Un giorno Yankele va a trovare Moishele, vede un quadro appeso alla parete, se ne innamora e lo convince a venderglielo. Quanto lo hai pagato?, chiede Yankele. Duecento, ma a mia moglie piace tanto! Io te ne do duecentocinquanta, dice Yankele. Prendilo, dice Moishele. Sua moglie, quando lo sa, gli dice: se te ne ha dati duecentocinquanta ne vale di più, vai e ricompralo! Così Moishele lo ricompra per trecento. Poi è la volta di Yankele, che ci ripensa, torna da Moishele e lo convince a rivendere per trecentocinquanta. I due vanno avanti così per un bel po', mentre il prezzo del quadro lievita. Un giorno Yankele va a trovare Moishele per ricomprarsi il quadro ma trova la parete sgombra. Dov'è finito il quadro, domanda. È arrivato un tizio, dice Moishele, gli è piaciuto, mi ha offerto un sacco di soldi e se l'è portato via.
Ma come, fa Yankele deluso, ci stavamo guadagnando così bene noi due.
A differenza di Yankele quelli come Randy Scheunemann, i lobbisti servitori di due padroni, sanno come si fa a muovere il contante. Scheunemann è consigliere per la politica estera del senatore McCain e dunque potenziale futuro consigliere per la sicurezza nazionale del presidente degli Stati Uniti.
Però ha anche un altro ruolo, o meglio lo ha avuto ufficialmente fino a pochi mesi fa: quello di lobbista, faccendiere, intrallazzatore di professione.
Il 17 aprile scorso Scheunemann ha organizzato una telefonata tra John McCain e il presidente della Georgia e ha poi preparato per il candidato alla presidenza degli Stati Uniti un comunicato di pieno sostegno alla repubblica georgiana. Quel giorno una società di lobbying che Scheunemann possiede a metà con un suo socio ha firmato un contratto da 200.000 dollari per continuare a fornire consigli strategici al governo georgiano a Washington. Allora Scheunemann aveva già smesso formalmente di lavorare per la Georgia. Ma faceva ancora parte della Orion Strategies, composta da lui e dal suo socio Mike Mitchell. Scheunemann è rimasto alla Orion fino al 15 maggio, quando la campagna McCain ha imposto una più severa politica anti-lobbying.
Durante la sua attività di faccendiere, dunque, Scheunemann poteva contare sul contatto con McCain per curare gli affari dei suoi clienti. A partire dal 2004 risultano 71 telefonate e incontri con McCain e i suoi assistenti per conto di clienti stranieri, Georgia compresa. I contatti si concentravano solitamente sull'ingresso della Georgia nella NATO e su proposte legislative, come un provvedimento appoggiato anche da McCain a favore della posizione della Georgia sull'Ossezia del Sud. Un altro risultato, sempre sponsorizzato da McCain e frutto del lavoro di lobbying della Orion, sarebbe stato l'autorizzazione di una sovvenzione di 10 milioni di dollari alla Georgia in base al NATO Freedom Consolidation Act.
Dunque ecco cosa faceva Scheunemann, mentre la campagna presidenziale di McCain prendeva quota: da un lato consigliava il candidato sulla politica estera, dall'altro lavorava per conto della Georgia e di altri paesi che aspiravano, tra le altre cose, a entrare nella NATO. Negli ultimi anni ha presentato il senatore ai ministri degli esteri di Albania, Croazia e Macedonia (ma anche a un rappresentante di Taiwan, per un accordo sul libero scambio), e ha accompagnato McCain in Lettonia nel 2001 e in Georgia nel 2006.
Tra il 1° gennaio 2007 e il 15 maggio 2008 la campagna McCain lo ha pagato circa 70.000 dollari. Durante lo stesso periodo il governo della Georgia ha versato alla sua società ben 290.000 dollari.
A partire dal 2004 la Orion ha ricevuto dalla Georgia la bella somma di 800.000 dollari.
Scheunemann non è stato solo socio e presidente della Orion Strategies.
Come Scheunemann&Associates, secondo il Lobbying Registration Office degli Stati Uniti e l'osservatorio OpenSecrets.org, ha rappresentato per diversi anni la National Rifle Association. Nel 2005 la società ha lavorato per la Caspian Alliance, un consorzio di paesi produttori di petrolio e gas della regione del Mar Caspio.
Nel 1999-2000 Scheunemann è stato anche presidente del Mercury Group, altra società di lobbying che ha lavorato, tra gli altri, per BP America, Lookheed Martin, Barrett Firearms Manufacturing, National Shooting Sports Foundation, Sporting Arms and Ammunitions Manufacturers.
Tutto questo, compresa l'evidente simpatia per le armi, le munizioni, il petrolio e l'industria militare, potrebbe anche bastare.
Invece non basta.
Scheunemann è stato uno dei più entusiastici sostenitori della guerra in Iraq: con altri neo-conservatori di spicco come Robert Kagan e William Kristol ha diretto il Project for a New American Century, gruppo che svolse un ruolo fondamentale nell'aggregare supporto per la guerra in Iraq. Il PNAC scrisse una lettera a Clinton quattro anni prima dell'11 settembre chiedendo l'attacco contro l'Iraq. Scrisse una lettera a Bush quattro giorni dopo l'11 settembre chiedendo l'attacco contro l'Iraq e minacciando ritorsioni politiche.
