassissima Jurij Jakovlevič, - C'è dell'altro. In un quartiere di Ekaterinburg sono stati trovati i resti di due figli dell'ultimo zar russo. Abbiamo tutte le basi per supporre...
Vladimir Vladimirovič™ sospirò.
- E così abbiamo riaperto il caso. - concluse il Procuratore Generale.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

VVP e il Procuratore Generale/1

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino, dolendosi chetamente della fine dell'estate. A un tratto le imponenti porte si spalancarono e nel presidenziale studio cominciarono a entrare una dopo l'altra persone del tutto sconosciute a Vladimir Vladimirovič™.
- Eh... - prese a farfugliare Vladimir Vladimirovič™, - Bratellos! Ma voi chi siete?!...
Le persone affollarono lo studio di Vladimir Vladimirovič™ disponendosi lungo le pareti in file ordinate. Quando quasi non ci fu più spazio fece il suo ingresso il Procuratore Generale della Federazione Russa Jurij Jakovlevič Čajka.
- Scegli, bratello, - disse gioiosamente Jurij Jakovlevič, indicando i presenti con un ampio gesto delle procuratizie mani.
- Chi devo scegliere? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- L'assassino della Politkovskaja, - spiegò Jurij Jakovlevič, - Ce ne servono non meno di dieci.
Vladimir Vladimirovič™ si fece pensoso.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

giovedì, luglio 26, 2007

VVP e i Cervelli

[Continua la guerra circoscritta a colpi di espulsioni e rappresaglie tra Russia e Gran Bretagna (che chiede l'estradizione di Lugovoj per l'affare Litvinenko nonostante la costituzione russa non la preveda, rifiutandosi da tempo di concedere l'estradizione di Berezovskij). Ieri Putin, durante un incontro con i movimenti giovanili filocremliniani, ha accusato la Gran Bretagna di residui di neocolonialismo. Frase memorabile (ultimamente Vlad è tutto una frase memorabile): "Bisogna cambiare i loro cervelli, non la nostra costituzione". Link in russo.
Nel frattempo, VVP...]

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin entrò nel laboratorio del vice capo della sua amministrazione Vladislav Jur'evič Surkov. Vladislav Jur'evič, in camice bianco, stava in piedi accanto a un androide mezzo smontato disteso su un tavolo operatorio e gli frugava dentro la testa con un grande saldatore simile a un'ascia.
- Ascolta, bratello, - disse Vladimir Vladimirovič™, guardandosi attorno, - Allora cosa facciamo con il terzo mandato?
- Non possiamo fare niente, - disse Vladislav Jur'evič, - Non capirebbero.
Vladimir Vladimirovič™ si avvicinò al grande cannone psicotronico che si trovava accanto alla finestra del laboratorio.
- Siamo sempre lì, - disse Vladislav Jur'evič, - Bisogna cambiare la costituzione. E allora al diavolo la costituzione: cambiamola. Ma come lo spieghiamo alla gente?
- Bisogna cambiare i loro cervelli, mica la costituzione, - borbottò Vladimir Vladimirovič™, facendo amorevolmente scorrere la presidenziale mano sulla liscia canna d'acciaio del cannone psicotronico.
Vladislav Jur'evič non rispose.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

