"L'hai fatto il compito per casa?"
mi chiese la Macùz mentre ancora ci dimenavamo per toglierci dalle
spalle le cartelle.
"Sì", risposi saltellando.
"E chi è il tuo personaggio
vivente preferito?"
"Dimmi prima tu."
Beato chi, come me, ha avuto la fortuna di conoscere una Macùz Cristina negli anni dell'infanzia.
La Macùz poteva sembrare scontrosa: ma
la bocca incline al broncio, la fronte sempre un po' aggrottata e un presagio
di peluria sopra il labbro superiore suggerivano una tendenza al
rigore più che all'ostilità e promettevano una grazia olivastra e selvatica. Grazie ai miei genitori,
amici dei suoi, sapevo che aveva un fratello molto più grande,
cestista promettente, per il quale stravedeva e che la viziava alla
follia. Stentavo a immaginare una versione domestica e affabile della
Macùz intenta a costruire i giardini pensili di Babilonia attingendo
a una fonte inesauribile di mattoncini Lego mentre il cestista savio
le diceva "Questo mettilo qui" o semplicemente "Qui".
Stentavo persino a immaginarla in pigiama. Perché la Macùz vestiva
sobriamente, tono su tono, nello stile che mia nonna definiva "Nilde
Iotti". Era però informatissima sulle ultime tendenze della
moda secondo Burda, che sfogliava golosamente seguendo poi con l'indice i tracciati dei cartamodelli.
La Macùz squadrava il mio
cappotto nuovo e poi mormorava con approvazione: "Hai il maxi".
Per poi aggiungere, soddisfatta: "Fantasia avio. Il massimo".
Mi aspettava davanti all'ingresso della scuola il giorno del mio
compleanno ed esclamava, inarcando le sopracciglia e sgranando gli
occhi: "Ti hanno regalato il Taimex!". Era una fortuna avere accanto una Macùz
Cristina: perché io lo avevo sempre pronunciato "Tìmex",
e i miei lo chiamavano orologio.
"Dimmi prima tu" esitai.
La Macùz piegò all'insù gli angoli
della bocca in un sorriso saggio.
"Mondale" disse. "Fritz
Mondale."
E annuì in silenzio.
La fissai a bocca aperta. Quella
bambina aveva accesso a un tipo di informazioni a me precluso. Quella
bambina guardava i dibattiti. Magari guardava persino i programmi
dell'accesso.
"E tu?"
E io?
A me piacevano i rapinatori di banche,
i Fedayyìn, Alain Delon, Dino Zoff, il comandante Carlos, Bjorn Borg,
Nadia Comaneci, l'inventore del maxicappotto. Ma soprattutto i
rapinatori di banche e Dino Zoff.
E infatti dissi:
"Mondale. Mondale anch'io."
Ne ottenni un impagabile sguardo di complicità: avremmo fatto strada.
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