Esco dall'ascensore con le borse della spesa e mi imbatto in un ragazzo che scrive con aria misteriosa su un grande blocco, appoggiandosi alla mia porta.
– Salve.
– Ciao, scusa: ti gà folìto, per caso?
– Mh?
– No, perché sòn qua che me sègno quei chi gà folìto.
– Ehn...
– Pei ricambi, sa!
– Eh, ah. Ricambi?
– Per folìto.
– Cio' senti scusa, mi arrendo. Non ho capito.
– Vorverk! Folìto!
– Ah, no, niente Folletto.
– Ah, scusa, 'lora. Va ben.
– Va ben. Ciao.
Apro la porta, entro, appoggio sul pavimento le borse della spesa, richiudo. Sento un ultimo "'cora grazie, sa!". Silenzio. Campanello dell'appartamento vicino: "Bongiorno la me scusi, la gà folìto, lei?". Silenzio. La vicina è sorda.