giovedì, febbraio 20, 2003

Under influence

Ieri pomeriggio-sera stavo peggio della Juve, con la consolazione però di non dovermi battere con il Manchester: febbre a 38,5, dolori alle ossa, mal di testa.

E allora nel delirio ho acceso la tv. In caso di malattia, con me funziona solo se i programmi sono i peggiori. E ho ancora il rammarico di aver dovuto scegliere tra la De Filippi e la D'Eusanio. Dalla Maria c'era una ragazza che entro il 30 aprile 2003 deve (ma io credo: vuole) trovare l'uomo della sua vita, selezionandolo tra 30 boys 30 presenti in studio. Ogni volta ne deve eliminare due e sceglierne altri quattro con cui passare un po' di tempo fuori dello studio e, attenzione, con-tem-po-ra-ne-a-men-te. Fuori dello studio (esterna, si chiama), ma sempre sotto l'occhio vigile delle telecamere. Insomma, in ambiente pastorizzato Mediaset: volgaruccio, andante, ma l'unica orgia possibile è quella tra gli accessori maculati, le extension e i coprispalla di foca finta. Adesso la racconto così, ma il programma chiama a raccolta tutti gli istinti più bassi (ed esibisce uomini con tagli di capelli sconcertanti e camicie modello afterhours). Poi, dopo un dormiveglia durato circa un'ora (c'era sempre la De Filippi, ma il programma era diventato Saranno Famosi, pensare che odiavo anche la serie tv), via con Verissimo, in cui per beccarsi il ghigno tirato della Parodi le soubrette devono dimostrare di essere almeno iscritte a lettere o di essere brave mamme, in una parata trionfale di pance seimesi, diplomi e album della comunione. Poi: Sereno Variabile, Grande Fratello, sport, tg a raffica, tanto Parlamento.

Stanotte ho sognato che Mastrota mi voleva vendere un materasso di peluche.

Oggi sto meglio.

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