venerdì, settembre 02, 2005

Coloro che hanno scelto di restare

"Nella distruzione di New Orleans sono confluite molte delle tendenze più pericolose della politica e della cultura americane: la povertà, il razzismo, il militarismo, l'avidità delle élite del potere, i danni ambientali, la corruzione e il decadimento della democrazia a ogni livello.
Molto di tutto ciò si rispecchia nello strano linguaggio che anche i mezzi di informazione più cauti hanno usato per descrivere le vittime maggiormente colpite dall'uragano e dalle sue devastanti conseguenze: "coloro che hanno scelto di restare." La situazione è stata subito descritta in modo da lusingare i pregiudizi dei benestanti e negare la realtà dei più vulnerabili.
È ovvio che la grande maggioranza di coloro che non sono scappati sono poveri: non avevano un luogo dove andare, non avevano la possibilità di andarci, non avevano i mezzi per mantenere se stessi e le proprie famiglie in posti estranei. Se ci sono sicuramente state delle persone che sono rimaste per scelta, i più sono rimasti perché non avevano scelta.

Sono rimasti intrappolati dalla loro povertà, e hanno pagato con la vita.
E tuttavia, attraverso lo spettro mediatico, dagli osservatori privilegiati filtra una leggera sfumatura di disapprovazione, la chiara insinuazione che le vittime sono semplicemente state troppo pigre o incapaci per mettersi in salvo. Non c'è comprensione - nemmeno un tentativo di comprensione - per la miseria, l'isolamento, l'immobilità dei poveri, dei malati e dei disperati che vivono tra noi.

[...]

Per quanto colpevole, criminale e odiosa sia l'amministrazione Bush, è solo l'apoteosi di una tendenza della società americana che è diventata sempre più forte e che dura da decenni: la distruzione dell'idea di un bene comune, di un settore pubblico i cui benefici e le cui responsabilità sono condivisi da tutti, e amministrati con il consenso dei cittadini. Per più di trent'anni la destra corporativa ha condotto un'implacabile e concentrata campagna contro il bene comune, cercando di atomizzare gli individui in isolate "unità di consumo" le cui energie politiche - tenute in uno stato di scarsa informazione dagli onnipresenti mezzi di informazione corporativi - possono essere sviate a piacimento verso temi "caldi" (i matrimoni gay, la preghiera a scuola, il vilipendio alla bandiera [...] la minaccia del terrorismo, ecc. ecc.] che non mettono mai in pericolo la realtà del Big Money, dei soldi veri."
Chris Floyd, "The Perfect Storm. New Orleans and the Death of the Common Good", su Counterpunch.

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