"Like it or not, we are at war with the Serbian nation (the Serbs certainly think so), and the stakes have to be very clear: every week you ravage Kosovo is another decade we will set your country back by pulverizing you. You want 1950? We can do 1950. You want 1389? We can do 1389 too".
Thomas Friedman, New York Times.
"Vorrei ricordare che quanto a impegno nelle operazioni militari noi siamo stati, nei 78 giorni del conflitto, il terzo Paese, dopo gli USA e la Francia, e prima della Gran Bretagna. In quanto ai tedeschi, hanno fatto molta politica ma il loro sforzo militare non è paragonabile al nostro: parlo non solo delle basi che ovviamente abbiamo messo a disposizione, ma anche dei nostri 52 aerei, delle nostre navi. L'Italia si trovava veramente in prima linea."
Massimo D'Alema.
Il mio post di oggi (e il solo) è per tutti quelli che il 24 marzo, da sei anni a questa parte, diventano nervosi, si vergognano, provano la rabbia, la delusione e la disperazione di allora.
Io spero che siano in tanti e che non dimentichino.
E per quanto riguarda quelli come D'Alema, quelli che proprio in quell'occasione sentirono di essersi affrancati gloriosamente dal "tabù pacifista", io volentieri li riporterei indietro al giorno più doloroso della loro vita, e ce li chiuderei dentro per sempre - in una versione estrema di quel film con Bill Murray, e senza marmotte. A ciascuno le sue fantasie.
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giovedì, marzo 24, 2005
mercoledì, marzo 24, 2004
Oggi, 24 marzo
Oggi, per portarvi qui, digiterò quello che piace ai più: soluzioni di Dark Chronicle, Final Fantasy X-2, Prince of Persia, Broken Sword, e la magica parola, gratis. Se non vi è bastato confesserò che sì, sono Belle de Jour anch'io, indosso lingerie provocante e sto scrivendo un libro.
Oggi è il quinto anniversario dei bombardamenti su Belgrado; in Kosovo continua il genocidio della popolazione serba.
Di quella pace che sventola dai balconi e marcia per le strade nel calduccio primaverile proprio non so che farmene.
Cinque anni fa per la prima volta mi vergognavo davvero, in prima persona e proprio con quel governo, di essere italiana ed europea. Non posso dire che le cose siano migliorate, nel frattempo.
Oggi questo blog, chiuso per lutto, tace.
Oggi è il quinto anniversario dei bombardamenti su Belgrado; in Kosovo continua il genocidio della popolazione serba.
Di quella pace che sventola dai balconi e marcia per le strade nel calduccio primaverile proprio non so che farmene.
Cinque anni fa per la prima volta mi vergognavo davvero, in prima persona e proprio con quel governo, di essere italiana ed europea. Non posso dire che le cose siano migliorate, nel frattempo.
Oggi questo blog, chiuso per lutto, tace.
martedì, marzo 23, 2004
SOS Kosovo
"Vi chiediamo di attivarvi in qualsiasi modo e forma per contribuire a cercare di fermare l’orrore e il bagno di sangue, causati da queste forze terroristiche che distruggono, incendiano, uccidono e lapidano uomini e donne che da sempre vivono qui. vi chiediamo di informare correttamente su quali sono le verità e la realtà di quanto sta accadendo, di chiedere a tutte le persone oneste e che credono nei diritti umani nel vostro paese di aiutare il nostro popolo a non subire un vero e proprio genocidio. distruggono anche gli ultimi cimiteri, monumenti e monasteri della cultura ortodossa che ancora non avevano distrutto in questi anni. siamo stanchi di vedere i nostri campi e le nostre case bruciate, di essere vessati, uccisi, perseguitati con la sola colpa di essere serbi e di voler continuare a vivere dove da centinaia di anni abbiamo sempre vissuto. in una terra per la cui difesa dalle aggressioni e dalle occupazioni degli stranieri invasori, nella storia, sempre abbiamo versato fiumi del nostro sangue. siamo stanchi ma non consegneremo ad assassini e terroristi estremisti, la nostra terra, le nostre vite, le nostre radici, la nostra dignità. dovranno ucciderci tutti, anche i nostri figli e le nostre mogli. è un nostro diritto. vi chiediamo di divulgare queste parole, di dare voce a noi, semplici cittadini, stranieri a casa propria, di un popolo senza voce, senza televisioni, senza neanche più la forza per urlare la nostra indignazione e le nostre ragioni. ma determinati a non cedere. nel nostro ospedale di kosovska mitrovica non ci sono più posti liberi, non ci sono sufficienti medicinali, non c’è sufficiente sangue per colmare quello versato dagli estremisti albanesi; da ogni angolo di questo kosovo crocefisso questo è l’ultimo lembo di terra dove confluiscono i nostri fratelli e sorelle scacciati dalle bande assassine, che dopo averli terrorizzati e incendiato le case, non sono riusciti ad assassinare. nelle nostre case scarseggia tutto, i nostri figli non hanno più nulla che non sia paura e angoscia. aiutateci a fermarli, che la gente onesta e buona si alzi per gridare basta, la nostra amicizia e fratellanza sarà eterna. noi siamo ancora in piedi e fermi nella volontà di fermarli, di resistere, ma siamo soli con i nostri fratelli della serbia. ci dicono gli internazionali di qui, perché siamo serbi. sappiamo che voi e le vostre associazioni non la pensate così, per questo confidiamo sulla vostra amicizia e impegno. ma fate presto. con rispetto e tanta amicizia."
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