domenica, maggio 13, 2007

I tibla, gli hacker e la NATO

Il ministro degli esteri estone chiede alla NATO di equiparare i ciber-attacchi ad azioni militari - Il ministro degli esteri estone Jak Aaviksoo lunedì parteciperà a Bruxelles all'incontro tra i ministri degli esteri dell'Unione Europea, dove tra le altre questioni intende proporre che i ciber-attacchi contro un paese della NATO vengano considerati alla stregua di azioni militari.
Gli hacker hanno preso di mira siti istituzionali e altri siti estoni dopo la decisione del governo di dare il via ai lavori di esumazione dei soldati russi sepolti sotto il memoriale sovietico nel centro di Tallinn e allo spostamento del monumento. Sotto attacco sono finiti in particolare i siti del presidente, del governo, del parlamento, del ministero degli esteri, della polizia e di altri dipartimenti, nonché quello del partito riformista.
"Attualmente per la NATO i ciber-attacchi non equivalgono ad attacchi militari. Questo significa che alle loro vittime non si estende automaticamente l'articolo quinto della NATO sulla difesa militare. Attualmente nella NATO nessun ministro degli esteri ha riconosciuto che i ciber-attacchi sono azioni militari. Ma è una questione che dovrà essere risolta prossimamente", ha affermato Aaviksoo secondo l'ufficio stampa del ministero degli esteri. (RIA-Novosti)

Ok. L'Estonia vuole applicare l'articolo 5 della NATO e attaccare gli hacker russi. Cioè, la Russia. Mica bagigi.

Tra le vittime degli hacker, tra l'altro, non ci sono solo le istituzioni. Ci sono anche siti di oneste compagnie private che hanno dovuto subire oltraggi come questo:



(Più o meno: "Il nostro onore - la nostra libertà - la nostra vittoria.
Ronda web - Infamia estone").
Sono davvero brutte cose. Anche perché il sito dell'agenzia di affittanze era ben lindo e carino:



e si preoccupava di specificare "tiblasi (venelasi) me ei teeninda!", "non serviamo tibla (russi)!".
(Fonte: Regnum.ru)
Russi in estone si dice venelased. Tibla è un termine dispregiativo: così venivano chiamati i soldati dell'Armata Rossa negli anni 1918-20, 1940-41 e 1944. Sull'uso del termine c'è ovviamente una reciproca attribuzione di colpa tra russi ed estoni; comunque deriva dal russo "Ty, blja" (blja è una parola molto versatile, che può essere usata come imprecazione o come insulto). L'espressione è tornata in auge nel lessico estone nel 1991. Nel 2002 su uno dei maggiori quotidiani estoni, l'Eesti Päevaleht, è apparsa una pubblicità con la scritta: "Ei loe Eesti Päevalehte? Järelikult tibla!", "Non leggi l'Eesti Päevaleht? Significa che sei un tibla!"
Che eleganza.

(Non vedo l'ora di poter applicare l'articolo 5 della NATO agli Haloniomi. Il modo di dire di oggi, quindi, è "нет худа без добра", net chùda bez dobrà, non tutto il male vien per nuocere).

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