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domenica, luglio 22, 2007

VVP e la Bibbia

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e seguiva sullo schermo presidenziale la disputa tra il presidente della Moldavia Vladimir Nikolaevič Voronin e gli alti dignitari della chiesa ortodossa.
- Tra l'ideologia comunista e la dottrina cattolica ci sono molte affinità, - disse Vladimir Nikolaevič, - E noi comunisti crediamo che Gesù Cristo sia stato il primo comunista.
- Quello lì le spara proprio grosse… - Vladimir Vladimirovič™ sorrise, - Ha fatto bene Oniščenko a proibire il loro vino. Non si sa mai…
- Da nessuna parte, - disse ai dignitari Vladimir Nikolaevič , - Né nell'Antico Testamento né nei Vangeli, troverete qualcosa di brutto sui comunisti.
- Geniale... - mormorò Vladimir Vladimirovič™, che decise di chiamare immediatamente il suo presidenziale Patriarca di Mosca e di Tutta la Russia Alessio II.
- Ascolta, eminenza, - disse sbrigativamente Vladimir Vladimirovič™, - Ma la Bibbia dice qualcosa del partito "Russia Unita"?
- Cosa?! - si stupì il Patriarca , - A quanto pare, figliolo, è da parecchio che non ti confessi.
- Allora non dice niente? - Vladimir Vladimirovič™ si rallegrò.
- No, naturalmente, - rispose il Patriarca, - Nella Bibbia c'è scritto…
- Non fa differenza cosa c'è scritto, - disse Vladimir Vladimirovič™, - La cosa importante è che non ci sia scritto niente di brutto su "Russia Unita".
Vladimir Vladimirovič™ chiuse bruscamente il collegamento e chiamò subito il vice-capo della sua amministrazione, Vladislav Jur'evič Surkov.
- Ascolta, bratello, - disse tutto contento Vladimir Vladimirovič™, - Sai che nella Bibbia non c'è scritto niente di brutto su "Russia Unita"?
- E allora? - Vladislav Jur'evič non capiva.
- E allora, - rispose solennemente Vladimir Vladimirovič™, - Adesso possiamo dire che Gesù Cristo è stato il primo membro del partito!
- Ma quel Gesù… - borbottò Vladislav Jur'evič, - Era anche lui un androide?
Vladimir Vladimirovič™ tacque.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

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venerdì, luglio 20, 2007

VVP e la Risposta Asimmetrica

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin telefonò al ministro degli esteri Sergej Viktorovič Lavrov.
- Ascolta, bratello, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Com'è, avete pensato 'sta risposta asimmetrica da dare alla Gran Bretagna? Perché il tempo passa, la stampa aspetta...
- Ci abbiamo pensato, Vladimir Vladimirovič™ - rispose Sergej Viktorovič, - Solo che per quello bisogna chiedere una cosetta a Roman Arkad'evič Abramovič...
- Per chiedergliela gliela chiediamo, - lo interruppe Vladimir Vladimirovič™, - Ma quale sarebbe il succo della faccenda?
- Intendiamo chiedere a Roman Arkad'evič, - spiegò il ministro degli esteri, - Di integrare il Chelsea con calciatori russi. E di farli giocare.
Vladimir Vladimirovič™ allontanò il presidenziale ricevitore dall'orecchio e lo fissò stupefatto. Poi lo rimise al suo posto.
- Bratello, - disse calmo Vladimir Vladimirovič™, - Questa è geniale! Farli giocare!
- Farli giocare... - ripeté cautamente Sergej Viktorovič.
- Farli giocare! - Vladimir Vladimirovič™ scoppiò in una fragorosa risata.
- Farli giocare! - rise Sergej Viktorovič, sollevato.
- La vergogna nazionale! - si rallegrò Vladimir Vladimirovič™, - Di', ti va di fare il presidente?
Sergej Viktorovič, improvvisamente, tacque.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

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giovedì, luglio 19, 2007

VVP, Berezovskij e il Bambino

[Contesto, l'ultima di Berezovskij: "Tre mesi fa degli amici russi che hanno contatti con i servizi segreti dell'Fsb mi avevano messo in guardia contro un piano. 'Attento, manderanno uno che conosci e che ti proporrà un incontro in una stanza dell'Hilton a Park Lane. Niente veleno come per Litvinenko questa volta, ma un colpo di pistola alla testa. Poi si farà arrestare e dirà che ha ucciso per rivalità in affari. La giustizia inglese gli darà vent'anni; ne sconterà dieci grazie alla buona condotta, e quando uscirà si troverà un gran bel conto in banca'. Non ho preso la storia molto sul serio, ma ho informato la polizia. E tre settimane fa Scotland Yard mi ha avvertito di aver individuato il killer e mi ha suggerito di andare all'estero per un po'. Ora sono tornato e accuso l'uomo dietro questo piano: il criminale Vladimir Putin".
I giornali inglesi parlano anche del coinvolgimento di un misterioso bambino.
Così, nel mondo di VVP...]

