Per aprire un albergo a cinque stelle a Gorizia bisogna essere ottimisti o megalomani: presidenti, celebrità, ballerine e calciatori arrivano e se ne vanno prima del tramonto, oppressi dalla bellezza intollerabile del luogo e dei suoi abitanti. La sera circola un solo autobus, con la scritta incoraggiante "servizio notturno - alberghi cittadini". Vuoto come una diligenza fantasma.
Credo che l'ultimo turista di un certo status e censo sia stato qualcuno della dinastia Asburgo, e non dev'essersi neanche fermato per la notte. Da allora, la città è stata distrutta un paio di volte. Ci ha dormito il solito Hemingway, che scoperta, e Patty Pravo dieci giorni fa (perché messa a terra dall'influenza proprio prima dello show). Ma cinque stelle con parco e beauty farm, via.
L'hotel si chiama Dante.
Si trova forse in via Dante? No!
Può Dante averci dormito? Ma va'!
Eppure all'ingresso c'è un busto del poeta, e tempo fa si mormorava - orrore - di stanze ispirate alla Divina Commedia ("Buonasera, mi dà la suite dei lussuriosi, grazie"), progetto per fortuna accantonato.
La risposta va cercata nel vissuto del proprietario: "Ho sempre avuto una grande passione per Dante, perché da piccolo facevo dei sogni simili ai suoi".
Poi ci si domanda come fa uno a metter su un cinque stelle a Gorizia.
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