sabato, maggio 28, 2005

Twenty-four little hours

Si è rotto il rubinetto del lavello del bagno.
Non solo.
Un pezzo di rubinetto è caduto nello scarico del lavello.
Avevo bisogno di qualcosa per tirarlo fuori di lì.
Quel qualcosa poteva stare sopra il mobiletto dei medicinali.
Ma io sono alta uno e sessanta, che storie.
Allora sono salita sul coperchio del water.
In bagno c'è il soffitto mansardato. Si mansarda proprio all'altezza del water, anzi. Se sei alto uno e sessanta più un water, sei spacciato.
Ho battuto la testa.

Poi mio padre mi ha aiutato a cambiare il rubinetto.
È stata una cosa lunga e leggermente scoordinata.
Alla fine ho pulito tutto e ho buttato asciugamani e tappetino in lavatrice.
Mezz'ora dopo mio padre ha telefonato per dirmi che un paio di pinze mancavano all'appello, e di vedere se stavano da qualche parte.
Le pinze erano con il tappetino, a farsi un giro in lavatrice.
Adesso ho un nuovo rubinetto (75 euro), e funziona benissimo.
Però la lavatrice fa uno strano rumore.

Ho poi avuto una serie di lunghe conversazioni con mia suocera. Mia suocera è tipo da distruggerti in un pomeriggio e in assoluta buona fede 10 anni di analisi, e in più rischi di ritrovarti con qualcosa che non avevi prima, tipo paura degli spazi aperti, paura dei luoghi chiusi, un piccolo problema di personalità multipla o il terrore dei folletti Hoover.
Io ho una fantasia: sogno che mia suocera nasconda sotto i vestiti e l'abbondante bigiotteria un minuscolo tastierino alfanumerico su cui sia possibile digitare dei codici segreti per me vantaggiosi.
Tipo:
freccia su freccia giù, freccia su, maiuscolo canc = invisibilità,
freccia sinistra, freccia sinistra, freccia giù; freccia giù = indistruttibilità,
e così via: armi multiple, salto di livello, God mode, o la sfiziosa possibilità del bullett time.
Bisogna tener conto che avevo preso una bella botta.

Mentre stavo stesa sul divano con una busta di fagiolini surgelati appoggiata sulla testa (è la regola: mai che si riesca a trovare dei cubetti di ghiaccio quando ne hai bisogno, soprattutto se hai una voglia irrefrenabile di gin tonic o una commozione cerebrale in corso), riepilogando oziosamente il pomeriggio, scacciando le fantasie sulla suocera (che ormai aveva assunto le proporzioni di Safer Sephiroth nella battaglia finale di Final Fantasy VII) e facendo una checklist dei miei sintomi (vertigini, no; nausea, no; mal di testa, no; perdita di coscienza; no; agorafobia, un po'; paura dei folletti Hoover, un po'), ho pensato:
1. se una soffre di personalità multipla è più corretto parlare di super io o di super noi?
2. la mia love-story con i soffitti mansardati è finita, e d'ora in poi cercherò di evitare come la peste anche le travi a vista e i sottoscala;
3. se sopravvivo a queste ventiquattr'ore senza entrare in coma, pianto tutto e vado al mare.

Cosa sarà una scaglia di pil in meno, a questo punto?
Vivo in un paese di benestanti.

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