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e seguiva sullo schermo del televisore presidenziale la diretta del colloquio tra l'oligarca-dissidente Boris Abramovič Berezovskij e la polizia britannica.
- Mister Berezovskij, - disse a Boris Abramovič uno dei poliziotti, - Abbiamo ricevuto l'informazione che l'FSB sta per mettere in atto un piano per ucciderla.
- Sciocchezze, - Boris Abramovič scoppiò a ridere, - Hanno le braccia troppo corte. E poi come lo spiegherebbero?
- E invece, - continuò imperturbabile il poliziotto, - Abbiamo ricevuto un'informazione affidabile secondo la quale l'assassino si trova già a Londra. Si prepara a incontrarla e a ucciderla con un colpo di pistola. Poi non si nasconderà. Spiegherà che tra voi c'erano stati dei problemi per questioni d'affari, e che per questo aveva deciso di ucciderla.
- Allora finirà dentro, - sorrise Boris Abramovič, - Mi sembra una sciocchezza. Chi può crederci?
- Certo che finirà dentro, - annuì il poliziotto. - Gli daranno vent'anni. Ne sconterà dieci, poi verrà scarcerato, riceverà un mucchio di soldi e diventerà Eroe della Russia. Come Ramzan Kadyrov.
- Ma non è una cosa seria, - commentò Boris Abramovič, - Conosco bene l'FSB, cari signori. Ho passato tanti anni con Litvinenko che lo conosco bene. Sono tutte sciocchezze. Vi stanno prendendo in giro.
- L'assassino è già a Londra, - ripeté il poliziotto, - È sceso all'hotel Hilton, su Park Lane.
- Hilton? - disse allegro Boris Abramovič, estraendo dalla tasca il cellulare, - Faccio subito una telefonata a Paris!
- Con lui in quella stanza d'albergo si trova anche un bambino, - aggiunse il poliziotto.
Boris Abramovič impallidì.
- Un bambino? - domandò confuso al poliziotto, rigirando nervosamente il telefono tra le mani tremanti, - Avete visto personalmente quel bambino?
- Un bambino piccolo, - annuì il poliziotto, - Pensiamo che serva da copertura.
- Un bambino... - mormorò Boris Abramovič, che si alzò dalla poltrona barcollando.
La fronte di Boris Abramovič si imperlò di gocce di sudore. I suoi occhi esprimevano una paura primitiva.
Vladimir Vladimirovič™ ridacchiò.

[Sibillino? No, se capite a cosa hanno pensato tutti, leggendo del 'bambino misterioso' del racconto di Berezovskij: ricordate il piccolo Nikita che ricevette il famoso bacio sul pancino di Vlad il sanguinario? Quale migliore agente di lui].



Originale: vladimir.vladimirovich.ru

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martedì, luglio 17, 2007

VVP e gli inglesi

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e leggeva lieto le previsioni contenute in un rapporto delle compagnie petrolifere americane, secondo le quali il prezzo del petrolio sarebbe salito a 150 dollari al barile.
A un tratto l'imponente porta dello studio presidenziale si aprì e nella stanza entrò con discrezione il ministro degli esteri Sergej Viktorovič Lavrov.
- Bratello, - disse preoccupato Sergej Viktorovič, - La Gran Bretagna ha comunicato l'espulsione di quattro diplomatici russi. Urge una nostra reazione. Propongo di espellere sei diplomatici inglesi e il console. Tanto più che si appresta a parlare di non so cosa con i nostri blogger russi.
- Con i blogger? - si stupì Vladimir Vladimirovič™, - E perché?
- Non lo so, - il ministro si strinse nelle spalle, - Ma personalmente tutto questo non mi piace affatto. Bisogna espellere forse anche otto...
- Non serve espellerne otto, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Bisogna espellerne uno, e neanche dalla Russia, ma da Londra.
- Come, da Londra? - Sergej Viktorovič non capiva, - E chi è che dobbiamo espellere?!
- Segnati questo nome, - disse Vladimir Vladimirovič™, - Abramovič Roman Arkad'evič. E stiamo a vedere come cambiano idea.
Il ministro degli affari esteri guardò Vladimir Vladimirovič™ con grande rispetto.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

