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mercoledì, gennaio 23, 2019

La sublime morte di Lara Croft

Ho giocato per anni in solitaria, su computer e console.
Una sera sul tardi citofona il mio amico di Portogruaro. Il mio amico di Portogruaro viene a Gorizia con la scusa della benzina slovena, ma prima passa sempre a salutare la "cugina di Zellina" perché comunque è di strada, così da me arriva in media dopo le undici. Io lo saluto appena, gli comunico rapida che devo mostrargli una cosa e salendo gli scalini a due a due lo porto su in mansarda dove tengo il computer, che è tipo un 486 con Windows Zero. E lì gli mostro Lara Croft. Ma non la Croft che corre salta e spara, bensì un gomitolo di poligoni che continua a morire gemendo e contorcendosi sott'acqua per fatale mancanza d'ossigeno, alla ricerca di una via d'uscita. 

Quella notte facciamo le ore piccole a osservare la morte di Lara Croft preceduta da gemente agonia subacquea. È come stare davanti a un acquario, si parla d'altro e ogni tanto ci si interrompe dicendo "sempre bello l'effetto dell'acqua però" e "le cose che possono fare i videogiochi oggi" o infine, già sbadigliando, "comunque la Lara la trovo in forma, stasera". "La Lara" diventa una variante irrinunciabile della "cugina di Zellina" nella quest benzinara del mio amico di Portogruaro.

Passa un po' di tempo. Mi compro la PS1. Una sera sul tardi (dopo la "cugina di Zellina") passa il mio amico di Portogruaro. Io lo saluto appena (ormai andiamo al dunque senza neanche salutarci più, ci limitiamo a prendere atto della reciproca presenza), dico "devo mostrarti una cosa" e lo porto davanti a Lara Croft che annega uguale, ma sullo schermo di un televisore 32 pollici. A quel punto anche lui vuole la PS1, è comprensibile che voglia riprodurre l'esperienza a casa sua. Però siamo sotto Natale, e quell'anno le PS1 non si trovano neanche a pagarle il doppio a un camionista bosniaco nell'area di servizio di Cessalto. Allora lui fa il giro dei centri commerciali del Veneto, trova una PS1, se la porta a casa e collega furiosamente i cavi prima di constatare con una certa delusione che il televisore è troppo piccolo per Lara Croft. Così compra un nuovo televisore e un mobiletto per accogliere il televisore, il mio amico di Portogruaro, e manca tanto così che compri anche un soggiorno nuovo, una casa nuova. Manca tanto così che demolisca Portogruaro come un dio capriccioso solo per far spazio a Lara Croft che annega in un metro cubo alla ricerca di una via d'uscita.
Perché una cosa è certa: noi, il mio amico e io, faremo sempre in modo che quell'uscita non la trovi mai.

Adesso ho la PS4, gioco a Red Redemption II, convivo con le malinconie di Arthur Morgan, ho un cavallo di nome Giorgio. I testicoli del mio cavallo Giorgio si contraggono visibilmente quando fa molto freddo, lassù nella regione di Ambarino.

Il mio amico di Portogruaro si è fermato alla PS1 e ha un figlio tredicenne che vuole diventare YouTuber come Cicciogamer. 

Lara Croft esiste ancora, ma in prequel avventurosi in cui è giovane, parla e rivendica una personalità e financo alcuni stati d'animo a dirla tutta abbastanza convenzionali. Mi piace pensare che non abbia ancora scoperto la sua vera vocazione, annegare in un metro cubo d'acqua dentro un vecchio 486.