Scheunemann ha anche guidato il Comitato per la Liberazione dell'Iraq, sottogruppo del PNAC che contava tra i propri membri il famigerato bancarottiere Ahmed Chalabi, vecchia conoscenza della CIA, fornitore della falsa documentazione sulle armi di distruzione di massa irachene e dunque decisivo per chiudere la partita con Saddam.
Nella campagna per McCain Scheunemann ha criticato gli altri candidati per la loro "mentalità 10 settembre", inadatta a combattere il terrorismo. Alla metà del 2007 ha definito l'idea di ritirare le truppe dall'Iraq "ridicola".
Aveva già lavorato per McCain verso la fine degli anni Novanta, quando le idee del senatore in materia di politica estera hanno segnalato una svolta e il candidato ha cominciato a legare i suoi istinti interventisti al contesto ideologico del neo-conservatorismo. All'inizio del 1999 McCain, parlando all'università del Kansas, usò un discorso al quale aveva collaborato anche Scheunemann e nel quale si rifletteva l'idea neo-conservatrice della "grandezza nazionale". Scheunemann avrebbe poi detto di essersi ispirato alla retorica della Guerra Fredda e ai critici della strategia del contenimento.
Nella sua densa carriera politica Scheunemann ha anche fatto parte di varie commissioni del Congresso degli Stati Uniti, è stato consigliere di Bob Dole e consigliere per la sicurezza nazionale di Dole e Trent Lott. Ha avuto a che fare con delibere del Senato sull'uso della forza militare americana in Somalia, Penisola Coreana, Iraq, Haiti e Bosnia. Ha lavorato come coordinatore per la politica repubblicana al Senato occupandosi di riforma delle Nazioni Unite, allargamento della NATO, cambiamenti climatici, sanzioni economiche, difesa missilistica e trasferimenti di tecnologia in Cina. È stato perfino consigliere di Rumsfeld sull'Iraq, all'inizio dell'amministrazione Bush.
Come può passare il suo tempo libero uno come Scheunemann?
Va a caccia.
Una volta si dimenticò di togliere il fucile dal bagagliaio prima di andare al Congresso e fu arrestato per possesso d'arma da fuoco non registrata. Era il 1997.
Ma il grosso del (doppio) lavoro di Scheunemann è stato orientato verso l'Europa: essenzialmente promozione di programmi "democratici" e allargamento della NATO alla sfera ex-sovietica. Come membro del consiglio di amministrazione (insieme a McCain) dell'International Republican Institute, veicolo istituzionale del National Endowment Fund (che è a sua volta il fronte civile della CIA), Scheunemann ha lavorato sulle questioni dell'allargamento della NATO e come faccendiere/consulente ha fornito i propri servizi a Lettonia, Macedonia, Romania, Georgia, in modo anche creativo e trasversale: per esempio, un contratto prevedeva che favorisse gli interessi della Romania nella ricostruzione dell'Iraq.
Ah, e poi Scheunemann farebbe o avrebbe fatto parte dell'esecutivo di Worldwide Strategic Partners, il cui presidente è Stephen Payne (il faccendiere e consulente governativo che è appena finito nei guai perché garantiva contatti con alti rappresentanti della Casa Bianca in cambio di "donazioni per la biblioteca privata del Presidente Bush", insomma "cash for access": l'hanno filmato mentre organizzava incontri con Cheney, Rice e altri per conto di un ex-dignitario centroasiatico che mirava a rilanciarsi politicamente).
Di cosa si occupa, la Worldwide Strategic Partners? Mettiamo che tu stia governando un paese che dispone di una quantità interessante di risorse energetiche. Vorresti trarne profitto e consolidare il tuo potere. Peccato però che nemici interni o esterni te lo impediscano, e che le compagnie straniere siano riluttanti a investire nel tuo paese perché pare troppo instabile. Ecco che interviene la Worldwide Strategic Partners, che grazie ai buoni contatti finanziari e politici offre “assistenza allo sviluppo finanziario e geopolitico al governo ospite” in cambio dei diritti di sfruttamento delle sue risorse. In pratica la WSP cerca di far sì che la politica estera statunitense ti permetta di restare al potere e ti procuri la fiducia degli investitori.
Secondo il Times, la Caspian Alliance per la quale Scheunemann aveva lavorato nel 2005-2006 era una controllata della WSP.
Questo si chiama far girare il contante.
"Siamo tutti georgiani", ha detto John McCain.
Scheunemann però è anche rumeno, albanese, lettone, macedone, azero, kazako, taiwanese, whatever: lo pagano. Il conflitto di interessi è, come si suol dire, così 10 settembre.
Fonti:
http://www.rightweb.irc-online.orghttp://www.opensecrets.org/http://blog.washingtonpost.com
http://www.sourcewatch.org/http://www.timesonline.co.ukhttp://thinkprogress.orghttp://www.usatoday.comhttp://majikthise.typepad.com[Nella foto, da sinistra: Stephen Payne, Ahmed Chalabi, Randy Scheunemann].
[Disclaimer: nella stesura di questo post non sono stati maltrattati né Yankele, né Moishele, né i Kiss. La storiella yiddish, di attribuzione incerta, probabilmente l'ho sentita raccontare da Moni Ovadia. Si esprime inoltre solidarietà al popolo georgiano, a quello iracheno e, per una volta, a quello americano].