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venerdì, luglio 06, 2007

VVP e Gazprom Soči

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva nel suo studio all'interno del Cremlino e leggeva con entusiasmo degli articoli sugli investimenti nei Giochi Olimpici di Soči.
Il presidente e maggiore azionista del gruppo "Bazel" Oleg Vladimirovič Deripaska e il presidente del gruppo "Interros" Vladimir Olegovič Potanin avevano promesso miliardi di dollari. Il presidente delle ferrovie Vladimir Ivanovič Jakunin aveva promesso la metropolitana leggera. Il presidente della compagnia elettrica "EES" Anatolij Borisovič Čubajs prometteva l'ampliamento della rete elettrica. E poi...
Il telefono sulla scrivania di Vladimir Vladimirovič™ si mise a squillare.
Vladimir Vladimirovič™ sollevò prontamente il ricevitore.
- Ascolta, bratello, - nel ricevitore risuonò la voce del presidente di "Gazprom" Aleksej Borisovič Miller, - Pensavo...
- Di ampliare la rete di distribuzione del gas a Soči, - disse con sicurezza Vladimir Vladimirovič™, - Sono centoquarantasette chilometri di litorale.
- Ma no... - disse Aleksej Borisovič, - Quello viene da sé. No, io pensavo: deve proprio essere Piter?
- In che senso? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- La sede di Gazprom, - spiegò Aleksej Borisovič, - Fa freddo, c'è umidità, non si può fare il bagno nel mare. Mentre a Soči fa caldo, c'è la spiaggia. E soprattutto c'è l'altezza.
- Che altezza? - Vladimir Vladimirovič™ continuava a non capire.
- A Pietroburgo già ci criticano per un misero edificio di trecento metri, - disse Aleksej Borisovič, - Mentre a Soči costruiremo il grattacielo più alto del mondo! Alto un chilometro! E lo chiameremo "Gazprom Soči". Sarà visibile dalla Turchia! Anzi, quale Turchia: lo vedrà tutta l'Europa a occhio nudo! E in cima, una fiaccola!
- Olimpica? - si informò Vladimir Vladimirovič™.
- Perché, olimpica? - rispose Aleksej Borisovič, - Una fiaccola e basta. A gas. Così l'Europa vedrà che Gazprom ha ancora il gas! E capirà che le conviene comprarlo. Ma d'accordo, per le Olimpiadi possiamo anche usarla come fiaccola olimpica, certo...
- Benissimo, - borbottò Vladimir Vladimirovič™, - Mi piace. Solo, come glielo spiego alla Vale [Valentina Matvienko, governatrice di San Pietroburgo, n.d.T.]? Quella già sogna la vostra sede e i soldi di Gazprom.
- Ma quale Vale, - rispose Aleksej Borisovič, - La Vale è temporanea. Soči e Gazprom sono per sempre.
Vladimir Vladimirovič™ si fece pensoso.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru


martedì, luglio 03, 2007

VVP e la birra

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva a bordo del suo aereo presidenziale che lo stava portando dagli Stati Uniti d'America al Guatemala e rifletteva sul fatto che adesso aveva tutto. Aveva quell'aereo presidenziale che in qualsiasi momento poteva portarlo dagli Stati Uniti d'America al Guatemala. Aveva la città di Soči dove si sarebbero forse svolti i Giochi Olimpici. Aveva il vecchio labrador Connie e il pony Vadik, aveva perfino un babbeo che tutti i giorni - d'accordo, non proprio tutti i giorni ma molto spesso - scriveva su di lui, Vladimir Vladimirovič™, stupide storie per niente divertenti su internet.
E magari un giorno tutto questo sarebbe mancato, all'improvviso e per sempre.
Strana cosa.
- Non si può avere una birra, qui? - urlò a un tratto Vladimir Vladimirovič™ nella presidenziale cabina.
Dietro la porta chiusa qualcuno sobbalzò, qualcosa andò in frantumi.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

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venerdì, giugno 29, 2007

VVP e l'Unione Sovietica

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin passeggiava per i corridoi del Cremlino moscovita in compagnia del presidente dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche Michail Sergeevič Gorbačëv.
- Io proprio non ti capisco, bratello - disse Michail Sergeevič, - Queste nanotecnologie... Non sono cosa. Fanno un po' miseria.
- E tu allora? - Vladimir Vladimirovič™ dissentì, - Gigantismo totale. La centrale idroelettrica sul Dnepr, gli elicotteri più grandi del mondo. E dov'è tutto questo? Dov'è la tua Unione Sovietica? Niente. Ne è derivata solo una grande catastrofe geopolitica.
- Ma l'Unione Sovietica non è morta per quello, - Michail Sergeevič si strinse nelle spalle, - L'ha ammazzata El'cin.
- Non toccarmi El'cin! - disse severamente Vladimir Vladimirovič™, - Mi ha fatto presidente! Gli sono grato. E con le nanotecnologie risolveremo tutto, vedrai. I comunisti facevano tutto grande e non hanno ottenuto nulla. Vuol dire che questa volta bisognerà fare tutto piccolo.
- E se non si ottiene nulla neanche questa volta? - domandò Michail Sergeevič.
- Non può essere, - affermò con sicurezza Vladimir Vladimirovič™, - Se non ha funzionato con il grande, dovrà per forza funzionare con il piccolo.
- Beh, e se non funziona lo stesso? - Michail Sergeevič insisteva.
- E se non funziona, - rispose Vladimir Vladimirovič™, - Faremo tutto trasparente. O verde.
Michail Sergeevič annuì con comprensione.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

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mercoledì, giugno 27, 2007

VVP e i nanorubli

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva accanto all'ingresso del deposito del Fondo di Stabilizzazione e contemplava il fosco risplendere delle monete d'oro mentre attendeva la visita successiva. Erano già passati i membri dell'Associazione degli industriali e degli imprenditori, il governatore del Distretto autonomo di Čukotka Roman Arkad'evič Abramovič, i funzionari del Ministero degli interni e dell'FSB.
A un tratto, in fondo al corridoio che conduce alle porte blindate del deposito, apparve il direttore del Servizio federale delle entrate Michail Pavlovič Morkecov. Michail Pavlovič si avvicinò timidamente a Vladimir Vladimirovič™, a mani vuote.
- N... nn... - bofonchiò Michail Pavlovič, tendendo verso Vladimir Vladimirovič™ la mano destra stretta a pugno.
- Cosa? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva, - Che, è la prima volta?
Il direttore del Servizio delle entrate annuì spaventato. Vladimir Vladimirovič™ sospirò.
- N... nn... - riattaccò Michail Pavlovič, arrossendo, - N... nn.. 'ntrate.
- Cos'è, sei balbuziente? - domandò Vladimir Vladimirovič™, - Dove stanno queste entrate?
- Na... n... ntrate - borbottò il direttore del Servizio delle entrate, aprendo il pugno - Nanoentrate.
Sul palmo della mano del direttore giaceva una banconota sgualcita da dieci rubli.
- Non ho ben capito, - disse con aria smarrita Vladimir Vladimirovič™, - Cos'è 'sta roba?
- Nanorubli, - disse Michail Pavlovič, avvilito, - Sono un miliardo di volte più piccoli. Non ti immagini neanche, bratello, quanto sia difficile raccoglierli!
Vladimir Vladimirovič™ fissò Michail Pavlovič con gli occhi spalancati.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

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martedì, giugno 26, 2007

VVP e il salto qualitativo

Un giorno Vladimir Vladimirovič™ Putin sedeva alla nanoscrivania nel suo nanostudio all'interno del Nanocremlino e nanolavorava ad alcuni nanodocumenti.
A un tratto la nanoimponente nanoporta del nanostudio si spalancò per lasciar entrare con passo nanorapido il Nanopresidente della Nanoduma, il nanoandroide Boris Gryzlov.
- Nano alla Russia! - il nanoandroide salutò Vladimir Vladimirovič™, - Abbiamo una nanoproposta di nanolegge.
- Nanointeressante, - rispose Vladimir Vladimirovič™ senza distogliere lo sguardo dai suoi nanodocumenti.
- Nanoascolta, - disse il Nanopresidente avvicinandosi alla nanopresidenziale nanoscrivania, - Noi intendiamo proporre il prossimo nanosalto di nanoqualità del nostro nanostato.
- Noi chi? - domandò Vladimir Vladimirovič™.
- Nanonoi, - rispose il Nanopresidente, - Nanorussia Unita!
- E cosa sarebbe questo nanosalto di nanoqualità? - domandò Vladimir Vladimirovič™.
- Le picotecnologie, - spiegò il nanoandroide, - Di fatto abbiamo un intero nanoprogramma. Picotecnologie, femtotecnologie, attotecnologie, zeptotecnologie e yoctotecnologie.
- Yoctotecnologie? - Vladimir Vladimirovič™ non capiva.
- Yocto, - annuì il Nanopresidente, - È come due volte nano e anche un po' nanomeno…
- Meno!? - esclamò Vladimir Vladimirovič™, - Ma andate a quel paese con le vostre tecnologie!... Guardati attorno: si è rimpicciolito tutto! La nanoscrivania... i nanodocumenti! Il nanostudio! Il Nanocremlino!
- E il Nanopresidente, - annuì il nanoandroide, - Ciò va nanobene.
- Nanopresto scompariremo, - replicò Vladimir Vladimirovič™ nanotristemente.
- Bratello, - ronzò il nanoandroide, - Sarà nanomeglio per tutti. Nanocredimi.

Originale: vladimir.vladimirovich.ru

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